Tesi sul tema "Fibrosi cistica"
Cita una fonte nei formati APA, MLA, Chicago, Harvard e in molti altri stili
Vedi i top-50 saggi (tesi di laurea o di dottorato) per l'attività di ricerca sul tema "Fibrosi cistica".
Accanto a ogni fonte nell'elenco di riferimenti c'è un pulsante "Aggiungi alla bibliografia". Premilo e genereremo automaticamente la citazione bibliografica dell'opera scelta nello stile citazionale di cui hai bisogno: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver ecc.
Puoi anche scaricare il testo completo della pubblicazione scientifica nel formato .pdf e leggere online l'abstract (il sommario) dell'opera se è presente nei metadati.
Vedi le tesi di molte aree scientifiche e compila una bibliografia corretta.
Ghezzi, S. "ALTERAZIONI DEL METABOLISMO DEGLI ACIDI GRASSI E LORO SUPPLEMENTAZIONE NELLA FIBROSI CISTICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/170508.
Testo completoBECCIA, Elisa. "Possibile uso delle cellule staminali mesenchimali amniotiche come terapia nella fibrosi cistica". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/100844.
Testo completoCystic fibrosis (CF) is a lethal, autosomal recessive inherited genetic disease caused by mutation on the Cystic Fibrosis Trasmembrane Conductance Regulator (CFTR) gene encoding a cAMP-dependent channel protein that regulates transmembrane conduction of chloride, which is expressed on the apical membrane of epithelial cells. The basic defect of the airway epithelium in CF patients is due to a double defect in chloride secretion and sodium absorption that lead to an altered flow of fluids through the epithelium of the airways, resulting in an alteration of the airway’s mucociliary clearance, opportunistic bacterial infections, inflammation and severe lung damage. The main cause of morbidity and mortality is chronic inflammation affecting the lung. New drugs have been developed recently to act directly on the CFTR protein, in order to rescue the mutated CFTR processing and function. However, there are still mutations that still failed to be rescued by CFTR modulators. Cell therapy, on the other hand, being agnostic for mutation, has the possibility of being able to cure every patient. Recently have been investigated stem cells as potential therapeutic sources for CF. In addition to the bone marrow, stem cells derived from the amniotic membrane, human amniotic mesenchymal stem cells (hAMSC) are very promising as they express stem cells markers and can differentiate into respiratory epithelial cells when they are co-cultured with immortalized human bronchial epithelial cells (CFBE14o-), homozygous for the F508del allele, the most frequent mutation in CF. The co-cultures also show an increased processing and conductance of the CFTR protein and a partial correction of other basic defects associated with the disease. Since these results are obtained only in co-cultures, it has been assumed that direct contact between hAMSC and CFBE14o- is necessary for the recovery of these defects. One of the objectives of this thesis was to understand the role of intercellular communication, mediated by gap junctions (GJ), in co-cultures that were studied for the expression and functionality of the Cx43 protein, one of the main components of GJ, before and after their silencing, obtained using a siRNA directed against the mRNA of interest. The results highlighted the fundamental role of GJ in the correction of the basic defects associated with CF by hAMSC. It was further investigated which molecular messenger could be transmitted through the GJ and, possibly, mediate the therapeutic effect of hAMSC. MicroRNAs (miRNAs) are also transferred across GJ and their involvement in the expression levels of the CFTR protein has been demonstrated. In particular, miRNA-138 increases the expression of the CFTR protein by interacting with the SIN3A protein. The levels of miRNA-138 were then investigated by droplet digital PCR. Preliminary data show that wild-type CFTR cells have higher levels of miRNA-138 than cells with F508del mutation and that there is an upward trend in co-cultures. A further objective of the study was to investigate whether hAMSC can speed up the regeneration of the airway bronchial epithelium and the closure of the injury that continuously form under the chronic inflammatory stimulus in the lungs of CF patients. The results demonstrate that hAMSC added to a wound induced on a monolayer of CFBE14o-, are able to repair the damage with the same timing required for a simulated wound on a monolayer of wild type CFTR bronchial epithelial cells. Taking to account the data generated in the current study, it indicates the possible therapeutic utility of hAMSC in lung disease associated with CF. However, further studies on their mechanism of action conducted in models with closer resemblance to human CF pathology are required.
Lucca, Francesca. "Predittori di danno polmonare in fibrosi cistica: indagine su infezione e infiammazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424465.
Testo completoPresupposti: L’infiammazione e l’infezione sono eventi fondamentali alla base della malattia polmonare in Fibrosi cistica (FC) e ne condizionano la progressione. La ricerca di un marker legato alla progressione della malattia e capace di discriminare la necessità di antibiotico-terapia e la risposta a quest’ultima è fervente. Scopo: il lavoro di questo dottorato ha mirato ad indagare -se i livelli plasmatici e nel condensato dell’esalato (EBC) di markers di infiammazione emergenti, finora studiati principalmente nell’asma e nell’infiammazione allergica, come Dimetilarginina asimmetrica (ADMA) e i metaboliti correlati, riflettano l’andamento della malattia in FC, in particolare l’esacerbazione respiratoria e la risposta al trattamento antibiotico; -se la sequenza della RMN diffusion weighted imaging (DWI), nota per un’associazione con l’infiammazione tissutale, applicata al torace, possa distinguere l’esacerbazione respiratoria dalla malattia stabile, ed evidenziare la risposta al trattamento antibiotico e se la RMN toracica sia influenzata dalla colonizzazione cronica da P. aeruginosa; -se la colonizzazione cronica da P. aeruginosa comporti nel tempo un’evoluzione delle resistenze antibiotiche di P. aeruginosa nei pazienti FC, in particolare nella popolazione in età evolutiva. Metodi: sono stati svolti quattro lavori -uno studio prospettico su pazienti pediatrici, suddivisi in stabili ed esacerbati; sono stati raccolti dati clinici, EBC, e plasma negli stabili all’arruolamento e, negli esacerbati, sia prima che dopo terapia antibiotica. ADMA e i metaboliti correlati sono stati misurati nel plasma e nell’EBC tramite cromatografia Ultra performance abbinata a spetrrometria di massa tandem (UPLC-MS/MS) e confrontati con una popolazione di controlli sani; -uno studio prospettico su pazienti pediatrici stabili, con raccolta di EBC ogni 30 giorni, per 6 mesi o fino ad esordio di esacerbazione; ADMA e i metaboliti correlati sono stati dosati e correlati alla funzionalità respiratoria; -uno studio prospettico su pazienti suddivisi in stabili ed esacerbati; dati clinici, spirometria e RMN torace sono state eseguite negli esacerbati prima e dopo terapia antibiotica di 2 settimane, e negli stabili all’arruolamento e dopo due settimane; -uno studio retrospettivo osservazionale di 4 anni basato sull’estrazione di dati clinici e microbiologici relativi alla sensibilità antibiotica di P. aeruginosa in una popolazione di pazienti con colonizzazione cronica da P. aeruginosa. Risultati: -nell’EBC non si è identificato un marker univoco di infiammazione; in considerazione dell’assenza di differenze di ADMA tra i gruppi di pazienti, e rispetto ai controlli sani, e dell’aumento di Citrullina in FC rispetto ai controlli, è stata posta in discussione la disregolazione del metabolismo di ADMA; -nel plasma diversi metaboliti studiati sono risultati più alti in FC che nei controlli; ADMA è risultato aumentato nei pazienti esacerbati, mostrando una riduzione a un livello non distinguibile dai pazienti stabili in seguito a terapia antibiotica; Arginina è risultata auementata in tutti i gruppi, ed in particolare dopo antibioticoterapia; -la DWI ha permesso di distinguere pazienti stabili da esacerbati prima del trattamento, andando incontro a miglioramento dopo terapia antibiotica; ha mostrato buona correlazione con i parametri clinici e spirometrici; la concordanza intra e inter osservatore sono risultate molto buone; la RMN torace ha mostrato correlazione con la funzionalità respiratoria cronica e con la colonizzazione da P. aeruginosa; -le sensibilità antibiotiche di P. aeruginosa hanno subito un’evoluzione nel corso dei 4 anni osservati, con una riduzione marcata in particolare per i fluorochinoloni ed in particolare nella popolazione pediatrica; all’interno della popolazione pediatrica è stato mostrato un peggioramento delle minime concentrazioni inibenti nel gruppo sottoposto a più cicli antibiotici all’anno. Conclusioni: la FC per la sua variabilità fenotipica, per le differenze inter-paziente e per le molteplici fonti di variabilità all’interno delle vie aeree, risulta di difficile descrizione da parte di un singolo marker. Inoltre le alterazioni dei pathway infiammatori non sono ancora completamente noti e compresi e, alla luce di quanto trovato nell’EBC, meritano ulteriore approfondimento. I dati su plasma evidenziano il ruolo di ADMA e rispecchiano le alterazioni sistemiche in corso di malattia. Un approccio innovativo come la metabolomica potrebbe in futuro chiarire diversi aspetti e consentire una migliore stratificazione dei pazienti. La RMN torace con l’utilizzo della sequenza DWI sembra avere un promettente ruolo nella localizzazione e quantificazione dell’infiammazione e meriterà un approfondimento per l’utilizzo come outcome clinico e di ricerca.
CRESTA, FEDERICO. "Verso un approccio personalizzato per il trattamento del difetto di base in Fibrosi Cistica". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009646.
Testo completoGuiducci, Linda. "Telemedicina e Fibrosi Cistica: come la tecnologia può agevolare l’assistenza e la gestione dei pazienti". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15640/.
Testo completoBrescini, Lucia. "Valutazione del grado di fibrosi cistica mediante metodica elastometrica in pazienti monoinfetti e coinfetti da HIV e HCV". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242552.
Testo completoBackground Due to the high efficacy of combination antiretroviral therapy (cART), the number of people surviving with HIV is increasing. Chronic HCV infection has become a leading cause of non‐AIDS related morbidity and mortality in HIV‐infected persons. Methods We compared liver fibrosis by transient elastometry (Fibroscan) in three types of patients followed at the Infectious Disease Department of University of Ancona from october 2009 to november 2012: HCV monoinfected (HCV), HCV‐HIV coinfected (HIV/HCV) and HIV monoinfected (HIV). Results A total of 354 adults were studied: 98 HIV, 70 HIV/HCV and 186 HCV. Patients with hepatitis B coinfection and decompensated liver cirrhosis were excluded. HIV/HCV patients had a longer duration of HIV (P<0.006) and HCV (P<0.001) infections. Additionally, they were on cART therapy for a longer period of time (P<0.001), they had higher prevalence of lipodystrophy (P<0.001) and higher HCV load (P = 0.004). Liver fibrosis was significantly more pronounced in HCV and HIV/HCV compared to HIV patients (P<0.001); no difference was found between HCV and HIV/HCV patients. Increased liver fibrosis was significantly associated with didanosine, stavudine, abacavir and lopinavir (P ranging from <0.001 to 0.007 ). By logistic regression the variables significantly associated with increased liver fibrosis were coinfection (P<0.001), age (P<0.001) and AST (P=0.007). Conclusions HIV‐HCV coinfection, age and AST are associated with a increased liver fibrosis in HIV‐infected patients.
GENNA, Vitalba. "Malattia cronica infantile e distress genitoriale. Uno studio sulla relazione madre-bambino in pazienti affetti da Fibrosi cistica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91344.
Testo completoBattistutta, Sara. "INTERVENTI PER FAVORIRE L'ADESIONE ALLE TERAPIE DELLE MALATTIE CRONICHE INFANTILI- Fibrosi Cistica, Diabete, Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, Celiachia -". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/9980.
Testo completoIl Progetto di Dottorato “Interventi per favorire l'adesione alle terapie delle malattie croniche infantili - Fibrosi Cistica, Diabete, Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, Celiachia” prende origine dalla consapevolezza dell’importante impatto della presenza di una malattia cronica, anche e soprattutto in età evolutiva, per il paziente e la sua famiglia. Le patologie croniche incidono infatti sulla qualità di vita dei pazienti e dei familiari, “interrompendone” la quotidianità. Il programma terapeutico può influire sulla qualità di vita percepita, in quanto può causare dolore ed essere difficoltoso per la complessità e la durata. Tali aspetti influenzano la treatment adherence, che può essere ostacolata anche da problematiche di tipo psicologico spesso difficilmente comunicabili. La famiglia del paziente gioca un ruolo molto importante, ed è pertanto necessario tenere in considerazione l’impatto che la diagnosi e la malattia hanno anche sul genitore e sulla coppia coniugale. Gli studi più recenti, propongono un modello di cura “patient centered”, così definito da Bardes (2012): “As a form of practice, it seeks to focus medical attention on the individual patient's needs and concerns, rather than the doctor's”. Utilizzare un modello di cura che dedichi attenzione a conoscere e accogliere i bisogni dei pazienti e coinvolga gli stessi nel care management della patologia si è dimostrato funzionale ed efficace nei casi di malattia cronica. Il progetto si è pertanto focalizzato sugli aspetti psicologici (preoccupazioni di salute, bisogni, adherence al trattamento) dei pazienti seguiti presso l’IRCCS Burlo Garofolo per Fibrosi Cistica (FC), Diabete Mellito di Tipo 1 (D), Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) e Celiachia (C), e alla luce di queste riflessioni si è posto l’obiettivo di implementare un percorso di cura che integri le necessità di carattere medico con i vissuti dei pazienti e i loro principali bisogni, al fine di favorire l’adesione al trattamento e quindi la loro qualità di vita. A tale scopo si è ritenuto importante: 1. Conoscere i bisogni, le preoccupazioni e le priorità di salute, le difficoltà e l’impatto del trattamento nei pazienti con malattia cronica, con attenzione anche al profilo emotivo e comportamentale per una eventuale identificazione precoce dei soggetti a rischio psicopatologico. Si è ritenuto importante confrontare il punto di vista del paziente e quello dello specialista, per valutarne il grado di comprensione ed eventualmente offrire degli spunti di riflessione al fine di migliorare l’alleanza terapeutica. 2. Favorire l’elaborazione della diagnosi di malattia cronica e l’adattamento alla nuova condizione (creazione di uno spazio di ascolto e supporto psicologico); 3. Favorire la comunicazione famiglia-staff e famiglia-territorio per promuovere un raccordo tra i diversi attori in campo (collaborazione con le associazioni). Per raggiungere tali obiettivi, il progetto ha previsto sia una attività di ricerca di tipo quantitativo, realizzata tramite la somministrazione di questionari e l’analisi dei loro risultati, che una di tipo qualitativo, in cui sono stati analizzati i dati relativi ai colloqui clinici effettuati nell’ambito dello spazio psicologico offerto ai pazienti. Allo studio hanno partecipato i pazienti seguiti presso l’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste per le patologie FC, D, MICI e C, sia in regime di controllo ambulatoriale, che di day-hospital o ricovero da gennaio 2011 a luglio 2013. Oltre alla compilazione della scheda socio demografica, il progetto ha previsto la somministrazione sia di questionari generali adatti a tutti i partecipanti (1. Need Evaluation Questionnaire di Tamburini; 2. Adherence, ad hoc; 3. SDQ-Ita, Strenght and Difficulties Questionnaire, di Goodman), sia di questionari patologia-specifici (Health Priorities, adattamento da Loonen). I risultati sono stati suddivisi nelle fasce di età 0-10 anni (compilazione del questionario da parte del genitore che descrive se stesso e il figlio); 11-18 anni (compilazione del questionario da parte del paziente, del genitore e, per una parte, del medico); >18 anni (compilazione del questionario da parte del paziente). Hanno aderito al progetto di ricerca 205 pazienti per quanto concerne la raccolta dei dati tramite questionari, mentre 174 hanno usufruito della consulenza psicologica offerta (1028 colloqui, durata media di un’ora). Infine 60 medici hanno aderito al progetto compilando il questionario riguardante le preoccupazioni di salute in età 11-18 anni. In questa sintesi non si riportano i risultati specifici ottenuti, essendo numerosi, ma si evidenziano sinteticamente le loro ricadute operative, ribadendo la necessità di individualizzare tali indicazioni per ogni paziente. In linea con un approccio patient-centered, si ritiene infatti importante indirizzare gli sforzi dei curanti a dedicare il tempo e le energie necessarie per conoscere gli specifici bisogni, le peculiari preoccupazioni e lo stato psicologico di quel paziente e di quella famiglia. 1. Favorire la comunicazione. Alla luce delle divergenze emerse nei questionari tra l’opinione dei pazienti, dei genitori, che per esempio tendono a proiettare i bisogni personali sui figli, e dei medici, è importante “far circolare” le informazioni e contribuire a esplicitare pensieri ed emozioni, consapevoli dei possibili fraintendimenti che ne potrebbero altrimenti derivare. In questo modo può trovare adeguato spazio anche la condivisione dei vissuti e delle preoccupazioni, generali e patologia-specifiche, rilevanti nel campione dei partecipanti allo studio. 2. Offrire informazioni e supporto. È stato riscontrato che la quantità e la qualità delle informazioni trasmesse al paziente e alla sua famiglia e la modalità con le quali vengono trasmesse giocano un ruolo fondamentale nel processo di accettazione a adattamento alla malattia cronica. I partecipanti allo studio hanno sottolineato in particolare la necessità di offrire maggiori informazioni sulla diagnosi, ma soprattutto sulla prognosi e sul trattamento. Tali informazioni possono aiutare i pazienti e i genitori a comprendere cosa attendersi nel futuro prossimo o a lungo termine, e a riconoscere pertanto con più facilità gli eventuali progressi nelle cure o i benefici derivanti (non percepiti dai partecipanti alla ricerca). I pazienti adulti e i genitori hanno inoltre dichiarato il bisogno di essere supportati, sia tramite un lavoro di tipo psicologico, sia tramite il confronto con altre persone con la stessa esperienza. A tale scopo può essere importante promuovere le informazioni sulle associazioni di pazienti presenti sul territorio. Da non trascurare infine anche l’importanza delle informazioni economico-assicurative per i genitori. 3. Empatizzare con la fatica del trattamento. I pazienti non sempre riescono percepire i benefici del trattamento che stanno facendo, mentre ne colgono bene i costi, che si traducono in trasgressioni al regime terapeutico, non solo in adolescenza ma anche in età adulta. Può essere importante, ancor prima di sottolineare durante i controlli medici periodici “le cose che non sono andate bene”, empatizzare con la fatica e i costi per quel paziente di quel trattamento per capire quali sono le specifiche difficoltà provate e come potrebbero essere affrontate, e rinforzare gli aspetti in cui il paziente si sta attivando in modo efficace. Questo alla luce anche delle fragilità emotive riscontrate nello studio e dell’influenza della patologia sullo sviluppo della propria identità, come per esempio testimoniato dal sentimento di diversità riferito dai pazienti nei questionari, alimentato o confermato da una quotidianità scandita dalle cure piuttosto che dalle attività tipiche dell’età. Lo stesso vale per coloro che, con i bambini più piccoli, sono i garanti dell’adherence al trattamento, ovvero i genitori, che possono provare difficoltà sia concrete che emotive. 4. Fare attenzione se le famiglie non sono coese. Lo studio conferma l’influenza della coesione familiare sull’adattamento alla patologia; nel caso di famiglie non coese sono infatti stati riscontrati livelli più elevati di preoccupazione. È dunque importante tenerne conto nella presa in carico di pazienti con patologia cronica, poiché potrebbero andare incontro a maggiori difficoltà, coinvolgendo nella cura anche il contesto familiare. 5. Organizzare la transizione. Una fase particolare nella cura delle patologie croniche è quella della transizione dal servizio pediatrico a quello dell’adulto, un processo che richiede gradualità e accortezza da parte di tutti gli attori in gioco. È importante che i curanti si attivino in modo tale da rispondere ai bisogni, sia di informazione che relazionali segnalati dagli adolescenti della ricerca, e alle preoccupazioni dei pazienti in questo particolare passaggio. 6. Tenere gli occhi aperti sugli aspetti emotivi, sociali e comportamentali. Lo studio conferma la percezione, soprattutto da parte dei genitori, di fragilità psicologiche nei pazienti con malattia cronica. È importante che i sanitari ne siano consapevoli e le tengano in considerazione (ad esempio somministrando strumenti di indagine rapidi e validi), in modo da poter prevenire se possibile lo sviluppo di psicopatologie franche o inviare a chi di competenza per gli interventi del caso. 7. Essere consapevoli che ogni patologia può attivare preoccupazioni specifiche e richiede considerazioni su aspetti peculiari. Nello studio è per esempio emersa l’importanza di tenere in considerazione la gravità delle manifestazioni cliniche nella FC; il controllo glicemico, la paura dell’ipoglicemia e l’importanza delle restrizioni alimentari nel D; le preoccupazioni sulle conseguenze prossime, come i ricoveri o gli interventi chirurgici, per le MICI; e infine l’impatto della dieta glutinata nei pazienti con C, con attenzione alla presenza o meno di sintomi. 8. Offrire la possibilità di un supporto di tipo psicologico dedicato. L’esperienza clinica del dottorato e i risultati della ricerca hanno fatto emergere l’importanza di un tempo sufficientemente ampio dedicato all’ascolto e al lavoro psicologico con le persone con malattie croniche e con i loro familiari, al fine di stimolare la comunicazione e favorire l’accettazione e l’adattamento alla patologia, in un processo di cura che permetta il passaggio dal “to cure” al “to care”. Nel Capitolo 1 “Le Malattie Croniche”, viene data una definizione sintetica del concetto di “malattia cronica” e una breve descrizione delle patologie considerate nello studio. La conoscenza di tali caratteristiche è necessaria per gli operatori sanitari, anche non medici, per poter comprendere il quadro di riferimento del bambino, dell'adolescente o dell'adulto con patologia cronica, potervi empatizzare e attivarsi di conseguenza. Nel Capitolo 2 “Gli Aspetti Psicologici Nelle Malattie Croniche”, dopo una breve introduzione sull’importanza di studiare gli aspetti psicologici, è stata delineata una panoramica dell’evoluzione di questi studi nel tempo. Di seguito, in una prima parte sono stati descritti gli aspetti psicologici generali, in considerazione sia della fase di sviluppo sia della fase di malattia; in una seconda parte si sono analizzati alcuni aspetti peculiari delle specifiche patologie. Nel Capitolo 3 “Interventi per favorire l’adesione alle terapie delle malattie croniche infantili” viene infine descritto lo studio realizzato e i principali risultati ottenuti, con particolare attenzione alle ricadute in ambito clinico di tale lavoro. Sono stati analizzati sia i dati quantitativi, ricavati dalla somministrazione dei questionari e dall’analisi dei loro risultati, sia i dati di tipo qualitativo, ricavati dall’analisi delle informazioni inerenti il lavoro clinico con i pazienti (colloquio clinico). Verrà sinteticamente descritto anche l’approccio teorico seguito.
XXVI Ciclo
1979
Vergnani, Sara. ""F(accio) C(entro)": progetto di un'applicazione per smartphone per aumentare l'aderenza al trattamento aerosolico negli adolescenti affetti da Fibrosi Cistica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Cerca il testo completoGaleno, Lauretta. "Structural features of the intracellular domains of the cystic fibrosis transmembrane conductance regulator". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424664.
Testo completoLa fibrosi cistica (FC) è la malattia genetica umana più comune, che si verifica prevalentemente nella popolazione caucasica con incidenza pari a 1 su 2500 neonati. È una malattia autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene che codifica per il canale CFTR, canale del cloro espresso prevalentemente in cellule epiteliali, ma che è anche coinvolto nello scambio bicarbonato-cloruro. I sintomi FC più comuni includono la malattia polmonare progressiva e problemi cronici dell'apparato digerente (Riordan et al., 1989), il cui grado di gravità dipende da altri fattori genetici e / o ambientali. La patogenesi di FC è caratterizzata dalla formazione di muco denso e appiccicoso in diversi organi che producono mucina, come i polmoni, seni paranasali, intestino, pancreas e organi riproduttivi. Per questo motivo, FC anche denominata mucoviscidosi, poichè mucine - polimeriche, glicoproteine O-linked gelificanti responsabili delle proprietà visco-elastiche del muco, giocano un ruolo critico nella malattia (Kreda et al, 2012.). Lo scopo del presente lavoro di Ph. D è stato quello di indagare le caratteristiche strutturali dei due domini di CFTR: i domini leganti nucletidi (NBDS) - responsabili dei meccanismi di gating del canale, e che sono stati individuati essere siti bersaglio di farmaci utilizzati nella terapia di FC - e il dominio regolatorio (RD), direttamente coinvolto nell'attivazione del canale. La conoscenza di questi aspetti potrebbe probabilmente migliorare la comprensione delle funzionalità di CFTR difettosa, e anche aiutare la progettazione di strategie terapeutiche per correggere la proteina difettosa in situ, e / o potenziando l'attività fisiologica del canale. La presente tesi si riferisce essenzialmente ai quattro articoli pubblicati ed allegati che presentano la maggior parte dei risultati ottenuti durante il corso di 3 anni di dottorato. Il primo articolo tratta le caratteristiche biochimiche e strutturali degli NBD (1 e 2), che sono state studiate attraverso saggi biochimici e misure di Small Angle X-ray Scattering (SAXS), mentre il secondo articolo è relativo alla pubblicazione dei dati riguardanti lo studio dell’interazione tra gli NBD (1 e 2) e un potenziatore (2-pirimidin-7,8-Benzoflavone, PBF) dell’attività di CFTR. Invece, il terzo e il quarto articolo riportano i dati relativi allo studio di RD in condizioni non-fosforilate e fosforilate, e l'influenza della fosforilazione sulla conformazione del dominio, misurata tramite esperimenti di dicroismo circolare (CD) e esperimenti di SAXS. In sintesi, i risultati ottenuti ci hanno permesso di trarre le seguenti conclusioni principali. NBD1 e NBD2 se presenti in una miscela equi-molare formano un dimero che in presenza di ATP risulta avere una conformazione più compatta; tale conformazione può essere significativamente cambiato da PBF. Inoltre, i dati possono essere sfruttati per ricostruire il modello ab-initio di NBD1 e NBD2, sia come dimero (con o senza PBF) sia come monomeri isolati. I risultati ottenuti sulle caratteristiche biochimiche, strutturali e termodinamiche di RD, ci ha permesso di ricostruire un modello 3-D a bassa risoluzione, della proteina nativa e fosforilata, e sottolineare come la fosforilazione induca un cambiamento conformazionale del dominio e la diminuzione di stabilità di RD.
CASTELLANI, STEFANO. "Valutazione dell'efficienza, efficacia e sicurezza di vettori lentivirali nel trasferimento del gene CFTR in sistemi modello di epitelio respiratorio in fibrosi cistica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/265953.
Testo completoMagnani, Virginia. "Studio della prevalenza dell'incontinenza urinaria nelle pazienti con fibrosi cistica afferenti al Centro Regionale di Cesena come premessa alla presa in carico riabilitativa". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Cerca il testo completoBucci, Micaela <1975>. "Timing per l'inserimento in lista dei pazienti affetti da fibrosi cistica che necessitano di trapianto polmonare: casistica di un centro regionale di riferimento". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3822/1/bucci_micaela_tesi.pdf.
Testo completoBucci, Micaela <1975>. "Timing per l'inserimento in lista dei pazienti affetti da fibrosi cistica che necessitano di trapianto polmonare: casistica di un centro regionale di riferimento". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3822/.
Testo completoBIANCOLELLA, MICHELA. "Studi di profili di espressione per la ricerca di biomarcatori genomici in malattie monogeniche e multifattoriali: la fibrosi cistica e il cancro della prostata". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/444.
Testo completoCARBONE, ANNALUCIA. "Isolation of human amniotic stem cells from term placenta and their in vitro differentation in airway epithelium to correct CF phenotype". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266062.
Testo completoRUSCONI, DAMIANA. "Studio in vitro dell'espressione di varianti del gene CFTR con ruolo patofisiologico non ancora definito". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266120.
Testo completoForzan, Monica. "Functional Splicing Assay mediante l'utilizzo di minigeni plasmidici nel gene NF1". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426969.
Testo completoLe recenti conoscenze sulla complessità del processo di splicing, hanno rivelato l’esistenza di importanti elementi di regolazione dello stesso. Variazioni di questi nuovi elementi, che si trovano sia nelle regioni codificanti che non codificanti dei geni, possono manifestarsi con effetti deleteri sullo splicing del pre-mRNA. Forse una delle ipotesi più accreditate di questi anni è che anche variazioni silenti del modulo di lettura o variazioni delle sequenze introniche siano da considerare responsabili di patologie. L'attivazione di pseudo-esoni o di esoni criptici in seguito alla creazione di nuovi siti di splicing o all’alterazione di siti di splicing costitutivi sono eventi già osservati come causa di patologie da difetti dello splicing. Tuttavia, le informazioni attualmente disponibili sulle patologie genetiche rivelano che le conoscenze su molti dei meccanismi fondamentali che regolano lo splicing del pre-mRNA sono ancora molto scarse. I difetti di splicing costituiscono il 30-50% del totale di mutazioni del gene NF1. Circa il 30% di queste mappa lontano dalle giunzioni esone-introne dove possono causare la creazione di nuovi siti di splicing, attivare siti cripitici, o portare alla perdita o formazione di sequenze segnale esoniche e/o introniche, importanti per il riconoscimento del messaggero da parte dei fattori di splicing. Sulla base di queste premesse l’obbiettivo di questo lavoro è stato di ricercare mutazioni potenzialmente alteranti il meccanismo di splicing e di sviluppare un minigene plasmidico per caratterizzare in vitro l’effetto di queste variazioni genomiche sul meccanismo e sulle sue alterazioni. Inizialmente è stata effettuata un’analisi di screening di mutazioni nel gene NF1 su 310 pazienti affetti da Neurofibromatosi di tipo 1 afferiti presso il servizio di Genetica Clinica ed Epidemiologia del Dipartimento di Pediatria dell’Università degli Studi di Padova. La ricerca di mutazione è stata eseguita mediante DHPLC e HRMA. Ne sono emerse 196 mutazioni a carico del suddetto gene di cui 41 che alterano, o potrebbero alterare, il meccanismo di splicing. Nel caso delle mutazioni osservate de novo sono stati eseguiti dei test in silico mediante l'utilizzo di software disponibili in rete come: BDGP: Splice Site Prediction by Neural Network (http://www.fruitfly.org/seq_tools/splice.html) e NetGene 2 Server (http://www.cbs.dtu.dk/services/NetGene2) che analizzano variazioni a carico delle sequenze consensus GT-AG dello splicing, Human Splicing Finder Version 2.4 (http://www.umd.be/HSF/) e ESEfinder Release 3.0 (http://rulai.cshl.edu/cgi-bin/tools/ESE3/esefinder.cgi?process=home) che, basandosi su modelli di calcolo predittivi, prendono in considerazione anche le alterazioni delle sequenze ESE (Exonic Splicing Enhancer), ESS (Exonic Splicing Silencer), ISE (Intronic Splicing Enhancer) e ISS (Intronic Splicing Silencer). Per la valutazione in vitro è stato costruito un b-globin minigene. Clonando all’interno di questo vettore la regione genomica interessata dalla mutazione, questo diventa un veicolo per trasfettare in modo transiente cellule HeLa in modo da poter estrarre i trascritti e valutare l’alterazione dello splicing. L’analisi dei prodotti di trascrizione ha confermato la funzionalità del sistema. Nel caso della variazione NF1 IVS 5-5 T>G si è potuto osservare che tale mutazione provoca lo skipping dell’esone 6 del gene NF1. In un caso particolare è stata utilizzata la metodica per valutare gli effetti della variazione: CFTR IVS 4+3 A>G. L’analisi ha evidenziato che dal costrutto mutato si ottengono tre prodotti di trascizione: un trascritto wild type, un trascritto che presenta la delezione di 93 nucleotidi all’estremità 3’ dell’esone 4 di CFTR e un trascritto che presenta il completo skipping dell’esone 4 di CFTR. In aggiunta sono stati effettuati anche degli studi epidemiologici valutando mediante HRMA la presenza di tale variante in 250 individui sani di controllo. Il calcolo delle frequenze alleliche e l’analisi dei trascritti ha portato ad affermare che la variazione 621+3 A>G non sia da considerarsi la causa di forme gravi di Fibrosi Cistica, andando a smentire quanto precedentemente riportato in letteratura. Il lavoro è stato di recente pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Human Genetics.
Correia, Cyntia Arivabeni de Araujo. "Estudo dos genes TNF alfa, ADIPOQ e STATH entre portadores de fibrose cistica". [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308583.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-13T02:33:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Correia_CyntiaArivabenideAraujo_D.pdf: 1775265 bytes, checksum: 99ecfece81f00d7833282ae41bae5731 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: A Fibrose Cística (FC) possui uma grande variabilidade de expressão fenotípica, o que significa que crianças com o mesmo genótipo podem diferir quanto à sua apresentação. A proteína defeituosa formada é chamada CFTR (proteína reguladora da conductância iônica), causa transporte anormal de sódio e cloro através da membrana apical das células epiteliais das vias aéreas, pâncreas, intestino e aparelho reprodutor. Essa proteína é codificada por um único gene que recebe o mesmo nome da proteína, CFTR, e localiza-se no braço longo do cromossomo 7, região 7q3.1. Gêmeos monozigóticos apresentam maior concordância em relação à gravidade da doença pulmonar que os dizigóticos, sugerindo que a FC seja modulada por fatores genéticos secundários - genes modificadores - além do gene CFTR. A característica mais importante na FC é a sobrevida que é influenciada pela doença pulmonar. Portanto, genes que estejam envolvidos na imunidade, inflamação, reparação do epitélio e produção de muco são candidatos a genes modificadores da doença. Os objetivos foram: 1) determinar a prevalência dos polimorfismos -308G/A e -238G/A do gene TNF a entre portadores de FC e verificar existência de associação entre esses polimorfismos e a gravidade do quadro pulmonar, 2) identificar alterações de sequencia nos exons e junções exon/ intron dos genes ADIPOQ e STATH e verificar existência de associação entre possíveis variações nesses genes e a gravidade da FC. Foi realizada PCR seguida por digestão enzimática para o polimorfismo -308G/A do gene TNF a, reação em cadeia da polimerase ARMS para o polimorfismo -238G/A do gene TNF a, e para os genes ADIPOQ e STATH foi feita a triagem de mutações através de cromatografia líquida de alta resolução por desnaturação - DHPLC com posterior sequenciamento da região onde foi encontrada alteração. Foram analisados 49 pacientes com FC em seguimento no Ambulatório de Mucoviscidose do HC/UNICAMP, homozigotos para a mutação F508 ou heterozigotos compostos para mutações de classe I ou II ou homozigotos para mutações de classe II, que são alterações que não levam à formação de proteína funcional. Além disso, foram selecionados indivíduos que apresentem alteração de eletrólitos no suor. Para o polimorfismo -308G/A do gene TNFa os genótipos GG, AA e GA foram encontrados com as seguintes frequencias: 14,28, 67,35 e 18,36% respectivamente. Estes dados se opõem ao relatado na literatura. Tal diferença deve ocorrer pelas características populacionais da população brasileira. Para o polimorfismo -238G/A do gene TNFa, os genótipos GG e AG tiveram as seguintes frequencias: 79,59 e 20,41% respectivamente. O genótipo AA não foi encontrado na amostra analisada. A alta frequencia do genótipo GG comparado com o AA, concorda com a literatura. Não foi encontrada alteração na sequencia dos genes STATH e ADIPOQ. Não foi possível estabelecer uma associação entre a gravidade da FC e os genes TNFa, STATH e ADIPOQ, nas regiões analisadas.
Abstract: Cystic Fibrosis (CF) has a great variety expression, which means that the seriousness of the disease can vary a lot among people who have it. The defective protein, called CFTR (Cystic Fibrosis Transmenbrane Regulator), causes abnormal transportation of chloride and sodium through the apical membrane of the epithelial cells of the airway, liver, intestine and masculine reproductive tract. This protein is encoded by a single gene which has the same name, CFTR, and is located within the long arm of chromosome 7, region 7q3.1. CF is a disease which expressivity is much variable, with different degrees of damage and the age when the symptoms begins is also much variable, even within individuals of the same family, like twins. Because of it, it is been said that others genetic factors besides CFTR, can be modulating the clinical presentation. As the pulmonary state is the great responsible for the mortality of the disease genes that are involved in host defense, inflammation, epithelial repair, mucin production, and airway reponsiveness are of great interest. Base on this the objectives of this work were: determine the prevalence of the polymorphisms -308G/A e -238G/A from the TNF a gene and verify if there is an association between these polymorphisms pulmonary disease severity, and identify alterations on ADIPOQ and STATH genes and verify if there is an association between these polymorphisms and CF severity. PCR followed by restriction enzyme digestion was performed to detect the polymorphism -308G/A from the TNF a gene, ARMS PCR to the polymorphism -238G/A from the TNF a gene the DHPLC method associated to the sequencing to analyze ADIPOQ and STATH genes, were used. We performed analyses of 49 cystic fibrosis patients that are followed in a Cystic Fibrosis center from HC/UNICAMP, that are \F508 homozygous or compound heterozygous to mutations from class I or II, or that are homozygous to class II mutations, which are alterations that do not produce functional protein. Besides this, were selected individuals that have sweat test altered. To the polymorphism 308G/A from TNFa gene the genotypes GG, AA e AG were in the following frequencies: 14,28, 67,35 e 18,36%. This data is contradictory to the literature and may occur because of the racial admixture of the Brazilian population. To the polymorphism -238G/A from TNFa gene, the genotypes GG AG were in the following frequencies 79,59 e 20,41%. The genotype AA was not found in the analyzed group. The high frequency of the genotype GG is in agreement of the data. It was not possible to find any alteration on ADIPOQ and STATH genes. And also it was not possible to make any correlation between the severity of the CF disease and the genes TNFa, STATH and ADIPOQ between the analyzed regions.
Doutorado
Ciencias Biomedicas
Doutor em Ciências Médicas
Amalfi, Liliam Machado. "Perfil microbiologico de pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308366.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-11T18:35:30Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Amalfi_LiliamMachado_M.pdf: 5120878 bytes, checksum: c21489142714302bf486eaaa938cf04c (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Considerando que a fibrose cística é a mais importante doença hereditária, potencialmente letal, incidente na raça branca, que a infecção pulmonar é reconhecida por ter o maior papel na morbimortalidade levando à morte prematura em 90% dos pacientes, e que a principal causa das exacerbações é as infecções recorrentes ou crônicas; torna-se fundamental para um centro de referência, o conhecimento do perfil microbiológico de seus pacientes. A correlação entre a exacerbação dos sintomas pulmonares e a contagem de colônias de bactérias na cultura rotina diagnóstica (CRD) serve para orientar o controle das infecções. Norteados por este fundamento, para o perfil microbiológico utilizaram-se resultados CRD do: Registro eletrônico do Paciente (REP), Arquivo do Laboratório de Microbiologia (ALM) e Prontuário do paciente (PP). As três bases dados pertencem à mesma casuística, sendo que os dois últimos foram utilizados para verificar a coerência entre os perfis e estudo da susceptibilidade. Estatística: x2, Fisher, Pearson, regressão linear, e, nível significância p<0.05 e IC 95%. Foram resgatados 38.480 registros do REP, referentes a 975 CRD's, 402 nos ALM's e 371 dos PP's. Foram isoladas: Pseudomonas aeruginosa em 80,9% REP (43% pertenciam ao morfotipo não mucóide), nos ALM em 70,8% (43% não mucóide) e em 100% dos PP (60,6% não mucóide) e; Staphylococcus aureus em (50,1% REP, 48% ALM, e em 55% PP). Microrganismos emergentes como Burkholderia cepacia em (3,69% REP, 1% ALM, e em 3,5% dos PP's), Strenotrophomonas maltophilia em (3% REP, 2,8% ALM e 1,6% PP). Observamos uma elevada prevalência dos P. aeruginosa, durante o 1° ano de vida (57%), diferença significante se comparadas aos resultados da Cystic Fibrosis Fundation e Consenso Europeu que relatam uma prevalência de 20% entre 0-5 anos. Em relação à prevalência da B. cepacia, foi utilizado o meio seletivo, elevando a prevalência para 13% no ano de 2003, e, se observados ao longo dos anos, o valor se assemelha aos demais estudos (3,6%). Em relação ao estudo de susceptibilidade antimicrobiana, foram encontradas 13 cepas de P.aeruginosa multidroga-resistente aos 5 antibióticos incluídos no estudo (3,23% CRD's em 3 pacientes). Das P.aeruginosa 13,4% foram sensíveis a todos os antimicrobianos (ALM). Foi possível observar resistência das cepas P. aeruginosa aos antibióticos freqüentemente utilizados como a Gentamicina (50%) e Amicacina (31%). As mesmas cepas foram sensíveis à Ceftazidima (45%), Ciprofloxacina (48,7%). Foram isoladas em 389 dos 402 CRD's (ALM), ambos morfotipos (mucóide e não mucóide) apresentando elevada sensibilidade a Ceftazidima, Imipenem e Amicacina (66,9, 56,3% e 60% respectivamente) e, dentre eles, o que apresentou maior eficácia e menor resistência foi a Ceftazidima (5,4%). As cepas de S. aureus apresentaram elevada sensibilidade (72,7% ALM e 100% PP) sendo que dos 183 antibiogramas somente 11 cepas (6% em 5 pacientes ALM) apresentaram-se Oxa-Resistente, apesar de uma prevalência elevada e persistente. O perfil microbiológico, utilizando REP, foi coerente com ALM e PP, sugerindo que dados eletrônicos podem se amoldar às perspectivas de futuras pesquisas, levando-se em consideração a necessidade de novos estudos e maior interação entre as equipes, ajustadas as correções de possíveis vieses
Abstract: Considering that the Cystic Fibrosis is the most important hereditary illness potentially lethal incident in Caucasoid, and the pulmonary infections has been recognized as having the greatest role in the morbid mortality, being cause of death in 90% of the patients, and the main exacerbations cause are the recurrent or chronic infection/ the knowledge in the microbiological profile from patients becomes basic for all reference centers. When infected, the treatment will depends of microorganisms characteristics (antimicrobial resistance and ambient conditions) and, the prognostic depends of the nutritionals and immunological conditions; The correlation between the exacerbation from pulmonary symptoms and the counting of bacteria colonies by the culture routine diagnosis (CRD), serves to guide and control the infections. Guided by this bedding, our objective was to delineate this profile, using the CRD results from: Electronic Patient Register (REP), Archives from Microbiology Laboratory (ALM) and Handbooks of Patient (PP). All the databases belong to the same casuistry, being ALM data and PP collected to verify if the electronic registers correspond to the findings and notations in these archives. For the statistical calculations: descriptive analysis, x2, fisher, correlation Pearson and linear regression and the significance were p <0, 05 and IC 95%. Were analyzed 975 CRD's results between 38.480 registers from REP (100 patients), 402 from ALM (100 patients) and 371(9 patients) from PP's. Were identified: Pseudomonas aeruginosa in 80,9% from REP (43.1% belonged to morphotype mucoid), from ALM in 70,8% (27.8% mucoid) and PP (51.4% mucoid); Staphylococcus aureus in (50.1% REP, 48% ALM, and in 55% PP). Emergent microorganisms as Burkholderia cepacia in (3.69% REP, 1% ALM, and in 3,5% of the PP's), Strenotrophomonas maltophilia in (3% REP, 2.8% ALM and 1.6% PP). In relation of microorganisms prevalence, we observed a high significant prevalence of the Pseudomonas aeruginosa during the first year life (57%), greater than the results from Cystic Fibrosis Foundation and European Consensus (20% of 0-5 yrs). In relation of Burkholderia cepacia prevalence, the selective media was used (year 2003), increasing the prevalence to 13%, if observed during a long period, it would be equivalent to found (3,6%). About antimicrobial susceptibility, 13 of P. aeruginosa multi-drugs resistant were found to all usual antibiotics (3,3% CRD of 3 patients). The P. aeruginosa, 13,4% were sensitive to all antimycrobiane. We observed a great resistance between P. aeruginosa against to usual antibiotics as Gentamicine (50%) and Amicacine (31%). The same cepas were sensitive to Ceftazidima (45%), Ciprofloxacin (48,7%). Of 389 CRD's (ALM), were simultaneously found the both morphotypes (mucoid and nonmucoid) that showed a high sensitive to Ceftazidima, Imipenem e Amicacin (66,9, 56,3% e 60%) and the more effective and less resistant was Ceftazidima (5,4%). The Staphylococcus aureus were high sensitive (72,7% ALM and 100% PP) and just 11 cepas in 183 (5,9%) were Oxa-Resistant in 5 patients, even thought the high and persistent prevalence. The microbiological profile of cystic fibrosis patient from REP corresponds to the results from ALM and PP, suggesting that the electronic register can be molder to the perspectives of future researches, with news studies on this subject, and to plan more interaction between teams to correct any possible vises to appropriate research
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Martins, Fabiana Perina. "Intolerancia a glicose e Diabetes Mellitus em pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308368.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-11T06:33:30Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Martins_FabianaPerina_M.pdf: 2062761 bytes, checksum: b65d4e2ddc9e70f685f96d3b25ba042e (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Fibrose cística (FC) é a doença genética autossômica recessiva, mais freqüente na população caucasóide. Suas principais manifestações clínicas incluem doença pulmonar supurativa crônica, insuficiência pancreática exócrina, com suas repercussões secundárias (má absorção e desnutrição), aumento das concentrações de eletrólitos (Sódio e Cloro) no suor, esterilidade masculina e complicações metabólicas e endócrinas secundárias, entre elas, a intolerância aos carboidratos, com ou sem Diabetes Mellitus (DM). O objetivo deste trabalho foi avaliar a incidência da intolerância à glicose em pacientes FC acompanhados em um centro de referência. O estudo foi descritivo do tipo transversal dos indivíduos acompanhados regularmente no Hospital de Clínicas da Unicamp. Participaram 43 pacientes com idade igual ou superior a 08 anos e diagnóstico confirmado de FC. O teste de tolerância à glicose (TTG) foi realizado conforme o Expert Committee on the Diagnosis and Classification of Diabetes Mellitus. O resultado do teste foi correlacionado com idade, gênero, estado nutricional, função pulmonar, perfil microbiológica das secreções respiratórias, tipos de mutações identificadas e com o escore clínico de Shwachman (ES) dos pacientes avaliados. Dos 43 pacientes analisados, 22 eram masculinos e 21 femininos; 11(43) pacientes se mostraram intolerantes à glicose, sendo 9 (11) femininos e 2 (11) masculinos. Entre eles 7 (11) foram classificados como intolerantes e Diabéticos e 4 (11) como intolerantes não diabéticos. Na análise estatística empregada, a única diferença significativa deu-se entre a presença de Diabetes Mellitus (DM) e o gênero feminino. Com relação às demais variáveis relacionadas, não houve diferença estatística significante. A incidência da Intolerância à glicose, com ou sem o DM mostrou-se elevada na população estudada e a realização do TTG foi importante para o diagnóstico e a intervenção terapêutica precoces
Abstract: Cystic fibrosis (CF) is a recessive autossomic genetic disease more frequent in the Caucasian population. Its main clinical manifestations include chronic suppurative pulmonary disease, exocrine pancreatic insufficiency with their secondary repercussions (malabsorption and malnutrition), electrolyte (sodium and chlorine) concentrations increase in sweat, male sterility and metabolic complications and secondary endocrines, among them, intolerance to carbohydrates, with or without Diabetes Mellitus (DM). The aim of this work was to evaluate the incidence of intolerance to glucose in CF patients followed up in a reference centre. The study was descriptive of the transversal type of individuals regularly followed up at the Unicamp Clinical Hospital. 43 patients (age 8 or higher with CF diagnosis confirmed) participated. The tolerance to glucose test (TGT) was performed according to Expert Committee on the Diagnosis and Classification of Diabetes Mellitus. The test result was correlated with age, gender, nutritional state, pulmonary function, microbiological profile of respiratory secretions, kinds of identified mutations and with Shwachman clinical score (SCS) of the evaluated patients. Of 43 analyzed patients, 22 were male and 21 female; 11 (43) patients showed to be intolerant to glucose, 9 (11) being female and 2 (11) male. Among them, 7 (11) were classified as intolerant and diabetic, and 4 (11) as intolerant non-diabetic. In the statistical analysis employed, the only significant difference occurred between the presence of Diabetes Mellitus (DM) and the female gender. As to the other related variables, there was no significant statistical difference. The incidence of intolerance to glucose, with or without DM, was high in the studied population and the performance of TGT was important for the precocious diagnosis and therapeutic intervention
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Furgeri, Daniela Tenório 1983. "Haplotipos da região genica CFTR em nucleos familiares de pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308587.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-11T07:49:42Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Furgeri_DanielaTenorio_M.pdf: 2346117 bytes, checksum: 8c455774e8fcf28345f6135b0e9534a3 (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: A Fibrose Cística (FC) é uma doença genética de padrão de herança autossômica recessiva com incidência de 1/2.500 indivíduos e uma freqüência de portadores de 1/25 nos indivíduos caucasóides. A doença é progressiva e apresenta como manifestação clínica a obstrução respiratória crônica, infertilidade masculina e deficiência de ganho de peso pelo dano ao pâncreas exócrino. A maioria dos pacientes tem níveis elevados de eletrólitos no suor. O gene responsável pela doença foi localizado no cromossomo 7, possui 27 éxons e é denominado CFTR (¿Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator Gene¿). Existem mais de 1.000 mutações descritas em todo o gene, a mais freqüente, a ?F508, é caracterizada como uma deleção de três pares de bases, o que determina a perda de uma fenilalanina na posição 508 da proteína CFTR, a qual forma um canal para o transporte do íon cloro. O defeito básico está associado com a diminuição da condução de íons cloro através da membrana apical de células epiteliais. O objetivo desse trabalho foi verificar em uma amostra de núcleos familiares de pacientes com fibrose cística, os haplótipos existentes, a possibilidade de utilização de polimorfismos para diagnóstico pré-natal e pré-implantação e correlacionar a mutação ?F508 com os haplótipos encontrados. A análise de polimorfismos GATT foi realizada através da técnica da reação em cadeia da polimerase (PCR) e a análise dos polimorfismos MP6-D9, TUB09 e TUB18 foi realizada através da PCR e digestão enzimática específica. Em nossa casuística, nove haplótipos diferentes foram encontrados em 39 cromossomos. Vinte e cinco estão ligados à mutação ?F508 e 14 ligados a outras mutações (não-?F508). O haplótipo 6, +; G; C (GATT, MP6D9, TUB09 e TUB18) foi o mais freqüente (48%) em cromossomos com o gene CFTR alterado e está fortemente ligado à mutação ?F508 (64%). Em 43% das famílias analisadas pelo menos um polimorfismo informativo foi encontrado para o diagnóstico pré-natal ou pré-implantação. Em conclusão, estes polimorfismos constituem um excelente grupo de marcadores genéticos, úteis para observar a transmissão dos alelos mutados em famílias de pacientes com fibrose cística, onde não é possível estabelecer o genótipo completo. De acordo com os resultados obtidos, estes polimorfismos poderão ser amplamente utilizados para o diagnóstico pré-natal e pré-implantação, cumprindo com o objetivo do trabalho
Abstract: Cystic Fibrosis (FC) is a genetic autossomic recessive disease with an incidence of 1/2.500 life births and a carrier frequency of 1/25 in the caucasian population. The disease is progressive and present as a clinical manifestation the respiratory chronic blockage, male infertility and deficiency to gain weight caused for the damage to the exocrine pancreas. The majority of the patients has raised electrolyte levels in the sweat. The gene responsible is located in chromosome 7, and it has 27 éxons, and is called CFTR ("Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator Gene"). Over 1.200 mutations have been described all over the gene and the mutation ?F508 is the most frequent, and is characterized as a deletion of three bases pairs, which determines the loss of a phenylalanine in position 508 of protein CFTR. The basic defect is associated with the reduction of the conduction of ions Cl- through the apical membrane of epithelial cells. The CFTR forms a channel for the transport of this ion. The aim of this work was to determine to verify in a cystic sample of nuclei familiates of patients with cystic fibrosis, the existing haplotypes, the possibility of use polymorphisms for prenatal and preimplantacion diagnosis and to correlate the mutation ?F508 with the joined haplotypes. The analysis of polymorphism GATT was performed by polymerase chain reaction (PCR) and the analysis of polymorphisms MP6-D9, TUB09 and TUB18 polymorphism was performed by PCR and enzymatic digestion. In our casuistic, nine differents haplotypes had been found in 39 chromosomes. Twenty-five with ?F508 mutation and 14 with other mutations (not-?F508), haplotype 6, +; G; C (GATT, MP6-D9, TUB09 and TUB18) was most frequent (48%) in chromosomes with mutated CFTR gene and is strong linked to the ?F508 mutation (64%). In 43% families analyzed at least an informative polymorphism were found for the prenatal diagnosis or preimplantacion. In conclusion, these polymorphisms constitute an excellent group of genetic useful markers to observe the transmission of the mutateds alleles in families of patients with cystic fibrosis, where it is not possible to establish the complete genotype. In accordance with the gotten results, these polymorphisms could be used for the prenatal and preimplantacion diagnosis, fulfilling with the objective of the work
Mestrado
Mestre em Farmacologia
Cunha, Carolina de Azevedo Pedrosa. "Densidade mineral ossea de pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310723.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-06T04:14:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Cunha_CarolinadeAzevedoPedrosa_M.pdf: 929402 bytes, checksum: 7a22e172b8511c98f1b3aa5eed31071e (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: Fibrose cística (FC) é uma doença genética autossômica recessiva, mais freqüente na população caucasóide. As principais manifestações clínicas da FC incluem doença pulmonar crônica, insuficiência pancreática, elevação dos eletrólitos no suor e esterilidade masculina. Apesar dos avanços no tratamento clínico e nutricional dos últimos anos, complicações não relacionadas com a fisiopatogenia da FC têm sido descritas como a redução importante da densidade mineral óssea (DMO). O objetivo deste trabalho foi avaliar a DMO de pacientes com fibrose cística e correlacionar os achados com as variáveis estudadas. O estudo foi descritivo do tipo transversal com os indivíduos acompanhados regularmente no Hospital de Clínicas da UNICAMP. Foram selecionados 29 pacientes com idade igual ou superior a 10 anos e diagnóstico firmado de FC. A avaliação do estado nutricional foi feita pelos indicadores antropométricos peso/idade, altura/idade e pelo índice de massa corporal (IMC em kg/m2). A densidade mineral óssea da coluna lombar (segmento L2-L4), do fêmur e do corpo total foram avaliadas por meio do exame de densitometria de duplo feixe de raios X (DEXA). Esse exame também possibilitou a determinação dos valores das massas magra e gorda (kg). A ingestão dietética diária foi determinada pelo registro alimentar de 3 dias e a prova de função pulmonar foi utilizada para obtenção dos valores diretos da capacidade vital forçada e do fluxo expiratório forçado no primeiro segundo. A média de idade da população estudada foi de 14,4 anos (±3,85) com predomínio do gênero masculino (58,6%). O escore de desvio padrão peso/idade e altura/idade demonstraram percentuais de desnutrição elevados: 60,9% e 65,2%, respectivamente. Com relação a densitometria óssea, 58,6% dos pacientes apresentaram redução da DMO para coluna lombar e 42,3% para o corpo total. Houve correlação positiva entre a DMO da coluna lombar, do fêmur e do corpo total com a idade, índice de massa corporal e massa magra (p< 0,05). A gravidade da doença pulmonar e a insuficiência pancreática não apresentaram correlação com a alteração da DMO observada. O inquérito alimentar revelou percentuais de adequação para os nutrientes estudados acima de 100% da recomendação nutricional preconizada pelo Consenso Europeu de Fibrose Cística. Os resultados desse trabalho apresentaram alteração significativa na DMO e estão em concordância com os achados da literatura científica. A manutenção do estado nutricional adequado pode ter efeito protetor para a massa óssea nas regiões da coluna lombar e do corpo total. A prevenção do déficit ósseo se faz importante nesses pacientes, pois pode reduzir o risco de fraturas
Abstract: Cystic fibrosis (CF) is a genetic autossomic recessive disease more frequently diagnosed in the caucasian population. The major clinical manifestations of CF are pulmonary chronic disease, pancreatic insufficiency, increase of the electrolytes levels in the sweat and male infertility. Despite the advances in clinical and nutritional treatments in the last years, complications not related to the physiopathogeny of CF are described such as a significant reduction of the bone mineral density (BMD). The objective of this study was the evaluation of the BMD in patients with CF and its association with the variables examined. This study was transversal descriptive type involving CF patients regularly attending the Clinical Hospital at Unicamp. Twenty-nine individuals 10 years old or older with a confirmed cystic fibrosis diagnosis were selected. Their nutritional status was assessed by anthropometrics indices weight/age, height/age and body mass index (kg/m2). The BMD of lumbar spine (segment L2-L4), femur and whole body was evaluated by a dual-energy x-ray absorptiometry (DEXA). This exam also allows the measurement of both lean and fat mass (kg). The dietary food intake was determined using a three day period registration and a pulmonary function test was used for assessing direct values of the forced vital capacity and the forced expiratory volume at the first one second. The mean age of the studied population was 14.4 years old (±3.85) with prevalence of the male gender (58.6%). The weight/age and height/age Z-scores demonstrated high percentage of malnutrition: 60.9% and 65.2%, respectively. The evaluation of bone densitometry determined that 58.6% of the patients had reduced bone mineral density at the lumbar spine and 42.3% of them had it on the entire body. There was a positive correlation between BMD of the lumbar spine, femur and whole body and age, body mass index and lean mass (p< 0.05). The severity of the pulmonary disease and the pancreatic insufficiency had no association to the bone mineral density observed. The dietary food intake revealed adequate values for nutrients that were beyond a 100% of the European Consensus on Cystic Fibrosis recommendation. The results on this study demonstrated a significant change in BMD and this finds are in concordance to the scientific literature. The maintenance of an adequate nutritional status may guarantee effective protection for bone mass loss at the lumbar spine and at the whole body. A prevention bone mineralization is important in CF patients because it might reduce fracture risk
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Arruda, Leonardo Vicentini. "Incidenicia da fibrose cistica calculada atraves de portadores do alelo ?F508 no Nordeste e Sudeste do Brasil". [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308589.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-09T09:38:13Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Arruda_LeonardoVicentini_M.pdf: 2764603 bytes, checksum: 06a4165f1f812c7be015b1e98fdfc702 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: A incidência da fibrose cística no Brasil é significativamente variável, com diferenças de até 20 vezes de acordo com o grupo étnico e região geográfica estudada. A população brasileira é composta da mistura de muitos grupos étnicos. Os portugueses começaram a colonização no século XVI. Os holandeses invadiram o nordeste em 1630. Os africanos foram trazidos ao Brasil, numa contínua migração forçada, que perdurou do século XVI ao século XIX. No final do século XIX, tiveram início novos movimentos migratórios, principalmente da Alemanha, Itália, Arábia e Espanha. Durante as três primeiras décadas do século XX, nova corrente migratória ocorreu, principalmente da Itália, Espanha e Portugal Após a segunda guerra mundial, o Brasil recebeu novos imigrantes (japoneses, judeus) compondo esta população. Este estudo gerou os primeiros dados sobre a incidência da FC no nordeste e também foram obtidos novos dados para a região sudeste. Na época do estudo, na cidade de Campinas estão sob atendimento no ambulatório 70 pacientes não aparentados com dois testes de suor alterados. Nestes pacientes, foram triadas as seguintes mutações. ?F508 (50%), G542X (4,29%), R1162X (2,14%), N1303K (1,43%) e R553X (0,71%). A mutação G551D não foi encontrada. A mutação ?F508 também foi analisada em 1.138 mulheres saudáveis, sendo 694 da cidade de Campinas - SP e 444 de João Pessoa ¿ PB com idade média de 26,3 anos (15-39, ±6,8), que participaram voluntariamente de projeto de pesquisa anterior. Nas amostras coletadas em Campinas n=694 não foi encontrado nenhum alelo mutante 0/1.388, o que nos impediu de calcular a incidência nesta cidade através deste método. Dos 888 alelos analisados de João Pessoa, foram encontrados quatro alelos mutantes (p=0,0045). Sabendo que a mutação ?F508 corresponde a aproximadamente 50% dos alelos de indivíduos com FC no Brasil, a freqüência dos alelos causadores da FC foi estimada utilizando a proporção: (0,0045/0,5)=0,0090. Com isso, para a cidade de João Pessoa a incidência estimada desta doença autossômica recessiva é de 1:12.321 indivíduos. Esta incidência é similar à encontrada por afro-brasileiros, entretanto difere por exemplo, da encontrada na população do RS. Quando utilizamos o método de cruzamento de dados étnicos das duas regiões estudadas com dados literários da doença nos diferentes grupos étnicos, na cidade de Campinas a incidência da FC ficaria em 1/4.434 e na cidade de João Pessoa ficaria 1/6.087
Abstract: The incidence of the Cystic Fibrosis (CF) is significantly variable in Brazil, with differences larger than 20 fold, according with the ethnic group and geographic studied region. Brazilian population is composed by ethnic admixture. Portuguese started colonization in the 16th century. The Netherlander invaded the northeast in 1630. The Africans were brought to Brazil, in a continuous forced migration, which lasted from 16th to 19th centuries. In the 19th century, new migratory movements have begun from Germany, Italy, Arab and Spain. In the first three decades of the 20th century, started a new migratory flow, mainly from Italy, Spain and Portugal. After the World War II, Brazil received additional immigrants (Japanese, Jewish) compounding its population. These studies generated the first data about the CF incidence on the Brazilian northeast and also were obtained new data about the southeast region. At the time of this study, 70 non related patients were attended at the local CF center in Campinas, with two positive sweat tests in the city of Campinas-SP. On theses patients were screened the following mutations: ?F508 (50%), G542X (4.29%), R1162X (2.14%), N1303K (1.43%) and R553X (0.71%). The mutation G551D wasn¿t found. The ?F508 mutation was also analyzed in 1,138 healthy voluntary women, 694 from Campinas ¿ SP and 444 from João Pessoa ¿ PB, with average age of 26.3 years (15-39, ±6.8), who previously participated from another research. In the samples collected in Campinas ¿ SP n=694 wasn¿t found any mutated allele 0/1,388 and so, we wasn¿t able to make any incidence calculation through this method. In the 888 alleles from João Pessoa, four carry the ?F508 mutation (p=0.0045). Knowing that this mutation accounts for approximately 50% of the FC patients alleles in Brazil, the incidence of the CF in this region was estimated using the proportion: (0.0045/0.5)=0.009. Thus, the estimated incidence of this recessive disease in João Pessoa was 1:12,321. This incidence is similar to the found in African-Brazilians, although differs for example, to the found on the RS population. When we use the method of crossing ethnic data of both studied regions with literary data of the disease in the different ethnic groups, in the city of Campinas, the incidence of the CF would be in 1/4,434 and in the city of João Pessoa would be 1/6,087
Mestrado
Mestre em Farmacologia
Suzan, Ana Beatriz Biagioli Manoel. "Comparação entre a eficacia de dois aparelhos utilizados na fisioterapia respiratoria em pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310701.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-07T04:04:01Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Suzan_AnaBeatrizBiagioliManoel_M.pdf: 1631751 bytes, checksum: d8a011a79041c9c587fc8f3f5180eb29 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: Introdução: Os pacientes com fibrose cística apresentam uma quantidade e qualidade anormais das secreções pulmonares, facilitando a obstrução das vias aéreas. Por este motivo, a fisioterapia respiratória é parte importante do tratamento desses pacientes, pois ajuda na limpeza das vias aéreas, prevenindo o acúmulo de secreção pulmonar. Objetivos: Comparar a eficácia dos aparelhos Flutter VRP1® e Shaker® em relação à quantidade de secreção pulmonar expectorada medida em gramas (g), freqüência cardíaca (FC) medida em batimentos por minuto (bpm) e saturação transcutânea de oxigênio (SaO2) medida em porcentagem (%). Métodos: Foi realizado um estudo randomizado do tipo intervenção. Foram selecionados pacientes estáveis, com fibrose cística. Na primeira sessão realizaram a terapia com o Flutter® ou Shaker®, a FC e SaO2 foram monitoradas durante toda terapia e após uma hora do término da sessão. A secreção foi colhida durante a sessão e após 15 e 60 minutos do término da sessão, determinando o peso úmido, em seguida a secreção era levada para secagem em estufa a 80º C. Na segunda sessão, após sete dias, realizavam a terapia com o aparelho que não tivesse utilizado na primeira terapia e era seguida a mesma seqüência e os grupos foram comparados. A análise estatística foi realizada por meio do teste de Wilcoxon para amostras pareadas. Resultados: Foram estudados 16 pacientes com idades entre 7 e 21 anos, dois apresentaram somente manifestações respiratórias e 14 apresentaram manifestações respiratória e digestiva. Na avaliação do escore clínico de Schwachman, 7 pacientes apresentaram escore moderado. Seis pacientes apresentaram comprometimento grave, enquanto os 3 pacientes restantes apresentaram escore leve. Para FC e SaO2, não houve diferenças estatisticamente significativas entre os equipamentos. Em relação ao peso úmido da secreção pulmonar a diferença entre o Flutter VRP1® e o Shaker® o valor de p foi de 0,719. Para o peso seco o valor de p foi de 0,589, não houve diferença estatisticamente significativa entre os equipamentos. Conclusão: O uso do Shaker® foi tão eficaz quanto o do Flutter VRP1® para estes pacientes
Abstract: Introduction: Cystic fibrosis patients have an abnormal pulmonary secretions quantity that cause airway obstruction. The chest physiotherapy is an important part of the patients¿ care because help airway clearance and prevent pulmonary secretion accumulation. Objective: To compare the Flutter VRP1® and Shaker® devices with respect wet and dry sputum weight, pulse and pulse oximetry in patients with cystic fibrosis. Methods: This study design was a randomized crossover. Clinically stable patients with cystic fibrosis (mean age, 12,6 years). Two treatments regiments were used: in the first session Flutter® or Shaker®, and after seven days, in the second session Shaker® or Flutter®. Sputum was collected during , 15 and 60 minutes after each session, the wet sputum weight was measured and transfered to a drying oven. Cardiac frequency and pulse oximetry was performed during and 1 hour after the treatment. Results: Sixteen patients were studied, 2 patients presented respiratory symptoms only and 14 patients presented respiratory and digestive symptoms. Schwachman score was good and excell in 3 patients, fair in 6 patients and moderate /severe in 7 patients. The mean differences between Flutter® and Shaker® in wet sputum weight were 0,37g, not significantly different (p=0,719), for dry sputum weigth were -0,01g, either not significantly different (p = 0,589). There were no significant changes in pulse or pulse oximetry before or after treatment between devices. Conclusions: The use of Shaker® device was as effective as Flutter VRP1® in these patients
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Ribeiro, Maria Angela Gonçalves de Oliveira. "Uso da capnografia volumetrica associada a espirometria na identificação da disfunção pulmonar na fibrose cistica". [s.n.], 2010. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309673.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-15T05:09:59Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ribeiro_MariaAngelaGoncalvesdeOliveira_D.pdf: 4389859 bytes, checksum: d2d733c3beb145d2d27f1d75c4c068fd (MD5) Previous issue date: 2010
Resumo: Objetivo: Verificar parâmetros da espirometria e da capnografia volumétrica na identificação do padrão respiratório e da homogeneidade da ventilação em crianças e adolescentes com fibrose cística (FC) e compará-los com indivíduos saudáveis. Método: Estudo de corte transversal com crianças e adolescentes com e sem FC. Os pacientes foram divididos em dois grupos em função da idade: Grupo I (42 fibrocisticos entre seis e 12 anos) e Grupo II (22 fibrocisticos entre 13 e 20 anos) e seus respectivos controles foram de 20 e de 74 sujeitos saudáveis. Foram avaliados pela espirometria a capacidade vital forçada (CVF), volume expiratório no primeiro segundo (VEF1) e o índice VEF1/CVF; e na capnografia, a oximetria de pulso (SpO2), freqüência respiratória (FR), tempo inspiratório (Ti), tempo expiratório (Te) e slope 3 normalizado por volume corrente (slope 3/Ve). Resultados: comparados aos controles, os pacientes do Grupo I apresentam menor SpO2 (p< 0,001), menor Ti (p=0,047), e maiores valores de slope3/Ve (p<0,001). Vinte e quatro pacientes do Grupo I tiveram espirometria normal e apresentaram valores maiores do slope3/Vê quando comparados ao grupo controle (p=0,036). Os pacientes do Grupo II apresentaram menores valores de SpO2 (p< 0,001), menor Ti (p< 0,001), menor Te (p< 0,001), maiores valores de FR (p< 0,001) e de slope3/Ve (p< 0,001) quando comparados aos seus controles e piores valores de CVF, VEF1 e VEF1/CVF (p< 0,05) quando comparados ao Grupo I. Conclusão: Comparados aos controles, os pacientes com fibrose cística mostraram maiores valores do slope 3, indicando disfunção da periferia das vias aéreas em todos os grupos estudados. A capnografia volumétrica identificou a não homogeneidade da distribuição da ventilação nas vias aéreas periféricas dos pacientes com espirometria normal. Descritores: eliminação de CO2 por respiração; slope 3/Ve; capnografia volumétrica; espirometria; fibrose cística.
Abstract: Objective: To evaluate spirometry and capnography parameters on identification of respiratory pattern and homogeneity of ventilation in patients with CF and to compare them to healthy subjects. Method: 64 patients diagnosed with cystic fibrosis based on the finding of at least two abnormal sweat chloride concentrations determined by the quantitative pilocarpine iontophoresis sweat test performed capnography and spirometry in the morning return to the medical staff. Patients were divided into two groups according to age: Group I (42 patients aged 6 to 12 years) and Group II (22 patients between 13 to 20 years) and their controls were 20 and 74 patients respectively. Spirometrics parameters studied were Forced Vital Capacity (FVC), Forced Expiratory Volume in one second (FEV1) and FEV1/FVC index. Capnography parameters studies were, oxygen saturation (SpO2), respiratory rate (RR), inpiratory time (IT) expiratory time (ET) and phase 3slope normalized by tidal volume (slope 3/EV). Results: compared to controls, patients in Group I had presented lower SpO2 (p< 0,001), lower Ti (p = 0.047), and higher values of slope3/Ve (p <0.001). Twentyfour patients in Group I had normal spirometry and had higher values slope3/Ve when compared to the control group (p = 0.036). Patients in Group II had significantly lower SpO2 (p< 0,001), lower IT (p< 0,001), lower ET (p< 0,001), and higher values of FR (p< 0,001) and slope3/Ve (p< 0,001), and worst values of FVC, FEV1 and FEV1/FVC (p <0.05) compared to Group I. Conclusion: Compared to controls, patients with CF showed an increased slope 3. These results indicate dysfunction of the peripheral airways in all CF patients groups. Volumetric capnography identified the heterogeneity of the ventilation distribution in the peripheral airways of patients with normal spirometry.
Doutorado
Saude da Criança e do Adolescente
Doutor em Saude da Criança e do Adolescente
Faria, Elisangela Jacinto de. "Investigação da associação entre os polimorfismos dos genes : MBL2, TGF-B1 e CD14 com a gravidade do quadro pulmonar na fibrose cistica". [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308599.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-10T05:11:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Faria_ElisangelaJacintode_D.pdf: 2724594 bytes, checksum: 0bdfcc4937fef94a58da6f31edd931de (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: A Fibrose Cística é uma alteração genética que cursa principalmente com manifestações pulmonares e pancreáticas. A correlação genótipo-fenótipo da fibrose cística é motivo de árduos estudos. Somente a correlação com a insuficiência pancreática foi encontrada. Percebeu-se, também, que o curso e a gravidade da manifestação pulmonar não estão correlacionados com o genótipo CFTR. A doença pulmonar pode ser influenciada por fatores ambientais e por fatores genéticos. Genes modificadores podem influenciar na gravidade do fenótipo dos fibrocísticos através de vários mecanismos. O objetivo desse projeto foi analisar alguns genes modificadores, MBL2, TGFB1 e CD14, e correlacionar com a gravidade do quadro pulmonar dos fibrocísticos. Verificar a presença dos alelos 'delta'F508 e a gravidade do quadro pulmonar nos paciente fibrocísticos. A análise de polimorfismos no gene MBL2 e no gene TGF- 'beta'1 no códon 10 na posição + 869, foi realizada através da técnica da reação em cadeia da polimerase alelo específica. A genotipagem do polimorfismo C-159T, no gene CD14 foi realizada através da reação em cadeia da polimerase e digestão enzimática. Em nossa casuística, os polimorfismos do gene MBL2 não foram associados com a gravidade do quadro pulmonar em pacientes fibrocísticos. Com relação ao polimorfismo T869C no gene TGFB1, encontramos apenas associação do heterozigoto TC com quadro pulmonar leve (P=0,04). Para o polimorfismo C-159T no gene CD14, obtivemos um predomínio de pacientes com o genótipo TT (P=0,0009), mas não houve discriminação com relação à gravidade do quadro pulmonar. Com isso concluímos que houve uma associação entre o genótipo TC do polimorfismo T869C (TGF-'beta'1) e o quadro pulmonar leve nos fibrocísticos. Com relação ao gene CD14, o genótipo TT parece ser um fator de risco para o quadro pulmonar, mas não um fator modulador da gravidade. Em nossa casuística, não existiu associação entre pacientes homozigotos para a mutação 'delta'F508 e a gravidade do quadro pulmonar
Abstract: Cystic fibrosis is a genetic alteration characterized mainly by pancreatic and pulmonary manifestations. The genotype-phenotype correlation in cystic fibrosis has been the subject of arduous studies. A correlation between cystic fibrosis and pancreatic insufficiency, as well as to the fact that the occurrence and severity of pulmonary manifestations are not correlated with CFTR genotype, has been observed. Pulmonary illness can be influenced by environmental and genetic factors. Modifier genes can influence the phenotype severity of patients with cystic fibrosis through some mechanisms. The objective of this study was to analyze some modifier genes, such as MBL2, TGFB1 and CD14, and to correlate them with the gravity of the pulmonary picture of patients with cystic fibrosis and to also verify the presence of the alleles 'delta'F508 and the gravity of the pulmonary picture in these patients. The analysis of MBL2 and TGF-'beta'1 gene polymorphisms at codon 10, in the position + 869, was carried out using the technique of allele-specific polymerase chain reaction. The genotyping of the CD14/-159 polymorphism was performed by polymerase chain reaction and enzymatic digestion. In our casuistic, the polymorphism of the MBL2 gene was not associated with the gravity of the pulmonary picture in patients with cystic fibrosis. Regarding the T869C polymorphism in the TGFB1 gene, we found only an association of heterozygote TC with a mild pulmonary picture (P=0,04). In the C-159T polymorphism of the CD14 gene, we observed an accumulation of patients with genotype TT (P=0,0009), but did not have a discrimination regarding the gravity of the pulmonary picture. Therefore we concluded that there was an association between the genotype TC of the T869C polymorphism (TGF-'beta'1) and the mild pulmonary picture in the patients with cystic fibrosis. Regarding the CD14 gene, the TT genotype seems to be a risk factor for the pulmonary picture, but not a gravity modulating factor. In our casuistic, we found no association between 'delta'F508 homozygote patients for the mutation and the gravity of the pulmonary picture
Doutorado
Ciencias Biomedicas
Mestre em Ciências Médicas
Barth, Leo Roberto. "Perfil microbiologico e indicadores de gravidade em pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308374.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-07T10:24:00Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Barth_LeoRoberto_D.pdf: 2664714 bytes, checksum: 7cf2e230e4a6a2bf5c220b0b023f1f3a (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: Objetivos: Verificar o perfil microbiológico das secreções respiratórias de pacientes com fibrose cística e avaliar as correlações entre os indicadores de gravidade: escore de Schwachman, escore de Bhalla, estado nutricional e função pulmonar. Métodos: Foi realizado um estudo prospectivo com 76 pacientes com FC, acompanhados na UNICAMP. Pelo estudo microbiológico foram avaliados 76 pacientes, pelo Escore de Schwachman 73 pacientes, pelo Escore de Bhalla foram avaliados 64 pacientes, pelo peso e altura (escore Z) 65 pacientes e pela função pulmonar 38 pacientes. Resultados: A média de idade foi de 9,48 anos (dp = 5,47) e mediana de 8,2; gênero feminino: 39 (51,32%); raça caucasóide: 93,4%. 'delta'F508: 54,6% dos 152 cromossomos analisados. Foram realizadas 871 culturas das secreções das vias aéreas, com uma média de 4culturas/paciente/ano. Achados microbiológicos: H. Influenzae = 84,2%; S. aureus = 92,1%; S. aureus resistente (MRSA) = 1,43%; S. aureus sensível à vancomicina = 100%; P. aeruginosa = 88,2%; P. aeruginosa mucóide = 72,4%; colonização precoce na infância (70%);P. aeruginosa multiresistente = 1,49%; B. cepacia (meio não seletivo) = 3,9%%; B. cepacia (meio seletivo) = 11,84%; B. cepacia multiresistente = 17%; S. maltophilia = 17,1%; A. xylosidans = 9,2%; presença de fungos = 85%; A. fumigatus = 32,9%. Indicadores de gravidade: escore de Schwachman leve (excelente ou bom) = 46,58%; moderado (médio) = 31,5%; grave (moderado e grave) = 21,92%; média do escore de Bhalla = 15,9 pontos (dp = 4,66); espessamento peribrônquico = 96,9%, pluggs de secreção = 84,4%, bronquiectasias = 75%, perfusão em mosaico = 48,4%, consolidações/atelectasias = 43,8%, enfisema = 1,6%. Avaliação nutricional: normais (ZP = O) = 14%, desnutridos (ZP < 0) = 86%, desnutrição leve (0 < ZP = -2) = 51%, desnutrição moderada (-2 < ZP = -3) = 23%, desnutrição grave (ZP < -3) = 12%, estatura normal (ZA = 0) = 21,5 % e baixa estatura (ZA < 3,0) = 1,5%. Teste de função pulmonar: normal = 23,68%; distúrbio ventilatório obstrutivo = 42,11%; distúrbio ventilatório misto = 26,32%; distúrbio ventilatório restritivo = 7,89%; comprometimento leve da função pulmonar = 47,4%; comprometimento moderado = 21,1%; distúrbio ventilatório grave = 7,89%. Houve correlação estatisticamente significativa entre os seguintes fatores de gravidade: escore de Schwachman vs estado nutricional; escore de Schwachman vs escore de Bhalla; escore de Schwachman vs função pulmonar (VEF1); escore de Bhalla vs função pulmonar (VEF1) (p < 0,01) e estado nutricional (peso) vs função pulmonar (VEF1) (p < 0,05). Não houve correlação entre o escore de Bhalla e o estado nutricional (peso) (p = NS). Conclusões: O presente estudo identificou uma alta prevalência de P. aeruginosa, S aureus e fungos nas vias aéreas de pacientes com FC. Os indicadores de gravidade apresentaram uma boa correlação com a gravidade dos pacientes com FC
Abstract: Objective: To identify the prevalence of organisms in sputum from patients with CF and determine the correlations among the severity markers of disease: Schwachman score, Bhalla score, nutritional status and lung function. Methods: Prospective study (2001-04) performed at the State University of Campinas Medical School.Unicamp. The secretions were obtained from induced cough or sputum samples of 76 patients The cultures took place in a selective media. The genomovars was identified by PCR. The analyzed CF severity variables included score Schwachman in 73 patients , Bhalla score in 64 patientes, weigh and height were assessed by Z score in 65 patients and Pulmonary Function Tests (PFT) in 38 patients. Results: 9.5 years (newborn-22 years) was the mean age anda median of 8.2 years; 39 females. White race: 93.6%. Delta F 508 was present in 83/152 (54.6%) of the analyzed chromosomes. 871 cultures were realized within the mean of 4cultures/patients/year. Isolated microorganisms: H influenzae = 84.2%; S aureus = 92.1%; MRSA = 1.43, P aeruginosa = 88.2%, (multiresistant 1.49%); P mucóide = 72.4%; B cepacia = 11.8% (multiresistant 17%);S maltophilia = 17.1%; A xylosidans = 9.2%; A fumigatus = 32.9%. Severy markers: score schwachman was obtained in 73/76 patients: (excellent/good: 46.58%, moderate 31.5% and severe 21.92%). Bhalla score was performed in 64/76 CF patients: 15.9±4.66 medium score. The most frequent computer tomography abnormalities were peribronquial wall thickening: 96.9%; mucous plugging: 84.4%; bronchiectasis: 75%; mosaic perfusion: 48.4%. Nutritional Status: Normal in 14%. Malnutrition: 86%. Mild (0 < ZP = -2) = 51%; moderate: (-2 < ZP = -3) = 23%; severe (ZP < -3) = 12%,. Short stature (ZA < -3) = 1.5%. PFT was performed in 38 patients older than 7 years. Normal PFT was obtained in 23.68% of the CF patients. Obstructive ventilatory defect: 42.11%; restrictive ventilatory defect 7.9% and obstructive plus restrictive ventilatory defect: 26.32%. A highly significant statistic correlation was observed between SE versus BE (p<0.01); SE versus PFT (p<0.01); BE versus PFT (p<0.01); Nutritional Status versus PFT (p<0.05). BE versus Nutritional Score: Not significant Conclusion: Our study identified a great percentage of Pseudomonas and S aureus colonization in the CF airways. All the analyzed markers showed to be a good value in predicting the severity of the cystic fibrosis patients
Doutorado
Pediatria
Doutor em Saude da Criança e do Adolescente
Santos, Camila Isabel da Silva. "Efeito da antibioticoterapia e da fisioterapia respiratoria na função pulmonar de pacientes com fibrose cistica em exacerbação pulmonar aguda". [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309972.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-11T19:35:15Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Santos_CamilaIsabeldaSilva_D.pdf: 2500777 bytes, checksum: c518d6dc61d6fc76e5b9ba79c05ca5e4 (MD5) Previous issue date: 2008
Doutorado
Saude da Criança e do Adolescente
Doutor em Saude da Criança e do Adolescente
Mathiazzi, Isabella Chiarini. "Estudo da variabilidade genotipica e fenotipica da Pseudomonas aeruginosa nas secreções respiratorias de pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308371.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-09T13:21:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Mathiazzi_IsabellaChiarini_M.pdf: 1597687 bytes, checksum: 20d1c4dff9a3dbb344a4d175911ae3cb (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: A fibrose cística (FC) é uma doença multissistêmica, hereditária, limitante da vida. As infecções respiratórias, principalmente por Pseudomonas aeruginosa (P. aeruginosa) são responsáveis por repetidas exacerbações pulmonares, que evoluem para deterioração da função pulmonar, principal causa de morbi-mortalidade da FC. Este estudo teve como objetivo avaliar a variabilidade genotípica e fenotípica da P. aeruginosa isolada em dois momentos na evolução da doença pulmonar em pacientes com FC atendidos em um centro de referência. Foi realizado um estudo descritivo longitudinal. A secreção respiratória foi coletada sob a forma de escarro ou swab de orofaringe, efetuada sua identificação microbiológica e análise por Random Amplified Polymorphic DNA (RAPD). Os dados foram apresentados de forma descritiva e em tabelas, o programa utilizado foi o SAS versão 8.02. Foram incluídos 81 pacientes, 52 apresentaram P. aeruginosa e 29 não apresentaram, foram identificadas 71 cepas não - mucóide e 67 mucóide. RAPD identificou 14 padrões com o primer 208 e 10 padrões com o primer 272. Exceto no caso dos irmãos gêmeos, não foram observadas cepas com mesmo padrão. Em nosso estudo, verificamos heterogeneidade da P. aeruginosa, independente do fenótipo da colônia. Observamos que 35,29% dos pacientes mantiveram um único genótipo. Os resultados mostraram: uma distribuição homogênea das cepas mucóide e não-mucóide; ausência de relação entre o genótipo e o fenótipo da P. aeruginosa; heterogeneidade fenotípica e genotípica da P. aeruginosa entre os pacientes fibrocísticos e na evolução de um mesmo paciente; evidências de não aquisição da P. aeruginosa pelos pacientes no ambiente de nosso centro de atendimento; um único caso de infecção cruzada (gemelares)
Abstract: Cystic fibrosis (CF) is a multiorgan inherited disease, and it restricts life. The respiratory infections, mainly by Pseudomonas aeruginosa (P. aeruginosa), are responsible for repeated lung exacerbations, which progress to the deterioration of lung functioning, the main cause of morbi-mortality of CF. The purpose of this work was to analyze the variability of P. aeruginosa regarding its genetic and phenotypic characteristics isolated in two moments during the evolution of the lung disease in patients with CF. A longitudinal descriptive study was performed. Respiratory secretion was collected as sputum or oropharynx swab, its microbiological identification and analysis by Random Amplified Polymorphic DNA (RAPD). The data were presented in a descriptive way and in tables; SAS 8.02 the program used. 81 of the patients were included, 52 presented P. aeruginosa, 29 didn¿t present it; non-mucoid strains were identified in 71 of the samples and mucoid strains in 67. RAPD identified 14 patterns with primer 208 and 10 patterns with primer 272. With exception of the twin siblings¿ case, strains with the same pattern were not observed. In our study, we verified high P. aeruginosa heterogeneity, independent of the colony phenotype. We observed that 35,29% of the patients conserved only one P. aeruginosa genotype. The results showed: a balanced distribution of mucoid and non-mucoid strains; that there isn¿t a relationship between the P. aeruginosa genotype and phenotype; there was a phenotypical and genotypical P. aeruginosa heterogeneity among patients with cystic fibrosis and in the evolution of the same patient; there was no evidence of acquisition of P. aeruginosa by the patients environment in our care centre; only one case of cross-infection (twins)
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Stehling, Eliana Guedes. "Estudo comparativo dos fatores de virulencia de pseudomonas aeruginosa isoladas de fibrose cistica e outras infecções". [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/316683.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Biologia
Made available in DSpace on 2018-07-25T12:43:37Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Stehling_ElianaGuedes_M.pdf: 2760740 bytes, checksum: 5a31d50d78cd04b7543377d30e14d31e (MD5) Previous issue date: 1999
Resumo: Fibrose Cística (FC) é uma doença genética, autossômica recessiva, caracterizada por anormalidade no transporte eletrolítico. Pseudomonas aeruginosa é um importante patógeno oportunista, freqüentemente encontrado em pacientes com FC. Nesses pacientes, a colonização inicial é feita com a bactéria na forma não mucóide que, posteriormente, converte-se à forma mucóide. O objetivo desse trabalho foi verificar comparativamente a produção de alguns fatores de virulência por P. aeruginosa em amostras mucóides e não mucóides isoladas de pacientes com FC e em amostras isoladas de pacientes não portadores de FC. O método para detectar hemolisina utilizou placas de ágar sangue contendo 5% de sangue de carneiro. A hidrólise da gelatina foi utilizada para detectar a produção de gelatinase e a produção de elastase foi observada em placas contendo 1 % de elastina. A presença de pili foi analisada pelo método de microhemaglutinação e a cápsula de alginato, pelo método de PCR para identificar os genes algD e algU. As linhagens não mucóides isoladas de pacientes com FC e aquelas isoladas de outros casos clínicos produziram as exoenzimas gelatinas e e elastase em maior freqüência que as linhagens mucóides. A produção de hemolisina e a presença dos genes algD e algU foi semelhante nos três grupos bacterianos. O gene algD foi encontrado em todas as linhagens estudadas e o ensaio de microhemaglutinação não foi satisfatório para detectar a presença de pili em P. aeruginosa
Abstract: Cystic Fibrosis (CF) is a genetic disease, recessive autosomal, characterized by anomalies on eletrolitic transporto Pseudomonas aeruginosa is an important opportunist pathogen, frequently founded in patients with CF. In this patients, colonization starts with a non-mucoid form bacteria, afier this, bacteria turning to mucoid formo The objective of this work was to verify comparatively the production of some virulence factors by P. aeruginosa in mucoid and nonrnucoid strains isolated of CF patients and in strains isolated of others infections. The method to detect hemolysin used blood agar with 5% of sheep blood. The gelatin hydrolysis was used to detect gelatinase. Elastase production was observed used elastin 1 %. Pili production was analised by microhemagglutination method and alginate capsule by PCR method to detect genes algD e algU. Non-mucoid isolates of patients with FC and isolates others of clinical cases strains produces exoenzÍmes gelatinase and elastase in larger frequency than mucoid strains. Hemolysin production and presence of genes algD and algU was resembling on three bacterians groups. The gene algD was founded in ali studied strains and essay of microhemagglutination was not satisfactory to detect pili in P. aeruginosa strains
Mestrado
Microbiologia
Mestre em Ciências Biológicas
Oliveira, Diane de Lima. "Fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/94402.
Testo completoMade available in DSpace on 2012-10-25T09:30:42Z (GMT). No. of bitstreams: 1 281020.pdf: 2261027 bytes, checksum: 8ee281f620f862f70108b6912a3d5a81 (MD5)
A Fibrose Cística (FC) é uma doença genética que causa alterações principalmente no sistema respiratório e trato gastrointestinal, devido a obstrução dos ductos de glândulas exócrinas por produção de muco excessivo. Estudos com pacientes portadores de doença respiratória obstrutiva crônica referem alteração na fisiologia da deglutição, implicando em riscos de disfagia e déficit do estado nutricional. Objetivos: Verificar a função pulmonar, a deglutição e o estado nutricional de crianças e adolescentes com FC. Sujeitos e Métodos: Estudo clínico observacional, realizado entre março a dezembro de 2009, em 20 pacientes, com média de idade de 10,1±0,6 anos, distribuídos entre o grupo sem função pulmonar grave (GSFPG) (n=12) e grupo com função pulmonar grave (GFPG) (n=08). Foi realizada espirometria, avaliação da deglutição de alimentos sólidos, pastosos e líquidos e do fluxo salivar. Avaliou-se o Índice de massa corporal (IMC), dobras cutâneas e circunferências corporais e impedância bioelétrica. Verificou-se a presença de refluxo gastroesofágico (RGE) - pHmetria. A diferença entre as médias foi observada pelo teste t não pareado e Mann Whitney. A associação e a correlação entre as variáveis foram feitas pelos testes exato de Fischer e correlação de Pearson ou Spearmann. Resultados: O GFPG apresentou de forma significativa menor pontuação no escore de Schwachman (p=0,022), assim como a albumina sérica foi inferior (p=0,042). A obstrução respiratória classificada pelo volume expiratório forçado no primeiro segundo (VEF1), foi considerada, em média, em grau moderado (55,2±4,7%). O fluxo salivar foi diminuído para ambos os grupos (0,74 ± 0,06 ml/min.) A alteração da deglutição ocorreu em 04 (20%) pacientes, caracterizada por dificuldade em controlar o bolo alimentar na cavidade oral, redução da elevação laríngea, sensação de alimento parado na garganta após a deglutição, realização de múltiplas deglutições e de manobras compensatórias com a cabeça para facilitar a deglutição. Apesar disto, nenhum paciente aspirou. O GFPG apresentou IMC em percentil significativamente inferior ao GSFPG, tanto pela WHO (p=0,012) como pelo Consenso de Fibrose Cística (p=0,007). Houve associação entre o VEF1> 51% e o estado nutricional satisfatório de acordo com os parâmetros estabelecidos pelo Consenso de Fibrose Cística (?2=3,712; p=0,028), bem como associação do VEF1> 51% com a elevação laríngea normal.(?2=2,761; p=0,049). O diagnóstico de RGE foi positivo para 09 (69,2%) dos 13 indivíduos que realizaram a pHmetria. O VEF1 correlacionou-se positivamente com o IMC tanto pelos critérios da WHO (rho=0,447; p=0,048), como pelo National Center for Health Statistics/ Centers for Disease Control and Prevention (rho=0,511; p=0,021). Conclusões: O grupo com função pulmonar grave (GFPG) apresentou maior ocorrência de estado nutricional insatisfatório, redução da reserva de gordura e albumina. A avaliação da deglutição não evidenciou aspiração, mas a presença do fluxo salivar diminuído. A deglutição não teve implicações na função pulmonar e no estado nutricional destes indivíduos.
Cystic Fibrosis (CF) is a genetic disease that causes changes mainly in the respiratory system and the gastrointestinal tract, due to obstruction of the ducts of exocrine glands by excessive production of mucous. Studies involving patients with chronic obstructive respiratory disease describe changes in the physiology of swallowing, implying a risk of dysphagia and a deficit in nutritional status. Objectives: To examine lung function, swallowing and the nutritional status of children and adolescents with CF. Subjects and Methods: A clinical observational study, carried out between March and December 2009, in 20 patients, with a mean age of 10.1±0.6 years, distributed between a group with lung function not seriously compromised (LFNSC; n=12) and a group with lung function seriously compromised (LFSC; n=8). Spirometry was performed, and the swallowing of solid, pureed and liquid foods and the salivary flow were assessed. The body mass index (BMI), skin folds and body circumferences and bioelectrical impedance were determined. The presence of gastro-oesophageal reflux (GOR) was determined by pH measurement. Differences between the means were detected by unpaired t and Mann Whitney tests. Association and correlation among the variables were examined using Fischer's exact test and Pearson's or Spearman's correlation. Results: The LFSC presented a significantly lower Schwachman score (p=0.022), and serum albumin also was lower (p=0.042). The respiratory obstruction characterised by the forced expiratory volume in the first second (FEV1), was considered, overall, to be moderate (55.2±4.7%). The salivary flow was decreased in both groups (0.74±0.06 ml/min.) Swallowing was altered in 4 (20%) patients, characterised by difficulty in controlling the bolus in the oral cavity, a reduction in the laryngeal elevation, a sensation of having food stuck in the throat after swallowing, performing multiple swallows and compensatory movements with the head to aid swallowing. Despite this, no patient aspirated. The LFSC presented a BMI as percentage significantly lower than the LFNSC, both with the WHO (p=0.012) and the Cystic Fibrosis Consensus (p=0.007). There was an association between FEV1>51% and satisfactory nutritional status according to the parameters established by the Cystic Fibrosis Consensus (?2=3.712; p=0.028), as well as an association between FEV1>51% and normal laryngeal elevation (?2=2.761; p=0.049). The diagnosis of GOR was positive for 9 (69.2%) of the 13 individuals who underwent pH measurement. FEV1 was positively correlated with BMI according to both WHO criteria (rho=0.447; p=0.048), and those of the National Center for Health Statistics/ Centers for Disease Control and Prevention (rho=0.511; p=0.021). Conclusions: The group with lung function seriously compromised (LFSC) showed more frequent unsatisfactory nutritional status, reductions in fat reserves and albumin. Assessment of swallowing showed no evidence of aspiration, although salivary flow was reduced. Swallowing did not influence lung function and nutritional status of these individuals.
Domee, Espinoza Maria del Pilar Soledad. "Fibrose cistica em jovens e adultos do Hospital das Clinicas da UNICAMP". [s.n.], 1998. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/313706.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-07-23T11:16:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 DomeeEspinoza_MariadelPilarSoledad_M.pdf: 3515251 bytes, checksum: 034d65b1cf7b5509983af2f501f4d3b6 (MD5) Previous issue date: 1998
Resumo: Este trabalho constitui um estudo descritivo e retrospectivo dos pacientes maiores de 15 anos de idade, vivos ou não, com diagnóstico de fibrose cística confirmado por pelo menos dois testes de suor alterados (Na e CI > 60mEq/I) atendidos no Hospital das Clínicas da UNICAMP. O comprometimento pulmonar foi avaliado por espirometria simples, radiograma do tórax e culturas de escarro. O comprometimento pancreático foi avaliado por meio do balanço de gordura nas fezes, teste do pancreolauril e ultra-som de abdômen. Aplicou-se o escore de Schwachman para classificação clínica da gravidade da doença. Realizou-se também estudo molecular das mutações delta F508, G542X, G551D e N1303K. Ao todo foram avaliados 32 pacientes, com idade entre 15 e 60 anos, a maioria do sexo masculino (66%) e brancos (94%). Mais da metade dos homens e 50% das mulheres estavam abaixo do percentil 25 de estatura e índice de massa corpórea, do padrão correspondente ao sexo e idade. Houve um intervalo médio de quase 11 anos entre os primeiros sintomas e diagnóstico. Mais de 90 % dos pacientes estudados apresentavam doença pulmonar, 57% insuficiência pancreática exócrina, 14% doença hepática e todos apresentavam sinusite. O escore de Schwachman foi excelente/bom em 55% e moderado/grave em 41 % dos casos. Em mais da metade dos cromossomos (26/44) não encontraram-se nenhuma das mutações estudadas, mas em 20 de 22 pacientes foi identificada alguma mutação, predominando a delta F 508, presente em 34% dos cromossomos. Houve ainda dois cromossomos com mutação G542X e um com N1303K. Os pacientes com diagnóstico antes dos 15 anos eram significativamente mais jovens, tinham diagnóstico mais precoce, menor diferença entre início dos sintomas e o diagnóstico, menos antecedente de tratamento para tuberculose, e apresentavam insuficiência pancreática e doença pulmonar no diagnóstico em maior proporção que os pacientes diagnosticados após os 15 anos
Abstract: This is a descriptive and retrospective study of cystic fibrosis patients , older than 15 years, alive or not, with diagnosis confirmed by at least two sweat tests (Na and CI > 60 mE/I) followed at the Clinical Hospital of UNICAMP. The lung involv,ement was evaluated by spirometry, chest x rays and sputum cultures. The pancreatic involvement was studied by fat balance in faeces, pancreolauril test and abdomen ultrasonography. The Schwachman score was applíed for clínical classification of the disease severity. A molecular study ofthe mutations delta F508, G542X, G551D and N1303K was also done. We studied 32 patients with ages between 15 and 60 years old, most of them were men (66%) and whites (94%). More than halfthe men and 50% ofwomen were below the 25th percentile for height and body mass index, for the corresponding sex and age pattem. There was a mean interval of 11 years between the first symptoms and the diagnosis. More than 90% of the studied patients had pulmonary disease, 57% pancreatic insufficiency, 14% hepatic disease and ali of them had siI.1usitis. The Schwachman score was excellentl good in 55% and moderate/severe in 41% of cases. In more than half the chromosomes (26/44) no mutations were identified, but in 20 out of 22 patients we identified at least one mutation, mainly delta F508 present in 34% ofthe chromosomes. There were also two other identified mutations: G542X and N1303K. The patients that had their diagnosis done before they were 15 years were significantly younger, they had earlier diagnosis, shorter interval between the beginning of symptoms and diagnosis, lower proportion with history of previous tuberculosis treatment, and had more cases with pancreatic insufficiency and pulmonary disease at the time of diagnosis than the patients with diagnosis after 15 years
Mestrado
Clinica Medica
Mestre em Medicina
Yamada, Roberto Massao. "Ultra-sonografia do figado e das vias biliares em pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2000. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309392.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-07-27T05:11:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Yamada_RobertoMassao_M.pdf: 21073396 bytes, checksum: e71d0606b399c72a7e38478218e81938 (MD5) Previous issue date: 2000
Resumo: O objetivo deste trabalho foi estudar por ultra-sonografia as alterações hepáticas e das vias biliares em pacientes com fibrose cística (FC). Foram estudados 38 pacientes com FC (grupo A) na faixa etária de 01 a 18 anos e seus respectivos controles (grupo B). Os pacientes do grupo A foram pesados e classificados em eutróficos e desnutridos de acordo com o critério de Gomez. A função pancreática foi determinada pelo método de VAN-DE KAMER e os pacientes classificados no subgrupo AI (com esteatorréia) e subgrupo A2 (sem esteatorréia). A ultra-sonografia foi realizada estando os pacientes emjejum e decúbito dorsal. A hepatometria foi efetuada em sentido longitudinal na linha axilar anterior. Obteve-se, também, as características de superfície, borda, ecogenicidade e textura hepática. Os pacientes com alteração do parênquima foram submetidos à biópsia hepática percutânea. Para a vesícula biliar (VB) foram obtidas as seguintes medidas: 1. Maior dimensão longitudinal, 2. Maior dimensão ântero-posterior e 3. Área. Essas medidas foram obtidas em jejum, 30 e 60 minutos após a ingestão de alimento e a partir dos resultados foi calculado o índice de contração. No grupo A, os pacientes receberam a quantidade habitual de enzimas pancreáticas. Além da obtenção das medidas, observou-se também a presença ou ausência de barro biliar e litíase biliar. Para comparar as variáveis categóricas foi utilizado o teste de McNemar corrigido pelo qui-quadradoe para comparar o índice de contração da vesícula biliar entre os subgrupos AI e A2 foi empregado o teste U de Mann-Whitney. Nesses testes, a diferença foi considerada significativa se p<0,05. Em relação ao estado nutricional, observou-se que 18 pacientes (47,4%) foram considerados desnutridos. A presença de esteatorréia foi identificada em 22 pacientes (57,9%). Na ultra-sonografia hepática não se observou diferença entre os grupos, em relação às características de parênquima, borda e superfície. Contudo, houve diferença na dimensão do fígado, sendo maior no grupo B. Em 4 pacientes foram observadas alterações ecográficas da textura do parênquima hepático e, na biópsia, 3 pacientes apresentavam esteatose. Na ultra-sonografia da VB, observou-se apenas 1 paciente com litíase biliar e nenhum paciente com barro biliar. A dimensão da VB, em jejum, foi maior no grupo B em relação ao grupo A em todas as dimensões. O índice de contração em 30 e 60 minutos também foi maior no grupo B em relação ao grupo A considerando as medidas de área e maior comprimento longitudinal. No grupo A, não ocorreu diferença nos Índices de contração entre os subgrupos AI e A2. Em conclusão, a alteração histológica mais freqüente nos pacientes com alteração ultra-sonográfica do parênquima hepático foi esteatose e o índice de contração da VB foi menor no grupo de FC do que no grupo controle
Abstract: This ultrasonographic study aimed to gain information on the relationship between, liver and gall bladder alterations and functions was carried out to compare the effects of cystic fibrosis (CF) in patients, ages 1-18 years old, representative of A group. The investigation was done through the analysis of ultrasonographic images of the liver and gall bladder of other 38 control individuaIs, representative the B group, the same number of patients affected by cystic fibrosis. Patients of A group were weighed and classified according to the Gomez criteria in eutrofic and undemourished. Analysis of pancreatic function was done by the Van De Kamer method and the patients found to be with esteatorrhoea, sub-group 1, and without esteatorrhoea, sub-group 2. Ultrasonographies were performed with patients while in eight hours to ovemight fasting, laying in supine position. Measurements of the liver were done longitudinally Ín the axiliar anterior line. Characteristics of the organs, such as surface, edge, ecogenecity and the liver texture w,ere also accomplished. Patients with parenchyma aIterations were submitted to percutaneous biopsy. The gaIlbladder was measured and fumished the following information: 1- Larger longitudinal dimension. 2- Larger anteroposterior dimension 3- Whole area. These data were measured in fasting, 30 minutes and 60 minutes after ingestion of food and resulted in a contractility index. Patients of A group received the usual quantity of pancreatic enzyme. Beside the measurements, absence or presence of biliary sludge and stones was also established. Comparisons between continuous variables between subjects and control group was accomplished through the test; comparison between categoricaI variables was determined by the I,,) McNemar test, corrected by the Q-square; comparison between contractility of the gall bladder in both groups was determined by the U test from Mann- Whitney. Significance of t tests, McNemar test, and U test were determined by p<0,05. Regarding the nutritional status, it was observed that 18 patients (47,4%) were considered undemourished. Steatorrhoea was present in 22 patients (57,9%). The ultrasonography of the liver did not disclose differences between groups concerning characteristics of the parenchyma, edge and surface. However, there were differences in liver dimension, with larger sizes in B group. Four patients that showed ecographic alterations in the texture of the hepatic parenchyma and the biopsies of three patients revealed steatosis. Ultrasonography of the gallbladder evidenced only one patient with cholelitiasis and none with biliary sludge. AlI dimensions of the gallbladder in fasting patients were larger in B group when compared with A group. The contractility index 30 and 60 minutes postprandial, the area and the longitudinal length, were also larger in B group when compared with the A group. In A group no differences were observed between subgroups AI and A2. The contractility index of the gall bladder was smaller in the CF than in the control group. Conc1uding, the histological alterations observed in biopsy material were more frequent with patients showing ultrasonographic modification of the hepatic parenchyma. The gall bladder contractility index was also smaller in the CF group than in the control
Mestrado
Pediatria
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Oliveira, Cintia Regina Felix de. "Microbiota das vias aéreas de pacientes pediátricos com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2014. http://hdl.handle.net/1884/36312.
Testo completoCo-orientadora: Profª. Drª. Lilian Pereira Ferrari
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Ciências da Saúde, Programa de Pós-Graduação em Medicina Interna. Defesa : Curitiba, 06/06/2014
Inclui referências
Resumo: A doença pulmonar é um componente importante na Fibrose Cística (FC), pois a maioria dos pacientes vai á óbito devido este quadro ocasionado por infecções bacterianas, e pelo diagnóstico tardio na maioria dos centros de atendimento da FC. Os objetivos do trabalho foram verificar a microbiota das vias aéreas de pacientes com FC do Estado do Paraná, triados e acompanhados pelo ambulatório de FC do Hospital de Clínicas -UFPR (HC) no ultimo quinquênio (2008-2012). Para fins de análise os pacientes foram organizados da seguinte forma: grupo 1: pacientes acompanhados a partir de 2 anos de idade e grupo 2: pacientes acompanhados desde o 1º mês de idade. A pesquisa foi um estudo retrospectivo de análise de dados registrados no sistema informatizado do HC e acessados através do serviço de Alergia, Imunologia e Pneumologia, com 83 pacientes, visando acompanhar a evolução das colonizações do trato respiratório nos primeiros anos de vida. Durante a pesquisa foi realizada a busca de informações referentes ao número de culturas: realizadas, positivas, negativas durante 5 anos. Os resultados apontaram que o tempo de inclusão no programa foi em média 2 meses, semelhante aos dados da Cystic Fibrosis Foundation. S. aureus foi o primeiro patógeno isolado, a média de idade de 1,5 anos e apresentou a maior ocorrência por paciente (47%), a colonização por MRSA foi menor que a observada na literatura (7,7% no grupo 1 e 7% no grupo 2). A prevalência do complexo Burkholderia cepacia (cBc) nas crianças a partir de 1 mês de idade foi em torno de 10%, houve aumento do número de culturas positivas para os principais patógenos no 3º ano de acompanhamento com posterior queda no 5º ano nos 2 grupos, mas com comportamento das colonizações semelhante entre grupos. Foi também observado relação inversa entre a frequência de culturas positivas para fungos em relação à frequência dos principais patógenos, sugerindo efeito inibidor da P. aeruginosa em relação à colonização por fungos. Embora tenha sido observada alta taxa de colonização pelos principais patógenos, ao final do 5º ano de acompanhamento houve diminuição das colonizações, possivelmente decorrente do tratamento. Os dados observados corroboram com a literatura que atribui a estratégia de triagem neonatal à possibilidade de diagnóstico e tratamento precoces das colonizações sugerindo ser esta a única forma de prolongar a sobrevivência ao paciente com qualidade de vida. Palavras- chave: Fibrose cística, epidemiologia, microbiologia
Abstract: Respiratory tract disease is an important component in Cystic Fibrosis (CF), since the vast majority of patients died due to pulmonary disease caused by bacterial infections, and due to a late diagnosis in most CF medical centers. The aim of this research were to verify the microorganism colonization of the airways of CF patients from Paraná state, screened and monitored by CF ambulatory, HC- UFPR, in the last five-year period ( 2008-2012). For purposes of analysis, patients were divided as follows: group 1: patients followed since 2 years old and group 2: patients followed since the first month of age.The study was an observational retrospective cohort study of 83 patients, to monitor the progress of colonization of the respiratory tract early in life, through a survey done in the database of Allergy, Immunology, Pulmonology from HC service from HC. Information regarding the number of cultures was obtained and if they were positive or negative in the last 5 years. The results showed that the time of inclusion in the program was on average 2 months, similar to data from the Cystic Fibrosis Foundation. The S. aureus was first isolated pathogen, at the mean age of 1.5 years and had the highest incidence per patient (47%) colonization with MRSA was lower than that observed in the literature (7.7% in group 1 and 7% in group 2). The prevalence of the complex of Burkholderia cepacia (cBc) in children from 1 month of age was around 10%, there was an increase in the number of positive cultures for the pathogens in the 3rd year of follow up with further decrease in the 5th year in both groups , but with the behavior of colorization similar between the groups. It was also observed an inverse relationship between the frequency of positive cultures for fungi and yeasts in the frequency of the main pathogens, suggesting an inhibitory effect of P. aeruginosa in relation to colonization by fungi and yeasts. Although high colonization rate was observed by major pathogens, at the end of the 5th year of follow-up there was a decrease of colonization, probably due to treatment. These data corroborate the literature that attributes to the neonatal screening the possibility of early diagnosis and treatment suggesting that this is the only way to prolong the survival of patients with quality of life. Keywords: Cystic Fibrosis, Epidemiology, Microbiology
Hollanda, Luciana Maria de. "Caracterização molecular de cepas de Pseudomonas aeruginosa isoladas de pacientes com fibrose cistica". [s.n.], 2001. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/316692.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Biologia
Made available in DSpace on 2018-07-28T21:11:28Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Hollanda_LucianaMariade_M.pdf: 6442851 bytes, checksum: 7f384f41f8462cf129d4c025d990fe59 (MD5) Previous issue date: 2001
Mestrado
Correia, Cyntia Arivabeni de Araujo. "Prevalencia de seis mutações no gene CFTR em portadores de fibrose cistica da região de Campinas". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310912.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-05T05:41:51Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Correia_CyntiaArivabenideAraujo_M.pdf: 1170573 bytes, checksum: 2dd41ea243c5b887226c1b491c0bd39c (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: A Fibrose Cística (FC) é uma doença genética de padrão de herança autossômica recessiva com incidência de 1/2.500 indivíduos e uma freqüência de portadores de 1/25 nos indivíduos caucasóides. A doença é progressiva e apresenta como manifestação clínica a obstrução respiratória crônica, infertilidade masculina e deficiência de ganho de peso pelo dano ao pâncreas exócrino. A maioria dos pacientes tem níveis elevados de eletrólitos no suor. O gene responsável pela doença foi localizado no cromossomo 7, possui 27 exons, e é denominado CFTR (¿Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator Gene¿). Existem mais de 1.200 mutações descritas em todo o gene, a mais freqüente, a DF508, é caracterizada como uma deleção de três pares de bases, o que determina a perda de uma fenilalanina na posição 508 da proteína CFTR, a qual forma um canal para o transporte dos íons cloro. O defeito básico está associado com a diminuição da condução de íons cloro- através da membrana apical de células epiteliais. O objetivo deste trabalho foi determinar a prevalência de seis mutações em pacientes portadores de Fibrose Cística na região de Campinas e estabelecer associação entre o genótipo e o quadro clínico.A mutação DF508, que é a mundialmente mais freqüente, foi encontrada em 50% dos 140 alelos analisados nesse estudo. Este dado concorda com os dados da literatura. Em seqüência as outras mutações mais encontradas foram: G542X (4,29%), R1162X (2,14%), N1303K (1,43%) e R553X (0,71%), sendo que a mutação G551D não foi encontrada. Com exceção da G542X que foi encontrada com uma freqüência menor do que a descrita na literatura e a G551D que não foi encontrada, as demais mutações estão de acordo com os dados publicados. Dos 70 indivíduos analisados, somente oito não apresentaram manifestação digestiva. Destes, nenhum possuía a mutação DF508 nos dois alelos. Com relação ao escore de Shwachman,apenas um paciente homozigoto para a DF508 teve o escore classificado como grave
Abstract: Cystic Fibrosis (FC) is a genetic autossomic recessive disease with an incidence of 1/2.500 life births and a carrier frequency of 1/25 in the caucasian population. The disease is progressive and present as a clinical manifestation the respiratory chronic blockage, male infertility and deficiency to gain weight caused for the damage to the exocrine pancreas. The majority of the patients has raised electrolyte levels in the sweat. The gene responsible is located in chromosome 7, and it has 27 exons, and is called CFTR ("Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator Gene"). Over 1.200 mutations have been described all over the gene and the mutation DF508 is the most frequent, and is characterized as a deletion of three bases pairs, which determines the loss of a phenylalanine in position 508 of protein CFTR. The basic defect is associated with the reduction of the conduction of íons Cl- through the apical membrane of epithelial cells. The CFTR forms a channel for the transport of this ion. The aim of this work was to determine the prevalence of the six more frequent mutations in patients with Cystic Fibrosis in Brazil and to establish association between the type of mutation and the clinical feature. Mutation DF508, that is the most worldwide frequent one, was found in 50% of the 140 alleles analyzed in this study. This data agree with previously description on the literature. In sequence, the other found mutations were: G542X (4,29%), R1162X (2,14%), N1303K (1,43%) and R553X (0,71%). The G551D mutation was not found. With exception of the G542X mutation, wich was found in a slower frequence than literature, and G551D mutation wich was not found in our sample, the others mutations frequencies are according to the literature data. Of the 70 analyzed individuals, eight did not present digestive manifestation. Of these none had the DF508 mutation in the two alleles. When the Shwachman score was considered, only one homozygous patient for the DF508 mutation was classified as severe disease
Mestrado
Mestre em Farmacologia
Santos, Carina de Sousa. "Estado nutricional e fatores dietéticos de pacientes colm fibrose cística portadores da mutação delta F508". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/122943.
Testo completoMade available in DSpace on 2014-08-06T17:35:03Z (GMT). No. of bitstreams: 1 321861.pdf: 2061544 bytes, checksum: 394d4edcf723d87d41be41f6f495b774 (MD5) Previous issue date: 2013
Introdução: A presença da mutação mais comum e frequente da Fibrose Cística (FC), a delta F508, está relacionada a manifestações clínicas mais severas da doença e com a piora do estado nutricional. Estes são fatores que estão inter-relacionados com a nutrição e atualmente poucos elucidados. O objetivo deste estudo foi avaliar a associação do estado nutricional e os fatores dietéticos em pacientes com FC portadores da mutação delta F508.Métodos: Estudo transversal (setembro/2012 a junho/2013) com crianças e adolescentes com FC, atendidos no Hospital Infantil Joana de Gusmão (HIJG), Santa Catarina, com idade = 5 anos, com exame de genotipagem para a presença da mutação delta F508 e sem doenças associadas (nanismo, microcefalia e hipotireoidismo congênito). Foram coletadas variáveis sociodemograficas, clínicas, de estado nutricional e de consumo alimentar. O estado nutricional foi representado pelo Índice de Massa Corpórea (IMC) em percentil utilizando as curvas de crescimento do World Health Organization (2006). O consumo alimentar foi avaliado através de 3 dias de registros alimentares não consecutivos (2 dias durante a semana e 1 dia de final de semana). A média do consumo alimentar obtida através dos 3 dias de registro foi ajustado para variância intrapessoal e interpessoal e pelo valor calórico total (VCT) através do método residual utilizando modelo de regressão linear. Os participantes foram divididos em três grupos de acordo com a presença da mutação delta F508: homozigotos delta F508, heterozigotos delta F508 e ausência da mutação delta F508. Para analise estatística foram utilizados teste de qui-quadrado, Fisher, ANOVA e Kruskal-Wallis. Foi utilizada a regressão de Poisson para estimar as razões de prevalência (RP) para IMC =25° e para um VCT =150% Estimated Energy Requirement (EER) na presença da mutação delta F508. Em todas as análises foi considerado o valor de 5% como nível de significância estatística.Resultados: Um total de 36 pacientes foi avaliado (mediana de 8,6 anos; IQ 6,8 - 12,5; 50% do sexo masculino), sendo 27,7% (n = 10) homozigotos delta F508, 47,3% (n = 17) heterozigotos delta F508 e 25,0% (n = 9) não apresentavam a mutação. Os pacientes homozigotos delta F508 demonstraram ter um menor percentil de IMC (21,9 ± 23,3° vs. 30,1 ± 26,1° e 52,2 ± 29,3° ; p = 0,017) quando comparados aos pacientes heterozigotos e sem a presença da mutação, respectivamente. Quando o consumo alimentar foi analisado, os pacientes portadores da mutação delta F508, homozigotos e heterozigotos, tiveram um menorconsumo do VCT (%EER) em relação aos pacientes com ausência desta mutação (130,6 ± 17,8% vs. 115,0 ± 32,5% e 146,2 ± 27,9%; p = 0,033). Além disso, na análise do VCT em categorias, os pacientes homozigotos e heterozigotos para mutação delta F508, apresentaram valores menores de prevalência =150%EER quando comparados ao grupo dos pacientes sem esta mutação (10,0%; IC95% 0,4 ? 64,1 vs. 5,9%; IC95% 0,0 - 45,9 e 44,4%; IC95% 11,8 ? 88,2; p = 0,026). Tais associações foram confirmadas no modelo de regressão de Poisson onde foi demonstrada uma associação negativa e significativa entre a presença da mutação delta F508 e um IMC =25° e um VCT =150% EER: pacientes homozigotos e heterozigotos delta F508 tiveram uma prevalência 60% menor de um IMC =25° (RP 0,4; IC95% 0,2-0,8) e uma prevalência 90% menor de um VCT =150%EER (RP 0,1; IC95% 0,02-0,3). Modelos ajustados para função pulmonar, %EER e IMC (p <0,05 para todos os modelos).Conclusão: Pacientes portadores da mutação delta F508 apresentaram um menor percentil de IMC e menor consumo calórico diário comparado aos pacientes sem a mutação.
Abstract : Introduction: The presence of the most common and frequent mutation of Cystic Fibrosis (CF), delta F508, is related to more severe clinical manifestations of the disease and worsening nutritional status. These factors are interrelated with nutrition and currently few elucidated. The aim of this study was to evaluate the association between nutritional status and dietary factors in CF patients with the delta F508 mutation.Methods: Cross-sectional study (September/2012 to June/2013) with children and adolescents with CF treated at the Hospital Infantil Joana (HIJG), Santa Catarina, Brazil, aged = 5 years, with a genotyping test for the presence of the mutation delta F508 and without comorbidities (dwarfism, microcephaly and congenital hypothyroidism). We collected sociodemographic variables, clinical variables, nutritional status variables and food consumption variables. Nutritional status was represented by body mass index (BMI) percentile, using the growth curves of the World Health Organization (2006). Dietary intake was assessed using 3-day food records nonconsecutive (two days during the week and 1 day weekend). The average food consumption obtained through the 3-day record was set for within-person variance, between-person variance and the total caloric value (TCV) through the residual method using linear regression model. The participants were divided into three groups according to the presence of the delta F508: delta F508 homozygotes, heterozygotes delta F508 and absence of the mutation delta F508. For statistical analysis we used chi-square, Fisher, ANOVA and Kruskal-Wallis. We used Poisson regression to estimate prevalence ratios (PR) for BMI = 25° and TCV = 150% of Estimated Energy Requirement (%EER) in the presence of the delta F508. In all analyzes, we considered the 5% statistical significance level.Results: A total of 36 patients were evaluated (median 8.6 years, IQ 6.8 to 12.5, 50% male), 27.7% (n = 10) homozygous delta F508, 47.3 % (n = 17) heterozygotes delta F508 and 25.0% (n = 9) had no mutation. Patients homozygous delta F508 shown to have a lower BMI percentile (21.9 ± 23.3 ° vs. 30.1 ± 26.1 ° and 52.2 ° ± 29.3, p = 0.017) compared with patients heterozygous and without the presence of mutation, respectively. When food intake was analyzed, patients with the delta F508 mutation, homozygotes and heterozygotes, had a lower consumption of VCT (%EER) compared to patients without this mutation (130.6 ± 17.8% vs. 115, 0 ± 32.5% and 146.2 ± 27.9%, p = 0.033). Furthermore, the analysis of VCT into categories, patientshomozygous and heterozygous for delta F508, showed the lowest prevalence = 150%EER when compared with patients without this mutation (10.0%, 95% CI 0.4 - 64.1 vs. 5.9%, 95% CI 0.0 to 45.9 and 44.4%, 95% CI 11.8 to 88.2, p = 0.026). When food intake was analyzed, patients with the delta F508 mutation, homozygous (130.6% ± 17.8, p = 0.033) and heterozygotes (115.0% ± 32.5, p = 0.033) were found to have a lower consumption VCT above EER compared to patients without this mutation (146.2% ± 27.9, p = 0.033). Furthermore, the analysis of VCT into categories according to EER, patients homozygous and heterozygous for delta F508, showed the lowest prevalence = 150%EER when compared with patients without this mutation (10.0%; 95%CI 0.4 ? 64.1 vs. 5.9%; 95%CI 0.0 ? 45.9 vs. 44.4%; 95%CI 11.8 ? 88.2; p = 0.026, respectively). The associations were confirmed in the Poisson regression model which was demonstrated a significant and negative association between the presence of the delta F508 and a BMI = 25 ° and VCT = 150%EER: heterozygous and homozygous delta F508 had lower prevalence 60% to BMI = 25° (PR 0.4, 95%CI 0.2-0.8) and lower prevalence 90% to VCT = 150%EER (PR 0.1, 95%CI 0.02 to 0, 3). Models adjusted for lung function, %EER and BMI (p <0.05 for all models).Conclusion: Patients with the delta F508 mutation had a lower BMI percentile and lower daily calorie consumption compared to patients without the mutation.
Souza, Helena Aguilar Peres Homem de Mello de. "Detecção precoce e monitoração da colonização por Pseudomonas Aeruginosa em crianças com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2012. http://hdl.handle.net/1884/26975.
Testo completoPereira, Letícia Cristina Radin. "Resposta inflamatória, estado nutricional e função pulmonar em crianças e adolescentes como fibrose cística". Florianópolis, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/100743.
Testo completoMade available in DSpace on 2013-06-25T22:12:16Z (GMT). No. of bitstreams: 1 308886.pdf: 3296643 bytes, checksum: 8770f77f2968289e6b1523022592341f (MD5)
Introdução: as infecções das vias respiratórias e a ativação de processos inflamatórios promovem depleção nutricional e declínio da função pulmonar, representando as principais consequências da Fibrose Cística (FC). Objetivo: avaliar a relação entre resposta inflamatória, estado nutricional e função pulmonar em crianças e adolescentes com FC. Sujeitos e Métodos: estudo clínico-transversal realizado com 86 sujeitos distribuídos em Grupo Controle (GC, n= 31) e Grupo FC (GFC, n= 55), redistribuído em GFC bacteriologia negativa (GFCB?) ou GFC bacteriologia positiva (GFCB+) e GFC Pseudomonas aeruginosa negativa (GFCPa?) ou GFC Pseudomonas aeruginosa positiva (GFCPa+). A função pulmonar foi avaliada pelo Volume Expiratório Forçado no primeiro segundo (VEF1) e o estado nutricional pelo z-escore de peso-para-idade (zP/I), estatura-para-idade (zE/I), índice de massa corporal-para-idade (zIMC/I), área muscular do braço (zAMB), área gordurosa do braço (zAGB) e percentual de gordura corporal (%GC). A resposta inflamatória foi avaliada pela dosagem de mieloperoxidase (MPO), interleucina-1beta (IL-1?), fator de necrose tumoral-alfa (TNF-?), proteína C-reativa (PCR), metabólitos de óxido nítrico (NOx), adenosina deaminase (ADA) e contagem de leucócitos, neutrófilos, linfócitos e monócitos. A análise bacteriológica foi avaliada na secreção da cavidade orofaríngea. Foi adotado um nível de significância p< 0,05. Resultados: o VEF1 foi significativamente maior no GC (88,57%) comparado com GFC (66,77%; p=0,001), GFCB+ (57,87%; p<0,001) e GFCPa+ (54,82%; p<0,001). Comparados ao GC e após análise ajustada para variáveis de confusão observou-se: redução do zIMC/I e zAMB no GFC (p=0,030; p=0,019), GFCB+ (p=0,030; p=0,029), e GFCPa+ (p=0,047; p=0,026). Aumento da MPO (p<0,001, todos subgrupos), IL-1? (p<0,001, todos subgrupos) e PCR (GFC: p=0,002; GFCB?: p=0,007; GFCB+: p=0,009; GFCPa?: p=0,004 e GFCPa+: p=0,020). Nos GFCB+ e GFCPa+ o NOx (p=0,001; p<0,001), leucócitos (p=0,002; p=0,001) e neutrófilos (p=0,003; p<0,001) estavam aumentados. No GFC foi observada correlação positiva entre VEF1 e zP/I (p=0,009), zE/I (p=0,006), zIMC/I (p=0,028) e zAMB (p=0,027) e negativa com leucócitos (p=0,008) e neutrófilos (p=0,031), correlação negativa entre zAMB e NOx (p=0,028). Conclusão: sujeitos com FC independente do tipo de infecção acometida apresentam resposta inflamatória importante caracterizada por aumento de MPO, IL-1? e PCR. A bacteriologia positiva apresentou efeito aditivo na resposta inflamatória levando ao aumento do NOx, leucócitos e neutrófilos. A desnutrição, leucocitose e neutrofilia estão correlacionadas com a redução da função pulmonar.
Background: the infections of the airways and the activation of immune and inflammatory process promote nutritional depletion and decline in lung function, representing the main consequences of cystic fibrosis (CF). Aim: evaluate the relationship between inflammatory response, nutritional status and pulmonary function in children and adolescents with CF. Subjects andMethods: clinical-cross-sectional study was conducted with 86 subjects distributed in Control Group (CG, n= 31) and CF Group (CFG, n= 55), redistributed in CFG bacteriology negative (CFGB.) or CFG bacteriology positive (CFGB+) and CFG Pseudomonas aeruginosa negative (CFGPa.) or CFG Pseudomonas aeruginosa positive (CFGPa+). Pulmonary function was assessed by Forced Expiratory Volume in the first second (FEV1) and the nutritional status by indicators in Z-escore weight-for-age (zW/A), height-for-age (zH/A), body mass index-for-age (zBMI/A), arm muscle area (zAMA), arm fat area (zAFA) and percentage of body fat (%BF). Inflammatory response was assessed by measurement of myeloperoxidase (MPO), interleukin-1beta (IL-1â), tumor necrosis factor-alpha (TNF-á), C-reative protein (CRP), nitric oxide metabolites (NOx), adenosine deaminase (ADA) and leukocytes, neutrophils, lymphocytes, monocytes counts. Bacteriological analysis was assessed in the secretion of the oropharyngeal cavity. Was adopted a significance level of p<0.05. Results: the FEV1 was significantly higher in CG (88.57%) compared with CFG (66.77%, p=0.001), CFGB+ (57.87, p<0.001) and CFGPa+ (54.82, p<0.001). Compared to CG and after adjustment for confounding variables was observed: reduction the zBMI/A and zAMA in CFG (p=0.030; p=0.019), CFGB+ (p=0.030; p=0.029), and CFGPa+ (p=0.047; p=0.026). Increased to MPO (p<0.001, all subgroups), IL-1â (p<0.001, all subgroups) and CRP (CFG: p=0.002; CFGB.: p=0.007; CFGB+: p=0.009; CFGPa.: p=0.004 and CFGPa+: p=0.020). In the CFGB+ and CFGPa+, the NOx (p=0.001; p<0.001), leukocytes (p=0.002; p=0.001) and neutrophils (p=0.003; p<0.001) was increased. In the CFG was observed positive correlation between FEV1 and zW/A (p=0.009), zH/A (p=0.006), zBMI/A (p=0.028) and zAMA (p=0.027) and negative with leukocytes (p=0.008) and neutrophils (p=0.031), negative correlation between zAMA and NOx (p=0.028). Conclusion: subjects with CF independent of infection involved showed important inflammatory response characterized by increased MPO, IL-1â and CRP. The bacteriology positive had additive effect on the inflammatory response by increasing the NOx, leukocytes and neutrophils. Malnutrition, leukocytosis and neutrophilia are correlated with reduced lung function.
Parizotto, Eneida Abreu. "Caracterização molecular de uma amostra de pacientes com fibrose cistica do estado de São Paulo". [s.n.], 1996. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/316589.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Biologia
Made available in DSpace on 2018-07-21T17:46:12Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Parizotto_EneidaAbreu_M.pdf: 2181551 bytes, checksum: e328e2d73756eb3e85624dd438e919b8 (MD5) Previous issue date: 1996
Mestrado
Genetica
Mestre em Ciências Biológicas
Souza, Dilair Camargo de. "Detecção de colônias pequenas variantes de Staphylococcus aureus em amostras respiratórias de pacientes com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2017. http://hdl.handle.net/1884/49577.
Testo completoCoorientador : Drª. Laura Lúcia Cogo
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Ciências da Saúde, Programa de Pós-Graduação em Medicina Interna. Defesa : Curitiba, 15/08/2017
Inclui referências : f. 59-68
Resumo: Em pacientes com fibrose cística (FC) ocorre a produção de secreção respiratória viscosa, que aumenta a probabilidade de infecções bacterianas. Staphylococcus aureus é o primeiro patógeno capaz de colonizar e promover infecções nas vias aéreas nestes pacientes. Variantes de colônias pequenas (SCVs) têm surgido em S. aureus relacionadas a infecções crônicas e recorrentes. SCVs são um desafio para o laboratório, principalmente porque são mutantes auxotróficos, que necessitam de substratos específicos para seu crescimento. Os objetivos deste trabalho foram avaliar as técnicas de diagnóstico para a detecção das colônias pequenas variantes de S. aureus (SCVs) em infecções pulmonares de pacientes com Fibrose Cística, atendidos nos ambulatórios do HC-UFPR, assim como determinar a prevalência deste fenótipo e o melhor método para a detecção da suscetibilidade aos agentes antimicrobianos. Foram coletadas e semeadas em Ágar Manitol, amostras respiratórias de 246 pacientes com FC atendidos entre 2014 e 2016. Colônias pequenas suspeitas de SCVs foram identificadas usando ágar com 7,5% de NaCl, teste da catalase e da coagulase, painel de identificação do Vitek®2 Compact, MALDI-TOF MS (Vitek® MS - bioMérieux, Marcy l'Etoile, France) e PCR para o gene nuc. Foi determinada a dependência nutricional à hemina, menadiona ou timidina em Mueller Hinton Agar (MHA) por dois métodos: 1) MHA suplementado com estes substratos antes da semeadura e, 2) adição de discos contendo estes substratos sobre a superfície do MHA previamente semeado. O teste de suscetibilidade antimicrobiana foi realizado por disco difusão e microdiluição em caldo, e os meios utilizados nos testes foram suplementados com timidina. Determinantes de resistência aos beta-lactâmicos e macrolídeos foram pesquisados por PCR. Dos 246 pacientes, S. aureus foi isolado em 182 (74%) pacientes. SCVs foram isolados em 11pacientes (4,5%) e todos foram timidina-dependentes. O antibiograma demonstrou que 91% dos isolados eram resistentes a múltiplos fármacos, 9% eram resistentes à oxacilina (MRSA) e rifampicina, e todos eram suscetíveis à vancomicina e linezolida. Os genes mecA (1), ermA (1), ermB (1), ermC (2) e msrB (11) foram encontrados entre os isolados. Esta pesquisa indica um alerta para os microbiologistas sobre a dificuldade no reconhecimento e identificação de SCVs de S. aureus na rotina laboratorial. Além disso, mostra uma preocupação com o tratamento, uma vez que a maioria dos isolados demonstrou ser multirresistente. Palavras-chave: S. aureus; Variantes de colônias pequenas; Dependente de timidina; SCVs
Abstract: In patients with cystic fibrosis (CF) the production of viscous respiratory secretion occurs, which increases the probability of bacterial infections. Staphylococcus aureus is the first pathogen able to colonize and promote infections in the airways in these patients. Variants of small colonies (SCVs) have arisen in S. aureus related to chronic and recurrent infections. SCVs are a large challenge for the laboratory, mainly because they are auxotrophic mutants, which require specific substrates for their growth. The objectives of this study were to evaluate the diagnostic techniques for detection of S. aureus small colony variants (SCVs) in pulmonary infections of patients with cystic fibrosis attended at HC-UFPR ambulatory, as well as to determine the prevalence and the best method for detection of susceptibility to antimicrobial agents. Respiratory samples from 246 patients with CF were collected and inoculated in Mannitol Agar from 2014 to 2016. Small colonies suspected of SCV were identified using 7,5% NaCl agar, catalase and coagulase tests, Vitek®2 Compact identification panel, MALDI-TOF (Vitek® MS - bioMérieux, Marcy l'Etoile, France) and PCR for the nuc gene. Nutritional dependence was determined to hemin, menadione or thymidine in Mueller Hinton Agar (MHA) by two methods: 1) MHA supplemented with these substrates before inoculation; and 2) addition of disks containing these substrates on the surface of the MHA previously inoculated. The antimicrobial susceptibility test was performed by disk diffusion technique and broth microdilution technique, both supplemented with thymidine. Determinants of resistance to beta-lactams and macrolides were investigated by PCR. Of the 246 patients S. aureus was isolated in 182 (74%) patients. SCVs were isolated in 11 patients (4,5%) and all were thymidine-dependent. The antibiogram showed that 91% of the isolates were resistant to multiple drugs, 9% were resistant to oxacillin (MRSA) and rifampicin, and all were susceptible to vancomycin and linezolid. The mecA (1), ermA (1), ermB (1), ermC (2) and msrB (11) genes were found among the isolates. This research indicates an alert for the microbiologists about the difficulty in the recognizing and identifying of SCVs of S. aureus in the laboratory routine. In addition, it is concern with treatment, since the majority of the isolates proved to be multiresistant. Keywords: S. aureus; small colony variants; Thymidine dependent; SCVs
Hauschild, Daniela Barbieri. "Associação entre parâmetros do estado nutricional e função pulmonar em crianças e adolescentes com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2014. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/129346.
Testo completoMade available in DSpace on 2015-02-05T20:58:57Z (GMT). No. of bitstreams: 1 329759.pdf: 1419251 bytes, checksum: e04a057e1d30eca3d34ab99f621e04d0 (MD5) Previous issue date: 2014
Introdução: A Fibrose Cística (FC) é uma doença genética em que ocorre defeito no transporte do íon cloro causando a desidratação de secreções e a consequente produção de muco hiperviscoso com obstrução das vias aéreas, insuficiência pancreática e má absorção intestinal, o que acarreta no quadro de desnutrição. A desnutrição é considerada mau prognóstico para pacientes com FC e está associada à piora da função pulmonar. Objetivo: Verificar se há associação entre parâmetros do estado nutricional e função pulmonar em crianças e adolescentes com FC. Métodos: Estudo transversal composto por crianças e adolescentes com e sem FC, com idade entre 6 e 15 anos, estáveis clinicamente, recrutadas em um centro de referência para o tratamento de FC do estado de Santa Catarina. Os parâmetros do estado nutricional avaliados foram a triagem nutricional, parâmetros antropométricos e de bioimpedância elétrica. A partir dos dados antropométricos, foram calculados os percentis de índice de massa corporal para idade (P-IMC) e estatura-para-idade (E/I), escores-z de circunferência do braço (z-CB), dobra cutânea tricipital (z-DCT) e subescapular (z-DCSe) e área muscular do braço (z-AMB), percentual de gordura pelo somatório das dobras cutâneas (%GC). Por meio dos vetores de resistência e reactância originados pela bioimpedância elétrica (BIA), foram calculados o ângulo de fase padronizado (z-AF), escore-z da relação de resistência e de reactância pela altura (z-R/H e z-Xc/H), índice de resistência (cm²/O) e análise vetorial por BIA (BIVA). A função pulmonar foi avaliada pelo volume expiratório forçado no primeiro segundo (VEF1%) e considerado como comprometimento valores < 80%. Foram realizados os testes-t, Mann-Whitney e a regressão de Poisson ajustada, com valores expressos em razão de prevalência (RP), adotando significância p < 0,05. Resultados: Foram avaliadas 46 crianças e adolescentes com FC, com mediana de 8,5 anos (IQR 7,55; 10,78), 47,83% feminino, 51,3% com VEF1<80%. A mediana de idade das crianças e adolescentes saudáveis foi de 8,8 anos (7,12; 11,42). Crianças e adolescentes com FC apresentaram valores de P-IMC, E/I, z-CB, z-AMB, z-DCT e z-DCSe menores em relação ao grupo controle (p<0,05) e valores maiores de resistência e reactância (p=0,001). Entretanto, não houve diferença de %GC e z-AF entre os grupos. O índice de resistência (cm²/O) foi menor nas crianças e adolescentes com FC (p=0,036). Em relação à BIVA, dentre as 13 crianças e adolescentes com FC classificadas como caquéticas ou magras, 61,5% apresentaram comprometimento da função pulmonar. Osparâmetros antropométricos (P-IMC, z-DCT, z-DCSe e z-AMB) e de BIA (z-R/H, z-Xc/H e índice de resistência) estiveram associados ao comprometimento pulmonar. Valores menores dos parâmetros antropométricos e valores maiores de resistência e reactância estiveram associados ao aumento na prevalência de comprometimento pulmonar. A redução do índice de resistência (cm²/O) esteve associada a maior prevalência de comprometimento pulmonar (RP 0,91; p<0,001). A triagem nutricional específica para crianças e adolescentes com FC e BIVA também estiveram associadas ao comprometimento de função pulmonar. A prevalência ajustada de crianças e adolescentes com comprometimento da função pulmonar foi 50% maior em crianças e adolescentes classificadas como magras pela BIVA, embora não significativo (p=0,120). Crianças e adolescentes em alto risco nutricional apresentaram RP 4,61 (1,23; 16,96) de comprometimento de função pulmonar. Conclusão: Foram evidenciadas tanto depleção de tecido adiposo subcutâneo quanto muscular nas crianças e adolescentes com FC. A melhora de parâmetros antropométricos e de triagem nutricional pode implicar na redução da prevalência de comprometimento pulmonar. O aumento nos vetores de resistência e reactância estiveram associados a maior prevalência de comprometimento pulmonar. Entretanto não foi encontrada associação com o AF. Dessa forma, a utilização dos parâmetros da BIA, como a resistência, como instrumento de avaliação e acompanhamento nutricional tornam-se promissores, tendo em vista que até o momento são escassas as equações preditivas para calculo do %GC com base em parâmetros antropométricos ou de BIA que sejam específicas para a FC. São necessários estudos com maior amostra a fim de verificar a aplicabilidade da BIVA como instrumento de avaliação nutricional bem como a sua incorporação no protocolo de avaliação de FC.
Abstract: Background: Cystic Fibrosis (CF) is a genetic disease and it is caused by defect in the chloride channel and causes a dehydration of the secretions with hyperviscous mucus leading to chronic airway obstruction and pancreatic insufficiency, intestinal malabsorption and malnutrition. Malnutrition is associated with worst pulmonary function and mortality in children with CF. Aims: To examine the association between nutritional status parameters and lung function in children and adolescents with CF. Methods: A cross-sectional study with children and adolescents with and without CF, between 6 and 15 years old, clinically stable, recruited from a reference center for the treatment of FC in Santa Catarina, Brazil. Nutritional screening, anthropometric and bioelectrical impedance (BIA) were assessed. The percentiles of body mass index for age (P-BMI) and height-for-age (H/A) and the z-scores for mid-upper arm circumference (MUAC-z), triceps (TSF-z) and subscapular skinfolds thickness (SSF-z) and mid-upper arm muscle area (MUAMA-z) were calculated. The fat percentage by the sum of skinfolds (%BF), standardized phase angle (z-PA), the ratio of the resistance and reactance by the height (z-R/H and z-X/H), resistance index and vector analysis by BIA (BIVA) were analyzed. Lung function was assessed by forced expiratory volume in one second (FEV1%) and values <80% were considered as impairment of the lung function. T-test, Mann-Whitney, and adjusted Poisson regression were performed, with values expressed in prevalence ratio (PR), considering p<0.05 as significant. Results: Forty-six children and adolescents with CF were evaluated, with 8.5 median age (7.55; 10.78), 47.83% female and 51.3% with FEV1<80%. The median age of the control group was 8.8 years (7.12, 11.42). Children and adolescents with CF had P-BMI, H/A, MUAC-z, MUAMA-z, TSF-z and SSF-z lower than the control group (p <0.05) and higher values of resistance and reactance (p=0.001). However, there was no difference in %BF and z-PA between groups. The resistance index (cm²/O) was lower in children and adolescents with CF (p =0.036). Regarding BIVA, among 13 children and adolescents with CF classified as cachectic or thin, 61.5% had impaired lung function. The anthropometric (P-BMI, z-TSF, z-MUAMA, z-SSF) and BIA (z-R/H, z-Xc/H and resistance index) were associated with pulmonary impairment. Lower anthropometric parameters and higher values of resistance and reactance were associated with increased prevalence of pulmonary involvement. Lower values of the resistance index (cm²/O) was associated with higher prevalence of pulmonary impairment (PR 0.91, p <0.001). The specific nutritional screening tool for children and adolescents with CF and BIVA were also associated with impairment of pulmonary function. The adjusted prevalence of children and adolescents with impaired lung function was 50% higher in children and adolescents classified as lean by BIVA, although not significant (p = 0.120). Children and adolescents at high nutritional risk had PR 4.61 (1.23, 16.96) of impairment of the lung function. Conclusion: It was observed muscle and subcutaneous adipose tissue depletion in children and adolescents with CF. The improvement of anthropometric parameters and nutritional screening could result in a reduction in the prevalence of lung impairment in children and adolescents with CF. The increase in vectors of resistance and reactance were associated with higher prevalence of pulmonary impairment. However, no association was observed with PA. The use of the BIA parameters, such as resistance, as tool for nutritional assessment is promising, considering that to up to the moment there are few predictive equations for %BF based on anthropometric or BIA that are specific for CF. Studies are needed with larger samples in order to verify the applicability of BIVA as a tool for nutritional assessment and its incorporation into the assessment protocol for CF.
Bennemann, Gabriela Datsch. "Marcadores inflamatórios e de estresse oxidativo em crianças e adolescentes com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/95375.
Testo completoMade available in DSpace on 2012-10-26T00:49:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 290152.pdf: 2375402 bytes, checksum: bc18708386d28dd940f27eebcc494fe4 (MD5)
Introdução: Pacientes com Fibrose Cística (FC) são susceptíveis à inflamação e estresse oxidativo (EO), apresentando freqüente obstrução das vias aéreas e infecções bacterianas, com comprometimento das defesas antioxidantes e exacerbação da produção de espécies reativas de oxigênio. Objetivo: Avaliar biomarcadores inflamatórios e de estresse oxidativo, e associá-los com o estado clínico de crianças e adolescentes com FC. Método: Estudo clínico controlado em 55 portadores de FC (GFC), idade mediana de 5,62 anos (interquartil - IQR 2,25-7,83), e 14 indivíduos sem FC (grupo controle - GC), mediana de 3,83 anos (IQR 2,25-7,83) submetidos às análises sanguíneas dos marcadores glutationa reduzida (GSH), glutationa peroxidase (GPx), catalase (CAT), proteína carbonilada (PC), substâncias reagentes ao ácido tiobarbitúrico (TBARS), atividade da enzima mieloperoxidase (MPO), metabólitos do óxido nítrico (NOx), proteína C reativa (PCR), e bacteriologia para bactérias patogênicas associadas à FC. O estado nutricional (EN) foi avaliado por meio dos índices de peso, estatura e massa corpórea para idade (P/I, E/I e IMC/I) em escore-Z, massa magra em quilos e percentual de gordura corporal. Resultados: O estado nutricional prevalente foi eutrofia sem diferença entre os grupos, escores-Z médios: P/I = -0,21 ± 0,25 e de -0,34 ± 0,21, E/I = -0,69 ± 0,44 e -0,51 ± 0,23, e IMC/I = 0,78 0,34 e -0,28 0,20, respectivamente para GC e GFC. O Escore de Schwaschmann foi classificado como excelente, mediana igual a 90 % (IQR 85-100). A principal bactéria patogênica presente foi a S. aureus (34,54%), seguida pela P. aeruginosa (30,9%). No GFC em relação ao GC, observou-se níveis aumentados de TBARS (p=0,031), PC (p=0,031) e MPO (p=0,001), e níveis diminuídos da GSH (p=0,001). Em pacientes com cultura positiva para P. aeruginosa foram detectados maiores níveis de PC (p=0,002), NOx (p=0,023), e PCR (p=0,017). Conclusão: Considerando os aumentos referidos no TBARS, PC e MPO, e a diminuição nos níveis de GSH, é sugerido um quadro de estresse oxidativo (EO) sistêmico nos pacientes com FC, porém, aparentemente a presença de infecção não implicou, bem como os períodos de infecção bacteriana não foram determinantes no estabelecimento e/ou exacerbação do EO.
Paula, Silvia Regina Machado de. "Avaliação da aderencia a fisioterapia respiratoria dos pacientes com fibrose cistica acompanhados no hospital de clinicas da Universidade Estadual de Campinas". [s.n.], 2004. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308372.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-03T19:55:28Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Paula_SilviaReginaMachadode_M.pdf: 2756923 bytes, checksum: 7667e6b475378afca103e2a3ff00813c (MD5) Previous issue date: 2004
Resumo: A fibrose cística (FC) é uma doença hereditária autossômica recessiva de acometimento multissistêmico, com evolução progressiva, e a mortalidade, na sua maioria, é secundária à doença pulmonar supurativa crônica. A fisioterapia respiratória (FR) é recomendada como parte do tratamento, pois é um recurso terapêutico importante na depuração do muco das vias aéreas, com repercussão positiva na qualidade de vida dos pacientes. Pouco se conhece sobre a relação entre a aderência à fisioterapia respiratória com a gravidade da FC e com as condições socioeconômicas. O objetivo deste estudo foi avaliar a aderência à fisioterapia respiratória dos pacientes com FC e verificar se existe correlação com a gravidade da doença, condições socioeconômicas e com as variáveis: idade, sexo, procedência, tempo de diagnóstico e número de consultas ao ano. Realizou-se um estudo de corte transversal com 84 pacientes do Ambulatório de Fibrose Cística do Hospital de Clínicas da Universidade Estadual de Campinas, no período de 29/01/2002 a 01/07/2003. Foi aplicado um questionário único para determinar a aderência e o nível socioeconômico familiar dos pacientes. A gravidade da doença foi avaliada pela aplicação do escore de Shwachman. A idade dos pacientes variou de cinco meses a 29 anos (8,63 ± 6,42) com mediana de sete anos, sendo que 43 (51,2%) eram do sexo masculino. O escore de Shwachman foi classificado em excelente /bom, em 37 (44%); médio, em 28 (33,3%) e moderado /grave, em 19 (22,6%) dos pacientes. Dentre os 84 pacientes 70 (83,3%) realizavam fisioterapia respiratória com alguma freqüência. O somatório das aderências satisfatória e parcial foi verificado em 66,6% dos pacientes. Quanto ao local de realização da FR verificou-se que 43 (61,4%) era no domicílio. A tapotagem foi à técnica mais utilizada entre 10 questionadas. A percentagem de respostas, com relação à opinião sobre a atuação da FR na doença pulmonar, foi de 88,5% quanto à melhora e 91,4% quanto à necessidade. O cruzamento das variáveis e a aplicação de testes estatísticos evidenciaram que a aderência à FR foi considerada satisfatória em 59,5% dos pacientes. Houve associação, estatisticamente significativa, entre aderência à FR e número de componentes da família, renda familiar, escolaridade da mãe, idade, sexo e número de consultas anuais e não houve associação entre aderência à FR e gravidade da doença, escolaridade do pai, número de cômodos da casa, procedência dos pacientes e tempo de diagnóstico
Abstract: Cystic fibrosis (CF) remains an incurable life limiting condition which is the most common inherited lethal condition in most Western countries. Advances in the care of this condition, particularly advances in respiratory management, have seen the focus of treatment Chest physiotherapy (CPT) has been an important part of CF treatment regimens for over 40 years and is recommended as part of the treatment, since it is an important therapeutic resource in the clearance of the airway mucus with positive results in the patient¿s quality of life. No definitive evidence links adherence to treatment and the disease severity, neither to social-economic status. The aim of this study was to evaluate the CPT adherence and its correlation to disease severity, social-economic status and clinical variables in CF patients. A transversal study was performed including 84 patients (43 male) from the population treated at the University Hospital. Measures included administered questionnaire to evaluate social-economic status, clinical variables and CPT adherence. Shwachman score (SS) were assigned to each patient as a measure of disease severity. The Fisher and Kruskal-Wallis tests were used to compare CPT adherence with all variables. Patient¿s age ranging from 5 months to 29 years (8.63± 6.42). SS was classified in excellent/good (44%), mild (33,3%) and moderate/severe (22,6%). CPT was performed in 83,3% of patients and satisfactory adherence was verified in 59,5%. A statistical relationship could be demonstrated between CPT adherence and number of family members, family income, mother¿s schooling, age, gender and number of annual consultations. There was no statistical relationship between CPT adherence and disease severity, father¿s schooling, number of rooms in the house, origin and diagnosis period
Mestrado
Pediatria
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Sakano, Eulalia 1950. "Avaliação endoscopica, laboratorial e tomografica das vias aereas superiores de pacientes com fibrose cistica e sua correlação com genotipo e a gravidade da doença". [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309975.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-07T02:23:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Sakano_Eulalia_D.pdf: 4393830 bytes, checksum: 9f6f7365bd3d89dbba87535f36bbc052 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: Muitos estudos têm avaliado os aspectos clínicos e funcionais do comprometimento das vias aéreas inferiores na fibrose cística (FC). Entretanto, poucos estudos têm sido realizados para avaliar as alterações clínicas e funcionais das vias aéreas superiores. O objetivo do presente trabalho foi correlacionar variáveis obtidas por endoscopia nasossinusal, laboratoriais e tomográficas dos seios paranasais e, verificar a associação com a gravidade e o genótipo de pacientes com fibrose cística, de um centro universitário de referência em tratamento de FC no Brasil. Realizou-se um estudo clínico, laboratorial com 50 fibrocísticos. Todos foram submetidos a tomografia computadorizada dos seios paranasais, estudo genético das mutações da FC, endoscopia nasossinusal e bacterioscopia dos seios maxilares, orofaringe e traquéia. A gravidade da FC foi avaliada pelo escore de Shwachman. A prevalência de polipose na população estudada foi de 36% e maior entre homozigotos para ?F508. O escore de Shwachman correlacionou-se com a idade. Não houve correlação do genótipo e do grau de gravidade com as outras variáveis estudadas. Os sujeitos apresentaram alta prevalência de colonização precoce para P. aeruginosa. Concluiu-se que a doença sinusal em pacientes fibrocísticos é muito freqüente, apresenta alterações nasofibroscópicas, tomográficas e clínicas, embora a maioria das variáveis estudadas, não apresenta correlação com a gravidade e o genótipo da doença
Abstract: Many studies have assessed clinical and functional aspects of lower airway affections in cystic fibrosis. Conversely, few studies have been performed to assess the clinical and functional affections of upper airways. The objective of the present study was to correlate the variables obtained by nasal and paranasal sinuses endoscopy, paranasal sinus laboratory and computed tomography (CT) scan findings, and to check the association with severity and genotype of cystic fibrosis patients. Clinical and laboratory study of 50 patients with cystic fibrosis at a university center. All patients were submitted to CT scan, nasal and paranasal endoscopy and bacterioscopy of maxillary sinus, trachea and oropharynx secretion. Severity of cystic fibrosis was assessed by Shwachman score and the most frequent genetic mutations were identified. The prevalence of polyposis in the studied population was 36% and it was greater among homozygote for ?F 508. Shwachman score was correlated with age (p=0,003). The genotype was correlated with nasal polyposis (p=0,006). There was no association between affections in CT scan and severity of cystic fibrosis (CF). Patients presented high prevalence of early colonization of Pseudomonas aeruginosa. Sinus disease in CF patients are very frequent and presents several clinical, endoscopic and tomographic affections and most of them are not correlated with severity and disease genotype
Doutorado
Otorrinolaringologia
Doutor em Ciências Médicas
Galvão, Fabio. "Avaliação dos efeitos do treinamento muscular inspiratorio em pacientes com fibrose cistica atraves do uso do threshold IMT". [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/310712.
Testo completoDissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciências Médicas
Made available in DSpace on 2018-08-07T04:05:34Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Galvao_Fabio_M.pdf: 1628558 bytes, checksum: 51b1fac2b511ca8ca898e8f1f34451a5 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: Introdução: A fibrose cística é caracterizada pelo conjunto de três fatores, denominada de tríade clássica, a qual é constituída de teste de suor alterado, da doença pulmonar e da doença pancreática. As manifestações da fibrose diferem em relação ao grau de comprometimento pulmonar ou gastro-intestinal. Porém, é a doença pulmonar a maior responsável pelos óbitos entre os pacientes. Uma das manifestações dessa doença pode ser a fraqueza muscular respiratória, a qual pode levar a um estado de fadiga muscular e até de falência muscular respiratória. No entanto, os músculos respiratórios podem ser treinados e, em diversas doenças o treinamento muscular inspiratório (TMI) tem atuado de forma a aumentar a força, prevenir a fadiga e ainda reduzir a dispnéia e melhorar a tolerância ao exercício. Objetivo: Avaliar os efeitos do TMI em pacientes com fibrose cística. Métodos: Treze pacientes (12,23 + 3,19 anos) com diagnóstico de fibrose cística participaram do estudo, o qual foi dividido em 2 partes com duração total de 8 semanas. Na primeira parte cada paciente comportou-se como controle dele mesmo e, na segunda parte, cada paciente recebeu a intervenção, ou seja, o TMI. Foram realizadas 3 avaliações, uma inicial, outra após 4 semanas de controle e uma terceira após 4 semanas de TMI. Todas as avaliações constaram de: avaliação da saturação de oxigênio (SpO2) e freqüência cardíaca (FC) no início de cada avaliação; avaliação das pressões inspiratória máxima (PImáx) e expiratória máxima (PEmáx); prova de função pulmonar (PFP); aplicação do escore clínico para fibrose cística (ECFC) e; teste de caminhada de 6 minutos em esteira (TC6). A segunda parte da pesquisa foi iniciada a partir da segunda avaliação e constou de TMI com uso do incentivador inspiratório Threshold® IMT, com cargas de até 50% da PImáx, durante 15 minutos por dia, 5 vezes por semana, em 4 semanas no total. Logo após o período de TMI os pacientes foram submetidos à terceira avaliação. Resultados: A PImáx e a PEmáx tiveram aumento significativo (com p = 0,0001 e 0,0004 respectivamente) após período de TMI em relação aos valores da primeira e segunda avaliações, nos quais não houve intervenção. Não houve alterações significativas nos valores da SpO2 (p = 0,7675), FC (p = 0,7108), ECFC (p = 0,6434), e em nenhuma das variáveis que compuseram o TC6 e a PFP (p > 0,05) ao final do estudo. Conclusões: O TMI possibilitou em pacientes com fibrose cística melhora das forças musculares inspiratória e expiratória, mesmo utilizando-se de um incentivador que impõe cargas exclusivamente inspiratórias, mas não foi capaz de melhorar a função pulmonar, a tolerância ao exercício ou o estado clínico do paciente
Abstract: Introdução: A fibrose cística é caracterizada pelo conjunto de três fatores, denominada de tríade clássica, a qual é constituída de teste de suor alterado, da doença pulmonar e da doença pancreática. As manifestações da fibrose diferem em relação ao grau de comprometimento pulmonar ou gastro-intestinal. Porém, é a doença pulmonar a maior responsável pelos óbitos entre os pacientes. Uma das manifestações dessa doença pode ser a fraqueza muscular respiratória, a qual pode levar a um estado de fadiga muscular e até de falência muscular respiratória. No entanto, os músculos respiratórios podem ser treinados e, em diversas doenças o treinamento muscular inspiratório (TMI) tem atuado de forma a aumentar a força, prevenir a fadiga e ainda reduzir a dispnéia e melhorar a tolerância ao exercício. Objetivo: Avaliar os efeitos do TMI em pacientes com fibrose cística. Métodos: Treze pacientes (12,23 + 3,19 anos) com diagnóstico de fibrose cística participaram do estudo, o qual foi dividido em 2 partes com duração total de 8 semanas. Na primeira parte cada paciente comportou-se como controle dele mesmo e, na segunda parte, cada paciente recebeu a intervenção, ou seja, o TMI. Foram realizadas 3 avaliações, uma inicial, outra após 4 semanas de controle e uma terceira após 4 semanas de TMI. Todas as avaliações constaram de: avaliação da saturação de oxigênio (SpO2) e freqüência cardíaca (FC) no início de cada avaliação; avaliação das pressões inspiratória máxima (PImáx) e expiratória máxima (PEmáx); prova de função pulmonar (PFP); aplicação do escore clínico para fibrose cística (ECFC) e; teste de caminhada de 6 minutos em esteira (TC6). A segunda parte da pesquisa foi iniciada a partir da segunda avaliação e constou de TMI com uso do incentivador inspiratório Threshold® IMT, com cargas de até 50% da PImáx, durante 15 minutos por dia, 5 vezes por semana, em 4 semanas no total. Logo após o período de TMI os pacientes foram submetidos à terceira avaliação. Resultados: A PImáx e a PEmáx tiveram aumento significativo (com p = 0,0001 e 0,0004 respectivamente) após período de TMI em relação aos valores da primeira e segunda avaliações, nos quais não houve intervenção. Não houve alterações significativas nos valores da SpO2 (p = 0,7675), FC (p = 0,7108), ECFC (p = 0,6434), e em nenhuma das variáveis que compuseram o TC6 e a PFP (p > 0,05) ao final do estudo. Conclusões: O TMI possibilitou em pacientes com fibrose cística melhora das forças musculares inspiratória e expiratória, mesmo utilizando-se de um incentivador que impõe cargas exclusivamente inspiratórias, mas não foi capaz de melhorar a função pulmonar, a tolerância ao exercício ou o estado clínico do paciente. Introduction: Cystic Fibrosis is characterized by the conjunct of three factors known as ¿the classic triad¿, which is constituted of altered sweat test, pulmonary and pancreatic diseases. Cystic fibrosis manifestations can differ in relation to pulmonary or gastro-intestinal injury degree. However, the pulmonary disease is the major causer of deaths among the patients inducing respiratory muscle weakness, which can lead to a muscle respiratory fatigue state and even to respiratory muscle collapse. In this scenario the inspiratory muscle training (IMT) acts as an important therapy to prevent fatigue, to reduce dyspnea and increase exercise tolerance in several diseases through the increase of the muscle strength. Objective: The aim of this study was to evaluate the effects of IMT in cystic fibrosis patients. Methods: Thirteen patients (12,23 + 3,19 years old) with cystic fibrosis diagnostic participated in the study which was divided in two parts with total duration of 8 weeks. In the first part each patient acted as his own control and, in the second part, they received intervention consisting of the IMT. Tree assessments were realized, one at the beginning, other after 4 weeks of control and the third after 4 weeks of IMT. All the evaluations contained: admeasurement of oxygen saturation (SpO2) and heart frequency (HF) at the beginning of each test; measurement of maximal inspiratory pressure (MIP) and maximal expiratory pressure (MEP); pulmonary function test (PFT); application of the Cystic Fibrosis Clinical Score (CFCS) and;. 6 minutes treadmill walk test (TW6). The other part of the work was started after the second assessment which was composed of IMT using Threshold® IMT device with load up to 50% of MIP, during 15 minutes a day, 5 times for week, totalizing 4 weeks of training. Next IMT the third evaluation was done. Results: Both the MIP as MEP showed significant increase (p = 0,0001 and p = 0,0004, respectively) after IMT in relation to the values of the first and second assessments which were done without intervention. The results demonstrated no significant alterations in the SpO2 (p = 0,7675), HF (p = 0,7108), CFCS (p = 0,6434) and in the PFT and TW6 (p < 0,05) values at the end of the study. Conclusions: IMT increases the inspiratory and expiratory muscles strength in CF patients even though using a device with inspiratory load exclusively, but was ineffective to improve pulmonary function, exercise tolerance or the clinical state
Mestrado
Saude da Criança e do Adolescente
Mestre em Saude da Criança e do Adolescente
Castellanos, Marcelo Eduardo Pfeiffer. "O adoecimento cronico infantil : processo e narrativa - contribuição para o estudo de pacientes com fibrose cistica e asma". [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309244.
Testo completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-08T17:38:46Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Castellanos_MarceloEduardoPfeiffer_D.pdf: 2521608 bytes, checksum: b50c5620f0274a9f74cc7da8107f09b8 (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Os problemas crônicos de saúde têm recebido grande atenção por parte de profissionais, gestores e pesquisadores do campo da saúde, uma vez que têm um peso cada vez maior no perfil de morbi-mortalidade populacional das sociedades contemporâneas, desafiando a organização assistencial e a produção de conhecimentos científicos. Esta pesquisa investigou o processo de adoecimento crônico infantil dimensionado no cotidiano familiar e nas redes sociais de crianças com asma e com fibrose cística, atendidas no Ambulatório de Pediatria do Hospital de Clínicas da Universidade Estadual de Campinas. Através da abordagem qualitativa do problema de pesquisa levantado, foram selecionados 10 casos de cada doença, atendendo aos seguintes critérios: diagnóstico realizado há pelo menos um ano, níveis diferentes de gravidade, possuir entre 5 e 12 anos de idade, residir em domicílio localizado até no máximo 50km de distância do Município de Campinas. Foram realizadas entrevistas semi-estruturadas com todos os pacientes e suas mães (em alguns casos, também, com seus pais, irmãos e professores). Essas entrevistas abordaram diversos aspectos relacionados ao processo de adoecimento crônico infantil: trajetória de vida, relacionamentos familiares, rede social, escola, itinerário terapêutico, organização dos cuidados, assistência, mudanças e limites impostos pela doença. As entrevistas foram gravadas e transcritas, compondo assim o material empírico dessa pesquisa. Esse material foi classificado e organizado a partir de um conjunto amplo de categorias empíricas, após o que foi interpretado à luz das principais categorias analíticas que orientaram as bases teóricas e metodológicas da pesquisa: representação social, rede social e estigma. A apresentação dos resultados e análises é realizada de maneira integrada, em duas formas: em primeiro lugar, através de estudos de caso, onde a trajetória de vida familiar e o processo de adoecimento crônico infantil são abordados em relação a cada um dos casos estudados separadamente; em segundo lugar, através da análise global de todos os casos de asma e de todos os casos de fibrose cística. Dessa maneira, de um lado privilegiou-se a confecção de um texto analítico que enfoca as ¿narrativas biográficas¿ elaboradas em torno da experiência com a doença crônica, e, de outro lado realizou-se a identificação de aspectos centrais do processo de adoecimento infantil vivenciado em relação à asma e à fibrose cística, através de análises com maior grau de generalização. O conjunto das análises permitiu a compreensão dos modos como: a noção de gravidade é significada nas dinâmicas familiares e nas redes sociais das crianças; o diagnóstico de uma doença grave instaura uma ruptura biográfica na trajetória de vida familiar, a partir da qual o papel de cuidador e as expectativas de vida são ressignificados; a condição crônica implica o reordenamento do cotidiano familiar; a organização dos cuidados conduz a negociações realizadas na família, na rede social e nas instituições de saúde. Conclui-se que o processo de adoecimento crônico infantil é significado a partir de interações sociais realizadas nos serviços de saúde, nas famílias e nas redes sociais das crianças, onde são dimensionados os seus aspectos biomédicos e sóciomédicos
Abstract: Chronic diseases have brought the attention of professionals, managers and researchers in health sciences, since these are responsible for a great burden in the morbimortality profile of contemporaneous societies, challenging the health assistance system and production of scientific knowledge. This research evaluated the chronic infant illness process in the family daily living activities and in the social networks of children with asthma and cystic fibrosis, at the Ambulatório de Pediatria do Hospital de Clínicas da Universidade Estadual de Campinas. Using a qualitative approach to the research question, 10 cases of each disease were selected, meeting the following criteria: diagnosis > 1 year, different severity of disease, 5-12 years old, and home address < 50 Km from Campinas municipality. Semi-structured interviews were conducted with all patients and mothers (in some cases also with fathers, siblings and teachers). These interviews dealt with many aspects related to the chronic infant illness process: life path, familial relationships, social network, school, path treatment, health care organization, assistance, changes and boundaries imposed by the disease. The interviews were taped and transcribed, which resulted in the empiric material of this research. This material was classified and organized from a broad group of empiric categories, then interpreted using the main analytical categories that guided the theoretical and methodological basis of the research: social representation, social network and stigma. Results and analysis were integrated, using two approaches: first, through the case studies, where the family life path and the chronic infant illness process were evaluated in relation to each of the cases individually; second, through the global analysis of the two diseases. As such, on the one hand much attention was given to the composition of an analytical text focusing on the 'bibliographic narratives¿, driven by the experience with the chronic disease, and on the other hand, the main aspects of chronic infant illness process experienced in relation to asthma and cystic fibrosis were identified, through a broader analysis. The different perspectives of analysis allowed for an understanding of: the idea of severity is built in the family dynamics and in the child social networks; the diagnosis of a severe disease brings a rupture in the family life path, from which the role of caregiver and life expectations are redefined; the chronic condition implies in the reorganization of family daily life activities; the health care assistance organization leads the negotiations in the family, in the social network and in the health institutions. To conclude, the chronic infant illness process is built from the social interactions in the health care system, in the child families and social networks, where biomedical and sociomedical aspects are structured.
Doutorado
Saude Coletiva
Doutor em Saude Coletiva
Leite, Rubia Mara Jung. "Avaliação do gasto energético por calorimetria indireta e perfil nutricional de crianças e adolescentes com fibrose cística". reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2014. http://hdl.handle.net/1884/36971.
Testo completoCo-orientadora: Profª. Drª. Regina Maria Vilela
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Ciências da Saúde, Programa de Pós-Graduação em Saúde da Criança e do Adolescente. Defesa: Curitiba, 05/11/2014
Inclui referências
Resumo: Introdução: A desnutrição na Fibrose Cística (FC) é multifatorial e está relacionada à progressão da doença e ao aumento do risco de mortalidade. Redução da ingestão alimentar, má absorção intestinal e elevação do gasto energético de repouso (GER) podem contribuir para o agravamento da doença. A calorimetria indireta (CI) é um método padrão ouro, que afere o GER de 24 horas, e permite a prescrição dietoterápica mais acurada quanto ao aporte calórico necessário para a terapia nutricional. Objetivo: Avaliar possível incremento energético decorrente do fator doença por meio da concordância entre GER estimado por fórmulas e o obtido por CI. Método: Estudo transversal, observacional analítico não comparado, no qual foram avaliadas 40 crianças e adolescentes com idade entre 5 e 15 anos. A avaliação compreendeu a história clínica, antropometria, ingestão alimentar, gasto energético de repouso (GER) aferido por CI e comparado com as fórmulas de Fleisch e Schofield, albumina sérica, vitamina D, Proteína C Reativa (PCR) e gordura fecal. Resultados: A mediana de idade foi de 9,2 anos e 62,5% dos avaliados eram do sexo masculino. Segundo o índice de massa corporal, 77,5% estavam eutróficos. A média da proporção da ingestão energética foi de 132,28% do gasto energético total estimado. O gasto energético aferido por CI teve média de 1107,47kcal/kg/dia. Houve correlação significativa (p < 0,01) entre o GER obtido por CI e o GER estimado pelas fórmulas Schofield e Fleisch. A mutação genética mais prevalente foi DF508 (60%), seguida pela mutação G542X (25%); sem diferença significativa no GER entre ambas. Os níveis séricos de albumina estavam adequados em 95% dos indivíduos. A Vitamina D sérica foi deficiente em 17,5% e insuficiente em 45% dos indivíduos. A mediana da PCR foi 0,33 mg/dL e indicou níveis não sugestivos de infecção ou inflamação em 80% dos casos. Apenas 10% dos avaliados apresentaram perda de gordura nas fezes. Conclusão: Não houve incremento energético decorrente do fator doença nos avaliados. As fórmulas Schofield e Fleisch são instrumentos úteis para o cálculo do GER na ausência do calorímetro. O GER não diferiu entre os indivíduos com as mutações genéticas DF508 e G542X. A média da ingestão alimentar para calorias, vitamina A, sódio, colesterol e gordura saturada foi superior ao recomendado na literatura. O estado nutricional foi considerado adequado para a maioria dos indivíduos avaliados. Não houve associação do estado nutricional com a presença de perda de gordura nas fezes. Palavras-chave: Fibrose Cística. Calorimetria Indireta. Estado Nutricional. Ingestão Alimentar.
Abstract: Introduction: Malnutrition in Cystic Fibrosis (CF) is multiple factors and is related to disease progression and increased mortality risk. Reduction of food intake, intestinal malabsorption and resting energy expenditure (REE) rate may contribute to disease worsening. Indirect calorimetry (IC) is a gold standard method, which measures the 24 hours REE, and allows a more accurate dietotherapeutic prescription of caloric intake necessary for nutritional therapy. Objective: To evaluate possible energy increment due to disease progression by the agreement between estimated by formulas and REE obtained by IC. Method: Study observational cross-sectional, analytic, not compared, in which 40 children and adolescents aged 5 to 15 years were evaluated. The evaluation included a medical history, anthropometry, food intake, REE measured by IC and compared with the formulas by Fleisch and Schofield, serum albumin, vitamin D, C-reactive protein (CRP) and fecal fat. Results: The median age was 9.2 years and 62.5% of the patients were male. According to BMI, 77.5% were eutrophic. The mean proportion of food intake energy was 132.28% of the estimated total energy expenditure. Energy expenditure measured by CI averaged 1107.47 kcal / kg / day, there was a significant correlation between REE obtained by IC and REE estimated by formulas Schofield and Fleisch (p <0.01). The most prevalent genetic mutation was DF508 (60%), followed by G542X mutation (25%); no significant difference in REE between both. Serum albumin levels were adequate in 95% of subjects. Vitamin D levels were deficient in 17.5% and poor in 45% of subjects. Median CRP was 0.33 mg / dL and not suggestive of infection or inflammation in 80% of cases. Only 10% of the assessed had fat loss in the stool. Conclusion: There was no increase in energy due to disease progression in these patients with CF. The Schofield and Fleisch formulas are useful for calculating BMR in the absence of the calorimeter instruments. The energy expenditure at rest did not differ between individuals with genetic mutations DF508 and G542X. The average food intake for calories, vitamin A, sodium, cholesterol and saturated fat was higher than recommended. Nutritional status was considered suitable for most individuals tested. There was no association between nutritional status and the presence of fat loss in the stool. Keywords: Cystic Fibrosis. Indirect Calorimetry. Nutritional Status. Food Intake.
Ribas, Danieli Isabel Romanovitch. "Estudo de mutações do gene CFTR e da concentração sérica da lectina ligante de manose (MBL) em crianças com fibrose cística identificadas pela triagem neonatal". reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2014. http://hdl.handle.net/1884/37683.
Testo completoCo-orientadora: Profª. Drª. Lilian Pereira Ferrari
Tese (doutorado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Ciências da Saúde, Programa de Pós-Graduação em Medicina Interna. Defesa : Curitiba, 19/12/2014
Inclui referências
Resumo: A fibrose cística é uma doença hereditária autossômica recessiva, causada por mutações no gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator). Apresenta grande variação clínica, mesmo entre pacientes com o mesmo genótipo, sugerindo que outros fatores genéticos e/ou ambientais possam estar influenciando em seu curso, principalmente em relação à doença pulmonar. Um destes fatores é a lectina ligante de manose (MBL), proteína com importante papel na primeira linha de defesa do sistema imune inato, cuja deficiência aumenta a suscetibilidade para diferentes doenças infecciosas, principalmente a patógenos extracelulares. O estudo teve como objetivo analisar a frequência de mutações do gene CFTR e das concentrações séricas de MBL em crianças com fibrose cística identificadas pela triagem neonatal. Foram avaliadas 51 crianças com diagnóstico confirmado de fibrose cística, de ambos os gêneros, euro descendentes, identificadas pela triagem neonatal e acompanhadas no período de fevereiro de 2010 a janeiro de 2011. Foi coletada amostra sanguínea para extração de DNA e análise da concentração sérica de MBL. O DNA foi submetido à amplificação por PCR, e avaliado por eletroforese em gel de poliacrilamida(12%) ou agarose (2%) de acordo com o tamanho do fragmento. A concentração sérica de MBL foi determinada por meio de imunoensaio enzimático. Dos 102 alelos estudados, 84 (82,4%) correspondiam as mutações estudadas, sendo as maiores frequências observadas para p.Phe508del (38,2%) e p.Gly542X (26,5%). As mutações p.Asn1303lys, p.Lys684serfsX38 e p.Arg1162X foram detectadas em 9 (8,8%), 5 (4,9%) e 4 (3,9%) alelos respectivamente. Houve predomínio do genótipo p.GlyG542X/outra mutação (29,4%), seguido dos genótipos p. Phe508del/p. Phe508del (21,6%) e Phe508del/outra (17,7%). Destaca-se ainda o genótipo p.Phe508del/p.Gly542X (15,7%). Observou-se valores superiores para as mutações p.Gly542X e p.Asn1303lys em relação ao descrito na literatura (p<0,05). Não foi encontrada relação entre as infecções de vias aéreas superiores e inferiores e microbiota do escarro com os genótipos determinados (p>0,05). Em relação a MBL não foram encontradas diferenças estatísticas entre o grupo de crianças com fibrose cística e controles, assim como não foram encontradas relações entre os níveis de MBL e infecções de vias aéreas superiores e inferiores, microbiota do escarro e os genótipos CFTR pesquisados. Este estudo caracteriza-se por ser inédito no estado do Paraná em se tratando de análise de mutações do gene CFTR em crianças fibrocísticas triadas ao nascimento, e sugere que pacientes portadores da mutação p.Gly542X vinham a óbito antes mesmo do diagnóstico clínico da doença subestimando a frequência real desta mutação e consequente subdiagnóstico. Palavras chaves: fibrose cística, triagem neonatal, lectina ligante de manose.
Abstract: Cystic fibrosis is an autosomal recessive disorder caused by mutations in the CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator) gene. It has great clinical variation, even among patients with the same genotype, suggesting that other genetic and / or environmental factors may be influencing its course, primarily in relation to pulmonary disease. One of these factors is the mannose binding lectin (MBL) protein with an important role in the first line of defense of the innate immune system, whose deficiency increases susceptibility to various infectious diseases, primarily extracellular pathogens. The present study aimed to analyze the frequency of mutations in the CFTR gene and serum MBL concentrations in children with cystic fibrosis identified by newborn screening. Fifty one children with a confirmed diagnosis of cystic fibrosis, of both genders, euro descendants, identified by newborn screening and followed up from February 2010 to January 2011. We collected blood sample for DNA extraction and analysis of serum MBL. The DNA was subjected to PCR, and evaluated by electrophoresis in polyacrylamide gel (12%) or agarose (2%). The serum concentration of MBL was determined by using enzyme immunoassay. Of 102 alleles studied, 84 (82.4%) were detected, with the highest frequency observed for p.Phe508del (38.2%) and p.Gly542X (26.5%). The p.Asn1303lys, p.Lys684serfsx38 and p.Arg1162X mutations were detected in 9 (8.8%) 5 (4.9%) and 4 (3.9%) alleles respectively.There was a predominance of genotype p.GlyG542X / other mutation (29.4%), followed by genotypes p. Phe508del / w. Phe508del (21.6%) and Phe508del / other (17.7%). Another highlight is the genotype p.Phe508del / p.Gly542X (15.7%). We observed higher values for p.Gly542X and p.Asn1303lys mutations compared to that described in the literature (p < 0,05). No relationship between infections of upper and lower airways and sputum microorganisms with certain genotypes (p>0,05) was found. Regarding MBL no statistical differences were found between the group of children with cystic fibrosis and controls, as well as no relationship between levels of MBL and infections of upper and lower airway microorganisms of sputum and CFTR genotypes studied were found. This study is unique in Paraná in the case of analysis of fibrocystic children screened at birth and suggests that patients with the mutation p.Gly542X died even before the clinical diagnosis of the disease providing under diagnosis and led to underestimation of the actual frequency of this mutation in Paraná. Key words: cystic fibrosis, neonatal screening, mannose binding lectin.