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Soavi, Gloria y Monica Micheli. "La conservazione dei legami". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (enero de 2016): 35–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-004005.

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ZANETTI, D., N. NASSIF y L. O. REDAELLI DE ZINIS. "Fattori influenzanti la conservazione dei residui uditivi negli impianti cocleari". Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, n.º 6 (diciembre de 2015): 433–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-619.

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Resumen
La possibilità di conservazione dei residui uditivi è stata correlata a fattori chirurgici quali il tipo di cocleostomia (transfenestrale vs. promontoriale), l’uso di lubrificanti e farmaci otoprotettivi, e a fattori legati all’impianto quali la forma, la lunghezza e la flessibilità dell’elettrodo. Abbiamo studiato l’impatto di questi fattori sul tasso di conservazione dell’udito residuo in adulti e bambini con indicazioni audiologiche convenzionali all’impianto cocleare. Ottantadue bambini di età compresa tra 1 e 9 anni e 73 adulti (tra 16 e 79 anni) hanno ricevuto un IC monolaterale, nell’orecchio destro (59%) o sinistro (41%). Una cocleostomia promontoriale antero-inferiore è stata impiegata in 143 orecchi (92%), e un approccio a trans-fenestrale in 12 (8%). Un elettrodo perimodiolare è stato impiantato in 144 orecchi (93%); un elettrodo “straight” è stato utilizzato nei rimanenti 11 (7%). Complessivamente, un residuo uditivo post-operatorio è stato mantenuto nel 39% dei casi. Il tasso di conservazione è stato superiore alle frequenze gravi rispetto alle acute. Quando correlato all’età, al lato dell’impianto, al modello di elettrodo e al tipo di cocleostomia, le variazioni medie di soglia uditiva acustica non sono risultate statisticamente significative per alcuna di queste variabili. Un lieve trend in favore di una migliore conservazione uditiva si è osservato nei bambini rispetto agli adulti, specialmente alle frequenze gravi.
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Aquilani, C., T. Pérez-Palacios, E. Jiménez Martín, T. Antequera, R. Bozzi y C. Pugliese. "Effetto del tipo di conservazione e arricchimento in omega-3 sulla qualità di hamburger di Cinta Senese". Archivos de Zootecnia 67, Supplement (15 de enero de 2018): 217–20. http://dx.doi.org/10.21071/az.v67isupplement.3608.

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Resumen
Il contenuto di acidi grassi polinsaturi (PUFA) della carne suina di razza Cinta Senese è solo del 10-11% rispetto al contenuto di grasso totale. Inoltre, gli acidi grassi eicosapentaenoico e docosaesaenoico non sono presenti nella carne suina, mentre sono molto abbandonati nei prodotti a base di pesce. Quindi, si è addizionato olio di pesce deodorizzato, o tal quale (F) o previa microencapsulazione (M), a hamburger di Cinta Senese, al fine di migliorarne la salubrità. Gli hamburger sono stati divisi in tre gruppi e sono stati sottoposti a tre diverse condizioni di conservazione: nessuna conservazione (T0), refrigerazione (T5) e congelazione (T30). Al termine del prestabilito periodo di conservazione, il prodotto è stato cotto e sono stati analizzati il profilo acidico e l’ossidazione lipidica. Gli hamburger del gruppo M hanno mostrato una quantità significativamente più alta di PUFA sia al T0 che al T5; in particolare i PUFA omega-3 sono risultati più alti negli hamburger M per tutte e tre le modalità di conservazione. La modalità di addizione dell’olio di pesce ha avuto effetti diversi sull’ossidazione lipidica; infatti, i valori più alti sono stati registrati per i prodotti del gruppo F. Per concludere, la tecnica di microincapsulazione dell’olio di pesce ha dimostrato di riuscire a proteggere al meglio dall’ossidazione i PUFA omega-3 addizionati, migliorando e garantendo così il contenuto di questi acidi grassi nel prodotto, anche dopo la cottura.
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Federici, Carlo. "Uso o conservazione ? Un falso dilemma". Gazette du livre médiéval 7, n.º 1 (1985): 1–4. http://dx.doi.org/10.3406/galim.1985.979.

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Cather, Sharon, Cristina Danti, Mauro Matteini y Arcangelo Moles. "Le Pitture Murali: Tecniche, Problemi, Conservazione". Studies in Conservation 37, n.º 1 (febrero de 1992): 65. http://dx.doi.org/10.2307/1506441.

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Reggiani, Paolo. "I preparati zoologici di Ulisse Aldrovandi". Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History 1, n.º 2 (20 de diciembre de 2022): 7–17. http://dx.doi.org/10.30682/aldro2202a.

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Resumen
Nell’estate del 2022 sono iniziati alcuni interventi di controllo dello stato di conservazione, pulizia e restauro di una parte della collezione naturalistica di Ulisse Aldrovandi. Durante questi interventi è stato possibile analizzare le tecniche utilizzate per la preparazione e conservazione dei reperti zoologici. Tra questi ci sono tre “basilischi” che risultano particolarmente interessanti: la Centrina vera Aristotelis, il Bufo caudatus et dentatus e il Bufo caudatus sine dentibus. Tra i reperti è stato scoperto anche un Boa constrictor che non fa parte della collezione dello studioso bolognese.
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Gustin, Marco, Mattia Brambilla y Claudio Celada. "Stato di conservazione e valore di riferimento favorevole per le popolazioni di uccelli nidificanti in Italia". Rivista Italiana di Ornitologia 86, n.º 2 (21 de diciembre de 2016): 3. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2016.332.

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Resumen
<p>Le linee guida comunitarie per monitorare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat richiedono che gli Stati membri forniscano un’indicazione del “<em>Favourable</em> <em>Reference</em> <em>Value</em>” (FRV), o “Valore di Riferimento Favorevole”. Il FRV rappresenta un obiettivo di conservazione a lungo termine, tale da rappresentare una situazione indubbiamente favorevole per una data specie, in grado di garantirle ottime possibilità di persistenza nel lungo periodo. La disponibilità di FRV consente una valutazione più oggettiva e trasparente dello stato di conservazione di una specie. Il presente lavoro ha valutato lo stato di conservazione delle specie ornitiche nidificanti in Italia, sviluppando un metodo basato sui requisiti delle direttive comunitarie che integra al suo interno la definizione dei valori di riferimento. Attualmente, è stato proposto un metodo per la definizione dei FRV per popolazione, range e habitat per ciascuna specie, ma è stato possibile procedere ad una identificazione su base quantitativa del solo FRV relativo alla popolazione per le specie di uccelli regolarmente nidificanti in Italia e non attualmente in fase di espansione demografica in seguito a recente colonizzazione (ultimi 30 anni). L’approccio sviluppato per definire il FRV di popolazione ha previsto l’utilizzo di tecniche di <em>Population Viability Analysis</em> o, in alternativa, valutazioni basate sulla densità riproduttiva, secondo le caratteristiche di abbondanza e distribuzione delle specie nidificanti (popolazioni maggiori o minori di 2500 coppie, coloniali o non). Sono state prese in considerazione 250 specie nidificanti in Italia, di cui 88 (che comprendono due sottospecie) incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (147/2009CE). Complessivamente, per 46 popolazioni appartenenti a 20 specie inserite nell’Allegato I e per 10 popolazioni di 6 specie non incluse, è stato possibile calcolare un valore di FRV attraverso tecniche di PVA. Per 15 specie inserite nell’Allegato e per 92 specie non inserite è stato formulato un FRV in termini di densità riproduttiva a una o due scale spaziali; per le specie con popolazioni superiori a 2500 coppie esigenze spaziali elevate (territori o <em>home ranges</em> di decine di ettari o più) non è stato formulato il FRV a scala locale. Per valutare lo stato di conservazione è stato utilizzato un adattamento della classificazione a “semaforo” proposta dalla Commissione Europea per la Direttiva Habitat, attribuendo a ciascuna delle tre voci considerate (popolazione, range e habitat), un giudizio sintetico: <br />- favorevole: semaforo VERDE. Tutti favorevoli oppure due favorevoli ed uno sconosciuto;<br />- inadeguato: semaforo GIALLO. Uno o più inadeguato/i ma nessuno cattivo; <br />- cattivo: semaforo ROSSO. Uno o più cattivo/i; <br />- sconosciuto semaforo BIANCO. Tre sconosciuti oppure due sconosciuti ed un favorevole.</p><p>Prima di poter attribuire il giudizio a ciascuna voce, è necessario verificare se vi sono fattori che possono portare almeno uno dei tre valori di riferimento favorevole a non essere raggiunto, mantenuto o raggiungibile nel futuro prossimo (<em>warning</em> <em>lights</em>). Complessivamente, 42 specie incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli hanno stato di conservazione cattivo, 39 inadeguato, 6 favorevole e 1 sconosciuto; tra le specie non inserite, 35 hanno stato di conservazione cattivo, 44 inadeguato, 67 favorevole e 16 sconosciuto Per alcune specie è stato possibile valutare lo stato di conservazione per singole bioregioni e sono state prodotte classificazioni “a semaforo” per ciascuna bioregione ospitante la specie in oggetto. Per essere in stato di conservazione favorevole, una specie non deve essere semplicemente al riparo dal rischio di estinzione, ma deve avere un ruolo “significativo” nel proprio habitat di riferimento, rinvenendosi con frequenze e densità soddisfacenti e ricoprendo le funzioni ecologiche che le sono proprie. Le forti pressioni cui molte specie e popolazioni sono sottoposte (cambiamenti climatici, continuo degrado ambientale, variazioni ad ampia scala nella dinamica di popolazione), rendono necessario valutare accuratamente le minacce e pressioni cui la specie/popolazione sono soggette o potranno esserlo nel prossimo futuro, anche in caso di popolazioni superiori al FRV. Risulta, infine, evidente come i FRV dovranno essere sottoposti a periodica rivalutazione e aggiornamento, sulla base soprattutto dei nuovi dati che ogni sei anni vengono forniti dal Reporting sull’applicazione della Direttiva Uccelli.</p>
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Grasso, Davide. "Memoria e conservazione: la Rückfrage delle istituzioni". Rivista di estetica, n.º 36 (1 de diciembre de 2007): 149–66. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.2367.

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Bellini, Amedeo. "A proposito di alcuni equivoci sulla conservazione". TERRITORIO, n.º 55 (enero de 2011): 19–22. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-055004.

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Sauvanet, A. "Pancreatectomie cefaliche e istmiche con conservazione duodenale". EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale 18, n.º 1 (enero de 2012): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0798(12)60753-0.

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Niccolucci, Franco. "4CH: un progetto per sviluppare le applicazioni e le competenze digitali per la gestione del patrimonio culturale". DigItalia 17, n.º 1 (junio de 2022): 161–67. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00045.

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L’articolo descrive il progetto europeo 4CH – Centro di Competenza per la conservazione del patrimonio culturale. Il progetto, coordinato da INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare attraverso la sua rete di laboratori CHNet, realizzerà un Centro che metterà a disposizione di operatori e istituzioni tecnologie scientifiche e digitali avanzate per la conservazione e il restauro, in particolare l’uso di modelli 3D. Le metodologie e tecnologie saranno documentate e rese disponibili, insieme a standard e buone pratiche, su una base digitale della conoscenza. Saranno inoltre creati strumenti di formazione e di aggiornamento. Il Centro di Competenza europeo si articolerà attraverso una rete di Centri nazionali, e insieme contribuiranno a realizzare la trasformazione digitale del settore dei beni culturali.
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Crippa, Maria Antonietta y Pierfranco Galliani. "Conoscenza, conservazione, valorizzazione degli ex ospedali psichiatrici italiani". TERRITORIO, n.º 65 (junio de 2013): 60–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-065008.

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Gibelli, Gioia y Riccardo Santolini. "Reti ecologiche e governo del territorio". TERRITORIO, n.º 58 (septiembre de 2011): 61–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058009.

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Resumen
Alla luce delle emergenze climatiche ed economiche, che spingono a riempire di contenuti concreti i concetti di sostenibilitŕ all'interno degli strumenti di pianificazione, si č attivata una profonda riflessione che ha portato a considerare la biodiversitŕ come un obiettivo da perseguire in quanto dimensione primaria dei sistemi naturali ma con funzione prioritaria di conservare un capitale naturale di qualitŕ, il cui ruolo č quello di garantire la durabilitŕ dei processi e la conservazione delle risorse per le generazioni future e di erogare una serie di servizi ecosistemici alle generazioni presenti. Il progetto di rete ecologica ligure (Rel) rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, i luoghi dove il capitale naturale č allocato. I Ptcp di nuova generazione vedranno le province impegnate nella ridefinizione dello scenario strategico di valorizzazione e conservazione del capitale naturale e nell'acquisizione e eventuale maggiore definizione delle cause di vulnerabilitŕ del sistema paesistico-ambientale.
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Cremonesi, Paolo. "L’amaro caso del Dimetilsolfossido…. Ovvero, dove sta andando l’opera d’arte, la sua conservazione, la ricerca scientifica che la riguarda?" Ge-conservacion 1 (26 de agosto de 2011): 9–36. http://dx.doi.org/10.37558/gec.v1i1.5.

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Il semplice caso di un solvente utilizzato nel restauro può rappresentare in maniera esemplare la complessità di affrontare la conservazione dell’opera d’arte. In questo particolare momento storico il significato stesso dell’opera d’arte è un po’ appannato; inevitabilmente, allora, anche il nostro approccio alla conservazione è confuso. Poter fruire dell’opera d’arte, e allo stesso tempo garantirne l’integrità strutturale, sono esigenze che sembrano spesso difficili da conciliare. Troppo spesso la nostra attenzione verso i Beni Culturali si materializza solo nell’intervento di restauro, e in questo si esaurisce: manca l’attenzione alle condizioni ambientali, prima dell’intervento, ed è carente, dopo di esso, una manutenzione programmata. La pulitura, l’operazione più frequentemente eseguita nel restauro delle opere policrome, e forse la più irreversibile, presenta un fattore di rischio talmente elevato da rendere ormai indispensabile una pausa di riflessione: riconsideriamo l’intervento, la sua necessità, i suoi materiali; riconsideriamo le nostre aspettative.
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BANDINELLI, ANGELA. "1783 - LAVOISIER AND LAPLACE: ANOTHER CRUCIAL YEAR. ANTIPHLOGISTIC CHEMISTRY AND THE INVESTIGATION ON LIVING BEINGS BETWEEN THE EIGHTEENTH AND THE NINETEENTH CENTURIES". Nuncius 18, n.º 1 (2003): 127–39. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00585.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Il presente saggio suggerisce una nuova interpretazione della biologia lamarckiana basata su un'analisi delle diverse immagini sul vivente fra Sette e Ottocento. In particolare, la nouvelle chimie introdusse un nuovo concetto di combustione che rovesci il modo d'intendere il calore corporeo. Oltre a ci documentabile che la nouvelle chimie inaugur una nuova epoca cambiando l'organizzazione della cosiddetta 'macchina animata': il corpo vivente divent un naturale composto costantemente soggetto a trasformazioni materiali. Grazie alla nouvelle chimie il vivente divent un sistema naturale, ovvero un'unit regolata da due distinte leggi fisico-chimiche: il principio di conservazione del calore (1783) e il principio di conservazione della massa (1789). La convinzione che la macchina vivente fosse soggetta alla dinamica newtoniana cominci a sgretolarsi: l'immagine di una complicata macchina mor per dar vita al nuovo concetto di sistema. Il vivente non era pi un fatto riguardante la meccanica, ma diventava un discorso relativo alla fisico-chimica.
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Bellini, Amedeo. "Conservazione e fruizione del patrimonio architettonico: un problema etico". TERRITORIO, n.º 64 (febrero de 2013): 9–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-064002.

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Resumen
Critical thinking still today addresses the issues of the conservation and reuse of our architectural heritage from different viewpoints which are not compared, as if the recognition of historical, communicative and formal values and thinking on how it is used and on the inevitable changes needed to satisfy vital needs belong to totally different spheres of thought and work. More specifically, time is lost within that disciplinary area traditionally defined as history and criticism in advancing hypotheses to summarise the debate that has taken place in recent decades, with no acknowledgement of the radical change that has taken place, caused by new historical and aesthetic perspectives of the relative nature of all value judgements and of the extension of protection to unofficial building, which inevitably highlight political and economical aspects, which in the final analysis are ethical questions.
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Matos, Olga de. "[Recensão a] Franco Minissi, Conservazione Vitalizzazione Musealizzazione, “Strumenti, 4”". Conimbriga: Revista de Arqueologia 31 (1992): 200–205. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_31_13.

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Peccenini, Simonetta y Luigi Minuto. "Endemiti in Liguria: Piano di Conservazione del Loro Germoplasma". Giornale botanico italiano 128, n.º 1 (enero de 1994): 313. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437143.

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Bilotto, Antonella. "Le dinamiche del digitale in archivio. Produzione, conservazione, valorizzazione". IMPRESE E STORIA, n.º 45 (diciembre de 2022): 107–17. http://dx.doi.org/10.3280/isto2022-045005.

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Rossitti, Marco y Francesca Torrieri. "Action research for the conservation of architectural heritage in mariginal areas: the role of evaluation / La ricerca azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali: il ruolo della valutazione". Valori e Valutazioni 30 (agosto de 2022): 3–44. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223002.

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Resumen
The recognition of the key role of architectural heritage for sustainable territorial development has pushed the scientific community to give more importance to the involvement of local communities in conservation choices and practices. However, despite the recognition of the benefits deriving from the active participation of local communities in the field of conservation, in practice, this involvement is still marginal and linked to experiences without institutional support. This phenomenon is due to different causes, such as the lack of a participatory culture in conservation. It finds its roots in a conventional approach to architectural heritage conservation merely based on an “expert knowledge”. Consequently, there is an urgent need for approaches and tools to manage the complexity of decisions about conservation, which require close collaboration between local communities, research, and institutions. In this context, the paper aims to investigate the role of the action-research approach in fostering the participation of local communities in conservation processes, especially in marginal areas, where the demographic shrinking dynamics make even more necessary both the institutions’ intervention and the communities’ engagement. Based on these premises, starting from an analysis of recent experiences, the contribution dwells on the need to support the implementation of action-research approaches for the conservation of architectural heritage in marginal areas, paying particular attention to the role of evaluation. More in detail, in the first part of the paper, a reflection on the importance of community involvement for heritage conservation is proposed based on the main documents on the topic. In the second part, the main features of the action-research approach and its strengths and weaknesses have been analyzed through a literature review of action-research experiences applied to architectural heritage at a global level. The analyses have highlighted how most of these experiences are born from spontaneous initiatives, without institutional and methodological support, in which the role of evaluation is still marginal. Therefore, in the final part, the paper proposes a first methodological framework based on integrating action research with the main evaluation tools developed in the scientific literature to support the different phases of the decision-making process. This framework, suitably declined according to the specificities of the case study treated, can represent a valid support for implementing and transposing the research-action approach for heritage conservation in an institutional context. Il riconoscimento del ruolo chiave del patrimonio architettonico per uno sviluppo territoriale sostenibile ha spinto la comunità scientifica ad attribuire maggiore importanza al coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte e pratiche di conservazione. Tuttavia, nonostante il riconoscimento dei benefici derivanti dalla partecipazione attiva delle comunità locali in ambito conservativo, nella pratica tale coinvolgimento risulta ancora marginale e legato ad esperienze prive di supporto istituzionale. Tale fenomeno è ascrivibile a molteplici cause, tra cui la mancanza di una cultura della partecipazione, che affonda le sue radici nell’approccio convenzionale alla conservazione del patrimonio architettonico basato sulla sola “conoscenza esperta”, e la conseguente carenza di approcci e strumenti capaci di gestire la complessità delle scelte legate alla conservazione in cui, invece, si richiede una stretta collaborazione tra comunità locali, mondo della ricerca e istituzioni. Il presente contributo mira ad indagare il ruolo dell’approccio della ricerca azione nel favorire la partecipazione delle comunità locali ai processi di conservazione soprattutto nelle aree marginali, dove le dinamiche di contra- zione demografica in atto rendono ancora più necessario sia l’intervento delle istituzioni, che la partecipazione delle comunità. Sulla scorta di tali premesse, partendo da un’analisi delle esperienze in corso, il contributo si sofferma sulla necessità di supportare l’implementazione di approcci alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali, ponendo parti- colare attenzione al ruolo della valutazione per il raggiungimento di tale obiettivo. Nello specifico, nella prima parte del contributo si propone una riflessione sull’importanza del coinvolgimento delle comunità per la conservazione del patrimonio sulla base delle principali carte e trattati sul tema. Nella seconda parte sono state, poi, analizzate le principali caratteristiche dell’approccio alla ricerca-azione ed i suoi punti di forze e di debolezza rispetto alle finalità preposte attraverso una literature review delle esperienze di ricerca azione applicate al patrimonio architettonico a livello globale. Le analisi condotte hanno portato ad evidenziare come la maggior parte delle esperienze analizzate nasca da iniziative spontanee, prive di un supporto istituzionale e metodologico, in cui il ruolo della valutazione è ancora marginale. Pertanto, nella parte finale della riflessione si propone una prima proposta di framework metodologico basato sul- l’integrazione della ricerca azione con i principali strumenti di valutazione sviluppati in letteratura al fine di supportare le differenti fasi del processo decisionale. Tale framework, opportunamente declinato secondo le specificità del caso studio trattato, può rappresentare un valido supporto per l’implementazione e la trasposizione in ambito istituzionale dell’approccio alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio.
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Morales La Mura, Raul. "Cittadinanza e identitŕ come ethos e habitus". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (octubre de 2009): 163–76. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002011.

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Discutere il concetto d'identitŕ e di cittadinanza non č mai un'operazione neutrale poiché le implicazioni politiche attraversano le nostre prese di posizioni di fronte al mondo. Mostrando la cittadinanza come il risultato di un rito istituzionale definiamo il comportamento e le regole di comportamento nella societŕ, ovvero l'ethos. Possiamo anche considerare l'identitŕ come l'espressione delle disposizioni interiori attraverso il processo di socializzazione, ovvero l'habitus. Infine, mostrando la sovrapposizione di questi due concetti all'interno di ogni gruppo d'individui sveliamo il meccanismo di conservazione del territorio dove si costruiscono, si conferiscono, si producono e si riproducono le argomentazioni di una rappresentazione integrata dell'unitŕ dei gruppi e dei loro interessi. Questo articolo aiuta a comprendere che la durabilitŕ di un territorio simbolico e fisico, all'interno del quale cittadinanza ed identitŕ sono costituiti, dipende dalla capacitŕ sociale di includere gli altri integrando i loro interessi. Č grazie a questa pratica sociali che la societŕ sino ad ora hanno assicurato la loro conservazione ed č inevitabilmente lungo questo processo che continueranno a farlo.
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Ruta, Claudia. "La coltura in vitro per la conservazione della biodiversità orticola". Italus Hortus 25 (2018): 1–11. http://dx.doi.org/10.26353/j.itahort/2018.1.3690.

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Girelli, Stefania. "Demolizione, riuso e conservazione delle fortificazioni di Brescia (1802-1927)". STORIA URBANA, n.º 136 (marzo de 2013): 69–122. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136003.

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Il saggio ripercorre il processo di erosione della cerchia muraria di Brescia che, tra il 1802 e il 1927, portň progressivamente al suo pressoché totale smantellamento. La dinamica di tale processo, dalle istanze di demolizione alle modalitŕ del riuso delle aree cosě derivate, viene ripercorsa analizzando l'evoluzione della cittŕ dal punto di vista economico e sociale che, unitamente alla perdita delle funzioni fisiche e simboliche del sistema difensivo, trasformň la cinta muraria in una barriera all'ampliamento urbano.
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Danzl, Thomas. "Policromia e scienze della conservazione: il caso Bauhaus a Dessau". TERRITORIO, n.º 62 (septiembre de 2012): 108–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062020.

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The first part of the essay reviews considerations made since the end of the Second World War in Germany on the conservation of modern architecture and it identifies the complex issue of the value of the memories that architecture carries in it, even in restoration projects which do not exclude modifications, the introduction of new parts and rebuilding. The objective is to identify the characteristics of critical and conservative restoration which leaves the traces of time and the losses on view, so that a 20th Century monument becomes a document of itself. The procedures followed for the conservative restoration of the Bauhaus buildings at Dessau are therefore carefully reviewed, reporting the progressive clarification of the method, which took final concrete form in the material conservation of the polychromes of the interior views through the application of conservation sciences.
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Long, Joelle. "La conservazione dei legami nell'affidamento e nell'adozione: una prospettiva europea". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (noviembre de 2014): 15–24. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-004002.

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Scarrocchia, Sandro. "I Fondamenti Della Teoria Disciplinare Della Conservazione Di Alois Riegl". Wiener Jahrbuch für Kunstgeschichte 50, n.º 1 (diciembre de 1997): 41–74. http://dx.doi.org/10.7767/wjk.1997.50.1.41.

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Cresta, Paolo y Mauro Giorgio Mariotti. "La Conservazione Della Natura in Liguria: Considerazioni Sugli Aspetti Botanici". Giornale botanico italiano 128, n.º 1 (enero de 1994): 351. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437174.

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Damiani, Marco y Giovanni Barbieri. "Elezioni e classe politica nella Regione Umbria (1970-2010)". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 66, n.º 2 (30 de diciembre de 2011): 90–122. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9804.

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Introduzione Per un quadro generale del primo quarantennio di storia elettorale della Regione Umbria L'astensionismo Autonomia e/o dipendenza del ceto politico regionale Il ricambio del ceto politico regionale umbro dal 1970 al 2010 Profilo sociografico della classe politica regionale umbra La classe politica regionale umbra nella IX consigliatura: rinnovamento o conservazione? Continuità o scongelamento?
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Zannini, Andrea. "La frontiera certa. note su questioni di confine". SOCIETÀ E STORIA, n.º 135 (julio de 2012): 189–94. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135011.

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Resumen
Prendendo spunto dalle ricerche presentate nel volume a cura di Walter Panciera, Questioni di confine e terre di frontiera in area veneta. Secoli XVI-XVIII (Milano 2009), questo intervento affronta alcune questioni relative alla formazione e alla conservazione del confine nella Repubblica Veneta nel corso dell'etÀ moderna, con particolare riguardo ai riflessi che le pratiche confinarie ebbero nella trasformazione dello stato moderno.
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Brezzi, Camillo. "Le voci dei «senza storia»". REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), n.º 37 (21 de julio de 2022): 95–110. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7057.

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Nel 1984, Saverio Tutino, famoso giornalista, decide di fondare a Pieve Santo Stefano, un piccolo paese della Toscana, un archivio finalizzato alla raccolta, conservazione catalogazione delle scritture della «gente comune» per evitare la dispersione di un patrimonio documentario unico. Il progetto, ha un riscontro decisamente positivo: il patrimonio vede un continuo incremento tanto da contare attualmente più di 9.000 testimonianze, inviate in prima persona dagli autori o dai loro familiari e amici. Pagine e pagine di diari, memorie, carteggi costituiscono un vero monumento nazionale della memoria e toccano diverse fasi storiche e tematiche. Negli ultimi anni, l’Archivio ha avviato una serie di iniziative che ne caratterizzano sempre più la specificità e ha stabilito un proficuo rapporto con il mondo universitario, dando vita a programmi di ricerca e a significative iniziative, nell’intento di porre i diari nel quadro del rinnovato dibattito scientifico prodotto dalle diverse discipline. L’Archivio è anche promotore di attività editoriali volte a coinvolgere non solo gli studiosi ma a un pubblico più ampio. Oltre alla conservazione e alla schedatura informatizzata, l’Archivio ha realizzato la digitalizzazione dei manoscritti, ha aperto portali e siti e ha dato vita al Piccolo museo del diario.
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Morezzi, Emanuele. "La Cattedrale dell'Elettricità: trasformazione del rudere, permanenza dell'immagine. Il caso della Battersea Power Station di Londra." Labor e Engenho 11, n.º 4 (26 de diciembre de 2017): 477. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651202.

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Le recenti trasformazioni della Battersea Power Station impongono una riflessione sulla modifica del paesaggio industriale londinese del XX secolo. L'articolo intende porre una riflessione non solo sulla conservazione/trasformazione del rudere, ma anche sulla valenza iconica dell'edificio e sull'importanza del simbolo che esso rappresenta nel panorama londinese, in qualità di caso studio di architettura legata al periodo industriale e alle architetture per la produzione di energia elettica.
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Serafini, Lucia. "Terremoto y centros históricos. Experiencias de reconstrucción en Italia." Gremium 6, n.º 11 (1 de enero de 2019): 72–79. http://dx.doi.org/10.56039/rgn11a08.

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Il contributo riassume l’esperienza avuta dai professori dell’Università “G. d’Annunzio” di ChietiPescara, dopo il disastroso terremoto che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009. L’esperienza si riferisce in particolare al lavoro svolto in alcuni Piani di ricostruzione dei centri danneggiati, per la cui ealizzazione si è scelto di adottare i principi della conservazione e del restauro, e considerarli essenziali per qualsiasi intervento sul patrimonio storico.
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Canfora, Irene. "La normativa speciale dell’impresa agricola nel quadro di un sistema agroalimentare sostenibile in Europa". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 1(30) (8 de junio de 2022): 45–55. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.4.

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Il saggio analizza l’evoluzione della legislazione italiana dell’impresa agricola in relazione agli sviluppi delle politiche agricole europee. Il saggio evidenzia che, sia la normativa europea che quella nazionale nei più recenti sviluppi confermano la specialità del diritto agrario, finalizzato alla conservazione delle attività agricole e del territorio rurale, così come al funzionamento della filiera agroalimentare al cui interno l’attività produttiva agricola europea rappresenta un anello essenziale.
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Isola, Federica, Sabrina Lai y Federica Leone. "Efficienza energetica e pianificazione dei centri storici: alcune esperienze dalla regione Sardegna". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 131 (noviembre de 2021): 118–42. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131-s1006.

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I Piani particolareggiati hanno assunto importanza chiave per la tutela dei caratteri tradizionali dei centri storici, ulteriormente rafforzata dall'entrata in vigore del Piano paesaggistico regionale, orientato al mantenimento di edifici e tessuti storici. Questo contributo analizza il rapporto tra conservazione dei caratteri tradizionali dei centri storici e valorizzazione del loro capitale territoriale in termini di adeguamento alle esigenze contemporanee, con riferimento alle questioni energetiche.
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Cozza, Cassandra. "Le architetture umanitarie di Yasmeen Lari". TERRITORIO, n.º 100 (noviembre de 2022): 17–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100002.

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Yasmeen Lari ha saputo trasformare l'architettura in uno strumento capace di veicolare valori importanti e di promuovere trasformazioni spaziali basate su una visione umanistica della disciplina. Nel corso degli anni, ha orientato la sua pratica architettonica verso progetti capaci di affrontare tematiche a lei care, come la conservazione e l'architettura umanitaria, e di dialogare con la società. Oggi è un'attivista dell'architettura socialmente ed economicamente sostenibile.
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Barbera, G. "Tree cares as symbol of culture and enviromental conservation". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 5, n.º 1 (10 de octubre de 2008): 262–63. http://dx.doi.org/10.3832/efor0546-005.

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Scharf, Gian Paolo Giuseppe. "Notariato milanese e notariato aretino medievali a confronto (secoli XIII-XIV)". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 677–89. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16905.

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Milano e Arezzo, due città apparentemente molto distanti, ma in realtà piuttosto simili in fatto di civiltà notarile, vengono qui confrontate da questo punto di vista per evidenziare similitudini e particolarità della produzione notarile, della sua conservazione, della carriera e del ruolo di tali protagonisti, del formulario usato da essi. L’analisi viene estesa anche al contado, considerato parte inscindibile di un unico spazio comunale che nella città aveva il suo centro.
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Cuppone, Roberto. ""In questo", il teatro gli scenari della commedia dell'arte". Trans/Form/Ação 24, n.º 1 (2001): 121–41. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732001000100009.

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Il segreto della commedia dell'arte è stato nel paradosso di Maschera e Improvvisazione, Tipo Fisso e Testo Variabile, Conservazione e Innovazione. Per questo è stato nei secoli esaltata o denigrata: considerata reazionaria dalla Rivoluzione francese e esaltata come rivoluzionaria dai Romantici. Nel Novecento, Copeau, Mejerchol'd, Mnouchkine e Fo hanno dovuto fare i conti con questa ambivalenza. Dunque ciò che oggi si chiama commedia dell'arte è "reazionario" o "rivoluzionario"? "Popolare"o "populista"?
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Pertot, Gianfranco y Gian Paolo Treccani. "Mentalità stratigrafica e progetti per la conoscenza e per la conservazione". Arqueología de la Arquitectura, n.º 1 (30 de diciembre de 2002): 131. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.11.

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Gli autori presentano i risultati più significativi di una ricerca svolta presso le Università di Milano e di Brescia, nell’ambito dei corsi di Restauro architettonico. Fra i principali obiettivi dello studio e delle esperienze didattiche correlate vi è il tentativo non solo di utilizzare le procedure dell’archeologia stratigrafica, per quanto utile e possibile, nella complessa serie di operazioni che segna la redazione di un progetto di conservazione e di riuso, ma di trasferirvi anche quella che si può definire come “mentalità stratigrafica”. In particolare considerando nuovi codici, quali le Interfacce di Fase e le Unità Stratigrafiche Associate. A corredo di queste argomentazioni vengono anche svolte alcune considerazioni in merito al cosiddetto “Restauro archeologico”
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Carrosio, Giovanni. "Conservazione o transizione? Le reti di teleriscaldamento tra città e campagna". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 126 (diciembre de 2019): 32–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2019-126003.

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Romeo, Emanuele. "Riflessioni sull’industria agro-alimentare tra conservazione e valorizzazione della memoria storica". Labor e Engenho 7, n.º 1 (1 de febrero de 2013): 17–28. http://dx.doi.org/10.20396/lobore.v7i1.187.

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Preta, Augusto. "La TV digitale terrestre: conservazione dell'esistente o innovazione verso la convergenza?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, n.º 2 (junio de 2009): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-002002.

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Resumen
- Even though competition among platforms has not yet clearly established a winner, digital TV has grown significantly everywhere. Technological developments have allowed new models for content consumption. User-generated content, on-demand services, catch up TV, PVRs which allow the creation of individual schedules and skipping commercials are disrupting the traditional passive mode of content consumption. Faced with these new models, some TV players are actually proactive in creating cross-platform synergies, in order to exploit their expertise and brand across a multitude of platforms, thus increasing their profits. The competitive scenario is undergoing substantial changes compared to the one we had grown familiar with over the last twenty years. Penetration of digital TV is moving ahead: in June 2008, there were nearly 100 million digital TV households in Western Europe, thus reaching 60% of European TV households. Satellite is still the most widespread digital access, but digital terrestrial television records the highest growth rates, thanks to the success reported in some of the biggest markets. After the Netherlands, also Finland and Sweden have completed the analogue switch-off. New platforms such as ADSL, FTTH are still struggling to conquer a place in the market. Although it is still a marginal platform, the IPTV is reporting interesting figures. Other services followed in Germany, Finland and the United Kingdom after the first commercial launch of mobile broadcast TV in Italy in June 2006,. Other services are expected to be launched with the EC supported standard DVB-H. Keywords: television, digital TV, convergence, market strategy. Parole chiave: televisione, TV digitale, convergenza, strategia di mercato. . Jel Classification: L82
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Setti, Giulia. "Stepwell. Architetture per l'acqua nel nord Gujarat tra conservazione e recupero". TERRITORIO, n.º 97 (enero de 2022): 150–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097019.

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Le Pimpec-Barthes, F., P. Berna, A. Badia, B. Petkova, R. Zegdi y V. Boussaud. "Prelievo e conservazione del polmone nel quadro di un prelievo multiorgano". EMC - Tecniche Chirurgiche Torace 13, n.º 1 (enero de 2009): 1–12. http://dx.doi.org/10.1016/s1288-3336(09)70426-1.

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D’Agnelli, Francesca Maria, Sergio Bellini, Adriano Belfiore, Claudia Guerrieri y Silvia Tichetti. "Gestione, conservazione e valorizzazione delle immagini digitali del patrimonio culturale ecclesiastico". DigItalia 17, n.º 2 (diciembre de 2022): 32–57. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00051.

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Pancera, Carlo. "Una transizione di lungo periodo". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 43 (junio de 2012): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043001.

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Nella lunga fase di transizione graduale da una cultura orale a una in cui si legge, l'articolo individua una decina di coppie concettuali che permettono di cogliere alcune aspettative e anche illusioni che si coltivavano a proposito del passaggio all'uso del mezzo scrittorio e dei suoi effetti. Riguardano: rapporto conservazione/perdita, tradizione/canone, scrittura/lettura, piacere/necessitÀ, conflitto/civiltÀ, invio/ricezione, continuitÀ/discontinuitÀ, conformazione/ autoformazione, specchio-dell'autore/specchio-del-lettore, sapere/esperire, dicibile/indicibile.
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Aiello, Francesca. "Gli acquisti per la farmacia del Monastero dei Benedettini di Catania". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 1 (mayo de 2021): 162–69. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001018.

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Il contributo si propone di studiare, attraverso i registri di spesa, gli acquisti effettuati dai monaci benedettini del monastero di San Nicola l'Arena di Catania per la loro Farmacia o Infermeria. Le annotazioni presenti nella documentazione archivisitca, in particolare in alcuni capitoli di spesa, permettono di comprendere le esigenze dei monaci sia per l'approvvigionamento di unguenti necessari per la cura degli infermi, che per il vasellame da impiegare per la conservazione e la preparazione dei medicamenti.
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Meliciani, Alessandro. "Intervista a Luciano Cifaldi". Mnemosyne, n.º 1 (1 de septiembre de 2008): 4. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11593.

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L’intervista permette a Luciano Cifaldi di raccontare come è nata la sua passione per il restauro. Nato in un piccolo paese della Daunia Irpinia, Montaguto in provincia d’Avellino, pur non avendo seguito un apprendimento specifico, recatosi giovane a Firenze per lavorare in una falegnameria, viene impressionato dalla cura dei volontari accorsi per l’alluvione a Firenze per salvare il salvabile: libri, mobili, quadri. Comprende in quella occasione il valore dell’arte e dell’artigianato e dell’importanza della sua conservazione.
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Vinardi, Maria Grazia. "Note sul restauro delle residenze sabaude nelle celebrazioni del primo centenario dell'Unitŕ d'Italia (1961)". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 251–70. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132009.

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Fra le attivitŕ promosse per le celebrazioni del Centenario dell'Unitŕ d'Italia, Torino e il Piemonte poterono usufruire di finanziamenti per il restauro dei Castelli di proprietŕ demaniale. L'opera si dimostrň particolarmente rilevante in quanto si poterono iniziare grandi cantieri, che avviarono un lungo processo di conservazione di queste fabbriche, in alcuni casi concluso solo oggi. Il merito dei protagonisti di questi interventi, i Soprintendenti, fu quello di togliere dall'oblio un patrimonio culturale di rilevanza europea, in gran parte sconosciuto agli stessi piemontesi.
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Cinà, Giuseppe. "Idee e pratiche della conservazione in Cina nell'epoca del socialismo di mercato". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 111 (marzo de 2015): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2014-111001.

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