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Tesi sul tema "FILOSOFIA MORALE"

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Alves, Primo Marcelo de Sant'Anna. "O ateísmo na filosofia de Pierre Bayle". Programa de Pós-Graduação em Filosofia da UFBA, 2008. http://www.repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/11483.

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Abstract (sommario):
167f.
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Em sua obra De la tolérance: commentaire philosophique sur ces paroles de Jésus-Christ Contrains-les d’entrer de Pierre Bayle se opõe ao modo e às conseqüências práticas da leitura literal da Bíblia proporcionadas por Santo Agostinho, tomando como ponto de partida a análise de um trecho específico da Escritura – Lucas 14;23. Bayle justifica a sua crítica ao Bispo de Hipona sobre dois pilares: 1o) manifestando o intuito de apoiar a sua reflexão em um panorama que sobreponha os obstáculos particularmente confessionais, operando por meio da razão; 2o) a análise do contexto histórico cristão no qual a questão da perseguição religiosa é suscetível de um conjunto de considerações acerca da natureza do verdadeiro cristianismo e o autêntico espírito do Evangelho. Nessa direção, Bayle passa para um segundo movimento da sua reflexão, questionando-se se é legítimo forçar as consciências alheias em nome de uma suposta verdade religiosa. De tal indagação, o filósofo francês reclama os direitos da consciência errante e erige o postulado da liberdade de consciência, transformando este em um instrumento crítico o qual tanto afasta o homem do fanatismo como tem por imperativo o mais profundo respeito às consciências de outrem, devendo ser inabalável. A amplitude dada por Bayle a esse postulado o permite a tecer suas considerações sobre o ateísmo. Tema principal dos seus Pensées diverses sur la comète, aí o filósofo, a partir de sua crítica à opinião supersticiosa de que os cometas são avisos da ira divina, discorre e sugere a viabilidade de uma sociedade de ateus como não corruptora dos costumes e podendo viver sob os auspícios da moral. Da crítica destinada ao público ortodoxo de sua época, Bayle refletirá sobre uma moral atéia a qual, não tendo seu código calcado em mandamentos doutrinários, seu maior apreço será pela explicação das coisas naturais por elas próprias e pela virtude em si mesma. Se a religião dá a sua contribuição para fortalecer as relações sociais, todavia, está longe de ser indispensável.
Salvador
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DI, VITA Giovanni. "L’ EUDAIMONÍA POSSIBILE. LA FILOSOFIA MORALE DI ERNST TUGENDHAT". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/564421.

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Volpato, Andrea <1973&gt. "Francesco d’Assisi il Mistero della Filosofia Francescana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4945.

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Abstract (sommario):
Indice generale Introduzione Capitolo I – VITA E CONTESTO STORICO I.1 Elementi storici alle origini del pensiero francescano I.2 All'origine dell'Ordine dei Minori I.3 Fin oltre la sua morte Cronologia Capitolo II – STORIOGRAFIA II.1 Dialettica del francescanesimo II.2 Il messaggio scritto di un illetterato II.3 Evoluzione della storiografia francescana Capitolo III – FILOSOFIA FRANCESCANA III.1 Contesto e inquadramento filosofico III.2 Fondamenti della filosofia francescana III.3 Ulteriori sviluppi della filosofia francescana CENNO CONCLUSIVO Bibliografia
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Leggieri, Liliana <1959&gt. "Esiste una morale in Sartre?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15044.

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Abstract (sommario):
La tesi intende analizzare la questione della morale in Sartre attraverso lo studio di tre opere: L'essere e il Nulla, L'esistenzialismo è un umanismo, e i Quaderni per una morale (pubblicati postumi). E' composta di tre parti, ciascuna per ognuna delle tre opere analizzate. Tiene conto di un'ampia bibliografia sia italiana che francese.
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Mai, Laura <1973&gt. "Valore intrinseco. Saggio sul valore morale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/664/1/Tesi_Mai_Laura.pdf.

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Mai, Laura <1973&gt. "Valore intrinseco. Saggio sul valore morale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/664/.

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Mangiarotti, Marco <1983&gt. "Responsabilità morale, sorte e causazione fisica delle scelte". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8285.

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Abstract (sommario):
La tesi analizza il problema della compatibilità di responsabilità morale e causazione fisica delle scelte. Dopo aver esaminato l'argomentazione nota come "esempi à la Frankfurt," analizzo la logica dei giudizi ordinari di responsabilità, rifacendomi alle opere di Strawson, Feinberg, Austin, Hart e Williams. La distinzione principale che anima la trattazione è quella tra i giudizi di colpa e di merito, giustificabili epistemicamente, ed i giudizi morali sul trattamento da adottare verso le persone colpevoli e meritevoli. La trattazione si conclude propugnando una teoria contrattualista della responsabilità morale, basata sull'opera di T.M. Scanlon: infine, la causazione fisica delle scelte, anche se non compromette la razionalità dei giudizi di responsabilità, può comunque stare alla base di un valido argomento contro il retributivismo.
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Curiotto, Stefania <1965&gt. "HANS JONAS - L'INTELLETTO OLTRE LA RELIGIONE, OLTRE LA FILOSOFIA -". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17447.

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Abstract (sommario):
La figura di Hans Jonas è affascinante ed eloquente, uomo infaticabile e di fervida intelligenza, ha vissuto in prima persona la guerra e l’olocausto divenendone un importante testimone. Di ricca e colta famiglia ebraica sarà influenzato da due persone fondamentali per la sua formazione filosofica e di fede : lo zio materno Leo e quello paterno Benjamin. Molto diversi tra di loro ebbero un ascendente determinante sul giovane Jonas, il primo lo aprì al sapere ed alla curiosità intellettuale, l’altro alla devozione del cuore . Le perdite della madre e dei suoi amici saranno strazianti per lui e diverranno il punto cardine di un sistema filosofico capace di interrogare il Dio ebraico nel suo rapporto con la storia contemporanea. “ ….Quindi chi non intende rinunciare sic et simpliciter al concetto di Dio ( e il filosofo può legittimamente rivendicare il diritto a non rinunciarvi), deve pensare questo concetto in modo del tutto nuovo e cercare una nuova risposta all’antico interrogativo di Giobbe….” . In effetti l’esperienza di Auschwitz lo aveva segnato profondamente e in molti suoi testi affiora il dolore per la sofferenza dell’innocente. Molto più tardi nella premessa della biografia del filosofo la moglie, Lore Jonas, distinguerà tre fasi nell’attività del marito: la prima caratterizzata dallo studio della gnosi tardoantica, la seconda dall’incontro con le scienze naturali nella prospettiva di una filosofia dell’organismo, la terza, che costituirà la svolta dalla filosofia teoretica alla filosofia pratica, fondata sull’Etica dove lui esprimerà la preoccupazione per il futuro. Questa preoccupazione viene espressa da Jonas in maniera chiara ed eloquente in una conferenza del 1958 per il 25° anniversario della University in Exile, che suscitò molto scalpore. L’amico Leo Strauss in quella occasione gli disse che era stata la cosa più filosofica che avesse mai detto e che fosse ovvio continuare a lavorarci. Questo farà il filosofo per tutta la sua vita ed al termine egli punterà tutto su una carta, come lui stesso sosterrà, ove la responsabilità e la speranza si uniscono per una futura vivibilità del mondo e per la sopravvivenza dell’umanità.
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La, Grasta Patrizia <1990&gt. "Robert Musil: letteratura e filosofia tra "anima ed esattezza"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18616.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro prende avvio dall’analisi delle principali opere di Robert Musil, concentrandosi in particolare sui due romanzi dell’autore, I turbamenti del giovane Törless e L’uomo senza qualità, che vengono analizzati attraverso l’opera saggistica, al fine di individuare gli elementi di una filosofia della cultura. La finalità di questo studio è riuscire a mostrare come la prosa musiliana sia il prodotto di una costante riflessione filosofica sul proprio tempo che si trasforma in una originale filosofia del soggetto. La forma delle opere prese in esame è conseguenza di questa costante riflessione filosofica, un’analisi che unisce etica ed estetica. Lo scopo del presente studio è perseguito ricostruendo le fonti principali del pensiero di Musil che ricostruisce il dialogo con i principali riferimenti letterari e filosofici, fra i quali Rilke, Mann e Adorno e Nietzsche.
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Modano, Stefania. "La ricezione dell’Ariosto “visualizzato” tra letteratura delle immagini e filosofia morale". Thesis, Université de Lorraine, 2017. http://www.theses.fr/2017LORR0205/document.

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Abstract (sommario):
Dans notre thèse de doctorat, nous nous sommes occupée des interprétations visuelles et morales du Roland furieux au XVIe siècle, en prenant en considération les nombreuses éditions de l’époque, dont le riche paratexte (images, allégories, arguments) a eu un impact considérable sur leur réception « moralisée » et sur la circulation de l’ouvrage. En analysant l’interaction des éléments paratextuels, nous nous sommes concentrée principalement sur le concept de « vice peint », c’est à dire d’images des nains, de géants et d’animaux chargés d’un rôle moral important et ayant un fort impact visuel.Les éditeurs ont, en effet, consacré une attention particulière aux éléments paratextuels qui contribuent à faire du Roland furieux un ouvrage exemplaire du point de vue de la langue, du style, de la rhétorique et de l’éthique, en favorisant la canonisation du poème. Cette canonisation est par ailleurs passée par l’un des débats les plus acharnés de l’histoire littéraire italienne dans la seconde moitié du XVIe siècle. C’est par une nouvelle analyse des principaux traités de poétique et rhétorique du XVIe siècle que nous avons pu constater que les tenants de ce débat, les « classicistes » et les « modernistes », ont mis au cœur de leur diatribe la capacité de l’Arioste de rendre sous forme visuelle un concept, tout en associant cette puissance visuelle de l’écriture de l’auteur au discours moral du poème et à sa capacité de « delectare » pour pouvoir mieux « docere ». Ces résultats ont été également confirmés par deux lectures importantes du Roland furieux, faites par Campanella et Montaigne, qui nous offrent leur interprétation à la fois « visuelle » et « morale ».Nous avons aussi vérifié l'influence des éditions italiennes sur d’autres éditions réalisées au-delà des frontières de la péninsule. En suivant les étapes de la circulation du Roland furieux en France, en langue italienne, mais aussi en langue étrangère, nous avons pu trouver une confirmation de l’importance de facteurs paratextuels sur la diffusion et la réception de l’œuvre. En partant d’une approche textuelle (les éditions) et formelle (le paratexte) et en passant par une étude interprétative (l’analyse de la valeur « visuelle » et « morale » des éléments paratextuels), nous avons ainsi abouti à la constatation que, par le biais des éditions successives, le Roland furieux devient peu à peu un récipient de préceptes moraux et de fragments iconiques, fait de matériaux de récupération lui donnant une nouvelle cohérence tant au niveau rhétorique qu’artistique et éthique
In this doctoral thesis, consideration is given to Orlando Furioso and his visual and moral interpretations of the 16th century by examining the many editions of the period, whose rich paratext, images, allegorie, argomenti, has had a great impact on their ‘moralised’ reception et on the circulation of the work.By analysing the interaction of the paratextual elements, attention has been given to the concept of ‘depicted vice’, that is to say images of dwarfs, giants and animals charged with an important moral role and having a strong visual impact. Indeed, the editors have given special attention to all the paratextual elements qui make Orlando Furioso an exemplary work from the perspective of its language, style, rhetoric and ethics and these have contributed to the canonisation of the poem.Moreover, this canonisation went through one of the fiercest debates in Italian literary history in the second half of the 16th century. Through a new analysis of the principal treatises of the 16th century on poetry and rhetoric, it was possible to see that those involved in this debate, the ‘classicists’ and the ‘modernists’, have put at the heart of their diatribe Ariosto’s ability to bring a concept into a visual form, whilst at the same time associating this visual power of author’s writings with the moral discussion of the poem and its ability to ‘delectare’ in order to ‘docere’ better.These results have also been confirmed by two of the most important interpretations of Orlando Furioso by Campanella and Montaigne, whose interpretations are both ‘visual’ and ‘moral’.The influence of the Italian editions on other editions published beyond the peninsula’s border has also been verified. By following the phases in the circulation of the Italian version of Orlando Furioso in France, but also in a foreign language, it has been possible to confirm the importance of paratextual factors on the circulation and the reception of the work. Starting from a textual (the editions) and formal (the paratext) approach and moving through an interpretative study (the analysis of the "visual" and "moral" value of the paratextual elements), it is concluded that, through successive editions, Orlando Furioso gradually becomes a repository of moral guidance and iconic fragments – raw materials, giving it a new coherence in rhetoric, art and ethics
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Tredanaro, Emanuele <1977&gt. "Libertà e autocoscienza in Kant tra conoscenza teoretica e filosofia morale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2094/1/Emanuele_Tredanaro_TESI.pdf.

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Tredanaro, Emanuele <1977&gt. "Libertà e autocoscienza in Kant tra conoscenza teoretica e filosofia morale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2094/.

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Ponchio, Alice. "Il rapporto tra etica e diritto. Per un'interpretazione comprensiva della morale di Kant Das Verhältnis von Ethik und Recht. Für eine umfassende Interpretation der Moral Kants". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425619.

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Abstract (sommario):
It is difficult to find an unambiguous interpretation of the relationship between Kant’s Rechtslehre and Tugendlehre. This also seems apparent from the failure, among Kantian scholars, to identify such a common perspective. For this reason, my thesis argues that it is not possible to understand the relation between ethics and the right in Kant from a unique point of view, but only by adopting different perspectives will it be possible to analyze the numerous facets of this relationship and understand them. I have singled out three perspectives in my analysis: the metaethical and metajuridical perspective, which refers to Kantian moral thinking prior to the distinction between ethics and the right; the perspective of freedom, that is, the perspective of the different spheres in which human freedom fulfils itself; and finally, the perspective of the totality, that is, the communitarian dimension in which ethics and the right can realise themselves and their proper ends. On the one hand, by adopting these perspectives my analysis makes it possible to interpret the relation between ethics and right for Kant in terms of a co-implication in the difference. On the other hand, it provides a possibility to generally re-interpret Kantian morality, which shows itself to be permeated with a content of value: the value of humanity in every person. So the ground of Kantian morality is not duty per se, but the unconditional duty for respecting the absolute value of humanity. From this point of view, Kantian ethics and the right are defined as an ethics and a right for the respect of the person.
La scarsa chiarezza di Kant nel tracciare il rapporto tra Rechtstlehre e Tugendlehre rende difficile individuarne un’interpretazione univoca; ciò si riflette sui tentativi degli studiosi, incapaci di trovare una prospettiva comune in cui inquadrarlo. Di fronte a ciò, la mia tesi è che non si possa interpretare da un unico punto di vista tale rapporto, ma che solo l’assunzione di differenti prospettive permetta di analizzare le diverse sfaccettature del legame esistente tra etica e diritto kantiani. Tre sono le prospettive da me individuate: la prospettiva metaetica e metagiuridica, che si riferisce alla speculazione morale kantiana precedente alla distinzione tra etica e diritto; quella della libertà, ovverosia dei diversi ambiti in cui la Freiheit si inserisce. Infine, la prospettiva della totalità, intendendo con ciò la dimensione comunitaria, nella quale unicamente etica e diritto possono realizzare sé e i loro rispettivi fini. L’analisi, così condotta, ha consentito di interpretare il rapporto tra etica e diritto in Kant nei termini di una coimplicazione nella differenza. D’altro lato tale indagine ha offerto la possibilità di una rilettura generale della morale kantiana che si è rivelata permeata di un contenuto valoriale, quello dell’umanità nella persona di ciascuno. Il suo principio ultimo non è quindi il dovere in sé, ma il dovere incondizionato di rispettare il valore assoluto dell’umanità. Da questo punto di vista, etica e diritto kantiani si sono qualificati come un’etica e un diritto per il rispetto della persona.
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Visentini, Mattia <1990&gt. "Lotta e rivoluzione: l'esperienza morale dell'uomo kantiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20984.

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Abstract (sommario):
Com’è possibile che l’essere razionale finito debba tendere necessariamente a un oggetto per lui irraggiungibile? Quali sono le cause e le conseguenze della suddetta tendenza? Nel presente lavoro, si ripercorrono i testi fondamentali della filosofia morale kantiana, con l’intento di evidenziarne gli aspetti riguardanti i doveri morali in rapporto all'uomo. In particolare, l'analisi specifica interesserà la relazione tra i principi - in particolare la legge morale e la libertà, - e la disposizione interiore dell'essere umano: la Gesinnung.
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Spano, Hagar <1977&gt. "Johann August Eberhard (1739-1809). Ontologia e filosofia della religione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1116/1/Tesi_Spano_Hagar.pdf.

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Spano, Hagar <1977&gt. "Johann August Eberhard (1739-1809). Ontologia e filosofia della religione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1116/.

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Pitton, Charlotte Maria <1994&gt. "Autobiografia come metodo. Valenze del genere autobiografico nell'insegnamento della filosofia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18981.

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Abstract (sommario):
Lo studio della filosofia passa attraverso diversi strumenti che testimoniano il pensiero degli autori. Il caso dell’autobiografia filosofica è particolare: da Seneca, passando per Agostino si ritrova ancora una volta in Rousseau; rappresentando usi e costumi in diverse epoche e luoghi, è un’esposizione della società, ma è anche l’espressione massima dell’ego umano che cerca di raccontare di sé tutto il possibile, la propria crescita e le proprie sconfitte. L'aspetto che colpisce maggiormente, in detto genere, è il modo in cui gli autori si fanno umani ed entrano in contatto con il pubblico, che s’immedesima e comprende più a fondo ciò che ha portato il filosofo a sviluppare un determinato pensiero. Proprio per questi motivi l’autobiografia è un mezzo da prediligersi nella selezione di materiali per lo studio della filosofia: a difendere questa affermazione vi sono gli studi delle tecniche di pedagogia e didattica sviluppatisi nell’ultimo secolo e mezzo. In questa tesi vogliamo dimostrare che l’autobiografia è il testo più adatto per la comprensione del pensiero dell’autore, facilmente accessibile per una lettura di piacere, e quindi diffondibile. Questo compito sarà assolto attraverso la presentazione di varie autobiografie filosofiche che hanno segnato i passaggi fondamentali dello sviluppo di questo genere, e l’analisi pedagogica che può essere fatta del risultato di tale sviluppo. Il fine è quello di proporre il testo autobiografico come primo punto di approccio ai testi dell'autore, in particolare nelle scuole superiori.
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Grigoletto, Simone. "Only Through Moral Complexity: The Case of Supererogation". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3425231.

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Abstract (sommario):
The present research work will focus on two morally relevant issues: the nature of the experience of a moral agents and a possible account of the concept of supererogation. Even if, at a preliminary stage, these two subjects look to be unrelated, it will become clear how they both are expressions of the complexity typical of the moral domain. I will endorse, as a starting point, the approach of moral phenomenology as defined by Maurice Mandelbaum. A phenomenological study is then intended as the analysis of what it is like to perform a given act from the perspective of the first-person. Accordingly, the experience of the moral agent appears to be manifold and heterogeneous. On a normative level, the best moral account that allows the management and the comprehension of such complexity seems to be moral pluralism. In particular, I will distinguish between two sorts of pluralism: methodological pluralism (about the different ways of moral reasoning) and axiological pluralism (about the different values that we take to have ultimate relevance). These denominations represent two ways of understanding morality in virtue of its complexity. As such, the approach of moral complexity relies on the acknowledgment of the manifold structure of morality. In this regard, I will consider the account offered by Charles Larmore in his Patterns of Moral Complexity. His admission of different and equally valid moral principles does not only explain something essential about our moral experience, but it will also become particularly helpful as I will try to apply his theory to the justification of supererogatory acts. Supererogation, as I will highlight, is a moral concept that relies on the existence of the many levels of morality and on the many possible achievements of the good. In this way, a clear distinction between the Right and the Good will provide the theoretical space for this category of acts. I will define this as the need of complexity, that is, the need of a multilevel theoretical structure that resembles the distinction between precepts and concepts that gave birth to the concept in the Christian tradition. I will try to show how the loss of moral complexity is the first responsible of the theoretical struggles that the major monist theories (in particular Utilitarianism and Kantian Ethics) face when confronted with the justification of supererogatory acts. These theoretical approaches usually tend to be anti-supererogationists for a clear reason. When the level of the Right and the level of the Good merge into the same category there is no easy way to give an account of morally good acts that go beyond the call of duty. I believe that the endorsement of a pluralist system will solve the so-called problem of supererogation by reestablishing a clear distinction between the two faces of morality: the deontic and the evaluative. This is why, in the final chapter, I will introduce the Multiple Sources Dynamics as possible explanation, on a normative level, of how supererogatory acts can be performed. A system that provides multiple sources of the good has the tools to explain the establishment of our moral obligations and, at the same time, it can explain how we are able to see and foster some other good that lies beyond the level of requirements. In the present work, moral pluralism will be taken to be a sort of inference to best explanation of different morally relevant issues. This claim will be warranted by highlighting how moral pluralism can explain why our moral experience is so essentially complex (to the point of facing true moral dilemmas) and by showing how it can provide a satisfactory account of the concept supererogation. If these two subjects (which will be considered, at this point, directly related) are proved to hold true, the endorsement of a pluralist system will be considered the preferable option over the other normative systems.
Il presente progetto di ricerca si concentrerà su due questioni di rilevanza morale: la natura dell’esperienza morale degli morali ed un possibile giustificazione del concetto di supererogatorio. Anche se, ad uno stadio preliminare, queste due questioni non sembrano essere in relazione, diventerà chiaro in secondo momento come esse siano entrambe espressioni di quella complessità tipica dell’ambito morale. Come punto di partenza, seguirò l’approccio della fenomenologia morale come viene definita da Maurice Mandelbaum. Tale studio fenomenologico è quindi inteso come l’analisi, dalla prospettiva della prima persona, di cosa voglia dire fare una data azione. A questo proposito, l’esperienza morale dell’agente appare multiforme ed eterogenea. Ad un livello normativo, la miglior teoria che permette di affrontare e comprendere tale complessità sembra essere il pluralismo morale. In particolare, distinguerò due tipologie di pluralismo: un pluralismo metodologico (che riguarda i diversi modi di ragionare moralmente) ed un pluralismo assiologico (che riguarda i diversi valori a cui diamo una rilevanza assoluta). Queste due interpretazioni rappresentano due modi di comprendere la moralità in virtù della sua essenziale complessità. Come tale, l’approccio della complessità morale si fonda sul riconoscimento della struttura variegata della morale. A questo proposito, analizzerò la posizione di Charles Larmore come espressa nel suo Strutture di complessità morale. La sua identificazione di diversi principi morali egualmente validi, non solo spiegherà qualcosa di essenziale riguardo all’esperienza morale, ma diventerà particolarmente funzionale quando, nell’ultimo capitolo, farò riferimento alla sua teoria per la giustificazione degli atti supererogatori. Il supererogatorio, come evidenzierò, è un concetto morale che si fonda sull’esistenza dei diversi livelli della morale e sulle molteplici modalità di conseguire il bene. In questo modo, una chiara distinzione tra il Giusto ed il Bene fornirà lo spazio teorico per questa categoria di atti. Definirò tale operazione la necessità della complessità, ovvero, il bisogno di una struttura teorica a più livelli che ricordi la distinzione tra precetti e consigli che ha dato vita al concetto nella tradizione cristiana. Cercherò di dimostrare come la perdita di complessità morale è la prima causa delle difficoltà teoriche che le principali teorie moniste (in particolare utilitarismo ed etica kantiana) si trovano a fronteggiare nella giustificazione degli atti supererogatori. Questi approcci teorici, infatti, tendono ad essere anti-supererogazionisti per un motivo ben chiaro. Quando il livello del Giusto ed il livello del Bene si fondono nella stessa categoria, non resta alcun modo diretto di rendere conto degli atti moralmente buoni che vanno oltre il senso del dovere. Credo che l’adozione di un sistema pluralista risolverà il così detto problema del supererogatorio, ristabilendo una chiara distinzione tra le due facce della morale: il deontico e l’assiologico. Da qui il motivo per cui, nel capitolo finale, introdurrò la Multiple Sources Dynamics come una possibile spiegazione, ad un livello normativo, di come si diano le azioni supererogatorie. Un sistema che garantisca molteplici fonti del bene ha gli strumenti per fondare le nostre obbligazioni morali e, allo stesso tempo, per vedere e perseguire beni di altro genere che stanno oltre il livello degli obblighi. In questo lavoro il pluralismo morale viene inteso come una sorta di inferenza alla miglior spiegazione di diverse questioni moralmente rilevanti. Questa affermazione verrà giustificata evidenziando come il pluralismo morale possa spiegare perché la nostra esperienza morale è essenzialmente complessa (fino al punto di fronteggiare reali dilemmi morali) e dimostrando come si possa fornire una giustificazione soddisfacente del concetto di supererogatorio. Se queste due questioni (che a questo punto si danno come direttamente relazionate) sono verificate come valide, l’adozione di un sistema pluralista sarà considerata come l’opzione preferibile tra i vari sistemi normativi.
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MINETTI, STEFANO. "LA QUESTIONE MORALE IN ‘ABID AL‐JĀBIRĪ". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1066.

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Abstract (sommario):
La tesi illustra il pensiero del filosofo marocchino contemporaneo M.A. al-Jābirī (al-Jabri), uno dei principali filosofi arabi del XX secolo. Dopo una breve introduzione, la tesi illustra la struttura teoretica del pensiero di Jabiri e, dopo averlo contestualizzato nel panorama della filosofia araba contemporanea, si concentra sulla questione morale, illustrando come il pensatore marocchino ritenga si sia evoluta la filosofia morale in ambito arabo islamico. L’analisi si caratterizza per un approccio storico-filologico, benché i contributi teoretici elaborati da Jabri non siano trascurabili. Segue un ultimo capitolo che mette in evidenza alcune delle critiche mossegli – in particolare da un autore arabo, George Tarabishi, e da uno studioso italiano, Massimo Campanini – rispetto alla visione di Jabri. La tesi si conclude con alcune riflessioni personali del redattore di tesi.
The thesis illustrates the thinking of contemporary Moroccan philosopher M.A. al- Jābirī (al-Jabri), a major Arab philosopher of the twentieth century. After a brief introduction, the thesis presents the theoretical structure of his thought. Then it contextualizes Jabri’s thought in the framework of contemporary Arab philosophy. The second chapter focuses on Jabri’s theory of moral philosophy, illustrating how the Moroccan thinker considers the developing of moral philosophy through the ages in the Arab Islamic context. The analysis is characterized by a philological-historical approach, although theoretical contributions developed by Jabri are not negligible. A final chapter follows to highlight some of the criticisms made against him - in particular by an Arab author, George Tarabishi, and an Italian scholar Massimo Campanini - compared to the vision of Jabri. The thesis concludes with some personal reflections of the editor.
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MINETTI, STEFANO. "LA QUESTIONE MORALE IN ‘ABID AL‐JĀBIRĪ". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1066.

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Abstract (sommario):
La tesi illustra il pensiero del filosofo marocchino contemporaneo M.A. al-Jābirī (al-Jabri), uno dei principali filosofi arabi del XX secolo. Dopo una breve introduzione, la tesi illustra la struttura teoretica del pensiero di Jabiri e, dopo averlo contestualizzato nel panorama della filosofia araba contemporanea, si concentra sulla questione morale, illustrando come il pensatore marocchino ritenga si sia evoluta la filosofia morale in ambito arabo islamico. L’analisi si caratterizza per un approccio storico-filologico, benché i contributi teoretici elaborati da Jabri non siano trascurabili. Segue un ultimo capitolo che mette in evidenza alcune delle critiche mossegli – in particolare da un autore arabo, George Tarabishi, e da uno studioso italiano, Massimo Campanini – rispetto alla visione di Jabri. La tesi si conclude con alcune riflessioni personali del redattore di tesi.
The thesis illustrates the thinking of contemporary Moroccan philosopher M.A. al- Jābirī (al-Jabri), a major Arab philosopher of the twentieth century. After a brief introduction, the thesis presents the theoretical structure of his thought. Then it contextualizes Jabri’s thought in the framework of contemporary Arab philosophy. The second chapter focuses on Jabri’s theory of moral philosophy, illustrating how the Moroccan thinker considers the developing of moral philosophy through the ages in the Arab Islamic context. The analysis is characterized by a philological-historical approach, although theoretical contributions developed by Jabri are not negligible. A final chapter follows to highlight some of the criticisms made against him - in particular by an Arab author, George Tarabishi, and an Italian scholar Massimo Campanini - compared to the vision of Jabri. The thesis concludes with some personal reflections of the editor.
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BRUSCO, LUCIA. "Neuroetica e Neuroscienze: prospettive di riforma morale". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929093.

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Viviani, Aram <1958&gt. "Arnold Gehlen e la rivisitazione dell'antropologia filosofica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2115.

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Abstract (sommario):
L'antropologia filosofica con metodo empirico di Arnold Gehlen è centrata sulla specificità della natura biologica dell'uomo, un essere essenzialmente tecnico, non in armonia con il mondo naturale, costretto a costruirsi quel sostituto dell'ambiente che è il mondo culturale. Nel soggettivismo delle società razionalizzate si annida il pericolo per le istituzioni, gli "immobili culturali" attraverso i quali l'uomo può attendere al suo compito principale: autoconservarsi.
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Tuzzato, Cristiano <1987&gt. "La biologia filosofica di Hans Jonas: implicazioni etiche". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5216.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro ha lo scopo di analizzare la filosofia della natura di Hans Jonas cercando di dare al lettore una chiara idea di quelle che sono state le sue indagini sulla vita organica sviluppate soprattutto in Organismo e libertà. Ripercorrendo la storia e gli sviluppi del dualismo cartesiano, fondamento teorico dell’attuale pensiero scientifico, e attraverso l’analisi delle ricerche condotte dal filosofo tedesco sui processi corporei quali metabolismo e vista, questo testo cerca di cogliere e contestualizzare la concezione jonasiana della vita, incentrata sulla libertà, in contrapposizione a quella meccanicista offerta oggi dalla scienza. La sfida che questo scritto tenta di compiere è quella di mostrare l’attualità che ancora la filosofia della vita di Jonas può avere nel dibattito bioetico contemporaneo in riferimento soprattutto alle nuove prospettive che la sua concezione dell'elemento corporeo può aprire per contrastare la crescente oggettivazione del corpo umano da parte del sapere e dell’agire sempre più specializzato della scienza medica.
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TOMASI, PIETRO. "UNA NUOVA RILETTURA DELL' ARISTOTELE DI FRANZ BRENTANO ALLA LUCE DI ALCUNI INEDITI". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12238.

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Barbini, Tommaso <1991&gt. "Per una scuola filosofica: l'amore come fondamento della didattica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15641.

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Abstract (sommario):
La presente tesi di laurea specialistica tratta il ruolo dell'amore in rapporto alla didattica. Partendo da un'analisi sul concetto d'amore e le sue declinazioni, passo a esaminare filosoficamente la didattica mettendo a confronto la versione dominante, basata essenzialmente sul potere, con quella proposta dal sottoscritto che è basata invece sull'amore. Scopo della presente tesi di laurea è dimostrare che l'universalità dell'insegnamento consiste proprio nell'amore, più specificamente nella sua componente erotica, filiaca e agapica. Per far ciò mi avvalerò dell'opinione di insigni filosofi e studiosi, passati e presenti, e del contributo dell'attuale letteratura scientifica nel campo della psicologia e dell'applicazione della stessa ai contesti educativi e didattici; mi focalizzerò in particolare sull'intelligenza emotiva e sui cosiddetti neuroni specchio. Passerò poi ad analizzare il quadro normativo scolastico italiano vigente per vedere se in esso è trattato il tema dell'amore spiegando, nell'eventualità in cui non sia presente, le possibili cause del suo mancato riconoscimento o della sua scarsa considerazione. Infine tematizzerò il legame che unisce scuola, famiglia e società proponendo possibili soluzioni per migliorare, innovare e rilanciare il sistema scolastico italiano tenendo conto delle reali finalità della scuola e dell'essenza della didattica.
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Iposi, Francesco Maria <1980&gt. "Filosofia biografica e cura di sé nelle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5221.

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Abstract (sommario):
Il percorso di ricerca ha riguardato l’indagine sulle principali correnti che hanno ispirato il movimento della pratica filosofica nel mondo e ha tentato di concentrare l’attenzione sugli indirizzi che hanno maggiormente influenzato l’attuale disciplina della consulenza filosofica. Si è proceduto poi a riflettere sulle intuizioni autobiografiche di Antonio Gramsci, straordinario interprete di un cammino filosofico di ricerca e di analisi di sé attraverso la pratica della scrittura: in tal senso l’approfondimento ho focalizzato l’attenzione sullo studio delle Lettere dal carcere, eccezionale esperimento biografico la cui stesura ha rappresentato per l’intellettuale sardo uno strumento di sopravvivenza e resistenza nell’estrema condizione carceraria. Il lavoro di tesi cerca infine di gettare uno sguardo contemporaneo sulle prospettive che la pratica filosofica può offrire in un mondo che a fatica riesce a trovare una direzione di senso e un appagamento spirituale e filosofico degli individui che lo abitano.
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Doria, Corinne. "Filosofia, politica e morale nel pensiero di Pierre Paul Royer-Collard (1763-1845)". Paris 1, 2012. http://www.theses.fr/2012PA010656.

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Abstract (sommario):
Ce travail propose une analyse de la pensée philosophique, politique et morale de Pierre Paul Royer-Collard, intellectuel et homme politique qui a vécu en France entre la fin du XVIIIe et la première moitié du XIXe siècle. On a d'abord tracé une biographie intellectuelle du personnage, afin de montrer l'influence de ses différentes expériences en tant qu'homme public (député, professeur, conseiller d'Etat) sur la formation et le développement de sa pensée. Ses idées philosophiques et politiques ont été considérées à partir du contexte intellectuel de leur élaboration, et analysées dans toutes leurs parties. Sa théorie de la perception a été tracée avec précision, ainsi que son idée du sens commun, sa critique de la philosophie des idéologues et la place de sa pensée dans le spiritualisme français. Tous les éléments de sa pensée politique ont été analysés : son idée des institutions (roi, gouvernement, Chambres), le système électoral, les pouvoirs intermédiaires, l'Eglise, le système éducatif, son idée de gouvernement représentatif, de démocratie, de légitimité, et des relations entre la politique et la société. L'influence de la Révolution française sur la pensée politique de Royer-Collard a été également considérée. Une analyse comparée avec la pensée de François Guizot et des doctrinaires afin de déterminer la place des idées de Royer-Collard dans le contexte du premier libéralisme français a aussi été faite. L'inspiration morale de son système de pensée, qui constitue le lien entre sa philosophie et ses idées politiques, a été soigneusement analysée.
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Doria, C. "FILOSOFIA, POLITICA E MORALE NEL PENSIERO DI PIERRE PAUL ROYER-COLLARD (1763-1845)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/203149.

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Abstract (sommario):
This work presents an analysis of the philosophical and the political thought of Pierre Paul Royer-Collard (1763-1845), a politician and intellectual who lived during the French Restoration and the July’s Monarchy. I have traced an intellectual biography of the author, to show the influence of his different experiences as a public man (deputy, professor, State counsellor) on the construction and the development of his thought. His philosophical and political ideas have been considered from the intellectual context of their creation, and analysed in all their parts and purposes. His theory of perception has been accurately traced, as well as his idea of common sense, his critiques to the philosophy of the idéologues and the place of his thought in the French spiritualism. All the elements of his political thought have been analysed: his idea of the institutions (King, government, Chambers), the electoral system, the intermediate powers, the Church, the education system, his idea of representative government, of democracy, of legitimacy, and of the relationship between politic and society. The legacy of the French Revolution and the political thought of Royer-Collard has also been considered. A comparative analysis, with the thought of Guizot and the French Doctrinaires to find the proper place of his political ideas in the context of the French Liberalism of the Doctrinaires, has also been done. The moral inspiration of his conceptual system, which is bound between his philosophy and his political ideas, has been accurately analysed.
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Vestrucci, A. "Universalità, Concretezza, Eteronomia : analisi comparativa delle filosofie morali di Agnes Heller e Eric Weil". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64430.

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Manildo, Lorenzo <1994&gt. "Critica immanente e morale nel pensiero di Theodor Adorno". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15731.

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Abstract (sommario):
Questa tesi si propone di seguire la critica che Theodor Adorno muove al pensiero illuminista, nella convinzione che gli orrori del secolo scorso non possano essere letti solamente come un errore di percorso all'interno del processo di emancipazione dell’uomo, ma che la loro origine debba essere ricercata nella ragione stessa, che nel proprio stesso concetto contiene in potenza la propria degenerazione. In particolare verranno analizzati i concetti fondamentali dell’illuminismo – una concezione rigida della soggettività che oppone l'uomo all'estranea realtà oggettiva, l'ostilità verso qualunque forma di irrazionalità e la dipendenza dalla tecnica – mostrando come la critica adorniana faccia uso del metodo dialettico hegeliano e delle figure della psicoanalisi freudiana come la rimozione e il feticismo. La tesi si concentrerà poi sul fondamento di questa critica, che come ogni critica immanente corre il rischio di confermare il sistema nel quale trova le condizioni della propria possibilità. In particolare, verrà analizzato il modo in cui Adorno appoggi la propria critica dialettica alle categorie della logica dell’identità a istanza non puramente razionali come il dovere morale e l’esperienza soggettiva della sofferenza.
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Pilotti, Rita <1988&gt. "Carattere, azione e libertà : elementi per una lettura antropologica della filosofia trascendentale di Kant". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10318.

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Abstract (sommario):
La natura umana è una preoccupazione centrale nel pensiero kantiano, come testimonia la quarta domanda nella formulazione programmatica delle Lezioni di Logica (cf. Logik, Ak. IX: 25). Le osservazioni raccolte nella Antropologia dal punto di vista pragmatico (1798), in particolare, rivelano la sensibilità dell'autore per l'orientamento "cosmopolitico" del Tardo Illuminismo Tedesco e insieme esprimono i principali risultati della filosofia trascendentale: sullo sfondo del presente lavoro sta dunque il rapporto tra la missione "popolare" della filosofia kantiana e il suo svolgimento critico rigoroso. In particolare, la seconda parte dell’opera articola il rapporto tra natura e moralità attraverso una nozione complessa di "carattere", che distingue tra “naturale” [Naturell], “temperamento” [Temperament] e “carattere morale” [Denkungsart] (cf. Anthropologie, Ak. VII: 283-333). In questo testo, l'uomo risulta essere responsabile del proprio carattere oltre che delle proprie azioni (cf. Anthropologie, Ak. VII: 293-4). Questa tesi suona ancor più forte, se messa insieme all'osservazione che il soggetto non può mai conoscersi per ciò che effettivamente è (cf. Anthropologie Ak. VII: 133). Piuttosto che ricercare entro il testo una coerenza tra le parti, il presente lavoro si propone di sciogliere la questione all'interno della filosofia trascendentale. La seconda parte dell'Antropologia richiama, infatti, la teoria dei caratteri che Kant sviluppa nella prima Critica. Qui, nel risolvere la terza antinomia della ragion pura, egli distingue tra “carattere empirico” e “carattere intellegibile” dell’agire razionale: mentre il primo si inserisce nella serie delle condizioni naturali, il secondo – cui Kant si riferisce anche in questo caso come al “modo di pensare” [Denkungsart] – indica nella direzione di un'assoluta spontaneità. Rispondendo alla proposta, formulata nella seconda metà del Novecento entro il dibattito filosofico analitico, di un’interpretazione compatibilista, di matrice davidsoniana, della concezione kantiana dell’azione e del libero arbitrio, il presente lavoro si concentra sulle possibili declinazioni della nozione di “spontaneità”, attraverso un’analisi della natura e del funzionamento di quelle che Kant definisce le tre facoltà dell’animo superiori: l’intelletto, la ragione e la facoltà di giudicare (cf. Kritik der Urteilskraft, Ak. V: 198). In questo ambito, ampio spazio è dedicato a uno studio delle funzioni del pensiero in generale: l’appercezione trascendentale, l’uso teoretico della ragione e la funzione determinante, in ambito sia teoretico che pratico, del giudizio. Sul secondo si innesta, quindi, la riflessione sulla possibilità di una ragione pura pratica e del relativo concetto di autonomia morale. L’illusione trascendentale e l’uso regolativo delle idee introducono, inoltre, la trattazione sulla funzione riflettente – accanto a quella determinante – del giudizio e sul libero gioco (cf. Kritik der Urteilskraft, Ak. V: 217) delle facoltà conoscitive, per il cui tramite si rende possibile l’esperienza particolare e contingente dell’esistenza ordinaria. Le considerazioni si portano così sul rapporto tra leggi cognitive e leggi pratiche, sul problema dell’unità della ragione, dell’azione e del sé e, quindi, sul significato ultimo del termine “carattere”. Spero in questo modo di mostrare che non soltanto l’antropologia kantiana è profondamente radicata nella filosofia trascendentale, ma anche che quest’ultima si apre di per sé a una valutazione antropologica.
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Vazzoler, Benedetta <1997&gt. "LIBERTA’ NELL’ESSERE CIO’ CHE SI E’ La filosofia della cura come sostegno alla disabilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19383.

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Abstract (sommario):
La tesi seguente si impegna ad analizzare il tema della Filosofia della cura, attraverso un’applicazione di sostegno per i soggetti con disabilità. La cura rientra nelle cose essenziali della vita di un uomo, perché per dare forma al nostro essere possibile dobbiamo aver cura di noi, degli altri e del mondo, come dice Lèvinas “Essere significa da principio preoccuparsi dell’essere” . Il rapporto che abbiamo con gli altri è intimamente condizionato dalle azioni di cura che riceviamo e da quelle che mettiamo in atto. La cura della persona non si limita a meri interventi tecnico-scentifici, ma nasconde una profonda necessità di conoscenza del sé. Nella disabilità spesso ci si trova di fronte ad una consapevolezza oscurata, ma non per questo inconoscibile, difatti attraverso la pedagogia si può percorrere la strada che porta al conoscersi. La filosofia interviene come supporto, sia per il disabile stesso, che per le persone che ne entrano in relazione, in quanto essa libera dalla tendenza di considerare patologica ogni forma di disagio. La mancanza emerge solo in relazione a qualcosa, ma se si considera il fatto in sé non sussiste. La conoscenza porta alla scoperta dei propri limiti, che possono essere reinterpretati diventando potenzialità, e dalle proprie abilità che attraverso un percorso formativo possono divenire competenze. L’individuo ricercandosi può far affiorare i suoi talenti, acquisendo maggiore sicurezza. Avere coscienza del sé facilità la connessione con gli altri, in una relazione di interdipendenza positiva e stimolo reciproco. Solo attraverso questa può nascere l’empatia, che è un fattore necessario per un’inclusione organica come quella trattata da Brofenbrenner, dove tutte le sfere del sistema si modificano a misura del soggetto. L’ottica di integrazione sociale deve mutare dal concetto di accettazione ai concetti di accoglienza e comprensione. La suddetta tesi avrà un’applicazione pratica attraverso un laboratorio in una cooperativa di disabili: “Il Girasole”, dove i ragazzi avranno modo di relazionarsi con sé stessi, e successivamente tra di loro attraverso stimoli riflessivi esterni. La mia attenzione sarà focalizzata su ciò che hanno da dire i ragazzi, in quanto spesso ci si pone di fronte a una disabilità con l’idea di dover compensare ciò che notiamo mancare o essere più lento nell’altro. Questa condizione ostacola l’ascolto di persone con un mondo interiore ricco ed interessante, spesso sorprendente. Inoltre non diamo loro la possibilità di esprimersi mostrandoci la visione del mondo dal loro punto di vista, complesso e stimolante come quello di qualsiasi persona. Successivamente farò loro delle domande per orientarli verso una riflessione e una maggiore consapevolezza del sé attraverso la conoscenza dei loro limiti e delle loro competenze, cercando di interpretare in chiave positiva i primi. L’ultima parte del laboratorio consisterà nel dialogo tra loro, esponendosi nella relazione con gli altri. Ritengo sia giusto che il laboratorio rispetti i tempi dei ragazzi e sia il più possibile naturale e spontaneo, premesso questo non sono posso sapere se i dati che reperirò saranno in grado di soddisfare i punti sopraelencati ma sicuramente mi aiuteranno a conoscere i ragazzi e mi arricchiranno come persona.
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Nespolo, Francesca Maria <1991&gt. "L’uomo come organismo partecipe dell’ambiente nella filosofia di Hans Jonas e nella Teoria dei Sistemi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10518.

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Abstract (sommario):
Lo scopo della ricerca si articola in tre fasi: nella prima fase, si intende articolare il pensiero di Hans Jonas per analizzare come egli abbia anticipato con grande lucidità il ruolo dell’uomo come organismo parte dell’ambiente e come abbia costruito la sua ontologia della vita. Nella seconda fase intendiamo discutere del tema della responsabilità umana nei confronti delle generazioni future e del pianeta e rilevare l’importanza e l’utilità delle sue speculazioni anche nel contesto filosofico, e non solo, attuale. Nella terza fase, tramite l'interpretazione del pensiero di Jonas, è nostra intenzione confrontare e relazionare le sue teorie alla luce dei nuovi modelli di approccio al problema dell’ecologia fornita dalla Teoria dei Sistemi, ed in particolare dalla visione sistematica della vita e della mente del filosofo americano Gregory Bateson.
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Mustacciuoli, Giovanni Orlando <1995&gt. "Valore, norma e disobbedienza. Per un’epistemologia morale del soggetto in azione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16840.

Testo completo
Abstract (sommario):
All’interno del più ampio ambito dell’etica l’epistemologia morale si preoccupa di stabilire il modo in cui gli individui acquisiscono e articolano nel linguaggio le loro conoscenze e credenze etiche. Per poter comprendere il contenuto delle inferenze che esprimono nozioni morali è necessario esaminare la loro struttura formale e i particolari termini etici che ne costituiscono il lessico tecnico. Questo lavoro si concentra sui linguaggi morali in quanto strumento utilizzato dai parlanti per formulare e discutere le nozioni etiche che possiedono. A questo scopo, vengono individuati e studiati due tipi di linguaggio: uno valutativo, con cui viene conferito valore morale a oggetti specifici e ben determinati; e uno normativo, in cui sono formulate inferenze prescrittive caratterizzate da un alto grado di generalità. Si propone di applicare il modello emergentista per spiegare la relazione che sussiste tra i due. Norme e giudizi di valore possono costituirsi come ragione dell’agire umano, mostrando come l’accettazione di un’inferenza morale da parte di un soggetto contribuisce a spiegarne le azioni. In conclusione, si argomenta che la reciproca intraducibilità tra il linguaggio valutativo e quello normativo permette di spiegare i casi di disobbedienza – razionale e giustificata – a un principio morale universale sottoscritto dall’agente.
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Cauli, Gilla <1962&gt. "La teoria della mente: i contributi delle neuroscienze alla luce della riflessione filosofica". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/128.

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Laffranchi, Gabriele <1992&gt. "Charles Péguy, filosofo della crisi e poeta della speranza". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14896.

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Abstract (sommario):
Attraverso l’itinerario intellettuale di uno dei personaggi culturali più influenti e poliedrici del XX secolo francese si intende ripercorrere le tappe che hanno condotto Charles Péguy dall’utopia socialista della “città armoniosa” allo stupore di fronte alla speranza, reso possibile dall’irrompere del movimento che la realtà incessantemente conduce per risvegliare l’uomo dal torpore dell’abitudine. La tensione tra i due poli che caratterizzano la tesi (“Charles Péguy, filosofo della crisi e poeta della speranza”) vuole mostrare proprio come la crisi del pensiero del “mondo moderno” non sia semplicemente pietra tombale, ma che, attraverso il significativo apporto dell’insegnamento di Bergson, la consapevolezza dell’aridità di una ragione intellettualistica sia esattamente il punto da cui partire per riaccedere alle sorgenti della perpetua novità costituita dalla virtù della speranza. La tesi intende proprio mostrare la decisività del legame che il pensiero del maestro (Henri Bergson) ha rappresentato per Péguy nella sua analisi della crisi del mondo moderno e nel suo aprirsi a una nuova fecondità generata dal contatto con la realtà a dispetto della tendenza entropica a ridursi in categorie bell’e fatte.
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Perin, Francesco <1990&gt. "Chesterton: la filosofia dell'Uomo Vivo. Il percorso che forma il pensiero di Chesterton, da San Tommaso d'Aquino agli Inklings". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15051.

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Abstract (sommario):
Gilbert Keith Chesterton è stato un importante scrittore, giornalista e polemista, vissuto in Inghilterra a cavallo fra l'ottocento e il novecento. In questa tesi si vuole sottolineare il percorso del suo pensiero, che parte con Tommaso d'Aquino, di cui egli stesso scrisse una biografia, per passare attraverso Locke e l'empirismo inglese, fino ad arrivare a John Henry Newman, l'unico filosofo a cui lo scrittore abbia fatto esplicito riferimento quando parlava dei suoi debiti spirituali. Si procederà poi attraverso alcuni testi scelti, fra i quali spiccherà Le Avventure di Uomovo Vivo, vero centro di tutta l'opera letteraria Chestertoniana. La chiusura della tesi si avrà invece con coloro che svilupparono idealmente il pensiero dello scrittore negli anni successive: cioé Tolkien e Lewis, con il Signore degli Anelli e le Lettere di Berlicche.
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di, Bona Cecilia Maria <1960&gt. "Estetica ed etica: un itinerario interpretativo, alla luce della ricerca di valori nel pensiero di Ingarden, Tischner, Levinas". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/177/1/TESI_DOTT_Cecilia_di_Bona.pdf.

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Abstract (sommario):
The research is an itinerary from the discovery of the force of Love in the Song of Songs, where the human figure is given entirely through aesthetics, right to the agony of the other's death, where ethics, the "Severe Name of Love", is the only guard left; a journey through the contradictions of human mind, that, though aiming at Good, Beauty, Happiness, is completely immersed into the darkness of its finiteness and into evil. The consciousness leads to the creation of a world whose essential prefiguration is the Beauty; whose fundamental expression is the Good. Ethics must translate itself in responsability towards the other, in the history. This immersion into reality preserves the aesthetic and ethic dimension from the temptation of absolutizing the finite. In this work, the proximity and divergence between the aesthetic and ethic dimension is analysed, with reference to significant moments of the philosophical reflection, namely in the thought of Ingarden, Tishner and Levinas.
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di, Bona Cecilia Maria <1960&gt. "Estetica ed etica: un itinerario interpretativo, alla luce della ricerca di valori nel pensiero di Ingarden, Tischner, Levinas". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/177/.

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Abstract (sommario):
The research is an itinerary from the discovery of the force of Love in the Song of Songs, where the human figure is given entirely through aesthetics, right to the agony of the other's death, where ethics, the "Severe Name of Love", is the only guard left; a journey through the contradictions of human mind, that, though aiming at Good, Beauty, Happiness, is completely immersed into the darkness of its finiteness and into evil. The consciousness leads to the creation of a world whose essential prefiguration is the Beauty; whose fundamental expression is the Good. Ethics must translate itself in responsability towards the other, in the history. This immersion into reality preserves the aesthetic and ethic dimension from the temptation of absolutizing the finite. In this work, the proximity and divergence between the aesthetic and ethic dimension is analysed, with reference to significant moments of the philosophical reflection, namely in the thought of Ingarden, Tishner and Levinas.
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Protasi, Sara <1978&gt. "True love: the normativity of a passion". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/323/1/tesi_dottorato_sara_protasi.pdf.

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Protasi, Sara <1978&gt. "True love: the normativity of a passion". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/323/.

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Scardovi, Gabriele <1974&gt. "L'intuizionismo etico di George Edward Moore". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1591/1/L%27INTUIZIONISMO_ETICO_DI_G.E.MOORE.pdf.

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Abstract (sommario):
La Tesi di Dottorato prende in considerazione la collocazione storica e critica di G. E. Moore nel panorama filosofico europeo, con particolare riferimento al suo rapporto con il neo-hegelismo britanico prima e con il realismo poi. Al centro della Tesi si trova l'esame dell'intuizionismo etico di G. E. Moore.
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Scardovi, Gabriele <1974&gt. "L'intuizionismo etico di George Edward Moore". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1591/.

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Abstract (sommario):
La Tesi di Dottorato prende in considerazione la collocazione storica e critica di G. E. Moore nel panorama filosofico europeo, con particolare riferimento al suo rapporto con il neo-hegelismo britanico prima e con il realismo poi. Al centro della Tesi si trova l'esame dell'intuizionismo etico di G. E. Moore.
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Di, Canio Roberta <1981&gt. "Nell'incertezza scientifica e morale. Il dilemma delle cure intensive ai neonati estremamente prematuri". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1948/1/di_canio_roberta_tesi.pdf.pdf.

Testo completo
Abstract (sommario):
Definizione del problema: Nonostante il progresso della biotecnologia medica abbia consentito la sopravvivenza del feto, fuori dall’utero materno, ad età gestazionali sempre più basse, la prognosi a breve e a lungo termine di ogni nuovo nato resta spesso incerta e la medicina non è sempre in grado di rimediare completamente e definitivamente ai danni alla salute che spesso contribuisce a causare. Sottoporre tempestivamente i neonati estremamente prematuri alle cure intensive non ne garantisce la sopravvivenza; allo stesso modo, astenervisi non ne garantisce la morte o almeno la morte immediata; in entrambi i casi i danni alla salute (difetti della vista e dell’udito, cecità, sordità, paralisi degli arti, deficit motori, ritardo mentale, disturbi dell’apprendimento e del comportamento) possono essere gravi e permanenti ma non sono prevedibili con certezza per ogni singolo neonato. Il futuro ignoto di ogni nuovo nato, insieme allo sgretolamento di terreni morali condivisi, costringono ad affrontare laceranti dilemmi morali sull’inizio e sul rifiuto, sulla continuazione e sulla sospensione delle cure. Oggetto: Questo lavoro si propone di svolgere un’analisi critica di alcune strategie teoriche e pratiche con le quali, nell’ambito delle cure intensive ai neonati prematuri, la comunità scientifica, i bioeticisti e il diritto tentano di aggirare o di risolvere l’incertezza scientifica e morale. Tali strategie sono accomunate dalla ricerca di criteri morali oggettivi, o almeno intersoggettivi, che consentano ai decisori sostituti di pervenire ad un accordo e di salvaguardare il vero bene del paziente. I criteri esaminati vanno dai dati scientifici riguardanti la prognosi dei prematuri, a “fatti” di natura più strettamente morale come la sofferenza del paziente, il rispetto della libertà di coscienza del medico, l’interesse del neonato a sopravvivere e a vivere bene. Obiettivo: Scopo di questa analisi consiste nel verificare se effettivamente tali strategie riescano a risolvere l’incertezza morale o se invece lascino aperto il dilemma morale delle cure intensive neonatali. In quest’ultimo caso si cercherà di trovare una risposta alla domanda “chi deve decidere per il neonato?” Metodologia e strumenti: Vengono esaminati i più importanti documenti scientifici internazionali riguardanti le raccomandazioni mediche di cura e i pareri della comunità scientifica; gli studi scientifici riguardanti lo stato dell’arte delle conoscenze e degli strumenti terapeutici disponibili ad oggi; i pareri di importanti bioeticisti e gli approcci decisionali più frequentemente proposti ed adoperati; alcuni documenti giuridici internazionali riguardanti la regolamentazione della sperimentazione clinica; alcune pronunce giudiziarie significative riguardanti casi di intervento o astensione dall’intervento medico senza o contro il consenso dei genitori; alcune indagini sulle opinioni dei medici e sulla prassi medica internazionale; le teorie etiche più rilevanti riguardanti i criteri di scelta del legittimo decisore sostituto del neonato e la definizione dei suoi “migliori interessi” da un punto di vista filosofico-morale. Struttura: Nel primo capitolo si ricostruiscono le tappe più importanti della storia delle cure intensive neonatali, con particolare attenzione agli sviluppi dell’assistenza respiratoria negli ultimi decenni. In tal modo vengono messi in luce sia i cambiamenti morali e sociali prodotti dalla meccanizzazione e dalla medicalizzazione dell’assistenza neonatale, sia la continuità della medicina neonatale con il tradizionale paternalismo medico, con i suoi limiti teorici e pratici e con lo sconfinare della pratica terapeutica nella sperimentazione incontrollata. Nel secondo capitolo si sottopongono ad esame critico le prime tre strategie di soluzione dell’incertezza scientifica e morale. La prima consiste nel decidere la “sorte” di un singolo paziente in base ai dati statistici riguardanti la prognosi di tutti i nati in condizioni cliniche analoghe (“approccio statistico”); la seconda, in base alla risposta del singolo paziente alle terapie (“approccio prognostico individualizzato”); la terza, in base all’evoluzione delle condizioni cliniche individuali osservate durante un periodo di trattamento “aggressivo” abbastanza lungo da consentire la raccolta dei dati clinici utili a formulare una prognosi sicura(“approccio del trattamento fino alla certezza”). Viene dedicata una più ampia trattazione alla prima strategia perché l’uso degli studi scientifici per predire la prognosi di ogni nuovo nato accomuna i tre approcci e costituisce la strategia più diffusa ed emblematica di aggiramento dell’incertezza. Essa consiste nella costruzione di un’ “etica basata sull’evidenza”, in analogia alla “medicina basata sull’evidenza”, in quanto ambisce a fondare i doveri morali dei medici e dei genitori solo su fatti verificabili (le prove scientifiche di efficacia delle cure)apparentemente indiscutibili, avalutativi o autocertificativi della moralità delle scelte. Poiché la forza retorica di questa strategia poggia proprio su una (parziale) negazione dell’incertezza dei dati scientifici e sulla presunzione di irrilevanza della pluralità e della complessità dei valori morali nelle decisioni mediche, per metterne in luce i limiti si è scelto di dedicare la maggior parte del secondo capitolo alla discussione dei limiti di validità scientifica degli studi prognostici di cui i medici si avvalgono per predire la prognosi di ogni nuovo nato. Allo stesso scopo, in questo capitolo vengono messe in luce la falsa neutralità morale dei giudizi scientifici di “efficacia”, “prognosi buona”, “prognosi infausta” e di “tollerabilità del rischio” o dei “costi”. Nel terzo capitolo viene affrontata la questione della natura sperimentale delle cure intensive per i neonati prematuri al fine di suggerire un’ulteriore ragione dell’incertezza morale, dell’insostenibilità di obblighi medici di trattamento e della svalutazione dell’istituto del consenso libero e informato dei genitori del neonato. Viene poi documentata l’esistenza di due atteggiamenti opposti manifestati dalla comunità scientifica, dai bioeticisti e dal diritto: da una parte il silenzio sulla natura sperimentale delle terapie e dall’altra l’autocertificazione morale della sperimentazione incontrollata. In seguito si cerca di mostrare come entrambi, sebbene opposti, siano orientati ad occultare l’incertezza e la complessità delle cure ai neonati prematuri, per riaffermare, in tal modo, la precedenza dell’autorità decisionale del medico rispetto a quella dei genitori. Il quarto capitolo, cerca di rispondere alla domanda “chi deve decidere in condizioni di incertezza?”. Viene delineata, perciò, un’altra strategia di risoluzione dell’incertezza: la definizione del miglior interesse (best interest) del neonato, come oggetto, limite e scopo ultimo delle decisioni mediche, qualsiasi esse siano. Viene verificata l’ipotesi che il legittimo decisore ultimo sia colui che conosce meglio di ogni altro i migliori interessi del neonato. Perciò, in questo capitolo vengono esposte e criticate alcune teorie filosofiche sul concetto di “miglior interesse” applicato allo speciale status del neonato. Poiché quest’analisi, rivelando l’inconoscibilità del best interest del neonato, non consente di stabilire con sicurezza chi sia intitolato a prendere la decisione ultima, nell’ultimo capitolo vengono esaminate altre ragioni per le quali i genitori dovrebbero avere l’ultima parola nelle decisioni di fine o di proseguimento della vita. Dopo averle scartate, viene proposta una ragione alternativa che, sebbene non risolutiva, si ritiene abbia il merito di riconoscere e di non mortificare l’irriducibilità dell’incertezza e l’estrema complessità delle scelte morali, senza rischiare, però, la paralisi decisionale, il nichilismo morale e la risoluzione non pacifica dei conflitti.
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Di, Canio Roberta <1981&gt. "Nell'incertezza scientifica e morale. Il dilemma delle cure intensive ai neonati estremamente prematuri". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1948/.

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Abstract (sommario):
Definizione del problema: Nonostante il progresso della biotecnologia medica abbia consentito la sopravvivenza del feto, fuori dall’utero materno, ad età gestazionali sempre più basse, la prognosi a breve e a lungo termine di ogni nuovo nato resta spesso incerta e la medicina non è sempre in grado di rimediare completamente e definitivamente ai danni alla salute che spesso contribuisce a causare. Sottoporre tempestivamente i neonati estremamente prematuri alle cure intensive non ne garantisce la sopravvivenza; allo stesso modo, astenervisi non ne garantisce la morte o almeno la morte immediata; in entrambi i casi i danni alla salute (difetti della vista e dell’udito, cecità, sordità, paralisi degli arti, deficit motori, ritardo mentale, disturbi dell’apprendimento e del comportamento) possono essere gravi e permanenti ma non sono prevedibili con certezza per ogni singolo neonato. Il futuro ignoto di ogni nuovo nato, insieme allo sgretolamento di terreni morali condivisi, costringono ad affrontare laceranti dilemmi morali sull’inizio e sul rifiuto, sulla continuazione e sulla sospensione delle cure. Oggetto: Questo lavoro si propone di svolgere un’analisi critica di alcune strategie teoriche e pratiche con le quali, nell’ambito delle cure intensive ai neonati prematuri, la comunità scientifica, i bioeticisti e il diritto tentano di aggirare o di risolvere l’incertezza scientifica e morale. Tali strategie sono accomunate dalla ricerca di criteri morali oggettivi, o almeno intersoggettivi, che consentano ai decisori sostituti di pervenire ad un accordo e di salvaguardare il vero bene del paziente. I criteri esaminati vanno dai dati scientifici riguardanti la prognosi dei prematuri, a “fatti” di natura più strettamente morale come la sofferenza del paziente, il rispetto della libertà di coscienza del medico, l’interesse del neonato a sopravvivere e a vivere bene. Obiettivo: Scopo di questa analisi consiste nel verificare se effettivamente tali strategie riescano a risolvere l’incertezza morale o se invece lascino aperto il dilemma morale delle cure intensive neonatali. In quest’ultimo caso si cercherà di trovare una risposta alla domanda “chi deve decidere per il neonato?” Metodologia e strumenti: Vengono esaminati i più importanti documenti scientifici internazionali riguardanti le raccomandazioni mediche di cura e i pareri della comunità scientifica; gli studi scientifici riguardanti lo stato dell’arte delle conoscenze e degli strumenti terapeutici disponibili ad oggi; i pareri di importanti bioeticisti e gli approcci decisionali più frequentemente proposti ed adoperati; alcuni documenti giuridici internazionali riguardanti la regolamentazione della sperimentazione clinica; alcune pronunce giudiziarie significative riguardanti casi di intervento o astensione dall’intervento medico senza o contro il consenso dei genitori; alcune indagini sulle opinioni dei medici e sulla prassi medica internazionale; le teorie etiche più rilevanti riguardanti i criteri di scelta del legittimo decisore sostituto del neonato e la definizione dei suoi “migliori interessi” da un punto di vista filosofico-morale. Struttura: Nel primo capitolo si ricostruiscono le tappe più importanti della storia delle cure intensive neonatali, con particolare attenzione agli sviluppi dell’assistenza respiratoria negli ultimi decenni. In tal modo vengono messi in luce sia i cambiamenti morali e sociali prodotti dalla meccanizzazione e dalla medicalizzazione dell’assistenza neonatale, sia la continuità della medicina neonatale con il tradizionale paternalismo medico, con i suoi limiti teorici e pratici e con lo sconfinare della pratica terapeutica nella sperimentazione incontrollata. Nel secondo capitolo si sottopongono ad esame critico le prime tre strategie di soluzione dell’incertezza scientifica e morale. La prima consiste nel decidere la “sorte” di un singolo paziente in base ai dati statistici riguardanti la prognosi di tutti i nati in condizioni cliniche analoghe (“approccio statistico”); la seconda, in base alla risposta del singolo paziente alle terapie (“approccio prognostico individualizzato”); la terza, in base all’evoluzione delle condizioni cliniche individuali osservate durante un periodo di trattamento “aggressivo” abbastanza lungo da consentire la raccolta dei dati clinici utili a formulare una prognosi sicura(“approccio del trattamento fino alla certezza”). Viene dedicata una più ampia trattazione alla prima strategia perché l’uso degli studi scientifici per predire la prognosi di ogni nuovo nato accomuna i tre approcci e costituisce la strategia più diffusa ed emblematica di aggiramento dell’incertezza. Essa consiste nella costruzione di un’ “etica basata sull’evidenza”, in analogia alla “medicina basata sull’evidenza”, in quanto ambisce a fondare i doveri morali dei medici e dei genitori solo su fatti verificabili (le prove scientifiche di efficacia delle cure)apparentemente indiscutibili, avalutativi o autocertificativi della moralità delle scelte. Poiché la forza retorica di questa strategia poggia proprio su una (parziale) negazione dell’incertezza dei dati scientifici e sulla presunzione di irrilevanza della pluralità e della complessità dei valori morali nelle decisioni mediche, per metterne in luce i limiti si è scelto di dedicare la maggior parte del secondo capitolo alla discussione dei limiti di validità scientifica degli studi prognostici di cui i medici si avvalgono per predire la prognosi di ogni nuovo nato. Allo stesso scopo, in questo capitolo vengono messe in luce la falsa neutralità morale dei giudizi scientifici di “efficacia”, “prognosi buona”, “prognosi infausta” e di “tollerabilità del rischio” o dei “costi”. Nel terzo capitolo viene affrontata la questione della natura sperimentale delle cure intensive per i neonati prematuri al fine di suggerire un’ulteriore ragione dell’incertezza morale, dell’insostenibilità di obblighi medici di trattamento e della svalutazione dell’istituto del consenso libero e informato dei genitori del neonato. Viene poi documentata l’esistenza di due atteggiamenti opposti manifestati dalla comunità scientifica, dai bioeticisti e dal diritto: da una parte il silenzio sulla natura sperimentale delle terapie e dall’altra l’autocertificazione morale della sperimentazione incontrollata. In seguito si cerca di mostrare come entrambi, sebbene opposti, siano orientati ad occultare l’incertezza e la complessità delle cure ai neonati prematuri, per riaffermare, in tal modo, la precedenza dell’autorità decisionale del medico rispetto a quella dei genitori. Il quarto capitolo, cerca di rispondere alla domanda “chi deve decidere in condizioni di incertezza?”. Viene delineata, perciò, un’altra strategia di risoluzione dell’incertezza: la definizione del miglior interesse (best interest) del neonato, come oggetto, limite e scopo ultimo delle decisioni mediche, qualsiasi esse siano. Viene verificata l’ipotesi che il legittimo decisore ultimo sia colui che conosce meglio di ogni altro i migliori interessi del neonato. Perciò, in questo capitolo vengono esposte e criticate alcune teorie filosofiche sul concetto di “miglior interesse” applicato allo speciale status del neonato. Poiché quest’analisi, rivelando l’inconoscibilità del best interest del neonato, non consente di stabilire con sicurezza chi sia intitolato a prendere la decisione ultima, nell’ultimo capitolo vengono esaminate altre ragioni per le quali i genitori dovrebbero avere l’ultima parola nelle decisioni di fine o di proseguimento della vita. Dopo averle scartate, viene proposta una ragione alternativa che, sebbene non risolutiva, si ritiene abbia il merito di riconoscere e di non mortificare l’irriducibilità dell’incertezza e l’estrema complessità delle scelte morali, senza rischiare, però, la paralisi decisionale, il nichilismo morale e la risoluzione non pacifica dei conflitti.
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Vannini, Silvia <1982&gt. "Nuovi agenti di giustizia: Corporation negli Stati Uniti. Una proposta di riforma del fiduciary duty dei protagonisti societari per promuovere la giustizia sociale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/4184/1/Tesi_Silvia_Vannini.pdf.

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Vannini, Silvia <1982&gt. "Nuovi agenti di giustizia: Corporation negli Stati Uniti. Una proposta di riforma del fiduciary duty dei protagonisti societari per promuovere la giustizia sociale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/4184/.

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Chiessi, Alessandro <1980&gt. "Mandeville e l'uomorismo del male minore". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6135/1/Chiessi_Alessandro_Tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
Questa ricerca propone una lettura comparata degli scritti di Bernard Mandeville. L'intento è di porre in relazione gli argomenti morali, etici e politici con le "gandi voci" dell'epoca: primi fra tutti Hobbes e Locke. L'impianto interpretativo è strutturato in modo da delineare il metodo adottato nelle riflessioni filosofiche mandevilliane e da qui, mantenendo una divisione di piani, rintracciare i concetti di riferimento sia dal punto di vista metafico sia da quello ontologico. Si ritiene, allora, che il metodo basato sull'uomorismo, come forma oggettivante del fenomeno – sociale e non – porti alla definizione della nozione di natura umana a partire da una conzione di natura in sé corrotta metafisicamente. Ciò trova nel paradigma di "naturalismo fisiologico" un riferimento da cui muovere l'analisi antropologica e morale degli uomini in società. Un'indagine che rintraccia nell'"etica del male minore" un modello con cui valutare le scelte e le azioni in ambito collettivo e pubblico. La lettura dei vari testi, allora, mostra come la politica sia influenzata da questo modello nello strutturare istituzioni che stimolino la produzione e l'incremento della ricchezza, seppur questo non sia alla portata di tutti. La sperequazione economica, allora, a fronte di un benessere collettivo elevato appare come un "male minore".
This research provides a comparative reading of the writings of Bernard Mandeville. The aim is to relate moral, ethic and political arguments to the “great thinkers” of his historical period: first of all, Hobbes and Locke. The epistemological framework is structured to draft the method utilized in Mandeville’s philosophical reflections and, from here, keeping a level division, to trace the main concepts in reference to booth metaphysical and ontological point of view. So the method based on humorism, as a form of objectifying phenomena – social and not social – leads to the definition of the notion of human nature from a conception of corrupt nature metaphysically in itself. This finds in the paradigm of “physiological naturalism” a reference by which the anthropological and moral analysis paints the picture of men in society. An inquiry that finds in the “ethics of lesser evil” a model by which it's possible to evaluate the choices and actions in collective and public fields. The reading of various texts, then, shows how the politics will be influenced by this model in structuring institutions that stimulate the production and the increase of wealth, although this is not for everyone. Economic inequality, then, creating a high collective well-being or benefits, appears as a "lesser evil".
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Chiessi, Alessandro <1980&gt. "Mandeville e l'uomorismo del male minore". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6135/.

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Abstract (sommario):
Questa ricerca propone una lettura comparata degli scritti di Bernard Mandeville. L'intento è di porre in relazione gli argomenti morali, etici e politici con le "gandi voci" dell'epoca: primi fra tutti Hobbes e Locke. L'impianto interpretativo è strutturato in modo da delineare il metodo adottato nelle riflessioni filosofiche mandevilliane e da qui, mantenendo una divisione di piani, rintracciare i concetti di riferimento sia dal punto di vista metafico sia da quello ontologico. Si ritiene, allora, che il metodo basato sull'uomorismo, come forma oggettivante del fenomeno – sociale e non – porti alla definizione della nozione di natura umana a partire da una conzione di natura in sé corrotta metafisicamente. Ciò trova nel paradigma di "naturalismo fisiologico" un riferimento da cui muovere l'analisi antropologica e morale degli uomini in società. Un'indagine che rintraccia nell'"etica del male minore" un modello con cui valutare le scelte e le azioni in ambito collettivo e pubblico. La lettura dei vari testi, allora, mostra come la politica sia influenzata da questo modello nello strutturare istituzioni che stimolino la produzione e l'incremento della ricchezza, seppur questo non sia alla portata di tutti. La sperequazione economica, allora, a fronte di un benessere collettivo elevato appare come un "male minore".
This research provides a comparative reading of the writings of Bernard Mandeville. The aim is to relate moral, ethic and political arguments to the “great thinkers” of his historical period: first of all, Hobbes and Locke. The epistemological framework is structured to draft the method utilized in Mandeville’s philosophical reflections and, from here, keeping a level division, to trace the main concepts in reference to booth metaphysical and ontological point of view. So the method based on humorism, as a form of objectifying phenomena – social and not social – leads to the definition of the notion of human nature from a conception of corrupt nature metaphysically in itself. This finds in the paradigm of “physiological naturalism” a reference by which the anthropological and moral analysis paints the picture of men in society. An inquiry that finds in the “ethics of lesser evil” a model by which it's possible to evaluate the choices and actions in collective and public fields. The reading of various texts, then, shows how the politics will be influenced by this model in structuring institutions that stimulate the production and the increase of wealth, although this is not for everyone. Economic inequality, then, creating a high collective well-being or benefits, appears as a "lesser evil".
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50

Abdelal, Gehad Mohamed Abdelal Abdelrahman <1987&gt. "The Problem of Ethical Obligation Toward the Environment in The Developing Countries". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8324/1/Thesis%2C%20April%2008.pdf.

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Abstract (sommario):
This study aims to discuss why there is a problem of ethical obligation toward the environment in the developing countries. The main argument is how the contemporary environmental ethics paradigm is not adequate to provide an active ethical relationship between humans and their environment in developing nations. Many aspects are to support this claim. The first aspect analyzes that developing countries have their own specificity that cannot be reduced to general environmental ethics. The second aspect illustrates the necessity to analyze environmental politics within the paradigm of environmental ethics. The third aspect focuses on the obstacles of normative ethics that formulate contemporary environmental ethics. Descriptive ethics paradigm is a suggested alternative ethical paradigm that can provide hybrid environmental ethics account for developing countries. In the final section of the study, an application of this suggested ethical paradigm. This application analyzes water ethics in Egypt to show the overlapping relationship between environmental politics and general ethical system. The conclusion of this study formulates a paradigm where ethical relationship toward the environment is more reachable.
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