Littérature scientifique sur le sujet « Indicatori processo »

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Articles de revues sur le sujet "Indicatori processo"

1

Freddano, Michela, Anna Siri, and Mauro Palumbo. "Indicatori per una valutazione partecipata: l'esperienza del Corso di Metodologia della Ricerca Sociale II (A.A. 2009/2010)." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 21–42. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046003.

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Résumé :
Il contributo intende proporre un modello di valutazione degli apprendimenti quale vero e proprio processo partecipato, in grado di sviluppare metodi valutativi e auto-valutativi appropriati, in quanto frutto dello stesso contesto interattivo che produce l'evento formativo. Gli autori sviluppano una riflessione critica su una sperimentazione condotta nell'ambito dell'insegnamento di Metodologia e tecniche della ricerca sociale II, riguardante la realizzazione di una valutazione partecipata e condivisa dagli studenti del "rendimento all'esame", articolata in modo da poter costruire indicatori adeguati. In una prospettiva valutativa, sono affrontati alcuni dei principali problemi relativi al processo di costruzione e validazione di indicatori condivisi. Inoltre, all'intento teorico e pratico di costruire indicatori adeguati attraverso un processo partecipativo, si affianca anche il proposito di realizzare un percorso di apprendimento, mediante l'impegno attivo degli studenti nella valutazione e nella costruzione della conoscenza, attraverso metodi di.
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Bosone, Martina. "Beni comuni e resilienza." Le Valutazioni Ambientali 18, no. 2 (2020): 67–76. https://doi.org/10.5281/zenodo.3755995.

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Résumé :
In molte città a livello internazionale si stanno sperimentando processi innovativi per la rigenerazione degli spazi urbani, condotti attraverso azioni di “cura” basate sulla collaborazione e sulla condivisione. Tali iniziative, costituite in forma auto-organizzata, oltre ad incidere sulla fisicità dei luoghi, riconosciuti come “beni comuni”, configurano anche nuovi modelli di governance e gestione caratterizzati dalla partecipazione attiva delle comunità. A tal fine è necessario elaborare degli indicatori che consentano di valutare in che modo la costruzione di una cittadinanza attiva influenza la resilienza di un processo/progetto e in che misura ne determina l’incremento, rendendo possibile il controllo dell’intero processo.  
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3

Quintaliani, Giuseppe, Maria Luisa Standoli, and Carlo Giammarioli. "Qualità e Sostenibilità in Sanità." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (2014): 75–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.866.

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Résumé :
Ci sono diverse interpretazioni sulla qualità del nostro SSN: per alcuni è al secondo posto in Europa, mentre per altri finiamo al 21° posto in classifica. Questo per l’utilizzo di diversi indicatori, di cui la maggior parte è basata sul costo e non sulla qualità clinica. Per la sopravvivenza del nostro SSN, anche in considerazione del cambiamento demografico della popolazione, formata da anziani e malati cronici, è necessario sviluppare e utilizzare indicatori di processo clinici dettati dalle varie società scientifiche, abbandonando la SDO come sistema di valutazione della qualità clinica: l’abbattimento del costo, se non accompagnato all’efficacia clinica, non può essere considerato un risultato. In questo processo, di grande aiuto possono essere i flussi informatici, i cosiddetti big data, attraverso l’incrocio tra i vari database. Il SSN si salverà se ridurrà davvero le spese, basando le scelte sulla clinica e sull’appropriatezza diagnostica. (Clinical_Management)
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Alagona, C. "Taken in charge and active follow up in multidimensional management of patient affected by type 2 diabetes mellitus in Veneto Region." Journal of AMD 26, S3 (2023): S76. http://dx.doi.org/10.36171/jamd23.26.s3.12.

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Résumé :
La malattia diabetica si caratterizza per complessità clinica ed elevata prevalenza. Diventa prioritario quindi elaborare dei nuovi modelli organizzativi che tengano conto di questi aspetti. Nello specifico il presente lavoro ha cercato di sviluppare un modello di follow up dei pazienti diabetici che tenga conto, compatibilmente con le diversità geografiche e organizzative, delle nuove tecnologie disponibili come la telemedicina. Questa nuova modalità assistenziale può essere applicata a pazienti allettati, con malattie in fase terminale, in terapia insulinica intensiva e per rinnovare il piano di cura e/o il piano terapeutico. Nel processo sono coinvolte le figure professionali del team diabetologico e il Medico di Medicina Generale (MMG). Per testare la validità del percorso sono stati identificati due indicatori di processo e due indicatori di esito da misurare periodicamente. PAROLE CHIAVE diabete mellito tipo 2; Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA); telemedicina.
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Nicoletta, Ricciardulli, and Tenna Fabrizio. "L'applicazione delle metodologie proposte dal manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (QCMV) alla Valutazione dei Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013: limiti attuali e spunti di riflessione per il futuro." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048008.

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Résumé :
Il manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (d'ora in poi QCMV) definisce la valutazione come "un processo [di ricerca] che permette di giudicare gli interventi in funzione dei risultati e degli impatti [da essi determinati] e dei fabbisogni che intendono soddisfare". Questo paradigma č definito all'interno del regolamento per lo sviluppo rurale per consentire, attraverso la misurazione degli indicatori, di valutare la situazione di partenza nonché l'esecuzione finanziaria, i prodotti, i risultati e l'impatto dei programmi, verificando l'andamento, l'efficienza e l'efficacia dei programmi di sviluppo rurale rispetto ai loro obiettivi. L'articolo entra nel merito del meccanismo che la Commissione ha messo in piedi per il monitoraggio e la valutazione dei Programmi di sviluppo rurale, analizzandone le ripercussioni rispetto a ciň che dovrebbe essere la funzione degli indicatori nella valutazione e il loro senso in funzione della programmazione. Vi č un potenziale cortocircuito nella scelta di indicatori di programma, i cui target sono ancorati a stime poco consistenti, e nel dare mandato alla valutazione di basarsi sulla performance di tali indicatori per verificare l'efficienza e l'efficacia del programma. Gli autori affrontano con esempi concreti i limiti metodologici e suggeriscono un approccio alternativo per la futura programmazione.
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Castaldo, Antonino. "Democratizzazione e sistemi partitici. Il caso della Repubblica federale tedesca." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (June 2011): 115–47. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001005.

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Résumé :
La nascita e la strutturazione dei sistemi partitici e, soprattutto, la loro importanza nei processi di democratizzazione sono da tempo oggetto di discussione nella letteratura internazionale. In questo saggio si analizza il processo di istituzionalizzazione del sistema partitico della Germania federale subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sulla base di una serie di indicatori empirici tratti dalla letteratura, l'autore dimostra che questo sistema partitico appare pienamente strutturato a partire quantomeno dal 1957. Successivamente, si concentra l'attenzione su attori, fasi, strategie e motivazioni in grado di spiegare il processo di stabilizzazione del sistema partitico considerato. Infine, si valuta il peso che tale stabilizzazione ha avuto nel consolidamento democratico della Germania federale, giungendo a sostenere che il peso dei partiti e del sistema partitico č stato quanto mai consistente, alla luce della scarsa legittimazione di cui godevano le istituzioni democratiche tra la popolazione tedesca negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale.
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Cinzia, de Sanctis, de Sanctis Matteo, Lucia Minerva Maria, Tenna Fabrizio, and Torcia Paola. "L'utilizzo di tecniche partecipate e del contributo degli stakeholder per valutare la variazione della qualitŕ della vita nelle aree rurali interessate dal programma di sviluppo (PSR 2007/2013). Impostazione e prime applicazioni." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048007.

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Résumé :
L'articolo descrive la metodologia messa a punto da Agriconsulting SpA nell'ambito della valutazione dei Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR), per rispondere ai quesiti del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione della Commissione europea, relativi alla capacitŕ del sostegno di migliorare la qualitŕ della vita delle popolazioni rurali. La metodologia - in corso di applicazione - fa ricorso a tecniche basate sul giudizio di esperti e valorizza le percezioni espresse da stakeholder in aree "testimone" interessate dal Programma, su 25 indicatori riferiti al concetto di qualitŕ della vita. Gli indicatori sono stati individuati dal gruppo di lavoro sulla base del contenuto dei PSR e della letteratura. La mappa degli indicatori comprende infatti dimensioni sia direttamente influenzate dai PSR sia esterne al Programma ma che possono influenzare in maniera determinante la percezione della qualitŕ della vita da parte della popolazione locale. Tali percezioni sono "raccolte" all'avvio della programmazione (a ri-definire una situazione ex ante della qualitŕ della vita) e in una fase avanzata del processo attuativo del PSR per verificare, nel confronto temporale (T0 - Tn), i cambiamenti percepiti a livello locale. L'attribuzione dei cambiamenti al sostegno e la ricerca di causa effetto con il complesso delle attivitŕ realizzate dal PSR avverrŕ, in una fase piů avanzata della attuazione, sempre attraverso il contributo di gruppi di esperti e il confronto con dati statistici di contesto applicabili alla scala locale.
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Occhipinti, M. "Quality of care for migrant populations with type 2 diabetes mellitus: a retrospective analysis of the AMD Annals." Journal of AMD 27, no. 3 (2025): 164. https://doi.org/10.36171/jamd24.27.3.4.

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Résumé :
La presenza di disparità nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 (T2D) in base alle regioni geografiche è stata ampiamente ipotizzata; tuttavia, ad oggi, informazioni complete circa la qualità di cura delle popolazioni migranti con diabete sono ancora mancanti. A questo scopo abbiamo analizzati gli indicatori dei dati degli annali AMD 2022, per valutare eventuali disparità di esito o di qualità di cura nei pazienti stranieri rispetto ai pazienti europei. Fra tutti i pazienti con diabete mellito tipo 2 attivi, sono stati selezionati quelli in cui era presente in cartella l’informazione riguardo il paese di origine. È stata utilizzata la classificazione ISTAT per la definizione dell’area geografica di origine e sono stati valutati per singolo paese di provenienza i principali indicatori di processo, di esito intermedio, finale e score Q. Le informazioni sul Paese di origine erano disponibili per 179.536 pazienti con T2D. Di questi il 19.3% presentava una provenienza straniera e i principali paesi di origine per numerosità del campione sono risultati il Nord Africa, Centro-Est Europa, Centro e Sud Asia e Centro- Sud America. I pazienti stranieri sono più giovani con un delta di oltre 20 anni se paragonati ad esempio al Asia centro-meridionale e con conseguente più breve durata di malattia. La valutazione degli indicatori di processo mostra buona aderenza alle indicazioni diabetologiche con minor attenzione al dosaggio della microalbuminuria e allo screening della retinopatia. Complessivamente gli indicatori di intensità/appropriatezza sono risultati più bassi nelle popolazioni provenienti dal Nord ed Ovest Africano e dal Centro e Sud Asia. L’utilizzo di terapie innovative è stato invece paragonabile a quanto accade nella popolazione europea. Lo Score Q medio più basso è risultato nei pazienti dell’Africa occidentale (26,4 ±9,1 vs 29,1±8,0) e la percentuale di pazienti con più basso score Q>25 è stata ritrovata nei pazienti provenienti dall’Asia centrale e meridionale (51,6%) e dell’Africa occidentale (50,1%), ma anche dall’Est Europa (53,1%), con quasi 10 punti percentuali in meno. Complessivamente sono emerse differenze di età, durata di malattia e intensità di trattamento tra i pazienti provenienti da diverse aree geografiche. La tipologia di trattamento offerto mostra un’attenzione ad un utilizzo equo delle terapie farmacologiche ma i risultati, sebbene non così distanti suggeriscono la necessità di interventi terapeutici ancora più mirati a superare le diverse barriere esistenti. PAROLE CHIAVE qualità di cura; popolazione migrante; diabete tipo 2.
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Laus, Gennaro. "Strategie per la corretta previsione dei tempi operatori allo scopo di aumentare l'efficienza in sala operatoria: uno studio osservazionale retrospettivo." Scenario<sup>®</sup> - Il Nursing nella sopravvivenza 38, no. 4 (2022): 19–22. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2021.499.

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Résumé :
Introduzione: La conoscenza delle tempistiche di sala operatoria può portare a una pianificazione accurata consentendo di individuare i punti deboli e le criticità, potendo poi concentrare le forze in questi punti allo scopo di correggerli. La pianificazione aggiunge valore a un'organizzazione ma deve essere garantita da indicatori di performance dei tempi operatori. Tali indicatori permettono di analizzare il processo operatorio valutando le performance. L'obiettivo che si prefigge lo studio è di conoscere le tempistiche di sala operatoria ottenendo una pianificazione giornaliera migliore.Materiali e Metodi: E' stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo dal 1 Novembre 2020 al 30 Aprile 2021 che coinvolge le cinque branche chirurgiche dell'IRCCS CROB al fine di analizzare e monitorare i tempi operatori degli interventi chirurgici, proponendo uno strumento di supporto. Lo studio utilizza tre indicatori: Tempo pre operatorio (T1), Tempo chirurgico (T2) e Tempo post operatorio (T3).Risultati: Dall'analisi dei dati rilevati emerge che gli interventi validi sono stati 209. Il tempo pre-operatorio si attesta sui 58,55 min, il tempo post-operatorio sui 36,84 min e il tempo chirurgico sui 99,76 min. I tempi pre e post operatori risultano essere i principali tempi su cui ottenere un margine di miglioramento e quindi i primi su cui agire.Discussione: L'adozione di uno strumento di consultazione con i tempi medi degli interventi può aiutare il personale nella stima di durata e occupazione delle sale. Lo studio presentato è volto a migliorare le prestazioni della sala operatoria in termini di qualità delle cure, efficacia ed efficienza, ottenendo una pianificazione giornaliera migliore.Conclusioni: E' auspicabile un monitoraggio continuo dei tempi operatori con revisioni periodiche.
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Massafra, C. "Sviluppo di un PDTA sul teleconsulto tra specialista e MMG in Regione Lombardia." Journal of AMD 26, S3 (2023): S62. http://dx.doi.org/10.36171/jamd23.26.s3.10.

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Résumé :
Il teleconsulto è una delle applicazioni della telemedicina, un settore quest’ultimo, oggetto di particolare attenzione a livello nazionale. Il teleconsulto potrebbe costituire un importante punto di riferimento nella gestione delle malattie croniche, tra cui il diabete mellito, che richiedono un’elevata quantità di risorse del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Infatti, il teleconsulto permette di scambiare informazioni e pareri a distanza, riducendo pertanto sia i tempi di risposta sia i costi. In questo lavoro si è cercato di costruire un percorso di teleconsulto tra Medico di Medicina Generale (MMG) e Medico Specialista per la gestione del paziente affetto da diabete mellito. Innanzitutto, sono stati definiti gli snodi del processo dove un teleconsulto diagnostico, terapeutico o di valutazione delle complicanze potesse essere inserito all’interno del PDTA diabete mellito. In secondo luogo, sono state descritte le possibili problematiche organizzative e di rendicontazione amministrativa che potrebbero emergere in caso di attuazione del teleconsulto. Successivamente, è stata creata una flowchart per la presa in carico dei processi di teleconsulto e, infine, sono stati identificati alcuni indicatori utili per la valutazione del processo e degli esiti. Questo studio dimostra che, sebbene il teleconsulto possa diventare una valida modalità di confronto tra il Medico Specialista e il Medico di Medicina Generale nella gestione del paziente diabetico, sarà necessario affrontare importanti sfide organizzative per poter implementare efficacemente questo servizio all’interno del Servizio Sanitario Regionale (SSR) della Regione Lombardia. PAROLE CHIAVE teleconsulto; percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA); diabete mellito tipo 2.
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Plus de sources

Thèses sur le sujet "Indicatori processo"

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Santuz, Carla <1993&gt. "Gestione del rischio di liquidità: analisi del processo, indicatori di misurazione e tecniche di mitigazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8665.

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Résumé :
La crisi finanziaria del 2007 ha avuto acute e severe ripercussioni per molti Paesi, che hanno sollecitato la pronta risposta delle autorità di settore per porre rimedio alle lacune regolamentari. Tra gli aspetti più gravi sottovalutati emerge la gestione del rischio di liquidità, ovvero l’incapacità di un intermediario di adempiere per tempo alle proprie obbligazioni. La crisi ha dimostrato che una banca ben capitalizzata necessita di mantenere adeguate riserve di liquidità per fronteggiare i bisogni di cassa e le tensioni inattese, incorrendo altrimenti nel rischio di default. Da questo contesto prende avvio il progetto della mia tesi, che intende in prima istanza analizzare le ragioni che hanno portato gli intermediari a vivere momenti di tensione sotto questo profilo. Si prosegue evidenziando i principali apporti regolamentari delle autorità europee in materia, le quali impongono alle banche il rispetto di due requisiti quantitativi posti come presidio regolamentare al rischio di liquidità: l’uno indica la capacità della banca di fronteggiare i propri bisogni di contante, l’altro misura l’equilibrio strutturale tra attività e passività oltre l’anno. Ai fini operativi e gestionali, invece, gli istituti sviluppano altre tecniche e strumenti per conoscere in modo più preciso e aggiornato il proprio fabbisogno di liquidità. La seconda parte del lavoro analizza tale processo di gestione, operativa e strutturale, i presidi di protezione e gli strumenti di mitigazione in capo alle banche per il governo del rischio. L’ultima parte della trattazione è dedicata all’analisi del processo di gestione del rischio di liquidità presso Banca della Marca, banca di credito cooperativo veneta presso la quale ho sostenuto anche un’esperienza lavorativa.
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Carboni, Luca. "Profili problematici del dolo eventuale tra diritto e processo penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10999.

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Résumé :
2013/2014<br>Il tema del dolo eventuale è un tema di confini. Il confine tra il punire e il non punire; o tra cornici edittali molto diverse tra loro. Ciò perché, da sempre, la distinzione tra dolo e colpa ha una rilevanza fondamentale nel diritto penale. Il motivo principale di tale differenziazione è legato al diverso grado di colpevolezza manifestato da chi agisce con dolo e chi lo fa con colpa. Nonostante ciò, con l’avvento della società del rischio, i confini del dolo sono stati dilatati: se, una volta, il campo di elezione di tale istituto era quello dei rapinatori che sparavano ai loro inseguitori, oggi, invece, probabilmente è quello della circolazione stradale. Non solo. Si pensi alle applicazioni all’attività medica o agli infortuni sul lavoro: territori che, una volta, erano colonizzati dalla colpa, hanno finito per essere anch’essi invasi dal dolo, pur nella sua forma eventuale. Questo fenomeno trova la sua origine in esigenze generalpreventive che, però, finiscono per porsi in contrasto proprio con il principio di colpevolezza, prescindendo da una reale indagine sulla volontà. D’altra parte, «La storia del dolo è un continuo attacco alla sua dimensione soggettiva e più genuinamente psicologica», come ci dimostrano figure quali il dolus indirectus, tramite cui non solo il dolo veniva esteso, ma ne veniva anche semplificata la prova. Il dolo eventuale si sviluppa proprio da questo concetto: tuttavia, lo fa allo scopo preciso di recuperare il momento volitivo del dolo, con funzione, quindi, di garanzia. Per quanto riguarda l’oggi, l’indagine non può che partire dal dato normativo, che ci fornisce questo, fondamentale, punto di partenza: il dolo è essenzialmente volontà dell’evento. E ciò deve valere anche per il dolo eventuale. La volontà, ovviamente, non può prescindere da una piena rappresentazione: senza di essa, sarebbe cieca. Inoltre, è un concetto più ampio di intenzione, come ci dimostra l’analisi dei lavori preparatori al Codice. Dati questi presupposti, si deve ricordare che, per molti anni, la tesi prevalente in Italia per distinguere tra dolo eventuale e colpa cosciente è stata quella dell’accettazione del rischio, così come elaborata da Gallo. Riassumendo brevemente il pensiero dell’autore, si avrebbe colpa cosciente quando il soggetto agente, dopo aver previsto l’evento, si risolva ad agire comunque perché convinto che, grazie alla propria abilità, l’evento non si verificherà; diversamente, si avrebbe dolo eventuale quando l’agente, dopo aver previsto l’evento, agisca ugualmente, accettando il rischio della sua verificazione. Alla base dell’elaborazione di tale criterio distintivo vi è l’idea secondo cui agire accettando il rischio di un evento equivale a volerlo; e suo corollario è che il semplice dubbio, non avendo inibito l’evento, viene considerato sufficiente a integrare il dolo. La teoria in esame, però, manifesta diversi punti deboli, specie nella parte in cui si deve affrontare la distinzione tra colpa incosciente e colpa cosciente. Quest’ultima è espressamente disciplinata dall’art. 61, n. 3, c.p., che prevede l’applicazione di una circostanza aggravante nel caso in cui il soggetto abbia «agito nonostante la previsione dell’evento». La lettera della legge sembra dunque richiedere, da parte dell’agente, non la contro-previsione dell’evento, quanto piuttosto una rappresentazione attuale dello stesso al momento della condotta. Ci si chiede, inoltre, se sia compatibile con il principio di colpevolezza punire di più chi si sia risolto ad agire perché convinto, pur erroneamente, che l’evento non si verificherà, rispetto a chi non si sia nemmeno fermato a riflettere sulle possibili conseguenze della propria condotta. Un ulteriore problema dato dalla teoria dell’accettazione del rischio è di carattere processuale, e riguarda l’eccessiva elasticità, se non genericità, della stessa. Tramite l’espressione accettazione del rischio, infatti, la giurisprudenza ha avuto a disposizione uno strumento particolarmente flessibile, con cui ha sempre potuto sostenere la soluzione che appariva più consona al caso concreto, non solo e non tanto in base a valutazioni giuridiche, ma soprattutto di tipo etico-sociale. Le critiche alla teoria hanno iniziato a essere prese seriamente in considerazione solo quando l’ambito di applicazione del dolo eventuale si è esteso ai contesti a rischio lecito di base: questo fenomeno ha portato a una maggiore attenzione verso l’istituto e, grazie al lavoro degli interpreti, ci si è resi conto che la semplice consapevolezza del pericolo non può essere equiparata alla volontà dell’evento. Allo stesso modo, il dubbio non può ancora essere sufficiente a integrare il dolo. La giurisprudenza ‒ dalle Sezioni Unite relative al rapporto tra ricettazione e incauto acquisto, alle più recenti pronunce in tema di circolazione stradale ‒ pur continuando a prestare ossequio (formale?) alla teoria dell’accettazione del rischio, ha quindi iniziato a elaborare nuovi e diversi criteri, spesso combinandoli tra loro. Si va dal bilanciamento di interessi, alla c.d. prima formula di Frank, alla ragionevole speranza. Solo il primo, però, appare veramente utile, in quanto sembra l’unico in grado di esprimere il nucleo fondamentale del dolo: la scelta, in cui viene ponderato non il mero rischio, ma l’evento collaterale, che viene considerato il prezzo che si è disposti a pagare pur di raggiungere il proprio obiettivo. La formula di Frank, invece, fa riferimento a uno stato psichico ipotetico, che vuole indagare cosa sarebbe avvenuto in una situazione diversa da quella che si è concretamente verificata. Ma al diritto penale interessano i fatti per come si sono svolti, non cosa sarebbe avvenuto in una situazione diversa; inoltre, la formula porta in sé il rischio che si scada in un diritto penale d’autore. Tuttavia, se presa sul serio, la formula può essere utile a livello probatorio: essa, infatti, esprime la massima di esperienza secondo cui nessuno vuole un qualcosa che potrebbe costituire la frustrazione immediata e diretta del proprio obiettivo. Il criterio della speranza, poi, appare inaccettabile: il dolo non è desiderio o malanimo, ma volontà in azione; non è bramosia, ma l’attivarsi in vista di uno scopo. Quindi, così come la speranza non può integrare il dolo, allo stesso modo il desiderio che l’evento non si verifichi, in sé, non può escluderlo. Il criterio della speranza è stato utilizzato dalla giurisprudenza soprattutto in relazione a contesti familiari (contagio di HIV del coniuge; impedimento delle trasfusioni da parte dei genitori Testimoni di Geova alla figlia malata): come si vede, lo stesso ha trovato applicazione, essenzialmente, quando una condanna a titolo di dolo appariva eccessiva, alla luce del legame affettivo tra vittima e colpevole. Ciò detto, è anche vero che dalla lettura delle sentenze pronunciate nei casa appena richiamati sembra emergere una certa sovrapposizione tra speranza e mancata rappresentazione. Proprio questo aspetto rende particolarmente interessante uno spunto proposto dalla dottrina, secondo cui si deve fare attenzione a non confondere i due concetti. Infatti, qualora un soggetto sia convinto che un determinato evento non si verificherà, si dovrà concludere che egli versa in uno stato di errore: di conseguenza, l’evento non può essergli imputato a titolo di dolo. Quanto detto, si badi, vale indipendentemente dalla ragionevolezza del convincimento (o della speranza, che dir si voglia): un errore può ben essere dovuto a colpa; e non si devono confondere prevedibilità e previsione. Tuttavia, il parametro della ragionevolezza torna a rilevare a livello processuale, nel senso che non potrà essere sufficiente, per escludere il dolo eventuale, che il soggetto affermi che era convinto che l’evento non si sarebbe verificato, ma sarà necessario che tale convincimento sia coerente con quanto emerso nel corso dell’istruttoria. Come si vede, non si può prescindere da un’indagine sul tema della prova: il dolo eventuale vive nel processo. Ma come si fa a provare uno stato psichico? Non si può che svolgere un’analisi di tipo indiziario, partendo dalle circostanze del caso concreto. Per svolgere tale operazione inferenziale, si dovranno utilizzare delle massime di esperienza, di cui, nel corso del contraddittorio, si dovranno valutare attentamente l’affidabilità e l’adeguatezza rispetto a quella determinata vicenda. Quanto detto vale per tutte le massime di esperienza, e quindi anche per quella sottesa alla formula di Frank, di cui si è detto sopra. Chiarito ciò, si deve notare che, analizzando la giurisprudenza, è possibile ricostruire un elenco degli indicatori più frequentemente utilizzati: l’oggettivo grado di pericolosità della condotta tenuta dall’agente; le modalità dell’azione; la sua durata e il suo eventuale reiterarsi; gli antecedenti e gli eventuali presupposti della condotta, e in particolare l’adozione di cautele; il comportamento tenuto dall’agente successivamente all’evento; le precedenti esperienze e le eventuali conoscenze superiori del soggetto; il movente. L’elenco non può che essere indicativo e incompleto; ma, nonostante ciò, può fornire all’interprete una bussola per individuare il confine tra dolo eventuale e colpa cosciente. Alla luce di quanto detto sinora, è finalmente possibile procedere all’analisi della vicenda ThyssenKrupp, che ha portato alla recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di cassazione. Le sentenze che si sono susseguite in questo processo appaiono particolarmente interessanti, poiché da essa traspaiono, in modo emblematico, tutte le problematiche su cui ci si è soffermati. L’espansione del dolo eventuale al fine di trovare uno strumento di tutela idoneo ad affrontare i rischi della modernità; l’utilizzo del criterio economico, della prima formula di Frank e della ragionevole speranza; il ruolo centrale assegnato al tema delle prova. Questi temi sono stati affrontati con impostazioni parzialmente diverse dalle varie decisioni e, alla fine, le Sezioni Unite hanno optato per la tesi della colpa cosciente. Secondo i giudici di legittimità, la teoria dell’accettazione del rischio, nella sua classica formulazione, deve essere superata, e il dolo eventuale deve essere inteso come una ponderazione di interessi ‒ che ha come presupposto una rappresentazione chiara e precisa dell’evento collaterale ‒ in cui si subordina un determinato bene giuridico a un altro. Inoltre, non potranno in ogni caso dirsi voluti gli eventi in grado di comportare conseguenze negative per l’agente, salvo casi particolari. Insomma, d’ora innanzi, si dovrà abbandonare la formula dell’accettazione del rischio: meglio parlare di “accettazione dell’evento”, al fine di meglio sottolineare il nesso psichico tra la volontà e quest’ultimo. La soluzione appare condivisibile, ma il percorso logico seguito dalla motivazione suscita comunque alcune perplessità. Si ritiene, infatti, che, da un lato, le Sezioni Unite non abbiano risposto in modo chiaro al quesito che era stato loro posto, cioè quale possa essere il ruolo della ragionevole speranza; da un altro, la tesi della colpa cosciente avrebbe potuto essere sostenuta, semplicemente, chiarendo che vi erano due indicatori quanto meno ambigui rispetto al dolo, da cui non poteva che emergere un ragionevole dubbio sulla sussistenza di tale stato psichico (la personalità particolarmente attenta e scrupolosa dell’amministratore delegato; le precedenti esperienze “fortunate”, che avevano impedito, fino a quella notte di dicembre del 2007, che un disastro si verificasse). Le Sezioni Unite, invece, continuano a far riferimento alla formula di Frank, pur riconoscendole un ruolo processuale, anche se non ci capisce bene quale esso sia: si tratta di uno strumento in base al quale valutare il materiale probatorio raccolto o di un indicatore? E, in questo secondo caso, qual è il suo rapporto con gli altri? La decisione, inoltre, sembra contraddittoria quando, dopo aver affermato che l’imputato era convinto che l’evento non si sarebbe verificato, ritiene sussistente la colpa cosciente. Quest’ultima, infatti, dovrebbe consistere in una previsione attuale, non in una contro-previsione. Le Sezioni Unite, però, decidono di seguire un percorso argomentativo completamente nuovo, dando una diversa conformazione anche a questo istituto: e lo fanno partendo da un presupposto molto chiaro, quello secondo cui quest’ultima non esprimerebbe uno status psichico contiguo al dolo eventuale, ma una forma radicalmente diversa di colpevolezza. Dolo e colpa vengono intesi come in un rapporto non di più a meno, bensì di aliud/aliud. Da ciò, i giudici di legittimità deducono che dolo eventuale e colpa cosciente non si distinguono solo per la volontà, ma già nell’ambito della previsione. Per il dolo questa deve essere “puntuale” e “chiara”: solo così la rappresentazione può essere presupposto di una vera e propria scelta. Per la colpa, invece, il concetto di previsione deve essere ricostruito non come possibile presupposto della volontà, ma alla luce del nesso necessario tra violazione della norma cautelare ed evento, poiché è questo il fulcro della colpevolezza colposa. Dunque, la previsione, nel reato colposo, non è altro che la conoscenza della connessione tra norma cautelare ed evento-tipo; ciò che conta, quindi, non è tanto la rappresentazione, ancora astratta, ancora sfumata, dell’evento, quanto la conoscenza di questo possibile nesso. La novità della soluzione non ci può far che constatare che, se a seguito di questo importante arresto giurisprudenziale i contorni del dolo eventuale sembrano più nitidi, per l’esatta individuazione dei confini della colpa cosciente, invece, il cammino sembra essere appena cominciato. Ciò detto, un tema ulteriore che merita di essere affrontato è quello dell’incompatibilità del dolo eventuale con alcune fattispecie penali: prima fra tutte, il tentativo. Si ritiene, infatti, che non tanto la non equivocità, quanto piuttosto la direzione degli atti sia ontologicamente inconciliabile con il concetto di dolo eventuale. Il perché è presto spiegato: se il tentativo fosse punibile anche a titolo di dolo eventuale, si finirebbe per dilatare eccessivamente l’anticipazione della tutela penale; e il ragionamento potrebbe ripetersi anche per altre fattispecie, come il disastro innominato. Vi sono poi reati che non possono essere puniti a titolo di dolo eventuale per espressa volontà del legislatore: si pensi all’abuso d’ufficio o alla detenzione di materiale pedopornografico, dove l’utilizzo degli avverbi “intenzionalmente” e “consapevolmente” ha proprio la funzione di escludere la rilevanza di tale stato psichico. Da qui si comprende come le diverse forme di dolo possono essere utilizzate dal legislatore per la costruzione della fattispecie tipica: il dolo eventuale, dunque, rileva anche in relazione ai principi di tipicità, frammentarietà e, tramite essi, di offensività. Pur avendo una matrice comune col dolo eventuale, sono poi logicamente incompatibili con lo stesso tutte le fattispecie, lato sensu, preterintenzionali. Queste ultime meritano particolare attenzione, poiché ‒ senza che sia necessario forzare, inopinatamente, il dolo eventuale ‒ possono costituire uno strumento idoneo proprio per affrontare i rischi della modernità. Concludendo con uno sguardo alle proposte di riforma in tema di dolo eventuale, si deve rilevare che queste sono molteplici. Si va dalla possibilità di definire per via legislativa l’istituto, a quella di introdurre nuove forme di responsabilità per sconsideratezza, assimilabili alla recklessness del diritto anglosassone; dall’ipotesi di prevedere fattispecie tipiche ad hoc (come l’omicidio stradale), a quella di intervenire sul sistema delle circostanze per adeguare il trattamento sanzionatorio. Alcune di queste proposte possono portare dei vantaggi, ma nessuna di esse sembra in grado, da sola, di risolvere il vero problema: quello di un preoccupante aumento delle condotte sconsiderate in contesti a rischio consentito. È infatti questa la ragione che ha portato a un’indebita espansione della categoria del dolo eventuale, assieme alle legittime e sempre più pressanti richieste di tutela da parte delle vittime, a cui è corrisposto un atteggiamento eccessivamente rigoroso ma, almeno per certi aspetti, comunque comprensibile da parte della giurisprudenza. Certo, è fisiologico che ad una società sempre più complessa non possa che corrispondere, necessariamente, un aumento delle fattispecie tipiche rilevanti: la storia umana e quella del diritto penale sono, ovviamente, strettamente intrecciate. Ma il fatto è che la risposta a fenomeni di questo tipo non può e non deve essere esclusivamente di tipo penale. Ciò perché le pene, da sole, non sono assolutamente in grado di garantire l’osservanza dei precetti. Anzi, in tema di infortuni sul lavoro vi è chi ha rilevato come proprio il numero eccessivo di contravvenzioni previste dal legislatore abbia complicato il lavoro delle Procure che, alla luce dell’obbligatorietà dell’azione penale, sono costrette a dover seguire, con risorse non sempre adeguate, una miriade di casi (e lo stesso vale per gli organi preposti alla prevenzione) con conseguente perdita di efficacia del sistema. Dunque piuttosto che un aumento (che rischia di restare solo sulla carta) della risposta penale, sarebbe preferibile dare, ai temi proposti dalla modernità, una risposta di tipo integrato. Il diritto penale non può essere lasciato da solo, e il legislatore non può veramente pensare di combattere questi fenomeni con un approccio emergenziale, fatto magari di decreti-legge contenenti norme scritte sull’onda delle emozioni dettate da tristi fatti di cronaca. Come è stato giustamente rilevato, «il terrorismo sanzionatorio non produce alcun effetto deterrente». Una riforma veramente efficace potrebbe essere solo quella volta a investire nell’educazione dei cittadini e nella prevenzione delle condotte pericolose. Ma questo obiettivi non si conseguono solo con delle norme: è necessario investire, sia nella cultura, sia nella predisposizione di organi di controllo, e ciò vale sia sulle strade che nei luoghi di lavoro. «Finalmente il più sicuro ma più difficil mezzo si è di perfezionare l’educazione (…) e non colla incerta del comando, che non ottiene che una simulata e momentanea ubbidienza»; «È meglio prevenire i delitti che punirgli. Questo è il fine principale d’ogni buona legislazione». A 250 anni dalla pubblicazione del volume di Beccaria, Dei delitti e delle pene, gli insegnamenti del Maestro appaiono sempre attuali.<br>XXVII Ciclo<br>1985
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Fedeli, C. "INDIVIDUAZIONE DI INDICATORI DI QUALITÀ E MIGLIORAMENTO DEL PROCESSO PRODUTTIVO IN DRUPACEE (PESCO) MEDIANTE METODOLOGIE PROTEOMICHE INNOVATIVE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/159611.

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Résumé :
Fruit ripening is a complex process genetically determined and environmentally regulated that involves drastic changes in various physiological and biochemical aspects. These events include chlorophyll breakdown, increased starch degradation and simple sugar biosynthesis, development of aroma components and fruit softening. All these events have a direct impact on the definition of fruit quality and are accompanied and/or at least partially influenced by less visible processes like ethylene evolution and respiration. These phenomena are typical of a class of fruits like tomato, banana and peach (the so-called climacteric fruits). In particular, peach fruit development follows a sigmoidal curve divided into four stages [S1, cell division and expansion; S2, pit hardening and slowdown in fruit growth; S3, increase in fruit size due to cell enlargement; S4, ethylene production and increased respiration (climacteric peak)]. Afterwards the ripening process comes to an end and fruits start senescing. The transition from the pre-climacteric to the climacteric phase is a critical step for fruit development and has been studied with a transcriptomic approach in peach fruit by means of the first available fruit microarray gene chip μpeach 1.0. The aim of the first part of this PhD research was the study of this transition in peach fruit with a proteomic approach. Peach is a typical climacteric fruit whose rapid softening in postharvest makes it particularly susceptible to handling and manipulation. Actually, different flesh firmness phenotypes at maturity are known. Most of the economically relevant peach varieties are divided into melting flesh (MF) and non melting flesh (NMF) phenotypes: they both soften but this event is more relevant in MF than in NMF cultivars. This behaviour makes MF peaches soft and juicy, and particularly appreciated by the consumers but shortens their shelf life, while NMF peaches have good keeping qualities but are less appreciated for fresh consumption. In order to perform the proteomic analysis proteins from freeze-dried mesocarp samples at S3 and S4 ripening stages of the cv Bolero (MF) and cv Oro A (NMF) were resolved by 2D PAGE on a linear 3-10 pH range and 24 cm 12.5% polyacrylamide gels. Gel image and statistical analyses, conducted with ImageMaster Platinum 5.0 and the ANOVA test (p<0,01), respectively, showed that 53 spots had a statistically relevant 2-fold expression change. By means of LC-ESI MS/MS we found that some proteins were involved in different physiological processes (i.e. sugar metabolism, ethylene evolution, amino acid metabolisn and stress response) typical of fruit development and ripening. These data, however, describe only a short moment of a complex and very long process like fruit ripening. For this reason, the second part of this PhD research focused on the comparative proteomic analysis of a complete growth curve of a single cultivar, cv Springcrest (MF). Drupes of five ripening stages (S1, S2, S3, S4 I and S4 II), established according to the literature, were sampled in the period April-June 2008 and protein extraction and separation by 2D-PAGE were performed after the optimization of the extraction protocol. Mesocarp proteins were resolved by basic loading of 400 micrograms onto a linear 4-7 pH range 24 cm Immobiline dry strips followed by SDS-PAGE on 10% polyacrylamide gels. In silico and statistical analyses, conducted with ImageMaster Platinum 5.0 and the ANOVA test (p<0,001), respectively, showed that 98 spots had a statistically relevant 2-fold expression change. The hierarchical clustering analysis grouping the 98 variations revealed that, while S1 and S2 are quite similar and the S4I and S4II as well, S3 shows a peculiar and totally different behaviour when compared to the first and last two ripening stages. The mass spectrometry analysis aiming at the identification of the differentially expressed proteins is now in progress.
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MONZIO, COMPAGNONI MATTEO. "The quality of clinical pathways delivered to patients with severe mental disorders. A multi-regional italian investigation based on healthcare utilization databases. The QUADIM project." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262317.

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Résumé :
Improving the quality of care is a leading priority for national health systems, consistent with the aim of improving population health, while maintaining the sustainability of the whole health system, especially for the mental health system, since it is composed by a complex network of community mental health teams of professionals and a wide range of community-based treatment, rehabilitation, day-care and residential care facilities. The quality of routine mental healthcare is still far from optimal, worldwide and in Italy, because it is not always delivered in accordance with evidence-based mental health standards and it can vary greatly among providers. Indeed, the construct of process indicators in the field of mental health is often not completely consistent with recommendations in evidence-based guidelines, where existing. To date, only few studies have analyzed this issue in Italy, despite the quality of mental health care has become a frequent subject of international evaluations. Given these premises, the QUADIM Project (“Clinical pathways in patients with severe mental disorders in Italy”), an Italian multi-regional project funded in 2016 by the Italian Health Ministry, was conducted with the aim to assess the quality of healthcare pathways provided to patients with serious mental illnesses (SMI) assisted by regional Departments of Mental Health (DMHs) in a real-world setting, using a set of process indicators developed by a panel of experts starting from a document approved by the italian Unified State-Regions Conference (2014). The main aim of this thesis was the conduction and the management of this project, which constituted my thesis project during the PhD. For each of the four SMI investigated (i.e., schizophrenic, depressive, bipolar and personality disorders), from the regional Healthcare Utilization (HCU) databases were identified the cohorts of adult patients affected by this specific mental disorder and taken in care by regional DMHs during the years 2015-2016. The adherence of these patients to the defined process indicators was evaluated during the first 12 months of follow-up, assessing strengths and weaknesses of the four regional mental health systems. As far as the process indicators were designed and developed taking inspiration from clinical recommendations that should be followed for improving the quality of mental healthcare, and by considering that a better process profile, as measured by these indicators, not necessarily lead to better outcomes, a secondary aim of the QUADIM project was the conduction of a validation study for evaluating their relationship with measurable clinical outcomes. Thus, among patients affected by an incident schizophrenic spectrum disorder, case-crossover study was conducted in order to validate some process indicators, relating them, as a proxy of the quality of delivered care, with some clinical outcomes, such as admission to hospital psychiatric wards (GHPWs). The layout of the thesis has been divided into different sections. I will proceed in the first instance by giving an overview of the QUADIM project and the methods used to identify the cohorts of patients affected by SMI, to design and develop the process indicators and to conduct the validation study among patients with incident schizophrenic spectrum disorder; proceeding with a detailed description of the results and reporting the main findings of the validation study. Finally, the implications of monitoring the process of care of patients with incident schizophrenic disorder and, more in general, of the proposed approach, were discussed.<br>Improving the quality of care is a leading priority for national health systems, consistent with the aim of improving population health, while maintaining the sustainability of the whole health system, especially for the mental health system, since it is composed by a complex network of community mental health teams of professionals and a wide range of community-based treatment, rehabilitation, day-care and residential care facilities. The quality of routine mental healthcare is still far from optimal, worldwide and in Italy, because it is not always delivered in accordance with evidence-based mental health standards and it can vary greatly among providers. Indeed, the construct of process indicators in the field of mental health is often not completely consistent with recommendations in evidence-based guidelines, where existing. To date, only few studies have analyzed this issue in Italy, despite the quality of mental health care has become a frequent subject of international evaluations. Given these premises, the QUADIM Project (“Clinical pathways in patients with severe mental disorders in Italy”), an Italian multi-regional project funded in 2016 by the Italian Health Ministry, was conducted with the aim to assess the quality of healthcare pathways provided to patients with serious mental illnesses (SMI) assisted by regional Departments of Mental Health (DMHs) in a real-world setting, using a set of process indicators developed by a panel of experts starting from a document approved by the italian Unified State-Regions Conference (2014). The main aim of this thesis was the conduction and the management of this project, which constituted my thesis project during the PhD. For each of the four SMI investigated (i.e., schizophrenic, depressive, bipolar and personality disorders), from the regional Healthcare Utilization (HCU) databases were identified the cohorts of adult patients affected by this specific mental disorder and taken in care by regional DMHs during the years 2015-2016. The adherence of these patients to the defined process indicators was evaluated during the first 12 months of follow-up, assessing strengths and weaknesses of the four regional mental health systems. As far as the process indicators were designed and developed taking inspiration from clinical recommendations that should be followed for improving the quality of mental healthcare, and by considering that a better process profile, as measured by these indicators, not necessarily lead to better outcomes, a secondary aim of the QUADIM project was the conduction of a validation study for evaluating their relationship with measurable clinical outcomes. Thus, among patients affected by an incident schizophrenic spectrum disorder, case-crossover study was conducted in order to validate some process indicators, relating them, as a proxy of the quality of delivered care, with some clinical outcomes, such as admission to hospital psychiatric wards (GHPWs). The layout of the thesis has been divided into different sections. I will proceed in the first instance by giving an overview of the QUADIM project and the methods used to identify the cohorts of patients affected by SMI, to design and develop the process indicators and to conduct the validation study among patients with incident schizophrenic spectrum disorder; proceeding with a detailed description of the results and reporting the main findings of the validation study. Finally, the implications of monitoring the process of care of patients with incident schizophrenic disorder and, more in general, of the proposed approach, were discussed.
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FIORATI, Stefano. "Monitoring of the threshing process quality by using advanced vibro-acoustic indicators." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2389227.

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This PhD thesis concerns the vibro-acoustic monitoring of the threshing process in an axial flow harvesting machine. This research is a step towards the development of online control systems finalized to maximize the process efficiency and the product quality. By using different signal processing tools it is possible to analyse the link between sound/vibration and material distribution in the threshing unit. In more details, the threshing process is mainly given by two principal mechanisms: the threshing between kernels and concave and “grain over grain” effect. The goal of this research is to use vibro-acoustic signature in order to interpret in detail these two mechanisms of the threshing process. In particular, they have been explained by means of the cyclostationary approach useful to evaluate the first and second order cyclostationary contents of the signal. Moreover, the presented results show that some features obtained from the time and angular domains and from the cyclostationary approach are well correlated to the efficiency and operational parameters. Thus, they could be used for the development of an online control system.
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Melandri, Michela. "Ottimizzazione, Standardizzazione e Innovazione Tecnologica del ciclo produttivo mediante i principi del Lean Thinking." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14294/.

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Obiettivo di questo elaborato è fornire alle aziende operanti sul mercato nella realtà industriale, una trattazione dei temi relativi alla standardizzazione e ottimizzazione dei processi di produzione, didatticamente semplice e fortemente orientata all’applicazione, centrata sui criteri di ricerca della massima efficienza tecnica ed economica del prodotto. La trattazione, corredata, ovunque possibile, di approcci quantitativi supportati da idonei strumenti matematici, vuole offrire per ogni tipo di azienda che operi sul mercato una traccia semplice e chiara in merito ad un tema estremamente attuale, relativo all'ottimizzazione e standardizzazione del processo produttivo, per salvaguardare il proprio vantaggio competitivo e aumentare la robustezza e capacità di far fronte a ogni tipo di minaccia esterna e/o interna potenzialmente verificabile in futuro. Infatti, il prodotto finale di tale attività di analisi, volta alla riduzione degli sprechi, mantenendo fisso il prezzo di vendita si tramuta quindi in un incremento dei margini di ricavo su ogni unità di vendita. Da ultimo, con la parte finale dell’elaborato è mia intenzione veicolare e far comprendere l’importanza e i vantaggi connessi all'introduzione ponderata dell’automazione anche all'interno di un contesto aziendale con lavorazioni altamente specifiche e variegate. È fondamentale per la sopravvivenza delle aziende nel contesto competitivo globale automatizzare le lavorazioni ripetitive a bassa creazione di valore aggiunto, realizzando in questo modo economie di scala. La manodopera specializzata deve essere razionalizzata e utilizzata esclusivamente per le lavorazioni complesse, distintive e rappresentative della grande competenza e affidabilità proprie dell’industria italiana.
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BRIGATO, MARIA VITTORIA. "PER UN MANAGEMENT TERRITORIALE DEI BENI CULTURALI. IL RUOLO DEL MUSEO NEL PROCESSO DI CULTURAL PLANNING." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2016. http://hdl.handle.net/11583/2645316.

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La tesi affronta il tema del management museale da una prospettiva nuova e di forte attualità nel panorama internazionale, ovvero il ruolo del sistema dei musei non come settore autonomo del Cultural Heritage, ma in termini proattivi e di confronto con le strategie complessive dei governi locali: la centralità di tali ragionamenti è la messa a fuoco di tale approccio all’interno dei processi decisionali condivisi e negoziati, pur mantenendo la mission culturale, le responsabilità di indirizzo e l’autonomia negli obiettivi di performance gestionale. A tal fine, la tesi si è strutturata in quattro parti, due di natura teorica e due a carattere applicativo, sperimentale e propositivo. In particolare, la prima sezione è finalizzata alla ricostruzione puntuale dello stato dell’arte sui temi sia del cultural planning relazionato anche ai paesaggi culturali, sia del cultural heritage management, sia, nello specifico, dell’accountability, dei sistemi di accreditamento e degli indicatori di performance. Segue una seconda parte, con caratteri di originalità, che mette a confronto, secondo un’analisi di benchmarking, gli approcci economici, gli strumenti a supporto del decision-making e i sistemi che in casi virtuosi esteri fanno pienamente parte del control management. Le due sezioni conclusive, di natura applicativa, sono strutturate alla luce dei ragionamenti e degli spunti di riflessione scaturiti dalla sezione teorico-metodologica. La terza sezione, infatti, analizza il caso studio della Fondazione Torino Musei secondo l’approccio innovativo del cultural planning: tale sezione coniuga la visione interdisciplinare con quella più strettamente disciplinare della valorizzazione e della gestione dei Beni Culturali, poiché propone la messa a punto di un questionario di ricerca innovativo, rielaborazione inedita dei modelli internazionali di analisi, quali “The Relationship between Museums and Municipalities in Europe” e “Creative Business Model” e l’analisi comparativa di bilanci museali con relativi indicatori di perfomance. Tale complessa ed esaustiva analisi trova una sintesi critica nella SWOT che conclude tale sezione. La parte IV conclude la dissertazione con riflessioni critiche e ipotesi di future applicazioni di tale ruolo del museo nel processo di cultural planning e alla luce dei recenti dispositivi legislativi.
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Rocchetti, Giulia. "Definizione di un piano d'azione per l'aumento del win rate delle offerte di servizi post-vendita mediante ricerca di variabili di correlazione che ne influenzino il trend. Il caso ACMA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Il progetto di tesi si occupa della definizione di un Action Plan, mediante l'applicazione del BPR, volto all'aumento dell'efficacia commerciale dei servizi di post-vendita di ACMA spa, azienda produttrice di macchine automatiche a media-alta velocità nel settore del packaging. Attraverso l'analisi delle performance misurate in termini di tasso di conversione da valore offerto a ordinato per le variabili rilevanti del mercato e l'analisi di correlazione tra di esse con il software Rapidminer, si è mappato il processo d'offerta scomponendolo in tutte le attività che lo compongono, rilevandone le criticità ed identificandone la causa-radice. Da qui la definizione delle azioni necessarie alla riprogettazione del processo in un ottica proattiva, secondo l'odierno orientamento del mercato di tipo customer-oriented, per la costruzione di una Value Proposition personalizzata al cliente: sviluppo del marketing relazionale, formazione, integrazione strategica del software CRM, ridefinizione della strategia d'offerta e sistematizzazione della metodologia di lavoro Si valuta infine il possibile impatto economico e organizzativo che l'implementazione dell'Action Plan apporterà al processo d'offerta sul lungo periodo.
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RINIOLO, VERONICA. "I PROCESSI DI INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI E GLI INDICATORI DELLE PRATICHE DI CITTADINANZA. IL CASO SVEDESE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6099.

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Résumé :
La presente ricerca di dottorato si pone tre principali obiettivi: 1) studiare i processi di integrazione dei migranti, intesi nella loro bidirezionalità, multidimensionalità e processualità, con un focus specifico sulle pratiche di cittadinanza; 2) elaborare un set di indicatori al fine di misurare le pratiche di cittadinanza dei migranti nelle società riceventi; 3) identificare, tramite un modello di regressione logistica, la probabilità di essere un cittadino attivo considerando una serie di variabili indipendenti, quali classe di età, genere, background migratorio ecc. La ricerca è stata condotta mediante l’utilizzo combinato di metodi qualitativi e metodi quantitativi. Nello specifico in Svezia, paese scelto come caso studio, sono state realizzate 23 interviste semi-strutturate ad attori chiave della società, tra i quali rappresentanti istituzionali nazionali (Ministero del Lavoro), regionali e locali, sindacati, ONG, equality body, associazioni di migranti e migranti stessi. Successivamente, anche sulla base delle risultanze di questa fase, è stato elaborato un set di indicatori volto a misurare la partecipazione dei cittadini e, utilizzando tali indicatori, si è proceduto all’analisi secondaria dei dati della European Social Survey Round 6.<br>Citizenship practices are a central issue in migration studies, but not yet adequately reflected in the social sciences. In line with this, the three main objectives of this work may be summarised as follows. The first objective is to offer an analytical definition of citizenship practices capable of encompassing, both analytically and empirically, different forms of participation and at different levels (local, national, international, and transnational). The second is to elaborate a comprehensive set of indicators able to measure the level of migrant participation. Finally, an additional objective is to identify migrant-specific patterns of participation in Europe, with a particular focus on Sweden. The findings of my work are the result of the combined use of both qualitative and quantitative research methods. I conducted 23 semi-structured interviews with key actors of Swedish society (institutional actors, representatives of NGOs and of equality bodies, representatives of migrant associations). In the light of the results of the desk research and interviews, I have constructed a set of 25 indicators aiming at measuring the level of migrant participation, in the political, socio-economic and cultural-religious fields. Thus, using these indicators, I analyse data of the European Social Survey Round 6.
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RINIOLO, VERONICA. "I PROCESSI DI INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI E GLI INDICATORI DELLE PRATICHE DI CITTADINANZA. IL CASO SVEDESE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6099.

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La presente ricerca di dottorato si pone tre principali obiettivi: 1) studiare i processi di integrazione dei migranti, intesi nella loro bidirezionalità, multidimensionalità e processualità, con un focus specifico sulle pratiche di cittadinanza; 2) elaborare un set di indicatori al fine di misurare le pratiche di cittadinanza dei migranti nelle società riceventi; 3) identificare, tramite un modello di regressione logistica, la probabilità di essere un cittadino attivo considerando una serie di variabili indipendenti, quali classe di età, genere, background migratorio ecc. La ricerca è stata condotta mediante l’utilizzo combinato di metodi qualitativi e metodi quantitativi. Nello specifico in Svezia, paese scelto come caso studio, sono state realizzate 23 interviste semi-strutturate ad attori chiave della società, tra i quali rappresentanti istituzionali nazionali (Ministero del Lavoro), regionali e locali, sindacati, ONG, equality body, associazioni di migranti e migranti stessi. Successivamente, anche sulla base delle risultanze di questa fase, è stato elaborato un set di indicatori volto a misurare la partecipazione dei cittadini e, utilizzando tali indicatori, si è proceduto all’analisi secondaria dei dati della European Social Survey Round 6.<br>Citizenship practices are a central issue in migration studies, but not yet adequately reflected in the social sciences. In line with this, the three main objectives of this work may be summarised as follows. The first objective is to offer an analytical definition of citizenship practices capable of encompassing, both analytically and empirically, different forms of participation and at different levels (local, national, international, and transnational). The second is to elaborate a comprehensive set of indicators able to measure the level of migrant participation. Finally, an additional objective is to identify migrant-specific patterns of participation in Europe, with a particular focus on Sweden. The findings of my work are the result of the combined use of both qualitative and quantitative research methods. I conducted 23 semi-structured interviews with key actors of Swedish society (institutional actors, representatives of NGOs and of equality bodies, representatives of migrant associations). In the light of the results of the desk research and interviews, I have constructed a set of 25 indicators aiming at measuring the level of migrant participation, in the political, socio-economic and cultural-religious fields. Thus, using these indicators, I analyse data of the European Social Survey Round 6.
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Livres sur le sujet "Indicatori processo"

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Ciesla, William M. Disturbance events in America's forests: An analysis of criterion 3, indicator 15, Montreal process--criteria and indicators of sustainable forestry--2003. USDA Forest Service, Forest Health Portection, Forest Health Technology Enterprise Team, 2005.

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Carlson, Beverley A. Monitoring human and social indicators in the adjustment process. s.n.], 1988.

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3

Kennerley, V. M. Dehydrogenase activity as a potential process indicator foranaerobic digestion. UMIST, 1994.

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Hollister, Pam. The People Process. Pfeiffer, 1992.

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Team, NRCS Indicators Action. Ecosystem indicators: A process to assist with planning and monitoring activities. U.S. Dept. of Agriculture, Natural Resources Conservation Service, 1996.

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6

Zograb, Mnacakanovich, Yakovlevna Yana, Viktorovna Ol'ga, and Valentinovna Tat'yana. Corporate financial planning and budgeting. INFRA-M Academic Publishing LLC., 2024. https://doi.org/10.12737/1958350.

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Résumé :
The textbook consists of ten sections in which the content and stages of the financial planning and budgeting process are consistently considered: financial planning and budgeting, financial responsibility centers, organization of planning and budgeting processes, methods of calculating planned financial indicators, formats of financial plans and budgets, sources of information for financial planning, control, analysis and regulation of financial plans. The processes of forming a planning system and methods of organizing a system for monitoring the achievement of planned financial indicators are disclosed. Meets the requirements of the federal state educational standards of higher education of the latest generation. It is intended for students and teachers of economic universities, graduate students, researchers, practitioners in the field of financial activities of organizations.
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United Nations Development Programme (Mongolia). Handbook on democratic governance indicators (DGIs): Method, process and lessons learned from Mongolia. UNDP Mongolia, 2006.

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Nancy, Dunton, Montalvo Isis, and American Nurses Association, eds. Sustained improvement in nursing quality: Hospital performance on NDNQI indicators, 2007-2008. American Nurses Association, 2009.

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Dunton, Nancy. Sustained improvement in nursing quality: Hospital performance on NDNQI indicators, 2007-2008. Edited by American Nurses Association. American Nurses Association, 2009.

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Dunton, Nancy. Sustained improvement in nursing quality: Hospital performance on NDNQI indicators, 2007-2008. Edited by American Nurses Association. American Nurses Association, 2009.

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López-Villar, Olga. "Process Indicators." In Quality Management and Accreditation in Hematopoietic Stem Cell Transplantation and Cellular Therapy. Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-64492-5_12.

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AbstractThere are different tools to evaluate the efficacy of the system. Indicators are one of them. An indicator is a measure done in a critical point and the resulting value has to be within a pre-determined range. A deviation in the result of an indicator requires a study of the cause and an action to improve the system in that particular issue.
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2

Cho, Minsu, Minseok Song, Seok-Ran Yeom, Il-Jae Wang, and Byung-Kwan Choi. "Developing Process Performance Indicators for Emergency Room Processes." In Business Process Management Workshops. Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-37453-2_42.

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3

McKenzie, Daniel H., D. Eric Hyatt, and V. Janet McDonald. "The development of environmental indicators in North Carolina: process and product." In Ecological Indicators. Springer US, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4615-4661-0_69.

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4

Bukaveckas, Paul A. "The utility of measuring process-oriented parameters for assessing ecosystem resonse to acidification." In Ecological Indicators. Springer US, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4615-4661-0_55.

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5

Schabacker, M., and M. Gröpper. "Process Indicators for Process Engineering (PIPE)." In Modelling and Management of Engineering Processes. Springer Berlin Heidelberg, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-44009-4_10.

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6

Cîmpan, Sorana, and Flavio Oquendo. "Fuzzy indicators for monitoring software processes." In Software Process Technology. Springer Berlin Heidelberg, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/3-540-64956-5_4.

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7

Gómez-Gil, Marta, Almudena Espinosa-Fernández, Belinda López-Mesa, and Marta Monzón-Chavarrías. "Indicators and Data in Spain for an Overview of the Energy Characteristics of the National Building Stock." In Digital Innovations in Architecture, Engineering and Construction. Springer Nature Switzerland, 2024. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-51829-4_4.

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Résumé :
AbstractThe decarbonization objectives outlined by Europe, coupled with the aging of existing buildings, underscore the importance of evaluating the evolution of energy characteristics of the building stock at both national and regional levels. To facilitate this evaluation in Spain, along with its regions Aragon and the Basque Country, a set of indicators is suggested in this chapter. These indicators aim to offer insights into the evolution of annual final energy consumption by building type and per end use. Additionally, the Energy Performance Certificates (EPCs) are put forth as valuable indicators, with a focus on the number and energy class derived from these certificates. In the case of the former indicators, Spain benefits from both national and regional data sources, although enhancements are possible through improved data processing techniques and the extraction of information based on building characteristics. As for EPCs, it is recommended that the information provided by regions undergo a standardization process to ensure a more comprehensive development of the indicators. Furthermore, an additional proposed indicator involves the measurement of the quantity and surface area of nearly zero-energy buildings (nZEB). Unfortunately, the current lack of national or regional sources hampers the development of this particular indicator.
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8

O’Connor, Raymond J. "The Analysis of Geographic Scale and Population Processes in Bird Population Monitoring Data." In Ecological Indicators. Springer US, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4615-4661-0_10.

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9

Pilorget, Lionel. "Process Performance Indicators and Reporting." In Implementing IT Processes. Springer Fachmedien Wiesbaden, 2015. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-658-04773-3_13.

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10

Brewer, Gary D., and Fred M. Piltz. "Monitoring Benthic Ecosystem Processes on the Outer Continental Shelf: An Integrated Approach for Offshore Southern California." In Ecological Indicators. Springer US, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4615-4661-0_38.

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Actes de conférences sur le sujet "Indicatori processo"

1

Huynh, Dat, Oluwadare Badejo, Borja Hern�ndez, and Marianthi Ierapetritou. "Multi-Stakeholder Optimization for Identification of Relevant Life Cycle Assessment Endpoint Indicators." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.184670.

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Résumé :
Endpoint indicators provide a concise representation of environmental impacts by aggregating multiple midpoint indicators into a single value. Traditional endpoint weighting systems, however, are often limited by biases introduced through panel reviews and a lack of robustness in scientific process models. Additionally, they typically fail to account for the preferences of key stakeholders, including industry, government, and the public. This work addresses these limitations by developing an endpoint indicator that incorporates stakeholder preferences and minimizes dissatisfaction. A multi-stakeholder optimization framework was formulated to achieve this goal, employing distance, downside risk, and conditional value at risk as objective functions. Stakeholder preferences were derived from emissions data for industry, federal spending on environmental issues for government, and public surveys for societal input. Results highlight regional variations in midpoint indicator weightings across Texas, California, Delaware, and the United States. Furthermore, the influence of public and government preferences reveals a prioritization of human health concerns over environmental impacts. This framework offers a novel approach to creating endpoint indicators that align with stakeholder priorities, promoting more inclusive and collaborative environmental decision-making.
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2

Vel�zquez-S�mano, Tadeo E., Heriberto Alcocer-Garc�a, Eduardo S�nchez-Ram�rez, Carlos R. Caceres-Barrera, and Juan G. Segovia-Hern�ndez. "Analysis of Control Properties as a Sustainability Indicator in Intensified Processes for Levulinic Acid Purification." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.104729.

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Résumé :
The evaluation of control properties in industrial processes is essential to achieve sustainability, a very relevant topic today. This study emphasizes the importance of control studies to ensure that processes are efficient, operable and safe. While strategies such as process intensification can reduce the size, cost, and consumption of energy, it can present challenges in control and operability. This work focuses on the evaluation of the control properties of schemes with different degrees of intensification for the purification of levulinic acid, with the aim of identifying designs with the best control properties and the best economic and environmental indicators. The schemes were designed under a systematic synthesis strategy and optimized using the hybrid method of differential evolution with a tabu list, considering the total annual cost and Eco-indicator 99. An open-loop study analyzed the relationship between manipulable variables and output variables using total condition number, sensitivity index, and relative gain matrix analysis. The dynamic behavior in a closed loop was subsequently analyzed using the minimization of the absolute error integral as a criterion. The results showed that the design, which includes a liquid-liquid extraction column, three distillation columns, and thermal coupling, presented the best dynamic performance. This design had a low total condition number, a below-average sensitivity index, a stable control structure, and low values of the absolute error integral. In addition, it stood out for its excellent cost and environmental impact indicators, which makes it the most favorable option among the proposed designs.
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3

Hastedt, Friedrich, Klaus Hellgardt, Sophia Yaliraki, Antonio del Rio Chanona, and Dongda Zhang. "Computational Assessment of Molecular Synthetic Accessibility using Economic Indicators." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.175859.

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Résumé :
The rapid advancement of computational drug discovery has enabled the generation of vast virtual libraries of promising drug candidates. However, evaluating the synthetic accessibility (SA) of these compounds remains a critical bottleneck. While computer-aided synthesis planning (CASP) tools can provide synthesis routes to the candidate, their computational demands make them impractical for large-scale screening. Existing rapid SA scoring methods, struggle to generalize to out-of-distribution molecules and do not account for economic viability. To address these challenges, we present MolPrice, an accurate and reliable price prediction tool. By introducing a novel self-supervised learning approach, MolPrice achieves robust generalization to diverse molecular structures of various complexities. Our comprehensive analysis of model architectures and molecular representations reveals that substructure-based features strongly correlate with market prices, supporting the relationship between synthetic complexity and economic value. MolPrice performs well on the standard literature SA benchmark, showcasing its ability for SA estimation. MolPrice thus serves as both an accurate molecular price predictor and a rapid synthetic accessibility assessment tool, enhancing the efficiency of modern drug discovery pipelines.
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4

Xu, Dong. "Towards intelligent cracking analysis and design for concrete bridges based on three-layer stress indicator system." In IABSE Symposium, Tokyo 2025: Environmentally Friendly Technologies and Structures: Focusing on Sustainable Approaches. International Association for Bridge and Structural Engineering (IABSE), 2025. https://doi.org/10.2749/tokyo.2025.0106.

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Résumé :
&lt;p&gt;A three-layer stress indicator system is proposed for analysis and design of concrete bridges with box section. The system includes in-plane and out-of-plane representative stresses of each slab of box section covering global and local effects. Although some of the indicators were already specified in the codes for decades, they were not complete, leading to deficiencies in the cracking analysis of concrete bridge structures. The indicator system can establish an intelligent road map for cracking analysis: to match cracks with the system to obtain relevant stress indicators, to determine the load cases that contribute the most to those stress indicators from refined analysis model. The load cases include deadload, live load, concrete creep and shrinkage, prestressing, thermal effect etc. The intelligent workflow will help engineers to know which load cases are the most unfavourable and to judge the most possible causes of cracks.&lt;/p&gt;&lt;p&gt;The proposed stress indicator system can be applied for obtaining optimal design for prestressed concrete bridges. Traditional design processes are often empirical and iterative, leading to diversified results which are usually not optimal, even though they meet the requirements in the specifications. Current research on optimization predominantly focuses on economic objectives, lacking comprehensive consideration of structural performance. An intelligent design method that integrates the stress indicators with machine learning is proposed. The objective function of this method combines stress distribution and cost, thereby achieving designs with both economic efficiency and favourable stress distribution. By employing a machine learning model to replace multiple rounds of computationally expensive FEA, the method enhances the optimal process and design efficiency.&lt;/p&gt;
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5

Karaman, �mer Faruk, Peter Lang, and Laszlo Hegely. "Assessing Distillation Processes through Sustainability Indicators Aligned with the Sustainable Development Goals." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.186066.

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Résumé :
A generally applicable framework for the evaluation of the sustainability of distillation processes is proposed by aligning indicators directly to selected sustainable development goals (SDGs) created by the United Nations. The indicators are related to the goals good health and well-being (SDG 3), clear water and sanitation (SDG 6), affordable and clean energy (SDG 7), decent work and economic growth (SDG 8), industry, innovation and infrastructure (SDG 9), responsible consumption and production (SDG 12), climate action (SDG 13) and life below water (SDG 14). A total of 12 sustainability indicators, including human toxicity potential, wastewater generation, water consumption, renewable energy share, energy demand, material footprint, profit, waste generation, recycling ratio of waste, greenhouse gas emission, eutrophication potential and acidification potential are assigned to selected SDGs. The application of the indicators is illustrated by two case studies: a batch (BD) and a continuous (pressure-swing) distillation process. Case BD6, where the CO2 emission was minimized, proves to be the most sustainable BD process. It has the lowest greenhouse gas emission, acidification potential and waste generation. Although it has the lowest profit, the variations across the BD cases are minimal. By the pressure-swing distillation, L4 (feeding into low-pressure column, heat integration with optimization) is the best case, with the highest profit and the lowest energy demand, material footprint and greenhouse gas emission values.
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6

Oliveira, Miguel Castro, Rita Castro Oliveira, Pedro M. Castro, and Henrique A. Matos. "The Paradigm of Water and Energy Integration Systems (WEIS): Methodology and Performance Indicators." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.130880.

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Résumé :
This work approaches a detailed characterization of the aspects inherent to the innovative paradigm of Water and Energy Integration Systems (WEIS). These consists in conceptual physical systems which consider all potential energy-using and water-using processes in a site, all potential recirculation of material and energy streams between these and the integration of several categories of state-of-the-art technologies. The WEIS have the ultimate aim to promote the sustainability character associated to existing installations (through the reduction of energy and water input and contaminants output). The specific characteristics of WEIS are compared to existing similar process integration methodologies and a set of performance indicators are determined, having as a basis two previous case-studies approached for the Engineering project of WEIS. The performed analysis in this work revealed that the innovative paradigm is able to constitute Engineering projects with associated sustainability promotion potential, with the possibility to be modelled with existing computational tools and not being associated to impediments in terms of the maturity and availability of constituting technologies.
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7

Verneuil, Maud, Sydney Thomas, and Marianne Boix. "Taking into account social aspects for the development of industrial ecology on a territory." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.124837.

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Résumé :
Industrial ecology appears to be a significant means of reducing carbon dioxide emissions from industry. However, beyond flow management, eco-industrial parks can also contribute to a socio-economic transition on a regional scale. Usually, multi-criteria optimization models use economic and environmental criteria in the decision-making process. This article looks at the integration of social criteria in these models, and more broadly at the issues involved in measuring the social impact of an eco-industrial park. The aim of this article is to take a different approach to social indicators, by highlighting the key success factors of an eco-industrial park, such as cooperation within a collective but also between the different scales making up the system. This work is based on bibliographical research and semi-structured interviews with stakeholders in the field. What's more, the process of developing social indicators, particularly participatory ones, seems to be a strong catalyst in the construction of relationships and their dynamics. Finally, the metric of social indicators also has its limitations, which should be considered if we are to be able to address the various issues in a systemic way and potentially envisage other ways of taking into account the social aspect of an eco-industrial park.
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8

Sousa, Marco P. De, Rahul Kakodkar, Betsie M. Flores, et al. "Integrating Time-Varying Environmental Indicators into an Energy Systems Modeling and Optimization Framework for Enhanced Sustainability." In The 35th European Symposium on Computer Aided Process Engineering. PSE Press, 2025. https://doi.org/10.69997/sct.171539.

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Résumé :
Data-driven decision-making is crucial in the transition to a low-carbon economy, especially as global industries strive to meet stringent sustainability goals. Traditional life cycle assessments often rely on static emission factors, overlooking the dynamic nature of the energy grid. As renewable energy penetration increases, grid carbon intensity fluctuates significantly across time and regions, due to the inherent intermittency of renewable sources like wind and solar. This variability introduces discrepancies in emission estimations if time-averaged factors are applied, leading to sub-optimal process operations and unintended environmental consequences. To this end, we present a real-time emission-aware optimization framework, which is implemented through a mixed-integer linear programming formulation that can determine optimal design configurations and operation schedules while simultaneously mitigating emissions by utilizing electricity price forecasts, time-varying emission factors, sporadic weather data, and supply and demand variability. The optimization model integrates life cycle assessment criteria to evaluate various environmental inputs, categorized into direct on-site emissions (Scope 1), indirect emissions from energy use (Scope 2), and upstream, downstream, and construction-related emissions associated with the process system (Scope 3). The framework, demonstrated through a detailed hydrogen production case study, showcases the effect of time-varying emissions by generating a set of optimal solutions that balance the trade-offs between environmentally sustainable and economical operational strategies.
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9

Zheng, Jiaming, Hao Li, Genki Suzuki, and Hiroyuki Shioya. "Time Series Lag Analysis of Indicators in Sewage Treatment Process." In 2024 IEEE 13th Global Conference on Consumer Electronics (GCCE). IEEE, 2024. https://doi.org/10.1109/gcce62371.2024.10760856.

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Olabisi, Olagoke, Amer Jarragh, Yousef Khuraibut, and Ashok Mathew. "Identifying Key Performance Indicators for Corrosion in Oilfield Water Handling Systems." In CORROSION 2014. NACE International, 2014. https://doi.org/10.5006/c2014-4348.

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Abstract Key performance indicators are used to track the efficiency of the prevailing corrosion risk management strategy, namely, the integration of corrosion, process monitoring, inspection, mitigation, environmental control, and materials management. In an earlier paper1, a methodology was outlined for the use of a single key performance indicator, namely, the corrosion rate, in tracking monitoring strategy, mitigation strategy, and pipeline integrity. This paper seeks to identify other key performance indicators. At Kuwait Oil Company (KOC), internal corrosion monitoring activities are carried out in 22 gathering centers, early production facilities, 5 booster stations (operating), 3 effluent water disposal plants, seawater treatment plant, seawater injection plant, and pipeline network carrying different products. Corrosion and corrosivity trends are monitored using weight-loss coupons, electronic probes, bioprobes, hydrogen patch probes, galvanic probes as well as the measurement of iron content (total and dissolved) and manganese content. Corrosivity trend is also monitored using pH, conductivity, total dissolved solids, total hardness, dissolved oxygen, H2S concentrations, CO2 concentrations, bacterial population density and corrosion inhibitor residuals. These activities consume significant resources. The present paper is focused on identifying parameter(s) that could serve as key performance indicator(s) for corrosion and enable the company to operate with greater cost effectiveness, efficiency, reliability and control of the state of corrosion integrity of oilfield water handling systems.
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Rapports d'organisations sur le sujet "Indicatori processo"

1

Research Institute (IFPRI), International Food Policy. Tracking CAADP indicators and processes. International Food Policy Research Institute, 2017. http://dx.doi.org/10.2499/9780896292949_11.

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2

Makombe, Tsitsi, Wondwosen Tefera, and John M. Ulimwengu. Tracking key CAADP indicators and implementation processes. International Food Policy Research Institute, 2019. http://dx.doi.org/10.2499/9780896293649_13.

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3

Makombe, Tsitsi, Wondwosen Tefera, and John M. Ulimwengu. Tracking key CAADP indicators and implementation processes. International Food Policy Research Institute, 2020. http://dx.doi.org/10.2499/9780896293946_16.

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4

Research Institute (IFPRI), International Food Policy. Tracking key CAADP indicators and implementation processes. International Food Policy Research Institute, 2016. http://dx.doi.org/10.2499/9780896295933_12.

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5

Research Institute (IFPRI), International Food Policy. Tracking key CAADP indicators and implementation processes. International Food Policy Research Institute, 2018. http://dx.doi.org/10.2499/9780896295988_12.

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6

Sanz, E., P. Alonso, B. Haidar, H. Ghaemi, and L. García. Key performance indicators (KPIs). Scipedia, 2021. http://dx.doi.org/10.23967/prodphd.2021.9.002.

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Résumé :
The project “Social network tools and procedures for developing entrepreneurial skills in PhD programmes” (prodPhD) aims to implement innovative social network-based methodologies for teaching and learning entrepreneurship in PhD programmes. The multidisciplinary teaching and learning methodologies to be developed will enable entrepreneurship education to be introduced into any PhD programme, providing students with the knowledge, skills, and motivation to engage in entrepreneurial activities. However, the use of the output of the project will depend on the nature and profile of the research or scientific field. In this context, key performance indicators (KPIs) form the base on which the quality and scope of the methodologies developed in the project will be quantified and benchmarked. The project’s final product will be an online tool that higher education students can use to learn entrepreneurship from a social network perspective. Performance measurement is one of the first steps of any project and involves the choice and use of indicators to measure the effectiveness and success of the project’s methods and results. All the KPIs have been selected according to criteria of relevance, measurability, reliability, and adequacy, and they cover the process, dissemination methods, and overall quality of the project. In this document, each KPI is defined together with the units and instruments for measuring it. In the case of qualitative KPIs, five-level Likert scales are defined to improve indicator measurability and reliability. The KPIs for prodPhD are divided into three main dimensions, depending on the stage of the project they evaluate. The three main dimensions are performance and development (which are highly related to the project’s process), dissemination and impact (which are more closely correlated with the project’s output), and overall project quality. Different sources (i.e., European projects and papers) have been drawn upon to define a set of 51 KPIs classified into six categories, according to the project phase they aim to evaluate. An Excel tool has been developed that collects all the KPIs analysed in the production of this document. This tool is shared in the Scipedia repository.
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7

Merkulova, Yuliya. Роль системы показателей в технологии оптимизации и баланса множества данных спроса и предложения. Yuliya Merkulova, 2021. http://dx.doi.org/10.12731/er0431.26042021.

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Résumé :
Article is devoted to significant problems of creation of system of the indicators for stimulation of balance of supply and demand of products. It is very important for increase of competitiveness of products. The new methodology of calculation of target function of a product and indicators of its efficiency is offered in article. The special place in article is devoted to methodology of definition of an indicator of aggregate useful effect, which includes useful effect of the producer and consumer and promotes balance of their interests. All offered indicators of efficiency of a product are interconnected with each other and only in united system possess the stimulating mechanism of balance of supply and demand. They promote increase of effectiveness of process of planning and allow to find reserves for increase of competitiveness of products.
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8

Esquivel, Maricarmen, Tsuneki Hori, Sergio Lacambra Ayuso, et al. Index of Governance and Public Policy in Disaster Risk Management (iGOPP): Application Protocol. Inter-American Development Bank, 2015. http://dx.doi.org/10.18235/0010634.

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Résumé :
The protocol describes in detail the necessary steps for the measurement of indicators, including the information to be compiled, the assessment process, recommendations and examples based on the application conducted, as well as on the experiences of other countries in the Region. Additionally, the protocol contains some hypothetical examples with situations that could be found in the countries and suggestions on options to collect information in different contexts. Also, in order to adapt its methodology and indicator assessment process, this protocol is sensitive to those legal/constitutional differences that lead to models with various degrees of federalism and centralism.
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9

Tang, CheeYee. Key performance indicators for process control system cybersecurity performance analysis. National Institute of Standards and Technology, 2017. http://dx.doi.org/10.6028/nist.ir.8188.

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10

Fabricius, C., P. Novellie, C. Ringler, S. Uhlenbrook, and D. Wright. Resilience in agro-ecological landscapes: process principles and outcome indicators. International Water Management Institute (IWMI). CGIAR Research Program on Water, Land and Ecosystems (WLE), 2021. http://dx.doi.org/10.5337/2022.206.

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