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Dissertations / Theses on the topic 'Basilica di San Francesco'

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Juillard-Macian, Claire. "Sociologie d'un événement : le tremblement de terre d'Assise (Italie, 26 septembre 1997)." Paris, EHESS, 2005. http://www.theses.fr/2005EHES0095.

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Abstract:
En prenant pour cible la basilique de saint François d'Assise, ce symbole de l'avènement de la peinture figurative occidentale, le séisme du 26 septembre 1997 provoque un drame patrimonial, mais aussi religieux car le monument est un haut lieu du christianisme, et humain car des hommes périssent sous les décombres. La catstrophe est unanime, mais déclenche une polémique sur l'attention accordée à l'église plutôt qu'aux vingt-deux mille évacués dénombrés dans la région ébranlée à cheval entre l'Ombrie et les Marches en Italie centrale. La thèse restitue tant l'unité spatiale et temporelle de l'événement que sa complixité et sa dilatation dans l'espace et le temps. Après en avoir saisi l'immédiateté, elle propose un premier décentrement, avec le chantier de restauration des fresques endommagées de la basilique dont la reconstruction, comme la destruction, est un emblème. L'analyse se poursuit sur le cas de familles sinistrées dont le sort représente un second déplacement de la catastrophe, puis sur son basculement dans l'espace et le temps de la science dont la diversité des productions rappelle que même la naturalité de l'évébement fait l'objet de discussions
The target being San Francisco's basilica, symbol of the creed of figurative painting advent, the seism of 1997 brings about a patrimonial as well as religious drama, the monument being also a topmost of Christianism. The tragedy is human too, as men did perish in the debris. The disaster is unanimous but it starts controversy about the attention payed first to the church isntead of the twenty-two thousand people evicted from the shaken place astride Umbria and Marche in central Italy. The thesis sets off the spatial and temporal unit of the event as well as its complexity and its swelling in space and time. After having caught the immediate vicinity of it, the thesis includes a first slide decentring with the restauration lay out of battered basilica frescoes. In fact the destruction and rebuilding of them, is a device. The analysis goes on with estimating the infornumate lot of families whose fate includes another lighting of the disaster, then its rocking in space and time science. Its numeros manifestations recall that event the natural aspect of the drama is the purpose of arguing
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Piermarini, Emidio (Emidio Antonio). "The dynamic behavior of the Basilica of San Francesco of Assisi." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2013. http://hdl.handle.net/1721.1/82717.

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Abstract:
Thesis (M. Eng.)--Massachusetts Institute of Technology, Dept. of Civil and Environmental Engineering, 2013.
This electronic version was submitted by the student author. The certified thesis is available in the Institute Archives and Special Collections.
Cataloged from student-submitted PDF version of thesis.
Includes bibliographical references (p. 61-62).
During the 1997 Umbria-Marche earthquake, two of the vaults of the Basilica of San Francesco in Assisi collapsed as a result of an 8.5 Mercalli-scale magnitude earthquake. The structure had endured stronger earthquakes for centuries before this earthquake, and there were likely many reasons for the collapse, such as damages accumulated from previous earthquakes. However, one of the factors that may have lead to the collapse is the modifications made to the structure over its lifetime, which could have made the basilica more susceptible to the 1997 earthquake. The basilica's roof has been subjected to three major alterations in its 760 year life. Each alteration changed the weight and stiffness properties of the roof and global dynamic behavior of the basilica. In this thesis, simple analytical models are employed to show trends in the structure's seismic response given the changes in stiffness and mass of the roof over the centuries. The findings of the analytical model suggest that the roof interventions have had the eect of decreasing the structure's fundamental period, and therefore, attracting more seismic forces to existing structural elements. The findings of this study are meant to educate preservation engineers for similar interventions in the future as well as address present day public safety issues regarding retrofitted historic structures. Keywords Basilica of San Francesco of Assisi, Historic Masonry Structures, Monumental Structures, Seismic Vulnerability, Seismic Retrofitting
by Emidio Piermarini.
M.Eng.
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3

Tassinari, Cristian <1975&gt. "Colombarone (PU). Scavo del Palatium e della Basilica di San Cristoforo ad Aquilam." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/1196/.

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4

Farina, Silvia. "Attualizzazione funzionale della chiesa di San Francesco a San Giovanni in Persiceto: analisi microclimatica e progettazione di soluzioni impiantistiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’attualizzazione funzionale del patrimonio storico esistente costituisce un mezzo per restaurare l’edificio e non il fine, che è appunto la conservazione, in quanto solo se fruito il bene sarà soggetto ad un programma di manutenzione che ne preservi la vitae impedisca il degrado. In particolare l’approccio alla progettazione impiantistica per la rifunzionalizzazione di un edificio storico richiede una peculiare accortezza, coniugando il linguaggio architettonico con quello impiantistico moderno, attraverso la realizzazione di un progetto integrato. In questo elaborato di tesi è presentato il progetto per la Chiesa di San Francesco in San Giovanni in Persiceto che negli ultimi decenni è rimasta inutilizzata e si vuole adeguare per poter ospitare esposizioni temporanee e occasionalmente conferenze e spettacoli. Le soluzioni impiantistiche necessarie per raggiungere le condizioni microclimatiche riportate dalle normative vigenti sono state progettate in base ai risultati ottenuti dall’analisi microclimatica condotta in regime dinamico; il modello dell’edificio, realizzato con il software di simulazione DesignBuilder, è stato tarato utilizzando come riferimento misure condotte in sito al fine di raggiungere una maggior precisione e attendibilità nei risultati. L’impianto proposto, a seguito dell’analisi e delle simulazioni condotte, è un sistema di condizionamento ad aria accoppiato ad elementi radianti integrati ove presenti con i dispositivi inseriti per ottenere una buona qualità acustica durante le rappresentazioni o le altre attività previste altrimenti disposti a parete studiando la collocazione per minimizzarne l’impatto visivo. Questa soluzione, che assicura le condizioni termoigrometriche per la conservazione dell’edificio ed il benessere degli occupanti, costituisce un esempio delle possibilità d’intervento in edifici storici rifunzionalizzati a aree espositive e localizzati in contesti climatici caratterizzati da umidità elevata.
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Manaresi, Irene. "Edificio della Biblioteca Comunale di Imola: Progetto di riqualificazione funzionale e adeguamento alla normativa antincendio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13595/.

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Abstract:
La tesi è stata sviluppata con l’obiettivo di riqualificare l’edificio della Biblioteca Comunale di Imola e di adeguarlo all’attuale normativa antincendio. Sono prevalentemente quattro i punti attorno a cui si snoda l’intervento. Il primo è il progetto di una nuova scala esterna di emergenza, con ascensore, che immette direttamente nel cortile principale del complesso. Attualmente infatti da alcune sale aperte al pubblico si può abbandonare l’edificio solo attraverso vie d’esodo di lunghezza maggiore di 30m. Oltre al progetto delle scale è stato indispensabile progettare un adeguato telaio per cerchiare l’apertura dell’uscita d’emergenza. Il secondo punto si concentra sulla cosiddetta “torre libraria”: un vano in cui negli anni ’70 hanno smontato tutti i solai originali per sostituirli con una struttura in acciaio semi-indipendente, non controventata. Le murature verticali sono quindi altamente suscettibili al ribaltamento. Per ovviare al problema è stata pensata un’altra struttura in acciaio, completamente indipendente e perfettamente controventata e l’aggiunta di un cerchiaggio interno per assicurare il trattenimento delle pareti. Verranno inoltre sostituiti gli attuali scaffali con archivi compattabili ignifughi per azzerare il carico d’incendio. Il terzo punto riguarda il solaio voltato tra il piano interrato e l’ex museo Scarabelli. Le volte si presentano notevolmente schiacciate. E’ stata avanzata un' ipotesi fondata su accurate ricerche storiche sul motivo di questa deformazione e, in base a questa, si è deciso di intervenire con un semplice irrigidimento e alleggerimento delle volte. Inoltre si completerà il quadro con un’analisi del comportamento delle suddette volte soggette a incendio. Il quarto punto è di ambito puramente architettonico e disegna un nuovo ingresso, sulla via Emilia, ma in posizione privilegiata, fortemente voluta dal Comune, e propone un disegno dell’arredo urbano davanti al suddetto ingresso, ripensando anche alcuni ambienti interni.
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Camassa, Simona. "San Francesco e la zona dantesca: costruzioni, distruzioni e conservazione di un patrimonio nazionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
A partire dalla morte di Dante Alighieri nel 1321, il Poeta e la basilica di S. Francesco divennero un binomio inscindibile. Nonostante lo scorrere dei secoli, la potenza simbolica di Dante accrebbe influenzando i restauri, i ripristini e le riorganizzazioni urbanistiche della zona dantesca. Dall’osservazione dell’assetto e della consistenza fisica, stupisce tuttavia, che un sito di così grande importanza simbolica, non solo per Ravenna, ma per l’intera tradizione italiana, possa raccontare la propria storia così timidamente. I grandi “vuoti” presenti all’interno della basilica e il piccolo mausoleo dedicato a Dante testimoniano che la loro storia non può essere quella che immaginiamo. In tale prospettiva, l’area dantesca di Ravenna costituisce un campo di ricerca eccezionale, del quale si vogliono comprendere i meccanismi che ne hanno determinato la formazione, l’evoluzione, i “ripristini” e i restauri, meccanismi strettamente relazionati ai valori che le teorie del restauro affermano. Si studieranno quindi la consistenza fisico-progettuale degli interventi e le personalità che hanno svolto il proprio operato, contemplando il proprio contesto storico e culturale. Si studierà inoltre, il collegamento tra le teorie del restauro di quegli anni, gli eventi caratterizzanti e quale sia stato il risultato ottenuto dall’incontro della teoria e della tecnica.
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Bulzacca, Sofia, and Virginia Spoglianti. "Scavo archeologico di Villa Clelia a Imola. Musealizzazione di un luogo sacralizzato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15615/.

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Abstract:
Il progetto di musealizzazione dell'area archeologica di Villa Clelia nasce dalla volontà di valorizzare il luogo dell'antica cattedrale di S. Cassiano, dedicata al santo patrono della città di Imola e sorta sulle sue spoglie. L'area si trova in una zona periferica e residenziale della città che si presenta come un vuoto urbano. Partendo da un accurato lavoro di rilievo e analisi storica del sito, il progetto propone una visita dello scavo archeologico lungo un percorso che scende alla quota dei reperti e risale attraverso tre livelli individuati. Un confronto tipologico con il sistema basilicale ravennate e milanese ha permesso di ipotizzare una ricostruzione planivolumetrica dell'antica cattedrale, di cui è stato evocato il fronte.
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Vita, Prisco Riccardo. "Le Fonti Pubbliche Medioevali a Fermo Restauro e Valorizzazione della Fonte San Francesco di Paola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2849/.

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Abstract:
La tesi inizia con lo studio degli antichi sistemi di adduzione delle acque a Fermo (nel periodo compreso tra l'età romana e l'età medioevale), per poi trattare il tema delle fonti pubbliche medioevali presenti nella città e quelle monumentali esistenti nella regione Marche. Infine si arriva al tema specifico della trattazione, andando ad analizzare la Fonte San Francesco di Paola fino a pervenire al progetto di restauro e di valorizzazione.
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Balancin, Débora de Souza. "As traduções brasileiras de I fioretti di San Francesco: a leitura da obra no Brasil." Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8148/tde-25092008-163046/.

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Abstract:
A presente dissertação constitui-se da análise das traduções brasileiras do século XX da obra italiana I Fioretti di San Francesco. Através da análise das escolhas lexicais dos tradutores, e tomando a tradução como um ato lingüístico metonímico, procura-se apresentar as diferentes leituras de I Fioretti disponíveis ao público brasileiro: uma mais rebuscada e clericalizada, porém mais atenta ao original como obra de valor literário; outra mais simples e mais acessível, apesar de menos atenta ao caráter literário do original.
The present dissertation is an analysis of the 20th century Brazilian translations of I Fioretti di San Francesco. Through the analysis of the translators lexical choices, and taking translation as a metonimic linguistic act, it intends to present the different readings of I Fioretti available to the Brazilian readers : one more far-fetched and clericalized, but more attentive to the original as a book with literary value ; another more simple and accessible though less sensitive to the literary aspect of the original.
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Aleotti, Lorenzo. "Tutela e sicurezza del patrimonio culturale in ambito sismico. Il caso della Basilica di San Domenico a Siena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La tutela e la sicurezza del patrimonio culturale in ambito è un tema di assoluta attualità e importanza, rimesso in discussione dai recenti terremoti, primo tra tutti quello delle Marche del 1997. In questa tesi si cerca di applicare al caso di studio della Basilica di San Domenico a Siena una nuova strada, recepita dalla normativa italiana solo per i beni tutelati, che vede un approccio al progetto di recupero basato sul miglioramento sismico, e quindi sulla scomposizione dell'edificio nei macroelementi che lo compongono. Quest'approccio si ritiene valido in quanto si adatta maggiormente alle caratteristiche tipologico costruttive degli edifici esistenti in muratura, basate sul principio dell'equilibrio, che porta al collasso delle strutture per perdita di stabilità e non per il superamento delle caratteristiche di resistenza, come nel caso della meccanica del continuo. Il metodo che viene qui seguito pone quindi al centro la conoscenza del costruito e delle sue tecniche costruttive. Si è partiti dalla ricerca storica, passo essenziale che permette di comprendere le possibili discontinuità e vulnerabilità intrinseche alle modalità costruttive dei periodi di edificazione e delle trasformazioni subite. Il secondo passo è il rilievo e l’analisi costruttiva, che permettono di individuare le vulnerabilità dovute alla geometria dell'edificio e di conseguenza ai possibili meccanismi di danno attivabili o, qualora corrispondenti alla lettura del quadro fessurativo, già attivati. Il terzo passo è quello dell'analisi numerica, il comportamento per macroelementi, del quale gli edifici religiosi sono l'esempio più lampante, ha portato ad effettuare un'analisi cinematica lineare, che permette di individuare le accelerazioni di collasso dei meccanismi e di confrontarli con la PGA di riferimento. In ultima analisi sono state proposte delle ipotesi di intervento, volte a contenere le vulnerabilità individuate rispettando i principi di reversibilità e di minimo intervento.
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Cicognani, Caterina. "La riunificazione del frammento nell'ex convento di San Francesco. Un centro per la cultura restituito alla città di Mirandola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7272/.

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Abstract:
Il lavoro svolto si concentra sulla città di Mirandola, dopo il terremoto del 2012. Viene svolto uno studio storico della città, e un'analisi sullo stato di fatto. Riflessioni sul limite tra città contemporanea e città storica. Viene proposta la ricostruzione del segno delle mura come limite, in modo da restituire un'identità alla città. Infine, il progetto si concentra sull'area dell'ex convento di San Francesco, complesso abbandonato dopo il sisma. La volontà è quella di riuscire a restituirlo alla cittadini di Mirandola, come nuovo centro culturale. Il progetto si impegna a mantenere l'esistente, aggiungendo un nuovo volume, che verrà occupata da una sala conferenze e da una parte della biblioteca.
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Travaglini, Livia. "Il restauro della chiesa di San Francesco a San Giovanni in Persiceto: tecniche di rilevo ad alta definizione e sperimentazione di linguaggi diacritici per la reintegrazione delle superfici architettoniche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
il lavoro si suddivide in una fase preliminare conoscitiva costituita da una ricerca storico-documentale sui principali eventi che hanno interessato San Giovanni in Persiceto e il complesso conventuale. per comprendere a pieno l'oggetto di studio sono stati studiati a fondo la vita e le opere dell'autore e le tendenze architettoniche del periodo storico in cui esercita. è stato eseguito un rilievo dettagliato impiegando tecniche ad alta definizione, come fotogrammetria e scansioni laser. per realizzare un progetto di restauro consapevole e rispettoso del monumento sono state condotte approfondite analisi tematiche e di degrado, in modo da acquisire una conoscenza diretta dell'edificio. per reintegrare l'unità d'immagine andata perduta, visto l'uso improprio che è stato fatto del bene, indispensabile per la comprensione dell'opera, è stata svolta un'attenta analisi della consistenza materica e una analogica con le opere dell'autore simili. gli interventi cercheranno di facilitare la lettura delle tracce presenti sul manufatto, e in maniera tutt'altro che invasiva verrà proposta la videoproiezione di quella che poteva essere l'immagine e la suggestione concepita dall'architetto. sono stati studiati restauri di casi analoghi e gli interventi della scuola di restauro nata a seguito delle devastazioni prodotte dalla guerra. per gli elementi ben conservati si attuerà un restauro conservativo. si restaura la pavimentazione, attraverso due diverse ipotesi che risolvono le possibili casistiche generate dalla rimozione delle superfetazioni. per valorizzare gli elementi architettonici si è proposto uno schema di sorgenti luminose diversificato in illuminazione generale d'ambiente ed un sistema di luci funzionale agli usi specifici.
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Ferioli, Sara. "Recupero e conservazione del secondo chiostro dell'ex convento di San Francesco a Bologna. Analisi delle fasi costruttive, interventi di miglioramento sismico e di riqualificazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11757/.

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Abstract:
L’obiettivo principale della presente tesi è quello di realizzare un progetto di miglioramento sismico per la porzione del secondo chiostro dell’ ex convento di S. Francesco, a cui è stato affiancato un progetto architettonico di riqualificazione di alcune aree al momento non valorizzate e un progetto di prevenzione incendi. In seguito all’analisi dell’evoluzione storica è stata effettuata una caratterizzazione costruttiva degli elementi strutturali tramite rilievi e sono state quindi individuate le vulnerabilità strutturali che potrebbero portare, in caso di sisma, all’attivazione dei cinematismi di collasso. Si è poi svolta un’analisi del livello di sicurezza sismica secondo il livello di valutazione LV1, cioè un’analisi qualitativa secondo modelli semplificati, applicando il modello semplificato proposto dalle Linee Guida per la tipologia “Palazzi, ville e altre strutture con pareti di spina ed orizzontamenti intermedi”, che ha lo scopo di fornire come risultato un indice della sicurezza sismica dell’intero edificio. I risultati della valutazione globale sono affiancati dai risultati ottenuti tramite l’applicazione delle tabelle CINE, che esemplificano e sintetizzano gli aspetti significati dei cinematismi di collasso e permettono di effettuare delle verifiche locali. Sulla base dei risultati ottenuti, sono stati progettati diversi interventi strutturali, con lo scopo di migliorare la sicurezza sismica dell’edificio, concepiti con lo scopo di eliminare o limitare le vulnerabilità dell’edificio, con particolare attenzione ai temi della scatolarità dell’edificio e della presenza di connessioni tra strutture verticali e orizzontali. Per verificare l’efficacia di questi interventi sono state ripetute le verifiche del cinematismi locali tramite le tabelle CINE e i risultati sono stati positivi, in quanto l’accelerazione necessaria per l’attivazione dei cinematismi ora risulta essere uguale o superiore a quella caratteristica del sito.
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Fabi, Marco, Andrea Lucchi, and Chiara Monterumisi. "Area archeologica di Classe : memoria e identità di un luogo sepolto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2220/.

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Abstract:
Il progetto è incentrato sulla riqualificazione dell’area occupata dai vecchi stabilimenti dell’Eridania a Forlì risalenti al 1900, ora di proprietà della Cooperativa Muratori di Verucchio. L’area è situata in una zona a Nord del centro storico, adiacente alla linea ferroviaria. Attualmente verte in stato di forte abbandono dal 1973, anno della chiusura dello stabilimento: è la più vasta area dismessa in prossimità del centro storico, una ferita aperta nel cuore della città. Le dimensioni e la vicinanza al centro cittadino costituiscono il maggiore potenziale dell’area che si presta per questo all’introduzione di funzioni di pubblico interesse, spazi per la cultura e lo svago, edifici residenziali e commerciali; inoltre, essendo caratterizzata da una prevalenza di spazi verdi, nasce spontanea l’ipotesi di un nuovo grande parco urbano al servizio della comunità. Oltre al valore dell’area è da sottolineare il pregio architettonico di alcuni degli edifici che possiamo considerare come grandiosi esempi di archeologia industriale. Gli edifici, attualmente, versano in un notevole stato di degrado dovuto all’abbandono dello stabilimento e al grave incendio che nel 1989 ha distrutto i capannoni di deposito, risparmiando però il corpo principale dell’intervento. Nonostante ciò, gli edifici hanno conservato pressoché intatta la loro struttura e, di conseguenza, l’immagine originaria nel suo complesso. È quindi possibile ipotizzarne il mantenimento, una volta effettuati i necessari interventi di consolidamento strutturale e ristrutturazione architettonica. Il progetto di recupero dell’area nasce quindi da un’esigenza concreta e fortemente sentita dalla cittadinanza. Si deve inoltre considerare che, senza un intervento tempestivo, si va incontro all’aggravamento dello stato delle strutture superstiti, fino ad un possibile collasso, rischiando così di perdere definitivamente un prezioso bene del patrimonio architettonico della città. Il dibattito sull’ex Eridania e le sue possibilità di trasformazione si è riacceso negli ultimi anni, soprattutto in seguito all’incendio dell’89. In particolare, il PRG di Forlì del 2003, successivamente adeguato alla legge regionale 20/2000 nel 2007, definisce un nuovo piano di riqualificazione per le aree dismesse e le aree ferroviarie, con nuovi contenuti e procedure d’intervento. Nel 2008 la Cooperativa Muratori di Verucchio, proprietaria dell’area e degli stabilimenti, ha proposto un accordo di programma che prevedeva per il corpo centrale dello zuccherificio la destinazione a caserma delle forze dell’ordine, e per gli spazi circostanti la costruzione di case popolari, di un centro sportivo, di residenze private, edifici per uffici e negozi, oltre al mantenimento di ampie aree verdi. Il progetto non è stato finora realizzato a causa degli alti costi d’intervento per la messa in sicurezza degli edifici preesistenti. Nello steso anno l’associazione Italia Nostra ha proposto l’organizzazione di un concorso di idee per il recupero dell’area, ipotizzando per lo stabilimento principale la trasformazione in un ampio spazio coperto, aperto a diverse e numerose possibilità di destinazione rivolte alla collettività. Gli alti costi di recupero, insieme all’immobilismo amministrativo e ai limiti legati a una burocrazia complessa, e spesso inefficace, hanno finora invalidato qualsiasi tipo d’intervento e, ad oggi, la questione del riutilizzo dello zuccherificio rimane una domanda aperta ancora senza risposta. E’ quindi importante continuare ad interrogarsi sul futuro dell’area progredendo, se non con fatti concreti, con nuove idee e proposte, in attesa che si creino le condizioni necessarie ad intervenire e ridare alla città una parte di sé, arricchita di nuovo valore.
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Soini, Maria. "La modellazione parametrica per la valutazione degli stati deformativi delle capriate lignee. Analisi della copertura della Basilica di San Petronio a Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si colloca all'interno di un collaudato percorso di ricerca sulle capriate lignee di grandi luci, in particolare in riferimento a chiese ed edifici di significativa valenza storica presenti sul territorio bolognese. Il metodo adottato è frutto di successive approssimazioni e correzioni date dall'applicazione dello stesso a diversi casi di studio ed è tuttora in continuo aggiornamento. Tale progetto di tesi punta a verificare la validità e il buon funzionamento dell’ultimo aggiornamento del metodo quando applicato ad un caso diverso da quello per cui è stato ideato, ed eventualmente ad adattarlo e implementarlo. Il preciso caso di studio è quello della Basilica di San Petronio, per valutare innanzitutto lo stato attuale e le deformazioni delle singole capriate ed in secondo luogo fornire una lettura del coperto nel suo complesso. Dalla nuvola di punti dell'intero sottotetto si estrapolano le singole capriate; per ognuna di esse, attraverso un programma di modellazione parametrica, vengono generate le curve di specifiche sezioni poi utilizzate per la creazione di modelli tridimensionali. Questi consistono in particolare nella configurazione dello stato attuale e del modello teorico della capriata al momento della posa in opera. Il confronto tra i modelli generati e la nuvola di punti iniziale permette di analizzare in maniera approfondita ed esauriente le deformazioni e gli scostamenti subiti dagli elementi della capriata nel corso del tempo. La comparazione del comportamento delle varie capriate permette di trarre informazioni di carattere locale e globale sullo stato di salute dell'intero sottotetto e, se necessario, prevedere eventuali interventi di recupero e rinforzo strutturale. Si estende inoltre il confronto alle capriate oggetto di studio delle precedenti esperienze, con conformazioni diverse da quelle in questione, per ampliare l’analisi sul comportamento delle capriate lignee seicentesche.
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Baldi, Elena <1965&gt. "La documentazione monetale come fonte per la storia di Classe (Ravenna) Gli scavi condotti nell’area portuale (anni 2001-2005) e nell’area della basilica di San Severo (anni 2006-2010)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6069/.

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Abstract:
Gli scavi effettuati a Classe, a sud di Ravenna, presso i siti archeologici dell'area portuale e della Basilica di San Severo, hanno portato alla luce un numero abbondante di moneta, 2564 dall'area portuale e 224 dalla basilica, un totale di 2788 reperti monetali, di cui solo 863 sono leggibili e databili. La datazione dei materiali dell’area portuale, fondata agli inizi del V secolo, parte dal II secolo a.C. fino all’VIII secolo d.C.. La maggior parte dei reperti è relativa al periodo tra il IV e il VII secolo, il momento di massima importanza del porto commerciale, con testimonianza di scambi con altri porti del bacino mediterraneo, in particolare con l’Africa del Nord e il Vicino Oriente. La documentazione proveniente dalla Basilica di San Severo, fondata alla fine del VI secolo per la custodia delle reliquie del santo, mostra un trend diverso dal precedente, con monetazione che copre un arco cronologico dal I secolo a.C. fino al XIV secolo d.C.. La continuità dell’insediamento è dimostrato dall’evidenza numismatica, seppur scarsa, fino alla costruzione del monastero a sud della basilica, l’area dalla quale provengono la maggior parte delle monete. I quantitativi importanti di monetazione tardoantica, ostrogota e bizantina, in particolare di tipi specifici come il Felix Ravenna, ipoteticamente coniato a Roma, oppure il ½ e il 1/4 di follis di produzione saloniana emesso da Giustiniano I, hanno concesso uno studio dettagliato per quello che riguarda il peso, le dimensioni e lo stile di produzione di queste emissioni. Questi dati e la loro distribuizione sul territorio ha suggerito nuove ipotesi per quello che riguarda la produzione di questi due tipi presso la zecca di Ravenna. Un altro dato importante è il rinvenimento di emissioni di Costantino VIII, alcune rare e altre sconosciute, rinvenute solo nel territorio limitrofo a Classe e Ravenna.
The excavations carried out in Classe, South of Ravenna, at the sites of the harbour area and the nearby Basilica of S. Severo, have brought to light a large amount of coins, 2564 from the commercial harbour and 224 from the Basilica, a total of 2788 specimens of which only 863 are legible and can be dated, however still providing some important information. The dating of the numismatic evidence from the harbour area, that was founded in the early 5th century, ranges from 2nd century BC to late 8th century AD. Most of the finds date from the 4th to the 7th century AD, the most important period for the harbour, with evidence of trade with other areas of the Mediterranean basin, particularly with North Africa and the Near East. The evidence of the Basilica of San Severo, founded in the late 6th century for the safekeeping of the saint relics, shows a quite different pattern, with a chronological span that ranges from the 1st century BC to the 14th century AD. The occupation of the site is continuous but the numismatic evidence is scarce, until the building of the monastery South of the Basilica, the area from which most of the coins were retrieved. The large amounts of late antique, Ostrogothic and Byzantine coinage, particularly certain specific types, like the Felix Ravenna, hypothetically minted in Rome, or ½ and ¼ follis Salona emissions of Justinian I, have allowed some in-depth analysis, specifically related to weight, size and style. This type of data, as well as the pattern of distribution, have allowed to suggest new hypothesis about their production at the mint of Ravenna. Also important is the finding of coinage of Constantine VIII, rare and unknown emissions found only in the neighbourhood of Classe and Ravenna.
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Venturi, Elisa. "anticipi di restauro conservativo in bologna all’epoca delle commissioni ausiliari: unita' di metodo nel progetto degli interni e la “lezione” del completamento della facciata nella Basilica petroniana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il progetto si pone l'obiettivo di analizzare criticamente e filologicamente lo sviluppo del pensiero di restauro conservativo negli ambienti delle Accademie della città di Bologna attraverso il progetto di restauro degli interni e dei tentativi di il completamento della facciata della Basilica di San Petronio. Si analizza la nascita di una cultura del restauro tramite la definizione di metodologie che si sviluppano nei diversi ambiti del restauro analizzando in maniera critica la discussione riguardo al compimento della facciata della Basilica nell'800 e il ruolo della Commissione Ausiliare e delle Accademie di Belle Arti e il loro modo di approcciarsi al pensiero del restauro, la "lezione" sul metodo che Viollet Le Duc dispensa nel suo giudizio, fino ad arrivare ai restauri di epoca moderna che hanno determinato la nascita di una nuova impostazione scientifica multidisciplinare per la conservazione dei materiali lapidei, assumendo un significato storico. Si è dunque diviso il lavoro in tre parti: 1- La prima parte riguarda la ricerca delle fondi edite e inedite, per analizzare attraverso una ricerca dei documenti archivistici, con la consultazione degli archivi della città di Bologna, quello di Stato di Roma e l' Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze per riuscire a ricostruire filologicamente ed approfondire in maniera critica le questioni riguardo ai restauri degli interni e le proposte di progetto per il compimento della facciata per compiere ciò si approfondisce anche il ruolo delle Accademie di Belle Arti Europee. 2 – Si è approfondito lo studio della Basilica tramite la realizzazione di un rilievo critico: geometrico e architettonico dell'interno e dell'esterno della Basilica e analisi tematiche. 3 –Si sono analizzati tutti gli interventi di restauro compiuti. E' avvenuta in maniera critica al fine di sottolineare l'avanguardia che la città di Bologna ha avuto sulla conservazione dei materiali lapidei e la nascita delle normal.
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Durvilli, Ilaria <1978&gt. "La modellazione 3D per la qualità acustica ed illuminotecnica della Basilica di San Vitale a Ravenna: ricostruzione archeologica-musicale del canto liturgico in Epoca Bizantina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2247/.

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Barbieri, Federico. "Il tema delle "Chiese Nane" in Emilia-Romagna dopo il sisma del 2012. Il caso di studio del San Francesco in Mirandola (Mo)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La Tesi si interroga sul tema delle "Chiese Nane", ovvero gli edifici religiosi delle Provincie di Modena e Ferrara che, a seguito del sisma del 2012 in Emilia-Romagna, hanno perso più del 50% della loro struttura originaria. Le chiese, proposte dal Segretario regionale MiBACT per l'Emilia-Romagna, Corrado Azzollini, che ha svolto il ruolo di correlatore, sono: San Biagio Vescovo e San Giuseppe o Madonna del Molino a San Felice sul Panaro (MO); San Martino di Tours a Cento (FE); Santa Maria ad Nives e San Giovanni Battista a Cavezzo (MO); San Bartolomeo Apostolo a Medolla (MO); San Francesco d'Assisi a Mirandola (MO). Inizialmente è stato affrontato un quesito generale circa l'opportunità di ricostruire le chiese o lasciarle a rudere, e, nel caso della ricostruzione, se fosse necessario mantenere la funzione originaria. E' stato scelto di ricostruirle e di mantenere la stessa funzione, in quanto Beni Culturali, caratterizzanti il luogo e la società locale. E' stata scelta la chiesa di San Francesco a Mirandola come caso studio, per la sua importanza architettonica e storica, al fine di elaborare un progetto di ricostruzione le cui linee generali possano essere condivise anche con le altre chiese. Il lavoro è stato condotto in tre fasi: Fase 1: studio sismologico del terremoto del 2012, dei suoi danni e del piano di ricostruzione. Successivamente sono state svolte ricerche storiche e delle fonti indirette su tutte le chiese, andandole a localizzare sul territorio. Per San Francesco è stata studiata la storia della chiesa, del convento, e del loro rapporto con Mirandola e la famiglia Pico. Sono stati svolti anche rilievi della chiesa. Fase 2: Rielaborazione critica delle informazioni attraverso le comparazioni, lo studio delle proporzioni, dell'arte nella chiesa, del degrado e della struttura. Fase 3: redazione di un progetto di ricostruzione dei volumi e della struttura, mediante un miglioramento sismico. Ricostruzione del campanile e focus su alcune cappelle.
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Yoshioka, Masataka. "Singing the Republic: Polychoral Culture at San Marco in Venice (1550-1615)." Thesis, University of North Texas, 2010. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc33220/.

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Abstract:
During the late sixteenth and early seventeenth centuries, Venetian society and politics could be considered as a "polychoral culture." The imagination of the republic rested upon a shared set of social attitudes and beliefs. The political structure included several social groups that functioned as identifiable entities; republican ideologies construed them together as parts of a single harmonious whole. Venice furthermore employed notions of the republic to bolster political and religious independence, in particular from Rome. As is well known, music often contributes to the production and transmission of ideology, and polychoral music in Venice was no exception. Multi-choir music often accompanied religious and civic celebrations in the basilica of San Marco and elsewhere that emphasized the so-called "myth of Venice," the city's complex of religious beliefs and historical heritage. These myths were shared among Venetians and transformed through annual rituals into communal knowledge of the republic. Andrea and Giovanni Gabrieli and other Venetian composers wrote polychoral pieces that were structurally homologous with the imagination of the republic. Through its internal structures, polychoral music projected the local ideology of group harmony. Pieces used interaction among hierarchical choirs - their alternation in dialogue and repetition - as rhetorical means, first to create the impression of collaboration or competition, and then to bring them together at the end, as if resolving discord into concord. Furthermore, Giovanni Gabrieli experimented with the integration of instrumental choirs and recitative within predominantly vocal multi-choir textures, elevating music to the category of a theatrical religious spectacle. He also adopted and developed richer tonal procedures belonging to the so-called "hexachordal tonality" to underscore rhetorical text delivery. If multi-choir music remained the central religious repertory of the city, contemporary single-choir pieces favored typical polychoral procedures that involve dialogue and repetition among vocal subgroups. Both repertories adopted clear rhetorical means of emphasizing religious notions of particular political significance at the surface level. Venetian music performed in religious and civic rituals worked in conjunction with the myth of the city to project and reinforce the imagination of the republic, promoting a glorious image of greatness for La Serenissima.
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Gurrado, Maria. "La Sainte-Chapelle de Bari : Iuxta ritum capelle nostre Parisiensis : recherches sur les manuscrits des Archives de la basilique de Saint-Nicolas de Bari." Paris, EPHE, 2004. http://www.theses.fr/2004EPHE4072.

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Silva, Rodrigo Antonio da. "A Igreja entendida como comunhão a partir da relação trinitária e suas implicações na atual vida eclesial." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2018. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/21515.

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Hermetic definitions about the Church can not to express the fullness of her Mystery. Overcoming the vision of juridical emphasis, the ecclesiology developed from the Second Vatican Council takes the theological way of the first millennium and rescues aspects, images and notions that complement each other. The Church recognizes herself as being a mystery: desired by God, she has her foundation, life and destiny in the Trinity. Your life should express Trinitarian communion. It is the new People of God who walk in communion with each other and with God towards the heavenly homeland. Evidently, this vision rescued and renewed in the Council brings with it new ecclesial relations ad intra and ad extra. The Ecclesiology of Communion, along with other important images and definitions, still seems to lack more attention and also remains with an immense open field of practical applications in the ecclesial life. The present dissertative text intends to explore the foundations and relevance of this ecclesiology for the present time and the possible implications already observed in some scenarios of the Church. For this purpose, the author offers the results of the research in three moments: first, he presents the fundamental biblical concepts that relate to the ecclesiology of communion: community, communion and People of God. Next, the contrast between the juridical ecclesiology characteristic of the second millennium and the paradigm shift present in the Dogmatic Constitution Lumen Gentium, as well as some advances achieved in the trinitarian and ecclesiological theologies in the post-Council, is made. Finally, the focus is on some of the ecclesial articulations developed in recent years: the dialogue movement in the internal and external spheres of the Church, the reception in Latin America, as well as the perspectives opened from the pontificate of Pope Francis
Definições herméticas a respeito da Igreja não conseguem expressar a totalidade do seu Mistério. Superando a visão de ênfase jurídica, a eclesiologia desenvolvida a partir do Concílio Vaticano II se coloca na via teológica do primeiro milênio e resgata aspectos, imagens e noções que se complementam. A Igreja se reconhece como sendo mistério: desejada por Deus, ela tem seu fundamento, vida e destino na Trindade. Sua vida deve expressar a comunhão trinitária. Trata-se do novo Povo de Deus que caminha em comunhão entre si e com Deus rumo à pátria celeste. Evidentemente, esta visão resgatada e renovada no Concílio traz consigo novas relações eclesiais ad intra e ad extra. A Eclesiologia de Comunhão, ao lado de outras importantes imagens e definições, ainda parece carecer de maior atenção e também permanece com um imenso campo aberto de aplicações práticas na vida eclesial. O presente texto dissertativo pretende explorar os fundamentos e a relevância desta eclesiologia para a atual época e as possíveis implicações já observadas em alguns cenários da Igreja. Para tal intento, o autor dispõe o resultado da pesquisa em três momentos: primeiramente, apresenta os conceitos bíblicos fundamentais que se relacionam com a eclesiologia de comunhão: comunidade, comunhão e Povo de Deus. Em seguida, é feito o contraste entre a eclesiologia jurídica característica do segundo milênio e a mudança de paradigma presente na Constituição Dogmática Lumen Gentium, além de alguns avanços alcançados nas teologias trinitária e eclesiológicas no pós-Concílio. Por fim, o olhar é voltado para algumas das articulações eclesiais desenvolvidas nos últimos anos: o movimento de diálogo nos âmbitos interno e externo da Igreja, a recepção na América Latina, bem como as perspectivas abertas a partir do pontificado do Papa Francisco
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Leist, Marnie. "The Virgin and Hell: An Anomalous Fifteenth-Century Italian Mural." Cincinnati, Ohio : University of Cincinnati, 2005. http://www.ohiolink.edu/etd/view.cgi?acc%5Fnum=ucin1120757484.

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Cardoso, João Paulo. "A piedade popular em tempos líquidos na Sacrosanctum Concilium 13." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2018. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/21678.

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According to Sacrosanctum Concilium 13, pious exercises should be recommended, but with determination that there should be harmonization with the liturgy. The Popular Piety can not substitut, in any way, the official liturgical practices of the Church. In this study we make analysis of the current reality, which will be based on ‗Liquid Modernity‘, expression of the Polish Sociologist Zygmunt Bauman. With this expression, Bauman identify the moment we are living, in which everything is predicted to be fleeting, including the human relations. In this context, the harmonization between Liturgy and Popular Piety is impaired, causing a mismatch between liturgical practices, with their stable norms, and popular devotions, prone to change more easily. However, pious exercises should be encouraged, even with the variants of the present time. For this analysis, the theoretical foundations are sought in the Directory on Popular Piety and the Liturgy, documents of the Popes, in the set of works written by Bauman and many others that help in understanding of the relation between the Popular Piety and the Liturgy in this period of history which Bauman classifies as ‗Liquid Modernity
De acordo com a Sacrosanctum Concilium 13, os exercícios piedosos devem ser recomendados, porém com a determinação de que de haja harmonização com a Liturgia. A Piedade Popular não pode substituir, de forma alguma, as práticas litúrgicas oficiais da Igreja. Nesse estudo fazemos uma análise da realidade atual, que será pautada pela ‗Modernidade Líquida‘, expressão do sociólogo polonês Zygmunt Bauman. Com esta expressão, Bauman identifica o momento que estamos vivendo, em que tudo está previsto para ser passageiro e fugaz, inclusive as relações humanas. Neste contexto, a harmonização entre Liturgia e Piedade Popular fica prejudicada, causando um descompasso entre as práticas litúrgicas, com suas normas estáveis, e as devoções populares, propensas a se alterarem mais facilmente. Contudo, os piedosos exercícios devem ser incentivados, mesmo com as variantes do tempo atual. Para esta análise, os fundamentos teóricos são buscados no Diretório sobre a Piedade Popular e a Liturgia, documentos dos papas, no conjunto de obras escritas por Bauman e tantas outras que auxiliam na compreensão da relação entre a Piedade Popular e a Liturgia neste período da história que Bauman classifica como ‗Modernidade Líquida
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Arruda, Glair Alonso. "“Sempre haverá pobres na terra”: os desafios da pobreza na América Latina dentro do novo paradigma de missão cristã segundo o Pacto de Lausanne e a Gaudium et Spes." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2018. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/21734.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
The purpose of this study was to analyze two official documents of Christianity promulgated in the 1960s and 1970s, namely the Pastoral Constitution Gaudium et Spes in Catholicism and the Lausanne Covennant in Protestantism, with a focus on poverty in Latin America, using a bibliographical and documentary research methodology. Main theoretical references included the sociology of Max Weber in analyzing the motivations behind the documents, and the missiology of David Bosch to study the historical and theological contexts. The dissertation is structured in three chapters. In the first, we analyse the context that defines the conception of Christianity regarding the mission of the church in the nineteenth century, as well as the way in which the two Christian perspectives viewed the question of poverty. The second chapter analyzes the two documents and their social, political, and economic context of the mid-twentieth century and identifies the conception of poverty within the mission context in a new paradigm, missio Dei, which classifies poverty as an institutional and structural problem in both Christian perspectives. In the third chapter, we analyze the theoretical implications and the contradictions that the new paradigm brings to the question of the poverty of the Latin American populations, the practical repercussions with the organization of the Ecclesial Base Communities, Liberation Theology and Theology of the Integral Mission
O presente estudo teve como objetivo realizar uma análise de dois documentos oficiais do cristianismo promulgados nas décadas de 1960-1970, a saber, a Constituição Pastoral Gaudium et Spes no catolicismo, e o Pacto de Lausanne, no protestantismo, tendo como eixo a questão da pobreza na América Latina, pela metodologia da pesquisa bibliográfica e documental. Utilizou-se como referenciais teóricos principais a sociologia de Max Weber para análise das motivações por trás dos documentos e a missiologia de David Bosch que orientaram o estudo dos contextos históricos e teológicos. A dissertação foi estruturada em três capítulos. No primeiro, foram verificados os contextos que definiram a concepção do cristianismo quanto à missão da Igreja no século XIX, e analisada a maneira como as duas vertentes cristãs se posicionavam quanto à questão da pobreza. O segundo capítulo analisa os dois documentos e seu contexto social, político, econômico de meados do século XX e identifica a concepção de pobreza dentro do contexto de missão em novo paradigma, a missio Dei, para ambas as vertentes cristãs, identificando a pobreza como um problema institucional e estrutural. No terceiro capítulo, são analisadas as implicações teóricas e as contradições que o novo paradigma acarreta para a questão da pobreza das populações latino-americanas, as repercussões práticas com a organização das Comunidades Eclesiais de Base, da Teologia da Libertação e da Teologia da Missão Integral
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Ongaro, Giulio Maria. "The chapel of St. Mark's at the time of Adrian Willaert (1527-1562) a documentary study /." 1986. http://books.google.com/books?id=awWgAAAAMAAJ.

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Abstract:
Thesis (Ph. D.)--University of North Carolina at Chapel Hill, 1986.
Includes indexes. Publisher's no.: UMI 8711146. eContent provider-neutral record in process. Description based on print version record. Includes bibliographical references (leaves [236]-249).
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Gee, Regina Lynn. "The Vatican Necropolis ritual, status and social identity in the Roman Chamber Tomb /." Thesis, 2003. http://wwwlib.umi.com/cr/utexas/fullcit?p3116308.

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Gillman, Matthew Elliott. "Medieval Glass and the Aesthetics of Simulation." Thesis, 2021. https://doi.org/10.7916/d8-bvgg-1667.

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Abstract:
Gemlike objects are a nearly ubiquitous phenomenon in the medium of glass, although culturally specific studies remain scarce. This dissertation considers the production of such works in the early medieval period, primarily in association with Abbasid rule. The first half attends to several accessory issues, including glass-related terminology, glass-coloring treatises, the lives of glassworkers, gemstone connoisseurship, and the legal status of such products. These demonstrate a range of coexisting attitudes, including the desirability of such works for their own sake rather than as surreptitious substitutes for “true” gemstones. The second half focuses on an exemplary object, an opaque turquoise glass bowl from the Treasury of San Marco in Venice, which I propose was produced in Baghdad for the caliph al-Mutawakkil just after the year 850. I then consider this work’s changing reception from late medieval Venice to modern scholarship, including ways in which “correct” interpretations of its material and/or origin have been repeatedly supplanted by false leads. The fundamental argument is that gemlike vessels like the San Marco turquoise were not deceptive stand-ins but rather intended to exercise complex discursive practices, both political and connoisseurial in nature, a function that ultimately remains in effect today.
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