Academic literature on the topic 'Comportamento torsionale delle strutture'

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Journal articles on the topic "Comportamento torsionale delle strutture"

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Chiarini, Rosalba. "L'ALTA BUROCRAZIA MINISTERIALE: MODELLI DI RECLUTAMENTO E CARRIERA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 119–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023352.

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Abstract:
Il problema e le ipotesiIl rendimento e la ricettività dei sistemi politici democratici in termini di capacità di risoluzione dei problemi da parte di apparati e strutture amministrative sono stati spesso interpretati facendo riferimento a caratteristiche culturali, politico-partitiche, socio-economiche. L'adozione di diverse angolazioni analitiche di questo tipo ha senza dubbio contribuito ad accrescere la conoscenza degli apparati pubblici e del loro grado di funzionalità. Tuttavia, sembra produttivo insistere nell'analisi delle dimensioni organizzative delle burocrazie pubbliche, in particolare dei fattori attinenti al reclutamento e alla socializzazione in quanto, ormai da tempo, hanno dimostrato la loro importanza al fine di interpretare il comportamento di un'organizzazione anche nelle sue relazioni con l'ambiente esterno.
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Di Bernardo, Mirko. "Le dimensioni dell’intenzionalità nel dialogo tra neurodinamica funzionale e fenomenologia. Un confronto tra Freeman e Merleau-Ponty." Medicina e Morale 70, no. 1 (April 12, 2021): 73–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.930.

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Abstract:
Il contributo intende indagare la nozione di intenzionalità nella sua multidimensionalità, mettendo a confronto la prospettiva neurobiologica di Freeman con alcune geniali intuizioni filosofiche di Merleau-Ponty, con particolare riferimento ai concetti di arco intenzionale e di tendenza ad ottenere la massima presa. Tali analisi consentono di interpretare i più recenti dati sperimentali all’interno di una cornice epistemologica in grado di spiegare lo sviluppo delle strutture del comportamento umano mediante il ricorso ad uno specifico approccio genealogico ispirato ad un naturalismo evoluzionistico non riduzionista.
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Rosa, M. L., M. A. Canevari, N. Mavilio, S. Ballerini, D. Capello, A. Dorcaratto, and E. Marinaro. "Tumori cerebrali primitivi." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 455–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600411.

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Abstract:
Nello studio delle neoplasie cerebrali primitive, anche ai fini di una indicazione per quanto riguarda la benignità o malignità delle lesioni, un adeguato inquadramento può essere ottenuto sulla scorta di conoscenze generali che si riferiscono — oltre ovviamente ai dati anamnestici — alla classificazione, al comportamento biologico-grado di malignità, alla localizzazione, ai segni di effetto massa e alla valutazione di elementi più specifici che hanno diretta espressività sulle immagini di TC e di RM quali: gli aspetti istologici, biologici e clinici. Per quanto riguarda gli aspetti istologici bisogna far riferimento alle basi patologiche delle immagini; per gli aspetti biologici alle indicazioni fornite dalle neuroimmagini che si riferiscono al tipo di accrescimento della neoplasia, all'eventuale presenza di metastasi per via liquorale e, più raramente, per via ematogena ed alla comparsa di una recidiva o meglio di una progressione della malattia. Infine è opportuno tenere in debita considerazione l'espressività clinica che comprende, oltre agli aspetti istologici e biologici, anche l'effetto compressivo sulle strutture nervose vitali (effetto massa ed ernie) e sulle vie liquorali ( idrocefalo ostruttivo) che costituiscono un elemento prognostico sfavorevole anche in caso di tumori benigni. Riteniamo quindi che l'espressività-biologica, clinica ed istopatologica in neuroradiologia rappresenti la strada da seguire per un ulteriore miglioramento nella diagnostica dei tumori cerebrali. Nel contempo è necessario ricercare una più approfondita valutazione degli aspetti funzionali mediante RM e PET ai fini di un più completo inquadramento delle lesioni anche sotto questo aspetto.
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Bosna, Vittoria. "Donna impegnata a livello civile e culturale: Dora d’Istria la voce di una intellettuale fuori dal coro." El Futuro del Pasado 10 (September 19, 2019): 519–29. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2019.010.001.019.

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Abstract:
Elena Ghika, conosciuta con il nome d’arte di Dora d’Istria, donna istruita ed erudita, si inserisce nel dibattito sulla emancipazione civile e culturale femminile in atto nel corso del xix secolo. Pronta a difendere i suoi diritti e quelli delle altre donne, propone come soluzione la diffusione dell’istruzione.La stessa Dora, sostenne che l’origine della disuguaglianza tra uomo e donna non era di natura biologica, ma di natura sociale. Quindi dipendeva da una tradizione culturale secondo cui le donne non dovessero istruirsi. Tutto questo aveva causato l’esclusione dalla politica delle donne e consentito l’emergere di false opinioni in merito alla loro inferiorità naturale. Un comportamento così ostile verso le donne Dora lo aveva notato in strutture tradizionali, il vero problema era liberare la società dagli antichi stereotipi riguardanti i ruoli femminili e quelli maschili.Utilizzando fonti storiografiche, articoli e documenti d’archivio, la ricerca è volta a sottolineare l’importante ruolo che l’intellettuale rumena ebbe nel panorama europeo come scrittrice e donna impegnata in politica. L’obiettivo del lavoro è ricostruire il suo pensiero sulle donne attraverso le sue opere e i suoi contatti con gli intellettuali del tempo che apprezzarono in lei il pensiero sia politico che pedagogico.
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Kernberg, Otto F. "Correlati neurobiologici della teoria delle relazioni oggettuali." SETTING, no. 44 (March 2021): 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044003.

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Abstract:
Quella che segue è una panoramica dell'attuale concettualizzazione neurobiologica dello sviluppo precoce, rilevante per le ipotesi della teoria psicoanalitica contemporanea delle relazioni oggettuali. Mi propongo di rivedere brevemente alcune aree fondamentali dell'indagine neurobiologica che, insieme, forniscono uno sfondo neurobiologico e una base per l'analisi dello sviluppo precoce delle relazioni oggettuali interiorizzate. Le aree pertinenti dello sviluppo neurobiologico includono: l'attivazione dei sistemi affettivi, la differenziazione sé/altri, lo sviluppo di una teoria della mente e dell'empatia, l'evoluzione della struttura del Sé e lo sviluppo dei processi di mentalizzazione. Parto da una breve panoramica del concetto psicoanalitico di organizzazione di personalità, che dovrebbe aiutarci a illustrare l'interazione tra disposizioni genetiche presunte e funzioni psicologiche correlate disponibili su base costituzionale, da un lato, e la presunta influenza delle relazioni oggettuali precoci sullo sviluppo della personalità, dall'altro. Le componenti di base dell'organizzazione di personalità comprendono: il temperamento, il carattere, l'identità, i sistemi valoriali e l'intelligenza (1). Il temperamento è determinato geneticamente, su base costituzionale, e consiste nella reattività dell'organismo agli stimoli ambientali in termini di risposte affettive, cognitive e comportamentali. Da un punto di vista psicoanalitico, gli affetti come sistemi motivazionali primari sollevano delle domande sul grado in cui le pulsioni siano costituite dall'integrazione dei corrispondenti affetti positivi ("libidici") o negativi ("aggressivi") e sul grado in cui gli affetti siano espressioni delle corrispondenti pulsioni sottostanti. In ogni caso, gli affetti danno il via alle interazioni Sé/altro e l'interiorizzazione di queste interazioni, sotto forma di memoria affettiva, determina i modelli comportamentali interiorizzati (secondo la terminologia dell'Attaccamento: IWMS) ovvero delle relazioni oggettuali interiorizzate (nei termini della teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali). Questi modelli o relazioni oggettuali interiorizzati gradualmente andranno a determinare dei pattern di comportamento abituale integrati di reazione, che costituiranno il carattere. L'organizzazione soggettiva dell'esperienza del Sé, in quanto parte delle relazioni oggettuali interiorizzate, si consolida gradualmente in un concetto integrato del Sé, con un'organizzazione in parallelo del concetto degli altri significativi; in altre parole, l'identità normale (4). L'identità normale rappresenta il correlato soggettivo del carattere, mentre il carattere riflette l'espressione comportamentale dell'identità, in quanto integra dinamicamente i pattern comportamentali. La progressiva interiorizzazione delle regole generali e non strumentali del comportamento sociale o del sistema dei valori etici (il "Super-Io", in termini psicoanalitici) costituisce un secondo livello di organizzazione di personalità, derivato dall'interiorizzazione delle relazioni oggettuali. Infine, il vero potenziale per l'inquadramento cognitivo delle esperienze affettive, e di tutte le esperienze percettive in generale, con il potenziale di astrazione dall'esperienza concreta delle regole generali e della comprensione della relazione tra se stessi e l'ambiente fisico e psicosociale costituisce l'intelligenza.Oggi è del tutto chiaro che i principali affetti primari emergono molto presto, e compaiono per la prima volta dopo poche settimane o mesi dalla nascita. Le strutture neurobiologiche e i sistemi dei neurotrasmittitori che determinano gli affetti esistono già al momento della nascita. Questi affetti primari comprendono: gioia, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, tristezza (molto trascurato!), eccitamento sensuale delle superfici corporee, che costituisce la base della capacità di eccitazione sessuale
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Dal Pozzo, G., M. Cellerini, M. Mascalchi, P. Innocenti, N. Villari, and M. C. Boschi. "Utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 121–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s322.

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Abstract:
Viene esaminata l'utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria con particolare riguardo ai vantaggi, alle limitazioni, alle indicazioni e controindicazioni della metodica. Come è noto, la RM consente uno studio multiplanare e non invasivo delle orbite (non fa uso di radiazioni ionizzanti); inoltre, recenti progressi tecnologici hanno introdotto bobine di superficie sempre più efficienti e sequenze d'impulsi più sofisticate a tutto vantaggio della durata dei tempi di scansione, della risoluzione spaziale e di contrasto. Nella patologia del globo oculare, la RM è impiegata soprattutto nella diagnostica differenziale tra melanomi melanocitici della coroide e lesioni simulanti specialmente nei casi dubbi qualora non vi sia una concordanza tra reperti clinici, oftalmoscopici, ecografici oppure non sia conservata la trasparenza dei mezzi diottrici. La presenza di una sostanza paramagnetica come la melanina, conferisce infatti al melanoma un caratteristico comportamento di segnale: elevata intensità nella sequenza T1-dipendente e bassa intensità in quella T2-dipendente. Per quanto riguarda la patologia extrabulbare intraconica, la RM ha assunto un ruolo di primaria importanza nella diagnostica delle lesioni del nervo ottico e delle guaine meningee che lo avvolgono (plac-che di demielinizzazione, glioma, meningioma periottico). Nella patologia del cono muscolare (oftalmopatia di Graves) la RM ha dimostrato un'affidabilità equivalente a quella della TC; tuttavia, poiché la RM non fa uso di radiazioni ionizzanti, è metodica più idonea soprattutto nel caso di controlli seriati nel tempo in considerazione del fatto che il cristallino è un organo critico. Nell'ambito della patologia intra-extraconica, la RM può consentire, sulla base dell'analisi del segnale, una diagnosi differenziale tra pseudotumor infiammatorio (bassa intensità di segnale nella sequenza Spin-Echo T2-dipendente) e linfoma o metastasi orbitarie (elevato segnale nella sequenza Spin-Echo T2-dipendente) anche se è possibile che alcuni tipi di linfoma, il mieloma e certe metastasi (neuroblastoma) presentino un comportamento di segnale uguale a quello dello pseudotumor infiammatorio. Inoltre, grazie alla intrinseca sensibiltà ai fenomeni di flusso, la RM permette di dimostrare, in caso di patologia vascolare, le anomalie di decorso e di calibro dei principali vasi sanguigni orbitari (varici orbitarie, fistole carotido- cavernose ecc.) nonchè l'eventuale presenza di trombosi endoluminali. Infine, nonostante le limitazioni della RM nella valutazione delle alterazioni della compatta ossea, la metodica ha dimostrato una buona affidabilità anche nello studio delle più frequenti patologie che interessano primitivamente o secondariamente le pareti orbitarie (mucocele, tumori dei seni paraorbitari, metastasi, meningioma della grande ala sfenoidale). In questi casi la RM dimostra direttamente non solo la formazione espansiva ed i suoi rapporti con le strutture endoorbitarie, ma anche le alterazioni ossee associate. In conclusione si può affermare che, nonostante il ruolo preciso della RM nello studio della patologia orbitaria non sia ancora pienamente stabilito, questa metodica è oggi in grado di fornire, in certe situazioni patologiche, delle informazioni che non sono altrimenti disponibili.
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Andreula, C. F., and A. Carella. "Lo studio RM delle metastasi spinali extradurali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 181–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800208.

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Abstract:
Lo studio delle metastasi vertebrali in risonanza magnetica permette di superare la rigida distinzione in lesioni osteolitiche e osteoaddensanti, uso che inizialmente proposto dalla radiologia tradizionale è stato mantenuto, pur se con critiche, anche con l'avvento di metodiche più moderne. La lesione osteorarefacente e la lesione osteosclerotica sono i due estremi di un continuum che prevede numerosi eventi di transizione non solo nell'ambito dello stesso paziente, ma addirittura in corso di malattia prima e dopo trattamento. Gli elementi di semeiotica RM sono le alterazioni di segnale e le alterazioni morfologiche. Nelle lesioni osteolitiche il processo di infiltrazione si evidenzierà come una tenue ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e netta iperintensità nelle sequenze dipendenti dalla densità protonica, dal T2 e dal T2 star. Qualora venga interessato completamente il corpo vertebrale sarà possibile apprezzare una deformazione morfologica dello stesso. Tale alterazione risentirà dei tempi di infiltrazione midollare caratterizzandosi o come esuberante con allargamento degli angoli diedri somatici dando un aspetto di vertebra «rigonfia» o come riduttiva con crollo vertebrale da collasso inizialmente interno. La somministrazione di mdc determinerà una ricostruzione morfologica del corpo vertebrale nel caso di infiltrazione totale e di omogeinizzazione di segnale con la parte sana restante della vertebra nei casi di infiltrazione parziale. Tale comportamento alla somministrazione di mdc spiega la necessità di eseguire preliminarmente le sequenze dipendenti dal T1 prima del mdc e induce ad un atteggiamento critico sulla utilità delle sequenze dopo contrasto. Le lesioni osteoddensanti o osteosclerotiche saranno caratterizzate da segnale nettamente ipointenso nelle sequenze appesantite in T1, e ipointenso nelle sequenze appesantite in T2. Tale comportamento rispecchia la formazione di tessuto osseo prodotto dagli osteoblasti, attivati o da sostanze secrete dal tumore o dalla presenza di tessuto «diverso» dal midollo osseo a capacità irritante. La somministrazione di mdc non determina variazioni del quadro in T1 per l'assenza di fenomeni reattivi vascolari. L'estrinsecazione extradurale è la complicanza più frequente della localizzazione vertebrale metastatica: le neoplasie che più frequentemente causano questo aspetto sono i carcinomi e tra questi l'origine mammaria e polmonare coprono da sole il 50% delle lesioni. Il segnale RM di questo tessuto neoformato risentirà dell'alta componente acquosa della lesione con ipointensità nelle sequenze dipendenti dal T1 e iperintensità nelle sequenze dipendenti dal T2; la somministrazione di mdc determinerà intensa impregnazione sia per l'assenza di barriera nei capillari neoformati, riproducenti il tessuto di origine extraneurale, sia per l'ampio spazio extracellulare. La localizzazione leptomeningea delle metastasi è evento oltremodo raro. Le neoplasie che più frequentemente possono dare disseminazione leptomeningea sono distinguibili in extraneurali, neurali ed ematologiche. Le lesioni hanno aspetto nodulare o a placca, oppure possono estendersi a panno sull'aracnoide, avvolgendo le radici di emergenza. Sedi più frequenti sono le parti più declivi come il cul-di-sacco durale e la cauda equina (73%), verosimilmente per motivi gravitari. In RM le lesioni appaiono come agglomerati focali di segnale isointenso al midollo nelle immagini dipendenti dal T1, e di alto segnale possono mimetizzarsi col liquor nelle sequenze dipendenti dal T2. La somministrazine di mdc rende tali noduli palesi, per l'alto tasso di impregnazione, e permette di svelare lesioni di piccole dimensioni talvolta mimetizzate per la contiguità con strutture di segnale simile. Più difficile è la semeiotica RM della cosiddetta «carcinomatosi» meningea. La diagnosi differenziale nei casi di metastasi leptomeningee nodulari, ad anamnesi oncologica muta, si pone con i neurinomi (schwannomi) della cauda; con i neurinomi multipli della neurofibromatosi tipo 2, con i piccoli ependimomi della cauda. Nel caso della carcinomatosi leptomeningea vanno scartate le leptomeningiti granulomatose (tubercolosi e sarcoidosi) e le aracnoiditi reattive e postchirurgiche.
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De Agostini, Paola, Paola Bonizzato, Francesco Amaddeo, Giulia Bisoffi, Federico Perali, and Michele Tansella. "For a more rational funding system of Mental Health Services. Analyses of costs for services supplied by a Community Mental Health Service during a 7-year period." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 163–79. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005297.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Negli ultimi anni si è assistito, in Italia come in altri paesi del mondo occidentale, ad un forte aumento dell'interesse, da parte dei ricercatori, per l'economia sanitaria. Anche l'assistenza psichiatrica è stata analizzata riguardo a questi aspetti e, più recentemente, l'attenzione di molti gruppi di lavoro si è rivolta a studi in grado di individuare possibili sistemi di finanziamento dei Servizi psichiatrici altemativi a quelli esistenti e di valutarne l'effetto sul funzionamento dei Servizi. Lo scopo di questo lavoro è quello di definire un nuovo tariffario basato sui costi reali delle prestazioni erogate dai Servizi psichiatrici. Metodo – Utilizzando il Registro Psichiatrico dei Casi di Verona-Sud, sono stati considerati tutti i contatti avvenuti nelle varie sedi del Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT) di Verona-Sud in un periodo di 7 anni (1992-1998), per un totale di 125632 prestazioni, riferite a 2819 soggetti. I contatti sono stati successivamente raggruppati in 19 tipi di prestazioni. La funzione di costo è stata utilizzata per descrivere, attraverso la stima dell'elasticit?à, il comportamento dei costi nel SPT di Verona-Sud. Il costo di una prestazione psichiatrica risulta così comprensivo della spesa per gli operatori coinvolti nell'erogazione del servizio (direttamente e/o indirettamente a contatto con il paziente) e del costo delle strutture utilizzate. Risultati – Per ciascuna prestazione vengono riportati (a) i costi stimati per la prestazione effettivamente erogata, (b) il costo stimato al minuto, (c) il costo della prestazione standard erogata con caratteristiche definite (per la durata si è utilizzato il tempo modale rilevato nel campione; per gli operatori, la composizione è stata decisa tenendo conto, da una parte, della reale operatività del SPT e, dall'altra, di considerazioni su quella che potrebbe essere, date le risorse disponibili nel nostro SPT, una buona pratica clinica) ed, infine, (d) i costi relativi alle prestazioni effettuate, raggruppate nelle otto voci contemplate dal Tariffario della Regione Veneto attualmente in vigore. Conclusioni – I risultati hanno dimostrato che le definizioni delle prestazioni, da noi utilizzate, descrivono in maniera soddisfacentemente univoca i diversi tipi di attività svolti dal SPT. Il nomenclatore nazionale attualmente in vigore, invece, avrebbe permesso di descrivere solo il 28% delle prestazioni erogate (35230 su 125632). Ciò dimostra la necessità di disporre, in tempi brevi, di un nuovo nomenclatore delle prestazioni psichiatriche, accettato a livello nazionale, che sia adeguato alle modalita reali con le quali si fomisce assistenza per la salute mentale. I valori di costo da noi ottenuti dimostrano chiaramente che il finanziamento di un Servizio psichiatrico, basato sul nomenclatore nazionale attualmente in vigore, sottostima fortemente le risorse effettivamente utilizzate. La funzione di costo delle diverse prestazioni pud fornire la base per esperienze di finanziamento dei servizi fondato sulle "funzioni assistenziali" previste dal decreto 229 del 1999.
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Lasalvia, Antonio, Benedetta Stefani, and Mirella Ruggeri. "Needs for care in psychiatric patients: a systematic review II. Needs for care on individual level." Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no. 4 (December 2000): 282–307. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008411.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Il presente articolo costituisce la seconda parte di un più ampio lavoro di revisione degli studi sui bisogni di cura in ambito psichiatrico. Nella prima parte sono stati analizzati i risultati degli studi sui bisogni di servizi nella popolazione generate. In questa seconda parte viene passata in rassegna la letteratura sui bisogni individuali e discusso il ruolo giocato dalla valutazione di tali bisogni nella pianificazione dell'assistenza psichiatrica. Metodo - Mediante ricerca computerizzata (effettuata con i database MEDLINE e PsycLit) integrata da una ricerca manuale (realizzata consultando gli indici analitici delle principali riviste psichiatriche internazionali) sono stati selezionati i lavori pubblicati sull'argomento da Gennaio 1980 a Giugno 1999. La revisione della letteratura è stata realizzata suddividendo gli studi condotti nella popolazione generale e quelli condotti su gruppi di pazienti psichiatrici. Questi ultimi studi, a loro volta, sono stati ulteriormente suddivisi in base alla categoria diagnostica (pazienti con disturbi psicotici e pazienti con disturbi non psicotici) e al setting (servizi territoriali e strutture di ricovero). Sono stati, inoltre, considerati gli studi condotti su particolari categorie di pazienti (senzatetto, bambini ed adolescenti, anziani e soggetti con comportamento violento). Risultati - I pazienti con disturbi di tipo psicotico presentano una vasta gamma di bisogni sia di tipo clinico che sociale. In quelli seguiti a livello territoriale, i bisogni clinici e sociali tendono ad equivalersi, mentre in quelli ricoverati (ad eccezione dei pazienti acuti) prevalgono i bisogni sociali. Sia a livello territoriale che di strutture di ricovero i bisogni di tipo sociale sono quelli in genere più di frequente insoddisfatti; le terapie psicofarmacologiche sono fornite con maggior frequenza rispetto agli interventi psicoterapeutici e riabilitativi. I pazienti non psicotici presentano un numero minore di bisogni rispetto ai pazienti psicotici; tali bisogni sono di tipo sia clinico che sociale, con una prevalenza dei primi, anche se i bisogni più frequentemente insoddisfatti sono quelli sociali. Conclusioni - Tali studi forniscono preziose informazioni sulle principali esigenze dei soggetti affetti da disturbi psichici attraverso una prospettiva nuova e spesso inesplorata. Nella pratica clinica l'identificazione dei bisogni di cura può costituire un ausilio indispensabile al fine di impostare strategie terapeutiche specifiche, individualizzate ed efficaci.
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Dissertations / Theses on the topic "Comportamento torsionale delle strutture"

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Bonerba, Alessandra. "Applicazione del metodo "Alpha" per la stima della massima risposta torsionale in strutture asimmetriche in pianta." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8538/.

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Abstract:
Il seguente elaborato ha lo scopo di analizzare il comportamento torsionale di diverse tipologie strutturali, valutare la veridicità del metodo “Alpha” per strutture ad un piano e successivamente testare la validità del metodo per strutture multipiano. Nel primo capitolo è stato introdotto inizialmente il problema, poi sono stati definiti per il sistema oggetto di studio l’equazione del moto e i diversi parametri che intervengono. Tra questi parametri di rilevante importanza si hanno l’indice di torsioflessibilità e l’eccentricità. Infine è stato definito il metodo “Alpha” per la determinazione della massima risposta rotazionale. Nel secondo capitolo è stata eseguita una valutazione analitica del parametro di torsioflessibilità per il caso specifico di struttura con due setti disposti ad uguale distanza dal centro di massa sia per il caso di struttura a pianta quadrata che per quella a pianta rettangolare. Nel terzo e nel quarto capitolo è stata effettuata una valutazione dell’indice di torsioflessibilità e dell’eccentricità, sia per strutture a pianta quadrata che per strutture a pianta rettangolare, caratterizzate da diversi elementi resistenti disposti in differenti posizioni. In particolare è stato analizzato come cambia l’indice di torsioflessibilità al variare dell’eccentricità per una stessa struttura. Nel quinto e sesto capitolo sono riportati i risultati delle analisi modali condotte per tutti i casi visti nei capitoli precedenti: nel caso ad un piano e nel caso di strutture multipiano (cinque e dieci piani). Nel settimo e ottavo capitolo sono riportati i risultati delle analisi time-history eseguite per le stesse strutture, dalle quali sono stati determinati gli spostamenti al fine di eseguire una verifica del metodo per strutture ad un piano e studiare i risultati ottenuti per strutture multipiano. Il lavoro svolto si conclude con il nono capitolo in cui sono stati riportati i risultati e le conclusioni.
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Marani, Gianmarco. "Analisi della risposta torsionale indotta da una parete eccentrica in strutture monopiano a pilastri." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Con questo elaborato, si vuole mostrare in che modo una parete di elevata rigidezza inserita in uno schema strutturale di soli pilastri, distribuiti uniformemente in una pianta regolare, incide sul comportamento torsionale della struttura stessa. Partendo dall'identificazione delle proprietà statiche degli elementi resistenti, è stato svolto un calcolo degli spostamenti seguendo il metodo dei vincoli ausiliari. Tale procedimento ci ha permesso di individuare gli spostamenti massimi, rispettivamente, per le due fasi con cui viene valutata la struttura. In particolare, l'analisi ci porta ad individuare un parametro adimensionale, in grado di sintetizzare il comportamento della struttura con parete a confronto con quella di riferimento (senza parete). Dopo aver eseguito un'analisi completa ed esatta,ed aver preso dimestichezza con i parametri, sono state applicate delle ipotesi volte a semplificare il calcolo del parametro sintetico. Questo approccio ci ha portato ad individuare un altro parametro adimensionale, che insieme al primo introdotto, sono in grado di descrivere la struttura in termini di rigidezza torsionale e tendenza a subire rotazioni di piano ,se sottoposte ad azioni orizzontali. Per questi parametri è stata ottenuta sia una soluzione generica, ma valida solo per un certo tipo di strutture in pianta regolare, sia soluzioni per i casi particolari affrontati. Questo ci ha permesso di verificare le ipotesi introdotte per poter applicare un metodo di calcolo semplificato della struttura. I risultati ottenuti dall'analisi statica sono poi stati confrontati con quelli ottenuti da analisi dinamiche più accurate, in modo tale da poter dare un'indicazione sull'utilizzo del metodo semplificato. Infine l'analisi ci ha portato ad individuare un metodo tabellare per ricavare la posizione della parete che rende la struttura maggiormente sensibile alle rotazioni di piano; lasciando spazio ad uno sviluppo futuro per strutture più complesse.
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Frigato, Mauro. "Analisi sperimentale e numerica del comportamento delle connessioni per strutture in XLAM." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di determinare una correlazione tra lo spostamento laterale e la riduzione di resistenza a trazione per le connessioni di tipo holdown per pareti in legno massiccio XLam. Per raggiungere questo obiettivo è stata condotta un’indagine sperimentale, nella quale sono state eseguite prove cicliche a trazione in controllo di spostamento assiale, con imposizione di uno spostamento a taglio iniziale. Sono state eseguite inoltre prove monotone combinate, caratterizzate da contemporaneo spostamento a taglio e assiale legati da rapporto diverso per ogni tipologia di prova. Si è ricavata una legge di danno che correla lo spostamento laterale alla riduzione di resistenza assiale: per scorrimenti entro 15 mm il danno è contenuto (10%), ma arrivando a 30-45mm la riduzione di resistenza è del 20%. Mettendo insieme invece le monotone ottenute variando il suddetto rapporto di velocità si è definito un dominio di resistenza. La seconda parte verte sulla modellazione numerica in OpenSEES delle connessioni come molle di un materiale isteretico, tarate sulla base delle curve sperimentali cicliche ottenute. Queste sono state poi utilizzate per la modellazione di una parete a molle disaccoppiate, che considera solo la resistenza a trazione per hold-down e a taglio per angolari (sottostima resistenza reale). Una seconda modellazione a molle accoppiate considera la resistenza in entrambe le direzioni: questo sovrastima la resistenza globale reale, poiché non tiene conto della contemporanea applicazione del carico nelle due direzioni. E’ stata quindi applicata la suddetta legge di danno attraverso un procedimento iterativo che in base agli spostamenti laterali riduce la resistenza assiale e riesegue l’analisi con i parametri corretti, per rivalutare spostamenti e resistenze: la progettazione attuale sovradimensiona gli angolari, il collasso della struttura avviene per rottura non bilanciata, con hold-down plasticizzati e angolari in campo elastico (meccanismo di rocking).
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Stomaci, Andrea. "Proposte per il miglioramento delle stime di vulnerabilità sismica delle strutture: esempi dal patrimonio edilizio di UniBo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12425/.

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Abstract:
La definizione di un indice che stabilisca la vulnerabilità sismica di un edificio, rappresenta oggi per l’Italia un argomento di fondamentale importanza. L’indice di vulnerabilità sismica delle strutture si basa sul rapporto in termini di accelerazione tra resistenza offerta dalla struttura e domanda offerta dallo spettro di risposta semplificato della zona di riferimento. Obiettivo del presente elaborato è di analizzare e proporre dei miglioramenti alla valutazione dell’indice di vulnerabilità attraverso tecniche moderne di caratterizzazione dinamica del sottosuolo e delle strutture. Sono stati esaminati due edifici del patrimonio edilizio dell’Università di Bologna (UniBo) precedentemente oggetto d’indagine di una convenzione stipulata tra AUTC e DICAM volta alla determinazione del loro indice di vulnerabilità sismica. Attraverso delle misure sperimentali di sismica in passiva condotte sulle strutture è stato possibile analizzare le frequenze modali dell’edificio utili alla stima del denominatore dell’indice di vulnerabilità. La caratterizzazione dinamica della struttura è stata estesa al terreno di fondazione per conoscere le frequenze naturali e verificare l’esistenza di fenomeni di doppia risonanza tra struttura e terreno, condizione che aumenta notevolmente la domanda sismica ma che ancora non ha trovato spazio a sé stante nella normativa nazionale. Dai risultati ottenuti è emerso che per ridurre le incertezze sui parametri utili alla formulazione del modello numerico previsto dalla prassi ingegneristica sarebbe opportuno calibrare la modellazione con dati sperimentali. Inoltre conoscere i modi propri di vibrare del sottosuolo alla scala delle fondazioni del singolo fabbricato in esame è indispensabile alla corretta valutazione della vulnerabilità dello stesso poiché nessun edificio è vulnerabile in quanto tale ma solo rispetto alle azioni (forza di gravità o accelerazioni impresse da vento o terremoto) che su di esso si applicano.
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Marconi, Enrico. "Influenza dell'orditura delle travi nella risposta sismica di strutture a telaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Nella presente trattazione vengono presentati i risultati ottenuti da analisi sulle proprietà dinamiche e sulla risposta sismica di strutture in c.a. intelaiate con travi principali ordite in modo differente ai vari livelli di piano. Dopo alcune considerazioni iniziali sulle problematiche della valutazione della sicurezza strutturale e di conseguenza della riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti,si è proceduto alla descrizione della struttura di riferimento, all'analisi dei carichi ed alla progettazione statica. Si è quindi passati alla descrizione dei modelli considerati nello studio; essi sono 7 e si differenziano per la disposizione delle travi ai vari piani. Solamente nel perimetro della struttura, sui lati ortogonali alle travi, sono disposti cordoli. L'analisi modale è stata condotta ricavando i periodi propri di vibrazione nelle tre direzioni X,Y,ϑ per i modi di vibrare dei modelli considerati; in particolare i periodi del primo modo di vibrare sono stati riportati in un istogramma in funzione dei modelli studiati. Lo studio della risposta sismica è stato ricavato mediante analisi sismica con spettro di risposta e analisi sismica con accelerogrammi di tipo lineare dinamica. Dal confronto dei risultati dei due diversi tipi di analisi si osserva che la diversa disposizione delle travi principali ai vari livelli di un edificio con struttura intelaiata in c.a. determina negli elementi verticali resistenti sollecitazioni e spostamenti caratterizzati da una certa variabilità. La conoscenza dei comportamenti non è solo utile quando si deve affrontare il tema della valutazione degli edifici esistenti, ma anche quando si devono progettare nuove costruzioni. Dallo studio emerge che le strutture con orditura delle travi alternata ad ogni piano hanno un comportamento molto simile a quello delle strutture 3D, uniforme nelle due direzioni ortogonali, quindi si può affermare che, a conti fatti, non sono così sbagliate le soluzioni alternate singole.
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Gnucci, Valentina. "Metodi speditivi per la valutazione del comportamento strutturale di edifici intelaiati in c.a. mediante l'applicazione di reti neurali. Studio dell'influenza delle caratteristiche meccaniche e geometriche: scelta dei parametri di analisi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Lo studio in oggetto è volto a ricercare una metodologia speditiva per la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici in calcestruzzo armato che permetta al tecnico di conoscere i principali parametri di risposta sismica dell’edificio in poco tempo e con un buon grado di affidabilità. La metodologia studiata si fonda su una raccolta di dati da un numero molto elevato di edifici presi come casi di studio, di cui per ognuno si costruisce un modello per mezzo di un software strutturale e si ricavano i parametri di risposta sismica. Con questa base di dati si istruisce una rete neurale artificiale appositamente creata, da cui l’utilizzatore finale inserendo alcuni parametri che caratterizzano il suo edificio, potrà ricavare in pochi passaggi, i dati sulla risposta sismica con un buon grado di approssimazione rispetto ai dati ottenuti mediante valutazione approfondita. Altri due elaborati di tesi sviluppati in precedenza sul tema hanno evidenziato l’esigenza di un approfondimento dello studio, ridefinendo i parametri di analisi, cambiando la tipologia dei modelli usati per la base di dati e la tipologia di analisi sismica e creando una nuova rete neurale più performante. Come software per la modellazione è stato scelto SAP 2000 della CSI – Italia Srl un programma di calcolo agli elementi finiti pensato per l’ingegneria civile e la risposta sismica è stata valutata mediante un’analisi statica non lineare (Pushover). Per la creazione dei modelli e per la scelta dei nuovi parametri di analisi che andavano ottimizzati è nata la necessità di andare a studiare un caso concreto al fine di approfondire la conoscenza dell’edilizia residenziale in calcestruzzo armato nei vari periodi storici. Sono state così gettate le basi per un’analisi tipologica dell’edilizia residenziale in calcestruzzo armato, unica nel suo genere e dagli sviluppi molto interessanti.
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