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Articoli di riviste sul tema "FILOSOFIA MORALE"

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Stocchi-Perucchio, Donatella. "Il maladetto fiore: Dante e il denaro alle origini del capitalismo". Revista Española de Filosofía Medieval 27, n. 1 (26 luglio 2020): 121–40. http://dx.doi.org/10.21071/refime.v27i1.12747.

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Abstract (sommario):
La riflessione di Dante sul denaro è un aspetto rilevante della sua filosofia morale e politica e motivo centrale nel suo immaginario poetico. La Firenze del tempo aveva una potente classe borghese e una moneta tra le più prestigiose d’Europa e Dante, da fiorentino, fu testimone dell’insorgere di un’economia di profitto i cui rischi morali non mancò di rilevare. Questo saggio propone una riflessione su come l’atteggiamento di Dante in merito al denaro si rapporti ad alcuni aspetti del pensiero di Emmanuel Levinas e Michel Henry, due filosofi che criticano le economie capitaliste occidentali e sostengono con convinzione l’importanza della prospettiva umanistica nell’analisi delle realtà economiche.
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Silva, Luciano Donizetti da. "A Ética Sartriana nos limites da Liberdade/The Sartrian Ethics on the limits of freedom". Pensando - Revista de Filosofia 3, n. 5 (8 agosto 2012): 82. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v3i5.726.

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Abstract (sommario):
É possível afirmar que a filosofia da liberdade de Sartre contenha as bases de uma Ética? Algo corrente de sua biografia é que ele, como sequência de sua obra magna (L’Être et le Néant, 1943) pretendia escrever uma Moral; mas essa pretensão acabou se resumindo a simples anotações de trabalho publicadas postumamente (Cahiers pour une Morale, 1983). Algo similar ocorre quando ele publica sua segunda grande obra (Critique de la Raison Dialectique, 1960), que também teria seu volume prático, jamais levado a termo. Considerando que toda a filosofia de Sartre está pautada no princípio da liberdade humana absoluta e irrestrita, essa não seria a razão de tal malogro? No intuito de introduzir essa questão escrevemos esse artigo.
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3

Leushuis, Reinier. "Dialogical Strategies, Volgarizzamento, and Ciceronian Ethos in Antonio Brucioli's Dialogi Della Morale Filosofia". Quaderni d'italianistica 30, n. 2 (1 giugno 2009): 39–66. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v30i2.11902.

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Abstract (sommario):
In 1526, Antonio Brucioli (1487-1566) published a series of thirty dialogues that form a typical humanist compendium of moral and political wisdom in the vernacular. Scholars have considered these dialogues mainly from the perspective of Brucioli’s humanist and political allegiances, in particular with exiled Florentine humanists whose discussions in the Orti Oricellari the dialogues echo. However, textual reworkings in subsequent editions (1538 and 1544, in which this group constitutes the first volume, entitled Della morale filosofia, of a series that includes other volumes of dialogues on natural philosophy) warrant a reconsideration that complements intellectual history with literary and rhetorical analysis. This article revalorizes Brucioli’s Dialogi della morale filosofia by arguing that their literary and rhetorical strategies, such as the use of ancient dialogue models, the shifting choice and staging of interlocutors, the creation of Ciceronian ethos and decorum, and the mimetic aspects of the interaction of male and female voices not only evince a conscious application of early Cinquecento dialogue poetics, but also establish the author’s volgarizzamento of a compendium of classical and humanist wisdom as a uniquely Italian project aimed at an emulation and appropriation of moral philosophy by dialogical speaking at the level of a national cultural elite.
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Tribby, Jay, e Denise Arico. "Il Teasuro in Europa. Studi sulle traduzioni della Filosofia morale." MLN 104, n. 5 (dicembre 1989): 1213. http://dx.doi.org/10.2307/2905385.

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5

Carozza, Davy A., e Denise Arico. "Il Tesauro in Europa: Studi sulle traduzioni della "Filosofia Morale"". Italica 67, n. 2 (1990): 212. http://dx.doi.org/10.2307/478593.

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Birchal, Telma de Souza. "La vrai morale se moque de la morale: questões éticas em Pascal". Kriterion: Revista de Filosofia 43, n. 106 (dicembre 2002): 60–76. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-512x2002000200005.

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Abstract (sommario):
Em Pascal encontramos um duplo registro da questão moral: por um lado, o autor dos Pensées dirige uma dura crítica aos ideais morais da filosofia, especialmente aos do estoicismo; por outro, ele afirma uma "verdadeira moral" que "zomba da moral". A análise desse duplo registro será feita a partir de quatro contextos encontrados nos Pensamentos: 1- O contexto epistemológico da diferença entre espírito geométrico e espírito de finesse, ao qual se remetem os termos correlatos "moral do espírito" e "moral do julgamento"; 2- O contexto antropológico da "desproporção do homem" e da virtude como meio-termo; 3- O contexto antropológico - teológico da miséria e da grandeza do homem 4- O contexto metafísico-teológico da teoria das "três ordens de coisas". A "verdadeira moral" constitui-se, afinal, por dois movimentos: no primeiro, a moral pascaliana é simplesmente naturalista e compartilha do espírito mecanicista do seu século. Em seu segundo movimento, ela é teológica e constitui-se essencialmente como uma hermenêutica do desejo.
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Serini, Irene. "Dal Big Bang a Mario Mieli". Balthazar, n. 4 (13 settembre 2022): 88–96. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18488.

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Abstract (sommario):
Che cosa hanno in comune Mario Mieli e Stephen Hawking? Una tesi di laurea in filosofia morale dal titolo Elementi di critica omosessuale e un best seller che ha reso popolare la moderna teoria cosmologica sull’origine dell’universo e sulla sua evoluzione? La capacità di espandere i confini e di aprire la strada a possibilità inaspettate.
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Menchise, Chiara. "Abitare Metamorfosi". CRIOS, n. 23 (ottobre 2022): 88–95. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023009.

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Abstract (sommario):
La casa come artefatto materiale e psichico del mondo con la funzione morale di rendere possibile la felicità, è ciò di cui scrive Coccia in un saggio che non riguarda l'architettura, ma una filosofia multispecie che mira a fare dell'intero pianeta una casa come unica possibilità di sopravvivenza. In 'Filosofia della casa' il filosofo si concentra sui pezzi che l'architettura solitamente perde nella sua traduzione dall'invisibile al visibile, riportando gli effetti che la città, la rivoluzione tecnologica e la pandemia hanno impresso sulla casa in quanto forti presenze modellanti, non ancora abbastanza considerate, e che invece richiedono e domandano la nostra attenzione e riconoscimento..
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López-Martínez, M. "Giuseppe ABBÁ, Quale impostazione per la filosofia morale? Ricerche di filosofia morale, T. 1, Libreria Ateneo Salesiano, Roma 1995, 329 pp., 16, 5 x 24. ISBN 88-213-0314-4." Scripta Theologica 29, n. 3 (19 ottobre 2017): 916–22. http://dx.doi.org/10.15581/006.29.11412.

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Ferrari, Massimo. "IL GIOVANE JANKÉLÉVITCH TRA SIMMEL E BERGSON". Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 209–18. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00011.

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Abstract (sommario):
L'articolo ricostruisce l'interpretazione della filosofia della vita di Simmel che il giovane Jankélévitch propose in un articolo del 1925 apparso sulla Revue de Métaphysique et de Morale. Da queste pagine emerge non solo la profonda dimestichezza di Jankélévitch con Simmel, ma anche il tentativo compiuto da Jankélévitch per correggere l'elan vital di Bergson attraverso la concezione simmeliana della vita e della "tragedia della cultura".
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Leushuis, Reinier. "Erasmian Rhetoric of Dialogue and Declamation and the Staging of Persuasion in Antonio Brucioli's Dialogi della morale filosofia". Erasmus of Rotterdam Society Yearbook 31, n. 1 (2011): 61–84. http://dx.doi.org/10.1163/027628511x598015.

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Abstract (sommario):
AbstractThe Dialogi della morale filosofia by Antonio Brucioli (1487–1566), a Florentine humanist exiled in Venice, contain significant reworkings of Erasmian material. In the first edition (1526) Brucioli includes a dialogue version of Erasmus' declamation Encomium matrimonii; in the second edition (1537–1538) he recasts the colloquy Coniugium. While critics have discussed Erasmus' influence on Brucioli in the context of religious renewal, this article assesses the influence of Erasmian rhetoric on Brucioli's Dialogi from a literary perspective, namely in connection with early sixteenth-century developments of the dialogue genre in Italy. It argues that several of Brucioli's dialogues reveal an early application in the Italian literary context of Erasmian dialogical and declamatory strategies that exploit the mimetic value of the spoken exchange. Brucioli successfully valorizes these strategies to create a rhetorical “staging of persuasion” for the sake of the propagation of classical moral wisdom. The final part of this article establishes a connection between Brucioli's attempts to create a praxis of speaking on moral philosophy through dialogue and Erasmus' experiments with vivid spoken exchange in the Colloquia's earliest form as Familiarum colloquiorum formulae (1522).
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Gonnelli, Filippo. "Il diritto come fine morale. Note sul concetto di "progresso" nella tarda filosofia kantiana". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n. 3 (settembre 2014): 443–74. http://dx.doi.org/10.3280/sf2014-003003.

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Zanichelli, Maria. "Il valore dell'uguaglianza nella prospettiva del diritto". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n. 42 (gennaio 2012): 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042003.

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Abstract (sommario):
L'uguaglianza, ideale filosofico centrale nel pensiero occidentale moderno, č divenuta un principio fondamentale degli ordinamenti giuridici attuali. La filosofia del diritto offre dunque un'angolatura privilegiata per esaminare alcuni interrogativi teorici posti da questo concetto. L'uguaglianza tra le persone č un presupposto morale o un obiettivo politico? Quale relazione intercorre fra uguaglianza e diversitÀ? Sono fatti o valori? Quali disuguaglianze sono ingiuste? Che cosa significa giuridicamente trattare le persone ‘come uguali'? Il divieto di discriminazione puň essere giustificato sulla base del principio di uguaglianza quale fondamento dei diritti individuali o quale fondamento della comunitÀ politica.
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De Monticelli, Roberta. "Lo spauracchio dei valori. Riflessioni su alcuni fraintendimenti". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n. 42 (gennaio 2012): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042002.

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Abstract (sommario):
Il pensiero pratico dominante nel Novecento europeo fornisce risposte negative alla questione se sia possibile una fondazione razionale del pensiero pratico, configurando una posizione di scetticismo assiologico e morale ancora oggi maggioritaria. Ma il secolo xx, se da un lato ha rappresentato la bancarotta della ragione pratica, dall'altro ne ha prodotto una vera e propria incarnazione, nelle istituzioni e organizzazioni internazionali, nelle costituzioni rigide degli Stati europei del dopoguerra, nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'essere umano del 1948 ecc. Come puň la filosofia pratica portarsi all'altezza della ragione pratica incarnata, invece di minacciarla dall'interno con le sue neo-sofistiche, attraverso relativismi, soggettivismi, nichilismi, politeismi assiologici e simili?
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Di Maio, Mariella. "A ciascuno il suo Camus. riflessioni sull'Ordre libertaire di Michel Onfray". MONDO CONTEMPORANEO, n. 3 (marzo 2013): 161–68. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003006.

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Abstract (sommario):
Spunto di queste riflessioni č la pubblicazione di L'Ordre libertaire. La vie philosophique d'Albert Camus di Michel Onfray (Flammarion, Paris, 2012). Sulla scia delle biografie magistrali di Herbert R. Lottman e di Olivier Todd, questo poderoso studio biografico, di piů di 600 pagine, ha il pregio di sconvolgere schemi e approcci tradizionali a uno dei piů importanti e "scomodi" testimoni del XX secolo. Non a caso č stato oggetto in Francia di intense polemiche. Fa discutere il fatto che, in attesa delle celebrazioni per il centenario della nascita di Camus nel 2013, la rinnovata legittimazione dell'autore dell'Étranger e della Peste, premio Nobel nel 1957, sembrerebbe provenire dalla filosofia. Per Onfray, Camus č un «nietzschiano di sinistra», in opposizione ad altre interpretazioni che, a cominciare dagli attacchi di Sartre e dei sartriani, vengono contestate in vista della definizione di una filosofia (esistenziale e non esistenzialista) che č sostanzialmente etica cosmopolita, basata sul dialogo interculturale e sulla difesa dei diritti umani. L'opera di Camus (romanzi, saggi, teatro, cronache, discorsi, taccuini e riflessioni) testimonia l'impegno di un edonista libertario, anarchico e anticolonialista, ostile a tutti i totalitarismi, grazie alla sua morale solare di «africano del Nord», come amava definirsi.
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Curtis, Michael. "POPULISMO: DESTRA O SINISTRA?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, n. 3 (dicembre 1985): 455–66. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003373.

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Abstract (sommario):
IntroduzioneL'obiettivo della chiarezza è un problema professionale che non riguarda solo gli studiosi di politica. Come ha osservato Mary Douglas, infatti, «l'esigenza di criteri ben definiti e di concetti chiari fa parte della condizione umana. Ma quando ne entriamo in possesso, siamo costretti a constatare che alcuni fatti continuano a sfuggire loro, oppure a chiudere un occhio sull'inadeguatezza dei nostri concetti». La mancanza di esattezza, chiarezza, o precisione della terminologia politica è un fenomeno fin troppo noto agli studiosi. Sin da Aristotele, molti convengono che il rigore della matematica mal si attaglia alla filosofia morale e politica. Eppure, l'analisi politica richiede definizioni di termini e classificazioni motivate di idee e di sistemi, anche se tali sforzi sono controverse e devono procedere cautamente quando riguardano parole che — diceva Bacone — «retroagiscono sulla nostra comprensione».
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Bianchini, Sara. "Kant e la Rivoluzione Francese: liberali e/o reazionari fra passione e storia". Argumentos - Revista de Filosofia, n. 22 (18 novembre 2019): 72–90. http://dx.doi.org/10.36517/argumentos.22.7.

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Abstract (sommario):
L’articolo nasce dal tentativo di trovare una connessione all’interno di parte della filosofia kantiana fra i tre termini di “passione”, “storia” e “Rivoluzione” (soprattutto francese). La sua intenzione fondamentale è quella di rispondere alle seguenti domande: che ruolo hanno le passioni nel sorgere della storia? E quale significato ha rappresentato la Rivoluzione Francese nel corso delle vicende umane? La ricerca si è occupata principalmente del commento di alcune delle nove tesi del testo kantiano Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico ma si è basata anche su altri testi del filosofo di Könisberg, quali Il conflitto delle Facoltà ed i Principi metafisici della dottrina del diritto. Essa si è articolata intorno ai seguenti punti: il ruolo della socievole insocievolezza nel far nascere la società e dunque la storia, il ruolo del popolo nel determinare la storia, la posizione kantiana a favore e poi contro la Rivoluzione Francese. Cercando di determinare se si possa mantenere una linea di sostanziale continuità, nonostante le differenze, nel pensiero kantiano sulla Rivoluzione Francese espresso nei testi sopracitati, l’articolo s’interroga anche sul rapporto fra procedere della ragione nella ricerca della conoscenza e della crescita morale, e filosofia della storia (ragionando particolarmente sul confronto fra l’idea di “fine” della storia e l’uso della ragione, un confronto mediato dal concetto di “organizzazione”).
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Borso, Dario. "Il 1943 di Mario Dal Pra". ITALIA CONTEMPORANEA, n. 262 (ottobre 2011): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262006.

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Abstract (sommario):
Il saggio analizza il passaggio, avvenuto nella prima metŕ del 1943, del grande storico della filosofia Mario Dal Pra (1914-1992) da una posizione cattolico-moderata, ancora interna alla gerarchia ecclesiastica, a un aperto pronunciamento laico a favore della democrazia, della partecipazione politica e quindi poi della Resistenza. L'autore descrive questo episodio fondamentale nella vita di Mario Dal Pra - che lo portň a divenire dirigente partigiano del Partito d'azione e dopo la guerra cofondatore dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) - avvalendosi di documenti rari e mai prima utilizzati. Egli sostiene che questo passaggio in Dal Pra fu favorito dalla lettura viva di Piero Martinetti, l'unico filosofo italiano che si era rifiutato di giurare fedeltŕ al regime fascista nel 1931 e che nei suoi ultimi anni, sulla scorta della concezione morale di Kant, aveva sottoposto a una critica radicale il dogmatismo della Chiesa.
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Basso, Ingrid. "Kant nel dibattito filosofico e giuridico danese del primo Ottocento." Estudos Kantianos [EK] 7, n. 2 (14 gennaio 2020): 55–72. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2019.v7n2.05.p55.

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Abstract (sommario):
La cosiddetta disputa-Howitz che si accese a Copenaghen nella seconda metà degli anni Venti dell’Ottocento rappresentò il primo dibattito filosofico autenticamente danese occorso in Scandinavia nel XIX secolo. Il nome si deve al medico legale Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) che nel 1824 pubblicò il trattato filosofico-giuridico Su follia e imputabilità. Un contributo alla Psicologia e al diritto, che fu pubblicato in forma di articolo nella Rivista giuridica diretta dal giurista e futuro primo ministro danese Anders Sandøe Ørsted (1778-1860), che nel 1798 aveva pubblicato un trattato sulla dottrina kantiana della libertà, opera considerata oggi il frutto più maturo del kantismo in Danimarca. Quale membro del Collegio di Sanità, Howitz doveva valutare l’imputabilità dei criminali. Nel suo testo egli accusò la giurisprudenza danese dell’epoca di essere fondata sul sistema kantiano della moralità; criticò dunque la concezione kantiana della libertà come capacità di determinare le proprie azioni sulla base di un fondamento puramente razionale. Secondo Howitz l’essere umano non è propriamente dotato di libertà in questo senso, poiché ogni azione umana è necessariamente determinata da un motivo che pesa più di altri e la cosiddetta razionalità altro non è che capacitas motivorum. La libertà dovrebbe essere intesa dalla giurisprudenza come capacitas motivorum, ovvero una libertà che non ha nulla a che vedere con la moralità. Howitz sostiene contro la visione morale kantiana che la stessa moralità nasce e si sviluppa sulla base dell’organizzazione cerebrale. Quando apparve, il trattato di Howitz suscitò immediatamente le reazioni critiche di figure di intellettuali di spicco quali lo stesso Anders Sandøe Ørsted, il teologo e futuro vescovo Jacob Peter Mynster, il drammaturgo e critico letterario Johan Ludvig Heiberg e il filosofo Frederik Christian Sibbern, futuro professore e mentore del giovane of Søren Kierkegaard. L’articolo mira a esplorare i fondamenti filosofici del dibattito e soprattutto il ruolo che ebbe in esso la filosofia morale di Kant. Recebido / Received: 4.9.2019.Aprovado / Approved: 28.10.2019.
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Rowley, C. K. "The Economic Philosophy of James McGill Buchanan*". Journal of Public Finance and Public Choice 5, n. 3 (1 ottobre 1987): 171–87. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344389.

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Abstract (sommario):
Abstract La Public Choice, nell’impostazione di Buchanan, si basa sulla catallattica, o scienza degli scambi. La sua è una visione essenzialmente unanimistica del meccanismo decisionale non di mercato, che considera il processo dello scambio come l’area della politica da sottoporre all’analisi economica.Nell’ambito di quest’impostazione, l’attenzione viene inevitabilmente concentrata sugli individui e sui processi attraverso cui essi interagiscono. La prospettiva, quindi, è quella dell’individualismo metodologico e delle procedure, non quella di una funzione organicistica del benessere sociale.In gran parte, gli studi di Buchanan hanno avuto carattere positivo, sebbene, quando ciò gli è sembrato necessario, Buchanan non abbia esitato ad introdurre la filosofia morale per arricchire la sua analisi.Si tratta di una visione ottimistica, anche se vincolata da un certo realismo, in un periodo in cui la democrazia è considerata con minor favore.Contributi che, come quelli di Buchanan, suggeriscono riforme pur mantenendo una visione ottimistica dell’interazione sociale, sono essenziali per la sopravvivenza della democrazia.
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Charles, Sébastien. "Egoismo metaficiso ed egoismo morale. Storia di un termine nella Francia del settecentoSilvano Sportelli Pisa, Edizioni ETS (coll. «Filosofia»), 2007, 190 p." Dialogue 47, n. 2 (2008): 402–4. http://dx.doi.org/10.1017/s0012217300002717.

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Ronfani, Paola. "Alcune riflessioni sulla responsabilitŕ genitoriale. Enunciati del diritto, rappresentazioni normative e pratiche sociali". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n. 1 (luglio 2010): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001001.

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Abstract (sommario):
Responsabilitŕ genitoriale - Diritto europeo - Cultura giuridica - Politiche sociali - Pratiche familiari. Giŕ da alcuni anni, nell'ambito del processo di integrazione europea, č in corso il tentativo di armonizzare la regolazione giuridica delle relazioni familiari. Fra i principi unificanti delle varie legislazioni ha assunto una posizione privilegiata il concetto di responsabilitŕ genitoriale, che č molto complesso e, sotto alcuni aspetti, anche ambiguo se si riflette, come si cerca di fare nell'articolo, sulle diverse implicazioni che questa nozione ha con saperi diversi da quello giuridico (filosofia, morale, psicologia, sociologia, scienza dell'educazione). In particolare, si evidenzia come nelle rappresentazioni oggi piů accreditate della responsabilitŕ dei genitori abbia assunto un'importanza rilevante la dimensione della cura e si analizza, in prospettiva critica, la convinzione che si č andata diffondendo nell'ambito delle scienze sociali e politiche, e che č stata recepita nelle azioni di gran parte dei governi, che l'indebolimento del legame sociale sia primieramente imputabile ad una insufficiente assunzione di responsabilitŕ dei genitori nei loro compiti educativi e disciplinari verso i figli. La responsabilitŕ genitoriale viene esaminata anche nella sua dimensione di pratica sociale che si presta ad essere considerata come un esempio emblematico del "diritto vivente". Sotto quest'aspetto, assumono un rilievo particolare le forme di genitorialitŕ, sociali o addizionali, delle famiglie ricomposte e omogenitoriali, che pongono i legislatori dinnanzi a domande che toccano lo statuto della filiazione.
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Guiomarino, Hailton Felipe. "Sentido e sofrimento no último Nietzsche". Griot : Revista de Filosofia 20, n. 3 (20 ottobre 2020): 53–70. http://dx.doi.org/10.31977/grirfi.v20i3.1810.

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Abstract (sommario):
No FP 1888, 14 [89], Nietzsche distingue um sentido trágico e um sentido cristão para o sofrimento. Com esse par conceitual, o filósofo designa o conflito entre duas justificações antagônicas da vida, contrapondo dois tipos de sofredores com anseios contrários. O presente artigo defende a hipótese de que a mencionada distinção ilustra um modo de pensar o sofrimento, característico do período de 1886-1888 da filosofia nietzschiana. Partindo da Genealogia da Moral, ver-se-á como a discussão metodológica envolvida na fluidez de sentido implica uma contraposição à pretensão do ideal ascético de estabelecer um sentido fixo e universal para o sofrimento. Em seguida, será considerado o §370 da Gaia Ciência, no qual a heurística da necessidade fornece a Nietzsche a distinção entre dois tipos de sofredores, bem como a configuração das artes e filosofias em correspondência com seus anseios. Por fim, os prefácios de 1886 serão interpretados como o marco teórico que estabelece o modo de pensar o sofrimento por pares antagônicos, na medida em que, nesse conjunto de textos, Nietzsche narra como aprendeu a ver a distinção entre dois tipos de filosofar: um oriundo da fraqueza e outro, da força. Conclusivamente, serão traçadas considerações para estabelecer a contraposição tipológica de sofredores antagônicos como uma chave de leitura legítima para analisar o sofrimento no período final da filosofia de Nietzsche.
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Paladino, M. Soledad. "Giuseppe ABBÀ, Le virtù per la felicità. Ricerche di filosofia morale – 3, Roma: LAS («Nuova Biblioteca di Scienze Religiose», 55), 2018, 704 pp., 17 x 24, ISBN 88-213-1319-6." Scripta Theologica 51, n. 3 (9 dicembre 2019): 827–31. http://dx.doi.org/10.15581/006.51.39091.

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Lariguet, Guillermo. "El desafío de Billy Budd. Dilemas morales y dimensión institucional del derecho". Crítica (México D. F. En línea) 39, n. 116 (7 dicembre 2007): 51–78. http://dx.doi.org/10.22201/iifs.18704905e.2007.532.

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Abstract (sommario):
En este artículo se analiza el problema especial que tiene que enfrentar un agente moral cualificado institucionalmente, en específico un juez de un sistema jurídico cuando tiene que decidir sobre una situación que supone un dilema moral o jurídico. A partir de la historia de Melville, Billy Budd, se examinan los principales desafíos que el caso de Billy Budd plantea a la filosofía jurídica y la filosofía moral. Se muestra cómo el desafío es discutido por los filósofos del derecho en términos de la dimensión institucional del derecho, y por los filósofos morales cuando tratan las cosas en términos de una ética kantiana, en oposición a una ética de la virtud. Por último se sugiere la necesidad de contar con una visión más integrada de la filosofía moral y la filosofía del derecho.
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Gagnebin, Jeanne Marie. "Uma filosofia moral negativa?" Kriterion: Revista de Filosofia 49, n. 117 (2008): 143–52. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-512x2008000100008.

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Abstract (sommario):
Este artigo apresenta a filosofia moral de Adorno baseado no seu esboço na Dialética do Esclarecimento, a partir de duas hipóteses principais: a importância do fundo mimético e animal na adaptação do ser humano, definido primeiramente como um ser sofredor e fraco; a importância da denegação desse fundo na edificação das normas ideológicas nazistas e nas práticas de tortura. Adorno reivindica uma moral ligada não à obrigação de obedecer às normas sociais, mas à aceitação dessa dimensão animal e sofredora (zoè) do ser humano e à solicitude em relação a ela.
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Da Silva, Fabricio Pereira. "Ubuntu como filosofia moral?" Veritas (Porto Alegre) 66, n. 1 (11 maggio 2021): e39919. http://dx.doi.org/10.15448/1984-6746.2021.1.39919.

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Abstract (sommario):
Este artigo discute diferentes usos do ubuntu. Em particular, debate as possibilidades de o conceito atuar enquanto uma filosofia moral. Trata-se de uma discussão forte especialmente na academia sul-africana, e basicamente se divide entre os entusiastas do ubuntu como possibilidade de resgatar um senso de comunidade perdido; e seus detratores, que o entendem como incompatível com a modernidade.
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Souza, Galileu Galilei Medeiros de. "A ciência e a superação das desigualdades". Trilhas Filosóficas 11, n. 2 (1 marzo 2019): 61–74. http://dx.doi.org/10.25244/tf.v11i2.3442.

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Abstract (sommario):
Resumo: O artigo é um ensaio sobre como a atividade científica poderia ser influenciada por uma proposta ética voltada para a superação das desigualdades. A questão subjacente a este estudo tematiza a possível contraposição entre a ética, que parece ser inteiramente vinculada à liberdade humana e seus processos de escolha, e a lógica da pesquisa científica, que ainda, pelo menos em visão popular, parece se basear na posse de informações objetivas e na descoberta de leis de regulação da natureza. Será feita uma breve contextualização das aquisições teóricas sobre o sentido da ciência positiva dos últimos séculos, procurando extrair daí as indicações de uma estreita dependência dessa em relação às escolhas humanas, em virtude de sua metodologia dialética. Palavras-Chave: Ciência positiva. Filosofia da ciência. Dialética. Ética. Abstract: The article is an essay on how scientific activity could be influenced by an ethics proposal aimed at overcoming inequalities. The question underlying this study discusses the possible contrast between ethics, which seems to be entirely linked to human freedom and choice processes, and the logic of scientific research, which still, at least in a popular view, seems to be based on possession of objective information and discovery of regulatory laws of nature. Will be presented a brief background of theoretical acquisitions on the meaning of positive science of the last centuries, looking to extract the indications of a close dependence of this in relation to human choices, because your dialectic methodology. Keywords: Positive Science. Philosophy of Science. Dialectic. Ethics. REFERÊNCIASARISTÓTELES, Tópicos. In: _______. Órganon. 2.ed. São Paulo: EDIPRO, 2010, p. 347-543.BLONDEL, M. L’Action (1893): essai d’une critique de la vie et d’une science de la pratique, Paris: Quadrige, 1993.CARNAP, R. A superação da metafísica por meio da análise lógica da linguagem. In: Cognitio, São Paulo, v. 10, n. 2, jul./dez. 2009, p. 293-309.DESCARTES, R. Discurso do Método. São Paulo: Martins Fontes, 2001.DILTHEY, W. Introdução às ciências humanas. Rio de Janeiro: Forense, 2010.FANNING, P. A. Isaac Newton e a transmutação da alquimia: uma visão alternativa da revolução científica. Balneário Camboriú (SC): Livraria Danúbio, 2016.GALILEI, G. Edizione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei. Antonio Favaro (ed.) Florença: Barbéra, 1928-38, 19 Vols.HESSE, Mary. Revolutions and Reconstruction in Philosophy of Science. Brighton, 1980.HUME, D. Investigações sobre o entendimento humano. In: BERKELEY, G.; HUME, D. Tratado sobre os princípios do conhecimento humano; Três diálogos entre Hilas e Filonous em oposição aos Céticos e Ateus; Investigação sobre o entendimento humano; Ensaios morais, políticos e literários. São Paulo: Abril Cultural, 1978.KUHN, T. La strututtura delle rivoluzioni scientifiche. Torino: [s.n], 1978.LEVINAS, E. Totalité et Infini. [sl]: The Hague, 1971.MACINTYRE, A. Dopo la virtù: Saggio di teoria morale. Milano: Feltrino, 1988.NEIMAN, S. O mal no pensamento moderno: uma história alternativa da filosofia. Rio de Janeiro: DIFEL, 2003.NIETZSCHE, F. Assim falou Zaratustra. 2.ed., Petrópolis: Vozes, 2008.ORTEGA Y GASSET, J. O que é Filosofia? Campinas: Vide Editorial, 2016.PAGANI, S.M.; Luciani, A. (org.) Os Documentos do Processo de Galileu Galilei. Petrópolis: Vozes, 1994.PLATÃO. Teeteto. Tradução de Edson Bini, Bauru/SP: EDIPRO, 2007.POPPER. K. A lógica da descoberta científica. São Paulo: Cultrix, 2001.WHITE, M. O grande livro das coisas horríveis: a crônica definitiva da história das 100 piores atrocidades. Rio de Janeiro: Rocco, 2013.
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Santos, Edmilson Menezes. "DUAS PERSPECTIVAS SOBRE O PROGRESSO: Voltaire e Rousseau". Cadernos de Pesquisa 22 (30 dicembre 2015): 18. http://dx.doi.org/10.18764/2178-2229/v.22n.especial/p.18-30.

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Abstract (sommario):
A consciência moderna da história encontra em Voltaire e Rousseau duas expressões decisivas para avaliar o nexo entre a vida socialmente organizada e a moral inseridas na trajetória dos homens em vista do seu aperfeiçoamento. O objetivo do trabalho é apresentar essas duas propostas tendo em vista associar a ideia de progresso ao quadro referencial da filosofia da história moderna. Através da reconstituição de determinados conceitos (no caso, o de progresso) o interesse filosófico das ideias de Voltaire e Rousseau emerge como filosofia, propriamente moderna. É verdade que temos uma filosofia difusa, que não se deixa circunscrever a um número preciso de obras e, seu estudo, especificamente neste trabalho amparado numa história comparada das “filosofias da história” (esforço em procurar uma compreensão inteligível para a sucessão dos acontecimentos no tempo, porém sem atribuir a essa sucessão um sentido), não pode ser tratado como um cotejo entre sistemas, mas como o entendimento de um discurso polêmico do qual brota as proposições filosóficas enquanto instrumentos espirituais servindo a intento bem preciso: a história torna-se matéria de reflexão filosófica.Palavras-chave: Voltaire. Rousseau. Progresso. História. TWO PERSPECTIVES ON THE PROGRESS: Voltaire and RousseauAbstract: The modern awareness of History is in Voltaire and Rousseau two decisive expressions to assess thenexus between the socially organized life and the moral inserted in the path of men in view of their improvement.The objective of the work is to present these two proposals in order to associate the idea of progress to the referentialframe of the philosophy of modern History. Through reconstituting of certain concepts (in this case, the oneof progress) the philosophical interest of Voltaire and Rousseau’s ideas emerge as philosophy, strictly modern. It istrue that we have a diffuse philosophy, which do not allow to circumscribe to a precise number of works and theirstudy, specifically in this work supported by a comparative history of “philosophies of history” (effort to seek an intelligibleunderstanding for the succession of events in time, but not attributing to this succession a sense), it cannotbe treated as a comparison between systems, but as the understanding of a controversial speech which sproutsthe philosophical propositions as spiritual tools serving the very precise purpose: the History becomes matter ofphilosophical reflection.Keywords: Voltaire. Rousseau. Progress. History. DOS PERSPECTIVAS SOBRE EL PROGRESO: Voltaire y RousseauResumen: La consciencia moderna de la historia encuentra en Voltaire y Rousseau dos expresiones decisivas para evaluar el nexo entre la vida socialmente organizada y la moral inseridas en la trayectoria de los hombres en vista de su perfeccionamiento. El objetivo de la investigación es presentar esas dos propuestas llevando en cuenta asociar la idea de progreso al cuadro referencial de la filosofía de la historia moderna. A través de la reconstitución de determinados conceptos (en el caso, el de progreso) el interés filosófico de las ideas de Voltaire y Rousseau emerge como filosofía, propiamente moderna. Es verdad que tenemos una filosofía difusa, que no se deja circunscribir a un numeral preciso de obras y, su estudio, específicamente en esta investigación amparada en una historia comparada de las “filosofías de la historia” (esfuerzo en procurar una comprensión inteligible para la sucesión de los sucesos en el tiempo, pero sin atribuir a esa sucesión un sentido), no puede ser tratado como un cotejo entre sistemas, pero como el entendimiento de un discurso polémico de lo cual brota las proposiciones filosóficas mientras instrumentos espirituales sirviendo al bien preciso: la historia tornarse materia de reflexión filosófica.Palabras clave: Voltaire. Rousseau. Progreso. Historia.
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Santos, Edmilson Menezes. "DUAS PERSPECTIVAS SOBRE O PROGRESSO: Voltaire e Rousseau". Cadernos de Pesquisa 22 (30 dicembre 2015): 18. http://dx.doi.org/10.18764/cp.v22i0.3066.

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Abstract (sommario):
A consciência moderna da história encontra em Voltaire e Rousseau duas expressões decisivas para avaliar o nexo entre a vida socialmente organizada e a moral inseridas na trajetória dos homens em vista do seu aperfeiçoamento. O objetivo do trabalho é apresentar essas duas propostas tendo em vista associar a ideia de progresso ao quadro referencial da filosofia da história moderna. Através da reconstituição de determinados conceitos (no caso, o de progresso) o interesse filosófico das ideias de Voltaire e Rousseau emerge como filosofia, propriamente moderna. É verdade que temos uma filosofia difusa, que não se deixa circunscrever a um número preciso de obras e, seu estudo, especificamente neste trabalho amparado numa história comparada das “filosofias da história” (esforço em procurar uma compreensão inteligível para a sucessão dos acontecimentos no tempo, porém sem atribuir a essa sucessão um sentido), não pode ser tratado como um cotejo entre sistemas, mas como o entendimento de um discurso polêmico do qual brota as proposições filosóficas enquanto instrumentos espirituais servindo a intento bem preciso: a história torna-se matéria de reflexão filosófica. Palavras-chave: Voltaire. Rousseau. Progresso. História. TWO PERSPECTIVES ON THE PROGRESS: Voltaire and RousseauAbstract: The modern awareness of History is in Voltaire and Rousseau two decisive expressions to assess thenexus between the socially organized life and the moral inserted in the path of men in view of their improvement.The objective of the work is to present these two proposals in order to associate the idea of progress to the referentialframe of the philosophy of modern History. Through reconstituting of certain concepts (in this case, the oneof progress) the philosophical interest of Voltaire and Rousseau’s ideas emerge as philosophy, strictly modern. It istrue that we have a diffuse philosophy, which do not allow to circumscribe to a precise number of works and theirstudy, specifically in this work supported by a comparative history of “philosophies of history” (effort to seek an intelligibleunderstanding for the succession of events in time, but not attributing to this succession a sense), it cannotbe treated as a comparison between systems, but as the understanding of a controversial speech which sproutsthe philosophical propositions as spiritual tools serving the very precise purpose: the History becomes matter ofphilosophical reflection.Keywords: Voltaire. Rousseau. Progress. History. DOS PERSPECTIVAS SOBRE EL PROGRESO: Voltaire y RousseauResumen: La consciencia moderna de la historia encuentra en Voltaire y Rousseau dos expresiones decisivas para evaluar el nexo entre la vida socialmente organizada y la moral inseridas en la trayectoria de los hombres en vista de su perfeccionamiento. El objetivo de la investigación es presentar esas dos propuestas llevando en cuenta asociar la idea de progreso al cuadro referencial de la filosofía de la historia moderna. A través de la reconstitución de determinados conceptos (en el caso, el de progreso) el interés filosófico de las ideas de Voltaire y Rousseau emerge como filosofía, propiamente moderna. Es verdad que tenemos una filosofía difusa, que no se deja circunscribir a un numeral preciso de obras y, su estudio, específicamente en esta investigación amparada en una historia comparada de las “filosofías de la historia” (esfuerzo en procurar una comprensión inteligible para la sucesión de los sucesos en el tiempo, pero sin atribuir a esa sucesión un sentido), no puede ser tratado como un cotejo entre sistemas, pero como el entendimiento de un discurso polémico de lo cual brota las proposiciones filosóficas mientras instrumentos espirituales sirviendo al bien preciso: la historia tornarse materia de reflexión filosófica. Palabras clave: Voltaire. Rousseau. Progreso. Historia.
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Sabatini, Marco. "O céu dos sábios: o sol de Platão a partir das estrelas de Nietzsche". Trans/Form/Ação 44, n. 2 (giugno 2021): 233–50. http://dx.doi.org/10.1590/0101-3173.2021.v44n2.17.p233.

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Abstract (sommario):
Resumo: Muitos pensadores refletiram sobre os astros celestiais. Com Platão e Nietzsche, eles assumem uma posição alegórica intimamente relacionada com suas filosofias. Em A República, o sol representa a verdade, por um lado, tornando-se o símbolo que movimenta o sábio por sua busca pelo conhecimento; por outro lado, representa também aspectos importantes da teoria política e epistemológica da filosofia platônica. Milênios depois, Nietzsche critica intensamente Platão, diagnosticando aspectos dogmáticos em seu pensamento. Contra isso, as estrelas nietzschianas assumem um céu diversificado, cujos astros representam uma incrível variedade moral existente entre os seres humanos. Mas o filósofo moderno não se contrapõe à filosofia platônica simples e plenamente. Pretende-se demonstrar, com isso, que o sol de Platão e as estrelas nietzschianas servem como alegorias para sintetizar pontos fundamentais da concepção filosófica de tais pensadores; mas auxiliam também a evidenciar a complexidade existente na interpretação de Nietzsche sobre a filosofia platônica.
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Estany, Anna. "Naturalización de la ética y la moral". Revista de Humanidades de Valparaíso, n. 19 (6 luglio 2022): 293–312. http://dx.doi.org/10.22370/rhv2022iss19pp293-312.

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Abstract (sommario):
El abordaje de cuestiones como el bien y el mal desde la filosofía nos lleva a especificar lo que se entiende por ética y por moral. Canónicamente, la ética es una rama de la filosofía que estudia y sistematiza dichos conceptos y tiene como objetivo definir de forma racional qué constituye un acto bueno o virtuoso, independientemente de la cultura en la que se enmarque. La moral se define como el conjunto de normas que rigen el comportamiento de las personas que forman parte de una sociedad determinada, contribuyendo así al mantenimiento de la estabilidad y de la estructura social. A partir de estas definiciones, la naturalización consiste en buscar fundamentos en las ciencias empíricas para justificar los principios morales. El objetivo de este trabajo es ver cómo las disciplinas científicas pueden aportar conocimientos que fundamenten la ética y los principios morales, un proyecto basado en la naturalización de la filosofía, cuestionando cualquier apriorismo que haga caso omiso de la ciencia. En primer lugar, se examinará el programa naturalizador y sus principales variantes en la filosofía. En segundo lugar, se analizarán dos propuestas desde la filosofía de la ciencia que pueden enmarcarse en el naturalismo, a saber: Philip Kitcher y Patricia S. Churchland. A continuación, se abordarán algunas de las principales tesis que proporcionan explicación científica del comportamiento humano desde el punto de vista de las virtudes morales.
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Peña, Lorenzo. "Los dilemas morales en la filosofía analítica". Isegoría, n. 3 (30 aprile 1991): 43–79. http://dx.doi.org/10.3989/isegoria.1991.i3.366.

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Debona, Vilmar. "Bemerkungen ou Beobachtungen? sobre as "observações psicológicas" de Schopenhauer e Rée". Trans/Form/Ação 42, n. 1 (marzo 2019): 153–78. http://dx.doi.org/10.1590/0101-3173.2019.v42n1.08.p153.

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Abstract (sommario):
Resumo: O artigo investiga os dois diferentes modelos de "observação psicológica" que Arthur Schopenhauer e Paul Rée elaboraram, enquanto parte de suas filosofias morais, pretendendo elucidar as críticas do último à moralidade e à psicologia empírica do primeiro. Para tanto, num primeiro momento, a investigação pauta alguns dos principais conceitos da filosofia moral schopenhaueriana, para, com isso, especificar os principais momentos da elaboração da referida psicologia empírica e o seu alcance no interior dessa filosofia. Destaca-se o caráter descritivo - mas, ainda assim, moral e crítico - atribuído por Schopenhauer a tal psicologia, no sentido de Psychologische Bemerkungen. Num segundo momento, indicam-se elementos conceituais que permitem pensar a recepção e as críticas de Rée a essa mesma noção, a partir da sua obra Psychologische Beobachtungen, que, mesmo declarada pelo autor como sendo de inspiração schopenhaueriana, apresenta suas "observações" com uma conotação diversa, mediante a recusa de elementos fundamentais daquele pensamento, notadamente no que tange ao âmbito da moralidade.
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Seleme, Hugo. "¿Deben los filósofos morales aprender de los juristas?" Doxa. Cuadernos de Filosofía del Derecho, n. 37 (15 novembre 2014): 263. http://dx.doi.org/10.14198/doxa2014.37.14.

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Abstract (sommario):
Existen diferentes servicios que los filósofos morales pueden prestarles a los juristas. Los mismos son variados y ha sido explicitados en diferentes trabajos. La hipótesis de este trabajo es que la relación inversa también es cierta. Existen tres maneras viciadas de hacer filosofía moral que los juristas pueden ayudar a combatir. La primera consiste en la obsesión metaética fundada en un sesgo escéptico hacia cualquier reflexión sustantiva. La segunda es el diletantismo activista de aquellos que sin ninguna preparación teórica se dedican a hablar de problemas morales y políticos. La tercera consiste en una forma de reflexión filosófica que en su afán de encontrar los principios supremos ha perdido todo contacto con la experiencia moral humana. El contacto con los juristas puede ayudar a combatir estos vicios, prestando de este modo la reflexión jurídica un servicio a la Filosofía Moral.
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Kalenda, Česlovas. "Moralės vaidmuo antikinėje visuomenėje". Problemos 10 (29 settembre 2014): 13–22. http://dx.doi.org/10.15388/problemos.1972.10.5486.

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Abstract (sommario):
Straipsnyje analizuojama moralės samprata ir jos prieštaravimai senovės graikų filosofijoje bei visuomeniniame gyvenime. Antikos filosofijoje žmogaus moralinio tobulinimosi idėja iškilo kaip universali, visiems prieinama priemonė blogiui naikinti ir teisingai valstybei kurti. Antikos filosofai teorijos studijavimą laikė svarbiausiu žmogaus dorovinio auklėjimo momentu, o pačią moralę jie traktavo kaip universalią socialinių prieštaravimų sprendimo priemonę. Iš tikrųjų moralė tik padėjo senovės graikams įsisąmoninti objektyvius jų visuomenės poreikius, įtvirtinti ir išlaikyti vergvaldinius santykius. Moralės principai iškilo kaip susvetimėję individo atžvilgiu, visuomenėje vyravo disharmonija, kova dėl ribotų materialinių gėrybių įsigijimo. Prieštaravimas tarp to, kas siekta, ir to, kas yra, būdingas ne tik antikinės vergvaldinės visuomenės moralei, bet ir vėlesniems žmonijos vystymosi etapams. Autorius teigia, kad tik socialistinė visuomenė sukuria realias prielaidas šiam prieštaravimui įveikti, didelis vaidmuo šiame procese tenka auklėjimui.
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López de la Vieja de la Torre, María Teresa. "Expectativas de la filosofía moral y literatura". Isegoría, n. 11 (30 aprile 1995): 186–95. http://dx.doi.org/10.3989/isegoria.1995.i11.262.

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Peroni, Antonia. "Considerazioni sulla fondazione teoretica per l’etica infermieristica". Medicina e Morale 52, n. 6 (31 dicembre 2003): 1213–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.660.

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Abstract (sommario):
L’etica in ambito infermieristico riveste da sempre grande importanza per la peculiare natura disciplinare dell’infermieristica. Proprio per questo l’etica viene variamente interpretata e trattata all’interno del sapere infermeiristico in relazione ai diversi approcci disciplinari ed interpretazioni da parte dei docenti. In questo lavoro non si intende disquisire sulle diverse correnti etiche oggi variamente presenti nella comunità scientifica, bensì fare una panoramica sulle diverse concezioni con le quali si interpreta l’etica in campo infermieristico. Fondamentalmente esse si possono ricondurre a tre filoni principali: l’etica come filosofia, l’etica come norma e l’etica come assistenza, quest’ultima a sua volta articolata in due oreintamenti, l’etica in relazione a “teorie e modelli infermiersitici” e l’etica del “prendersi cura”. In realtà si evince che tutti gli orientamenti proposti hanno in sé dei limiti poiché sviluppare l’etica infermieristica secondo un orientamento significa tendere a sviluppare un atteggiamento categoriale, interpretato, con il rischio di non andare alla radice della questione etica nell’intento di riconoscere la peculiarità di ogni essere umano. Si conclude affermando la ricchezza e l’importanza delle diverse concezioni etiche per la professione infermieristica ma non senza aver sviluppato gli elementi che costituiscono la base della fenomenologia etica e cioè la Legge Morale Naturale, la Coscienza e la Moralità. Perché un infermiere possa esercitare con competenza la sua professione deve sviluppare gli elementi della moralità, in particolare la coscienza etica. Soltanto a queste condizioni egli potrà essere in grado di vivere pienamente la dimensione etica del suo servizio riconoscendo i problemi e dilemmi etici nella quotidianità del suo lavoro nel tentativo di rispondere secondo gli orientamenti che riterrà più conformi alla sua natura etica ma sempre nel rispetto della intrinseca “valorialità” della persona umana.
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Gómez Navarro, Ángel. "Filosofía práctica y educación moral: Más allá de objetivismos y subjetivismos morales". Phainomenon 11 (1 dicembre 2012): 11–21. http://dx.doi.org/10.33539/phai.v11i1.225.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN". Studia Philosophica et Theologica 18, n. 2 (7 dicembre 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Abstract (sommario):
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. 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Fajardo Fajardo, Ana María. "De la filosofía moral popular a la metafísica de las costumbres". Revista Internacional de Filosofía Teórica y Práctica 2, n. 1 (2 gennaio 2022): 193–205. http://dx.doi.org/10.51660/riftp.v2i1.49.

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Abstract (sommario):
El presente artículo hace a una reflexión sobre Kant y su énfasis en el apriorismo moral, sobre todo en cuanto se refiere al concepto de deber en la pura razón. Dicho concepto juega un papel fundamental como criterio de valor de la acción moral; una acción es moral en tanto sea hecha por deber y nada más que por deber. ¿Qué es el deber y dónde se fundamenta?, es de lo que se va a tratar el presente texto; igualmente nos vamos a encontrar con el análisis y las características del imperativo categórico, junto con otras ideas morales, abordadas, eso sí, desde la perspectiva del apriorismo.
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Bueno, Roberto. "Barbárie: literatura e filosofia moral". Boletín Mexicano de Derecho Comparado 46, n. 137 (maggio 2013): 471–98. http://dx.doi.org/10.1016/s0041-8633(13)71140-2.

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Abreu, Cláudio. "É a filosofia uma ciência?" Intuitio 12, n. 2 (18 dicembre 2019): 32723. http://dx.doi.org/10.15448/1983-4012.2019.2.32723.

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Abstract (sommario):
Para tratar da questão da cientificidade da filosofia, é preciso primeiro perguntar sobre a natureza da filosofia. Primeiro descobrimos que filosofar é um modo recursivo de pensar, e nisso é análogo à matemática: a filosofia contém a metafilosofia. Segundo, que o esquema geral das questões filosóficas é: “O que é o X?”. Isso, no entanto, não nos diz muito, porque a história da filosofia nos mostra que a variável X pode ser substituída por praticamente qualquer coisa. E, então, é difícil argumentar que uma disciplina que pode tratar de qualquer coisa tem um caráter científico. Por causa de seu conteúdo, parece que a filosofia não pode ser considerada como uma disciplina científica. Do ponto de vista metodológico, entretanto, o resultado de nossa reflexão é diferente: a característica de qualquer disciplina científica é que ela procede de forma rigorosa e intersubjetivamente controlável. A (boa) filosofia satisfaz ambos requisitos metodológicos. Mas, além disso, há uma maneira de entender a atividade filosófica que também pelo seu conteúdo pode ser considerada científica: a concepção genitivista da filosofia. Segundo ela, o termo “filosofia” deve sempre ser acompanhado por um genitivo que denote algum tipo de produto cultural humano (linguagem, ciência, religião, moral etc.). Sob essa interpretação, a filosofia seria então uma das ciências da cultura e, portanto, uma ciência em si.
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Bulygin, Eugenio. "¿Está (parte de) la filosofía del derecho basada en un error?" Doxa. Cuadernos de Filosofía del Derecho, n. 27 (15 novembre 2004): 15. http://dx.doi.org/10.14198/doxa2004.27.01.

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Abstract (sommario):
¿Tiene el derecho valor moral? ¿Hay un deber moral de obedecer el derecho? Según el autor, estas preguntas caracterizan el problema de la normatividad del derecho entendido como el de su valor moral- que, junto con el problema del concepto de derecho, conforman las cuestiones de las que tradicionalmente se ha ocupado la Filosofía del Derecho. Sostiene que plantearse estas preguntas como filósofo del derecho- carece de sentido, por tratarse de seudo-problemas, ya que el interrogante por la obligación moral de obedecer el derecho debe ser enfrentada por la filosofía moral y no por la jurídica, por tratarse un problema de aquella y no de ésta disciplina. El autor distingue claramente entre un concepto de validez moral y otro concepto de validez jurídica (aplicabilidad), concluyendo que las normas jurídicas tienen sólo validez jurídica, no moral. Afirma que la teoría del derecho carece de respuesta para el problema de la aplicabilidad del derecho, y sólo responde al de su identificación, porque los deberes jurídicos no son razones concluyentes para la acción, a diferencia de los morales.
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Cuccia, Emiliano Javier. "Primacía de la voluntad y virtud moral en Juan Duns Escoto". Tópicos, Revista de Filosofía, n. 43 (26 novembre 2013): 153. http://dx.doi.org/10.21555/top.v0i43.35.

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Abstract (sommario):
El siguiente artículo analiza la doctrina de Duns Escoto referida al sujeto de las virtudes morales, y plantea la fuerte influencia que ha tenido en ella la aceptación hecha por parte del Doctor Subtilis de las tesis voluntaristas presentes en su época.Palabras clave: voluntarismo, virtud moral, Juan Duns Escoto, filosofía moral, siglo XIV.
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Cruz, Paulo Fernando Aleixo da, e Marcus Vinicius Cunha. "A história da filosofia no discurso de John Dewey sobre a moral". Perspectiva 34, n. 1 (21 giugno 2016): 286–304. http://dx.doi.org/10.5007/2175-795x.2016v34n1p286.

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Abstract (sommario):
Este artigo segue diretrizes teóricas e metodológicas oriundas de Chaïm Perelman e Stephen Toulmin, cujos fundamentos se encontram no movimento contemporâneo de revisão da filosofia de Aristóteles. Seu objetivo consiste em fazer a análise retórica do ensaio “Intelligence and Morals” [“Inteligência e Moral”] de John Dewey, publicado em 1908, no qual o autor defende a tese de que desde o Renascimento a moral se tornou desvinculada de fins transcendentais, sendo, então, baseada na inteligência. O exame do ensaio revela o uso da estratégia discursiva denominada recurso à origem, a qual consiste em elaborar uma narrativa genealógica sobre história da filosofia com o intuito de sustentar a tese do autor. O trabalho sugere que essa forma de argumentar é frequente na obra de Dewey, sendo observada também no livro Democracy and education [Democracia e educação], no qual o filósofo discorre sobre a história da filosofia para evidenciar que a reflexão filosófica em educação emerge de problemáticas sociais.
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Monti, Ezequiel. "Universalismo y Particularismo: desde la Moral al Derecho". Discusiones 16, n. 1 (23 febbraio 2021): 223–58. http://dx.doi.org/10.52292/j.dsc.2015.2424.

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Abstract (sommario):
En ‘Razones y normas’ Redondo se propuso trasladar la discusión entre universalismo y particularismo del ámbito de la filosofía moral al de la teoría del derecho. En este trabajo, analizo críticamente tanto el modo en que Redondo articula la discusión en el ámbito moral como su intento de trasladarla al ámbito jurídico. Defiendo tres tesis fundamentales. Primero, la caracterización de Redondo del universalismo y el particularismo morales es insatisfactoria, en tanto no distingue adecuadamente entre normas (que constituyen razones para la acción) y proposiciones que describen relaciones nomológicas entre hechos naturales y razones morales, lo que la lleva a englobar bajo un rótulo común discusiones muy distintas entre sí. Segundo, contra lo que sugiere Redondo, universalismo y particularismo no están comprometidos con modelos incompatibles de razonamiento práctico. Tercero, tras examinar diferentes modos de caracterizar el particularismo jurídico, concluyo que ninguno satisface la condición de ser plausible y estar vinculado con la discusión en filosofía moral.
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Cabrera, Julio. "Cine y Filosofía". Ética y Cine Journal 11, n. 2 (26 luglio 2021): 125–26. http://dx.doi.org/10.31056/2250.5415.v11.n2.34197.

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Abstract (sommario):
Filósofo argentino radicado en Brasil, Julio Cabrera se ocupa de filosofía del lenguaje y argumentación, filosofía del cine y filosofar desde América Latina. Autor de alrededor 20 libros, entre los cuales se destacan “Crítica de la Moral Afirmativa” (Barcelona, 2014, 2ª edición), “Cine: 100 años de Filosofía” (Barcelona, 2015, 2ª edición), “Análisis y existencia” (Argentina, 2010) e “Introduction to a negative approach to argumentation” (Inglaterra, 2019), además de numerosos artículos publicados en América Latina (Venezuela, Chile, Colombia, Argentina, Brasil, México) y Europa (Italia, Francia, Alemania, Portugal, España). Debemos al autor este reordenamiento de su obra sobre cine, a la vez que remitimos a su blog para una imprescindible ampliación de información: filosofojuliocabrera.blogspot.com
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Olaru, Ioana Iulia. "UN PERSONAJ CONTROVERSAT PE SCENA ISTORIEI RELIGIILOR: ZALMOXIS". ZBORNIK ZA JEZIKE I KNJIŽEVNOSTI FILOZOFSKOG FAKULTETA U NOVOM SADU 4, n. 4 (19 dicembre 2014): 165. http://dx.doi.org/10.19090/zjik.2014.4.165-174.

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Abstract (sommario):
Pe teritoriul României, perioada geto-dacică nu poate fi socotită ca una carac- terizată prin existenţa unei filosofii autohtone, gândirea fiind raportată la mitologie şi apoi la re- ligie. Cu toate acestea, înţelepciunea geţilor era recunoscută de autorii timpului, iar „filosofia” lui Zalmoxis – asociat uneori cu Pitagora – încă se încearcă a fi reconstituită, cum, de altfel, se în- tâmplă şi cu panteonul local. După transformarea Daciei în provincie romană, divinităţile popu- lare au supravieţuit, prin interpretatio romana transformându-se, asimilate sincretic de cele ro- mane. Iar morala zalmoxiană, susţin unii istorici, a înlesnit introducerea la noi a creştinismului.
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Caviglia, Alessandro. "El constructivismo y la teoría moral kantiana. Un ensayo sobre la objetividad de las distinciones morales". Estudios de Filosofía 20 (5 dicembre 2022): 33–53. http://dx.doi.org/10.18800/estudiosdefilosofia.202201.002.

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Abstract (sommario):
El presente trabajo tiene como objetivo esclarecer la relación del constructivismo y la filosofía moral kantiana. En tal sentido comienza mostrando qué es el constructivismo moral y cómo es una posición en metaética que busca esclarecer la cuestión de la objetividad de los juicios morales de una mejor manera que las posiciones tradicionales en el campo: el realismo y el antirrealismo morales. Seguidamente aborda el constructivismo moral kantiano por ser una de las versiones más desarrolladas y estudiadas. De esta manera se aclarará la relación que guarda el constructivismo con la crítica de la razón, la razón práctica y la autonomía moral de la persona. Finalmente, se presentan las conclusiones más relevantes del estudio.
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