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Cartolari, R., G. B. Scarfò, and S. Boni. "La TC con carico assiale nella instabilità del rachide lombo-sacrale." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2 (1996): 147–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900203.

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La diagnosi di instabilità del rachide lombo-sacrale è, a tutt'oggi, fondamentalmente clinica. Anche le più sofisticate tecniche di diagnostica radiologica consentono infatti solo una valutazione statica di questa entità nosologica (che, per definizione si manifesta durante la deambulazione e con la stazione eretta) la cui definizione dinamica è campo pressochè esclusivo della radiologia convenzionale. Presentiamo i risultati di uno studio condotto attraverso l'uso di uno strumento originale progettato per sviluppare un carico assiale variabile e riproducibile in un paziente supino: il Compres
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Ruggiero, G., J. P. Jolivet, and R. Ricci. "Rapporto tra evoluzione clinica e modificazioni anatomiche nella lombalgia d'origine discale, dopo trattamento chiropratico." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 3 (1992): 357–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500308.

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Lo scopo del lavoro è la valutazione, mediante tomografia computerizzata, delle modificazioni anatomiche e dell'evoluzione clinica delle discopatie, prima e dopo trattamento chiropratico. Dopo un'analisi critica della letteratura, gli autori presentano 13 casi esaminati con tecnica rigorosa. Il trattamento chiropratico si è rivelato sempre utile e molto spesso ha condotto alia guarigione. L'evoluzione clinica favorevole può verificarsi in presenza di modificazioni dell'aspetto del disco anche quando questo non appare retratto, rimettendo in discussione la necessità dell'asportazione chirurgica
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Arcuri, T., F. Calabrò, S. Delucchi, and C. Capellini. "Il massiccio facciale superiore: Patologia non traumatica." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (2000): 459–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300315.

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Da sempre la componente ossea ha rappresentato una barriera per l'esplorazione radiologica del massiccio facciale superiore, barriera che è stata superata soltanto con l'avvento della tomografia computerizzata, che ha consentito di ottenere, oltre all'evidenziazione delle strutture ossee, anche importanti informazioni sui tessuti molli sia superficiali che profondi. La TC costituisce attualmente la modalità di scelta per la valutazione delle cavità nasali e paranasali, ove è in grado di delineare in particolare l'anatomia del complesso ostiomeatale: valutazione quest'ultima ormai indispensabil
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Triulzi, F., M. Machado, A. Righi, and G. Scotti. "L'agenesia del corpo calloso: Valutazione mediante risonanza magnetica e correlazioni cliniche." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 2 (1989): 113–24. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200203.

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Vengono riportati 11 casi di agenesia parziale o totale del corpo calloso studiati mediante risonanza magnetica in un arco di tre anni. Sono state valutate le anomalie congenite del corpo calloso e le eventuali ulteriori anomalie encefaliche ad esso associate. I risultati ottenuti dallo studio RM sono stati correlati con il quadro clinico, evidenziando una particolare rilevanza clinica di anomalie in strutture strettamente correlate al corpo calloso quali la sostanza bianca profonda ed il sistema limbico. La RM si è dimostrata di fondamentale importanza sia nella valutazione delle anomalie del
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D'Aprile, P., N. Medicamento, M. Stefanelli, L. Spagnolo, and A. Carella. "Studio dei nervi cranici con RM ad alta risoluzione." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 3 (1997): 279–99. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000303.

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Attualmente la RM rappresenta la sola modalità di studio neuroradiologico dei nervi cranici e la sua introduzione nella pratica clinica ha rappresentato un grande progresso nella diagnostica in questo campo. Abbiamo effettuato una valutazione dell'anatomia RM dei nervi cranici utilizzando tecniche differenti, caratterizzate essenzialmente da alta risoluzione spaziale e di contrasto; esse (sia Turbo Spin Echo sia ad eco di gradiente) consentono di ottenere immagini di ridotto spessore, anche inferiore al mm, e risultano perciò di grande utilità nello studio delle fini strutture anatomiche. Nel
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Rosa, M. L., M. A. Canevari, N. Mavilio, et al. "Tumori cerebrali primitivi." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (1993): 455–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600411.

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Nello studio delle neoplasie cerebrali primitive, anche ai fini di una indicazione per quanto riguarda la benignità o malignità delle lesioni, un adeguato inquadramento può essere ottenuto sulla scorta di conoscenze generali che si riferiscono — oltre ovviamente ai dati anamnestici — alla classificazione, al comportamento biologico-grado di malignità, alla localizzazione, ai segni di effetto massa e alla valutazione di elementi più specifici che hanno diretta espressività sulle immagini di TC e di RM quali: gli aspetti istologici, biologici e clinici. Per quanto riguarda gli aspetti istologici
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Lupo, A., S. C. Perfetto, and G. Sticchi. "Sindrome di Vernet con miosi, una manifestazione di dissecazione della carotide interna." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (1997): 245. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s2110.

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La sindrome di Vernet o del foro lacero posteriore, affezione poco frequente, è caratterizzata da contemporanea omolaterale lesione dei tre nervi cranici IX,X,XI. Spesso è secondaria a fratture del basicranio o a compressioni da neoplasie o da adenolinfopatie. La S. è caratterizzata dalla paralisi dei muscoli innervati da questi tre nervi: paralisi del costrittore superiore del faringe (IX), paralisi dei velopendulo e del m. laringei (IX e X), paresi del trapezio e dello sternocleido-mastoideo (XI). Il quadro clinico è aspecifico, potendo orientare, in assenza di traumi, per una neoformazione
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Colombo, F., A. Benedetti, P. Dettori, et al. "Radiochirurgia con acceleratore lineare: 5 anni di esperienza clinica." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1 (1988): 17–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100104.

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Gli autori utilizzano una tecnica di radiochirurgia con acceleratore lineare dal 1982. La tecnica è basata su irradiazioni multiple ad archi intersecantisi focalizzate stereotassicamente su un bersaglio. Dopo che una valutazione meccanica e dosimetrica ha dimostrato la validità della procedura, la tecnica è stata impiegata su un gruppo selezionato di pazienti. Dal novembre 1982 al marzo 1988 sono stati trattati 155 casi. Tra loro 72 erano affetti da malformazioni arterovenose cerebrali, 16 da gliomi a bassa malignità, 8 da neurinoma dell'acustico, 8 da meningiomi e 11 da tumori maligni radiose
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Bassi, P., R. Menozzi, P. Piazza, and P. Scagnelli. "La TC nello studio dei processi tumorali maligni delle cavità nasali e dei seni paranasali." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (1991): 135–40. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s324.

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Gli autori sulla base dell'esperienza personale e dei dati della letteratura, hanno esaminato il problema della diagnosi radiologica delle neoplasie maligne delle cavità nasali — paranasali con T.C. In particolare hanno considerato l'efficacia della metodica nell'evidenziare la lesione, la sua sede ed estensione, il tipo di crescita e la via di propagazione; nella dimostrazione delle lesioni ossee secondarie; nella valutazione delle caratteristiche diagnostiche differenziali delle neoplasie maligne e benigne. In questa patologia la TC dopo iniezione di m.d.c. è metodica affidabile, di prima is
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Nella, A., P. Ladisa, T. Popolizio, C. G. Lasalandra, and A. Calace. "Ernie operate: Tipo di intervento chirurgico e quadro clinico." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (1993): 291–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600306.

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Nel tentativo di evidenziare una correlazione clinica in rapporto al tipo di intervento chirurgico, sono stati riesaminati 182 pazienti operati di ernia discale lombo-sacrale, sottoposti a valutazione RM negli ultimi 2 anni per recidiva della sintomatologia dolorosa. L'approccio chirurgico è stato sia di «tipo tradizionale» che di «tipo microchirurgico». La cicatrice epidurale è stata la situazione più frequentemente riscontrata, mentre la recidiva di ernia discale si è evidenziata maggiormente negli interventi di tipo tradizionale. Sulla scorta dei dati rilevati si è ricercata, in questo lavo
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Farneti, D., B. Fattori, and L. Bastiani. "The endoscopic evaluation of the oral phase of swallowing (Oral-FEES, O-FEES): a pilot study of the clinical use of a new procedure." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (2017): 201–6. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1126.

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O-FEES (O-FEES) è una procedura endoscopica, concepita per visualizzare direttamente la fase orale della deglutizione. Nella prospettiva di un utilizzo clinico, la fattibilità, la sicurezza e l’accettabilità dell’O-FEES è stata inizialmente valutata. Successivamente, la procedura è stata confrontata con il gold standard radiologico. L’accettabilità dell’O-FEES è stata confrontata con quello della FEES per mezzo di un questionario a dieci punti, sottoposto ad un campione di 52 pazienti ambulatoriali che lamentavano di disturbi della deglutizione. Il modello Repeated measure analysis of variance
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Carella, A., M. Resta, M. Camicia, and M. A. Gentile. "Errore diagnostico: Perché." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (1992): 199–206. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500209.

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Gli autori analizzano alcuni fattori che possono determinare l'errore diagnostico. Le moderne tecniche neuroradiologiche, a fronte di una sensibilità generalmente elevata, offrono spesso, nei differenti quadri morbosi una specificità non altrettanto alta. Vengono analizzate alcune tappe fondamentali che compongono l'iter diagnostico e che possono notevolmente influire sulla diagnosi: la valutazione clinica, la scelta delle metodiche e tecniche d'esame, l'analisi dell'immagine, il referto. Per evitare o ridurre l'errore diagnostico restano indispensabili la capacità di revisione critica e la di
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Bernardi, B., and A. Zimmerman. "Valutazione RM delle malformazioni midollari dell'infanzia (0–2 anni)." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (1992): 57–64. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s111.

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Le malformazioni vertebro-midollari possono essere classificate in diversi gruppi, le forme phù comuni sono comprese in due grandi categorie: 1- disrafismi spinali (spina bifida aperta, disrafismo spinale occulto), 2- altre anomalie spinocaudali. La conoscenza sia dell'embriologia normale che degli aspetti anatomici delle lesioni congenite porta alla comprensione del momento e della fase di sviluppo in cui la normale sequenza era stata interrotta e permette la classificazione delle malformazioni midollari. La risonanza magnetica fornisce la migliore descrizione delle relazioni anatomiche nelle
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Rigobello, L., P. Drigo, M. Pellone, et al. "Siringomielia occulta manifestatasi dopo decompressione suboccipito-cervicale per sindrome di Chiari II." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (1992): 89–92. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s117.

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Gli autori riportano il caso di un bambino, già operato alla nascita per MMC ed idrocefalo, che a 4 anni d'età ha manifestato una sintomatologia bulbare per sindrome da Chiari II. Dopo attenta valutazione clinica, monitoraggio dei BAERs, e studio con RM encefalica e spinale, il paziente è stato operato di decompressione suboccipito-cervicale per il Chiari II sintomatico. Ad un mese dall'intervento il piccolo accusava una ingravescente mieloradiculopatia con segni algici, motori e sensitivi ad ambo gli arti superiori, insieme ad iniziale papilledema. La RM di controllo ha mostrato una siringomi
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Manfrè, L., M. Accardi, G. Vaccaro, R. Raineri, E. Giarratano, and R. Lagalla. "Valutazione dello spettro di alterazioni ischemiche cerebrali in pazienti asintomatici affetti da talassemia e talasso-drepanocitosi: Valore della RM nel protocollo terapeutico." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (1997): 221. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s299.

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La patologia ischemica rappresenta la causa principale di lesione cerebrale nei pazienti affetti da drepanocitosi, ed è stata documentata mediante RM nei pazienti affetti da stroke. Alterazioni ischemiche possono tuttavia avere luogo anche in assenza di una obbiettività clinica. Recentemente è stato dimostrato il ruolo della RM nella valutazione delle ischemie cerebrali in pazienti affetti da talasso-drepanocitosi e da talassemia. Scopo del lavoro è stato quello di analizzare le alterazioni presenti in una coorte di pazienti affetti da tali alterazioni. 20 pazienti al di sotto di 50 anni di et
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Duca, S., G. L. Lobello, L. Melossi, S. Angeli, and A. Bacci. "Correlazioni RM-clinico-elettroencefalografiche nei postumi di coma postraumatico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (1995): 429–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800309.

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In una popolazione di 34 pazienti con trauma cranico chiuso e periodo di coma di durata variabile tra 1 e 236 giorni, sono state compiute valutazioni comparative tra il quadro neurologico, EEGrafico e RM. Si riscontra una stretta relazione tra la gravità del quadro clinico, neurofisiologico e RM con la durata del coma; in particolare si rileva una corrispondenza tra le lesioni del tronco e l'idrocefalo con la gravità della sintomatologia neurologica. Si osserva un'incongruenza nella relazione dei «reperti normali», che rappresentano il 32% nella valutazione clinica neurologica e il 44% degli e
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Izzo, R., M. Muto, and G. Fucci. "Spondilolisi e spondilolistesi: Stato dell'arte." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 5 (1995): 693–707. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800509.

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La spondilolistesi (SPL) è un'importante causa di lombalgia o lombosciatalgia nella popolazione adulta generale. E' infatti stimato che ben il 3–7% delle colonne lombari presentino almeno un focolaio di spondilolisi, principale causa della SPL, e che la SPL degenerativa ricorra in circa il 4% dei pazienti anziani. A causa di questa notevole frequenza la SPL è un reperto radiologico quasi quotidiano, a volte occasionale, ma che spesso necessita di un'attenta valutazione neuroradiologica, specie in presenza di disturbi radicolari o nei giovani atleti affetti da lombalgia cronica nei quali una di
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Dal Pozzo, G., M. Cellerini, M. Mascalchi, P. Innocenti, N. Villari, and M. C. Boschi. "Utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (1991): 121–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s322.

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Viene esaminata l'utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria con particolare riguardo ai vantaggi, alle limitazioni, alle indicazioni e controindicazioni della metodica. Come è noto, la RM consente uno studio multiplanare e non invasivo delle orbite (non fa uso di radiazioni ionizzanti); inoltre, recenti progressi tecnologici hanno introdotto bobine di superficie sempre più efficienti e sequenze d'impulsi più sofisticate a tutto vantaggio della durata dei tempi di scansione, della risoluzione spaziale e di contrasto. Nella patologia del globo oculare, la RM è impiegata
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Gallucci, M., O. Migliori, B. Orlandi, A. Bozzao, F. Cardona, and M. Arachi. "Malattie dismielinizzanti." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (1992): 19–24. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s104.

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L'aspetto generale di una malattia dismielinizzante è quello di una alterazione diffusa e simmetrica della sostanza bianca. Quest'aspetto può essere considerato specifico e spesso differenziale nei confronti delle patologie della sostanza bianca su base demielinizzante o encefaloclastica. Altro aspetto peculiare è la tendenza alla diffusione dell'alterazione, che non resta confinata in aree focali, ma tende ad avere una distribuzione lobare, emisferica o panencefalica, con possibile coinvolgimento del distretto sottotentoriale. Per quanto concerne l'inquadramento delle singole patologie dismie
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Di Girolamo, M., F. G. Assael, S. Pirillo, et al. "Displasia fibrosa cranio-facciale." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2 (1997): 157–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000203.

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La displasia fibrosa è una patologia caratterizzata da un disturbo nello sviluppo dell'osso. Scopo del lavoro è quello di valutare l'accuratezza diagnostica della risonanza magnetica nello studio della displasia fibrosa cranio-facciale, completando l'esame convenzionale con la somministrazione e.v. di mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio - DTPA) e con acquisizioni di angiografia RM. 5 pazienti con displasia fibrosa cranio-facciale, diagnosticata con biopsia, sono stati sottoposti a studio RM. L'esame è stato effettuato con scansioni assiali Spin-Echo pesate in T1, DP e T2. Altre scansio
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Giovanni, A., A. Ghio, and A. Mattei. "Valutazione clinica della fonazione." EMC - Otorinolaringoiatria 20, no. 4 (2021): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(21)45788-0.

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Giovanni, A., and S. de Saint-Victor. "Valutazione clinica della voce." EMC - Otorinolaringoiatria 13, no. 1 (2014): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(13)66026-2.

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Fava, G., M. Colombo, W. Albisetti, and S. Bartoli. "Inquadramento diagnostico: valutazione clinica." Archivio di Ortopedia e Reumatologia 120, no. 1 (2009): 5–7. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-009-0018-7.

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Cellerini, M., E. Chiti, G. Caracchini, G. Pellicanò, F. Dal Pozzo, and G. Dal Pozzo. "RM ed Angio-RM nello studio della patologia steno-occlusiva (aterosclerotica) delle arterie carotidi nel tratto cervicale." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (1996): 45–54. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s206.

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Resumen
Nella seguente trattazione viene effettuata una revisione del ruolo della risonanza magnetica e dell'angiografia con RM (angio-RM) nella diagnostica della patologia steno-occlusiva delle arterie carotidi nel tratto cervicale con particolare attenzione alle problematiche tecniche e cliniche. Nello studio dei vasi carotidei nel collo le tecniche angio-RM 2D e 3D Time-of-Flight (TOF) sono più diffusamente impiegate rispetto alle tecniche a contrasto di fase (2D e 3D PC angio-RM). Questo è in parte dovuto al fatto che la tecnica TOF, essendo stata commercializzata prima di quella a contrasto di fa
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Christe, G., A. Vaswani, and P. Balthazard. "Valutazione clinica e funzionale dell’anca." EMC - Medicina Riabilitativa 25, no. 3 (2018): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(18)91457-4.

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Capone, A., D. Podda, and F. Ennas. "Valutazione clinica nella coxalgia dell’adulto." LO SCALPELLO-OTODI Educational 24, no. 3 (2010): 142–48. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-010-0076-0.

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Pelliccioli, G. P., L. Parnetti, P. Chiarini, et al. "Riferimenti neuroradiologici nella diagnostica differenziale delle demenze dell'età avanzata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (1996): 439–46. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900415.

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Resumen
Allo scopo di fornire un contributo nella diagnostica delle demenze dell'età avanzata abbiamo valutato con risonanza magnetica i due reperti di maggiore interesse nell'invecchiamento cerebrale, volumetria ippocampale e lesioni iperintense della sostanza bianca e dei nuclei della base, in 12 pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD), in 9 da demenza vascolare (VD), in 12 con Age Associated Memory Impairment (AAMI), entità clinica di riscontro relativamente frequente nell'anziano su cui non esistono ancora pareri univoci, e in 9 soggetti di controllo di analoga fascia di età. I gruppi AD e
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Caramia, F., P. Pantano, and L. Bozzao. "Risonanza magnetica di diffusione e perfusione." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 2 (2000): 207–15. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300208.

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Resumen
Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo nel campo della tecnologia ultraveloce e ad una migliore comprensione dei principi fisici che regolano l'azione dei mezzi di contrasto per RM, è stata introdotta una modalità di imaging funzionale completamente nuova, la RM funzionale. Le tecniche funzionali permettono l'acquisizione di mappe dei principali parametri emodinamici (RM di perfusione o PWI), la valutazione della mobilità delle molecole d'acqua (RM di diffusione o DWI) e lo studio delle attivazioni neuronali (fMRI). La combinazione delle diverse tecniche funzionali permette di valutare nello
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Chatrenet, Y. "Valutazione clinica e funzionale del ginocchio." EMC - Medicina Riabilitativa 20, no. 2 (2013): 1–17. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)64503-4.

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Erbetta, A., J. Bernbaum, R. A. Zimmerman, and J. A. D'Agostino. "Studio neuroradiologico delle lesioni focali ischemiche nei nati a termine e correlazioni cliniche." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (1997): 66. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s224.

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Resumen
I danni cerebrali in epoca perinatale sono una delle più importanti cause di deficit neurologico nei neonati a termine. Possono essere diffusi o focali con aspetti anatomopatologici e neuroradiologici differenti a seconda del grado di maturazione cerebrale e del tipo di eziologia. Abbiamo eseguito una valutazione retrospettiva degli aspetti neuroradiologici e clinici di neonati con danni cerebrali focali, avvenuti nel periodo perinatale per processi trombo-embolici di varia eziologia. Materiali e metodi. La storia clinica di 21 neonati, ricoverati presso il Children's Hospital di Philadelphia
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Marina, R., L. Moschini, L. Caverni, F. Biroli, and O. Santonocito. "Espressività clinico-radiologica delle flebotrombosi cerebrali superficiali." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (1994): 945–49. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700615.

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Resumen
Si descrive un caso di occlusione delle vene cerebrali superficiali del gruppo ventro laterale, con particolare coinvolgimento della vena di Labbé. L'analisi della letteratura clinica e radiologica esistente su questa rara patologia consente di riferire su alcuni elementi di particolare originalità.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini, and Arturo Campana. "Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (2002): 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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Resumen
RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che s
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Villeneuve, A. "Tumori del corpo tiroideo: epidemiologia, clinica, valutazione." EMC - Otorinolaringoiatria 21, no. 3 (2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(22)46875-9.

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Srour, F., C. Dumontier, M. Loubière, and G. Barette. "Valutazione clinica e funzionale della spalla dolorosa." EMC - Medicina Riabilitativa 20, no. 4 (2013): 1–21. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)66028-9.

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Gandini, Loredana, and Andrea Lenzi. "Spermiogramma: dalla corretta esecuzione alla valutazione clinica." L'Endocrinologo 5, no. 3-4 (2004): 71–78. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344496.

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Bizzarri, F., G. Costanzo, P. Raimondi, and G. Vinciguerra. "Scoliosi: Riflessi della valutazione radiologica sulla prevenzione e terapia." Rivista di Neuroradiologia 12, no. 1 (1999): 185–86. http://dx.doi.org/10.1177/197140099901200139.

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Gullo, Salvatore, Emanuela Coppola, and Girolamo Lo Verso. "La valutazione delle psicoterapie: un'introduzione." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 11–25. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001002.

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Resumen
Le psicoterapie funzionano? Quando? Quali cambiamenti producono? I risultati sono stabili nel tempo? E ancora, cosa produce il cambiamento o la guarigione? Come avviene? L'articolo passa al vaglio questi e altri interrogativi relativi alla ricerca in psicoterapia. Il lavoro, in forma introduttiva, problematizza questioni stringenti che da anni animano il dibattito scientifico internazionale e propone un percorso di senso, supportato dalla letteratura sul tema, che consente di seguire i vettori epistemologici che hanno gradualmente intrecciato le esigenze della ricerca e quelle della pratica cl
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Brizzolara, Paola. "Qualche considerazione su processo diagnostico e lavoro analitico, alla luce dell'attuale interesse per la valutazione dimensionale." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (October 2011): 33–41. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003003.

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Resumen
Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuovono il riconoscimento della diade pazienteterapeuta quale vertice osservativo del campo diagnostico. In tal senso, il lavoro della diagnosi presenta un'opportunità sia per estendere e rendere più raffinata la concettualizzazione del ruolo dell'analista, sia per riflettere su come i dati che emergono
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RE, M., M. IACOANGELI, L. DI SOMMA, et al. "Approccio endoscopico endonasale alla giunzione craniocervicale: l’importanza di preservare o ricostruire l’arco anteriore dell’atlante." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (2016): 107–18. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-647.

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Resumen
Riportiamo la nostra esperienza con l’approccio endoscopico endonasale (EEA) in una serie consecutiva di 10 pazienti affetti da lesioni anteriori della giunzione cranio-cervicale. L’obiettivo dello studio è analizzare l’outcome di questi pazienti focalizzando l’attenzione sulla possibilità di preservare o ricostruire l’arco anteriore di C1, quale importante elemento di stabilità della giunzione cranio-cervicale. Dal gennaio 2009 al dicembre 2013, 10 pazienti con patologia della giunzione craniocervicale sono stati operati mediante approccio endoscopico endonasale. Le lesioni trattate includeva
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D'Aprile, P., F. Macina, G. Tripoli, and A. Carella. "Meningiomi intracranici." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (1994): 875–82. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700604.

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Resumen
Scopo del presente studio è stata la verifica dell'apporto diagnostico della Angiografia a Risonanza Magnetica (Angio-RM) nella valutazione pre-operatoria dei meningiomi intracranici. Sono stati esaminati 15 pazienti (portatori di 16 meningiomi), sottoposti ad esame RM di base e ad Angio-RM dei vasi arteriosi e venosi (impiegando sequenze TOF, rispettivamente FISP-3D e FISP-2D), anche dopo somministrazione ev di Gadolinio (Gd-DTPA). L'Angio-RM, nel corso dello studio del comparto venoso, ha permesso una accurata valutazione della invasione dei seni e della dislocazione delle vene corticali. Lo
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Orfei, S., B. Grumelli, and G. Galetti. "Valutazione Clinica E Uroflussimetrica Di Permixon® in Geriatria." Urologia Journal 55, no. 4 (1988): 373–81. http://dx.doi.org/10.1177/039156038805500404.

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Quintaliani, Giuseppe, Maria Luisa Standoli, and Carlo Giammarioli. "Qualità e Sostenibilità in Sanità." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (2014): 75–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.866.

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Resumen
Ci sono diverse interpretazioni sulla qualità del nostro SSN: per alcuni è al secondo posto in Europa, mentre per altri finiamo al 21° posto in classifica. Questo per l’utilizzo di diversi indicatori, di cui la maggior parte è basata sul costo e non sulla qualità clinica. Per la sopravvivenza del nostro SSN, anche in considerazione del cambiamento demografico della popolazione, formata da anziani e malati cronici, è necessario sviluppare e utilizzare indicatori di processo clinici dettati dalle varie società scientifiche, abbandonando la SDO come sistema di valutazione della qualità clinica: l
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Manzotti, Andrea, Francesco Cerritelli, Marco Chiera, et al. "Il modello NAME per la valutazione dei bambini nella TIN." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2020): 66–75. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002007.

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Le cure di routine nelle terapie intensive neonatali (TIN) si basano soprattuttosu procedure manuali. Negli ultimi anni, diversi studi hanno mostrato come il tocco influenzi lo sviluppo dei bambini, soprattutto se pretermine, ma mancano studi sulla palpazione come strumento di valutazione clinica. Pertanto, gli autori propongono il modello Neonatal Assessment Manual scorE (NAME), una procedura di valutazione basata sul tocco che potrebbe aiutare l'equipe delle TIN. Il NAME mira a valutare come il corpo del bambino si adatta a pressioni manuali gentili. Stimolando meccanorecettori a bassa sogli
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Di Cori, Renzo, Nadia Fedeli, and Ugo Sabatello. "Giovani autori di reati sessuali: personal profiling, criminogenesi e criminodinamica del juvenile sexual offending." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003005.

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Quello dei giovani autori di reati sessuali (- JSO) č un fenomeno complesso, la cui valutazione psicopatologica e criminologica puň risultare complessa ed insidiosa. Gli Autori, in base a quanto riportato dalla letteratura specialistica ed alla loro personale esperienza clinica e di ricerca, delineano le principali caratteristiche strutturali e di funzionamento dei minori autori di reati sessuali (JSO). Vengono in particolare descritte l'eziopatogenesi, alcuni aspetti criminodinamici ed i principali fattori di rischio di recidiva dei comportamenti sessuali abusanti, quali elementi conoscitivi
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Hidalgo, B., K. Deschamps, J. Van Cant, C. Dormont, T. Fraiteur, and S. Lobet. "Valutazione clinica della caviglia e del retropiede in fisioterapia muscoloscheletrica." EMC - Medicina Riabilitativa 29, no. 2 (2022): 1–13. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(22)46525-4.

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Bouchard, S., I. Quintal, O. Barquet, et al. "Dolore neuropatico: metodo di valutazione clinica e di rieducazione sensitiva." EMC - Medicina Riabilitativa 29, no. 1 (2022): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(21)46071-2.

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Platel, H., B. Lechevalier, J. Lambert, and F. Eustache. "Agnosie uditive e sindromi affini: valutazione clinica, cognitiva e psicopatologica." EMC - Neurologia 9, no. 4 (2009): 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7072(09)70505-7.

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Calcagno, C., M. Iacoviello, and G. B. Traverso. "Valutazione Dell'Efficacia Clinica Dell'Estratto Di Serenoa Repens Nell'Ipertrofia Prostatica Benigna." Urologia Journal 53, no. 4 (1986): 544–48. http://dx.doi.org/10.1177/039156038605300411.

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Manfrè, L., A. Banco, A. Affronti, et al. "Dacriocistografia con risonanza magnetica con Gadolinio: Prime esperienze." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (1997): 168. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s270.

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Esistono diversi sistemi di indagine della pervietà delle vie lacrimali (sondaggio, dacrioscintigrafia, dacriografia, dacrioTC). I sistemi suddetti presentano alcuni svantaggi, quali l'uso di radiazioni ionizzanti e la mancata ottimale valutazione dei tessuti molli circostanti. Valutazioni anatomo-patologiche hanno documentato la tollerabilità del Gd-DTPA da parte delle cellule endoteliali vascolari e dell'epitelio corneale stesso. Scopo del lavoro è quello di valutare la sensibilità della RM nella valutazione del normale ed anormale deflusso lacrimale mediante istillazione per via topica nel
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Bruyneel, A. V. "Valutazione della propriocezione: test di statestesia e cinestesia nella pratica clinica." EMC - Medicina Riabilitativa 30, no. 1 (2023): 1–13. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(22)47495-5.

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