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Journal articles on the topic 'Movimento di liberazione della donna'

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Mieli, Paola. "Donna in sé." Balthazar, no. 4 (September 13, 2022): 59–71. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18485.

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Abstract:
Mario Mieli, attivista del movimento gay negli anni 70, ha aperto una pista queer ripresa e studiata ai giorni nostri. La sua critica del capitalismo patriarcale si accompagna a una critica delle derive identitarie e revisioniste di alcuni movimenti di liberazione. Gli strumenti psicanalitici sono fecondi per decostruire il regime binario e per lottare contro il colonialismo del dissimile.
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Colombetti, Elena. "La maternità biotech e il discorso mancante." Medicina e Morale 71, no. 4 (December 22, 2022): 447–57. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1220.

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Abstract:
L’approdo alla questione della surrogacy è l’esito di un processo culturale e tecnico che ha anche portato a guardare alle tecnoscienze come uno strumento privilegiato di liberazione della donna, rompendo quella che era vista come un’alleanza per lei oppressiva tra natura e cultura. In particolare, la liberazione dalla maternità, inteso dal femminismo radicale come una condanna, si è trasformata in quella che appare come una liberazione della maternità, inserendola nella dimensione controllata del progetto. In queste pagine ci si propone di affrontare la questione della surrogacy proprio dalla prospettiva della donna, saggiando la veridicità di tale lettura del binomio tecnologie-liberazione. Lo faremo a partire da alcune letture femministe che danno voce filosofica, non semplicemente testimoniale, all’esperienza vissuta o comunque possibile della gravidanza, e che mettono a tema l’esprimibilità e l’oblio della genealogia materna.
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Bugnone, Luca. "Le ali della Dea. Polissena e la Valle di Susa // Wings of the Goddess. Polyxena and the Susa Valley // Las alas de la diosa: Polissena y el Valle de Susa." Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 9, no. 2 (October 24, 2018): 122–41. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2018.9.2.2319.

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Abstract:
Formata dal movimento dei ghiacciai quaternari, la Valle di Susa è una valle alpina nel Nord Ovest italiano. Luminoso esempio di “materia narrante”, è anche terreno di scontro tra iniziative conservazionistiche e progetti infrastrutturali transnazionali. Il progetto dell’alta velocità-capacità ferroviaria, o TAV, è stato oggetto di dure critiche. Dagli anni Novanta, grandi mobilitazioni riunite sotto il vessillo No TAV dalla valle si sono estese all’intero territorio nazionale. Parallelamente, il TAV gode l’appoggio bipartisan delle forze politiche. Diversi progetti preliminari sono stati stracciati nel tentativo di sedare un conflitto quasi trentennale con le comunità locali, un conflitto che buona parte della popolazione descrive come “resistenza”, riallacciandosi all’epopea partigiana contro la piaga nazista. Il 28 luglio 2017, il Movimento No TAV ha annunciato il rinvenimento della sgargiante Zerynthia polyxena presso il torrente Clarea. Questa farfalla è inserita nella Direttiva Habitat, adottata dall’Unione europea nel 1992 per promuovere la tutela della biodiversità. Tuttavia, l’area è stata scelta come nuovo sito di cantiere da TELT, Promotore Pubblico responsabile della realizzazione e gestione della sezione transfrontaliera della futura linea Torino-Lyon. La notizia offre una lettura inedita del rapporto fra umano, tecnologia e ambiente in un contesto di altissima tensione economica e sociale quale è la Val di Susa. Nell'Ecuba, Euripide racconta che Polissena, principessa troiana, preferì farsi uccidere piuttosto che diventare schiava. La vicenda di Polissena è il cavallo di legno che introduce nel dibattito sul progetto del TAV l’assunto per cui “la liberazione della natura così ardentemente desiderata dagli ambientalisti non potrà mai essere pienamente ottenuta senza la liberazione della donna” (Gaard). Una nuova possibilità per il Movimento No TAV di far sentire la propria voce sarà illuminando la verità che il corpo della Terra e i corpi delle donne sono un unico corpo soggiogato e subordinato all’uomo, vittime dello stesso pregiudizio, quello di essere predisposti a uno scopo: compiacere, nutrire, servire. Ho ripercorso una china che va da La Dea Bianca di Robert Graves alla stregoneria al fascismo, guidato da alcune eroine letterarie. Coniugando idealmente l’ecofemminismo alla teoria designata da Edward Lorenz, battendo le ali Polissena può davvero scatenare un uragano. Abstract Formed by the movement of large ice sheets during the Quaternary glaciations, the Susa Valley is an alpine site in northwestern Italy. It is a luminous example of “storied matter,” but it is also a battlefield between visions of wild nature and the plans of “crossnational” infrastructures. The planned TAV (Treno Alta Velocità, or high-speed train) line has been the source of heavy criticism: since the 1990s, an intense mobilization has spread from the valley all across Italy under the banner of the “No TAV” movement. The TAV project has since enjoyed unwavering political support from the members of parliament, right-wing and left-wing alike. Several preliminary drafts have been overturned in the attempt to quell a three-decades–long clash with the communities, a clash that most of the local people depict as “resistance,” latching on to the partisans’ epic stories of endurance against the Nazi scourge that took place in the valley. On July 28, 2017, the No TAV movement announced the discovery of the rare and striking butterfly Zerynthia polyxena, among the rare, threatened, or endemic species in the European Union listed in the Habitat Directive adopted in 1992. Yet, the area has been chosen as the new construction site by the company entrusted with the management of the cross-border section of the high-speed railway line between Turin and Lyon (a.k.a. TELT). This piece of news provides an original point of view to address the relationship between human and non-human agencies in a context of economic and social tension such as the Susa Valley. In this paper, I compare contemporary circumstances in the valley to the ancient Greek myth of Polyxena. In the tragedy Hecuba, the dramatist Euripides describes Polyxena as the Trojan princess who prefers to kill herself rather than become a slave. Hence, the butterfly that carries her name might become a Trojan horse enshrining the idea that “the liberation of nature so ardently desired by environmentalists will not be fully effected without the liberation of women” (G. Gaard). Combining various critical strains within the Environmental Humanities–from ecofeminism and biosemiotics to environmental history and new materialism–I suggest that richer, more encompassing narratives will be generated only when the similar fate of subjugation experienced by non-human bodies and the bodies of women will be more widely recognized. I carve a meandering spatio-temporal narrative path that goes from Robert Graves’ The White Goddess to witch trials and fascism, attempting to follow an erratic fluttering pattern amongst the voices of literature. It is the very slanted figure eight pattern that Polyxena makes with its wings, and by which, according to the theory designated by Edward Lorenz, a hurricane could grow, bringing alternative world visions.Resumen Formado por el movimiento de grandes capas de hielo durante las glaciaciones cuaternarias, el valle de Susa es un enclave alpino en el noroeste de Italia. Es un ejemplo luminoso de “materia narrada”, pero también es un campo de batalla entre las visiones de la naturaleza salvaje y los planes de las infraestructuras “transnacionales”. La línea TAV (“Treno Alta Velocità” o tren de alta velocidad) ha sido objeto de fuertes críticas: desde la década de 1990 se ha extendido en toda Italia una intensa movilización bajo el lema del movimiento “No TAV”. Desde entonces, el proyecto TAV ha gozado de un apoyo político inquebrantable por parte de los miembros del parlamento, tanto de derecha como de izquierda. Varios proyectos preliminares han sido revocados en un intento de sofocar un enfrentamiento de tres décadas con las comunidades, un choque que la mayoría de la población local concibe como “resistencia”, con referencia a las épicas historias de resistencia de los partisanos contra el flagelo nazi que tuvo lugar en el valle. El 28 de julio de 2017, el movimiento No TAV anunció el descubrimiento de la sorprendente mariposa Zerynthia polyxena, entre las especies raras, amenazadas o endémicas de la Unión Europea, enumeradas en la Directiva Hábitat adoptada en 1992. Sin embargo, el lugar ha sido elegido como el nuevo sitio de construcción por la empresa encargada de la gestión del tramo transfronterizo de la línea ferroviaria de alta velocidad entre Turín y Lyon (también conocido como TELT). Esta noticia proporciona un punto de vista original para abordar la relación entre los seres humanos y el medio ambiente en un contexto de tensión económica y social como el Valle de Susa. En este artículo, comparo las circunstancias contemporáneas en el valle con el antiguo mito griego de Políxena. En la tragedia Hécuba, el dramaturgo Eurípides describe a Políxena como la princesa troyana que prefiere suicidarse antes que ser una esclava. Por lo tanto, la mariposa que lleva su nombre podría convertirse en un caballo de Troya que consagre la idea de que “la liberación de la naturaleza tan ardientemente deseada por los ecologistas no se realizará completamente sin la liberación de las mujeres” (G. Gaard). Combinando varias tendencias críticas dentro de las ciencias humanas ambientales—desde el ecofeminismo y la biosemiótica hasta la historia ambiental y los nuevos materialismos—sugiero que se generarán narrativas más ricas e incluyentes sólo cuando el destino similar de subyugación experimentado por cuerpos no humanos y cuerpos de mujeres sea más ampliamente reconocido. Trazo una ruta narrativa espacio-temporal serpenteante que va desde La Diosa Blanca de Robert Graves hasta los juicios de brujas y el fascismo, tratando de seguir un patrón de aleteo errático entre las voces de la literatura. Es el patrón inclinado de la figura de ocho que hace Políxena con sus alas, y por obra del cual, de acuerdo con la teoría designada por Edward Lorenz, un huracán podría crecer, trayendo visiones alternativas del mundo.
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Neri, Serneri Simone. "Guerra, guerra civile, liberazione La Toscana nella crisi del fascismo e dello Stato nazionale 1943-1944." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 535–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265001.

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Abstract:
Cosa significň per la Toscana l'esperienza della guerra, della guerra civile e della Resistenza? Quale fu l'apporto della Toscana alla ricostruzione dello Stato nazionale dopo la crisi innescata dal crollo del fascismo? L'articolo risponde a questi interrogativi ripercorrendo sinteticamente l'impatto della guerra sul consenso al regime in Toscana, l'occupazione tedesca e il ricorso della Rsi alla guerra civile, intesa come violenza sistematica contro avversari e popolazione civile per fondare un nuovo ordine politico. Si evidenziano le peculiaritŕ della regione nel contesto della guerra nella penisola, perché essa fu retroterra del fronte e ciň accelerň notevolmente le dinamiche dell'occupazione e della Resistenza. Si sottolineano il radicamento del partigianato nelle specifiche condizioni del rapporto cittŕ-campagna e il parallelo affermarsi del Comitato toscano di liberazione nazionale, anche grazie alla scelta decisiva dell'autogoverno e dell'insurrezione, una scelta di grande rilievo nella ancora breve storia del movimento di Resistenza. Quelle esperienze aprirono una prospettiva di liberazione sociale e culturale e furono determinanti, al di lŕ del consenso piů o meno esteso, per infrangere i tradizionali assetti moderati e fondare una nuova identitŕ regionale.
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Favilli, Paolo. "Scienza, utopia, escatologia nella tradizione del marxismo italiano fra otto e novecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 130 (February 2011): 743–70. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130004.

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Abstract:
In questo saggio viene discussa criticamente la tesi secondo cui nuovi criteri di "rilevanza" per la storiografia debbano ripartire da una riflessione sulle costanti "atemporali" che hanno caratterizzato (caratterizzano?) tanta parte del processo storico. Costanti legate alla dimensione escatologica. L'autore ritiene che escatologia, millenarismo, utopia siano state aspetti estremamente importanti nella lunga storia dell'emancipazione umana. Ritiene tuttavia, ed argomenta la sua tesi su vasta base documentaria, che per quanto riguarda quella fase specifica del processo di liberazione umana legata a movimento operaio, socialismo, marxismo, la prospettiva escatologica, pure presente, non sia quella determinante. L'analisi "scientifica" del movimento reale, economico e sociale, analisi basata su una teoria critica molto radicale, rappresenta la solida base di questa esperienza. Questo non eliminava le "mentalitÀ" escatologiche, ma le poneva su un piano ben diverso rispetto a quello analitico.
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Bellè, Elisa. "«Non c'è rivoluzione senza liberazione della donna». La nascita del movimento femminista a Trento, dentro e oltre il '68." STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no. 81 (June 2021): 101–21. http://dx.doi.org/10.3280/spc2019-081006.

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Saresella, Daniela. ""Il caso Lazzati" (1987-1988): lo scontro tra Comunione e liberazione e il mondo cattolico democratico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 145–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299007.

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Abstract:
Gli storici, a ora, si sono occupati solo marginalmente dell'esperienza religiosa, culturale epolitica di Comunione e liberazione (Cl), il gruppo cattolico che sotto la guida di don LuigiGiussani fu tra gli indiscussi protagonisti del cattolicesimo postconciliare. Questo saggio intendericostruire lo scontro che tra il 1987 e il 1988 si verificò tra il movimento e il mondocattolico democratico, a seguito delle accuse che due giornalisti de "Il Sabato" (Antonio Soccie Roberto Fontolan) rivolsero a Giuseppe Lazzati (da poco scomparso) di aver aperto ad alcuneistanze del protestantesimo. Dalla ricostruzione emergono le diverse prospettive religiosetra gli esponenti del cattolicesimo democratico e quelli di Cl, ma soprattutto la concezionetradizionalista di questi ultimi, ostili alle suggestioni e alla sensibilità del Vaticano II.
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Borso, Dario. "Il 1943 di Mario Dal Pra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262006.

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Abstract:
Il saggio analizza il passaggio, avvenuto nella prima metŕ del 1943, del grande storico della filosofia Mario Dal Pra (1914-1992) da una posizione cattolico-moderata, ancora interna alla gerarchia ecclesiastica, a un aperto pronunciamento laico a favore della democrazia, della partecipazione politica e quindi poi della Resistenza. L'autore descrive questo episodio fondamentale nella vita di Mario Dal Pra - che lo portň a divenire dirigente partigiano del Partito d'azione e dopo la guerra cofondatore dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) - avvalendosi di documenti rari e mai prima utilizzati. Egli sostiene che questo passaggio in Dal Pra fu favorito dalla lettura viva di Piero Martinetti, l'unico filosofo italiano che si era rifiutato di giurare fedeltŕ al regime fascista nel 1931 e che nei suoi ultimi anni, sulla scorta della concezione morale di Kant, aveva sottoposto a una critica radicale il dogmatismo della Chiesa.
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Liberti, Giuseppe Andrea. "Nel riflusso. Gianfranco Ciabatti tra poesia e critica politica." Italica 99, no. 2 (June 1, 2022): 180–98. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.2.03.

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Abstract:
Abstract La crisi del movimento operaio ha influenzato in maniera eccentrica la poesia italiana, che ha poco discusso il chiudersi di un'epoca pur così ricca e intensa come quella segnata dalle lotte di classe. Tra le eccezioni figura l'esperienza di Gianfranco Ciabatti, sindacalista, quadro politico e autore di cinque raccolte poetiche. Il contributo intende offrire un profilo del Ciabatti poeta, soffermando l'attenzione sul rapporto tra crisi sociale e politica e produzione in versi. Partendo dal libro d'esordio Preavvisi al reo, frutto tardivo di una pratica scrittoria centellinata a causa della preminenza attribuita all'impegno politico e sindacale, si propone una ricognizione dei temi della crisi e del riflusso in una poesia da intendere come “servizio di classe”, che non sostituisce il documento politico ma traspone le istanze del materialismo storico e delle lotte di emancipazione e liberazione nello specifico letterario.
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Campagnaro, Matteo. "La trasmissione della fede in una società secolarizzata sulla base delle principali pubblicazioni di don Luigi Giussani." Roczniki Pedagogiczne 15, no. 1 (March 30, 2023): 109–26. http://dx.doi.org/10.18290/rped23151.8.

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Abstract:
L’articolo approfondisce il pensiero teologico-pastorale di don Luigi Giussani, sacerdote della diocesi di Milano e fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. Si vuole esaminare in particolar modo il metodo proposto da Giussani per trasmettere la fede cristiana in una società pluralistica e secolarizzata. Il pensiero teologico-pastorale di Giussani è caratterizzato dalla sua passione per la razionalità, da una paresia nel voler trasmettere ai giovani un cristianesimo non doveristico, ridotto ad un imposizione etica, ma come ‘Fatto’ accaduto, sperimentabile oggi nella realtà della comunità ecclesiale. Secondo Giussani, per trasmettere la fede all’uomo moderno è necessario offrire una pastorale che proponga la fede in Cristo come un incontro estetico che risponda, cioè, alle esigenze di bellezza, verità e bontà dell’uomo e al quale sia ragionevole aderire. Di fronte al problema antropologico della modernità, una risposta adeguata per Giussani può venire da una fede che attiri l’uomo per la sua bellezza, cioè per la sua correttezza razionale.
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Bellezza, Simone Attilio. "In cerca della madrepatria: la diaspora ucraina e il dilemma dei rapporti culturali con l'Ucraina sovieti." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 257–74. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002013.

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Abstract:
L'articolo traccia una prima ricostruzione dei rapporti fra la comunità ucraina della diaspora e la Repubblica sovietica dell'Ucraina, cercando di comprendere come questi siano cambiati nel contesto della Guerra Fredda. Per prima cosa si affronta la questione della formazione della diaspora ucraina come un soggetto transnazionale e con identità nazionali multiple, ma allo stesso tempo dotato di una certa compattezza, espresso attraverso la creazione di organizzazioni politiche e associazioni culturali sovranazionali. Si passa quindi ad analizzare queste relazioni dando rilievo a differenti elementi: i rapporti preferenziali con l'Urss degli ucraini canadesi comunisti, i viaggi di istruzione nell'Ucraina sovietica, il periodo di rinnovamento culturale rappresentato dagli sistdesjatnyky, la nascita del rapporto con i dissidenti all'interno del movimento transnazionale per la difesa dei diritti umani, la battaglia giocata sul piano della propaganda e il contributo dell'Associazione degli scrittori ucraini all'estero "Slovo" e infine il ruolo giocato dallo Harvard Ukrainian Research Institute nella liberazione e nel sostegno ai dissidenti scappati dalle repressioni brezneviane.
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Panico, Angelo. "Un foro nella realtà. Dai circumvisionisti al neo realismo di Carlo Bernari." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 13, 2018): 377–86. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757423.

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Abstract:
Negli anni ‘30 del Novecento nasce nell’Italia Meridionale un movimento culturale ctonio che, operando al di sotto della censura fascista, tenta di restituire all’arte la libertà di espressione – e ispirazione – necessaria a rappresentare la nuova realtà delle cose. Così, nella clandestinità che il momento storico imponeva, si sviluppa una vera e propria avanguardia (testimoniata dal manifesto dell’U.D.A.) orientata verso una nuova forma di realismo ben distante dalle formule canonizzate della retorica naturalistica. Spinti dalla volontà di fondare una nuova arte che riacquisti il rapporto dialettico con il reale e affascinati dal pensiero materialistico, i circumvisionisti, collegandosi alla situazione sociale meridionale e ai grandi eventi della vita contemporanea, elaboravano, come un magma germinativo, gli studi sulla nuova “grammatica della visione” (Maria Corti Principi della comunicazione letteraria), volti a fornire una precisa descrizione della realtà emersa a ridosso della Liberazione. Quanto più profonde si fanno le ricerche nel terreno culturale della clandestinità e quanto più diventano aderenti i percorsi critici alla rete di passaggi sotterranei, tanto più risulta essere opportuno soffermarsi sulla mostra di Capri nel 1928 del primo circumvisionismo, sul manifesto Uda del 1929 di Carlo Bernari, Paolo Ricci e Guglielmo Pierce come punto di partenza del primo neorealismo napoletano, al fine di delineare una macrocategoria estetica (come preciserà Bernari) non ancora cristallizzata in una vera e propria etichetta, ma aperta alle sperimentazioni avanguardistiche europee.
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Piccinini, Michela. "Analisi della migrazione femminile nigeriana in Italia. La violazione dei diritti delle donne vittime di migrazione forzata e tratta a scopo di sfruttamento sessuale." Collectivus, Revista de Ciencias Sociales 6, no. 2 (July 1, 2019): 159–68. http://dx.doi.org/10.15648/coll.2.2019.10.

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Abstract:
Cosa significa per una donna nigeriana decidere di lasciare il proprio Paese, di migrare, di separarsi dai propri figli, di rivolgersi a dei trafficanti che permettano loro di arrivare in Italia nonostante spesso siano al corrente che saranno coinvolte nel giro della prostituzione? Per capire questo tipo di migrazione forzata e il mecanismo della tratta è importante avere presente la situazione socio-economica e política della Nigeria, in particolar modo dagli anni ’80 in poi quando qui in Italia si è notato per la prima volta il boom di arrivi di immigrate e immigrati nigeriani. È solo comprendendo la situazione che queste donne vivono ogni giorno che si può prendere coscienza di cosa le spinga ad affidarsi a dei trafficanti per compiere questo viaggio, chiamato rotta del Mediterraneo Centrale. È solo immaginando di essere donna in un Paese misogino, povero e corrotto che si può capire perché decidano di affrontare questo esodo durante il quale il loro corpo diventerà un mero pezzo di carne, una materia prima da vendere e comprare. Nessuna di loro però si aspetta quello che realmente accadrà lungo il tragitto e che una volta arrivate a destinazione dovranno attraversare deserti, saranno detenute contro la propria volontà e senza una ragione, saranno picchiate, vendute più volte e stuprate da uomini, trafficanti, ufficiali, miliziani, saranno uccise. La proibizione di schiavitù e tortura sulla loro pelle non verrà applicata; i loro diritti al movimento, alla libertà, al cercare asilo da persecuzioni, alla vita saranno violati ogni giorno.
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Iaconis, Valeria. "“Una sola donna, una sola voce”: Un'indagine “investigativa” su una novella d'autrice di fine Ottocento." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 9, 2019): 408–24. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831967.

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Abstract:
La scrittura di mano femminile, fenomeno vistoso dell’Italia del secondo Ottocento, porta all’attenzione del pubblico le problematiche legali e sociali legate alla condizione della donna. Questo articolo analizza la novella Dopo la sentenza (1894) di Bruno Sperani, pseudonimo di Beatrice Speraz, quale esempio di tematizzazione dell’omicidio d’onore e di critica femminile ai codici postunitari. L’indagine si soffermerà sulle strutture narrative del testo, che privilegia il punto di vista situato del reo e l’uso sistematico delle figure dell’ellissi e della reticenza. Più che sulle informazioni esplicite nella novella, questa lettura si concentrerà sulla ricostruzione di quelle censurate. A tal fine verranno formulate ipotesi e deduzioni, instaurando un dialogo tra il testo e il contesto culturale e legale ad esso sottostante. Verranno così individuate le coordinate della percezione sociale del delitto d’onore, se ne osserverà il significato simbolico, e si evidenzierà la contestazione della nozione di rilevanza legale, attuata attraverso la valorizzazione del punto di vista femminile. Questo approccio, che prende le mosse dal movimento Law and Literature e dagli assunti del giusfemminismo, permetterà in ultima battuta di comprendere le dinamiche della violenza di genere ritratte da Sperani, violenza perpetrata materialmente dal protagonista, ma permessa e legittimata dall’orizzonte giuridico e sociale coevo.
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Pozzato, Maria Pia. "Coperto/scoperto." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 31 (April 14, 2021): 64–87. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i31.1287.

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Abstract:
L’insieme degli intrecci che codificano il comportamento umano nelle varie epochepuò essere definito, secondo Jurij Lotman (2006), mitologia del comportamento quotidiano esociale. Partendo da questo presupposto metodologico, l’articolo indaga le dinamiche di copertura/scoprimento nel campo del vestire lungo tre paragrafi. Il primo è dedicato al legame cheunisce, nella cultura occidentale precristiana e cristiana, la figura della velatura con il lutto. Idispositivi contro il covid, e altri fenomeni recenti come il dress code nero del movimento #Me-Too, affondano le loro radici in questa tradizione. Nel secondo paragrafo la riflessione si basasull’opposizione fra /È necessario che si veda/ vs /È necessario che non si veda/, che generaregimi di /costrittività/, /tabù/, /trasgressività/ e /casualità/. In ambito occidentale sembra sisia affermato ormai un termine neutro, ovvero un’aleatorietà degli stili (/né trasgressione, nécasualità/) mentre l’Islam più tradizionalista sembra rimanere nell’ambito del /tabù/ imponendoalla donna, seppur con varianti, l’uso del velo e della copertura del corpo. Tuttavia nelterzo e ultimo paragrafo si vedrà il caso della cosiddetta modest fashion islamica, un fenomenorelativamente recente che sembra realizzare un inedito termine complesso, che coniuga le limitazionitradizionali con la ricerca dell’eleganza e della libertà motoria della donna. In conclusione,si riflette sul più ampio contesto culturale di questo cambiamento, poiché l’egemonia dellatrasgressività o della aleatorietà dei costumi occidentali sembrano ampiamente in declino alivello globale, anche per quanto riguarda le serie televisive e i film.
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Gissi, Alessandra. "Il Movimento Liberazione della Donna nel femminismo italiano. La politica, i vissuti, le esperienze (1970–1983), by Beatrice Pisa, Rome, Aracne, 2017, 469 pp., €24.00 (paperback), ISBN 978-88-255-0148-3." Modern Italy 25, no. 1 (July 29, 2019): 87–89. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2019.38.

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Martinengo, Marirì. "A proposito di trobairitz." Revista do Centro de Estudos Portugueses 27, no. 37 (June 30, 2007): 99. http://dx.doi.org/10.17851/2359-0076.27.37.99-121.

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Abstract:
<p>Na Occitânia dos séculos XII e XIII havia uma sociedade feminina, onde as damas possuíam uma certa importância, e sua voz se fazia ouvir. As <em>trobairitz </em>são a expressão dessa sociedade. Num confronto entre a poesia occitana e a épica francesa observa-se bem a posição da dama. Nos <em>partimen</em>s e nas <em>tensos </em>aparecem as mulheres como conselheiras e educadoras. Observe-se a estética e a ética na <em>tenso </em>de Gullelma di Rosers, o amor entre as damas em Bieiris di Romans e em Azalais d’Altier; a paixão em Castelloza, o tema do distanciamento em Clara d’Anduza e em Azalais di Porcairagues. A posição de relevo das mulheres, no movimento cátaro, assim como na língua e na cultura <em>d’oc</em>, foi importante na formação da identidade occitana. Segue um estudo que elenca os nomes das <em>trobairitz</em>, mesmo daquelas cuja obra se perdeu e que deixaram sua memória nos seus contemporâneos e nas gerações sucessivas; estudase aqui a questão do anonimato, do tempo e dos lugares em que floresceu a poesia occitana feminina, abordando a classe social das mulheres trovadoras, os pastiches, ou seja, algumas místicas e as <em>stilnovistas </em>italianas.</p> <p>Nell’Occitania dei secoli XII e XIII c’era società femminile, cioè una società in cui si teneva gran conto delle donne e la voce femminile era ascoltata. Le Trobairitz sono espressione di tale società. Confronto fra la poesia occitana e l’epica franca riguardo alla posizione della donna. Nei partimen e nelle tenzoni appaiono in luce autorevole, ad esse uomini e donne ricorrono per consiglio; accettarono di svolgere funzione di educatrici; seguono esempi tratti dalle poesie. Confronto fra estetica ed etica nella tenzone di Gullelma di Rosers; amore fra donne in Bieiris di Romans e in Azalais d’Altier; la passione in Castelloza; il tema della lontananza in Clara d’Anduza e in Azalais di Porcairagues. Accenni al Catarismo e alla posizione di rilievo delle donne in questo movimento spirituale, che, insieme alla lingua e alla cultura, fu fautore dell’identità occitana. Segue un corollario che elenca i nomi di tutte le Trobairitz, anche di quelle la cui opera è andata perduta e/o che hanno lasciato memoria nei contemporanei e nelle generazioni successive; si affronta la questione dell’anonimato; si illustrano i tempi e i luoghi in cui fiorì la poesia occitana femminile, la classe di appartenenza delle poetesse, le epigoni delle Trobairitz, cioè alcune mistiche, le stilnoviste italiane.</p>
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Galimi, Valeria. "De l’histoire de la Résistance à l’histoire du XXe siècle : L'« Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia » et le réseau des Instituts associés." Bulletin de l'Institut d'Histoire du Temps Présent 75, no. 1 (2000): 55–68. http://dx.doi.org/10.3406/ihtp.2000.1688.

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OUCHTATI, Zoubeida. "Verso una ricerca identitaria al femminile in “L’età del malessere” di Dacia Maraini." ALTRALANG Journal 2, no. 02 (December 31, 2020): 261–85. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.88.

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Abstract:
ABSTRACT: Writing allows the woman to express herself and talk about her life by emphasizing her interiority. Unlike the other female literatures (English or French for example), the Italian one has been for a long time put in the shadow of “men”. In Italy, the interest in the writing of women was born in the second half of the twentieth century thanks to the feminist movement and the feminine literary criticism. In this article, we study “L’età del malessere”; a novel written by Dacia Maraini who is one of the most known Italian feminists and intellectuals. The main purpose of this study is to show how Dacia Maraini manages to deal with the theme of female identity through her protagonist “Enrica”. The writer highlights both the family and the social context in which Enrica grows because they affect the process of building her identity. Eventually, Enrica gains her identity by gaining her freedom after various vital and bodily experiences. RIASSUNTO: La scrittura permette alla donna di esprimersi e di parlare della sua vita mettendo in risalto la sua interiorità. A differenza delle altre letterature femminili (inglese o francese per esempio), quella italiana è stata per molto tempo messa all’ombra “maschile”. In Italia, l’interesse per la scrittura delle donne nasce nella seconda metà del XX secolo grazie al movimento femminista e alla critica letteraria a firma femminile. In quest’articolo, studiamo “L’età del malessere”; un romanzo scritto Dacia Maraini che è una delle più famose femministe e intellettuali italiane. Lo scopo principale di questo nostro studio è di mostrare come Dacia Maraini riesce a trattare il tema dell’identità femminile mediante la sua protagonista “Enrica”. La scrittrice mette in evidenza sia il contesto familiare sia quello sociale in cui cresce Enrica perché influiscono sul processo di costruzione della sua identità. Alla fine, Enrica conquista la propria identità ottenendo la sua libertà dopo varie esperienze vitali e corporali.
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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN." Studia Philosophica et Theologica 18, no. 2 (December 7, 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Abstract:
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. 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"La rinascita del movimento partigiano in bassa Valtellina." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (March 2012): 54–74. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-002003.

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Abstract:
Dopo il rastrellamento del novembre 1944 il movimento partigiano garibaldino in bassa Valtellina rinacque seguendo due ispirazioni politiche distinte. La divisione Garibaldi, localizzata tra il lago di Como e Morbegno, puntava a un rinnovamento politico e sociale dell'Italia, mentre la brigata garibaldina Rinaldi, situata tra Ardenno e Sondrio, aspirava alla mera liberazione del Paese dai nazisti e dai fascisti. Per tale motivo i rispettivi comandi impostarono diversamente il problema della costituzione di un comando unico con le forze partigiane dell'alta Valtellina e quello dei rapporti con la popolazione.
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Labanca, Nicola. "Foreword." ITALIA CONTEMPORANEA, July 2021, 7–9. http://dx.doi.org/10.3280/icyearbook-oa4141.

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Abstract:
In 1949, a mere four years after Italy was liberated from Fascism, a small group of intellectuals, politicians and historians decided to establish a historical institute in Milan, which celebrated its seventieth anniversary only very recently. They called it ‘Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia' (National Institute for the history of the Liberation Movement in Italy). Its founder and first president was Ferruccio Parri, the democrat and republican leader of the Action Party, who - among others - had animated the ‘Comitato di Liberazione nazionale Alta Italia' (Committee of National Liberation for Northern Italy). Parri was one of the leaders of the Italian Resistance against Fascism, as well as the Prime minister of the first government born after Italy's Liberation (25 April 1945).
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Gallegati, Sara. "Corpo femminile e prostituzione in tre pièce di Dacia Maraini: Dialogo di una prostituta con un suo cliente, Una casa di donne, Veronica, meretrice e scrittora." altrelettere, May 23, 2022. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-64.

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Abstract:
L'articolo si propone di analizzare i temi della corporeità e della prostituzione nell'opera di Dacia Maraini alla luce dell'impegno femminista dell'autrice. Nei suoi lavori Maraini sviluppa la tematica della prostituzione al fine di mettere in discussione la società patriarcale e maschilista e il ruolo femminile. Attraverso la figura della meretrice, infatti, l'autrice indaga la condizione della donna e la sua evoluzione in un contesto sociopolitico e culturale fondato sul patriarcato, del quale lo sfruttamento sessuale femminile è la rappresentazione più emblematica. Lo scopo del presente lavoro è quindi quello di evidenziare le funzioni che il corpo femminile come strumento di subordinazione e allo stesso tempo di emancipazione può assumere nella lotta per la liberazione dal predominio maschile. Saranno elaborate delle interpretazioni a partire dalle teorie di studiose femministe come Simone De Beauvoir, Luce Irigaray e Adriana Cavarero. Lo studio ribadisce come l'impegno civile dell'autrice sia connaturato alla sua scrittura e si concentra, dopo alcune suggestioni cinematografiche, su tre opere teatrali: Dialogo di una prostituta con un suo cliente (1973), Una casa di donne (1977), Veronica, meretrice e scrittora (1991), le cui protagoniste sono donne “rivoluzionarie” che si ribellano alla società maschilista cercando di affermare la propria soggettività.
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"Da Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia a Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 283 (May 2017): 208. http://dx.doi.org/10.3280/ic2017-283009.

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Furnari, Marianna Gensabella. "Eutanasia: una questione di relazione." Medicina e Morale 56, no. 6 (December 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.297.

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Abstract:
L’impostazione classica della questione bioetica dell’eutanasia attraverso il paradigma dei principi conduce a risolvere la questione con un sì, se si privilegia il principio di autonomia, o con un no se si dà il primato al principio dell’indisponibilità della vita. Il saggio muove dalla proposta che sia possibile un altro approccio, basato sull’interazione, suggerita come linea metodica da Warren T. Reich, del paradigma dei principi con gli altri paradigmi della bioetica: l’esperienza, la cura, la virtù. Il primo momento è ripensare l’eutanasia come l’oggetto di una domanda che viene dalla sofferenza e che, come tale, va accolta ed interpretata in un contesto di relazione. A differenza del suicidio, non vi è qui un darsi la morte, ma un domandare la morte all’altro. L’attenzione etica va spostata dal far centro esclusivamente sull’autonomia al focalizzarsi anche e soprattutto sulla relazione, in particolare sulla complessità e le contraddizioni che segnano oggi la relazione tra il paziente e il medico. Anche se chiede una “cura” limite, paradossale che non può essere data, pena la contraddizione e il ribaltamento degli stessi fini della medicina, la domanda di eutanasia non può restare inevasa, ma deve essere accolta, ri-aperta con l’attenzione che il paradigma di cura impone, con l’humanitas che il paradigma di virtù ci consegna. L’attenzione etica all’esperienza di chi domanda la morte diviene il primo momento per trovare una conciliazione tra momenti apparentemente antitetici, come la sacralità e la qualità della vita, per cogliere la complementarità tra diritti apparentemente antitetici come il diritto ad essere lasciati soli e il diritto a non essere lasciati soli, per sostenere insieme la liberazione dal dolore fisico e la liberazione del dolore dell’anima. Spostando il punto di vista dalla libertà alla relazione, il saggio vuole indicare l’impossibilità etica di dire di sì all’eutanasia proprio sul versante della relazione, ponendo al tempo stesso l’accento non solo sulla responsabilità che il dire di sì comporta, ma anche sulle altre responsabilità di cui la domanda di eutanasia ci fa carico: le responsabilità che riguardano la situazione da cui trae origine, e le altre che riguardano ciò che rimane da fare per rispondere alla richiesta di aiuto e di cura che la domanda sottende. Con il movimento proprio dell’etica della cura, il saggio vuole proporre di non risolvere il dilemma in cui la questione bioetica dell’eutanasia sembra costringerci, rinunciando alla vita o alla libertà, ma di provare a ridefinire il contesto da cui il dilemma ha origine, in modo tale che sia possibile tenere insieme vita e libertà. ---------- Classical approach to the problem of the euthanasia, through the paradigm of the principles conducts to solve the matter with a yes, if the principle of autonomy is privileged, or with a no if the primacy is given to the principle of the unavailability of the life. This paper moves from the proposal that another approach is possible, based on the interaction, suggested as methodic line by Warren T. Reich, of the paradigm of the principles with the other paradigms of the bioethics: the experience, the care, the virtue. The first moment is to consider the euthanasia as the object of a question that comes from the suffering and that, as such, it must be welcomed and interpreted in a context of relationship. Unlike the suicide there is not here a killing oneself, but an asking other for death. The ethical attention must be moved from the exclusive center of autonomy to the relationship, particularly on the complexity and the contradictions that mark the physician-patient relationship between today. Even if it asks a limit “care”, paradoxical that cannot be given, or the aims of the medicine itself would be contradicted and overturned, the question of euthanasia cannot stay outstanding, but must be welcomed, opened again with the attention that the paradigm of care imposes, with the humanitas that the paradigm of virtue delivers us. The ethical attention to the experience of whom asks the death it becomes the first moment to find a conciliation among apparently antithetical moments, as the sacredness and the quality of the life, to gather the complementarity among apparently antithetical rights as the right to be left alone and the right not to be left alone, to sustain together the liberation from the physical pain and the liberation from the pain of the soul. Moving the point of view from freedom to relationship the paper wants to point out the ethical impossibility to say yes to the euthanasia just on the side of the relationship, at the same time setting the accent not only on the responsibility that saying yes means, but also on the other responsibilities of which the question of euthanasia ask us: the responsibilities derived by the situation and the others concerning what to answer to the help request and care that the question subtends. In the way proper of the ethics of the care, the paper proposes not to solve the dilemma of the euthanasia abdicating to the life or to the liberty, but trying to redefine the context from which the dilemma has origin, in such way that it is possible to hold together life and liberty.
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"giampaolo valdevit. La questione di Trieste 1941– 1954: Politica internazionale e contesto locale. (Collana dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, new series, number 9.) Milan: Franco Angeli. 1986. Pp. 279. L. 24,000." American Historical Review, April 1987. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/92.2.454.

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Casini, Carlo. "IV Rapporto del Movimento per la Vita Italiano sulla attuazione della Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 per l’anno 2010 Esame e commento della relazione del Ministro della Salute presentato al Parlamento italiano il 28 giugno 2012." Medicina e Morale 61, no. 4 (April 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.126.

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Abstract:
Il contributo è dato dall’esame e dal commento della Relazione del Ministro della Salute sull’attuazione della Legge 40 del 19 febbraio 2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, presentata, al Parlamento ai sensi dell’art. 15, comma 2 della legge stessa. Il Movimento per la Vita Italiano (MpVI) per valutare i dati di volta in volta riportati nei documenti ministeriali ha finora presentato quattro Rapporti al Parlamento: il primo nel 2007, il secondo nell'aprile 2009, il terzo a luglio 2011 e il quarto – oggetto del presente articolo – nell’agosto 2012. L’attenzione della Relazione ministeriale è rivolta soprattutto alla realizzazione del desiderio degli adulti di avere un figlio, in base allo scopo dichiarato dalla legge di “favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana”. Perciò la descrizione del percorso seguito dalle varie tecniche e gli incroci tra i vari dati a disposizione fanno riferimento prevalente alla coppia adulta. Tuttavia, si sottolinea nella Rapporto del “MpVI” non si deve sottovalutare l’art. 1 della legge indica l’altro fondamentale obiettivo della legge e cioè quello di: “assicurare i diritti di tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito”. I soggetti di cui è doveroso tener conto non sono solo gli adulti desiderosi di avere un figlio, ma anche i figli fin dal primo momento della loro esistenza (proprio l’evento che le nuove tecniche intendono determinare), cioè fin dal momento del concepimento. L’articolato, documentato e ricco Rapporto del MpVI richiama sinteticamente l’impianto della normativa – seriamente alterato dalla sentenza costituzionale 151/2009 – e gli interventi giudiziari che lo riguardano; rimarca con forza la grande differenza – in ordine alla protezione del diritto alla vita – tra la morte dell’embrione dopo il trasferimento nelle vie genitali della donna e la sua soppressione deliberata, diretta, concordata, che avviene quando l’embrione, non trasferito nelle vie genitali della donna viene selezionato, reso oggetto di sperimentazione, distrutto, congelato; contesta la teoria del c.d. “diritto affievolito” con riferimento al diritto alla vita del concepito; si sofferma sulla necessità di rimuovere le cause impeditive della procreazione alternative alla procreazione artificiale (a questo proposito viene segnalata la significativa esperienza dell’Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e infertilità umana operante presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma dal 2003). Infine, il rapporto si conclude con alcune domande e proposte di lavoro rivolte al Ministro della Salute. Non vi è dubbio, comunque, che quella dello statuto giuridico dell’embrione umano non deve essere emarginata nella relazione annuale del Ministro: “se nell’attuazione della L. 40/04 vogliamo raggiungere un adeguato bilanciamento tra l’obiettivo di superare la sterilità e l’infertilità da un lato e il rispetto della vita dall’altro, occorre assolutamente valorizzare il principio dell’art. 1 che qualifica soggetto titolare di diritti il concepito, al pari degli altri soggetti coinvolti nella vicenda procreativa”. ---------- This article is the review and comment of the Report of the Italian Minister of Health on the implementation of Law 40, February 19, 2004 on medically assisted procreation, submitted to the Parliament under article 15 paragraph 2. The Italian Pro-Life Movement (MpVI) to evaluate the data from time to time within ministerial documents has up to now submitted four reports to Parliament: the first in 2007, the second in 2009, the third in July 2011 and the fourth – subject of this article – in August 2012. The Ministerial Report focuses mainly on the realization of the desire of adults to have a child, according to the stated purpose of the law of “helping to resolve problems arising from human sterility or infertility”. Therefore the description of the path followed by various techniques and the connections between the various available data refer mainly to the adult couple. However, it is observed in the Report of the (MpVI), we shouldn’t neglect the article 1 of the Law indicating another key objective of the same Law which is: “to ensure the rights of all subjects involved including the human embryo”. So, the subjects we must take into account are not only the adults longing to have a child, but also the children from the first moment of their existence (just the event that the new techniques intend to be determined), that is, from the moment of conception. The articulated, documented and rich Report MpVI recalls briefly the system of Law – seriously altered by constitutional judgment 151/2009 – and the judicial interventions concerning it; it strongly emphasizes the great difference – as for the protection of the right to life of human embryo – between the death of the embryo after transfer into the genital tracts of women and his deliberate killing, direct, agreed that occurs when the embryo is not transferred to the genital tract of women is selected, but he is destroyed, made the object of experimentation, frozen, selected; it desputes the theory of the so-called “Weakened Law” dealing with the right to life of the unborn child; it focuses on the need to remove the causes hindering human procreation alternative to artificial procreation (in this regard is reported significant experience of the International Scientific Institute Paul VI on research on fertility and infertility human, working at the Policlinico Gemelli in Rome since 2003). Finally, the Report of MpVI concludes with some questions and work proposals addressed to the Minister of Health. There is no doubt, however, that the legal status of the human embryo should not be neglected in the annual Report of the Minister: “if about the implementation of the L. 40/2004 we want to achieve an appropriate balance between the objective of overcoming infertility and infertility on the one hand and respect for life on the other, it is essential to enhance the principle of article 1 that qualifies human embryo subject holder of human rights, like the other subjects involved in the medically assisted procreation”.
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