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Tesi sul tema "Arte e architettura"

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Bonini, Gianluca <1967&gt. "Contaminazioni tra arte e architettura". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4979/.

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Abstract (sommario):
Il concetto di contaminazione fra architettura ed arti plastiche e figurative è molto antico. La dicotomia arte-architettura, sancita in via definitiva con il moderno museo di spoliazione napoleonica, non può che essere considerata una variazione neo-tecnicista sulla quale, non sempre giustamente, sono andati assestandosi gli insegnamenti delle scuole politecniche. Non così è sempre stato. Come il tempio greco può essere considerato un’opera plastica nel suo complesso, esempio tra i primi di fusione tra arte e architettura, moltissimi sono gli esempi che hanno guidato la direzione della ricerca che si è intesa perseguire. Molti sono gli esempi del passato che ci presentano figure di architetto-artista: un esempio fra tutti Michelangelo Buonarroti; come per altro non è nuovo, per l’artista puro, cimentarsi nella progettazione dello spazio architettonico o urbano, o per l'architetto essere coinvolto dalle indagini della ricerca artistica a lui contemporanea dalla quale trarre suggestioni culturali. Le rappresentazioni dei linguaggi visivi sono il frutto di contaminazioni che avvengono su diversi livelli e in più direzioni. Spesso le ricerche artistiche più significative hanno anticipato o influenzato il mondo del design, dell’architettura, della comunicazione. L’intenzione della ricerca è stata quindi approfondire, attraverso un viaggio nel Novecento, con particolare attenzione al Secondo Dopoguerra, i fenomeni culturali che hanno prodotto i più significativi sviluppi stilistici nell’ambito della ricerca e del rinnovo del linguaggio architettonico. Il compito, parafrasando Leonardo Benevolo, non è stato quello di elencare le singole battute della discussione ma di riconoscere gli interventi fruttuosi a lunga scadenza. Mutuando gli insegnamenti della scuola del Bauhaus, arte e architettura sono state affiancate perché considerate espressioni strettamente relazionate di coevi fenomeni culturali. L’obiettivo ha puntato all’individuazione dei meccanismi delle interazioni tra discipline, cercando di delineare il profilo della complessità dell’espressione del contemporaneo in architettura.
The concept of contamination between visual and figurative arts and architecture is very old. The dichotomy of art and architecture, sanctioned definitively with the modern museum of Napoleonic looting, can only be considered a variation on the neo-technicism who, not always rightly, have been settling the teachings of the polytechnics. It has not be the same during the time. As the greek temple can be seen as a plastic work as a whole, as one of the first fusion between art and architecture, many are the examples that have guided the direction of the pursued research. There are many example from the past which introduce the figure of artist-architect: an exemple of all Michelangelo Buonarroti; is not unusual, for pure artist, to engage in the design of architectural or urban space, as well as, for architect to be involved by the investigation of his own contemporary artistic research and to draw inspiration from it. The representation of visual languages are the result of contaminations occurring at different levels from different directions. Often the most significant artists research have put forward and influenced the world of design, architecture, or communication. Therefore the inner intention of the research was to deepen, through a travel into the twentieth century, with particular attention to the Second World War period, the cultural phenomena which produced the most significant stylistic developments in research and the renewal of architectural language. The task, paraphrasing Leonardo Benevolo, was not to list individual steps of the discussion but to identify that contributions which follow active development. Starting from Bauhaus school lesson, art and architecture have been joined because considered closely related expressions of contemporary cultural phenomena. The target was to identify mechanisms and interactions between disciplines, trying to delineate the complex profile of contemporary architecture.
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Ori, Eva <1982&gt. "Enrico Prampolini tra arte e architettura. Teorie, progetti e Arte Polimaterica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6275/.

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Abstract (sommario):
Obiettivo principale della ricerca è quello di aggiungere un tassello mancante, attraverso una nuova chiave di lettura, alla complessa attività artistico-teorica dell’artista futurista Enrico Prampolini (1894-1956). Questa tesi, oltre a riordinare e raccogliere tutto ciò che riguarda l’architettura e il rapporto di quest’ultima con le arti nell'opera di Prampolini, coglie l’occasione per puntualizzarne aspetti ancora poco esplorati, grazie anche all'analisi inedita dei documenti originali dell'artista conservati presso il CRDAV del Museo d’arte contemporanea di Roma. Partendo dall'analisi dei rapporti dell’artista modenese con le avanguardie straniere, la ricerca prosegue con la presa in esame dei manifesti, degli scritti e degli articoli noti e inediti legati alla teoria architettonica nella produzione dell’artista modenese. Il nucleo centrale della ricerca è costituito dagli elementi inediti emersi presso l’Archivio Prampolini consistenti in relazioni di progetti architettonici per un Piano urbanistico del Centro Alberghiero di Castel Fusano (1938) e per due alberghi nel centro di Roma (1938-1939). La seconda parte della ricerca si concentra sull'analisi del rapporto tra arte e architettura nel Futurismo e sul fondamentale contributo dato in tal senso da Prampolini, in particolare attraverso la “plastica murale”, come completamento dell’architettura futurista e fascista e la concezione dell’Arte Polimaterica. Nell'ultima parte della ricerca si affronta infine l'analisi del rapporto tra arte e architettura gestito in ambito istituzionale in Italia tra le due guerre, con l’emanazione, nel 1942, della legge detta “del 2%”. Aspetto finora inedito delle vicende legate alla “legge del 2%” è l'emergere del ruolo centrale di Prampolini nel contribuire al dibattito che portò alla sua approvazione, e non secondariamente nella ricerca di migliori condizioni economiche e maggiori occasioni di lavoro per gli artisti. La figura di Enrico Prampolini emerge dunque, da questa ricerca, come un nodo fondamentale per comprendere alcuni degli aspetti ancora inesplorati della cultura artistico-architettonica italiana degli anni Venti-Quaranta.
The main objective of this research is to add a missing piece, through a new interpretation, to the artistic and theoretical activity of the futurist Enrico Prampolini (1894-1956). This thesis , wants collect everything related to architecture and the relationship of the latter with the arts in the work of Prampolini and takes the opportunity to point out this aspects still poorly explored, thanks also to the analysis of unpublished documents’ artist kept at the CRDAV of the MACRO. The core of the research consists in the new elements emerged at the Prampolini Archives consisting in a descriptive reports of architectural plans for a development of the Centre of Hospitality of Castel Fusano (1938) and two hotels in the center of Rome (1938-1939). The second part of the research focuses on the analysis of the relationship between art and architecture in Futurism and the fundamental contribution in this direction by Prampolini, particularly through the "plastica murale" as completion of Futurist and Fascist architecture and the conception of the Polymaterials Art. In the last part of the research we deal with the analysis of the relationship between art and architecture managed in Italy in the institutional context, between the two Wars, with the enactment, in 1942, of the law known as the "2%". Appearance of until now unpublished events related to the "law of 2%" is the emergence of the central role of Prampolini in contributing to the debate that led to its approval, and not secondarily for search of better economic conditions and more job opportunities for artists. The figure of Enrico Prampolini therefore emerges from this research as a crucial question to understand some of the unexplored aspects of the Italian architectural and artistic culture of the Twenties-Forties.
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Misirolli, Michela. "Arte e architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1288/.

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Abstract (sommario):
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Lazzarini, Giulia. "Arte e Architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1287/.

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Abstract (sommario):
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Serrau, Andrea. "Arte e architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1284/.

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Abstract (sommario):
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Copelli, Alessia. "Il ritrovamento delle origini: l'architettura rurale della bassa reggiana. Un progetto per la "casa rossa" di Claudio Parmiggiani". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15344/.

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Abstract (sommario):
Il lavoro affronta il tema del rapporto tra architettura e campagna, e propone come soluzione un intervento che riesca ad inserire un’architettura contemporanea all’interno del mondo rurale. La campagna copre la maggior parte del suolo mondiale ed è quindi essenziale studiare e comprendere i suoi mutamenti, e trovare una maniera per intervenirvi. Lo studio svolto si concentra sul patrimonio rurale della bassa pianura reggiana, considerato paradigmatico di un lavoro che potrebbe essere svolto per molte altre zone agresti. Sono state ricercate l’immagine e la composizione della campagna emiliana, del paesaggio e delle architetture che la abitano, le corti rurali. Si è inoltre indagata l’opera dell’artista contemporaneo Claudio Parmiggiani, originario delle stesse zone, la cui poetica è profondamente radicata nelle origini, per trovare la relazione tra arte, architettura e campagna. Il progetto nasce quindi dalla rilettura critica di regole e principi compositivi precedentemente estrapolati, per arrivare ad un intervento contemporaneo, che si integra nel contesto senza sconvolgerlo e rispettandolo, con un linguaggio puro e minimale ma efficacie.
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Parlapiano, Antonella. "Il palazzo del Podestà in Bologna: restauro e valorizzazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract (sommario):
La presente tesi si propone un duplice obiettivo: rendere omaggio alla grandezza di un’opera così prestigiosa, riportando nella sua legittima dimora gli affreschi che ne adornavano il grande Salone, e farla dialogare con le più recenti problematiche legate alla fruizione e accessibilità, nel pieno rispetto di quella che è sempre stata la sua indole, tra glorioso passato e futuro ambizioso. Il primo argomento trattato è la naturale conseguenza di una ampia ricerca condotta sul complesso formato dal Palazzo del Podestà, di Re Enzo e del Capitano. Il primo, grande edificio votato alle assemblee cittadine e all’amministrazione della giustizia, è stato privato, ingiustamente, della sua veste più preziosa, delle rappresentazioni delicate e vibranti delle sue vicende più importanti e dei suoi uomini più illustri. Un’amministrazione poco ponderata e attenta all’universo dell’arte ha strappato il suo decoro al Salotto di Bologna per antonomasia, lasciando dietro di se’ un soffitto spoglio, un capolavoro mutilato. Quello che si intende operare è un’attenta analisi della decorazione, della sua storia, delle sue tecniche e della sua decaduta, affinché, come un mitologico eroe, questa possa tornare dal mondo dell’oblio, facendo mostra di sé in quella che è sempre stata la sua casa, vittoriosa su un tempo che le è stato troppo a lungo avverso. In secondo luogo, un ciclo decorativo-narrativo di tale levatura merita non solo un posto dove alloggiare, ma anche un pubblico. Si apre così la vasta tematica riguardante l’accessibilità, legata a problematiche e variabili sempre attuali, cui ci si approccia in senso architettonico, normativo, bibliografico, con il fine di trasformare la difficoltà in possibilità. Solo così l’operazione di restauro può considerarsi davvero completa: la cultura e l’arte non sono più solo appannaggio di pochi “eletti”, ma beni irrinunciabili tenuti in vita dalla divulgazione.
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Gustinelli, Gregorio. "Pieve del vescovo - riqualificazione strutturale, artistica e sociale di una residenza fortificata". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12302/.

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Abstract (sommario):
L'elaborato analizza due interventi di restauro strutturale necessari alla completa fruizione del Castello di Pieve del Vescovo, un'antica residenza vescovile fortificata nel comune di Corciano (PG). Gli interventi riguardano il ripristino delle coperture in due parti significative del castello e il consolidamento della volta superiore alla Chiesa di San Giovanni, fulcro del complesso fortificato. Dal momento che il complesso ospita i corsi di formazione della Scuola Edile di Perugia, lo studio propone anche un'estensione del progetto di restauro, al fine di garantire sia il regolare svolgimento dei corsi, sia il completamento degli interventi di recupero di cui la struttura necessita.
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Guess, Alice C. "The machines of Francesco Di Giorgio : demonstrations of the world". Thesis, McGill University, 1998. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=21340.

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Abstract (sommario):
This thesis is an exploration of the chapters of Francesco Di Giorgio's Trattati di Architettura, Ingegneria e Arte Militare, that pertain to mechanical devices. While it is difficult to imagine actually constructing Di Giorgio's machines from the drawings and descriptions in his treatises, given their apparent inefficiencies and ambiguities, the Aristotelean science and philosophy referenced throughout the Trattati provides a basis for looking at them as demonstrations of concepts beyond their immediate applications for architecture and engineering. By considering these devices in Di Giorgio's own terms, terms suggested by his own experiences, as well as his writings and paintings, strong associations can be made to the science, philosophy and the theology of his time.
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Vacirca, Silvia <1981&gt. "Stanley Kubrick: architetture dello spazio". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3058/.

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Brighi, Francesca. "L'architettura degli Spazi Indecisi: DEP. ART, luoghi per le arti e la collettivita". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract (sommario):
Il punto di partenza per l’avvio di questa tesi è stata la scoperta quotidiana di una città dentro la città. Una città che vive parallela a quella che frequentiamo ogni giorno, una città nascosta, che aspetta silenziosa che avvenga la sua trasformazione. Essa è la città composta da tutti gli edifici abbandonati, i vuoti urbani, i residui, le aree dismesse, luoghi dislocati sull’intero territorio nazionale, vittime di una società opulenta che non sa aggiustare ciò che ha rotto. L’analisi fatta non ha preteso di redigere una mappatura completa ed esaustiva di questi luoghi ma è stata l’occasione per riflettere su come sia il loro impatto sul territorio romagnolo, la tendenza che li ha portati a diventar tali e le reali speranze per il loro futuro. In particolare, abbiamo analizzato un’area abbandonata a Forlì, quella su cui insiste l’ex deposito ATR e l’Arena forlivese. L’area strategica, in pozione intermedia tra il tessuto storico e l’espansione extra moenia contenente due edifici, diversi per storia e funzione ma che si trovano a condividere una sorte comune: l’abbandono. Quello che abbiamo voluto ottenere attraverso questo progetto è stato un riciclo degli edifici esistenti e la riqualificazione dell’intero isolato ponendo al centro la dimensione culturale e ricreativa per lo sviluppo del territorio e contro l’abbandono di esso. Vorremmo che attraverso questa analisi e lo svolgimento del progetto si proietti un’occasione sul resto della città perché crediamo che, in questo periodo storico più che mai, sia dallo scarto che possa venire la rinascita urbana.
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Mancini, Michela. "Architettura Lo-Fi, riqualificazione di aree industriali dismesse il caso "Fabbrichina" a Colle Di Val D'Elsa". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract (sommario):
L’esistenza di ex aree strutture industriali dismesse sul nostro territorio è un fenomeno noto. Quei vuoti problematici per un paese che deve la sua fama all’aspetto unico delle proprie città sono considerati risorsa dai progettisti, che ne apprezzano lo stimolo creativo, dai promotori pubblici o privati, che ne colgono il potenziale strategico e dai cittadini, per i quali questi scheletri racchiudono una memoria. Tuttavia l’esito dei tentativi di riqualificazione risulta variabile: le dimensioni e le criticità che spesso caratterizzano questi siti comportano difficoltà nell’elaborazione di metodi di approccio univoci ed efficaci e rendono incerte le modalità di intervento, la valutazione di tempi, di costi e soprattutto, le prospettive di successo a lungo termine. Da questa indagine nasce l’idea di riqualificazione basata sulla architettura Lo-Fi che permetta di esplorare le potenzialità degli spazi e la loro relazione con il contesto urbano, liberi dalle restrizioni pratiche imposte dalla progettazione del dettaglio. L’architettura a bassa definizione sposta l’attenzione sulle fasi intermedie del processo, sul possibile cambio di necessità o risorse nel tempo e, svuotata dal tentativo di controllo (intrinseco nel concetto di progettazione), si concretizza in uno sviluppo tra gli infiniti possibili, riconoscendo ed evidenziando scenari interessanti diversamente inesplorabili. L’enorme quantità di variabili, inseribili in via ipotetica nel processo, è ridotta dal vincolo di compatibilità con gli strumenti di tipo organizzativo proposti e le molteplici possibilità sono limitate dall’opinione del progettista, regolata da parametri, scelti per rendere comprensibile e quantificabile il ragionamento compiuto.Il modello teorico è accompagnato dal caso di studio “Fabbrichina” di Colle di Val d’Elsa, la cui scelta intenzionale è dovuta alla sua criticità: il duplice abbandono di due esempi di archeologia industriale ed in seguito del cantiere di riqualificazione stesso.
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Mussoni, Massimo. "Analisi delle vasche di prima pioggia e laminazione a servizio delle aree urbane". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1303/.

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Cassarini, Sergio. "Riqualificazione sostenibile delle aree interessate dalla Variante di Valico in località Val di Setta". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2316/.

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Abstract (sommario):
La tesi tratta il tema della riqualificazione sostenibile delle aree della Vallata del Torrente Setta (Comune di Castiglione dei Pepoli, Bologna) in seguito alla mutata situazione dell'assetto viario, dovuta alla costruzione di uno svincolo autostradale "Badia Nuova" e del nuovo tratto appenninico dell'Autostrada del Sole tra Bologna e Firenze. Si è partiti da una profonda analisi del territorio, cercando di capire il contesto attuale dell'Appennino Bolognese, le dinamiche si sviluppo e le prospettive e potenzialità portate dall'arrivo di una nuova infrastruttura viaria autostradale in zona. In seguito all'analisi si è optato per la realizzazione di un progetto integrato di un area di sviluppo sostenibile nelle vicinanze del casello: rispondente alle numerose istanze che erano pervenute in fase di analisi preliminare. Tra gli obiettivi primari che si è cercato di dare maggiore rilievo citiamo: - Criteri di Marketing territoriale, per migliorare l'immagine dell'Appennino Bolognese, e per un discorso commerciale relativo all'area di sviluppo; - Azioni di riqualificazione urbana conseguenti alla fase di cantierizzazione della Variante di Valico; - Attenzione allo sviluppo sostenibile, attraverso l'introduzione di accorgimenti che toccassero diverse realtà locali, quali l'agricoltura, il turismo, le possibilità imprenditoriali insediabili in zona; - Aspetti ecologici, APEA; - aspetti energetico/impiantistici: mediante l'utilizzo di impianti capaci di ottimizzare al massimo l'uso di fonti energetiche tradizionali e l'adozione di fonti energetiche rinnovabili.
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Vullo, Claudia. "La custodia del paesaggio. Il parco delle arti di Jesolo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6322/.

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Abstract (sommario):
La tesi "La custodia del paesaggio.Il parco delle arti di Jesolo" rileva nel luogo del progetto una forte connotazione simbolica. La connotazione simbolica è legata alla presenza del Piave, "Fiume Sacro alla Patria". La proposta del Parco delle arti di Jesolo individua quale ragion d'essere di questo luogo e della sua trasformazione quel particolare livello di realtà che possiamo chiamare metafisico attraverso la riappropriazione della sua dimensione simbolica. Dimensione oggi di fatto solo latente. Il modo in cui, attraverso il progetto, viene prefigurata questa riappropriazione e rappresentazione simbolica dei luoghi attinge al mito delle acque originarie per dare forma a quei luoghi e a quelle architetture in cui sono favoriti i riti, gli eventi e i fatti dell'arte e dello spettacolo. Natura e destino sono i termini con cui è possibile rammemorare un'origine e reimmaginare un futuro e nuovi valori a cui ancorare il progetto per il Parco delle arti di Jesolo. A partire dal mutuo intreccio tra natura e destino il progetto riflette sul tema della natura in quanto sorgente nativa e sull'archetipo della circolarità. Facciamo riferimento alla circolarità mitica, attraverso le forme che evocano la presenza e la custodia delle acque primigenie; alla circolarità ritmica, attraverso i luoghi che celebrano e favoriscono l'esperienza e la custodia di un tempo del gioco e dell'arte; alla circolarità spirituale, attraverso le forme che richiamano i temi originari di emersione/immersione come vuoto custodente (forma uterina) e del rito come inizio e acquisizione della coscienza della natura dei luoghi (teatralità dei luoghi e delle architetture).
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BARBIERI, ALESSANDRO. "LE TERRECOTTE DECORATIVE DEL MUSEO D'ARTE ANTICA DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO: PRODUZIONE FITTILE E ARCHITETTURA NELL'ETA' SFORZESCA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6605.

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Abstract (sommario):
Le attività di ricerca e catalogazione effettuate durante lo stage condotto tra il 2010 e il 2011 sui materiali fittili conservati nel deposito del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano sono state all’origine di alcune riflessioni e considerazioni sul tema delle terrecotte decorative del primo Rinascimento in Lombardia - in particolar modo a Milano e a Cremona - che ha trovato un primo importante esito nella presentazione al convegno del 2011 Terrecotte nel Ducato di Milano. Artisti e cantieri del primo Rinascimento. La scelta, in seno alle ricerche per il dottorato, è stata quella di proseguire, incrementandoli, gli studi sulla collezione fittile delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano, approfondendo il tema della produzione coroplastica decorativa nell’età sforzesca, non tralasciando di analizzare, per alcuni casi rilevanti, il coevo contesto architettonico. I risultati ottenuti, riordinati e raccolti nelle pagine di questa tesi, costituiscono il tentativo di una prima mappatura dei repertori ornamentali, dove partendo dai patterns decorativi esibiti dalle singole formelle presenti nel deposito del museo è stato possibile stabilire confronti e tracciare relazioni con i numerosi complessi architettonici con decorazione fittile sparsi sul territorio lombardo e nelle regioni confinanti.
The research and cataloguing activities conducted during the internship in 2010-2011 on the clay materials preserved in the deposit of the Museo d’Arte Antica at the Castello Sforzesco in Milan, were what sparked off a series of considerations and reflections on the subject of decorative terracottas during the early Renaissance in Lombardy - particularly Milan and Cremona - the results of which were discussed during the presentation at a conference held in 2011 entitled Terrecotte nel Ducato di Milano. Artisti e cantieri del primo Rinascimento. The decision behind the research conducted for my PhD was to continue and extend the studies to include the collection of clay products preserved by the Art Collections of the Municipality of Milan, more specifically the decorative coroplast productions in the Sforzesca era, which included an in-depth analysis of the contemporary architectonic context of some of the most significant cases. The results obtained, indexed and included in this thesis aim to present an initial mapping of the ornamental repertoires where, starting from the decorative patterns of the individual tiles preserved in the deposit of the Museum, it was possible to establish comparisons and trace relations with the countless architectonic complexes highlighting clay decorations scattered throughout the Lombardy region and bordering areas.
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Panicucci, Ilaria, e Elisa Perioni. "Dialogo tra natura e cultura. Un centro per le arti dello spettacolo a Usme". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9968/.

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Abstract (sommario):
Il progetto di tesi parte dall'analisi di morfologia e cultura di Bogotà e della localidad di intervento, Usme. La ricerca prosegue con un’analisi teorica che riguarda il teatro fuori dall’edificio teatrale, nell’esperienza della cultura locale e non. Continua poi con lo studio e la dettate dal “Genius loci” di C. Norberg Schulz. Questi due scomposizione della morfologia attraverso le linee guida temi si compenetrano infine nella parte progettuale, volta alla definizione di un centro per le arti dello spettacolo, inserito nel contesto naturale che diviene anche orto botanico.
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Stagni, Andrea. "Dalla marginalizzazione alla rigenerazione delle aree interne: buone pratiche e prospettive". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
L’abbandono delle zone geografiche più periferiche e svantaggiate, prime fra tutti quelle montane e rurali, risulta essere un fenomeno storico-geografico di lungo corso che inizia con la crisi agraria di fine XIX secolo; e che si presenta oggi come un fenomeno assodato, in grado di inficiare le condizioni sociali, economiche e culturali dell’intero Paese. I suoi effetti, in organica relazione con i movimenti di scala globale, pongono in essere forti squilibri e scompensi territoriali segno di una nuova stratificazione spaziale che vede una forte dicotomia fra ambiti dinamici - agganciati al treno dello sviluppo e capaci di esplicare una propulsione endogena - e ambiti marginalizzati necessitanti azioni di riqualificazione e riprogettazione territoriale. Il presente lavoro indaga sui processi di marginalizzazione, su alcune delle più significative risposte messe in pratica a livello istituzionale per il loro contenimento, e sulle prospettive future per i territori marginali. Il primo capitolo esamina la de-territorializzazione partendo dal concetto stesso di luogo e dei valori che esso esplica, e i fattori che hanno causato la scomposizione di tali valori. Il secondo capitolo presenta le politiche di coesione territoriale poste in essere dalle istituzioni europee e analizza gli strumenti operativi più significativi tramite cui vengono applicate. Il terzo capitolo sposta l’obiettivo sulla dimensione nazionale con una disamina specifica della Strategia Nazionale per le Aree Interne, il paradigma metodologico in essa contenuto e i processi d’ingegneria territoriale che su di essa si sono innestati negli ultimi anni. Il quarto capitolo esamina alcune delle best practice già in essere, offre una mappatura delle stesse a livello nazionale e si interroga sul loro effetto ed efficacia progettuale, presentando possibili strategie di riqualificazione territoriale con le quali integrare gli attuali oggetti del dibattito specialistico in materia di riterritorializzazione.
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Tiozzo, Luca. "Vall3, riqualificazione dei percorsi ciclopedonali e valorizzazione delle aree naturali delle Valli di Comacchio". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16307/.

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Abstract (sommario):
Il progetto si occupa della riqualificazione dei percorsi ciclo-pedonali delle Valli di Comacchio. L’intervento viene studiato nel dettaglio nell’area Nord delle valli, ambiente in parte già fertile sotto il punto di vista turistico, che però non presenta le attrezzature necessarie per garantire una visita esaustiva. Le soluzioni proposte rappresentano un punto di partenza per cominciare a riflettere su quale potrebbe essere una strategia di riqualifica delle Valli di Comacchio, una chiave di lettura per provare ad estendere il numero e la tipologia di potenziali visitatori dell’area. Il percorso ciclo-pedonale esistente viene dunque potenziato ed arricchito, così da invogliare i visitatori ad addentrarsi nelle valli con più serenità, seguendo una pista ben definita e sicura. La visita è inoltre allietata da numerosi inserimenti puntuali dislocati lungo il percorso, come le torri e le houseboat, nel tentativo di elevare l’esperienza ad un livello superiore, rendendola più ricca, interattiva ed interessante. Non si ha la pretesa di avere fornito soluzioni interamente attuabili nel breve termine, ma di certo vive la speranza che il presente lavoro possa fungere da stimolo, e perchè no da provocazione, per conoscere meglio un’area dalle grandi potenzialità inespresse.
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Cappi, Eugenia. "Riqualificazione di pavimentazioni urbane in ambito storico nelle principali aree di aggregazione di Borgo Durbecco in Faenza". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract (sommario):
Il caso studiato consiste nella riqualificazione urbana di due spazi pubblici situati nel Borgo Durbecco, a Faenza. Il borgo si trova all’interno della cerchia muraria ad est del fiume Lamone, collegato al resto del centro storico da Ponte delle Grazie. La prima area oggetto d’intervento è Piazza Lanzoni, situata vicino al ponte; attualmente la piazza è divisa in due parti da Corso Europa, strada che risulta essere molto trafficata e che possiede una larghezza tale da non indurre elevate velocità di percorrenza. Inoltre, l’area risulta essere poco utilizzata dai cittadini per il livello di inquinamento atmosferico e acustico, in aggiunta alla sensazione di mancanza di sicurezza nell’utilizzo dell’attraversamento pedonale, oltre che per la scarsa illuminazione notturna. Allo stato attuale il verde si presenta poco curato e difficilmente utilizzabile, causa anche l’assenza di percorsi pavimentati. L’obbiettivo della tesi è quello di intervenire sulle pavimentazioni e sull’assetto infrastrutturale rendendo maggiormente fruibili questi spazi aumentandone nel contempo l’attrattività. La seconda area, poco distante, è inserita tra Corso Europa ed un tratto di viabilità parallela prospiciente i fabbricati ed è costituita principalmente da una zona verde rialzata e dalla sezione carrabile annessa. Anche in questo caso si rileva la ridotta attenzione ed il modesto utilizzo dell’area da parte della popolazione. L’idea è quella di convertire la strada interna a senso unico realizzando una zona cosiddetta “woonerf”, ovvero uno spazio dove le utenze deboli condividano le aree con le utenze forti essendo quest’ultime indotte a ridurre la velocità grazie a chicane ed altre soluzioni di traffic calming. Infine, l’area verde esistente verrà riorganizzata con arredo funzionale e resa maggiormente accessibile e permeabile su tutti i lati attraverso una scalinata continua dotata di rampa per disabili.
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Pivetti, Carlotta. "La rigenerazione delle aree rurali a partire dal patrimonio culturale: l'hub del Borgo per l'Alta Val Taro". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract (sommario):
Il seguente progetto di tesi intende analizzare come il patrimonio culturale possa contribuire alla rigenerazione delle aree rurali. Il lavoro si inserisce all’interno del progetto “Ruritage - Rural regeneration through systemic heritage-led strategies” coordinato dall’Università di Bologna. L’obiettivo è esaminare nello specifico il ruolo del Cibo quale motore di sviluppo territoriale sostenibile. I prodotti locali, tradizionali e autentici, simbolo del luogo e della cultura alla base delle comunità, possono offrire un forte potenziale per migliorare la gestione delle destinazioni, rivitalizzare le aree rurali e valorizzare settori quali l’agricoltura e il turismo. Sono quindi stati analizzati tre casi studio: la Piana degli Oliveti Monumentali di Puglia, la Val d’Orcia in Toscana e la valle dell’Alto Douro nella regione Nord del Portogallo. Tutti e tre i casi sono riusciti attraverso l’associazione tra cibo, paesaggio e cultura a promuovere le aree agricole e contribuire alla loro crescita agendo prima di tutto in difesa delle comunità che lavorano e vivono sul territorio e delle risorse in esso contenute. A partire da questi esempi è stato elaborato il progetto per l’Alta Val Taro: l’hub del Borgo nasce dalla consapevolezza dell’importanza economica e sociale del comparto agricolo e delle filiere agroalimentari e nello specifico della risorsa simbolo del territorio, il Fungo Porcino di Borgotaro. Dall’esigenza di un Museo del Fungo, l’obiettivo è creare un polo culturale, punto di riferimento per l’intera valle, in sinergia con le realtà presenti nell’ambito collinare parmense e nei territori montani. Attirando visitatori e potenziando il turismo enogastronomico, nel rispetto dell’autenticità del luogo, si possono sostenere le aziende locali e la comunità, custodi del patrimonio culturale. L’hub del Borgo rappresenta solo una delle possibili scintille in grado di innescare il ciclo virtuoso della rigenerazione territoriale.
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Brini, Riccardo. "Progetto urbanistico di sviluppo di aree site in comune di Imola con inserimento di parco tematico e centro commerciale: Il Parco dei Motori". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12009/.

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Abstract (sommario):
«Apriamo il Parco dei motori. Solo così Imola e Bologna vivono» Con queste parole, perentorie, il Direttore dell’ ANCE Bologna Carmine Preziosi ha presentato alla stampa nel settembre del 2013 l’idea della quale questa tesi fa parte integrante. Mai si è riusciti davvero a sfruttare a livello continuo e deciso la nomea di “terra dei motori” che l’Emilia Romagna possiede. Quale migliore luogo di Imola, con il suo storico tracciato, per tentare di rilanciare il turismo e creare un nuovo polo attrattivo tra la costa Adriatica e le grandi città della Regione base di tante case automobilistiche? L’individuazione dell’area tramite dialoghi con interlocutori REALMENTE interessati, approfondimenti, studi sociali, del territorio, dell’ambiente, normativi hanno portato alla progettazione urbanistica e di dettaglio (parco tematico compreso in tutti i suoi aspetti fondamentali grazie al rapporto con alcune delle più grandi aziende del mondo del settore) di un lavoro che si presenta finito per essere presentato alle autorità locali per una seria e decisa discussione a riguardo della fattibilità. Tale progetto creerebbe un’area di turismo e di utilità per la collettività del luogo, presentando, oltre al parco e al suo resort, un centro commerciale, un parco verde attrezzato e una futura area di espansione ad uso del Comune, il tutto in una zona adiacente all’ autostrada e ben collegata alla città stessa nonché alle principali vie di comunicazione.
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Sazzini, Jacopo, e Blerta Koci. "La città europea come modello. Progetto per l'area della stazione di Rimini". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract (sommario):
Qual’ è il volto della città di domani? Può la città compatta essere antidoto al consumo di territorio e alla dispersione degli insediamenti? Questi sono i quesiti che accompagnano l’intero lavoro di ricerca condotto all’interno del percorso di tesi. Percorso che ritiene l’analisi del fenomeno urbano momento conoscitivo obbligato e fondamentale a fini progettuali. In questo senso è stato condotto un ampio lavoro di ricerca articolato su due livelli: l’analisi della città di Rimini dal punto di vista urbanistico, culturale, e sociale; e, parallelamente, un’indagine sul tema della città europea e della propria cellula costitutiva: l’isolato urbano. Il tema è sviluppato attraverso l’analisi dei passaggi fondamentali che hanno portato alla definizione del fenomeno urbano contemporaneo, con particolare attenzione al passaggio tra il modello della città industriale del XIX e la concezione Moderna di urbanistica. Ulteriore articolazione del lavoro è rappresentata da una sezione di analisi delle proposte progettuali contemporanee che rileggono, e, reinterpretano l’isolato urbano. Il tema di ricerca è declinato inoltre, a livello progettuale, all’interno dell’area della stazione di Rimini, liberata attraverso la dismissione di strutture inutilizzate appartenenti a Ferrovie dello Stato. Il progetto a scala urbana prevede l’elaborazione di linee guida verificate attraverso la composizione di un Masterplan ed un successivo approfondimento a scala architettonica dei comparti residenziali. Il progetto riflette sul delicato equilibro tra spazi aperti e chiusi, tra sfera pubblica e privata, proponendo un nuovo sistema di residenze in grado di dialogare con la città e, allo stesso tempo, assolvere ai bisogni spaziali della società contemporanea. Obiettivo che si intende raggiungere non dimenticando gli aspetti di sostenibilità dell’intervento, in ambito ecologico, economico e sociale.
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Ungaro, Fabrizio. "Future-Proofing NYC: Proposta di una strategia integrata per stimolare gli interventi di Flood-Proofing e Deep Renovation su edifici esistenti nelle aree costiere di New York City". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract (sommario):
La distruzione e i danni causati dall’uragano Sandy e il lungo processo di ripresa tutt’ora in corso, hanno evidenziato l’importanza di adattare le aree costiere di New York City in modo che in futuro possano resistere e riprendersi rapidamente da uragani e inondazioni. Migliorare la resilienza delle comunità costiere significa proteggere e supportare la loro vivacità e il contributo che queste danno all’economia della città. I quartieri di New York City situati vicino all’acqua devono affrontare la grande sfida di adattarsi ai rischi di inondazione, che sono in costante aumento. Sostituire gli edifici esistenti non è una soluzione sostenibile. È di importanza critica, invece, stimolare il retrofitting degli edifici esistenti con modalità che siano praticabili dal punto di vista economico, sociale e della sostenibilità. D’altro canto tali interventi devono essere tesi a soddisfare gli obbiettivi del piano strategico della città di New York di riduzione delle emissioni di CO2 dell 80% entro il 2050. Questo studio propone le strategie di add-on di ABRACADABRA come soluzione efficace per rispondere ai problemi di realizzabilità sia per quanto riguarda il floodproofing e sia per quanto concerne gli interventi di deep energy renovation. Tale approccio considera la vendita o la locazione degli add-on come mossa strategica essenziale per finanaziare tali interventi e ridurre con successo la vulnerabilità delle zone costiere e al contempo promuovere il retrofitting energetico su larga scala. L’efficacia delle strategie di add-ons di ABRACADABRA è stata simulata su un isolato di row houses di Brooklyn. Grazie alla creazione di strumenti parametrici ad-hoc, sono stati elaborati differenti scenari che analizzano il rapporto costi-benefici, in modo da individuare i limiti nella realizzabilità degli interventi. In via del tutto speculativa, si è provato infine a misurare l’impatto economico di possibili guadagni derivanti dal net metering e dal footprint trading.
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Mosaner, Caterina. "Rivitalizzazione delle aree rurali lungo il percorso ciclopedonale 8 Basso Monferrato: turismo attivo tra natura e cultura". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
L’obiettivo della ricerca della tesi è stato individuare azioni in grado di rivitalizzare una porzione di territorio a nord della provincia di Asti. A tale scopo nel 2019 nasce il “Progetto 8 Basso Monferrato: turismo attivo tra natura e cultura”, cammino a forma di 8, promosso dall'associazione PIAM. La tesi è articolata in 4 fasi: studio del concetto di ruralità e politiche di rivitalizzazione delle aree rurali, individuazione dei progetti modello di rigenerazione delle aree rurali, studio a scala territoriale dell’area di progetto ed infine selezione delle azioni di rivitalizzazione più idonee al sito. Allo spopolamento e all’abbandono delle aree agricole intendono rispondere i Programmi di Sviluppo Rurale attuando misure di intervento per la rigenerazione attraverso i Gruppi di Azione Locale. Nel Basso Monferrato Astigiano si perseguono tre obiettivi in merito: sviluppo del turismo sostenibile, dell’accessibilità ai servizi pubblici essenziali e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale. Sulla base di queste tematiche, e applicando il paradigma per la rigenerazione delle aree rurali sviluppato dal progetto H2020 RURITAGE, si sono individuate 42 azioni distribuite su 4 macro-ambiti, con riferimento alle seguenti tematiche: turismo sostenibile, valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale, migrazione, produzione sostenibile di prodotti locali. Esse sono poi state integrate all'interno di 11 progetti di sviluppo dell'area considerata.
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Stauffer, Marie Theres. "Figurationen des Utopischen : theoretische Projekte von Archizoom und Superstudio /". München ; Berlin : Dt. Kunstverl, 2008. http://d-nb.info/984619216/04.

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Minafra, Claudia. "Il ruolo del verde per la salute e la sostenibilità urbana. Un caso studio sulla demenza a esordio precoce nella città di Modena". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
La tesi si colloca all’interno delle ricerche sui determinanti ambientali della salute, focalizzandosi sulla relazione tra aree verdi e salute urbana e in particolare sul contributo del verde al rallentamento del declino cognitivo nei pazienti affetti da demenza. Lo studio si è concentrato sulla demenza giovanile, patologia con un impatto rilevante anche a livello sociale, poiché coinvolge persone ancora attive dal punto di vista lavorativo, con responsabilità finanziarie e familiari. La correlazione tra vegetazione, misurata attraverso l’NDVI, e localizzazione dei pazienti affetti da demenza nella provincia di Modena ha evidenziato come l’incidenza della malattia sia inferiore nei luoghi dove i valori di NDVI risultano più alti, confermando quindi la stratta relazione tra verde e salute. Quindi, si è scelto di focalizzarsi sulla città di Modena, comune più urbanizzato della provincia e città che, appartenendo alla rete delle Città Sane e Sostenibili dell'OMS, ha assunto la salute come obiettivo trasversale da attuare all’interno di tutte le politiche dell’Amministrazione. Attraverso uno studio socio ambientale del territorio, e tenuto conto della coerenza con le strategie urbanistiche previste dal nuovo Piano Urbanistico Generale, si è individuata un’area di progetto nella zona sud ovest della città, tra due dei principali parchi urbani. Nell’ottica di una rigenerazione urbana sostenibile, il progetto prevede la realizzazione di interventi che rendano più fruibile e sicuro il percorso ciclopedonale ad oggi incompleto, garantendo, oltre ad una ricucitura del tessuto urbano, una maggiore accessibilità ai parchi stessi. Il progetto prevede sia micro-azioni di agopuntura urbana e di implementazione del verde, sia la riqualificazione di un’area in disuso per realizzare un giardino terapeutico sensoriale, in cui, grazie al contatto diretto con la natura, i pazienti affetti da demenza e i cittadini possano accrescere il loro livello di benessere e di salute.
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Pederzoli, Gian Luca. "Rigenerazione e Wellbeing: riqualificazione urbana per il benessere del cittadino. Focus Quartiere Navile". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract (sommario):
Nella vita di tutti i giorni conduciamo una vita immersa nel grigio delle strade e nella velocità degli spostamenti. Diventiamo una mera figura qualunque, senza identità e perdiamo di vista la nostra vera natura. Le metropoli ci costringono a rimanere ingabbiati in trappole sociali, dimenticando ciò che per noi è davvero importante, trascinando l’intera popolazione verso un declino dello stile di vita e del benessere. Le complicanze derivate da queste dinamiche urbane, ci hanno costretto ad abbandonare ciò che è stato nella nostra storia l’ habitat principale: l’ambiente naturale. Milioni di studi hanno ribadito l’importanza di trascorrere del tempo a contatto con la natura, fornendo dati scientifici che attestano effetti positivi sul corpo ma soprattutto sulla mente. Attraverso l’analisi della letteratura, si cerca di creare delle linee guida che mettano al primo posto il benessere dell’uomo-cittadino, con il preciso scopo di fornire una boccata d’ossigeno e un momento di evasione dallo stress ossidativo quotidiano. Risulta fondamentale indagare le criticità nella vita del cittadino, soprattutto nel rapporto tra ambiente costruito e ambiente naturale, differenziando l’investigazione, coerentemente con l’eterogeneità della popolazione. L’obiettivo è creazione di uno spazio comunitario che possa alleviare le dinamiche feroci che stanno rendendo la vita in città sempre più difficile. Oggi la necessità principale diventa rigenerare, rinascere e ricordare quello che eravamo, considerando un nuovo panorama di tecnologie che, anche se colpevole di questo smarrimento di identità, può aiutare nella riuscita del progetto. La tesi, partendo dalla proposta europea del progetto H2020, si prefigge di ricongiungere l’ambiente naturale e l’uomo all’interno del paradigma urbano, e grazie alla conoscenza approfondita del territorio e della popolazione, si propone di progettare nuove aree verdi urbane e riqualificare il patrimonio naturale esistente.
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Nanni, Elisa. "Spazi di riqualificazione secondo il modello della transizione. L'esempio della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi (BO)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6488/.

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Abstract (sommario):
La presente tesi sviluppa un progetto di riqualificazione alla scala urbana ed architettonica della frazione di Borgonuovo nel comune di Sasso Marconi, secondo il modello della transizione, ideato da Rob Hopkins.
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Raggini, Silvia, e Maria Teresa Foschi. "Metamorfosi di una fabbrica: Indoor environmental quality nella riqualificazione di un settore delle ex officine reggiane". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8685/.

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Abstract (sommario):
La nostra tesi propone un progetto di riqualificazione funzionale ed energetica di una porzione dell’area dismessa delle Ex Officine Reggiane a Reggio Emilia che comprende uno spazio scoperto di circa 42.500 m2 e un fabbricato, nel quale proponiamo di realizzare il museo delle officine, spazi per esposizioni temporanee e il nuovo polo archivistico di Reggio Emilia. Le Officine Meccaniche Reggiane sono state un polo industriale di particolare rilevanza a livello nazionale ed internazionale, diventando negli anni ’40 la quarta potenza industriale italiana dopo Fiat,Ansaldo e Breda. Dismesse dal 2009, si presentano oggi come un’area abbandonata di ben 260.000 m2 nella quale convivono la memoria e la speranza futura di rilancio della città di Reggio Emilia nel panorama europeo. Sulle tracce dei progetti già messi in atto dall’Amministrazione comunale, abbiamo fornito una proposta progettuale che consideri le vocazioni funzionali dell’area e le strategie energetiche possibili per rendere il progetto sostenibile sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico. Il lavoro è partito dalla definizione di un quadro conoscitivo dell’area attraverso una prima fase di analisi a livello territoriale e microclimatico servendosi per queste ultime del software di simulazione in regime dinamico ENVI-met. Questa prima fase si è conclusa con l’elaborazione di un masterplan, in seguito al quale ci siamo soffermate sul progetto di riqualificazione del capannone 15 e del grande spazio vuoto antistante ad esso. L’intervento sul costruito si può riassumere in tre parole chiave: conservare, aggiornare, integrare. Abbiamo scelto infatti di mantenere la robusta e ritmata struttura in acciaio, ripensare l’involucro edilizio in termini di una maggiore efficienza energetica e confinare i locali climatizzati in volumi autoportanti, garantendo, nell’atrio, condizioni di comfort termico accettabili unicamente attraverso strategie energetiche passive. Per verificare l’effettiva opportunità della soluzione ipotizzata ci siamo servite del software di simulazione fluidodinamica IES VE, il quale, attraverso la simulazione oraria del cambiamento dei parametri ambientali più rilevanti e degli indicatori di benessere (PMV, Comfort index, PPD..), ha confermato le nostre aspettative verificando che non è necessario intervenire con l’introduzione di sistemi di climatizzazione convenzionale. Per quanto riguarda i padiglioni entro i quali sono pensate le attività di servizio e supporto al museo e l’archivio, è stata verificata la soddisfacente prestazione energetica raggiunta attraverso l’utilizzo del software Termolog Epix5, il quale ha attestato che essi rientrano nella classe A con un consumo energetico di 4,55 kWh/m3annuo.
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Tassi, Matteo. "UP: Strategie di valorizzazione e networking delle realtà minori. Una proposta per i borghi della provincia di Pesaro-Urbino". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract (sommario):
La tesi tratta di aree interne, di Borghi, e delle strategie di networking per la loro tutela e valorizzazione territoriale. Si compone di 4 parti: 1 - Vengono introdotti i concetti di patrimonio, perifericità e si inquadrano le realtà dei borghi: in particolare, la dicotomia fra pericolo di marginalizzazione e l’opportunità di rilancio economico e sociale fornita dal settore turistico. 2 - Si ripercorrono le politiche per le aree interne del Paese, con uno sguardo agli approcci sistemici ed integrati, che suggeriscono cooperazione fra comuni, partecipazione, tutela paesaggistica, sostenibilità e marketing territoriale. Si indaga il turismo dei borghi come nicchia del settore, una vetrina magnetica ma anche un rischio di mercificazione e snaturamento. 3 - Viene realizzata una catalogazione di buone pratiche di rilancio dei Borghi a livello nazionale, gerarchizzate secondo il principio di Equità. La schedatura è strutturata mediante l’utilizzo di categorie, tipologie specifiche, e annessi esempi concreti. Le iniziative sono analizzate e valutate secondo prospettive fornite da tematiche trasversali, che hanno permesso di ponderare le potenzialità delle azioni, per una futura implementazione e per la costituzione di un modello ripetibile. 4 - In questa parte progettuale, è proposta una strategia di networking nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino, appoggiandosi al circuito “I Borghi più belli d’Italia” e al concetto di policentrismo urbano: UP crea una rete territoriale, in cui i nodi son rappresentati da Borghi e capoluoghi di provincia; le singole maglie diventano itinerari plasmabili a seconda delle esigenze del turista. Si rivelano in realtà un pretesto per approfondire capillarmente la conoscenza del territorio e per incoraggiare la cooperazione fra le municipalità interessate. I percorsi proposti presentano spunti di riflessione sull’ambito in oggetto e proposte progettuali per implementare l’accessibilità e l’infrastrutturazione della rete.
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Venturi, Elisa. "anticipi di restauro conservativo in bologna all’epoca delle commissioni ausiliari: unita' di metodo nel progetto degli interni e la “lezione” del completamento della facciata nella Basilica petroniana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract (sommario):
Il progetto si pone l'obiettivo di analizzare criticamente e filologicamente lo sviluppo del pensiero di restauro conservativo negli ambienti delle Accademie della città di Bologna attraverso il progetto di restauro degli interni e dei tentativi di il completamento della facciata della Basilica di San Petronio. Si analizza la nascita di una cultura del restauro tramite la definizione di metodologie che si sviluppano nei diversi ambiti del restauro analizzando in maniera critica la discussione riguardo al compimento della facciata della Basilica nell'800 e il ruolo della Commissione Ausiliare e delle Accademie di Belle Arti e il loro modo di approcciarsi al pensiero del restauro, la "lezione" sul metodo che Viollet Le Duc dispensa nel suo giudizio, fino ad arrivare ai restauri di epoca moderna che hanno determinato la nascita di una nuova impostazione scientifica multidisciplinare per la conservazione dei materiali lapidei, assumendo un significato storico. Si è dunque diviso il lavoro in tre parti: 1- La prima parte riguarda la ricerca delle fondi edite e inedite, per analizzare attraverso una ricerca dei documenti archivistici, con la consultazione degli archivi della città di Bologna, quello di Stato di Roma e l' Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze per riuscire a ricostruire filologicamente ed approfondire in maniera critica le questioni riguardo ai restauri degli interni e le proposte di progetto per il compimento della facciata per compiere ciò si approfondisce anche il ruolo delle Accademie di Belle Arti Europee. 2 – Si è approfondito lo studio della Basilica tramite la realizzazione di un rilievo critico: geometrico e architettonico dell'interno e dell'esterno della Basilica e analisi tematiche. 3 –Si sono analizzati tutti gli interventi di restauro compiuti. E' avvenuta in maniera critica al fine di sottolineare l'avanguardia che la città di Bologna ha avuto sulla conservazione dei materiali lapidei e la nascita delle normal.
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MAGISTRELLI, GIACOMO. "LA FOTOGRAFIA E I CANTIERI DELLA MILANO POSTUNITARIA 1861-1911". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/4174.

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Abstract (sommario):
La tesi considera la varietà di formule espressive e di destinazioni funzionali della fotografia in rapporto alla costruzione di spazi e architetture nella Milano del primo cinquantennio dell’unità d’Italia. Strumento di lavoro per architetti e ingegneri, la fotografia delle principali operazioni edilizie eseguite nella città lombarda a partire dagli anni sessanta dell’Ottocento rappresenta per la nuova classe dirigente un fondamentale strumento di legittimazione del proprio operato amministrativo e di illustrazione dei progressi compiuti dalla città sulla via della modernizzazione. Attraverso un itinerario storico della ‘fotografia di cantiere’, costruito anche grazie al confronto con casi italiani e internazionali, lo studio presenta una puntuale analisi del fenomeno in ambito milanese. Tra i progetti affrontati, il piano di riforma del centro cittadino (1865-1878) di Giuseppe Mengoni e i restauri del Castello Sforzesco (1893-1907) di Luca Beltrami, oltre a una serie di interventi minori, documentati da alcuni dei principali fotografi attivi in città e dai redattori della pubblicistica illustrata, tipologia editoriale che tra Otto e Novecento si serve con sempre maggiore consapevolezza del mezzo fotografico. L’evoluzione del linguaggio fotografico viene dunque indagata nel suo contributo alla costruzione di un’iconografia nazionale della modernità, fenomeno che vede la città di Milano porsi in prima fila nel contesto italiano.
The study investigates the variety of expressive formulas and functional destinations of the photography production concerning the architectural renovation occurred in the city of Milan between 1861 and 1911. Design tool for architects and engineers, construction photography reveals itself as a fundamental tool of political legitimation for the new ruling class and illustrates the progress made by the city in terms of modernization. Through a historical reconstruction of the genre of construction photography, which also considers Italian and international cases, the study presents a detailed analysis of the Milanese phenomenon. Among the projects, the reform plan of the city center (1865-1878) developed by Giuseppe Mengoni and the restoration of the Sforza Castle (1893-1907) led by Luca Beltrami , as well as a number of minor operations. The inquiry considers the production by some of the main photographers working in the city and the iconographic apparatus of the most important illustrated press of the period, which during the late nineteenth century uses with increasing awareness the narrative qualities of the photographic medium. The evolution of the photographic language is therefore inquired with regard to his contribution to the construction of a national iconography of modernity , a phenomenon that sees the city of Milan in the front line.
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Gaudin, Hélène. "Le remaniement de l'éloge dans la seconde édition des Vies de Giorgio Vasari". Paris 3, 2007. http://www.theses.fr/2007PA030159.

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Abstract (sommario):
Lorsque Vasari insère ses contemporains dans la seconde édition des Vies, de nouvelles conditions d’écriture se présentent à lui. Sa situation professionnelle a également changé : il travaille désormais officiellement au service de Cosme Ier de Médicis. Ce qui, en 1550, était un recueil de Vies d’hommes illustres devient aussi, en 1568, une histoire du présent. L’éloge se trouve transformé du fait de la nouvelle perspective de réception du texte. Loin d’être l’adulateur inconditionnel qu’on a souvent voulu voir en lui, Vasari choisit au contraire de se forger une image d’historien impartial afin de mieux condamner. Le genre de la biographie historique hérité de Paolo Giovio, remanié par Vasari et appliqué au domaine artistique, donne son originalité au texte des Vies, dans lesquelles l’auteur se donne les moyens rhétoriques de porter des jugements sévères sur la vie artistique de son temps
The context of Giorgio Vasari’s writing changed when he added references to his contemporaries in the second edition of the Vite. Professionally, his situation was not the same either – he was now officially working for Cosimo I de’ Medici. In 1568 what in 1550 had been a collection of the lives of illustrious men also became a history of the present. The use of praise and blame was affected by the new perspective in which the book was to be read. Far from being the unreserved admirer he has often been described as, Vasari chose to present himself as an impartial historian in order to be more effective in distributing blame. Historical biography, a genre inherited from Paolo Giovio, which Vasari reshaped and used in the context of art, gives the text of the Vite its distinctiveness, in which the author builds the rhetorical tools needed to make severe judgments, including on the artistic life of his day
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Bert, Mathilde. "Lectures, réécritures et peintures à partir de Pline l'Ancien : la réception de l'"Histoire naturelle" en Italie, de Pétrarque à Vasari". Paris 1, 2012. http://www.theses.fr/2012PA010624.

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Abstract (sommario):
L'étude examine la façon dont les informations que Pline l'Ancien livre sur la peinture antique dans son Histoire naturelle ont été perçues et exploitées dans l'Italie de la Renaissance, depuis Pétrarque (v. 1350) jusqu'à la seconde édition des "Vies" de Vasari (1568). Elle montre que les échos de Pline observables dans les textes et les œuvres constituent des clés pour comprendre les enjeux artistiques, théoriques et sociaux inhérents aux pratiques picturales de l'époque. Pour mener à bien cette enquête, plusieurs types de sources et d'éclairages ont été mis à contribution. Sont d'abord examinées les données propres à la transmission éditoriale de "l'Histoire naturelle". Le recours à Pline est ensuite abordé dans la littérature artistique et dans la pratique picturale. Enfin, l'émulation d'Apelle est considérée dans la pratique artistique à travers l'étude de la signature formulée à l'imparfait. Il s'agit en effet d'une façon de signer que Pline attribue au peintre grec et que les artistes de la Renaissance vont adopter à partir de la fin du XVe siècle. Outre de larges développements consacrés à Pétrarque, Alberti, Ghiberti, Castiglione, Pino, Dolce et Vasari, l'étude aborde également les échos pliniens présents chez de nombreux artistes et humanistes. Ainsi, l'enquête souligne la diversification des formes et des fonctions de l'emprunt à Pline, tout comme ses principaux accents, à savoir la valorisation culturelle et sociale de la peinture et la réflexion sur les genres et les styles picturaux (portrait, paysage, nu féminin, querelle du "disegno" et du "colorito" , "paragone" des arts).
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Maratsos, Jessica. "The Devotional Imagination of Jacopo Pontormo". Thesis, 2014. https://doi.org/10.7916/D8CN722C.

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Abstract (sommario):
In Italy the first half of the Cinquecento was marked by both flourishing artistic innovation and deep-seated religious uncertainty, the latter revealing itself most clearly in a widespread impetus towards reform. The relationship between these two cultural spheres--long a fraught problem in art historical scholarship--is made visually manifest in the religious works produced by the Florentine painter Jacopo da Pontormo. By re-examining Pontormo's three monumental religious commissions--the Certosa del Galluzzo (1522-27), the Capponi Chapel (1525-28), and the choir of San Lorenzo (1545-1557)--this dissertation maps the complex dialogue between artistic and devotional practice that characterized this era. Further, in highlighting the active role of the painter in this dynamic I propose a not only a new understanding of Pontormo, but also enrich our current notions of artistic agency in the Renaissance period. The foundation of these arguments derives from a re-evaluation of the specific historical context on the one hand, and the implementation of a broader framework of visual culture on the other. Taking its cue from Giorgio Vasari's 1568 edition of The Lives of the Artists, modern scholarship has tended to view much of the art from the early sixteenth century through a post-Tridentine lens; paintings are labeled controversial or heretical, when in fact such notions would not have been relevant in these earlier decades. Published five years after the conclusion of the Council of Trent, Vasari's Lives is predominantly characterized by the author's own attempts to codify artistic pedagogy and style in the service of the Medici Duchy, whose newly consolidated ties with the papacy were of primary importance. A further difficulty presented by following Vasari's example is the relatively narrow view of the artistic environment that his account affords. Aimed as it was towards the social elevation of the individual Renaissance artist, Vasari's narrative undervalues the importance of other genres and media--such as prints, Mystery plays, terracotta sculptures, and sacri monti--to the work of well-established painters like Pontormo. Each chapter examines a single, monumental project, delineating the artist's responsiveness to, and engagement with, the unique devotional and artistic challenges inherent to the individual commission. Chapter One resituates Pontormo's use of the maniera tedesca within the broader contexts of northern devotional practices and the parallels they form with affective strategies employed by other genres including sacre rappresentazioni and sacri monti. Chapter Two focuses on the painter's decision to portray himself the guise of Nicodemus, and the ways in which this identification evoked an entire web of historical associations--linked to hagiographic tradition and local legend--that would have been accessible to contemporary viewers. Finally, in Chapter Three I investigate Pontormo's pictorial approach, which combined an overarching diagrammatic simplicity with a complex, allusive figural language, as a means of communicating to the different levels of Florentine society that would have been his audience in this important parish church.
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