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Articoli di riviste sul tema "Animazione su larga scala"

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Murrai Li, Tania. "Mettere il lavoro al centro del dibattito sul land grab". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n. 128 (dicembre 2012): 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128005.

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Abstract (sommario):
I sostenitori dell'agricoltura industriale su larga scala, la Banca Mondiale in modo particolare, ritengono che essa ridurrŕ la povertŕ e fornirŕ occupazione. Sostengono anche che una efficienza piů intensa č una componente necessaria della "transizione agraria", che si segnala atraverso il movimento dei lavoratori dall'azienda agricola all'impresa e dalla campagna alla cittŕ. Questo articolo sfida tali argomentazioni, basandosi sulla esperienza coloniale e contemporanea dell'Indonesia e pone in evidenza la condizione precaria di quelle persone il cui lavoro non č richiesto dal sistema capitalistico, sia all'interno che all'esterno dell'azienda agricola.
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Pejovich, Steve. "Quo Vadis Eastern Europe: a Property Rights Analysis*". Journal of Public Finance and Public Choice 10, n. 2 (1 ottobre 1992): 137–58. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539491.

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Abstract (sommario):
Abstract Vengono presi in considerazione i tipi d’impresa alternativi che, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, i paesi dell’Europa Orientale possono adesso scegliere liberamente.In particolare, sono esaminati gli effetti di quattro diversi sistemi già sperimentati su larga scala: l’impresa di tipo sovietico, la società capitalistica, l’impresa in regime di codeterminazione e la società autogestita.Per ciascun caso si considera, dapprima, il complesso di diritti di proprietà inerenti quel particolare tipo d’impresa, indicando quindi i connessi incentivi ed i loro effetti sul comportamento individuale e sui risultati aziendali.La conclusione, sulla base dell’analisi economica e dell’evidenza empirica, è che i sistemi di produzione «involontari» non costituiscono un tipo d’impresa efficiente.
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Faggiano, Antongiulio, Valentina Di Vito, Roberta Centello, Franz Sesti, Giulia Puliani, Tiziana Feola e Elisa Giannetta. "Ruolo diagnostico, prognostico e predittivo di risposta del NETest nelle neoplasie neuroendocrine". L'Endocrinologo 21, n. 6 (20 novembre 2020): 432–40. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-020-00795-z.

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Abstract (sommario):
SommarioIl NETest è una metodica di biologia molecolare e, in particolare, di biopsia liquida, applicata alle neoplasie neuroendocrine (NEN), che si propone come nuovo biomarcatore altamente sensibile e specifico. Il NETest consente una sorta di gene signature del tumore, definendone il profilo trascrizionale mRNA, estratto dal sangue periferico. L’applicazione pratica è nella diagnosi, dove il NETest sembra identificare anche piccoli tumori localizzati, nella definizione prognostica, con l’identificazione dei tumori con maggiore tendenza alla progressione e alla recidiva post-chirurgica, nella riposta ai trattamenti, con l’identificazione precoce di progressione nel corso di terapie anti-tumorali. A fronte di risultati iniziali estremamente promettenti, il NETest necessita di una conferma su larga scala, in ampie casistiche multicentriche.
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Floccari, Fulvio, Rodolfo Rivera e Luca Di Lullo. "Tomografia computerizzata delle coronarie: piccolo vademecum per il nefrologo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, n. 2 (7 febbraio 2014): 182–85. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.884.

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Abstract (sommario):
La tomografia (TC) coronarica viene utilizzata su larga scala grazie alle sua caratteristiche di migliore risoluzione spazio-temporale. Il valore diagnostico della TC coronarica è andato via via migliorando grazie alla sua evoluzione in TC multistrato; si è, infatti, passati dagli originari 4 strati agli attuali 320 strati, con un netto guadagno in termini di risoluzione e, quindi, di nitidezza delle immagini. Nonostante l'indubbio valore diagnostico e, in parte, anche prognostico, la TC coronarica presenta indicazioni limitate in alcuni specifici campi di applicazione, in virtù dell'elevata prevalenza di artefatti e di falsi positivi determinati dalla presenza di calcificazioni vascolari e/o valvolari. Scopo della presente rassegna è quello di presentare l'evoluzione tecnologica della TC coronarica negli ultimi anni e le sue implicazioni dal punto di vista prognostico. (Cardionephrology)
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Gallie, Duncan. "La qualitŕ del lavoro: una visione d'insieme della ricerca britannica". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n. 127 (settembre 2012): 73–91. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127006.

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Abstract (sommario):
Il saggio ripercorre i principali sviluppi nella ricerca empirica britannica sulla qualitŕ del lavoro. Inizia con un esame degli studi di competenze e di controllo sul posto di lavoro, sottolineando l'importanza dei ripetuti studi su larga scala rappresentativi delle competenze nel mondo del lavoro, che hanno rivelato il modello paradossale delle crescenti competenze a fronte del declino di discrezionalitŕ del dipendente. Presenta poi la ricerca sulle forme mutevoli di partecipazione al lavoro, mostrando la sostituzione crescente della partecipazione diretta con le tradizionali forme indirette di rappresentanza, e affronta il dibattito sulla tendenza a lungo termine all'aumento dell'insicurezza lavorativa, mostrando come vi sia una stabilitŕ del modello piuttosto che un cambiamento nelle dinamiche del mercato del lavoro. Infine, considera le evidenze sulla gravitŕ dei problemi di equilibrio vita-lavoro, con particolare riferimento agli svantaggi incontrati dalle lavoratrici part-time.
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Turfa, Jean MacIntosh, e Alwin G. Steinmayer. "Interpreting early Etruscan structures: the Question of Murlo". Papers of the British School at Rome 70 (novembre 2002): 1–28. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002099.

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Abstract (sommario):
L'INTERPRETAZIONE DI STRUTTURE ETRUSCHE ARCAICHE: IL CASO DI MURLOL'analisi della datazione, l'estensione, la pianta e la posizione dell'edificio monumentale con cortile a Poggio Civitate (Murlo, provincia di Siena) indica la sua funzione di ‘centro commerciale in età pre-monetaria, in una regione non completamente urbanizzata. Essendo cosi visibile — una sorta di affermazione politico-economica — ed offrendo riparo e sicurezza ad un gran numero di persone o di merci, il ‘Murlo Upper Building’, una delle strutture più grandi dell'epoca (c. 575 a.C), caratterizzata da una progettazione innovativa e da una decorazione insolita, era stato progettato come parte di un sistema commerciale di prodotti su larga scala. La sua prossimitá ad una regione mineraria e il suo uso nella produzione di beni di lusso assortiti, cosi come il progetto di una struttura che funzionava come la ‘stanza del commercio’ dei moderni forti coloniali europei, conferma ulteriormente la sua funzione commerciale in un'era di contatti stranieri sempre più sofisticati e di cambiamenti sociali.
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Corsico, Alejandro, e Peter McGuffin. "Psychiatric genetics: recent advances and clinical implications". Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, n. 4 (dicembre 2001): 253–59. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000542x.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTOScopo – Presentare una rassegna sui progressi attuali e sulle prospettive future della psichiatria genetica. Metodi – Revisione degli studi che hanno dimostrato una influenza genetica su un'ampia gamma di disturbi psicopatologici, utilizzando ricerche sulle famiglie, sui gemelli e sulle adozioni, ed approfondimento dei metodi e dei limiti degli studi di genetica molecolare. Risultati – I disturbi relativi ad un singolo gene hanno costituito il settore più semplice per ottenere significativi progressi nelle conoscenze su disturbi quali la malattia di Huntington e la malattia familiare di Alzheimer in fase iniziale. Fenotipi complessi, quali la schizofrenia e il disturbo affettivo, hanno invece presentato maggiori difficolta, ma la malattia di Alzheimer e la dislessia sono esempi nei quali scoperte replicate di genetica molecolare suggeriscono ora che l'identificazione genetica e realizzabile anche per disturbi multifattoriali. Conclusioni – La combinazione della disponibilita di un maggior numero di informazioni sui genoma, insieme all'accessibilita ad esse attraverso Internet, fornisce gli strumenti essenziali per le ricerche sulla predisposizione genetica. Un altro requisito fondamentale per tentare di identificare i geni che provocano piccoli effetti e una ben caratterizzata raccolta, su larga scala, di casi. Cid richiede l'interazione tra epidemiologi e clinici. I progressi negli studi di genetica consentiranno anche di individualizzare la terapia farmacologica, tenendo conto della risposta terapeutica e degli effetti collaterali. Si spera che l'insieme di queste prospettive migliorera le nostre conoscenze sulla patogenesi neurobiologica di malattie come la schizofrenia, la depressione ed il disturbo bipolare, ‘legittimando’ queste malattie agli occhi del grande pubblico.
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Staiano, Sandro. "LA FRATTURA NORD-SUD. L’ASIMMETRIA TERRITORIALE COME QUESTIONE DEMOCRATICA". Il Politico 251, n. 2 (3 marzo 2020): 268–307. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.249.

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Abstract (sommario):
Lo schema analitico delle fratture elaborato da Stein Rokkan e Seymour M. Lipset può essere utilmente applicato alla "questione meridionale", in quanto riguarda la doppia dimensione del processo politico, caratterizzato da conflitti culturale-territoriali ed economicofunzionali Passando da queste opzioni metodologiche, per quanto riguarda il "Mezzogiorno", è importante notare che le premesse costitutive prevedevano il superamento della frattura all'interno dei processi di democratizzazione dell'ordinamento giuridico guidati dai partiti politici e basati, in larga misura, sulla regionalizzazione; il ritardo nell'attuazione delle Regioni, tuttavia, ha portato immediatamente al carattere centralizzato e tecnocratico delle grandi riforme volte a incidere sulla condizione meridionale: la riforma agraria e l'intervento straordinario attraverso la "Cassa per il Mezzogiorno". E, una volta costituite, le Regioni non sono più quelle auspicate dall'assemblea costituente: da enti legislativi e pianificatori, diventano minuscoli organi amministrativi affollati di dipendenti, in sistemi ipertrofici. Diventano quindi il veicolo di infiltrazione dei partiti politici - lontani dall'idea costituzionale - che pervadono le agenzie che avrebbero dovuto occuparsi della frattura Nord-Sud. Le politiche - dopo un primo successo - si degradano e falliscono. Ma l'asimmetria territoriale rimane la questione principale. Senza risolverla, l'Italia sarà sempre meno adeguata ad affrontare la concorrenza nella dimensione europea e internazionale: al "ritardo" del "Mezzogiorno" si aggiunge ora quello dell'intero Paese. Per questo motivo, i nuovi impulsi per una "separazione del Nord", nell'illusione di creare piccole patrie economiche su scala regionale, sono particolarmente rischiosi.
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Jones, Mark Wilson. "Designing the Roman Corinthian capital". Papers of the British School at Rome 59 (novembre 1991): 89–151. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009685.

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Abstract (sommario):
IL CAPITELLO CORINZIO ROMANO: DISEGNO E PROGETTAZIONELo studio è concentrato sui capitelli corinzi dei templi a Roma, ma vengono anche considerate le testimonianze greche, ellenistiche ed italiche per quanto concerne il composito ed altre forme corinzieggianti. La spiegazione di Vitruvio non è sufficiente per capire come veniva progettato il capitello corinzio. Il capitello può essere meglio capito studiando proporzioni diverse da quelle menzionate da Vitruvio. Il disegno spesso rispetta una regola che vuole l'altezza del capitello uguale alla larghezza o minima distanza tra le facce opposte dell'abaco. Inoltre, la larghezza in diagonale dell'abaco corrisponde spesso a due volte il diametro inferiore del fusto della colonna. Inoltre ancora, molte dimensioni importanti di un'ordine corinzio normale corrispondono all'uno o all'altro di questi calcoli. Lo schema che emerge mette in contrasto la semplicità e cosistenza di certe regole a confronto di una grande numero di variazioni nei particolari. Ciò dipende dalla costrizione delle forme architettoniche ma anche dei mezzi di produzione. Dallo studio dei capitelli abbozzati è emerso che i calcoli più usati erano quelli più importanti per la lavorazione. Nel periodo imperiale, soprattutto, ci fu un sistema per il proporzionamento combinato con tendenze verso la standardizzazione al fine di incrementare la produzione su larga scala. L'intreccio tra le regole e le variazioni rivela un ingegnioso, ed allo stesso tempo pragmatico approccio alla questione del disegno e dell'ornato.
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Ostinelli, Giorgio. "Concezione e realizzazione del Questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante". Swiss Journal of Educational Research 34, n. 3 (26 settembre 2018): 533–50. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.34.3.4895.

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Abstract (sommario):
La valutazione dell’insegnamento è sempre stata ed è tuttora un tema allo stesso tempo importante e di difficile attuazione. Benché chi insegna valuti in continuazione, si constata tuttavia che, nella maggior parte dei casi, le/gli insegnanti non amano essere valutati. Come fare per introdurre delle forme di valutazione «sostenibili», che aiutino a meglio mettere a fuoco aspetti importanti dell’insegnamento e che siano allo stesso tempo rigorose e rispettose della professionalità e della personalità delle/dei docenti? La creazione di un contesto orientato al miglioramento nelle scuole può essere un’occasione importante per sviluppare approcci dotati di tali caratteristiche, ed è, in poche parole, quanto è avvenuto presso la Scuola professionale e artigianale (SPAI) di Mendrisio negli ultimi anni. Nei fatti, nell’ambito del progetto DAAP1, sorto a partire da un’iniziativa federale volta a introdurre forme di autovalutazione negli istituti scolatici, un gruppo di lavoro a cui prendevano parte rappresentanti delle varie categorie di attori presenti nella scuola (insegnanti, allievi, direzione, ecc.) ha sviluppato, con l’assistenza di uno School Improvement Advisor/researcher (SIA), un questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante. Il presente articolo descrive le tappe che hanno condotto alla creazione di tale strumento e le procedure che hanno permesso di affinarne la validità e l’affidabilità, nell’ottica di una sua utilizzazione su più larga scala da parte dei docenti ticinesi e di madrelingua italiana.
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Romita, Tullio, e Antonella Perri. "L'impatto della mobilità territoriale delle persone sulle aree turistiche: il caso della mobilità turistico-residenziale". ROTUR. Revista de Ocio y Turismo 10, n. 1 (28 dicembre 2015): 23–42. http://dx.doi.org/10.17979/rotur.2015.10.1.1453.

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Abstract (sommario):
Le stime dell'UNWTO, fino ad ora sostanzialmente tutte rispettate, affermano che nel prossimo decennio la mobilità turistica e la portata globale supereranno la somma di un miliardo e mezzo di passeggeri. In questa prospettiva, spicca come priorità il tema dello sviluppo del turismo sostenibile, ovvero il controllo degli impatti della mobilità turistica sull'ambiente e sulla società e l'applicazione pratica dei principi della sostenibilità della vita vita quotidiana delle persone e gestione del territorio. L'impressione è di trovarsi di fronte ad una "sfida globale", alla quale si deve rispondere con modelli di reclutamento di uno sviluppo equilibrato e condiviso, non solo a livello locale ma a livello globale. Tuttavia, c'è un altro problema: le stime non includono completamente la mobilità turistica internazionale, dal momento che il fenomeno è poco noto alle statistiche ufficiali, turismo e mobilità residenziale, ovvero il movimento dei turisti che soggiornano in abitazioni private verso utilizzare in vacanza. Tuttavia, in Italia, come in molte altre parti del mondo, il turismo residenziale (o alloggio privato è un fenomeno sociale molto rilevante, che la massa del turismo organizzato convenzionale ha solo le radici in comune. Questo ruolo, utilizzando una parte del le innumerevoli attività di ricerca svolte negli ultimi dieci anni nella mobilità residenziale turistica del Centro di Ricerca e Studi sul Turismo dell'Università della Calabria, vuole sottolineare gli effetti positivi e negativi di questo tipo di mobilità turistica, in una situazione fenomeno su larga scala, e in un'area italiana tra le meno sviluppate del Paese.
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Eijk, W. J., e J. P. M. Lelkens. "Medical-Ethical Decisions and Life-Terminating Actions in The Netherlands 1990-1995". Medicina e Morale 46, n. 3 (30 giugno 1997): 475–501. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.878.

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Abstract (sommario):
L’articolo tratta della valutazione critica del Secondo rapporto sulla pratica dell’eutanasia in Olanda. In primo luogo, gli autori sottolineano che la legge olandese richiede una notificazione o un rapporto sulla procedura eutanasica effettuata, tramite una scheda prevista dall’articolo 10 della legge. Tale procedura si applica anche ai casi di eutanasia praticata senza esplicita richiesta del paziente ed implica che i medici interessati non redigano un semplice certificato di morte, ma notifichino il fatto alla magistratura municipale per mezzo di un questionario comprendente cinquanta voci. Una delle principali critiche rivolte alla legge olandese sulla depenalizzazione dell’eutanasia concerne la questione se la procedura di notifica sopra citata consenta la verificabilità della pratica eutanasica. Dai dati finora disponibili (1990) risultava che soltanto una minoranza dei medici - il 25% dei medici di base ed il 35% degli specialisti - redigeva certificati di eutanasia, per evitare problemi legali e questioni con i parenti del paziente. Nel 1994, il governo olandese ha deciso di condurre una nuova inchiesta su larga scala riguardo la pratica eutanasica nel Paese e sulla efficacia della sua procedura di notifica. Il Secondo Rapporto sull’eutanasia, reso pubblico nel 1995: 1. evidenzia il sostanziale incremento dei casi di eutanasia; 2. conferma l’esiguo ricorso alle procedure di notifica dell’eutanasia. Senza considerare l’obiezione etica di fondo allo stato di necessità invocato per attuare le procedure eutanasiche, dal documento appare che in pratica la procedura di notifica dell’eutanasia non è nemmeno riuscita ad operare un qualche controllo sulla pratica eutanasica, come voleva il legislatore.
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Torre, Eugenio, Patrizia Zeppegno, Carmen Usai, Marco Rudoni, Gianluca Ammirata, Olivia De Donatis, Elena Manzetti, Debora Marangon e Giuseppe Migliaretti. "Suicide in Verbano-Cusio-Ossola province: decade 1990-2000". Epidemiology and Psychiatric Sciences 11, n. 4 (dicembre 2002): 277–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005856.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTOScopo – Scopo del presente lavoro è quello di effettuare uno studio epidemiologico sul suicidio nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, tra il gennaio 1990 e il dicembre 2000. Disegno – Il lavoro si basa sull'acquisizione di dati attraverso l'analisi dei modelli 45, che registrano tutti i casi di morte violenta e di suicidio, archiviati presso la Procura della Repubblica di Verbania. Setting – La provincia del Verbano-Cusio-Ossola si estende per 2255 Km2 e conta 161248 abitanti. La Procura di Verbania copre l'intero territorio della provincia considerata. Principali misure utilizzate – Le informazioni rilevate sul campione sono state presentate in termini di analisi descrittive, stima dei tassi standardizzati della provincia del Verbano-CusioOssola. Allo scopo di valutare differenze rispetto alia media del Nord Italia, vengono utilizzati i Rapporti Standardizzati di Mortalita (RSM) ed i relativi intervalli di confidenza (IC 95%). Risultati – Negli undid anni considerati sono stati notificati aH'autorita giudiziaria 297 casi di suicidio con un tasso medio annuo di 16.74/100000 abitanti. La frequenza del suicidio nel corso degli anni presi in esame mostra un andamento disomogeneo, con significative differenze tra i due sessi. L'analisi dei RSM evidenzia la maggiore incidenza del suicidio nella provincia analizzata rispetto alia popolazione generale del nord Italia nello stesso periodo, differenza dovuta, in misura maggiore, all'elevato tasso femminile. L'analisi dei diversi parametri sociodemografici della popolazione in esame conferma i dati della letteratura intemazionale: il suicidio à più diffuso in età avanzata, tra le persone vedove e pensionate. Conclusioni – Il presente lavoro intende fornire una descrizione del fenomeno suicidio, inserendolo in un contesto geografico e culturale specifico, nell'intento di metterne in luce gli aspetti problematici in un'ottica diagnostico-clinica, che possa servire da stimolo ad un lavoro preventivo su più larga scala.
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Coccia, S., e D. J. Mattingly. "Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines: the Rieti survey 1988–1991, part I". Papers of the British School at Rome 60 (novembre 1992): 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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Abstract (sommario):
STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Potito, Serena. "L’economia napoletana e il commercio internazionale tra ‘800 e ‘900: I Magazzini Generali e il Deposito Franco = The Neapolitan economy and international trade between 800 and 900: The Magazzini Generali and the Free Warehouse". Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, n. 16/17 (1 dicembre 2013): 241. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i16/17.1343.

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Abstract (sommario):
<p>I Magazzini Generali, creati su modello dei <em>docks</em> inglesi e dei magazzini francesi -e regolamentati da una legge del 1871- si diffusero nelle maggiori città italiane, con alterna fortuna: comune era lo scopo di provvedere alla custodia delle merci, rilasciando speciali titoli di commercio, e di agevolare l’incontro tra produttore e acquirente, riducendo i tempi di negoziazione.</p> <p>Essi sono, dunque, da annoverare fra gli strumenti commerciali con cui si intendeva intensificare e favorire i traffici di merci nel periodo in cui il commercio internazionale su larga scala andava riducendo le barriere tra paesi, accompagnato dallo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture.</p> <p>Nell’ambito del dibattito sul tentativo italiano di ritagliarsi un ruolo durante la prima globalizzazione -con la crescita della liberalizzazione del commercio internazionale e, nello stesso tempo, lo sviluppo del protezionismo moderno- la presente ricerca mette a fuoco l’esperienza della costituzione dei Magazzini Generali di Napoli, per alcuni decenni i più importanti d’Italia. La Società Meridionale dei Magazzini Generali ne assunse la gestione nel 1874 e -attraverso lo studio di testimonianze dell’epoca, degli Atti del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio, di dati di bilancio presenti nell’Archivio di Stato di Napoli- questo saggio ne ripercorre l’iter costitutivo e le vicende dei primi anni. Oltre a offrire un quadro della situazione politica ed economica del Mezzogiorno d’Italia, ed in particolare di Napoli, nella congiuntura economica tra fine ‘800 e inizio ‘900, emergono spunti interessanti relativi all’ammodernamento delle infrastrutture portuali cittadine, e alla questione della creazione di un punto franco (uno degli ipotetici cardini dello sviluppo industriale della città): in un quadro di occasioni mancate ed ostacoli legati alle caratteristiche del processo storico, dal confronto con economie di differenti realtà europee.</p><p>The <em>Magazzini Generali</em>, created on the model of the British docks and of the French <em>magasins généraux</em> -and regulated by an Act of 1871- became widespread in major Italian cities, with varying success: common purpose was to provide for the custody of the goods, issuing special bonds trade, and to facilitate the meeting between producer and buyer, reducing the time of negotiation. They are -therefore- to be counted among the commercial tools with which it was intended to intensify and facilitate the traffic of goods in the period in which international trade -on a large scale- was reducing the barriers between countries, accompanied by the development and modernization of infrastructure. In the debate on the Italian attempt to carve out a role during the first globalization -with the growth of international trade liberalization and, at the same time, the development of modern protectionism- the present research focuses on the experience of the constitution of Magazzini Generali of Naples, for several decades the most important ones in Italy. The <em>Società Meridionale of Magazzini Generali</em> took over the management in 1874 and -through the study of contemporary testimonies, of the Acts of the City Council and of the Chamber of Commerce, of balance sheet data present in the State Archives of Naples- this essay traces its incorporation process and the events of the early years. In addition to providing an overview of the political and economic situation of Southern Italy, especially in Naples, during the economic situation between the end of '800 and '900, interesting ideas emerge relating to the modernization of port infrastructure, and about the question of creating a free point (one of the hypothetical cornerstones of the industrial development of the city): in a framework of missed opportunities and of obstacles related to the characteristics of the historical process, by comparing with the economies of different European realities.</p>
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Cirimwami, Ezéchiel Amani, e Pacifique Muhindo Magadju. "Prosecuting rape as war crime in the Democratic Republic of the Congo: lessons and challenges learned from military tribunals". Military Law and the Law of War Review 59, n. 1 (1 giugno 2021): 44–70. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2021.01.03.

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Abstract (sommario):
Several armed conflicts have marked the past two decades in the Democratic Republic of the Congo (DRC). As a result, the DRC is facing an unprecedented humanitarian disaster with the death of hundreds of thousands of people, the large-scale displacement of civilians and the rape of thousands of women, girls and men. These armed conflicts have led to the metamorphosis of the concept of ‘crime’ with the emergence of new forms of sexual violence, particularly the widespread sexual violence used by armed groups as a tactic of war. In response to this avalanche of sexual violence, the DRC has taken a series of legislative measures. It began with the ratification of the Statute of the International Criminal Court (Rome Statute) on 11 April 2002. This was followed by the promulgation of the Military Judicial Code and the Military Criminal Code on 18 November 2002 (MJC and MCC, respectively) criminalizing, inter alia, war crimes, crimes against humanity and genocide. In 2006, the Congolese legislator criminalized various forms of sexual crimes as defined by international law in the Military Penal Code. On 31 December 2015, the Congolese authorities promulgated Law No. 15/022, amending and supplementing the Military Penal Code, for the implementation of the Rome Statute. Through this Law, the legislator has included in the Congolese Ordinary Criminal Code rape and other sexual assaults constituting war crimes, and in some circumstances, crimes against humanity. In terms of prosecutions, around 40 cases of rape classified as war crimes and crimes against humanity have been tried by Congolese military courts, and a few other cases are being investigated. This article seeks to assess the progress made by the DRC in prosecuting rape as a war crime and the challenges to such prosecutions. La République démocratique du Congo (RDC) a été marquée par plusieurs conflits armés au cours des deux dernières décennies. Il en résulte que ce pays est confronté à une catastrophe humanitaire sans précédent avec la mort de centaines de milliers de personnes, le déplacement à grande échelle de civils et le viol de milliers de femmes, de filles et d'hommes. Ces conflits armés ont entraîné une métamorphose du concept de ‘crime’ avec l'émergence de nouvelles formes de violence sexuelle, notamment la violence sexuelle généralisée utilisée par les groupes armés comme tactique de guerre. En réponse à cette avalanche de violences sexuelles, la RDC a adopté une série de mesures législatives. La première fut la ratification du Statut de la Cour pénale internationale (Statut de Rome) le 11 avril 2002. Cette ratification fut suivie par la promulgation du Code judiciaire militaire et du Code pénal militaire le 18 novembre 2002 (respectivement le CMJ et le CCM) qui criminalisent, entre autres, les crimes de guerre, les crimes contre l'humanité et le génocide. En 2006, le législateur congolais a incriminé dans le Code pénal militaire diverses formes de crimes sexuels tels que définis par le droit international. Le 31 décembre 2015, les autorités congolaises ont promulgué la loi no 15/022, modifiant et complétant le Code pénal militaire, pour la mise en œuvre du Statut de Rome. A travers cette loi, le législateur a inclus dans le Code pénal ordinaire congolais les viols et autres agressions sexuelles constitutifs de crimes de guerre, et dans certaines circonstances, de crimes contre l'humanité. En termes de poursuites, une quarantaine de cas de viols qualifiés de crimes de guerre et de crimes contre l'humanité ont été jugés par les tribunaux militaires congolais, et quelques autres cas sont en cours d'instruction. Cet article vise à évaluer les progrès réalisés par la RDC en matière de poursuites pénales pour viol en tant que crime de guerre et les défis auxquels ces poursuites sont confrontées. Verschillende gewapende conflicten hebben de afgelopen twee decennia hun stempel gedrukt op de Democratische Republiek Congo (DRC). Als gevolg daarvan wordt de DRC geconfronteerd met een ongekende humanitaire ramp die gepaard gaat met de dood van honderdduizenden mensen, de grootschalige ontheemding van burgers en de verkrachting van duizenden vrouwen, meisjes en mannen. Die gewapende conflicten hebben geleid tot een metamorfose van het begrip ‘misdaad’ met de opkomst van nieuwe vormen van seksueel geweld, in het bijzonder het wijdverspreide seksuele geweld dat door gewapende groepen als oorlogstactiek wordt gebruikt. Als reactie op die lawine van seksueel geweld heeft de DRC een reeks wetgevende maatregelen genomen. Het begon met de ratificatie van het Statuut van het Internationaal Strafhof (Statuut van Rome) op 11 april 2002, gevolgd door de afkondiging van het militair gerechtelijk wetboek en het militair strafwetboek op 18 november 2002. Daarin worden onder meer oorlogsmisdaden, misdaden tegen de mensheid en genocide strafbaar gesteld. In 2006 heeft de Congolese wetgever verschillende vormen van seksuele misdrijven, zoals omschreven in het internationaal recht, strafbaar gesteld in het militair strafwetboek. Op 31 december 2015 hebben de Congolese autoriteiten wet nr. 15/022 tot wijziging en aanvulling van het militair strafwetboek uitgevaardigd, met het oog op de uitvoering van het Statuut van Rome. Met die wet heeft de wetgever verkrachting en andere vormen van seksueel geweld die te beschouwen zijn als oorlogsmisdaden, en in sommige omstandigheden misdaden tegen de mensheid, in het gewone Congolese Wetboek van Strafrecht opgenomen. Wat vervolging betreft, zijn ongeveer 40 gevallen van verkrachting die als oorlogsmisdaden en misdaden tegen de mensheid werden aangemerkt, door de Congolese militaire rechtbanken berecht, en enkele andere gevallen worden momenteel onderzocht. Deze studie heeft tot doel na te gaan welke vooruitgang de DRC heeft geboekt bij de vervolging van verkrachting als oorlogsmisdaad en voor welke uitdagingen dergelijke vervolgingen staan. Varios conflictos armados han dejado huella en las dos décadas pasadas en la República Democrática del Congo (RDC). A resultas de ello, la RDC se está enfrentando a un desastre humanitario sin precedentes con la muerte de cientos de miles de personas, desplazamiento de civiles a gran escala y la violación de miles de mujeres, niñas y hombres. Estos conflictos armados han llevado a la metamorfosis del concepto de ‘crimen’ con la aparición de nuevas formas de violencia sexual, en particular el uso generalizado de la violencia sexual por grupos armados como táctica de guerra. En respuesta a esta avalancha de violencia sexual, la RDC ha adoptado una serie de medidas legislativas. Todo comenzó con la ratificación del Estatuto de la Corte Penal Internacional (Estatuto de Roma) el 11 de abril de 2002. A esto siguió la promulgación del Código Judicial Militar y del Código Penal Militar el 18 de noviembre de 2002 (Código Judicial Militar y Código Penal Militar, respectivamente), penalizando, entre otros, los crímenes contra la humanidad y el genocidio. En 2006, el legislador congoleño introdujo en el Código Penal Militar varias modalidades de crimen sexual tal y como se definen en el Derecho Internacional. El 31 de diciembre de 2015, la autoridades congoleñas promulgaron la Ley Núm. 15/022, reformando y complementando el Código Penal Militar, con objeto de implementar el Estatuto de Roma. A través de esta ley, el legislador ha tipificado en el Código Penal Común la violación y otros ataques sexuales que constituyen crímenes de guerra y, en algunas circunstancias, crímenes contra la humanidad. En términos de procedimientos instruidos, cerca de 40 casos de violación tipificada como crímenes de guerra y crímenes contra la humanidad han sido tramitados por los tribunales militares congoleños, y varios casos más continúan siendo objeto de investigación. Este estudio busca valorar el progreso de la RDC en la persecución de la violación como crimen de guerra y los retos a los que se ha tenido que hacer frente en dicha tarea. Gli ultimi due decenni della Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono stati segnati da diversi conflitti armati. Di conseguenza, la RDC sta affrontando un disastro umanitario senza precedenti con la morte di centinaia di migliaia di persone, lo sfollamento di civili su larga scala e lo stupro di migliaia di donne, ragazze e uomini. Questi conflitti armati hanno portato alla metamorfosi del concetto di ‘crimine’ con l'emergere di nuove forme di violenza sessuale, in particolare la diffusa violenza sessuale usata dai gruppi armati come tattica di guerra. In risposta a questa valanga di violenza sessuale, la RDC ha adottato una serie di misure legislative. È iniziato tutto con la ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale (Statuto di Roma) l'11 aprile 2002. A ciò è seguita la promulgazione del Military Judicial Code and the Military Criminal Code il 18 novembre 2002 (rispet­tivamente Codice giudiziario militare e Codice penale militare), che hanno criminalizzato, tra l'altro, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Nel 2006, il legislatore congolese ha definito come crimini varie forme di reati sessuali così come definito dal diritto internazionale nel Codice Penale Militare. Il 31 dicembre 2015 le autorità congolesi hanno promulgato la Legge n. 15/022, che modifica e integra il Codice Penale Militare, per l'attuazione dello Statuto di Roma. Attraverso questa legge, il legislatore ha incluso nel Codice penale Ordinario congolese lo stupro e altre aggressioni sessuali definiti crimini di guerra e, in alcune circostanze, crimini contro l'umanità. In termini di procedimenti penali, circa 40 casi di stupro classificati come crimini di guerra e crimini contro l'umanità sono stati processati dai tribunali militari congolesi e alcuni altri casi sono oggetto di indagine. Questo studio cerca di valutare i progressi compiuti dalla RDC nel perseguire lo stupro come crimine di guerra e l’impegno in tali procedimenti penali. Mehrere bewaffnete Konflikte haben die vergangenen zwei Jahrzehnte in der Demokratischen Republik Kongo (DRK) geprägt. Als Folge dessen steht die DRK vor einer beispiellosen humanitären Katastrophe mit dem Tod von Hunderttausenden von Menschen, der massiven Vertreibung von Zivilisten und der Vergewaltigung von Tausenden von Frauen, Mädchen und Männern. Diese bewaffneten Konflikte haben zu einer Metamorphose des Begriffs ‘Verbrechen’ mit dem Aufkommen neuer Formen sexueller Gewalt geführt, insbesondere der weit verbreiteten sexuellen Gewalt, die von bewaffneten Gruppen als Kriegstaktik eingesetzt wird. Als Reaktion auf diese Lawine sexueller Gewalt hat die DRK eine Reihe von gesetzlichen Maßnahmen ergriffen. Es begann mit der Ratifizierung des Statuts des Internationalen Strafgerichtshofs (Römisches Statut) am 11 April 2002. Es folgte die Verkündung des Militärgerichtsgesetzbuchs und des Militärstrafgesetzbuchs am 18. November 2002, die unter anderem Kriegsverbrechen, Verbrechen gegen die Menschlichkeit und Völkermord unter Strafe stellen. Im Jahr 2006 hat der kongolesische Gesetzgeber im Militärstrafgesetzbuch verschiedene Formen von Sexualverbrechen im Sinne des Völkerrechts unter Strafe gestellt. Am 31. Dezember 2015 haben die kongolesischen Behörden das Gesetz Nr. 15/022 zur Änderung und Ergänzung des Militärstrafgesetzbuchs im Hinblick auf die Umsetzung des Römischen Statuts verkündet. Mit diesem Gesetz hat der Gesetzgeber Vergewaltigung und andere sexuelle Übergriffe, die Kriegsverbrechen und unter gewissen Umständen auch Verbrechen gegen die Menschlichkeit darstellen, in das kongolesische ordentliche Strafgesetzbuch aufgenommen. Was die Strafverfolgung anbelangt, so wurden etwa 40 Fälle von Vergewaltigung, die als Kriegsverbrechen und Verbrechen gegen die Menschlichkeit eingestuft werden, von kongolesischen Militär­gerichten abgeurteilt, und einige weitere Fälle werden derzeit untersucht. Diese Studie versucht, die Fortschritte der DRK bei der strafrechtlichen Verfolgung von Vergewaltigung als Kriegsverbrechen und die Herausforderungen für solche Verfolgungen zu bewerten.
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Prete, Carmelina, Mario Cozzi, Mauro Viccaro e Frans Sijtsma. "Foreste e servizi ecosistemici culturali: mappatura su larga scala utilizzando un approccio partecipativo". L'Italia Forestale e Montana, 2020, 119–36. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2020.3.01.

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Abstract (sommario):
The valorisation of Cultural Ecosystem Services (CESs) of forests is closely linked to the society involvement with regard to the role of recreational, spiritual and symbolic services of forest resources. In this direction, the aim of the study was to increase the knowledge of forest CESs, analysing the people’s preferences on natural areas by a web-based participatory GIS. The analysis shown the possibility to explicit not only the recreational component, but also the other components of CESs. Therefore, the mapping of CES on a large scale could be used for planning and management activities with an increase in awareness of local communities with respect to the natural resources present in the territory.
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Bosi, Emanuele, Matteo Rocco Pastore, Sabina Martinenghi, Andrea Mario Bolla, Pauline Grogan, Eleonora Bianconi, Elena Bazzigaluppi et al. "Programma di screening su larga scala per la identificazione di bambini e adolescenti a rischio di sviluppo del diabete di tipo 1 nel territorio". il Diabete 3, n. 32 (15 ottobre 2020). http://dx.doi.org/10.30682/ildia2003a.

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Strobl, Wolfgang. "DRUSUS PATER?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 93, n. 1 (gennaio 2014). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab.2014.93.1.303.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTOUno dei principali obiettivi di Ettore Tolomei era quello di dimostrare la romanità o italianità del Sud-Tirolo/Alto Adige. In tale contesto s’imponeva anche la necessità di un mito di fondazione politico o di un heros ktistes. Tolomei lo trovò nella figura del generale romano Druso maggiore che nell’anno 15 avanti Cristo (insieme a suo fratello Tiberio) aveva conquistato per l’Impero romano gran parte delle Alpi centrali e pertanto anche i territori retici a sud del Brennero. A partire dagli anni Venti l’irredentista e nazionalista Tolomei creò un vero e proprio culto intorno all’antico romano che culminò nella richiesta di erigere un monumento a Druso nella piazza Walther, il cuore cittadino della Bolzano di lingua tedesca. Con un’instancabile campagna condotta a livello nazionale egli riuscì a convincere della sua idea numerosi studiosi dell’antichità e intellettuali, ma naufragò di fronte al veto di Benito Mussolini che nel 1935 aveva commissionato una copia della statua di Druso (Druso lateranense), ma alla fine non ne autorizzò il trasferimento a Bolzano per motivi legati alla politica estera. La campagna propagandistica di Tolomei fece però conoscere Druso su larga scala, e la sua figura venne recepita dalla stampa e le riviste specializzate, nei libri e dall’arte figurativa.
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Caravaggio, E., R. Cammarata, G. L. Guido, M. L. Savi e I. Casagranda. "Reazioni avverse da antiaggreganti e antitrombotici in Pronto Soccorso". Working Paper of Public Health 2, n. 1 (15 giugno 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6762.

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Abstract (sommario):
La Farmacovigilanza è una scienza clinica che si pone come obiettivi la sorveglianza, la segnalazione e la valutazione di effetti non desiderabili di prodotti farmaceutici impiegati nelle terapie mediche. Comprendela diffusione di nuove informazioni e misure regolatorie adottate al fine di evitare e prevenire effetti indesiderati che potrebbero potenzialmente verificarsi. In questo modo può essere valutato meglio il profilo di sicurezza dei farmaci e il rapporto rischio/beneficio (18). La segnalazione spontanea di tali effetti costituisce la fonte principale delle informazioni. La Farmacovigilanza si occupa della valutazione del rischio e monitoraggio della incidenza di effetti indesiderati associati al trattamento farmacologico (9-10-11). Le ADR (Adverse Drug Reaction) da farmaci sono un problema sociale ed economico di grande rilevanza, i trial clinici pre-marketing non sono sufficienti per garantire che un farmaco in commercio sia sicuro, inoltre non tutti i rischi possono essere individuati prima che il farmaco venga commercializzato su larga scala. Essi potranno essere noti solo quando il farmaco sarà stato somministrato ad un gran numero di pazienti e per un periodo di tempo prolungato di tempo (12-14) . Per capire le dimensioni del problema basti pensare che su 18 molecole, maggiormente associate ad eventi avversi sono in commercio da più di 20 anni (7- 8-13). L’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) di un nuovo farmaco concessa dall’Autorità regolatoria (Agenzia Italiana del Farmaco , AIFA) non preclude l’eventuale insorgenza di rischi considerati gravi riconducibili a tale specialità medicinale durante la pratica clinica futura (19) . E’ stato stimato che i costi annualmente attribuibili agli eventi avversi da farmaci sono sempre in crescita si stima una spesa tra i 7 e i 18 milioni di euro per milione di abitanti (1).
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Nunes, Filipe Sales, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck e Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Accessibilità a Internet in Brasile negli anni 2008 e 2016". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 26 settembre 2018, 47–54. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/tecnologia-it/accessibilita-a-internet.

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Abstract (sommario):
Internet è il nodo di più reti di comunicazione, su scala globale che interconnettono reti dai più diversi luoghi del mondo. È popolare in tutto il mondo, a cui accedono più di 2 miliardi di utenti. L’obiettivo di questo lavoro è dimostrare il cambiamento nell’accessibilità di Internet in Brasile durante gli anni 2008 e 2016. A tale scopo, è stata effettuata una ricerca nel database CETIC sul sito web (http://cetic.br/). La percentuale di persone che hanno avuto accesso a Internet negli ultimi 9 anni è quasi raddoppiata, raggiungendo il 69% nel 2016, con un aumento del 30% rispetto al 2008. Nel 2014 il governo del Brasile insieme alla maggioranza delle società di telecomunicazioni nel paese, hanno deciso di aumentare la copertura della banda larga fissa e di Internet mobile. Le classi sociali inferiori C e DE, negli anni 2008 e 2016, hanno ottenuto un aumento del 30% della percentuale di accesso a Internet. Il sud-est è una delle regioni che più contiene l’accesso a Internet in Brasile. Il telefono cellulare è anche uno dei mezzi considerati per l’accesso a casa, poiché più della metà della popolazione brasiliana utilizza questo dispositivo per accedere a Internet. È evidente che più brasiliani hanno la possibilità di accedere a Internet in Brasile. A causa di diversi fattori, come i piani creati dal governo per aumentare l’accesso nel paese, tale iniziativa può essere considerata di estrema importanza nel progresso di diverse aree del Brasile. L’accesso a Internet è in grado di migliorare l’economia e l’istruzione nel Paese, oltre alla vita della popolazione che può più facilmente godere di nuovi mezzi di interazione attraverso piattaforme virtuali. L’accessibilità all’accesso a Internet in Brasile è aumentata e ha generato migliori cambiamenti per la vita dei suoi utenti.
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Luño, Angel Rodríguez. "Riflessioni etiche sui vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti". Medicina e Morale 54, n. 3 (30 giugno 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.388.

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Abstract (sommario):
Partendo dalla considerazione del fatto che in alcune parti del mondo, malattie come la rosolia sono ancora epidemiche, che l’infezione di queste malattie contratta da donne gravide causa gravi danni e può portare addirittura alla morte del feto, e che la vaccinazione su larga scala rappresenta un mezzo irrinunciabile nella lotta contro queste malattie infettive, l’articolo affronta la questione della liceità della produzione, della diffusione e dell’uso di vaccini la cui produzione è connessa con atti di aborto procurato. Alcuni vaccini di ampia diffusione contro malattie come la rosolia e la varicella, infatti, sono stati sviluppati utilizzando ceppi di virus ottenuti da feti umani volontariamente abortiti. L’Autore, in particolare, riflette sul problema etico sollevato sia da medici impegnati nelle campagne di vaccinazione sia da coloro che necessitano dei vaccini (soprattutto dai genitori che devono vaccinare i propri figli), che si chiedono se l’uso di tali vaccini non sia in contraddizione con il rifiuto etico di ogni forma di aborto volontario. Per rispondere a questo interrogativo, l’Autore analizza il problema riflettendo sulle diverse modalità e i vari gradi della cooperazione al male, concludendo che esiste il dovere grave di usare i vaccini alternativi, laddove esistano, e di invocare l’obiezione di coscienza riguardo a quelli il cui uso presenta dei problemi morali. Per quanto riguarda i vaccini senza alternative, si dovrebbe ribadire sia il dovere di lottare perché ne vengano approntati altri che non sollevino problemi morali, sia la liceità del loro uso nella misura in cui ciò è necessario per evitare un pericolo grave per le condizioni sanitarie della popolazione. La liceità di tale uso, in ogni caso, va interpretata come una cooperazione materiale passiva, moralmente giustificata come extrema ratio dal dovere di provvedere al bene dei propri figli (nel caso dei genitori) e della popolazione in generale, e mai come una dichiarazione di liceità della loro produzione. ---------- This paper deals with the issue of the lawfulness of producing, spreading and using of vaccines whose production is linked to act of induced abortion, starting from the consideration of the fact that in some part of the world diseases like German measles are still epidemic, that infection of pregnant women causes serious injures and may result even in the death of the foetus, and that vaccination on a large scale represents an essential means to fight against this infective diseases. Same common vaccines against German measles and chickenpox, indeed, have been produced using stocks of virus obtained from voluntarily aborted human foetuses. The Author particularly reflects on the ethical problem raised both from physicians engaged in the vaccination campaigns and from those who need vaccines (specially parents that have to vaccinate their children), who wonder if using these vaccines is in contradiction with the ethical refusing of every form of voluntary abortion. To answer to this question, the Author analyzes the problem reflecting on the different forms and degrees of the cooperation in evil, concluding that there is the grave duty to use alternative vaccines, when they exist, and to invoke conscience objection for those whose use shows moral problems. When it comes to vaccines without alternatives, one should confirm both the necessity to fight to obtain others without moral problems, and the lawfulness of using them when it necessary to avoid a grave danger for the health condition of the people. The lawfulness of using them, in every case, must be intended as a passive material cooperation, morally justified as extrema ratio from the duty of providing for the children’s good (in the case of parents) and the population in general, and never as a declaration of lawfulness of their production.
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