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1

Cino, Luigi. « Parlamentos transnacionales hacia la integración regional. Un estudio comparativo entre el Parlatino y el Parlamento Europeo ». Encuentro Latinoamericano 4, no 1 (septembre 2017) : 27–41. http://dx.doi.org/10.22151/ela.4.1.2.

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Mikolič Južnič, Tamara. « La nominalizzazione come indicatore del grado di formalità in alcuni tipi testuali della lingua parlata ». Linguistica 52, no 1 (31 décembre 2012) : 283–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.52.1.283-295.

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Résumé :
Il presente contributo si pone come oggetto una ricerca su alcune caratteristiche del discorso parlato legate alla complessità sintattica e lessicale determinata dall’uso della nominalizzazione. Partendo dalla considerazione, più volte espressa, su come la lingua parlata differisca da quella scritta anche dal punto di vista della complessità sintattica e lessicale, dalla quale può dipendere il grado di formalità, e basandoci su studi antecedenti sulla presenza di un fenomeno sintattico-lessicale relativamente complesso, quale è la nominalizzazione, in alcuni generi della lingua slovena scritta, si intende verificare se e in quali aspetti i vari tipi di testi della lingua parlata differiscano tra loro sotto questo punto di vista. La nominalizzazione, qui intesa come metafora grammaticale nel senso hallidayiano, secondo vari studiosi è, infatti, generalmente un elemento caratteristico della lingua formale scritta, la quale trova minore spazio nei generi parlati, sebbene non sia completamente assente in alcuni suoi generi formali. Per la raccolta dei dati necessari ai fini della ricerca viene usato il corpus della lingua parlata slovena GOS, in cui i testi compresi sono divisi in vari subcorpora secondo criteri predefiniti riguardanti la tipologia testuale, il canale dell’evento comunicativo, il tipo di evento comunicativo, la regione di provenienza dei parlanti ecc. La metodologia usata è quella della linguistica dei corpora, integrata, in parte, con ipotesi basate soprattutto sul quadro teorico della linguistica sistemico funzionale.
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Robustelli, Cecilia, et Enrico Testa. « Simulazione di parlato ». Modern Language Review 88, no 3 (juillet 1993) : 768. http://dx.doi.org/10.2307/3734978.

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4

Guardiano, Cristina. « Aspetti dell’Italiano Parlato ». Journal of Pragmatics 39, no 2 (février 2007) : 431–35. http://dx.doi.org/10.1016/j.pragma.2006.08.001.

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5

Voghera, Miriam. « L'intonazione dell'italiano parlato spontaneo ». Italianist 9, no 1 (juin 1989) : 116–41. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1989.9.1.116.

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Paganelli, Matteo. « L'entusiasmo e lo studio contro il dolore : incontro con il Dr. Mark Jensen ». IPNOSI, no 1 (juillet 2021) : 77–82. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-001007.

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Résumé :
Abbiamo realizzato questa intervista con il Dott. Mark Jensen, parlando di lui, della sua esperienza personale e professionale, della sua esperienza terapeutica e di ricerca e della gestione del dolore con l'ipnosi. Abbiamo parlato delle prospettive dell'ipnosi legata al controllo del dolore. Abbiamo parlato dell'importanza della condivisione delle conoscenze dell'ipnosi a livello mondiale.
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Paganelli, Matteo. « La conoscenza e la professionalità unite alla passione : incontro con il Prof. Giuseppe De Benedittis ». IPNOSI, no 2 (décembre 2020) : 61–66. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2020-002006.

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Résumé :
Abbiamo realizzato questa intervista con il Prof. Giuseppe De Benedittis, par-lando di lui, della sua esperienza personale e professionale, della sua esperienza medica e del controllo del dolore con l'ipnosi. Abbiamo parlato delle prospettive dell'ipnosi, partendo da figure importanti del passato. Abbiamo parlato del percor-so personale e professionale di questa figura di primo piano nel campo dell'ipnosi ericksoniana.
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Margutti, Piera. « Fenomeni di intensità nell’italiano parlato ». Journal of Pragmatics 43, no 1 (janvier 2011) : 421–24. http://dx.doi.org/10.1016/j.pragma.2010.08.005.

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Vizmuller-Zocco, Jana, Tullio De Mauro, Federico Mancini, Massimo Vedovelli et Miriam Voghera. « Lessico di frequenza dell'italiano parlato ». Italica 71, no 4 (1994) : 577. http://dx.doi.org/10.2307/479679.

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Vizmuller-Zocco, Jana, et Miriam Voghera. « Sintassi e intonazione nell' italiano parlato ». Italica 71, no 1 (1994) : 139. http://dx.doi.org/10.2307/479425.

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Lepschy, A. L., G. Lepschy et M. Voghera. « Intonazione del parlato e del recitato ». Italianist 16, no 1 (juin 1996) : 220–33. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1996.16.1.220.

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Lenassi, Nives. « Tratti del parlato nelle e-mail d'affari in lingua italiana scambiate tra partner italiani e sloveni ». Linguistica 52, no 1 (31 décembre 2012) : 201–11. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.52.1.201-211.

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Résumé :
Sullo sfondo delle constatazioni di vari studiosi relative alle caratteristiche dialogiche e orali nelle e-mail di natura prevalentemente privata, questa volta l’autrice ha condotto un’indagine in merito alla presenza dei tratti del parlato nella comunicazione elettronica d’affari. È stato constatato che quest’ultima, nonostante sia fortemente istituzionalizzata e perciò assai più restia all’irruzione dell’oralità nei testi, mostra pure un certo numero di tratti indubbiamente appartenenti alla comunicazione parlata. Così a livello diamesico, accanto ai messaggi formalmente assai strutturati, se ne trovano altri meno formali, fino a quelli che sembrano mimare una conversazione telefonica. A livello grafico, la punteggiatura enfatica (punti di sospensione, punti esclamativi e punti interrogativi) sembra essere usata in sostituzione della modulazione della voce (con una specifica funzione comunicativa). A livello lessicale e a livello sintattico, l’uso di alcuni verbi generici (dire e sentire) e di certe congiunzioni polifunzionali usate come segnali discorsivi (e e ma) tipici della comunicazione spontanea, allontana i messaggi dalla tradizionale formalità dell’interazione scritta. Al parlato ricordano, inoltre, anche il fenomeno sintattico della dislocazione a sinistra nonché alcune interiezioni. A livello testuale, infine, tradiscono un legame con il parlato determinate formule di apertura e di chiusura riscontrabili regolarmente in diversi punti di una conversazione faccia a faccia o in una conversazione telefonica.
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Francescato, Giuseppe. « G. Ernst : “Gesprochenes Französisch zu Beginn des 17. Jahrhunderts" Direkte Rede in Jean Héroards "Histoire particulière de Louis XIII" (1605-1610), Beihefte ZRPh, Band 204, Niemeyer, Tübingen 1985, pp. 623. » Linguistica 26, no 1 (1 décembre 1986) : 181–84. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.181-184.

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Résumé :
Abituati come siamo alle meraviglie technologiche moderne, fatichiamo un poco a renderci conto che fino a non molti anni fa la diretta registrazione del linguaggio parlato era cosa impossibile e che di conseguenza la riproduzione della esatta pronuncia degli enunciati linguistici restava affidata, da lunghissimi tempi, esclusivamente a fonti grafiche o descrizioni. L'ampio studio di Ernst ci fornisce un esempio, ch1e si può dire unico e straordinario, di un documento del genere, e quindi porta a buon diritto il titolo, „il francese parlato del XVII secolo". Ma bisogna dire subito che se questo è diventato possibile lo si deve anche alla eccezionale prestazione delll'autore, prestazione che, come vedremo, oltre che rendere disponibile un vastissimo materiale linguistico, si manifesta pure in una impostazione metodologica di pdmissimo ordine.
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DETTORI, Antonietta. « Lingua sarda in movimento : dal parlato all'uso letterario ». La linguistique 44, no 1 (2008) : 57. http://dx.doi.org/10.3917/ling.441.0057.

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Jurisic, Srecko. « Il ‘parlato scritto’ del maestro di Porto Empedocle ». Incontri. Rivista europea di studi italiani 28, no 1 (24 juillet 2013) : 129. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.9161.

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Ricoveri, Giovanna. « Valentino Parlato and the Question of the Environment ». Capitalism Nature Socialism 28, no 4 (2 octobre 2017) : 21–23. http://dx.doi.org/10.1080/10455752.2017.1392678.

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Voghera, Miriam. « Gruppi tonali e strutture sintattiche nell'italiano parlato spontaneo ». Italianist 10, no 1 (juin 1990) : 175–203. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1990.10.1.175.

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Cortese, Giuseppina, et Sandra Potestá. « Strategie di interazione verbale : Le donne nel parlato radiofonico ». Italianist 7, no 1 (juin 1987) : 122–57. http://dx.doi.org/10.1179/ita.1987.7.1.122.

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Iglesias, Rosa. « Hanotin, Guillaume y Picco, Dominique (eds.), "Le lion et les lys. Espagne et France au temps de Philippe V", préface de Alain Huogon, Pessac, Presses Universitaires de Bordeaux, 2018, 445 págs. ISBN : 9791030002966 ». Cuadernos de Historia Moderna 44, no 2 (11 novembre 2019) : 681–83. http://dx.doi.org/10.5209/chmo.66388.

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Résumé :
Studiando l’età di Filippo V, Christopher Storrs ha parlato recentemente di “Spanish Resurgence” (The Spanish Resurgence, 1713-1748, Yale University Press, 2016) sottolineando la forza dinamica della Spagna durante il regno del primo Borbone. Le campagne militari spagnole in Italia e nel nord Africa rivitalizzarono certamente la monarchia iberica, in un «revival of Spanish power» che fu segnato dalla pace del 1713.
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D'Agostino, Emilio. « Il lessico di frequenza dell'italiano parlato e la didattica dell'italiano ». Quaderns d’Italià 3 (2 novembre 1998) : 9. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.402.

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Merida, Raphael. « Aspetti del parlato nell'oratoria sacra secentesca : tra retorica e pragmatica ». Rhetorica 38, no 2 (1 mai 2020) : 180–99. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2020.38.2.180.

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Résumé :
Il saggio esamina alcuni trattati di retorica pubblicati tra la fine del Cinque e l'inizio del Seicento. Partendo dall'analisi di alcune retoriche cinquecentesche, passando dal confronto tra due dei maggiori esponenti teorici dell'oratoria sacra, Francesco Panigarola e Paolo Aresi, e arrivando ad alcuni trattatisti del primo Seicento, il contributo si concentrerà prevalentemente sulle informazioni retoriche relative alla pragmatica, ossia tutto ciò che nella predicazione riguarda l'uso della voce e dei gesti. L’actio infatti si configura come un'importante chiave di lettura per l'interpretazione della predica cinque e secentesca e permette di individuare come e quanto il parlato intervenga sullo scritto.
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Caprara, Loredana, et Olga Alejandra Mordene. « La stilizzazione del parlato in un romanzo di Mauro Covacich ». Revista de Italianística, no 8 (30 décembre 2003) : 119. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i8p119-132.

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Résumé :
O artigo propões uma leitura didática, destinada a estudantes universitários, do romance L´amore contro de Mauro Covacich, para evidenciar sua complexa estrutura linguística que abrange variados registros de língua falada-falada, da língua falada televisiva e de língua falada-escrita, todos de nível médio, médio-baixo.
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Marano, Luca. « Le strutture contipo : uno studio di alcune configurazioni dell’italiano parlato ». Italianist 33, no 3 (octobre 2013) : 464–83. http://dx.doi.org/10.1179/0261434013z.00000000056.

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Samy Shehata Dessouki, Marawan. « Lʼitaliano parlato : tratti linguistici لغة الکلام فی الایطالیة : ملامح لغویة ». مجلة الآداب والعلوم الإنسانیة 85, no 4 (1 juillet 2017) : 820–33. http://dx.doi.org/10.21608/fjhj.2017.168999.

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Miyazaki, Takuya, Yong-Soo Kim, Jeong-Heon Yoon, Hongsheng Wang et Herbert C. Morse. « The 3'-5' Exonuclease, TREX1, Interacts with Poly(ADP-ribose) Polymerase-1 (PARP1) in Response to DNA Damage ». Blood 120, no 21 (16 novembre 2012) : 1046. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v120.21.1046.1046.

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Abstract Abstract 1046 Background: Recognition of nucleic acids plays a key role in the pathogenesis of autoimmune diseases such as systemic lupus erythematosus (SLE). The major 3'-5' DNA exonuclease, TREX1, degrades single- and double-stranded DNA to minimize potential immune activation by persistent self or retroelement DNA. Mutations in the human TREX1gene have been linked to four diseases: SLE; Aicardi-Goutières syndrome (AGS); retinal vasculopathy and cerebral leukodystrophy (RVCL); and familial chilblain lupus (CBL). SLE, AGS and CBL have overlapping features characterized by expression of interferon-alpha and autoantibody production, but are distinct clinical conditions. RVCL is a non-inflammatory endotheliopathy. Methods: As part of our efforts to determine the molecular mechanisms underlying TREX1 involvement in the pathogenesis of these diseases, we identified a novel TREX1-binding partner protein by Mass Spectrometry and Co-Immunoprecipitation (Co-IP) assays. We examined the interaction domains and the effects of mutations in TREX1 associated with these diseases. Results: We found that TREX1 interacted with poly(ADP-ribose) polymerase-1 (PARP1), a nuclear DNA repair enzyme involved in the DNA damage response. The interaction domain of PARP1 was mapped to the amino-terminal zinc finger domains. Subcellular localization analysis showed that TREX1 normally localized to the cytoplasm and cytomembranes, but translocated to the nucleus (with some bound to chromatin) in response to sublethal DNA damage. Co-IP assays revealed that the interaction was increased following DNA damage in concert with the post-translational PARlation of PARP1. Functional studies showed that TREX1 induced the PARlation of PARP1 in a TREX1 dose-dependent manner. Furthermore, siRNA knockdown of TREX1 promoted PARP1 cleavage and loss of PARP1 enzymatic activity, resulting in the induction of apoptosis. We further analyzed the effects of TREX1-PARP1 interaction in relation to the pathogenesis of AGS or RVCL. Co-IP assays revealed that the RVCL-related TREX1-mutant protein, V235fs, bound to PARP1 as well as wild-type TREX1, whereas the AGS-related R114H mutant protein did not bind PARP1. Conclusion: These findings demonstrate that TREX1 contributes to the regulation of PARP1 in the DNA damage response and that mutation-induced alterations in the function of TREX1 may be a factor in the development or progression of these autoimmune diseases by affecting PARP1 activity. Disclosures: No relevant conflicts of interest to declare.
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Tekavčić, Pavao. « Il latino, la morte o la continuità ». Linguistica 47, no 1 (31 décembre 2007) : 5–20. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.47.1.5-20.

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Partendo dalle pagine dedicate alla morte del latino nel volume Halte à la mort des langues di Claude Hagège, l'autore sintetizza dapprima le idee del sociolinguista francese, per passare poi alla discussione, al commento e alle proposte di completamento. L'autore sottoscrive alla tesi della continuità, vedendo negli idiomi romanzi la fase attuale del latino. Nel contributo si illustrano anche certi altri temi: la differenziazione regionale del latino, la periodizzazione e il valore delle fonti del latino parlato.
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Bilia, Marilisa Bertecchini. « L´italiano parlato a San Paolo : un corpus per future ricerche ». Revista de Italianística 5, no 5 (30 décembre 1997) : 23. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v5i5p23-27.

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Kenda, Jana. « Ruoli pragmatici di "sì" : modello di analisi dei segnali discorsivi nell'italiano parlato ». Linguistica 48, no 1 (29 décembre 2008) : 137–49. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.137-149.

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Résumé :
Nel presente contributo osserveremo i diversi ruoli pragmatici assunti dal segnale discorsivo sì nella lingua italiana parlata. è nostro intento servirci di questo esempio concreto per illustrare la pluralità di funzioni e di forze illocutorie di un segnale discorsivo che possono renderne difficoltosa l’elaborazione e l’interpretazione. il metodo adottato per l’individuazione dei diversi ruoli pragmatici svolti dal segnale prescelto, si propone di costituire un modello di analisi applicabile anche ad altri elementi linguistici aventi simili proprietà pragmatiche.
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Giusto, Marcello. « Evoluzione dell’italiano trasmesso sulla base dell’analisi sociolinguistica del parlato di tre film ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no 9 (2017) : 48–58. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.5.

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Résumé :
Abstrakt L’analisi dei cambiamenti avvenuti all’interno del repertorio verbale italiano sulla base dei mutamenti del trasmesso filmico di tre produzioni di epoche diverse permette di dare uno sguardo d’insieme allo sviluppo del repertorio linguistico influenzato dalle vicende storiche e sociali. Inoltre, ricorrendo agli strumenti della sociolinguistica, è stato possibile valutare se le scelte linguistiche presenti all’interno del parlato filmico veicolato dai tre film analizzati siano state determinate dalla necessità di caratterizzare i personaggi e le situazioni o se siano piuttosto da ascrivere a un riflesso degli usi e dei comportamenti linguistici reali dei parlanti. Ewolucja języka włoskiego na podstawie analizy socjolingwistycznej języka mówionego używanego w trzech wybranych filmach Zmiany, które nastąpiły w języku włoskim zostały poddane analizie na podstawie języka stosowanego w trzech produkcjach filmowych pochodzących z różnych okresów czasowych. Pozwoliło to na szersze spojrzenie na rozwój języka wynikający z uwarunkowań historyczno-społecznych. Analiza socjolingwistyczna pozwoliła ustalić, czy język i styl wypowiedzi używany w wybranych filmach wynikał z potrzeby wiernego oddania charakteru postaci, sytuacji, czy był raczej odzwierciedleniem zwyczajów i zachowań społeczno-językowych mówiących.
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Bambini, Valentina. « Corpus di italiano parlato : Vol. 1 : Introduzione, Vol. 2 : Corpora, CD-Rom ». Journal of Pragmatics 37, no 6 (juin 2005) : 949–53. http://dx.doi.org/10.1016/j.pragma.2004.10.014.

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Banfi, Emanuele. « Rassegna di Gili Fivela & ; Bazzanella (2009) : Fenomeni di intensità nell’italiano parlato ». Revue Romane / Langue et littérature. International Journal of Romance Languages and Literatures 46, no 1 (27 juin 2011) : 167–71. http://dx.doi.org/10.1075/rro.46.1.09ban.

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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. « I parlanti dialettofoni e le loro storie. » Mnemosyne, no 3 (11 octobre 2018) : 9. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i3.12173.

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Résumé :
Nella narrazione orale, la voce esprime una molteplicità di significati, non solo in riferimento al contenuto vero e proprio del racconto, ma anche rispetto alla disposizione psicologica dei parlanti coinvolti nell’interazione, nonché in rapporto alle modalità di ricostruzione e trasmissione della memoria. Nel descrivere tale stratificazione, partirò da etnotesti tratti da un’intervista dialettologica, per mostrare come in questo tipo di racconto orale prenda forma una sorta di drammatizzazione dell’esperienza vissuta, la quale è interpretata, messa in scena dal parlante per l’interlocutore. Tale drammatizzazione impiega i mezzi espressivi propri del parlato, che saranno descritti in rapporto alle molteplici funzioni svolte nel contesto discorsivo.
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Variano, Angelo. « La �Bomba Americana� - Sulla storia di un noto anglicismo nell'italiano scritto e parlato ». Romanische Forschungen 128, no 4 (30 décembre 2016) : 457–80. http://dx.doi.org/10.3196/003581216820168090.

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Ibrahim,, Nesma Moh. « Mimesi del parlato in “Sandokan, storia di camorra” di Nanni Balestrini Analisi stilistica ». Transcultural Journal of Humanities and Social Sciences 1, no 3 (1 mars 2021) : 45–76. http://dx.doi.org/10.21608/tjhss.2021.160331.

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Zorzi, Daniela, et Guy Aston. « Review of De Mauro, Mancini, Vedovelli & ; Voghera (1993) : Lessico di frequenza dell’ italiano parlato ». International Journal of Corpus Linguistics 2, no 2 (1 janvier 1997) : 302–8. http://dx.doi.org/10.1075/ijcl.2.2.12zor.

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Raso, Tommaso. « L´italiano parlato a San Paolo da madrelingua colti. Primi sondaggi e ipotesi di lavoro ». Revista de Italianística, no 8 (30 décembre 2003) : 9. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i8p9-49.

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Résumé :
A partir da análise de 13 entrevistas com italianos cultos residentes na cidade de São Paulo, há pelo menos 20 anos, apontam-se numerosos aspectos linguisticos que são afetados pela interferência e pela erosão no contato com o português brasileiro. Além do léxico e dos mecanismos do code-switching e do code-mixing, a erosão é apontada em vários aspectos morfossintáticos, tais como o uso do artigo para indicar a referência, a redução das formas pronominais do verbo, os usos do gerúndio, a ordem das palavras e as formas para expressar a estrutura informativa do enunciado.
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Pauletto, Franco. « L’analisi della conversazione per valutare l’autenticità dei materiali audio per l’insegnamento dell’italiano L2 : una proposta metodologica ». EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no 2 (30 octobre 2020) : 28–50. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.12.216.

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Résumé :
IT Questo studio di caso ispirato ai principi dell’analisi della conversazione prende in considerazione due conversazioni registrate tratte da un manuale per l’insegnamento dell’italiano L2 per analizzarne alcune caratteristiche salienti sulla base di quanto sappiamo sul parlato spontaneo a partire dagli studi dell’analisi della conversazione (Schegloff, 2007). L’analisi dettagliata delle registrazioni ne mette in luce il carattere a tratti problematico, soprattutto per ciò che concerne la sequenzialità dell’azione, fatto che si traduce nella frequente assenza di coordinamento tra i turni di parola dei parlanti. Altri fenomeni tipici dell’interazione verbale spontanea, quali sovrapposizioni e riparazioni, sono spesso assenti. In sostanza si tratta di conversazioni poco adatte ad un uso didattico che abbia tra i propri obiettivi anche quello di far riflettere gli apprendenti sulle specificità che caratterizzano il parlato in interazione. L’articolo vuole proporre un modello di analisi di questi supporti audio che prenda in considerazione la stretta relazione esistente tra lingua, struttura sequenziale del parlato e azione sociale. Parole chiave: ITALIANO L2, DIDATTICA, ANALISI DELLA CONVERSAZIONE, SEQUENZIALITÀ, PREFERENZA, COMPETENZA INTERAZIONALE EN This case study, inspired by the principles of conversation analysis, examines two recorded conversations from a manual for teaching Italian as a second language. It analyzes certain salient characteristics of these conversations based on what we know about spontaneous speech from conversation analysis studies (Schegloff, 2007). The detailed analysis of the conversations highlights their problematic nature, especially with regard to the sequentiality of actions, which results in the frequent absence of coordination between conversation shifts. Other phenomena typical of spontaneous verbal interaction, such as overlaps and reparations, are often absent. In essence, these are conversations that are not suitable for instructional approaches that encourage learners to reflect on the details of spoken interaction. The article proposes an analysis model of these audio scripts that takes into consideration the close relationship between language, the sequential structure of speech, and social interaction. Key words: L2 ITALIAN, TEACHING, CONVERSATION ANALYSIS, SEQUENTIALITY, PREFERENCE, INTERACTIONAL COMPETENCE ES Este estudio de caso, inspirado en los principios del análisis de conversaciones, se centra en dos conversaciones grabadas que fueron extraídas de un manual para la enseñanza del italiano L2 para analizar algunas características sobresalientes en base a lo que sabemos sobre el habla espontánea a partir de los estudios del análisis de la conversación (Schegloff, 2007). El análisis detallado de las grabaciones destaca el carácter a veces problemático, sobretodo en lo que respecta a la secuencialidad de la acción, lo que se traduce en la frecuente ausencia de coordinación entre los turnos de habla de los hablantes. Otros fenómenos típicos de la interacción verbal espontánea, como superposiciones y reparaciones, a menudo están ausentes. De hecho son conversaciones que no son aptas para el uso didáctico que tiene entre sus objetivos el de hacer reflexionar a sus discentes sobre las peculiaridades de la interacción hablada. El artículo tiene como objetivo proponer un modelo de análisis de estos soportes de audio que considere la estrecha relación entre la lengua, la estructura secuencial del habla y la acción social. Palabras clave: ITALIANO L2, DIDÁCTICA, ANALISIS DE LA CONVERSACIÓN, SECUENCIALIDAD, PREFERENCIA, COMPETENCIA INTERNACIONAL
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Zorman, Anja. « Sviluppo della competenza fonologica nelle lingue seconde/straniere ». Linguistica 57, no 1 (30 décembre 2017) : 357–73. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.57.1.357-373.

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Résumé :
Nella ricerca, nei programmi di insegnamento e nei materiali didattici per l’italiano come lingua seconda o straniera viene generalmente data scarsa attenzione allo sviluppo della competenza fonologica e delle abilità del parlato. La presente ricerca, cui hanno partecipato 140 allievi delle scuole con lingua d’insegnamento slovena dell’Istria slovena, dove l’italiano è insegnato come lingua seconda, ha studiato l’impatto dell’insegnamento della fonologia e dello sviluppo della capacità di elaborazione fonologica dell’input linguistico sulla percezione uditiva dell’informazione fonologica. I risultati della ricerca indicano che i programmi di sviluppo dell’ascolto discriminativo e di segmentazione fonologica influiscono significativamente sulle capacità di percezione uditiva, a patto che avvengano nell’interazione diretta con il parlante della lingua obiettivo (seconda o straniera) e che siano sistematici, intensivi e estensivi. Di conseguenza, tali programmi influiscono anche sullo sviluppo della comprensione uditiva e della competenza comunicativa nella lingua obiettivo.
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Scetti, Fabio, et Federica Salamino. « Il progetto VVV : lessicografia, informatica e social network al servizio della promozione linguistica ». Italianistica Debreceniensis 26 (1 décembre 2020) : 136–49. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9386.

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Résumé :
Questo contributo si basa su un progetto lessicografico e fornisce informazioni importanti sulla promozione del Valoc ’, un dialetto a rischio di estinzione parlato in Val Masino (Lombardia, Italia). Lo scopo del progetto VVV è sviluppare il nuovo dizionario, basato sulla ricerca antropologica e dialettologica. Grazie al nostro approccio metodologico ci proponiamo di osservare le pratiche del Valoc ', la sua trasmissione da una generazione all'altra e discorsi che sostengono principalmente le ideologie in relazione alle pratiche linguistiche e all'identità. In questo lavoro, vorremmo presentare il contesto, descritto da un punto di vista linguistico e sociolinguistico, concentrandoci sull'importanza di promuovere il Valoc ’attraverso lezioni, conferenze, il dizionario e i social network. Infatti, grazie alla nostra pagina sui social network, è stato possibile osservare l'evoluzione del linguaggio e analizzare il modo in cui i parlanti affrontano l'esercizio della scrittura.
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Ciccolone, Simone. « Interazione tra codici nel parlato bilingue. Da fenomeni di contatto nel discorso all’emersione di schemi ricorrenti ». Il segno e le lettere - Saggi 9788879167284 (mai 2015) : 53–81. http://dx.doi.org/10.7359/728-2015-cicc.

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Moretti, Bruno. « Sul termine cala nel senso di ‘spazzaneve’ ». XVI, 2021/1 (gennaio-marzo), no 1 (23 février 2021) : 63–66. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.5479.

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Résumé :
Un docente di liceo, che si descrive come “lombardo di origine e sempre vissuto in Lombardia” segnala di essersi accorto con sorpresa del fatto che la parola cala, nel significato di ‘spazzaneve’, non è nota al di fuori della Regione. Vale la pena di riportare quasi per intero la sua formulazione: “Stupito perché per trentacinque anni mi era parsa una parola italiana standard, ho cercato notizie [...]; ho trovato solo due articoli che la registrano come parola ticinese. Ora, effettivamente vivo molto vicino al confine, e da sempre mi è chiaro il confronto con l’italiano parlato in Svizzera: percepisco alcune forme come marcatamente ticinesi, ma non questa. Esistono studi che siano in grado di ricostruire la storia della parola, se sia effettivamente ticinese e passata nell’italiano delle zone di confine o, viceversa, propria dei dialetti lombardi occidentali in genere e non solo di quelli ticinesi?”
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Buono, Benedict. « L'insegnamento dell'italiano fra diacronia e sincronia : analisi di alcune strutture sintattiche tra lingua arcaica e parlato contemporaneo ». Quaderns d’Italià 3 (2 novembre 1998) : 73. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.409.

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D'Achille (book author), Paolo, et Marcel Danesi (review author). « Sintassi del parlato e tradizione scritta della lingua italiana. Analisi di testi dalle origini al secolo XVIII ». Quaderni d'italianistica 12, no 2 (1 octobre 1991) : 320–21. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v12i2.10491.

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Radu-Țaga, Consuela. « 13. The Systematic of the Characters from the Opera a Stormy Night by Paul Constantinescu ». Review of Artistic Education 19, no 1 (1 avril 2020) : 100–109. http://dx.doi.org/10.2478/rae-2020-0013.

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Résumé :
AbstractIn the history of the Romanian musical theatre the comic opera A Stormy Night written by Paul Constantinescu set up the buffa style. All along the two acts carried out in approximately 50 minutes you can hear Romanian folklore resonances, with Anton Pann echoes, as the 7 characters from the opera live in the Bucharest of the 19th century. The leitmotif technique is at the basis of the musical story, 9 melodious-rhythmic configurations getting detached. The musical discourse of the singers is entirely subordinated to the text, and the ample breath appeals to the recitative singing, which evolves towards arioso. The categorical overlapping of the musical declamation with the spoken language initiates a route in which we encounter phenomena such as sprechgesang, parlato, yelling, buffa slipping of the voice. The characters are X-rayed with a deep critical spirit and the capacity to illustrate funny situations gains a lot from Constantinescu’s experience.
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Ferrera, Maurizio. « I MONDI DEL BENESSERE : UNA NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI WELFARE STATES ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 2 (août 1992) : 233–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018554.

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Résumé :
IntroduzioneNel corso dell'ultimo decennio la ricerca comparata sul welfare state ha progressivamente abbandonato l'approccio quantitativo, imperniato sul trattamento statistico di dati aggregati, per indirizzarsi con sempre maggiore convinzione verso l'analisi qualitativa, volta all'esplorazione ravvicinata di singole (o gruppi di) esperienze nazionali concrete, osservate nella loro evoluzione storica. La letteratura metodologica ha parlato in proposito di un ri-orientamento da una strategia «a intensità di variabili» (ovariable-centred) a una strategia «a intensità di casi» (ocase-centred), ovvero da una logica di spiegazione basata sulle «generalizzazioni trans-storiche», di matrice durkheimiana ad una basata sulle «generalizzazioni storiche», di matrice weberiana. Anche se ancora agli inizi, il nuovo filone qualitativo ha già apportato nuovi e importanti contributi conoscitivi sull'evoluzione del welfare state occidentale e sulle principali diversità di percorso osservabili tra paesi. Tuttavia il potenziale euristico di questi contributi è rimasto spesso limitato da un'insufficiente messa a punto degli strumenti concettuali e classificatori da essi utilizzati.
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Matticchio, Isabella. « Le metriche ritmiche applicate allo studio del parlato bilingue. Stato dell’arte e implicazioni per possibili studi nell’Alpe Adria ». Colloquium : New Philologies 5, no 2 (18 décembre 2020) : 71–104. http://dx.doi.org/10.23963/cnp.2020.5.2.4.

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Erdheim, Mario. « Paul Parin, la caccia e l'etnopsicoanalisi ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (septembre 2020) : 409–24. http://dx.doi.org/10.3280/pu2020-003006.

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Résumé :
L'etnopsicoanalisi implica anche, come hanno sottolineato etnopsicoanalisti quali Paul Parin e Mario Erdheim, la libertà di seguire la propria curiosità (Erdheim ad esempio ha fatto ricerche sugli studenti delle scuole superiori). Viene discusso un libro di Paul Parin sulla caccia (Die Jagd. Licence for Sex and Crime. Erzählungen und Essays. Wien: Mandelbaum Verlag, 2018), ma non tanto come omaggio all'opera letteraria di Parin, bensì come contributo all'etnopsicoanalisi e alla sua metodologia. Paul Parin (1916-2009) aveva più volte parlato del progetto di scrivere un libro sul potere, ma credeva di non poterlo scrivere. Aveva però scritto questa raccolta di storie di caccia che di fatto è anche un libro sul potere. Questo libro è un importante contributo alle fantasie e ai processi di potere, al punto che può essere in un qualche modo associato al libro di Elias Canetti del 1960 Massa e potere e allo scritto di Sigmund Freud del 1910 Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente (Caso clinico del presidente Schreber).
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Ragusa, Andrea. « [Recensão a] Antonio Tabucchi, L’automobile, la nostalgia e l’infinito. Su Fernando Pessoa, traduzione di Clelia Bettini e Valentina Parlato ». Estudos Italianos em Portugal, no 10 (2015) : 172–74. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_10_14.

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Iannacito-Provenzano, Roberta. « CENNI SULLA FRASE IPOTETICA IN DUE DIALETTI DELL' ALTO MOLISE ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 39, no 2 (septembre 2005) : 498–519. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900210.

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Résumé :
Quest'articolo consiste nel fornire un quadro descrittivo delle diverse configurazioni del periodo ipotetico in alcuni dialetti molisani della zona isernina. I dialetti rappresentativi in esame appartengono a Villa San Michelle (frazione del comune di Vastogirardi) e a Forli del Sannio, due località nella zona isernina. Si mira a colmare le lacune in questo campo presentando i vari costrutti riscontrati prima di tutto in una serie di registrazioni basate sulla ricerca sul campo a Villa San Michele e, in secondo luogo, esaminando le frasi ipotetiche, che dovrebbero essere riflessioni autentiche del parlato, incluse in alcune commedie scritte dal noto commediografo, pittore, poeta e maestro Antonio Angelone (1933) nel dialetto forlivese. In primo luogo vengono trattate le frasi ipotetiche della realtà che comunque non presentano straordinarie varianti a confronto con il generale assetto linguistico delle zone contigue. In seguito si indaga in maniera approfondita sulla frase ipotetica dell'irrealtà nei dialetti in esame e si presentano dieci configurazioni diverse per questo tipo. Per quanto riguarda il periodo ipotetico dell'irrealtà nel passato vengono esaminate in modo dettagliato anche le varie combinazioni con l'imperfetto dell'indicativo, caratteristica normale in questa zona.
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Zuccarello, Maria Franca. « Il Cibo Nella Letteratura di Primo Levi e nel Cinema di Roberto Benigni ». Revista de Italianística, no 19-20 (30 décembre 2010) : 176. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i19-20p176-194.

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Résumé :
La cucina italiana è il risultato di tradizioni, molte delle quali risalgono a tempi molto antichi ed ai molti popoli stranieri che hanno dominatole regioni italiane, apportandovi cultura ed innumerevoli ricette chene fanno, nelle sue diversità, il prodotto Made in Italy, conosciuto in tutto il mondo. Molti autori hanno parlato del cibo in momenti di azione dei personaggi, attorno ad imbandite tavole di gente ricca e potente, o del campo, senza risorse per fare delle buone ricette. Però non parleremo qui dei piaceri del buon cibo italiano, ma della necessità del cibo come alimento che dà la forza per continuare a vivere. Ed allora, così come Primo Levi in Se questo è un uomo, ci domandiamo: è uomo chi mangia un cibo senza sapore, senza colore, senza odore e quindi senza piacere, che gli serve solo per sopravvivere? E vedremo anche la maniera giocherellona ed allegra, cheall’inizio del film La vita è bella Benigni usa per parlare del cibo, mentre nella seconda parte, quando la sua vita non è più un gioco - malgrado lui la conduca come tale affinché il figlio non capisca dove sono stati portati, fadi tutto affinché non manchi al piccolo Giosuè.
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