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Thèses sur le sujet « Scuole di musica »

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1

Criscimanna, Pietro <1991&gt. « Indagine sull'ascolto di musica tra gli studenti delle scuole medie superiori di Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13173.

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Résumé :
La seguente ricerca è mossa dalla curiosità di scoprire e analizzare il modo in cui si ascolta la musica oggi. Da anni a questa parte le opportunità e le innovazioni tecnologiche offerte dal web influenzano sempre più la società con caratteri che trascendono ormai meri fenomeni di costume ma che diventano sempre più portanti e centrali in molti aspetti dell’esistenza. Nondimeno l’evoluzione tecnologica ha permesso sempre nuove forme di ascolto e di consumo di musica che, a partire dalla nascita della fonografia ha sempre cambiato forma e supporti. La digitalizzazione ha portato alla scomparsa del supporto fisico (come ad esempio il vinile, il cd, la musicassetta) con cui si ascoltava musica ed alla dematerializzazione stessa del prodotto, riproducibile tramite diversi dispositivi ma in sostanza composto da dati e numeri. Dopo una breve analisi, utile a delineare l’oggetto della discussione si procederà col descrivere brevemente i processi che portano dalla creazione al consumo di musica, soffermandosi sulla natura tecnica (riproducibilità) ed economica (valore) del prodotto. In particolare si vuole focalizzare l’attenzione sui nuovi soggetti che operano nell’ambito della distribuzione tramite il web. Si tratta di società (di servizi) che permetto l’ascolto in streaming di canzoni. La natura stessa del servizio determina un nuovo tipo di consumo del prodotto culturale in cui non è presente un rapporto di proprietà con l’oggetto stesso. Si procederà poi con valutazioni di carattere economico e sociologico: la svalutazione economica del prodotto culturale nel primo caso, la privatizzazione dell’esperienza nel secondo. Alla luce delle novità e dei cambiamenti sopra citati, si analizzerà l’attuale mercato musicale da un punto di vista sia quantitativo che qualitativo. Oltre alla consultazione di indagini statistiche di respiro nazionale ed internazionale sono stati raccolti dei dati tramite un questionario. Il questionario è volto a scoprire la natura delle relazioni tra il medium e l’ascolto: il grado di attenzione durante la fruizione, la presenza di approcci critici, la funzione sociale della musica.
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2

BIANCHI, KORNER ALESSANDRA. « L'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO A CANTANTI D'OPERA INTERNAZIONALI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6167.

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Résumé :
L’elaborato indaga le modalità di insegnamento della lingua e della dizione italiana ai cantanti d’opera internazionali. Dopo una breve cronistoria dell’opera lirica, si analizza la figura del librettista e in particolare di Lorenzo Da Ponte, insegnante ante litteram della lingua e della cultura italiana. Segue una disamina dei corsi di canto degli albori, dalla quale emerge quanto il problema di una corretta pronuncia fosse cruciale nell’educazione dei cantanti già nel Settecento. Si indagano le metodologie di insegnamento della fonetica e della prosodia nella storia della glottodidattica, i fattori biologici e psico-sociali determinanti nell’apprendimento di una L2/LS e le principali difficoltà linguistiche incontrate dai discenti stranieri che si accingono ad apprendere la lingua italiana. Si presentano i dati di una ricerca condotta su dieci istituzioni musicali tra i quali il Conservatorio di Milano, la Juilliard School of Music di New York e la Washington State University di Seattle. Si analizzano le metodologie di insegnamento e i manuali adottati e si espongono i dati emersi da un questionario rivolto ai docenti e ai discenti delle suddette scuole. Si procede esponendo un sillabo ideato per i cantanti che permetta uno studio più proficuo della lingua e della dizione italiana.
The research investigates the teaching procedures of Italian language and diction to international opera singers. After a brief digression on the lyric opera, we analyze the figure of librettista and in particular of Lorenzo Da Ponte, a forerunner of the Italian language and culture teaching. An examination of the first singing courses shows how teaching a impeccable pronunciation was already crucial in the XVIII century. The phonetics and prosody teaching procedures in the history of glottodidactics are then examined, as well as the biological and psycho-social factors critical while learning a foreign language and the main linguistic difficulties faced by foreign students approaching the Italian language. We present the data of a survey conducted on ten musical institutions like the Milan Conservatory, the Julliard School of Music of New York and the Washington State University of Seattle. We analyze the teaching procedures and the textbooks adopted and the results of a questionnaire addressed to the teachers and students of these schools. Finally we display a syllabus for international opera singers to profitably approach the Italian language.
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BIANCHI, KORNER ALESSANDRA. « L'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO A CANTANTI D'OPERA INTERNAZIONALI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6167.

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Résumé :
L’elaborato indaga le modalità di insegnamento della lingua e della dizione italiana ai cantanti d’opera internazionali. Dopo una breve cronistoria dell’opera lirica, si analizza la figura del librettista e in particolare di Lorenzo Da Ponte, insegnante ante litteram della lingua e della cultura italiana. Segue una disamina dei corsi di canto degli albori, dalla quale emerge quanto il problema di una corretta pronuncia fosse cruciale nell’educazione dei cantanti già nel Settecento. Si indagano le metodologie di insegnamento della fonetica e della prosodia nella storia della glottodidattica, i fattori biologici e psico-sociali determinanti nell’apprendimento di una L2/LS e le principali difficoltà linguistiche incontrate dai discenti stranieri che si accingono ad apprendere la lingua italiana. Si presentano i dati di una ricerca condotta su dieci istituzioni musicali tra i quali il Conservatorio di Milano, la Juilliard School of Music di New York e la Washington State University di Seattle. Si analizzano le metodologie di insegnamento e i manuali adottati e si espongono i dati emersi da un questionario rivolto ai docenti e ai discenti delle suddette scuole. Si procede esponendo un sillabo ideato per i cantanti che permetta uno studio più proficuo della lingua e della dizione italiana.
The research investigates the teaching procedures of Italian language and diction to international opera singers. After a brief digression on the lyric opera, we analyze the figure of librettista and in particular of Lorenzo Da Ponte, a forerunner of the Italian language and culture teaching. An examination of the first singing courses shows how teaching a impeccable pronunciation was already crucial in the XVIII century. The phonetics and prosody teaching procedures in the history of glottodidactics are then examined, as well as the biological and psycho-social factors critical while learning a foreign language and the main linguistic difficulties faced by foreign students approaching the Italian language. We present the data of a survey conducted on ten musical institutions like the Milan Conservatory, the Julliard School of Music of New York and the Washington State University of Seattle. We analyze the teaching procedures and the textbooks adopted and the results of a questionnaire addressed to the teachers and students of these schools. Finally we display a syllabus for international opera singers to profitably approach the Italian language.
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Brancaleoni, Daniele <1965&gt. « Formazione musicale e management : dalla Scuola di musica di Fiesole all'evento culturale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/6511.

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NOVELLA, FRANCESCA. « “Crescere con la musica” Migliorare le abilità di lettura a scuola : un laboratorio ritmico musicale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3449421.

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Résumé :
La ricerca qui presentata approfondisce il rapporto tra musica e movimento corporeo e come, insieme, possano essere un elemento fondamentale per i processi di apprendimento. Numerosi sono gli studi che hanno evidenziato la relazione esistente tra competenze linguistiche e musicali; in particolare, è possibile potenziare le competenze legate alla letto-scrittura dei bambini con attività centrate sul ritmo, sull’integrazione di schemi canzoni-ritmo-corpo e sul coordinamento delle capacità motorie. A partire dalla letteratura didattica di riferimento e al “metodo attivo”, viene presentata l’attività di ricerca in merito all’approccio all’educazione musicale che ha dato forma al laboratorio “Crescere con la musica”: al centro dell’esperienza sono il corpo, il ritmo e il suono quali veicoli di apprendimento, con particolare riferimento alle abilità coinvolte nella lettura. Il bambino, attraverso il corpo e il movimento, diventa protagonista dell’esperienza musicale: il suono ne orienta il movimento e sviluppa le capacità ritmiche che vengono apprese grazie al corpo. Quest’ultimo è inteso come un vero e proprio strumento musicale in grado di produrre un’infinità di suoni e, al tempo stesso, un luogo in cui nascono e si depositano esperienze, linguaggi, emozioni e sentimenti che permettono alla persona di relazionarsi con gli altri. Dall’analisi delle evidenze empiriche e dalla lettura non si è inteso solamente rilevare i miglioramenti, effettivamente osservati, delle abilità ritmiche e funzionali alla lettura dei bambini, ma si è voluto andare a consolidare una tipologia di lavoro inserita in una prospettiva preventiva al fine sia di ridurre l’aumento di difficoltà di apprendimento dei bambini, sia di rendere più facile la scolarizzazione di tutti, rispondendo alle esigenze di una scuola che lavora per una buona integrazione e che è attenta sia ad andare incontro ai bisogni specifici, sia alla qualità educativa accompagnando, con la musica, la crescita dei suoi alunni.
This study reflects on the relationship between music and body movement, and on the ways they can act jointly in order to facilitate pupils' learning. Numerous studies have explored the relations among language and music competences; it is possible to strengthen children's reading and writing competences by involving them in activities centred on rhythm, on integrated song-rhythm-body patterns, and on coordinating motor skills. We offer a literature review focusing on “active methods”, and we present the results of studying music education through the workshop "Growing up with music", centred on the body experience, rhythm, and sound as learning vehicles, paying specific attention to reading abilities. By moving and by making use of his/her body the child plays a key role in experiencing music: the sound guides the movements, and it contributes to enhancing rhythm skills that are learned through the body movement and experience. The body becomes a music instrument, able to produce countless sounds and at the same time a place where experiences are born and stored, eliciting language as well as feelings and emotions that allow the child to connect with the other children. Based on the analysis of the empirical evidence and on the literature review, the core idea that emerges goes beyond detecting the actual improvements in children's rhythmic and functional reading skills, in order to contribute to strengthen such interventions within a preventive frame finalized to reducing children learning difficulties as well as making schooling more accessible to everybody, responding to the needs of a school that works for good integration and is attentive both to meeting specific needs and to educational quality by accompanying, the growth of its pupils with music.
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De, Maria Giovanna. « La musica come strumento di apprendimento della matematica (nella scuola secondaria di primo grado) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Lo scopo di questa tesi è quello di trattare il problema di generale interesse dovuto alle note difficoltà che gli studenti delle scuole secondarie di primo grado incontrano nell’apprendimento della matematica. Diverse rilevazioni nazionali e internazionali confermano che, a differenza di quanto accade per la musica, da tutti sempre bene accetta e senza pregiudizi fin dalla più tenera età, la matematica risulta di solito piuttosto ostica, e diciamo pure spesse volte quasi istintivamente “antipatica” alla maggior parte degli studenti, salvo pochi eletti che hanno il dono naturale di capirla e apprezzarla. Questo problema riveste grande importanza per gli studenti e per gli insegnanti della materia, i quali devono ricercare le più efficaci metodologie di approccio alla matematica, allo scopo di riuscire a catturare l’interesse dei loro allievi sfatando i tanti pregiudizi che molti purtroppo hanno verso questa disciplina fondamentale. Un mestiere indubbiamente difficile quello dell’insegnante, che Sigmund Freud, nel suo libro Analisi terminabile ed interminabile del 1937, definì provocatoriamente come “una professione impossibile”. Le metodologie di insegnamento-apprendimento della matematica sono molteplici. In questa tesi si cercherà di analizzare una metodologia poco conosciuta ma sorprendentemente interessante ed efficace per migliorare l’approccio e la comprensione da parte degli studenti riguardo a questa difficile materia che ha non poche affinità con la musica: queste affinità trovano la loro conferma e la loro sintesi in Albert Einstein. Questo studio si propone quindi di mostrare come la musica, con la quale in genere abbiamo tutti un rapporto immediato e confidenziale, possa non solo servire per godere di momenti di svago e di felicità, ma addirittura rivelarsi un piacevole e valido strumento per facilitare l’apprendimento della matematica da parte dei giovani allievi, i quali saranno così stimolati a familiarizzare con essa, e di ciò si avvantaggeranno.
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Sacco, Michela. « Stili d'insegnamento e Self-Efficacy nella scuola primaria. Un approfondimento sugli insegnanti di musica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422556.

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Résumé :
Abstract in lingua inglese The world of education in Italy has undergone several legislative changes particularly over the last twenty years, changes leading to a reconstruction both of school organizational system and of teachers training patterns. Among several implemented reforms some have specifically involved primary school teachers. The primary school teacher should possess a wide, complete cultural background about all school subjects, must be able to range from geography to mathematics, from sciences to Italian, bearing in mind that his/her role as an educator for the students training involves a great responsibility, especially in the psychological and intellectual, ticklish 6-10 years range of age. Teachers are often anxious to acquire a variety of teaching methods and master the tools and knowledge, so that they can feel effective in their work and always ready to face any educational challenge. That’s why this research aimed at investigating from one side, what kind of teaching style is used by teachers and, on the other, what is the perception of their self-efficacy as to their personal and professional efficacy. After an digression on the various university reforms (particularly regarding the training of primary school teachers) which followed from 1990 until now, this work reports a comparative perspective on the Italian school system with the European education system. The last part of Chapter 1, outlines a framework of the training of music teachers also the legislative reforms endorsed in this sector. Finally, some space is dedicated to music teaching for two reasons: at first, because it always considered the bottom of the barrel within the primary school in comparison with relation Italian, Mathematics or History subjects, and secondly, because academic research reports that music opens students’ mind to a variety of intellectual skills that may directly or indirectly involve other cognitive skills (related to creativity, math, reading). Furthermore, Chapter 2 and Chapter 3, respectively, report methods of this research project: what constitutes a “style of teaching” and the concept of Self-Efficacy according to he principal leading psycho-pedagogical authors and the state of the art in the field of scientific research. The research involved teachers in primary schools in provinces of the Veneto region (around 302), who were asked to complete an anonymous, structured questionnaire divided into three sections: 1) general data, 2) the Music Teacher of Beliefs Questionnaire, 3) the Teacher Efficacy Scale. The objective of the research was to assess the presence of a particular teaching style (between Learner-Centred Approach and Teacher-Centred Approach) used in the classroom and the self-efficacy perceived by teachers as into personal and professional efficacy. The Style adopted by the individual teacher becomes a point of considerable interest also in relation to the type of relationship created within the class, including the teacher him/herself and his/her students. The style of teaching affects the learning process and depends on students’ educational background and on personal experiences that each teacher has gathered over the years of training. In the final part of the research, the data are interpreted in the light of the scientific literature on the two major theoretical criteria previously identified, also considering other domains connected with two major theoretical criteria previously identified, also considering other domains connected with them (Motivation, Personal Systems Beliefs, Burnout and Stress Working). The results let emerge further research questions on what are the dynamics create within the classroom between teacher and pupils. It would be interesting to deepen research on the relation between student and the teacher perspective: two sides of same coin, different but closely related features which together could create a new perspective. The value of research and its elaborations would compensate for lack legislative reforms of the educational system which are in themselves insufficient in terms of efficiency. It is not enough, then, a mere reform at the institutional level, but an interest should be put in what happens every day in class, assuming that this possible to thanks to collaboration between university research and the whole world of school, in a climate of respect, collaboration and mutual exchange between the different professionals.
Abstract in lingua italiana Il mondo della scuola in Italia ha subito numerosi cambiamenti legislativi soprattutto nel corso degli ultimi vent’anni circa; cambiamenti che hanno comportato una ristrutturazione non solo del sistema organizzativo della scuola ma di conseguenza anche nell’iter formativo degli insegnanti. Tra le tante riforme messe in atto, alcune hanno coinvolto anche gli insegnanti della scuola primaria. L’insegnante della scuola primaria deve possedere un bagaglio di conoscenze a 360° su tutte le materie scolastiche, deve saper spaziare dalla geografia alla matematica, dalle scienze all’italiano, tenendo ben presente che il suo ruolo come educatore per la formazione degli alunni comporta una grande responsabilità, soprattutto per una fascia d’età così delicata come quella compresa tra i 6 e i 10 anni, in termini di crescita psichica e intellettiva del bambino. Gli insegnanti sono spesso preoccupati di acquisire tutta una serie di metodologie d’insegnamento, padroneggiare strumenti e conoscenze in modo da potersi sentire efficaci nel proprio lavoro ed essere sempre pronti a fronteggiare qualsiasi sfida educativa si presenterà in classe. Alla luce di quanto fin qui esposto,la suddetta ricerca mira a indagare da un lato quale tipologia di stile d’insegnamento viene utilizzata dagli insegnanti e dall’altro, la percezione del loro senso di efficacia sia in termini di sfera personale sia rispetto alla loro professione. Dopo un excursus delle varie riforme universitarie (riguardanti soprattutto la formazione degli insegnanti della scuola primaria) che si sono susseguite dal 1990 fino ad oggi, si passa ad una rassegna anche in ottica comparativa con il sistema scolastico europeo. Nell’ultima parte del capitolo 1, viene delineato un quadro dell’iter formativo degli insegnanti di musica con un accenno alle riforme legislative messe in atto in questo settore disciplinare. Un piccolo spazio è dedicato all’insegnamento della Musica per due motivi: è da sempre considerata all’interno della scuola primaria un insegnamento “fanalino di coda” rispetto a materie come l’Italiano, la Matematica o la Storia e in secondo luogo, perché le ricerche di settore dimostrano invece come la musica apra la mente a una serie di abilità intellettive che possono direttamente o indirettamente coinvolgere anche altre abilità cognitive. Successivamente vengono esposti (rispettivamente nel Cap. 2 e nel Cap. 3) i costrutti teorici che hanno guidato tutto il progetto di ricerca: cosa s’intende per Stile d’Insegnamento e il concetto di Self-Efficacy secondo i maggiori esponenti in ambito psico-pedagogico e lo stato dell’arte nel settore della ricerca scientifica. La ricerca ha coinvolto gli insegnanti delle scuole primarie di tutte le province del Veneto (in tutto 302), a cui è stato chiesto di compilare un questionario in forma anonima suddiviso in tre sezioni: la prima riguardante i dati generali, la seconda contenente il Questionario sulle Credenze dell’Insegnamento della Musica e la terza sezione, dedicata alla Teacher Efficacy Scale. L’obiettivo del progetto di ricerca è quello di verificare la presenza di un particolare stile d’ insegnamento (tra il Learner-centred Approach e il Teacher-centred Approach) adottato in classe e il senso di efficacia percepito dai docenti sia relativo alla dimensione personale sia a quella professionale. Lo stile adottato dal singolo insegnante diventa un punto di forte interesse anche in merito al tipo di relazione che si crea all’interno della classe. Lo stile d’insegnamento incide sul processo di apprendimento dell’alunno e dipende dal background di studi e di esperienze personali che ogni insegnante acquisisce durante gli anni di formazione professionale. Nella parte conclusiva della ricerca, i dati vengono interpretati anche alla luce della letteratura scientifica precedentemente individuata sui due costrutti teorici principali, allargando lo sguardo verso altre dimensioni in relazione con essi (Motivazione, Sistemi di Credenze Personali, Burnout e Stress Lavorativo). I risultati emersi ci pongono nuovi interrogativi su quelle che sono le dinamiche che si creano all’interno della classe tra insegnante e alunni, sulle ulteriori variabili che potrebbero condizionare la messa in atto un particolare stile d’insegnamento, quanto il senso di efficacia dell’insegnante può incidere sul suo benessere e stato di soddisfazione lavorativa. La valenza della ricerca - e degli ulteriori approfondimenti sui quali si affaccia - potrebbe sopperire alle carenze di riforme legislative del sistema organizzativo scolastico che risultano di per sé insufficienti in termini di operatività. Non basta quindi la pura riforma a livello istituzionale, ma bisogna interessarsi a ciò che accade tutti i giorni in classe, presupposto che risulta possibile grazie alla collaborazione tra il mondo della ricerca universitaria e il mondo della scuola, in un clima di relazione, collaborazione e scambio reciproco tra professionalità diverse.
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8

Raccampo, Serena <1992&gt. « IMPARARE LA FONETICA E FONOLOGIA ITALIANA TRAMITE LA MUSICA. STUDIO DI CASO DELLA SCUOLA PRIMARIA E.VENDRAMINI DI PORDENONE ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12766.

Texte intégral
Résumé :
L’elaborato in questione, intitolato “IMPARARE LA FONETICA ITALIANA TRAMITE LA MUSICA. STUDIO DI CASO DELLA SCUOLA PRIMARIA E.VENDRAMINI DI PORDENONE”, ha come focus principale l’apprendimento della fonetica dell'Italiano L2 attraverso l’insegnamento della musica e le parti fondamentali che la compongono. La tesi si svilupperà sulla base di tre capitoli: il primo avrà lo scopo di introdurre dettagliatamente e in chiave neuroscientifica la struttura del cervello e le sue funzioni, ponendo particolare attenzione alla memorizzazione e all’apprendimento della lingua; nel secondo capitolo ci si concentrerà sulla fonetica e fonologia italiana e competenza comunicativa,e analizzando, tramite interviste e osservazioni dirette, le tecniche didattiche utilizzate per insegnare la fonetica italiana, i materiali a disposizione degli studenti e dei docenti e l'approccio musicale di cui gli insegnanti si avvalgono per trasmettere i contenuti fondamentali della fonetica italiana; il terzo e ultimo capitolo consisterà infine nel fornire e descrivere le proposte didattiche più coerenti con le necessità degli studenti e dei docenti volte a facilitare l’apprendimento della fonetica Italiana ma anche la chiara trasmissione dei contenuti musicali. La bibliografia di riferimento sarà sia nazionale che internazionale in modo tale da abbracciare l’argomento nella sua totalità e le interviste a studenti stranieri e docenti verranno personalmente effettuate dal tesista con lo scopo di interagire e osservare direttamente il contesto preso in analisi e proporre, poi, una didattica di facilitazione linguistica.
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9

Corcelli, Luca, et Andrea Zanzini. « Architettura e Restauro. Proposta di riuso e valorizzazione per la vecchia fornace di Bellaria ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3791/.

Texte intégral
Résumé :
Nel momento in cui si pone il problema del recupero di un qualsivoglia edificio, si dichiarano il riconoscimento e l’accettazione di valori ad esso attribuiti oltre che dalle memorie individuali, anche da istanze culturali attente alle categorie della monumentalità (valore artistico/storico) o della semplice oggettualità del documento materiale (valore storico/documentale) ed infine da quelle economiche, orientate allo sfruttamento del valore utilitaristico del bene. Il progetto di recupero dell'ex fornace Verni - Vannoni si inserisce in una più vasta proposta di riassetto dell’area circostante, con l’obiettivo di recuperare l’identità che il complesso produttivo rivestiva all’interno del contesto urbano bellariese. La rifunzionalizzazione integrata della fabbrica si concretizza a conclusione della ricerca condotta sulle reali esigenze della città e sull’oggetto architettonico: il tentativo è quello di ricercare il “codice genetico” dell’edificio, analizzando la sua natura a partire dalla sua storia, per poi giungere fino alla comprensione delle sue qualità, sia tipologico-compositive, sia materiche che costruttive.
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Belli, Annachiara <1988&gt. « TEACHING MUSIC IN ENGLISH a CLIL experiment and a curriculum review for the scuola secondaria di primo grado ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14941.

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Résumé :
In this work I want to explore the potential of the music class in the scuola media as a tool for the improvement of the use of English (L2) as vehicular language. Music and language are strongly related systems of communication, that can be trained simultaneously. They both have sounds, they use symbols and they share cultural and emotional implications. Music is recognized as a pre-verbal code, that prepares the ear of the infant for the perception of sounds that will later become language sounds. Moreover music is part of teenagers' life and for this reason it is percieved less strict then the others school subjects. It is therefore important to take advantage of the two hours of Music, that are compulsory in the scuola media, to develop not only musical skills, but also language skills. In this sense music class becomes a ductile subject with a manifold potential and the syllabus should be organized from this perspective. Not only L2 can be improved, but also L3, in my case German. In the first part of this thesis I will analize the correlation between music and language from a theoretical point of view. Than I will explane the meaning og CLIL and its possible application in the scuola media. It will follow an experiment held in a local school: a CLIL project made of 8 music lessons in English and part of one lesson in German
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Gallicchio, Adriana <1970&gt. « Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/1/gallicchio_adriana_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Questo lavoro si occupa di studiare l’effetto delle rappresentazioni sociali della musica degli studenti universitari che diventeranno insegnanti di scuola dell’infanzia e in particolare i cambiamenti che intervengono durante il periodo di formazione universitaria sia italiana sia venezuelana. Obiettivo fondamentale è quindi realizzare un’analisi comparativa sulle seguenti tematiche: bambino musicale, competenze dell’insegnante e finalità dell’educazione musicale. Questo lavoro si è inserito all’interno del progetto “Il sapere musicale come rappresentazione sociale” (Addessi-Carugati 2010). L’ipotesi guida è che le concezioni implicite della musica funzionino come rappresentazioni sociali che influenzano le pratiche dell’insegnamento e dell’educazione musicale. Il primo capitolo, affronta i temi dei bambini, degli insegnanti e dell’educazione musicale nella scuola dell’infanzia in Italia e Venezuela. Nel secondo vengono presentati gli studi sui saperi musicali; la teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici 1981) e il progetto pilota realizzato presso l’Università di Bologna “Il sapere musicale come Rappresentazione Sociale”. Il capitolo successivo presenta l'analisi e l'interpretazione dell’indagine empirica effettuata su un gruppo di studenti dei corsi di formazione per insegnanti dell’Università di Mérida (Venezuela). Nel quarto capitolo si sviluppano riflessioni e discussioni riguardo i risultati dello studio comparativo; i piani e programmi di studio universitari e il profilo professionale musicale dell’insegnante. Le conclusioni finali illustrano come l’ipotesi iniziale sia effettivamente confermata: dall’analisi e interpretazione dei dati sembra che le concezioni implicite sui saperi musicali possedute dagli studenti influiscano sulla loro pratica professionale in qualità di futuri insegnanti. Si è anche osservato che le differenze incontrate sembrano essere dovute ai diversi tipi di variabili del contesto dove si trova l’insegnante di educazione musicale; e soprattutto ai significati espressi dai programmi di studi, dai contenuti didattici diversi, dai contesti sociali e culturali e dal curriculum universitario.
This work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
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Gallicchio, Adriana <1970&gt. « Le rappresentazioni sociali della musica degli insegnanti di scuola dell'infanzia. Documenti orientativi e indagini empiriche a confronto tra Italia e Venezuela ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5514/.

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Résumé :
Questo lavoro si occupa di studiare l’effetto delle rappresentazioni sociali della musica degli studenti universitari che diventeranno insegnanti di scuola dell’infanzia e in particolare i cambiamenti che intervengono durante il periodo di formazione universitaria sia italiana sia venezuelana. Obiettivo fondamentale è quindi realizzare un’analisi comparativa sulle seguenti tematiche: bambino musicale, competenze dell’insegnante e finalità dell’educazione musicale. Questo lavoro si è inserito all’interno del progetto “Il sapere musicale come rappresentazione sociale” (Addessi-Carugati 2010). L’ipotesi guida è che le concezioni implicite della musica funzionino come rappresentazioni sociali che influenzano le pratiche dell’insegnamento e dell’educazione musicale. Il primo capitolo, affronta i temi dei bambini, degli insegnanti e dell’educazione musicale nella scuola dell’infanzia in Italia e Venezuela. Nel secondo vengono presentati gli studi sui saperi musicali; la teoria delle rappresentazioni sociali (Moscovici 1981) e il progetto pilota realizzato presso l’Università di Bologna “Il sapere musicale come Rappresentazione Sociale”. Il capitolo successivo presenta l'analisi e l'interpretazione dell’indagine empirica effettuata su un gruppo di studenti dei corsi di formazione per insegnanti dell’Università di Mérida (Venezuela). Nel quarto capitolo si sviluppano riflessioni e discussioni riguardo i risultati dello studio comparativo; i piani e programmi di studio universitari e il profilo professionale musicale dell’insegnante. Le conclusioni finali illustrano come l’ipotesi iniziale sia effettivamente confermata: dall’analisi e interpretazione dei dati sembra che le concezioni implicite sui saperi musicali possedute dagli studenti influiscano sulla loro pratica professionale in qualità di futuri insegnanti. Si è anche osservato che le differenze incontrate sembrano essere dovute ai diversi tipi di variabili del contesto dove si trova l’insegnante di educazione musicale; e soprattutto ai significati espressi dai programmi di studi, dai contenuti didattici diversi, dai contesti sociali e culturali e dal curriculum universitario.
This work is to study the effect of social representations of music college students who will become teachers of kindergarten and in particular the changes that occur during the university education period in Italy and Venezuela. The main objective was to make a comparison on the following issues: musical child, skills of the teacher and the purpose of music education. This work is embedded within the project "The musical knowledge as a social representation" (Addessi-Carugati 2010). The leading hypothesis is that the implicit conceptions of music work as social representations that influence the practices of teaching and music education. The first chapter deals with the themes of children, teachers and music education in kindergarten in Italy and Venezuela. The second shows studies on musical knowledge, the theory of social representations (Moscovici 1981) and the pilot project at the University of Bologna "The musical knowledge as Social Representation". The third chapter presents the analysis and interpretation of the empirical investigation carried out on a group of students of teacher training at the University of Mérida (Venezuela). In the fourth chapter we reflect and discuss on the results of the comparative study, the plans and programs of graduate study and the professional music teacher profile. The conclusions illustrate how the initial hypothesis has actually been confirmed: by the analysis and interpretation of the findings seems that the concepts implicit knowledge about music owned by the students affect their practice as future teachers. It was also noted that the differences encountered seem to be caused by different types of variables in the environment of the music education teacher, and especially by the meanings expressed by the different teaching contents, the social and cultural contexts and university curriculum.
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Caraci, Vela Maria, et Pietro Zappalà. « Die musikwissenschaftliche Fakultät der Universität von Pavia in Cremona (Facoltà di Musicologia – Scuola di Paleografia e Filologia musicale). Geschichte, Aufgaben und Methodik ». Bärenreiter Verlag, 2012. https://slub.qucosa.de/id/qucosa%3A71793.

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SELLARI, GIUSEPPE. « La musica come strumento educativo : relazione e comunicazione in età prescolare : programma sperimentale per lo sviluppo dell’empatia e della prevenzione dei disturbi della voce nella scuola dell’infanzia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. https://hdl.handle.net/2108/202613.

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Résumé :
L’empatia è definita come la capacità degli individui di riconoscere e condividere in modo vicario l’emozione provata da un altro individuo, che si traduce in un vissuto emotivo più consono allo stato d’animo dell’altro che al proprio e di comprenderne la situazione mettendosi nei suoi panni in modo sempre più raffinato nel corso dello sviluppo [Hoffmann 2001]. Fin dall’età prescolare, empatizzare con i vissuti dell’altro favorisce la messa in atto dei comportamenti prosociali adeguati [Eisenberg et al., 2006]. L’empatia, inoltre, aiuta a regolare il flusso delle emozioni negative e ridurre le manifestazioni aggressive verso i compagni [Eisenberg, Fabes 1998], favorisce la comunicazione e incoraggia l’accoglienza della diversità [Hoffman 2000]. Essa quindi è una capacità fondamentale per la costruzione di relazioni interpersonali positive e per il benessere dei bambini [Albiero, Matricardi 2006], che è importante promuovere con percorsi di formazione efficaci [WHO 1993]. Esaminando le principali esperienze nell’ambito dell’educazione vocale ed emotiva, e della prevenzione del disagio psicologico, è possibile notare come la maggior parte degli interventi in età prescolare siano solitamente affidati a una programmazione occasionale e carente. Spesso questi percorsi educativi sono basati su tecniche più cognitive in cui la dimensione verbale viene privilegiata a scapito di quella non verbale, ossia non viene preso in considerazione il “lavoro sul corpo” che rappresenta invece un’essenza fondamentale per lo sviluppo del proprio “io” emotivo. Una delle esperienze più coinvolgenti che la musica è in grado di offrire è quella di suscitare profonde emozioni e sentimenti significativi [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Scherer, Zentner 2001; Juslin, Laukka 2004] seguendo una propria logica che è diversa da quella del linguaggio verbale [Nattiez 1989]. Questa capacità di elevare il livello della nostra vita emotiva [Sloboda 1985] non è l’unica peculiarità di quest’arte. La musica infatti, per i vari livelli di abilità sensorie e corporali a cui fa riferimento, può assumere una valenza formativa, educativa, curativa ed estetica di straordinaria importanza e favorire nei bambini, soprattutto in età prescolare, esperienze reali significative perché intimamente vissute [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. OBIETTIVO Alla luce di queste riflessioni, nella presente ricerca si è voluto indagare se il percorso educativo Musica e BenEssere (che utilizza attività musicali d’insieme basate sull’ascolto e sulla produzione vocale e strumentale) fosse efficace nel migliorare l’empatia e la capacità vocale in un gruppo di bambini di quattro anni. METODO Partecipanti: 40 bambini di circa 4 anni frequentanti due classi di scuola dell’infanzia (20 gruppo sperimentale; 20 gruppo di controllo). Procedura: La ricerca è stata condotta in tre momenti: 1- pre-test (Ottobre 2009); 2- training; 3- post-test (Giugno 2010). Nella fasi di pre-test e post-test è stata svolta una visita foniatrica ed è stata proposta a ciascun bambino un’intervista autovalutativa per la misura dell’empatia sperimentata in risposta a picture stories in cui il protagonista provava gioia, tristezza, paura, rabbia (Albiero, Lo Coco 2001, ECSS- Strayer, 1987). Durante la fase di training (solo per il gruppo sperimentale) è stato svolto un percorso educativo (Musica e benEssere) di 24 incontri a cadenza settimanale di circa un’ora ciascuno. Seguendo il principio del “metodo attivo”, si è cercato di favorire momenti d’intensa interazione personale al fine di sollecitare e ampliare le possibilità di rapporti socio-affettivi e relazionali il più significativi e formativi possibili. Le attività di canto corale, di movimento e di musica d’insieme (con lo strumentario didattico) sono state proposte come momenti di scambio e di ascolto per permettere ai bambini, attraverso il confronto con gli altri, di avvalersi di un valido strumento di comunicazione alternativo al linguaggio verbale, di imparare a distinguere e sperimentare con il proprio corpo un orizzonte di relazioni emotive sempre più ampio e, allo stesso tempo, di arricchire le loro esperienze intra e interpersonali. RISULTATI PRINCIPALI E CONCLUSIONI I risultati indicano che il percorso educativo Musica e BenEssere è stato efficace nel migliorare la capacità vocale ed empatica dei bambini verso tutte le emozioni considerate (gioia, tristezza, paura, rabbia) e soprattutto verso emozioni di tono edonico negativo. Ciò è rilevante perché empatizzare con emozioni negative come tristezza e paura favorisce i comportamenti prosociali nei bambini, e empatizzare con la rabbia altrui riduce le loro condotte aggressive [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. La musica, che «è un gioco da bambini» [Delalande 1984], può pertanto rappresentare un’importante strumento utile a promuovere un positivo sviluppo interpersonale e sociale dei bambini e a migliorare il clima del gruppo classe
The definition of empathy is the ability of individuals to recognize and share in a vicarious way the emotion felt from another person, that is translated in an experienced emotion that is much more appropriate to the emotional mood of the other than to its own, and to understand the situation trying to put him/herself in the other’s shoe in a refined way in the course of development [Hoffmann 2001]. Since preschool age, empathizing with the experience of others help to apply the adaptation to prosocial behavior [Eisenberg et al., 2006]. Moreover, empathy helps to regulate the flow of negative emotions and reduces the aggressive effects towards friends [Eisenberg, Fabes 1991], it helps the communication and it encourages to welcome differences [Hoffman 2000]. So, this is the fundamental ability to build positive interpersonal relations and the well-being of children [Albiero, Matricardi 2006], and it is important to promote it with efficient training courses [WHO 1993]. Examining the principal experiences in vocal and emotional education, and to avoid psycological discomfort, it is possible to notice how often pedagogical approaches in the preschool years are lacking in precise programs. Often these educational courses are based on cognitive techniques where the verbal dimension is a privilege at the expense of the non verbal, and of the “body work” that, on the contrary, represents a fundamental essence for the development of children’s emotional “ego”. One of the most involving experiences that music can offer is to provoke profound and meaningful excitement and emotions [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Juslin, Laukka 2004] following its own logic that is different from the verbal language [Nattiez 1989]. This ability to raise the level of our emotional life [Sloboda 1985] isn’t the only characteristic of this art. In fact music, for the different sensor and body ability level to which it refers, can adopt a formative worthiness (educational, curative and aesthetical) of extraordinary importance and can help children, especially in preschool age, to feel meaningful experiences [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. AIM In the present research the authors examined the contents and the methods of the educational course Music and well-Being (that uses global musical activities based on listening, and on vocal and instrumental production) in order to check its efficiency in improving empathy and vocal ability in a group of four year old children. METHOD Partecipants: 40 children of about 4 years old that attend two primary school classes (20 experimental groups; 20 control groups). Procedure: The research has been done in three moments: 1- pre-test (October 2009); 2- training; 3- post-test (June 2010). In the pre-test and post-test stage they have realized a phoniatric visit and they have proposed to each child a self-value interview to measure the experimental empathy in answer to picture stories in which the protagonist would feel joy, sadness, fear, anger [Albiero, Lo Coco 2001; ECSS- Strayer, 1987]. During the training state (only for the experimental group) they did an educational course (Music and well-Being) made of 24 meetings week terms of about an hour each. Following the value of the “active method”, they have tried to favor personal harmony moments to arrive at the point, rush and extend the possibility of social-emotional relationships and relate the more meaningful and formative possible. The activities of choral singing, of movement and of making music together with Orff instruments have been proposed as moments to give the children a valid instrument of alternative communication to the verbal language, and to experiment with their own body a wide field of emotional relations and, at the same time, to enrich their intra and interpersonal experience. MAIN RESULTS AND CONCLUSIONS The results show the educative path Music and well-Being has been efficient in improving the empathic and vocal ability of children towards all emotions considered (joy, sadness, fear, anger) and above all towards emotions of negative hedonic tone. This is important because to empathize with negative emotions like sadness and fear helps prosocial behavior in children, and empathize with anger others reduce their aggressive behavior [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. Music, that «is a game for kids» [Delalande 1984], can represent an important instrument useful to promote a positive interpersonal and social development in children and to improve a positive atmosphere in the class group
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NOBILI, ELENA. « Alfredo Ildefonso Schuster a Roma (1880 - 1929) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1070.

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Résumé :
Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954), abate di San Paolo fuori le Mura e, successivamente, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, ricoprì, durante il periodo romano, importanti incarichi sia all’interno dell’Ordine benedettino che della curia romana per volontà di Pio X, Benedetto XV e Pio XI. Egli diede un contributo decisivo in svariati ambiti: insegnò presso la Scuola di Musica sacra, fu consultore della Congregazione dei Riti, preside del Pontificio Istituto Orientale e presidente della Pontificia Commissione di arte sacra. Personalità particolarmente sensibile, fu in contatto con il mondo benedettino europeo, sostenne il movimento liturgico e si mostrò aperto verso la Chiesa ortodossa e gli ebrei. Dal punto di vista politico, infine, Schuster affermò con chiarezza la necessità che lo Stato riconoscesse l’importante azione sociale della Chiesa, denunciando le ingerenze e i soprusi commessi sia dal governo liberale che da quello fascista.
Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954) was a Benedictine monk at the Basilica of Saint-Paul-Outside-the-Walls in Rome and Archbishop of Milan from 1929 to 1954. During his stay in Rome he held high offices for both the Benedictine order and the Roman Curia thanks to Popes Pius X, Benedict XV and Pius XI. He provided decisive contributions to various fields: teacher at the Institute of Sacred Music, Consultor to the Sacred Congregation of Rites, President of the Pontifical Oriental Institute and President of the Commission for Sacred Art. Man with a highly sensitive personality, Cardinal Schuster got in touch with the European Benedictine community, promoted the Liturgical Movement and showed his openness to the Orthodox Church and the Jewish people. In the political field Schuster clearly stated the necessity of the State to admit the important social action carried on by the Church, while blaming interferences and abuses of both the Liberal and Fascist Government.
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NOBILI, ELENA. « Alfredo Ildefonso Schuster a Roma (1880 - 1929) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1070.

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Résumé :
Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954), abate di San Paolo fuori le Mura e, successivamente, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, ricoprì, durante il periodo romano, importanti incarichi sia all’interno dell’Ordine benedettino che della curia romana per volontà di Pio X, Benedetto XV e Pio XI. Egli diede un contributo decisivo in svariati ambiti: insegnò presso la Scuola di Musica sacra, fu consultore della Congregazione dei Riti, preside del Pontificio Istituto Orientale e presidente della Pontificia Commissione di arte sacra. Personalità particolarmente sensibile, fu in contatto con il mondo benedettino europeo, sostenne il movimento liturgico e si mostrò aperto verso la Chiesa ortodossa e gli ebrei. Dal punto di vista politico, infine, Schuster affermò con chiarezza la necessità che lo Stato riconoscesse l’importante azione sociale della Chiesa, denunciando le ingerenze e i soprusi commessi sia dal governo liberale che da quello fascista.
Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954) was a Benedictine monk at the Basilica of Saint-Paul-Outside-the-Walls in Rome and Archbishop of Milan from 1929 to 1954. During his stay in Rome he held high offices for both the Benedictine order and the Roman Curia thanks to Popes Pius X, Benedict XV and Pius XI. He provided decisive contributions to various fields: teacher at the Institute of Sacred Music, Consultor to the Sacred Congregation of Rites, President of the Pontifical Oriental Institute and President of the Commission for Sacred Art. Man with a highly sensitive personality, Cardinal Schuster got in touch with the European Benedictine community, promoted the Liturgical Movement and showed his openness to the Orthodox Church and the Jewish people. In the political field Schuster clearly stated the necessity of the State to admit the important social action carried on by the Church, while blaming interferences and abuses of both the Liberal and Fascist Government.
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