Letteratura scientifica selezionata sul tema "Fibrosi cistica"

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Articoli di riviste sul tema "Fibrosi cistica"

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Maschio, Massimo, e Mirco Ros. "Fibrosi cistica". Medico e Bambino 40, n. 7 (31 luglio 2021): 1–6. http://dx.doi.org/10.53126/meb40s706.

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Ventura, Alessandro. "La pagina gialla". Medico e Bambino 40, n. 6 (25 giugno 2021): 351–52. http://dx.doi.org/10.53126/meb40351.

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Abstract (sommario):
Timpanostomia: c’è poco da aspettarsi - Fibrosi cistica: “… a spasso con il Covid…” - Dolore addominale disfunzionale: ancora più parole che farmaci? - Come “è fatto” un celiaco oggi? - Fluorochinolonici in Pediatria: si può stare tranquilli? - Al cuor… si comanda
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Blandino, A., G. Ascenti, M. Longo, I. Pandolfo e E. Scribano. "Impiego della TC nella valutazione della patologia rinosinusale in pazienti con fibrosi cistica". Rivista di Neuroradiologia 9, n. 3 (giugno 1996): 297–300. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900305.

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Abstract (sommario):
La sinusite cronica e la poliposi rinosinusale sono estremamente frequenti in pazienti affetti da fibrosi cistica. In questi il coinvolgimento delle cavità paranasali viene frequentemente valutato sulla base del solo esame radiografico diretto, con scarso utilizzo della TC, contrariamente a quanto avviene per lo studio delle alterazioni polmonari. Dopo visita ORL ed endoscopia, 18 giovani pazienti affetti da fibrosi cistica sono stati studiati con TC in coronale dei seni paranasali a bassa dose. In tutti i 18 pazienti la TC ha documentato opacamento dei seni mascellari, con ispessimento mucoso e ristagno di secreti densi. In 5 pazienti asintomatici e con visita ORL negativa, il meato medio è apparso normale mentre nei rimanenti 13, risultati positivi alla visita ORL e con sintomatologia compatibile con patologia flogistica rinosinusale, si è dimostrata costantemente la ostruzione dell'infundibolo (in 10 bilaterale ed in 3 monolaterale). Si è altresì rilevato opacamento dell'etmoide anteriore (9), dell'etmoide posteriore (4), del seno frontale (7) e di quello sfenoidale (4), tessuto patologico con aspetto polipoide nel meato medio (4), poliposi massiva (1). Non abbiamo riscontrato sclerosi ed ispessimento osseo delle pareti sinusali, cisti da ritenzione o mucoceli. Anche in ambito pediatrico la chirurgia endoscopica «funzionale» è indicata quale trattamento della poliposi e delle flogosi croniche o recidivanti ribelli alle comuni terapie farmacologiche. Nei pazienti sintomatici, dopo valutazione endoscopica preliminare, trova giustificazione l'impiego della TC il cui triplice ruolo è di verificare l'esistenza di processi ostruttivi, di valutare l'estensione della patologia e di esplorare con elevata accuratezza le cavità rinosinusali e le strutture limitrofe al fine di ridurre i rischi operatori.
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Braggion, Cesare. "Fibrosi cistica: come cambierà la malattia con i nuovi modulatori della proteina CFTR?" QUADERNI ACP 28, n. 5 (2021): 247. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.247-249.

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Botti, Matteo, Sabrina Quinti, Amalia Negri, Giovanni Taccetti e Roberto Danieli. "Sindrome da perdita di sali e infezione da Clostridium difficile nella fibrosi cistica". Medico e Bambino pagine elettroniche 25, n. 1 (31 gennaio 2022): 21–22. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxv021.

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Abstract (sommario):
The present article describes the case of a child with cystic fibrosis who presented with acute enterocolitis with severe dehydration subsequently to prolonged antibiotic therapy with oral ciprofloxacin. The associated hypochloraemic metabolic alkalosis led to the diagnosis of salt loss syndrome, which was resolved with i.v. normal saline infusion. The cause of enterocolitis (associated with abdominal pain, hypoproteinemia and increased c-reactive protein) was Clostridium difficile infection, successfully treated with oral vancomycin.
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Di Lullo, A. M., M. Scorza, F. Amato, M. Comegna, V. Raia, L. Maiuri, G. Ilardi, E. Cantone, G. Castaldo e M. Iengo. "An “ex vivo model” contributing to the diagnosis and evaluation of new drugs in cystic fibrosis". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n. 3 (giugno 2017): 207–13. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1328.

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Abstract (sommario):
La fibrosi cistica (FC) è una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Finora sono state descritte circa 2000 mutazioni, ma per la maggior parte di esse è difficile definirne l’effetto senza complesse procedure in vitro. Abbiamo effettuato il campionamento (mediante brushing), la cultura e l’analisi di cellule epiteliali nasali umane (HNEC) utilizzando una serie di tecniche che possono aiutare a testare l’effetto delle mutazioni CFTR. Abbiamo eseguito 50 brushing da pazienti FC e controlli, e in 45 casi si è ottenuta una coltura positiva. Utilizzando cellule in coltura: i) abbiamo dimostrato l’espressione ampiamente eterogenea del CFTR nei pazienti e nei controlli; ii) abbiamo definito l’effetto di splicing di una mutazione sul gene CFTR; iii) abbiamo valutato l’attività di gating di CFTR in pazienti portatori di differenti mutazioni; iv) abbiamo dimostrato che il butirrato migliora in modo significativo l’espressione di CFTR. I dati provenienti dal nostro studio sperimentale dimostrano che l’uso del modello ex-vivo di cellule epiteliali nasali è un importante e valido strumento di ricerca e di diagnosi nella studio della FC e può anche essere mirato alla sperimentazione ed alla verifica di nuovi farmaci. In definitiva, in base ai nostri dati è possibile esprimere le seguenti conclusioni: 1) il prelievo delle cellule epiteliali nasali mediante brushing è applicabile senza alcuna anestesia ed è ben tollerato da tutti i pazienti affetti da FC (bambini e adulti), è scarsamente invasivo e facilmente ripetibile, è anche in grado di ottenere una sufficiente quantità di HNECs rappresentative, ben conservate, idonee allo studio della funzionalità di CFTR; 2) la conservazione delle cellule prelevate è possibile fino a 48 ore prima che si provveda all’allestimento della coltura e ciò permette di avviare studi multicentrici con prelievi in ogni sede e quindi di ottenere una ampia numerosità campionaria; 3) la coltura di cellule epiteliali nasali può essere considerata un modello adatto a studiare l’effetto molecolare di nuove mutazioni del gene CFTR e/o mutazioni specifiche di pazienti “carriers” dal significato incerto; 4) il modello ex-vivo delle HNECs consente inoltre di valutare, prima dell’impiego nell’uomo, l’effetto di farmaci (potenziatori e/o correttori) sulle cellule di pazienti portatori di mutazioni specifiche di CFTR; tali farmaci possono modulare l’espressione genica del canale CFTR aprendo così nuove frontiere terapeutiche e migliori prospettive di vita per pazienti affetti da una patologia cronica come la Fibrosi Cistica; 5) la metodologia da noi istituita risulta essere idonea alla misura quantitativa, mediante fluorescenza, dell’attività di gating del canale CFTR presente nelle membrane delle cellule epiteliali nasali prelevate da pazienti portatori di differenti genotipi; in tal modo è possibile individuare: a) pazienti FC portatori di 2 mutazioni gravi con un’attività < 10% (in rapporto ai controlli -100%), b) soggetti FC portatori contemporaneamente di una mutazione grave e di una lieve con un’attività tra 10-30%, c) i cosiddetti portatori “carriers”- eterozigoti - con un’attività tra 40-70%. In conclusione la possibilità di misurare l’attività del canale CFTR in HNECs fornisce un importante contributo alla diagnosi di FC, mediante individuazione di un “cut-off diagnostico”, ed anche alla previsione della gravità fenotipica della malattia; quindi quanto rilevabile dalla misura del suddetto canale permette di prospettare per il futuro la possibilità di valutare meglio i pazienti per i quali il test del sudore ha dato risultati ambigui (borderline o negativi). La metodica da noi sperimentata consente anche di monitorare i pazienti durante il trattamento farmacologico, valutando in tal modo i reali effetti delle nuove terapie.
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Souza, Sabrina Almerinda Albuquerque de, Pedro Victor Moura Marques, Maressa Reis de Souza Geber, Luma Silva Dias, Agatha Caroline Maklouf Maciel, Danilo Silva das Neves, Roberta Barbosa da Silva e Denilson da Silva Veras. "Técnicas manuais da fisioterapia respiratória na remoção de secreção em crianças com Fibrose Cística: uma revisão de literatura". Brazilian Journal of Health Review 5, n. 6 (8 novembre 2022): 22160–69. http://dx.doi.org/10.34119/bjhrv5n6-028.

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Abstract (sommario):
Introdução: A Fibrose Cística trata-se de uma doença genética crônica e progressiva associada ao comprometimento dos pulmões provocando infecções pulmonares frequentes, chiado no peito e tosse crônica, porém pode afetar outros órgãos como intestinos, pâncreas e rins. Caracterizado por produzir secreção espessa e perda de sal pelo suor. A fisioterapia atua como terapia respiratória para facilitar a higiene dos pulmões e evitar infecções. Objetivo: Analisar a eficácia das técnicas manuais de remoção de secreção em crianças portadoras da fibrose cística. Metodologia: Refere-se a uma revisão de literatura utilizando métodos hipotéticos. Resultados: Elucidar as técnicas manuais de remoção de secreção, e o quanto é importante o tratamento terapêutico precoce em crianças com fibrose cística e consequentemente concedendo uma boa qualidade de vida. Considerações Finais: Os beneficios obtidos na pesquisa demostra a imporftancia da remoção de secreção em crianças portadoras da fibrose cisticas. Outros pesquisadores devem continuar buscando conhecimentos sobre atuação do fisioterapeuta na reabilitação da fibrose cistica.
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Semeraro, Antonella, e Filomena Cetani. "Osteite fibroso-cistica". L'Endocrinologo 20, n. 5 (19 settembre 2019): 301–2. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-019-00628-8.

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Marin, Francesca. "La salute approda nel mercato. Le questioni etiche relative alla fornitura di informazioni sui rischi di salute / Putting health in the marketplace. Ethical issues about providing online health risk information". Medicina e Morale 66, n. 1 (15 marzo 2017): 31–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.474.

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Abstract (sommario):
Nell’ottobre 2015 l’azienda 23andMe ha ottenuto da parte della Food and Drug Administration (FDA) l’approvazione a vendere direttamente ai consumatori alcuni test genetici, acquistabili quindi senza la supervisione di professionisti sanitari. I 36 test approvati forniscono informazioni sul rischio riproduttivo di malattie quali fibrosi cistica e Tay-Sachs. Al momento 23andMe non può commercializzare i test di suscettibilità genetica (GST), ma spera di ottenere l’approvazione della FDA per fornire informazioni anche sul rischio di insorgenza di malattia. L’idea è che, acquisendo tali informazioni, i consumatori possano intraprendere stili di vita più idonei per evitare che si sviluppi la patologia. “È in arrivo la sanità su misura dei consumatori”, ha esclamato Anne Wojcicki, co-fondatrice della 23andMe. Effettivamente, accanto ad altre modalità (quali mobile health, telemedicina, ecc.) di accesso online all’informazione sanitaria, i test genetici diretti ai consumatori incoraggiano un approccio consumistico alla salute. Tuttavia, questo è vantaggioso per la medicina e i consumatori? La promozione della salute richiede attitudini meramente consumistiche? Per discutere tali questioni, il paper affronterà innanzitutto i problemi di validità clinica e di utilità dei GST così come le loro implicazioni sul sistema sanitario: sebbene la ricerca continui, i GST hanno un potere predittivo limitato e le misure preventive o terapeutiche non sono sempre disponibili, comportando sovramedicalizzazione e minori risorse sanitarie per altri (i consumatori potrebbero richiedere ulteriori test per confermare o invalidare i risultati ottenuti). Verranno poi analizzate le questioni etiche relative alla commercializzazione della salute e al progressivo passaggio dal rapporto fiduciario medico-paziente al rapporto consumistico fornitore-fruitore. ---------- In October 2015 the company 23andMe gained the Food and Drug Administration (FDA)’s approval to market genetic tests directly to consumers, without supervision of healthcare professionals. The FDA approved 36 carrier tests to provide health information on inherited disorders, including cystic fibrosis and Tay-Sachs. 23andMe is still prohibited in marketing genetic susceptibility testing (GST), but the company hopes to gain the FDA’s approval to provide health risk information. The idea is that informing customers of their genetic susceptibility may motivate them to change their health-related behavior, reducing the risk of the disease’s onset. “Direct-to-consumer healthcare is coming!”, said Anne Wojcicki, co-founder of 23andMe, after the FDA’s approval. Actually, besides other ways (such as mobile health, telemedicine, etc.) of getting access to health information and services through internet, direct-to-consumer genetic tests fosters a consumerist approach to healthcare. Nevertheless, is such an approach advantageous for medicine and consumers? Can we consider health as a mere consumer good whose promotion requires consumerist attitudes? To discuss these issues, the paper will firstly address problems with clinical validity and utility of GST as well as their implications for healthcare systems: although research is ongoing, GST have limited predictive power and therapeutic or preventive measures are not always available, leading to overmedicalization and fewer healthcare resources for others (consumers could require follow-up tests to confirm or deny obtained results). Secondly, ethical concerns regarding putting health in the marketplace will be analyzed by examining the progressive shift from healthcare professional-patient fiduciary relationship to provider-user consumerist relationship.
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Lemos, Gisele Augusta Amorim de, Felipe Martins Negreiros Navolar e Ana Paula Frederico Rodrigues Loureiro Bracarense. "Pancreatite crônica esclerosante em cão: Relato de caso". Pubvet 15, n. 9 (settembre 2021): 1–10. http://dx.doi.org/10.31533/pubvet.v15n09a925.1-10.

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Abstract (sommario):
Este trabalho tem como objetivo relatar um caso de fibrose pancreática esclerosante em um animal com diabetes mellitus, descrevendo os aspectos clínicos e anatomopatológicos envolvidos na doença em uma cadela, poodle, nove anos, atendida em um Hospital-Escola Veterinário. O animal apresentava picos de hipoglicemia e hiperglicemia, sem resposta ao tratamento insulínico e prognóstico desfavorável. No exame de autópsia, os principais achados anatomopatológicos foram atrofia e fibrose pancreática esclerosante, cistite supurativa e enfisematosa e degeneração hepatocelular gordurosa e glicogênica. Com o auxílio de métodos histoquímicos foi possível identificar a deposição/substituição do interstício pancreático por tecido fibroso.
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Tesi sul tema "Fibrosi cistica"

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Ghezzi, S. "ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI E LORO SUPPLEMENTAZIONE NELLA FIBROSI CISTICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/170508.

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Abstract (sommario):
Background. Abnormalities of fatty acid (FA) turnover associated with low levels of linoleic (LA) and docosahexaenoic (DHA) acid are observed in plasma and tissues of cystic fibrosis (CF) patients, possibly due to alterations in basal lipid metabolism. Objective. To study in CF and non CF cell lines the metabolism of n-6 and n-3 FA and to elucidate mechanisms possibly responsible of the altered FA status in CF, focusing on FA desaturase enzymes. In addition cell lines are treated with LA-BSA and DHA-BSA complexes in order to investigate whether these FA may affect processes modulating the severity of complications in CF patients. Methods. 16HBE14o- cells (a human bronchial epithelial cell line) were used, with CF phenotype (16HBE14o-AS3) and without CF phenotype (16HBE14o-S1). The two cell lines were incubated with EMEM without FBS for 24h, for the analysis of total FA profile by GC and of the expression of FA desaturases by Real-time PCR. In addition cells were incubated with [1-14C] linoleic or alpha-linolenic acid (-LNA) (1Ci/plate), respectively precursors of n-6 and n-3 FA, for the analysis of labelled FA in total lipids and their incorporation into different lipid classes by HPLC coupled with a radiodetector. Cells are also treated with increasing concentrations of LA-BSA and DHA-BSA complexes and the incorporation of FA in total lipids and the expression of the desaturases were assessed. Results. CF cells show low levels of LA, -LNA and DHA in comparison with control cells. Both [1-14C] LA and -LNA total conversion are increased in CF cells versus controls, associated to enhanced 6 and 5 desaturase activities. This is due to a higher desaturase expression in CF versus control cells. The incorporation of [1-14C] LA and -LNA in phospholipids in CF cells is increased while it is lower in triglycerides and cholesterol esters than in control cells. CF cells treated with increasing concentration of LA-BSA complex have low levels of LA in comparison with control cells at any concentration used and show a higher total conversion associated to a higher desaturase expression. In contrast, when cells are treated with increasing concentration of DHA-BSA complex, at the highest concentration used CF cells have lower level of DHA than control cells and desaturase expression is lower in CF cells than in controls. Conclusion. The metabolism of [1-14C] LA and -LNA to their derivatives is higher in CF cells than in controls, with enhanced formation of arachidonic and eicosapentaenoic acid respectively. This is associated to a higher desaturase activity in CF than in control cells, due to a higher desaturase expression. Supplementation with DHA could be a safe and effective treatment to reduce the severity of complications in CF patients, since DHA is the substrate for the synthesis of D-series resolvins, compactins and maresins, compounds with an anti-inflammatory action.
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BECCIA, Elisa. "Possibile uso delle cellule staminali mesenchimali amniotiche come terapia nella fibrosi cistica". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/100844.

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Abstract (sommario):
La fibrosi cistica (FC) è una malattia genetica letale, autosomica recessiva, causata dalla mutazione del gene Cystic Fibrosis Trasmembrane Conductance Regulator (CFTR) che codifica per una proteina canale che regola la conduzione transmembrana di cloro, cAMP- dipendente, espressa sul lato apicale delle cellule epiteliali. Il difetto di base dell’epitelio respiratorio nei pazienti è duplice ossia riguarda la secrezione di cloro e l’assorbimento di sodio. Ne deriva un alterato flusso di fluidi attraverso l’epitelio, con alterata clearance mucociliare respiratoria, cicli di infezioni batteriche e infiammazione ed infine grave danno polmonare. Principale causa di morbilità e mortalità è l’infiammazione cronica che colpisce il polmone. Sono stati scoperti farmaci agenti direttamente sulla CFTR ma non riescono a risolvere il difetto associato a tutte le mutazioni responsabili della FC. La terapia cellulare, invece, essendo agnostica per la mutazione, ha la possibilità di poter curare ogni paziente. Oltre al midollo osseo, nuova promettente fonte di cellule staminali è la membrana amniotica, da cui derivano cellule stromali mesenchimali amniotiche umane (hAMSC) che esprimono marcatori di staminalità e possono differenziare in cellule epiteliali respiratorie quando co-coltivate con cellule epiteliali bronchiali umane immortalizzate (CFBE14o-), omozigoti per l’allele F508del, mutazione più frequente nella FC. Le co-colture mostrano un’aumentata espressione e funzionalità della CFTR e una parziale correzione di altri difetti di base associati alla FC. Poiché tali risultati vengono ottenuti solo nelle co-colture, è stato supposto che un contatto diretto tra hAMSC e CFBE14o- sia necessario per il recupero di tali difetti. Uno degli obiettivi di questa tesi è stato comprendere il ruolo della comunicazione intercellulare, mediata dalle gap junctions (GJ), nelle co-colture studiate per l’espressione e la funzionalità della proteina Cx43, una delle principali componenti delle GJ, silenziando o meno le stesse con un siRNA diretto contro l’mRNA di interesse. I risultati evidenziano il ruolo fondamentale delle GJ nella correzione dei difetti di base associati alla FC da parte delle hAMSC. Si è, quindi, indagato quale messaggero molecolare potesse essere trasmesso attraverso le GJ e, eventualmente, mediare l’effetto terapeutico delle hAMSC. Anche i microRNA (miRNA) vengono trasferiti attraverso le GJ ed è stato dimostrato il loro coinvolgimento nei livelli di espressione della CFTR. In particolare, miRNA-138 aumenta l’espressione della CFTR interagendo con la proteina SIN3A. Sono stati quindi studiati i livelli di miRNA-138 mediante droplet digital PCR. I dati preliminari mostrano come le cellule wild-type abbiano dei livelli più alti di miRNA-138 rispetto alle CFBE14o- con un trend all’aumento nelle co-colture. Ulteriore obiettivo è stato studiare se le hAMSC possano velocizzare la rigenerazione dell’epitelio respiratorio bronchiale e la chiusura delle lesioni che continuamente si formano sotto lo stimolo infiammatorio cronico nei polmoni dei pazienti con FC. I risultati dimostrano che le hAMSC aggiunte ad una ferita indotta su un monostrato di CFBE14o-, sono in grado di riparare il danno con la stessa tempistica richiesta ad una ferita simulata su monostrato di cellule epiteliali bronchiali wild type. Questi studi indicano la possibile utilità terapeutica delle cellule hAMSC nella malattia polmonare associata alla FC, sebbene ulteriori studi sul loro meccanismo d’azione e in modelli più vicini alla patologia umana siano necessari.
Cystic fibrosis (CF) is a lethal, autosomal recessive inherited genetic disease caused by mutation on the Cystic Fibrosis Trasmembrane Conductance Regulator (CFTR) gene encoding a cAMP-dependent channel protein that regulates transmembrane conduction of chloride, which is expressed on the apical membrane of epithelial cells. The basic defect of the airway epithelium in CF patients is due to a double defect in chloride secretion and sodium absorption that lead to an altered flow of fluids through the epithelium of the airways, resulting in an alteration of the airway’s mucociliary clearance, opportunistic bacterial infections, inflammation and severe lung damage. The main cause of morbidity and mortality is chronic inflammation affecting the lung. New drugs have been developed recently to act directly on the CFTR protein, in order to rescue the mutated CFTR processing and function. However, there are still mutations that still failed to be rescued by CFTR modulators. Cell therapy, on the other hand, being agnostic for mutation, has the possibility of being able to cure every patient. Recently have been investigated stem cells as potential therapeutic sources for CF. In addition to the bone marrow, stem cells derived from the amniotic membrane, human amniotic mesenchymal stem cells (hAMSC) are very promising as they express stem cells markers and can differentiate into respiratory epithelial cells when they are co-cultured with immortalized human bronchial epithelial cells (CFBE14o-), homozygous for the F508del allele, the most frequent mutation in CF. The co-cultures also show an increased processing and conductance of the CFTR protein and a partial correction of other basic defects associated with the disease. Since these results are obtained only in co-cultures, it has been assumed that direct contact between hAMSC and CFBE14o- is necessary for the recovery of these defects. One of the objectives of this thesis was to understand the role of intercellular communication, mediated by gap junctions (GJ), in co-cultures that were studied for the expression and functionality of the Cx43 protein, one of the main components of GJ, before and after their silencing, obtained using a siRNA directed against the mRNA of interest. The results highlighted the fundamental role of GJ in the correction of the basic defects associated with CF by hAMSC. It was further investigated which molecular messenger could be transmitted through the GJ and, possibly, mediate the therapeutic effect of hAMSC. MicroRNAs (miRNAs) are also transferred across GJ and their involvement in the expression levels of the CFTR protein has been demonstrated. In particular, miRNA-138 increases the expression of the CFTR protein by interacting with the SIN3A protein. The levels of miRNA-138 were then investigated by droplet digital PCR. Preliminary data show that wild-type CFTR cells have higher levels of miRNA-138 than cells with F508del mutation and that there is an upward trend in co-cultures. A further objective of the study was to investigate whether hAMSC can speed up the regeneration of the airway bronchial epithelium and the closure of the injury that continuously form under the chronic inflammatory stimulus in the lungs of CF patients. The results demonstrate that hAMSC added to a wound induced on a monolayer of CFBE14o-, are able to repair the damage with the same timing required for a simulated wound on a monolayer of wild type CFTR bronchial epithelial cells. Taking to account the data generated in the current study, it indicates the possible therapeutic utility of hAMSC in lung disease associated with CF. However, further studies on their mechanism of action conducted in models with closer resemblance to human CF pathology are required.
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Lucca, Francesca. "Predittori di danno polmonare in fibrosi cistica: indagine su infezione e infiammazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424465.

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Abstract (sommario):
Background: Inflammation and infection are cornerstones in Cystic fibrosis (CF) lung disease. The research about a biomarker related to disease progression, tracking respiratory exacerbations and effectiveness of antibiotic therapy, is fervent. Aim: this PhD work aimed to investigate: -if plasma and exhaled breath condensate (EBC) levels of Asymmetric dimethilarginine (ADMA) and related metabolites, reportedly related to inflammation in asthma, could associate to disease history, especially respiratory exacerbation onset and effectiveness of treatment; -if lung MRI sequence diffusion weighted imaging (DWI), known to depict tissue inflammation, could discriminate between stable disease and exacerbation, and highlight treatment effectiveness; and if morphological MRI may be influenced by chronic colonization of the airways by P. aeruginosa; -if chronic colonization of the airways by P. aeruginosa may be characterized by an evolution in antibiotic resistance, especially in pediatric CF population; Methods: 4 studies were elaborated -a perspective study on pediatric CF patients, divided into stable and exacerbated patients; clinical data, EBC and plasma were collected in stable group at enrollment, and in exacerbated group before and after antibiotic treatment; ADMA and related metabolites were measured in plasma and EBC through Ultra performance liquidi cromatography, coupled with tandem mass spectrometry, and compared to healthy controls; -a perspective study on pediatric CF patients, in which EBC and clinical data were collected every month for 6 month or till exacerbation; ADMA and related metabolites were measured and correlation with clinical data was tested; -a perspective study on patients divided into stable and exacerbated; spirometry and RMN were performed in exacerbated patients before and after antibiotic treatment and in stable patients at enrollment and after 2 weeks; -a retrospective study about a 4-year period, based upon extraction of clinical and microbiologic data about antibiotic sensitivity of P.aeruginosa in CF patients chronically colonized by P.aeruginosa. Results: -an univocal marker of inflammation could not be identified in EBC; given the absence of differences in ADMA levels among patient groups and healthy controls, and the increase of Citrullin levels in CF compared with controls, a dysregulation of ADMA metabolism was suspected; -various metabolites were higher in plasma of CF patients than in controls; ADMA was increased in exacerbated patients before antibiotic treatment and decreased to levels similar to stable patients after antibiotic treatment; Aginine was increased in all groups, with a further increase after antibiotic treatment; -DWI tracked respiratory exacerbation and effectiveness of treatment; a good correlation to clinical and spirometric parameters was proved; inter and intra-observer agreement were very good; morphologic MRI showed correlation with spirometry and colonization of the airways by P. aeruginosa; -the prevalence of antibiotic sensitivity of P. aeruginosa showed an evolution during the 4-year study period; a decrease in sensitivity especially to fluoroquinolones was proved; sensitivity diminished to a greater extent in pediatic population; increased minimum inhibitory concentrations were found in pediatric patients who underwent more antibiotic courses per year. Conclusions: CF has great phenotipic variability among patients and many factors may influence airways conditions, so a marker can hardly describe this complexity. Moreover, inflammatory pathways alterations are still not completely understood, and deserve futher investigations, given our findings in EBC. Findings on plasma highlighted ADMA role and depicted systemic alterations of the disease. A novel method as metabolomics could enlighten different aspects of the disease in future and help in the stratification of patients. Thoracic MRI with DWI sequence has shown a promising role in inflammation localization and quantification and surely deserves further detailed studies as clinical and research outcome measure.
Presupposti: L’infiammazione e l’infezione sono eventi fondamentali alla base della malattia polmonare in Fibrosi cistica (FC) e ne condizionano la progressione. La ricerca di un marker legato alla progressione della malattia e capace di discriminare la necessità di antibiotico-terapia e la risposta a quest’ultima è fervente. Scopo: il lavoro di questo dottorato ha mirato ad indagare -se i livelli plasmatici e nel condensato dell’esalato (EBC) di markers di infiammazione emergenti, finora studiati principalmente nell’asma e nell’infiammazione allergica, come Dimetilarginina asimmetrica (ADMA) e i metaboliti correlati, riflettano l’andamento della malattia in FC, in particolare l’esacerbazione respiratoria e la risposta al trattamento antibiotico; -se la sequenza della RMN diffusion weighted imaging (DWI), nota per un’associazione con l’infiammazione tissutale, applicata al torace, possa distinguere l’esacerbazione respiratoria dalla malattia stabile, ed evidenziare la risposta al trattamento antibiotico e se la RMN toracica sia influenzata dalla colonizzazione cronica da P. aeruginosa; -se la colonizzazione cronica da P. aeruginosa comporti nel tempo un’evoluzione delle resistenze antibiotiche di P. aeruginosa nei pazienti FC, in particolare nella popolazione in età evolutiva. Metodi: sono stati svolti quattro lavori -uno studio prospettico su pazienti pediatrici, suddivisi in stabili ed esacerbati; sono stati raccolti dati clinici, EBC, e plasma negli stabili all’arruolamento e, negli esacerbati, sia prima che dopo terapia antibiotica. ADMA e i metaboliti correlati sono stati misurati nel plasma e nell’EBC tramite cromatografia Ultra performance abbinata a spetrrometria di massa tandem (UPLC-MS/MS) e confrontati con una popolazione di controlli sani; -uno studio prospettico su pazienti pediatrici stabili, con raccolta di EBC ogni 30 giorni, per 6 mesi o fino ad esordio di esacerbazione; ADMA e i metaboliti correlati sono stati dosati e correlati alla funzionalità respiratoria; -uno studio prospettico su pazienti suddivisi in stabili ed esacerbati; dati clinici, spirometria e RMN torace sono state eseguite negli esacerbati prima e dopo terapia antibiotica di 2 settimane, e negli stabili all’arruolamento e dopo due settimane; -uno studio retrospettivo osservazionale di 4 anni basato sull’estrazione di dati clinici e microbiologici relativi alla sensibilità antibiotica di P. aeruginosa in una popolazione di pazienti con colonizzazione cronica da P. aeruginosa. Risultati: -nell’EBC non si è identificato un marker univoco di infiammazione; in considerazione dell’assenza di differenze di ADMA tra i gruppi di pazienti, e rispetto ai controlli sani, e dell’aumento di Citrullina in FC rispetto ai controlli, è stata posta in discussione la disregolazione del metabolismo di ADMA; -nel plasma diversi metaboliti studiati sono risultati più alti in FC che nei controlli; ADMA è risultato aumentato nei pazienti esacerbati, mostrando una riduzione a un livello non distinguibile dai pazienti stabili in seguito a terapia antibiotica; Arginina è risultata auementata in tutti i gruppi, ed in particolare dopo antibioticoterapia; -la DWI ha permesso di distinguere pazienti stabili da esacerbati prima del trattamento, andando incontro a miglioramento dopo terapia antibiotica; ha mostrato buona correlazione con i parametri clinici e spirometrici; la concordanza intra e inter osservatore sono risultate molto buone; la RMN torace ha mostrato correlazione con la funzionalità respiratoria cronica e con la colonizzazione da P. aeruginosa; -le sensibilità antibiotiche di P. aeruginosa hanno subito un’evoluzione nel corso dei 4 anni osservati, con una riduzione marcata in particolare per i fluorochinoloni ed in particolare nella popolazione pediatrica; all’interno della popolazione pediatrica è stato mostrato un peggioramento delle minime concentrazioni inibenti nel gruppo sottoposto a più cicli antibiotici all’anno. Conclusioni: la FC per la sua variabilità fenotipica, per le differenze inter-paziente e per le molteplici fonti di variabilità all’interno delle vie aeree, risulta di difficile descrizione da parte di un singolo marker. Inoltre le alterazioni dei pathway infiammatori non sono ancora completamente noti e compresi e, alla luce di quanto trovato nell’EBC, meritano ulteriore approfondimento. I dati su plasma evidenziano il ruolo di ADMA e rispecchiano le alterazioni sistemiche in corso di malattia. Un approccio innovativo come la metabolomica potrebbe in futuro chiarire diversi aspetti e consentire una migliore stratificazione dei pazienti. La RMN torace con l’utilizzo della sequenza DWI sembra avere un promettente ruolo nella localizzazione e quantificazione dell’infiammazione e meriterà un approfondimento per l’utilizzo come outcome clinico e di ricerca.
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CRESTA, FEDERICO. "Verso un approccio personalizzato per il trattamento del difetto di base in Fibrosi Cistica". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009646.

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Abstract (sommario):
Introduction Cystic fibrosis (FC) is a disease caused by mutations that compromise the function of CFTR, a membrane protein with ion channel function permeable to chloride and other anions. FC mutations have been grouped into five different classes depending on the mechanism of action. In the last 15 years, the possibility of a pharmacological approach for the functional recovery of the mutated CFTR protein has become increasingly concrete. However, this approach must be adapted to the different types of mutations. Currently, different types of enhancers (Ivacaftor) and correctors (Lumacaftor, Tezacaftor) of CFTR active on particular types of mutations are already available for use on patients. The introduction of next gen molecules such as Vx445, in association with the aforementioned modulators, has further expanded the population of FC patients eligible for modulatory therapies, as these molecules are active on the most common CF-causing mutation, the F508del, also in single copy. However, a rather large percentage of CF patients with rare genotypes remain (10-25% of the total FC population, given very variable depending on the geographical area), not carriers of the F508del variant, for which at the moment no molecules are available corrective measures on the CFTR function. Objective of the study Our project has proposed to develop an in vitro analysis protocol for the definition of the teratype (in vitro characterization of the response to treatments aimed at modulating CFTR) belonging to Italian FC patients, a particularly important objective given the large number of mutations rare whose class and pharmacological sensitivity are unknown. This analysis was performed on cells collected using the nasal brushing technique. Materials and methods Human nasal cell collection was performed from both nostrils and without local anesthesia, with prior informed consent from the patient. A soft sterile toothbrush was used for the collection, making antero-posterior rotational movements. The toothbrush was then transferred to a 15 mL conical tube containing 6 mL of Ca2 + Mg2 + D-PBS and centrifuged at 1500 rpm for 5 minutes. The pellet was resuspended in 6 ml of medium consisting of LHC9 and RPMI1640 (1: 1) and then pretreated with a collagen solution. To improve growth and increase cell duplication in vitro, the culture medium was supplemented with a mixture of SMAD and ROCK inhibitors, necessary for the reprogramming and immortalization of human epithelial cells. (Palechor-Ceron et al., 2013; Mouet al., 2016). In order to eradicate the contamination, antibiotics and antifungals have been added to the proliferation medium. The cells were then detached by trypsin and re-plated to continue the culture. The cells were cultured in flasks until 90% of the confluence was reached and then sown on Snapwell permeable supports. After 2 hours the LHC / RPMI 1640 medium was replaced with a differentiation medium containing DMEM / Ham's F12 (1: 1), fetal bovine serum (2%), penicillin (100 U / ml), streptomycin (100 μg / ml) and various hormones and supplements (Galietta et al., 1998). The degree of differentiation of the epithelium was assessed by measuring the difference in potential and transepithelial resistance with an epithelial voltmeter. Subsequently, the soil was added only in the basolateral part; this condition, which lasts for a further 7 days and, favors a more complete differentiation of the epithelium. The effect of individual compounds or combinations of compounds was tested with short circuit current records. In the case of correctors, the epithelia were incubated for 24 hours with the compounds to be tested. The Snapwell porous supports were mounted in the Ussing chamber at 37 ° C. The response to the sequential addition of amiloride, cAMP agonists, VX-770 and inh-17 was measured. Study population 27 patients (F 16, M11) were selected with the diagnosis of Cystic Fibrosis in regular follow-up at our Center with a known CFTR genotype. All 27 selected patients joined the project and provided informed consent. In all cases the sampling procedure was well tolerated (in 3/27 minimal epistaxis with spontaneous resolution) and in 24/27 the cells were isolated in the laboratory without problems. In 2/27 a retest was carried out, in 1 case with success.
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Guiducci, Linda. "Telemedicina e Fibrosi Cistica: come la tecnologia può agevolare l’assistenza e la gestione dei pazienti". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15640/.

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Abstract (sommario):
Scopo Questo studio ha come scopo l’analisi di un progetto di Telemedicina applicato a pazienti affetti da fibrosi cistica. Innanzitutto sono stati indagati i bisogni e le terapie che necessitano questi pazienti, poi è stato descritto nelle sue fasi e nei suoi strumenti un progetto di Telemedicina applicato all’assistenza di tali malati cronici. Infine, sono state evidenziate le difficoltà talvolta presenti nell’applicazione di questo protocollo ed è stata riportata l’esperienza del centro fibrosi cistica di Cesena. Metodi Le informazioni sono state ricavate da articoli presenti in letteratura e da un colloquio avuto con la Dott.ssa Battistini, responsabile del centro fibrosi cistica di Cesena. Risultati Dall’analisi è emerso che l’applicazione di progetti di Telemedicina nelle cure di pazienti con fibrosi cistica offre vari vantaggi: la possibilità di seguire costantemente i pazienti nella loro malattia anche qualora abitino in aree remote o rurali, l’azione tempestiva in caso di necessità da parte del personale medico, un miglioramento nella gestione dei posti letto e un’ottimizzazione del lavoro del personale, un risparmio dal punto di vista economico. D’altra parte, sono presenti anche limiti e rischi all’uso della Telemedicina: l’uso di piattaforme web per comunicare con il paziente è talvolta visto come un rapporto troppo distaccato e privo di connotati umani; è difficile insegnare ai pazienti come usare i dispositivi tecnologici; questo trattamento è a volte considerato di qualità inferiore a quello classico o al contrario visto come sostitutivo della visita in ospedale. Conclusioni È auspicabile che negli anni futuri sempre più centri medici possano mettere in pratica i protocolli di Telemedicina e sfruttare le comodità offerte dalle nuove tecnologie, per rendere l’assistenza dei malati di fibrosi cistica, ma anche di tanti altri malati cronici, il più efficiente possibile.
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Brescini, Lucia. "Valutazione del grado di fibrosi cistica mediante metodica elastometrica in pazienti monoinfetti e coinfetti da HIV e HCV". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242552.

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Abstract (sommario):
Introduzione Con l’aumentata efficacia della terapia antiretrovirale di combinazione (cART), il numero di persone che sopravvivono con HIV è in incremento. L’epatite cronica HCV correlata rappresenta una delle principali cause di mortalità e morbidità non-AIDS correlata nei pazienti HIV positivi. Metodi Abbiamo confrontato la fibrosi epatica rilevata tramite metodica elastometrica (Fibroscan) in tre popolazioni di pazienti seguiti presso la Clinica di Malattie Infettive dell’Università di Ancona dall’ottobre 2009 al novembre 2012: monoinfetti HCV (HCV), coinfetti HIV-HCV (HIV/HCV) e monoinfetti HIV (HIV). Risultati Sono stati arruolati un totale di 354 soggetti: 98 HIV, 70 HIV-HCV e 186 HCV. Sono stati esclusi i pazienti con epatite B e cirrosi epatica scompensata. I pazienti HIV/HCV presentavano una più lunga durata delle infezioni da HIV (P=0.006) e HCV (P=0.001). Inoltre, assumevano cART da più tempo (P=0.001), avevano maggiore prevalenza di lipodistrofia (P=0.001) e più alta carica virale HCV (P=0.004). La fibrosi epatica è significativamente maggiore negli HCV e HIV/HCV rispetto ai pazienti HIV (P<0.001); non si sono osservate differenze tra HCV e HIV/HCV. La fibrosi epatica di grado moderato/severo è significativamente associata alla didanosina (ddi), abacavir (ABC), stavudina (d4T) e lopinavir (LPV/r) (P comprese tra <0.001 e 0.004). I risultati della regressione logistica mostrano che la coinfezione (P<0.001), l’età (P<0.001) e le AST (P=0.007) sono associate in maniera statisticamente significativa a sviluppo di fibrosi epatica di grado moderato/severo. Conclusioni Nel nostro studio la coinfezione HIV-HCV, l’età e il valore delle AST sono associate a un incremento della fibrosi epatica nei soggetti HIV positivi.
Background Due to the high efficacy of combination antiretroviral therapy (cART), the number of people surviving with HIV is increasing. Chronic HCV infection has become a leading cause of non‐AIDS related morbidity and mortality in HIV‐infected persons. Methods We compared liver fibrosis by transient elastometry (Fibroscan) in three types of patients followed at the Infectious Disease Department of University of Ancona from october 2009 to november 2012: HCV monoinfected (HCV), HCV‐HIV coinfected (HIV/HCV) and HIV monoinfected (HIV). Results A total of 354 adults were studied: 98 HIV, 70 HIV/HCV and 186 HCV. Patients with hepatitis B coinfection and decompensated liver cirrhosis were excluded. HIV/HCV patients had a longer duration of HIV (P<0.006) and HCV (P<0.001) infections. Additionally, they were on cART therapy for a longer period of time (P<0.001), they had higher prevalence of lipodystrophy (P<0.001) and higher HCV load (P = 0.004). Liver fibrosis was significantly more pronounced in HCV and HIV/HCV compared to HIV patients (P<0.001); no difference was found between HCV and HIV/HCV patients. Increased liver fibrosis was significantly associated with didanosine, stavudine, abacavir and lopinavir (P ranging from <0.001 to 0.007 ). By logistic regression the variables significantly associated with increased liver fibrosis were coinfection (P<0.001), age (P<0.001) and AST (P=0.007). Conclusions HIV‐HCV coinfection, age and AST are associated with a increased liver fibrosis in HIV‐infected patients.
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GENNA, Vitalba. "Malattia cronica infantile e distress genitoriale. Uno studio sulla relazione madre-bambino in pazienti affetti da Fibrosi cistica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91344.

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Battistutta, Sara. "INTERVENTI PER FAVORIRE L'ADESIONE ALLE TERAPIE DELLE MALATTIE CRONICHE INFANTILI- Fibrosi Cistica, Diabete, Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, Celiachia -". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/9980.

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Abstract (sommario):
2012/2013
Il Progetto di Dottorato “Interventi per favorire l'adesione alle terapie delle malattie croniche infantili - Fibrosi Cistica, Diabete, Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, Celiachia” prende origine dalla consapevolezza dell’importante impatto della presenza di una malattia cronica, anche e soprattutto in età evolutiva, per il paziente e la sua famiglia. Le patologie croniche incidono infatti sulla qualità di vita dei pazienti e dei familiari, “interrompendone” la quotidianità. Il programma terapeutico può influire sulla qualità di vita percepita, in quanto può causare dolore ed essere difficoltoso per la complessità e la durata. Tali aspetti influenzano la treatment adherence, che può essere ostacolata anche da problematiche di tipo psicologico spesso difficilmente comunicabili. La famiglia del paziente gioca un ruolo molto importante, ed è pertanto necessario tenere in considerazione l’impatto che la diagnosi e la malattia hanno anche sul genitore e sulla coppia coniugale. Gli studi più recenti, propongono un modello di cura “patient centered”, così definito da Bardes (2012): “As a form of practice, it seeks to focus medical attention on the individual patient's needs and concerns, rather than the doctor's”. Utilizzare un modello di cura che dedichi attenzione a conoscere e accogliere i bisogni dei pazienti e coinvolga gli stessi nel care management della patologia si è dimostrato funzionale ed efficace nei casi di malattia cronica. Il progetto si è pertanto focalizzato sugli aspetti psicologici (preoccupazioni di salute, bisogni, adherence al trattamento) dei pazienti seguiti presso l’IRCCS Burlo Garofolo per Fibrosi Cistica (FC), Diabete Mellito di Tipo 1 (D), Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) e Celiachia (C), e alla luce di queste riflessioni si è posto l’obiettivo di implementare un percorso di cura che integri le necessità di carattere medico con i vissuti dei pazienti e i loro principali bisogni, al fine di favorire l’adesione al trattamento e quindi la loro qualità di vita. A tale scopo si è ritenuto importante: 1. Conoscere i bisogni, le preoccupazioni e le priorità di salute, le difficoltà e l’impatto del trattamento nei pazienti con malattia cronica, con attenzione anche al profilo emotivo e comportamentale per una eventuale identificazione precoce dei soggetti a rischio psicopatologico. Si è ritenuto importante confrontare il punto di vista del paziente e quello dello specialista, per valutarne il grado di comprensione ed eventualmente offrire degli spunti di riflessione al fine di migliorare l’alleanza terapeutica. 2. Favorire l’elaborazione della diagnosi di malattia cronica e l’adattamento alla nuova condizione (creazione di uno spazio di ascolto e supporto psicologico); 3. Favorire la comunicazione famiglia-staff e famiglia-territorio per promuovere un raccordo tra i diversi attori in campo (collaborazione con le associazioni). Per raggiungere tali obiettivi, il progetto ha previsto sia una attività di ricerca di tipo quantitativo, realizzata tramite la somministrazione di questionari e l’analisi dei loro risultati, che una di tipo qualitativo, in cui sono stati analizzati i dati relativi ai colloqui clinici effettuati nell’ambito dello spazio psicologico offerto ai pazienti. Allo studio hanno partecipato i pazienti seguiti presso l’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste per le patologie FC, D, MICI e C, sia in regime di controllo ambulatoriale, che di day-hospital o ricovero da gennaio 2011 a luglio 2013. Oltre alla compilazione della scheda socio demografica, il progetto ha previsto la somministrazione sia di questionari generali adatti a tutti i partecipanti (1. Need Evaluation Questionnaire di Tamburini; 2. Adherence, ad hoc; 3. SDQ-Ita, Strenght and Difficulties Questionnaire, di Goodman), sia di questionari patologia-specifici (Health Priorities, adattamento da Loonen). I risultati sono stati suddivisi nelle fasce di età 0-10 anni (compilazione del questionario da parte del genitore che descrive se stesso e il figlio); 11-18 anni (compilazione del questionario da parte del paziente, del genitore e, per una parte, del medico); >18 anni (compilazione del questionario da parte del paziente). Hanno aderito al progetto di ricerca 205 pazienti per quanto concerne la raccolta dei dati tramite questionari, mentre 174 hanno usufruito della consulenza psicologica offerta (1028 colloqui, durata media di un’ora). Infine 60 medici hanno aderito al progetto compilando il questionario riguardante le preoccupazioni di salute in età 11-18 anni. In questa sintesi non si riportano i risultati specifici ottenuti, essendo numerosi, ma si evidenziano sinteticamente le loro ricadute operative, ribadendo la necessità di individualizzare tali indicazioni per ogni paziente. In linea con un approccio patient-centered, si ritiene infatti importante indirizzare gli sforzi dei curanti a dedicare il tempo e le energie necessarie per conoscere gli specifici bisogni, le peculiari preoccupazioni e lo stato psicologico di quel paziente e di quella famiglia. 1. Favorire la comunicazione. Alla luce delle divergenze emerse nei questionari tra l’opinione dei pazienti, dei genitori, che per esempio tendono a proiettare i bisogni personali sui figli, e dei medici, è importante “far circolare” le informazioni e contribuire a esplicitare pensieri ed emozioni, consapevoli dei possibili fraintendimenti che ne potrebbero altrimenti derivare. In questo modo può trovare adeguato spazio anche la condivisione dei vissuti e delle preoccupazioni, generali e patologia-specifiche, rilevanti nel campione dei partecipanti allo studio. 2. Offrire informazioni e supporto. È stato riscontrato che la quantità e la qualità delle informazioni trasmesse al paziente e alla sua famiglia e la modalità con le quali vengono trasmesse giocano un ruolo fondamentale nel processo di accettazione a adattamento alla malattia cronica. I partecipanti allo studio hanno sottolineato in particolare la necessità di offrire maggiori informazioni sulla diagnosi, ma soprattutto sulla prognosi e sul trattamento. Tali informazioni possono aiutare i pazienti e i genitori a comprendere cosa attendersi nel futuro prossimo o a lungo termine, e a riconoscere pertanto con più facilità gli eventuali progressi nelle cure o i benefici derivanti (non percepiti dai partecipanti alla ricerca). I pazienti adulti e i genitori hanno inoltre dichiarato il bisogno di essere supportati, sia tramite un lavoro di tipo psicologico, sia tramite il confronto con altre persone con la stessa esperienza. A tale scopo può essere importante promuovere le informazioni sulle associazioni di pazienti presenti sul territorio. Da non trascurare infine anche l’importanza delle informazioni economico-assicurative per i genitori. 3. Empatizzare con la fatica del trattamento. I pazienti non sempre riescono percepire i benefici del trattamento che stanno facendo, mentre ne colgono bene i costi, che si traducono in trasgressioni al regime terapeutico, non solo in adolescenza ma anche in età adulta. Può essere importante, ancor prima di sottolineare durante i controlli medici periodici “le cose che non sono andate bene”, empatizzare con la fatica e i costi per quel paziente di quel trattamento per capire quali sono le specifiche difficoltà provate e come potrebbero essere affrontate, e rinforzare gli aspetti in cui il paziente si sta attivando in modo efficace. Questo alla luce anche delle fragilità emotive riscontrate nello studio e dell’influenza della patologia sullo sviluppo della propria identità, come per esempio testimoniato dal sentimento di diversità riferito dai pazienti nei questionari, alimentato o confermato da una quotidianità scandita dalle cure piuttosto che dalle attività tipiche dell’età. Lo stesso vale per coloro che, con i bambini più piccoli, sono i garanti dell’adherence al trattamento, ovvero i genitori, che possono provare difficoltà sia concrete che emotive. 4. Fare attenzione se le famiglie non sono coese. Lo studio conferma l’influenza della coesione familiare sull’adattamento alla patologia; nel caso di famiglie non coese sono infatti stati riscontrati livelli più elevati di preoccupazione. È dunque importante tenerne conto nella presa in carico di pazienti con patologia cronica, poiché potrebbero andare incontro a maggiori difficoltà, coinvolgendo nella cura anche il contesto familiare. 5. Organizzare la transizione. Una fase particolare nella cura delle patologie croniche è quella della transizione dal servizio pediatrico a quello dell’adulto, un processo che richiede gradualità e accortezza da parte di tutti gli attori in gioco. È importante che i curanti si attivino in modo tale da rispondere ai bisogni, sia di informazione che relazionali segnalati dagli adolescenti della ricerca, e alle preoccupazioni dei pazienti in questo particolare passaggio. 6. Tenere gli occhi aperti sugli aspetti emotivi, sociali e comportamentali. Lo studio conferma la percezione, soprattutto da parte dei genitori, di fragilità psicologiche nei pazienti con malattia cronica. È importante che i sanitari ne siano consapevoli e le tengano in considerazione (ad esempio somministrando strumenti di indagine rapidi e validi), in modo da poter prevenire se possibile lo sviluppo di psicopatologie franche o inviare a chi di competenza per gli interventi del caso. 7. Essere consapevoli che ogni patologia può attivare preoccupazioni specifiche e richiede considerazioni su aspetti peculiari. Nello studio è per esempio emersa l’importanza di tenere in considerazione la gravità delle manifestazioni cliniche nella FC; il controllo glicemico, la paura dell’ipoglicemia e l’importanza delle restrizioni alimentari nel D; le preoccupazioni sulle conseguenze prossime, come i ricoveri o gli interventi chirurgici, per le MICI; e infine l’impatto della dieta glutinata nei pazienti con C, con attenzione alla presenza o meno di sintomi. 8. Offrire la possibilità di un supporto di tipo psicologico dedicato. L’esperienza clinica del dottorato e i risultati della ricerca hanno fatto emergere l’importanza di un tempo sufficientemente ampio dedicato all’ascolto e al lavoro psicologico con le persone con malattie croniche e con i loro familiari, al fine di stimolare la comunicazione e favorire l’accettazione e l’adattamento alla patologia, in un processo di cura che permetta il passaggio dal “to cure” al “to care”. Nel Capitolo 1 “Le Malattie Croniche”, viene data una definizione sintetica del concetto di “malattia cronica” e una breve descrizione delle patologie considerate nello studio. La conoscenza di tali caratteristiche è necessaria per gli operatori sanitari, anche non medici, per poter comprendere il quadro di riferimento del bambino, dell'adolescente o dell'adulto con patologia cronica, potervi empatizzare e attivarsi di conseguenza. Nel Capitolo 2 “Gli Aspetti Psicologici Nelle Malattie Croniche”, dopo una breve introduzione sull’importanza di studiare gli aspetti psicologici, è stata delineata una panoramica dell’evoluzione di questi studi nel tempo. Di seguito, in una prima parte sono stati descritti gli aspetti psicologici generali, in considerazione sia della fase di sviluppo sia della fase di malattia; in una seconda parte si sono analizzati alcuni aspetti peculiari delle specifiche patologie. Nel Capitolo 3 “Interventi per favorire l’adesione alle terapie delle malattie croniche infantili” viene infine descritto lo studio realizzato e i principali risultati ottenuti, con particolare attenzione alle ricadute in ambito clinico di tale lavoro. Sono stati analizzati sia i dati quantitativi, ricavati dalla somministrazione dei questionari e dall’analisi dei loro risultati, sia i dati di tipo qualitativo, ricavati dall’analisi delle informazioni inerenti il lavoro clinico con i pazienti (colloquio clinico). Verrà sinteticamente descritto anche l’approccio teorico seguito.
XXVI Ciclo
1979
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Vergnani, Sara. ""F(accio) C(entro)": progetto di un'applicazione per smartphone per aumentare l'aderenza al trattamento aerosolico negli adolescenti affetti da Fibrosi Cistica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Background: i pazienti affetti da Fibrosi Cistica sono esposti ad un pesante carico terapeutico rappresentato dalla fisioterapia respiratoria, terapia assunta per via aerosolica, orale e attività fisica. L'aderenza alla terapia diminuisce durante l’adolescenza con conseguenze negative in termini di: stato di salute, qualità della vita e ricoveri ospedalieri. Le applicazioni per smartphone sono strumenti efficaci per favorire l’aumento dell’aderenza tuttavia, la loro disponibilità negli store digitali è limitata. Da queste considerazioni è nato "F(accio) C(entro)" ovvero il progetto di un'applicazione per smartphone realizzato con lo scopo di aumentare l’aderenza alla terapia aerosolica negli adolescenti affetti da Fibrosi Cistica. Materiali e metodi: il progetto è stato realizzato integrando le informazioni ottenute dalla ricerca condotta in letteratura e nei principali store digitali con quelle ricavate dalle interviste rivolte ai pazienti adolescenti del centro FC dell'Ospedale Bufalini di Cesena e poi condiviso con il team multidisciplinare. Nella home page sono presenti un grafico sintetizzante l’andamento dell’aderenza, l’elenco delle terapie quotidiane con annesse note riguardanti le corrette modalità di esecuzione e un promemoria per la successiva visita di controllo. Il paziente potrà impostare delle notifiche come promemoria per l’esecuzione di ciascuna terapia e segnalare con delle spunte se le ha eseguite o meno. L’app inoltre consente al pz. di interagire autonomamente con i professionisti del centro e di scaricare una tabella sintetizzante l’andamento mensile dell’aderenza alle diverse terapie. Discussione e conclusioni: "F(accio) C(entro)" è un app semplice, accessibile, funzionale, personalizzabile e interattiva volta a promuovere le abilità di self-management del paziente adolescente per consentirgli di gestire autonomamente la terapia. Il prossimo passo sarà quello di far costruire un prototipo e valutarne l’impatto sui tassi di aderenza.
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Galeno, Lauretta. "Structural features of the intracellular domains of the cystic fibrosis transmembrane conductance regulator". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424664.

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Abstract (sommario):
Cystic fibrosis (CF) is the most common human genetic disease, occurring prevalently in the Caucasian population at a rate of 1 to 2500 newborns. It is an autosomal recessive disease caused by mutations in the cystic fibrosis trans-membrane conductance regulator (CFTR) gene, which encodes a chloride channel expressed mainly in epithelial cells, but which is also involved in the bicarbonate–chloride exchange. The most common CF symptoms include progressive lung disease and chronic problems of the digestive apparatus (Riordan et al., 1989), whose degree of severity depends on other genetic and/or environmental factors. CF pathogenesis is characterised by the build-up of thick, sticky mucus in multiple mucin-producing organs, such as lungs, sinuses, intestine, pancreas and reproductive organs. For this reason, CF is also denominated mucoviscidosis, implying that mucins - polymeric, gel-forming O-linked glycoproteins responsible for the viscoelastic properties of the mucus - play a critical role in the disease (Kreda et al., 2012). The aim of the present Ph. D. work was to investigate the structural features of two CFTR domains: the nucleotide binding domains (NBDs) - responsible for the gating mechanisms of the channel, and which have been proposed to serve as drug targets - and the regulatory domain (RD), directly involved in the activation of the channel. Knowledge of these aspects could likely improve understanding of the aberrant functionality of defective CFTR, and also help designing therapeutic strategies to either correct the defective protein in situ, and/or to potentiate its physiologic channel activity. The present thesis refers essentially to the four published papers containing most of the results obtained during the 3 year-doctorate course. The first one reports on some biochemical and structural features of NBDs, which were investigated using biochemical assays and measures of small angle x ray scattering (SAXS), while the second paper dealt with the interaction of NBDs with a potentiator (2-pyrimidin-7,8-benzoflavone, PBF) of CFTR activity. Instead, the third and the fourth papers considered RD under non-phosphorylated and phosphorylated conditions, and the influence of phosphorylation on the conformation of the domain as followed by circular dichroism (CD) and SAXS experiments. Briefly, the obtained results allowed us to draw the following principal conclusions. NBDs When in an equimolar mixture and in the presence of ATP, NBDs form a dimer, whose conformation can be significantly changed by PBF. In addition, data could be exploited to reconstruct the ab-initio model of NBDs both as dimer (with or without PBF) and as isolated monomers. RD In this case, obtained results on biochemical, structural and thermodynamic RD aspects allowed us to reconstructing a low-resolution, 3-D model of the native and phosphorylated protein, and to underline how phosphorylation induces the conformational change of the domain and the decreasing of RD stability.
La fibrosi cistica (FC) è la malattia genetica umana più comune, che si verifica prevalentemente nella popolazione caucasica con incidenza pari a 1 su 2500 neonati. È una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene che codifica per il canale CFTR, canale del cloro espresso prevalentemente in cellule epiteliali, ma che è anche coinvolto nello scambio bicarbonato-cloruro. I sintomi FC più comuni includono la malattia polmonare progressiva e problemi cronici dell'apparato digerente (Riordan et al., 1989), il cui grado di gravità dipende da altri fattori genetici e / o ambientali. La patogenesi di FC è caratterizzata dalla formazione di muco denso e appiccicoso in diversi organi che producono mucina, come i polmoni, seni paranasali, intestino, pancreas e organi riproduttivi. Per questo motivo, FC anche denominata mucoviscidosi, poichè mucine - polimeriche, glicoproteine O-linked gelificanti responsabili delle proprietà visco-elastiche del muco, giocano un ruolo critico nella malattia (Kreda et al, 2012.). Lo scopo del presente lavoro di Ph. D è stato quello di indagare le caratteristiche strutturali dei due domini di CFTR: i domini leganti nucletidi (NBDS) - responsabili dei meccanismi di gating del canale, e che sono stati individuati essere siti bersaglio di farmaci utilizzati nella terapia di FC - e il dominio regolatorio (RD), direttamente coinvolto nell'attivazione del canale. La conoscenza di questi aspetti potrebbe probabilmente migliorare la comprensione delle funzionalità di CFTR difettosa, e anche aiutare la progettazione di strategie terapeutiche per correggere la proteina difettosa in situ, e / o potenziando l'attività fisiologica del canale. La presente tesi si riferisce essenzialmente ai quattro articoli pubblicati ed allegati che presentano la maggior parte dei risultati ottenuti durante il corso di 3 anni di dottorato. Il primo articolo tratta le caratteristiche biochimiche e strutturali degli NBD (1 e 2), che sono state studiate attraverso saggi biochimici e misure di Small Angle X-ray Scattering (SAXS), mentre il secondo articolo è relativo alla pubblicazione dei dati riguardanti lo studio dell’interazione tra gli NBD (1 e 2) e un potenziatore (2-pirimidin-7,8-Benzoflavone, PBF) dell’attività di CFTR. Invece, il terzo e il quarto articolo riportano i dati relativi allo studio di RD in condizioni non-fosforilate e fosforilate, e l'influenza della fosforilazione sulla conformazione del dominio, misurata tramite esperimenti di dicroismo circolare (CD) e esperimenti di SAXS. In sintesi, i risultati ottenuti ci hanno permesso di trarre le seguenti conclusioni principali. NBD1 e NBD2 se presenti in una miscela equi-molare formano un dimero che in presenza di ATP risulta avere una conformazione più compatta; tale conformazione può essere significativamente cambiato da PBF. Inoltre, i dati possono essere sfruttati per ricostruire il modello ab-initio di NBD1 e NBD2, sia come dimero (con o senza PBF) sia come monomeri isolati. I risultati ottenuti sulle caratteristiche biochimiche, strutturali e termodinamiche di RD, ci ha permesso di ricostruire un modello 3-D a bassa risoluzione, della proteina nativa e fosforilata, e sottolineare come la fosforilazione induca un cambiamento conformazionale del dominio e la diminuzione di stabilità di RD.
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Più fonti

Libri sul tema "Fibrosi cistica"

1

Bombassei, Roberto. Respiriamo Insieme: Viaggio Nel Mondo Della Fibrosi Cistica. Lulu Press, Inc., 2021.

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Atti di convegni sul tema "Fibrosi cistica"

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SILVA, MATHEUS ROBERTO DA, ANA LUIZA GOMES DO NASCIMENTO BATISTA, CARLA FERNANDA DE FREITAS TEIXEIRA, GILMARA MORAIS DE ARAUJO, JOICE RAQUEL URBANO DO NASCIMENTO, VICTOR CESAR URQUIZA CANDEIA e MILENA NUNES ALVES DE SOUSA. "RELAÇÃO DOS PRINCIPAIS ASPECTOS DA FIBROSE CÍSTICA: UMA BREVE REVISÃO DE LITERATURA". In Brazilian Congress. brazco, 2020. http://dx.doi.org/10.51162/brc.health2020-00015.

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Abstract (sommario):
A fibrose cistica (FC) e uma doenca genetica, cronica, progressiva e de cunho letal. Este trabalho teve como objetivo realizar uma revisao de literatura sobre as caracteristicas gerais da mucoviscidose. Para tanto, utilizou-se as plataformas eletronicas SciELO, Scopus, PubMed/MEDLINE e periodicos CAPES, sendo a pesquisa realizada utilizando os termos: fibrose cistica ou cystic fibrosis. Selecionaram-se os artigos desde a decada de 1950 ate o ano de 2018. Ao longo dos ultimos anos varias descobertas estimuladas principalmente pela alta prevalencia e letalidade da doenca, tais como, o sequenciamento da principal mutacao do gene, culminando na formacao de um aminoacido mutado, envolvido na patogenese da FC e a constatacao do envolvimento multissistemico, caracterizado por uma patologia pulmonar progressiva, doenca que acomete o sistema hepatico e ocasiona disfuncao pancreatica exocrina, problemas na capacidade intestinal, infertilidade masculina e concentracao elevada de eletrolitos no suor. Todo esse processo evolutivo resulta em diagnostico cada vez mais precoce e tratamento mais eficaz com enfoque na qualidade de vida e sobrevida dos pacientes. Apesar disso, varias lacunas no ambito genetico, a titulo de exemplificacao, ainda existem para consolidacao de um tratamento mais eficiente e ate a chegada da cura. ,
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BARBOSA, ISABELLA ARJOL, TALITA SANT'ANA CHERVENKA e KARINA CHRISTIEN ALVES DA SILVA. "ENTENDENDO A CISTITE IDIOPÁTICA FELINA". In I Congresso Nacional de Especialidades Veterinárias On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/convesp/6390.

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Abstract (sommario):
Introdução: A Cistite Idiopática Felina (CIF) é a alteração mais prevalente entre as Doenças do Trato Urinário Inferior Felino (DTUIF) correspondendo de 55 a 65% de todos os casos. Os animais mais afetados são machos, com idade entre dois e oito anos, obesos, alimentados com ração seca e baixa ingestão hídrica, mantidos em ambiente intradomiciliar e submetidos a fatores de estresse, como disputas territoriais com gatos contactantes. Objetivo: Contribuir com a disseminação de informações sobre a Cistite Idiopática Felina no meio acadêmico. Metodologia: Revisão de literatura realizada em 2022 com base nas informações obtidas no PubMed; Revista Veterinária em Foco; Revista Ciência Animal; Revista Eletrônica Veterinária e Livros. Resultados: Felinos com CIF possuem concentração diminuída de glicosaminoglicanos (GAGs) responsáveis pela formação de uma camada protetora que reveste o urotélio vesical, permitindo a penetração de substâncias irritantes e ativação das fibras de dor. Além disso, o estresse crônico produz aumento da estimulação simpática e respostas adrenocorticais suprimidas, causando estimulação sensorial aumentada e permeabilidade urotelial alterada. Os sinais clínicos frequentemente encontrados são periúria, hematúria, anúria, estrangúria, disúria, anorexia, êmese, apatia, diarreia, lambedura excessiva na região perineal. Pelo fato da manifestação clínica da CIF ser semelhante a outras patologias da DTUIF, como a urolitíase e infecção bacteriana, o diagnóstico é feito por exclusão, correlacionando com os exames complementares, como radiografia, ecografia, cistoscopia. O tratamento é escolhido de acordo com o quadro clínico do paciente, com fluidoterapia para estabilização, cateterismo uretral para desobstrução e lavagem vesical, analgésicos, anti-inflamatórios não esteroidais e correção do manejo. Como prevenção e controle, é utilizado o método MEMO (Modificação Ambiental Multimodal), aumentando a ingestão hídrica, melhorando o bem-estar e qualidade de vida do animal, avaliando e corrigindo as condições ambientais que propiciaram a CIF. Conclusão: É possível concluir que a CIF é uma doença prevalente na rotina clínica, tendo como principal causa o erro de manejo e estresse. Deve-se ficar atento aos sinais clínicos apresentados pelos animais de modo a diferenciar de outras doenças da DTUIF. O tratamento e prevenção são realizados de acordo com o estado clínico do animal, através da estabilização, desobstrução e correção de manejo.
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Leitão, Juliana Rodrigues, Larissa Gomes Silva, Bruno Watanabe Minto e Paola Castro Moraes. "REINTERVENÇÃO CIRÚRGICA DE HÉRNIA PERINEAL COM ENCARCERAMENTO DA VESÍCULA URINÁRIA EM CADELA: RELATO DE CASO". In I Congresso On-line Nacional de Clínica Veterinária de Pequenos Animais. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/1853.

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Abstract (sommario):
Introdução: O emprego da cistopexia no tratamento de hérnia perineal têm sido sugerido com intuito de diminuir a pressão sobre o diafragma pélvico, e consequentemente, prevenir o risco de recidiva. Objetivos: Objetivou-se relatar um caso de recidiva de hérnia perineal unilateral com encarceramento de vesícula urinária e descrever a técnica cirúrgica utilizada. Materiais e métodos: Uma cadela, sem raça definida, com doze anos de idade, 4,4 kg, foi atendida no Hospital Veterinário com histórico de trauma automobilístico há cinco anos, e consequente paraplegia devido à fratura em coluna toracolombar. Há um mês havia passado por herniorrafia em colega, com recidiva da herniação. Retenção urinária e cistite recorrente eram os sinais clínicos. Ao exame físico, a paciente apresentava um aumento de volume em região perineal esquerda de consistência macia, e durante a palpação, havia eliminação de urina. O diagnóstico clínico de hérnia perineal com encarceramento da vesícula urinária foi confirmado por meio de ultrassonografia, onde foi possível observar parte da vesícula urinária no aumento de volume perineal. O planejamento cirúrgico envolveu a exploração intra-abdominal para redução do conteúdo herniário e cistopexia à parede abdominal esquerda. A abordagem perineal à hérnia, por meio de incisão cutânea curva, estendeu-se da base da cauda em direção ao tubérculo isquiático. Devido a significativa atrofia muscular e fibrose da intervenção passada, foi difícil identificar as estruturas que compõem o diafragma pélvico, porém, as suturas de reforço foram realizadas em padrão "bolsa de fumo", utilizando fio nylon n°0. Resultados: No pós-operatório imediato, já urinava normalmente. Após dez dias a paciente veio a óbito por complicações sistêmicas decorrentes de hepatopatia. Conclusão: Conclui-se que a cistopexia concomitante à herniorrafia são possíveis alternativas para um resultado pós-cirúrgico satisfatório de hérnias perineais com encarceramento de vesícula urinária.
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