Letteratura scientifica selezionata sul tema "Immaginazione"

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Articoli di riviste sul tema "Immaginazione"

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Todd, Cain. "Immaginazione, attenzione e raffigurazione". Rivista di estetica, n. 53 (1 giugno 2013): 89–108. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1569.

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Gerrans, Philip, e Kevin Mulligan. "Immaginazione, Default thinking e incorporamento". Rivista di estetica, n. 54 (1 novembre 2013): 239–71. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1451.

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3

Gerrans, Philip, e Kevin Mulligan. "Immaginazione, Default Thinking e incorporamento". Rivista di estetica, n. 53 (1 giugno 2013): 55–87. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1568.

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Arezzo, Anna. "Intelletto e immaginazione nel pensiero medievale". Quaestio 7 (gennaio 2007): 546–54. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.2.303184.

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5

Lorenzini, Alberto. "La coscienza incarnata: come la materia diventa immaginazione". RICERCA PSICOANALITICA, n. 1 (aprile 2017): 29–47. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2017-001004.

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Kanceff, Emanuele. "Paola Dècina Lombardi, Surrealismo, 1919-1969, ribellione e immaginazione". Studi Francesi, n. 143 (XLVIII | II) (1 dicembre 2004): 406. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.39708.

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7

Barbieri, Gian Luca. "Immaginazione e conoscenza di sé La narrazione trans-autobiografica". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n. 62 (agosto 2018): 131–42. http://dx.doi.org/10.3280/las2018-062019.

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Masi, Francesca G. "Passione e immaginazione in Lucrezio: il caso dell’inganno onirico". Elenchos 39, n. 2 (30 novembre 2018): 257–79. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2018-0016.

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Abstract (sommario):
Abstract Lucretius devotes some sections of his De rerum natura to the treatment of dreams. He is particularly interested in the phenomenon of dream deception, namely the belief that the dreamt object is the object itself. This psychological phenomenon has some both unwanted and philosophically interesting implications. Firstly, from an ethical point of view, it can stimulate uncontrolled worries and feelings in the dreamer that undermine his/her mental tranquility and health. Secondly, from a physiological perspective, it seems to reveal a failure in the mechanism undergoing the formation of mental representation. Thirdly, from the epistemological point of view, it seems to compromise the veracity of mental representations. This paper aims to explain how Lucretius dealt with this phenomenon. In particular, it will show how he succeeded, on the one hand, to explain the nature and the origin of dream deception and of its emotional aspect, and, on the other hand, to preserve the informative contents of dreams and their correspondence to reality. For this purpose the present essay will address the following issues: (1) which is the condition of the soul and of the mind while sleeping; (2) what kind of mental activity is dreaming; (3) which is the nature and the origin of the simulacra responsible for dreams; (4) which is the contents of dreams and how dream deception comes about; (5) and finally why and how dream deception emotionally effects the dreamer.
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9

Bottici, Chiara. "La politica immaginale". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n. 36 (gennaio 2010): 131–40. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036010.

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Abstract (sommario):
- Lo scopo fondamentale di questo saggio č affrontare il nesso tra politica e immaginazione per mezzo del concetto di immaginale, inteso come ciň che č fatto di immagini. La strategia č quella di aggredire l'intreccio di politica e immaginale attraverso un duplice movimento, dal concetto di immaginale a quello di politica e viceversa, per poi passare a un'analisi delle sue trasformazioni nell'epoca globale.
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Mora, George. "Immaginazione e malattia: Saggio su Jan Baptiste van Helmont (review)". Bulletin of the History of Medicine 75, n. 3 (2001): 567–68. http://dx.doi.org/10.1353/bhm.2001.0134.

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Tesi sul tema "Immaginazione"

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GRAVANO, SILVIO. "Immaginazione e percezione della gravità". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/847.

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Abstract (sommario):
I dati di letteratura sembrano suggerire una fondamentale inaccessibilità del modello della gravità a livello cognitivo coerentemente con gli studi sulla così detta “fisica ingenua”. Quando si chiede ad un soggetto, anche esperto delle leggi della fisica, di rispondere, senza aver tempo per riflettere, sul moto di un oggetto, esso commette regolarmente degli errori di valutazione interpretabili come l'utilizzo istintivo di una forma di conoscenza interna delle leggi della fisica simile a quella medioevale dell'Impeto. (Kozhevnikov & Hegarty 2001, Zago & Lacquaniti 2005). Questi studi hanno messo in luce come la nostra conoscenza del mondo esterno sia dissociata in tre forme. La conoscenza implicita motoria è quella istintiva, motoria, che agisce a-priori e che ci permette di interagire correttamente con il moto accelerato terrestre (McIntyre et al. 2001, Indovina et al. 2005), ma non altrettanto bene in condizioni microgravitazionali. La conoscenza implicita percettiva, che si basa sulla ricostruzione che noi facciamo in modo intuitivo del mondo attraverso i nostri sensi e che è quindi limitata dei difetti delle nostre percezioni; essa è, quindi, la raccolta delle nostre conoscenze intuitive del mondo ed è ciò che noi usiamo per prevedere quel che può avvenire intorno a noi. L'ultima forma di conoscenza è la conoscenza esplicita. Essa è la summa cognitiva della nostra conoscenza del mondo, per i più esperti si fonda sugli studi fatti sulle leggi della fisica, per i meno esperti si basa sulle conoscenze intuitive. Ma essendo comunque una forma di conoscenza cognitiva essa non ha accesso a sistemi di elaborazioni intuitivi ed inconsci a basso livello (e per questo veloci), ma sfrutta le aree di elaborazione mentale ad alto livello (e per questo lente) per effettuare elaborazioni ad alta definizione come l'immaginazione visiva (rotazione mentale di oggetti, riconoscimento di forme, esplorazione mentale di mappe ed immagini). I risultati che abbiamo ottenuto sembrano suggerire che l’immaginazione mentale del moto fisico degli oggetti occupi una posizione a se stante nel contesto delle rappresentazioni neurali. Infatti, i risultati hanno mostrato come nella maggior parte dei soggetti la durata immaginata del moto della pallina virtuale obbedisce assai da vicino alle leggi della fisica, sia per moti immaginati a velocità costante (0g) che per moti soggetti alla forza di gravità terrestre (1g). Bisogna sottolineare come la relazione tra la durata del moto e la velocità di lancio impartita sia caratterizzata da una forte non linearità. Tale non linearità non è prevista né da rappresentazioni di fisica ingenua del tipo di quelle precedentemente rivelate negli studi di conoscenza esplicita verbalizzabile, né da rappresentazioni delle leggi di moto governate dalla gravità terrestre, quali quelle utilizzate dal sistema motorio in compiti di prensione di oggetti in caduta libera. Inoltre, i risultati hanno mostrato come i soggetti tendano ad utilizzare velocità di lancio sistematicamente più basse per palline non soggette alla gravità rispetto alle quelle utilizzate per palline soggette alla gravità terrestre. Solo un cervello che “conosca” le leggi di Newton sarebbe in grado di sfruttare la possibilità di utilizzare velocità più basse per moti 0g, risparmiando energia meccanica e metabolica, così come solo un cervello che abbia internalizzata la legge di gravità sarebbe in grado di usare velocità superiore ad un valore soglia (funzione dell’altezza di lancio immaginata) per moti 1g.
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Penasa, Valentino <1993&gt. "Alternative controfattuali: modelli di immaginazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14330.

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Abstract (sommario):
Lo scopo di questo lavoro è quello di presentare analiticamente il modello interpretativo proposto dalle ricerche di Phil Johnson-Laird e Ruth Byrne, attraverso una ricostruzione delle ipotesi che hanno portato all’individuazione dei processi comuni al pensiero razionale e immaginativo. Partendo da una discussione critica del modello cognitivo, si analizzano i presupposti del confronto fra ragionamento e immaginazione controfattuale, per provare a chiarire le ragioni per cui il pensiero controfattuale è razionale e per spiegare i motivi del bisogno di immaginare realtà alternative.
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Toigo, Laura <1991&gt. "Piacere, Ragione, Immaginazione. Studio del pensiero leopardiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7900.

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Abstract (sommario):
Il lavoro è uno studio del pensiero di Giacomo Leopardi, condotto attraverso la lettura e l'analisi dello Zibaldone, dei Canti, delle Operette morali e dei Pensieri, che l'autore stesso aveva destinato alla pubblicazione. I temi affrontati sono: la teoria del piacere e la ricerca della felicità, ma soprattutto lo studio delle due principali potenze umane: ragione e immaginazione. Nello scritto si tenta di evidenziare come l'interazione tra queste diverse e, per alcuni versi, opposte facoltà sia molto complessa e induca il Poeta all'elaborazione della sua originale ultrafilosofia poetica, grazie alla quale egli coniuga pensiero filosofico e linguaggio poetico. Il tentativo è quello di mostrare la poliedricità di un autore che può dirsi, non solamente, poeta, ma anche, a ragione veduta, filosofo.
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Confuorto, Valentina <1982&gt. "La moresca tra tradizione e immaginazione teatrale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18638.

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Abstract (sommario):
La moresca è una danza che probabilmente nasce dalla storicizzazione delle lotte fra Mori e Cristiani tra il IX e il XV secolo. Diffusa in tutta Europa, si configura dalla seconda metà del XV secolo come momento spettacolare di forte impatto, in una commistione di pantomima teatrale e danza. I momenti nei quali viene eseguita sono di preferenza il Carnevale, i festeggiamenti nuziali e i Maggi; in alcuni casi essa conserva elementi di antichi riti di fertilità. Dalla seconda metà del XVI secolo iniziano ad apparire moresche a più voci nelle raccolte di musica a stampa, che si diffondono rapidamente tra le corti europee, inglobate in vere e proprie rappresentazioni teatrali. Le composizioni che godono di maggiore fortuna sono quelle di Orlando di Lasso (1532-1594). Analizzandone i testi e i contesti, è evidente in esse l’influsso della cultura napoletana di origine popolare e della coabitazione multirazziale nella città. Dello stesso periodo vi sono attestazioni letterarie e musicali sulla diffusione a Napoli di una particolare danza, eseguita durante il Carnevale e caratterizzata da movimenti scomposti e dalla presenza di personaggi moreschi: la Sfessania. Le celebri incisioni di Jacques Callot I balli di Sfessania (1621), potrebbero dunque non rappresentare, come si è creduto, attori di commedia dell’arte, bensì, volti in maniera caricaturale, danzatori di origine o ispirazione partenopea in maschera durante i festeggiamenti carnevaleschi.
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Evangelista, Roberto. "Comunità e natura. immaginazione e razionalità in Spinoza". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421880.

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Abstract (sommario):
This thesis, treies to consider the relationship between imagination and rationality and the relationship between community and nature in Spinoza. These relationships have immediate connection with the political reflection and with the theory of the forms of government and the mechanisms of power.
Questo lavoro, cerca di ripercorrere il rapporto fra immaginazione e razionalità e considerare la relazione fra comunità e natura in Spinoza. Questi rapporti hanno immediata connessione con la riflessione politica e con la teoria delle forme di governo e dei meccanismi di potere.
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6

De, Rosa Guido. "Il concetto di immaginazione nel pensiero di Giordano Bruno". Napoli : La città del sole, 1997. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/39859407.html.

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Baniera, Daniela. "Tra corporeità, spazialità e immaginazione: forme dell'empatia in Husserl". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422981.

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Abstract (sommario):
Between corporeality, space and imagination: forms of empathy in Husserl. Abstract The research is focused on the husserlian empathy, meant as a central moment in the constitution of the phenomenological subjectivity, as a genetic path, where the husserlian subject reveals itself as a being structurally bound with the others, from the Leib's level to the Geist's one. In particular, starting from the analysis of the Texts of HUA XIII-XIV-XV Zur Phänomenologie der Intersubjektivität, the unpublished manuscripts on intersubjectivity (E groups) and, of course, Cartesian Meditations and Ideen II, we focus the attention on the primary levels of husserlian empathy, the ones bounded with physical and psycho-physical process. Therefore, if the aim is to understand which is the basic foundation for the access to the others, i.e. how the alter-ego could represent a real Mitsubjekt with a constitutive function in relation to the world, we must start from the most basically empathic dynamics, from the bodily origin of our relation with the others. The dissertation is composed of four chapters. The first one is titled Reduction and reductions: the function of the primordial abstraction and analyses in particular the problem of the primordial reduction, a moment of the husserlian phenomenology of intersubjectivity often misunderstood; on the contrary, it must be clarified as an essential methodological moment for the understanding of what joins and, at the same time, diversifies the egos. The primordial reduction is first of all detailed and differentiated from the other kinds of possible reductions and it's also analysed in relation to the still very discussed question of Ur-Ich. We also clarifies the meaning of "primordial empathy" and "primordial other" and, generally, we considere the "exit-modalities" from the primordial abstraction, that is the self-estrangement forms already owned by the subject in the primordial sphere. In this context we also pay attention to the difference between sich anders fingieren and sich Andere fingieren. The second chapter, titled Bodily analogy and empathy examines the central theme of the husserlian empathy, that is the analogy, with particular attention to the most original declination of the analogy: the bodily analogy. In the first part we define the nature of the husserlian analogy: first of all we show that the husserlian analogy is born in contrast with the Analogienschluss of T. Lipps and B. Erdmann and it's a kind of passive association, a pre-inferential one; secondly we propose an interpretation of the husserlian analogy in the sense of an analogy of participation. In the second part we examine the basic forms of analogical fulfilment, to show that the recognition of the others has not only a first activation in the passivity, but also various moments of fulfilment; these moments are examined through the differentiation between "proper empathy" and "improper empathy", to point out that empathy rises always in relation with bodily perception, meant not only as a Leibwahrnehmung, but also as a real Körperwahrnehmung. The third chapter is titled Analogy in movement: the exchange of positions and analyses the dynamic development of the husserlian analogy, to show that empathy must be founded on concrete possibilities of involvement in the other's point of view, meant not only in a metaphoric meaning, but first of all as a real space of the other. These possibilities are examined by Husserl through the different modulations that can be offered by the exchange of position and, in particular, through the consideration of the following representations: first of all the wie wenn ich dort wäre, that, thanks to an imaginative component, allows two subjects to have the same position at the same time; secondly the wenn ich dort bin, through which, on the fundament of the kinaesthetic Leib, two bodies can really have the same position, but in different times. In the second part of the chapter we examine the problem of the relationship between empathy and imagination and, generally, between empathy and the other possible forms of presentification, as memory, phantasy and Bildbewusst; in particular we underline how, in connection with empathy, we can find a specific form of imagination, determinable as a gebundene Phantasie. Finally the fourth chapter, Normality and deviations: how far can analogy go?, begins with a brief digression in another possible expression of the exchange of position: als ob ich er wäre, a formulation that refers to the constituted intersubjectivity and through which Husserl shows the involvement to the other's point of view; the other is now understood as a full personality, as a person with his peculiar relation with the surrounding world. After this brief digression, the analysis is focused on the fundamental problem of the normality-abnormality definition, which is a central pair for the empathy problem. Indeed Husserl himself has underlined how the whole phenomenology of intersubjectivity is based on the implicit presuppose of normality; however this presuppose must be explicitated and thematized. The normality shows then itself as an idealisation, because in the reality we can't find neither the average-man, nor the average-experience of the world. On these basis we distinguish two different concepts of abnormality: the first one is the "daily" abnormality, that remains in the normality sphere, and it's for example represented from the case of the colour blindness; the second one is the abnormality, that represents instead a real "break" with the normality sphere and that requires us to figure out if the exclusion of the real abnormal variations of subjectivity, such as animals or insane people, from the intersubjective constitution of reality is a really founded operation.
Tra corporeità , spazialità  e immaginazione: forme dell'empatia in Husserl. Riassunto La ricerca si è focalizzata sull'empatia husserliana intesa quale momento centrale nella costituzione della soggettività  fenomenologica, come un vero e proprio percorso genetico nel quale il soggetto husserliano si rivela come un essere strutturalmente legato agli altri dai livelli del Leib fino a quelli del Geist. In particolare, a partire dall'analisi dei testi di HUA XIII-XIV-XV Zur Phänomenologie der Intersubjektivität, dei manoscritti sull'intersoggettività  ancora inediti (gruppo E) e, naturalmente, di opere come le Meditazioni cartesiane o Idee II, l'attenzione si è concentrata sull'analisi degli strati sorgivi e primari dell'empatia husserliana, quelli legati soprattutto ai processi fisici e psico-fisici, nel tentativo di mostrare che se si vuole davvero comprendere quale sia il fondamento primo della possibilità  di accesso all'altro, cioè come sia possibile che l'alter-ego venga a rappresentare un reale Mitsubjekt con una funzione costituente nei confronti del mondo, si deve ripartire dall'analisi delle dinamiche empatiche più basilari, dall'origine corporea del nostro rapporto con gli altri. La tesi si compone di quattro capitoli, il primo dei quali, intitolato Riduzione e riduzioni: la funzione dell'astrazione primordiale, prende in esame soprattutto il problema della riduzione primordiale, momento della fenomenologia husserliana dell'intersoggettività  spesso frainteso dalla critica, ma che deve invece essere chiarito come essenziale da un punto di vista metodologico, per comprendere sia ciò che unisce i diversi ego, sia ciò che li distingue. La riduzione primordiale è stata prima di tutto definita e differenziata rispetto agli altri tipi di riduzione e, in secondo luogo, analizzata in relazione alla questione ancora molto dibattuta dell'Ur-Ich. Si è inoltre chiarito il significato dell'"empatia primordiale" e dell'"altro primordiale" e si sono prese, più in generale, in considerazione le modalità  di "uscita" dall'astrazione primordiale, e cioè quelle forme di auto-estraneazione delle quali il soggetto dispone già  nell'astrazione primordiale stessa, evidenziando la differenza tra sich anders fingieren e sich Andere fingieren. Il secondo capitolo, dal titolo Analogia ed empatia corporea, si sofferma invece sul tema centrale dell'€™empatia husserliana, e cioè quello dell'€™analogia, con particolare attenzione alla sua più originaria declinazione nel senso di analogia corporea. Nella prima parte si procede ad una definizione della natura dell'€™analogia husserliana: in primis si mostra come essa sorga in contrapposizione alla teoria dell'€™Analogienschluss di Lipps ed Erdmann, per definirsi invece come un tipo di associazione passiva e del tutto pre-inferenziale; in secondo luogo se ne propone un'interpretazione nel senso di una forma di analogia di partecipazione. Nella seconda parte si esaminano invece le forme primarie di riempimento dell'€™analogia, mostrando, come il riconoscimento dell'€™altro abbia non solo una prima attivazione nella passività , ma anche molteplici momenti di "€œriempimento"€; tali momenti di "€œriempimento"€ sono stati presi in considerazione attraverso la differenziazione tra empatia propria e impropria, evidenziando come l'€™empatia sorga sempre in diretta relazione alla percezione della corporeità , intesa non solo come Leibwahrnehmung, ma addirittura come vera e propria Körperwahrnehmung. Il terzo capitolo si intitola Analogia in movimento: lo scambio di posizioni e analizza lo sviluppo in senso dinamico dell'analogia husserliana, mostrando come l'€™empatia debba fondarsi su concrete possibilità  di partecipazione al punto di vista dell'altro, inteso non solo in senso metaforico, ma primariamente come vero e proprio spazio dell'€™altro; queste possibilità  sono analizzate da Husserl attraverso le differenti modulazioni che lo scambio di posizioni offre e, in particolare, attraverso la tematizzazione in primis dell'€™wenn ich dort bin, rappresentazione che, attraverso l'€™uso di una componente immaginativa, permette a due soggetti di avere la stessa posizione nello stesso momento; e successivamente del wie wenn ich dort wäre, in base al quale per, invece, sulla base del Leib cinestesico, due corpi possono realmente venire ad occupare la medesima posizione, sebbene in tempi differenti. Nella seconda parte del capitolo si analizza il problema del rapporto tra empatia e immaginazione e, più in generale, del rapporto tra l'€™empatia e le altre possibili forme di presentificazione, come il ricordo, la fantasia e la coscienza d'€™immagine; in particolare è stato sottolineato come in relazione all'empatia si possa rintracciare una forma specifica di immaginazione, definibile come "immaginazione posizionale" o gebundene Phantasie. Infine il quarto capitolo, Normalità  e deviazioni: fin dove può giungere l'€™analogia?, si apre con una breve incursione in un'ulteriore possibile espressione dello scambio di posizioni: als ob ich er wäre, formula che rinvia all'€™intersoggettività  costituita e attraverso la quale Husserl tematizza la partecipazione alla punto di vista dell'€™altro, altro ora inteso come personalità  a tutto tondo, come persona con una sua determinata e peculiare relazione con il mondo circostante. Dopo questa incursione, le analisi si rivolgono invece al fondamentale problema della definizione del binomio normalità-anormalità, binomio essenziale per il problema dell'€™empatia; è infatti Husserl stesso a sottolineare come l'€™intera fenomenologia dell'€™intersoggettività  si basi sul presupposto implicito della normalità , presupposto che deve però ad un certo punto essere esplicitato e tematizzato. La normalità  si mostra allora nella sua natura di idealizzazione, poiché nella realtà  non si danno né l'€™Uomo-medio, né l'€™esperienza del mondo-media. Su tali basi si sono allora distinti due differenti concetti di anormalità : l'€™anormalità  "€œquotidiana"€, che permane nella sfera della normalità  stessa ed è rappresentata, ad esempio, dal caso ad Husserl particolarmente caro del daltonismo; e l'anormalità  che invece rappresenta una vera e propria "€œrottura"€ con la sfera della normalità  e che ci pone nella situazione di comprendere se l'€™estromissione dalla costituzione intersoggettiva della realtà  delle vere e proprie variazioni anomale della soggettività , come gli animali o i pazzi, sia davvero un'operazione fondata.
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8

Pappalardo, Lucia. "Fede, immaginazione e scetticismo in Gianfrancesco Pico della Mirandola". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/883.

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Abstract (sommario):
2009 - 2010
La tesi prende le mosse dal tentativo di proporre un'ipotesi di interpretazione dell'opera di Giangrancesco Pico della Mirandola; in particolare dall'intenzione di verificare se al fondo di una produzione vasta, eterogenea per contenuti e generali letterari sperimentati, come quella di Pico, si possono individuare motivi e nodi concettuali utili a rendere conto della continuità, o della discontinuità (quando si rileva) tra i diversi scritti; e quindi, in ultima analisi, tali da permettere di affrontare con maggiore consapevolezza la domanda sullo statuto di quest'opera nella storia della filosofia del Rinascimento... [a cura dell'autore]
IX n.s.
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TINAZZI, CLAUDIA. "Aldo Rossi, realtà e immaginazione : la casa, espressione di civiltà". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/11578/278631.

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10

Moda, Vanessa <1989&gt. "Realtà fotografica e immaginazione: L'incanto del ricordo in Tanizaki Jun'ichirō". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13480.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di analizzare la natura del ricordo attraverso diverse opere di Tanizaki Jun'ichirō. L'elemento fotografico, presente come mezzo di evocazione del ricordo, è fondamentale per indagarne l'essenza, in contrapposizione sia alla realtà che all'immaginazione.
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Libri sul tema "Immaginazione"

1

Turnaturi, Gabriella. Immaginazione sociologica e immaginazione letteraria. Roma: GLF editori Laterza, 2003.

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2

Immaginazione. Napoli: Guida, 2007.

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3

Ferraris, Maurizio. L' immaginazione. Bologna: Il Mulino, 1996.

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4

Scritture e immaginazione. San Cesario di Lecce (Lecce): Manni, 2006.

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5

Corti, Maria. Scritture e immaginazione. San Cesario di Lecce (Lecce): Manni, 2006.

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6

Rossella, Bonito Oliva, e Trucchio Aldo, a cura di. Paura e immaginazione. Milano: Mimesis, 2007.

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7

Hamann, Shannon. L' immaginazione violenta. Firenze: Cadmo, 1996.

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8

Colozza, Giovanni Antonio. L' immaginazione nella scienza. Soveria Mannelli: Rubbettino, 1997.

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9

Spinosa, Antonio. Ulisse: Libera immaginazione dell'Odissea. Casale Monferrato: Piemme, 1997.

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10

1969-, Del Lucchese Filippo, Sartorello Luca e Visentin Stefano 1963-, a cura di. Machiavelli: Immaginazione e contingenza. Pisa: ETS, 2006.

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Capitoli di libri sul tema "Immaginazione"

1

Schmitt, Jean-Claude. "Le immagini, l'immaginario e il tempo della storia". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 11–43. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00787.

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2

Briguglia, Gianluca. "Immagini dell'Impero. L'idea di impero tra narrazione storica, diritto e teoria politica tra XIII e XIV secolo". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 45–59. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00788.

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3

Cappelletti, Leonardo. "Mirabilia Naturae: il caso del Monstrum nella Scolastica". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 61–75. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00789.

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4

Cristiani, Marta. "Meditazione visiva e visione profetica. Ugo di San Vittore e Ildegarda di Bingen". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 77–92. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00790.

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5

Nagel, Silvia. "Immagini, simboli e numeri nell'Epistola 55 di Agostino". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 93–116. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00791.

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6

Spallino, Patrizia. "L'immaginazione creatrice in Ibn 'Arabī". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 117–31. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00792.

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7

Paparella, Francesco. "Le ambiguità del conoscere nel mondo carolingio: vedere e immaginare nei Libri carolini, in Rabano Mauro e in Eriugena". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 133–48. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00793.

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8

Motta, Cristina. "Il ruolo dell'immaginazione del Cristo nel momento dell'agonia in alcuni autori del XIII secolo". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 149–61. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00794.

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9

Fioravanti, Gianfranco. "Phantasia: tra Aristotele e i Peripatetici". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 163–77. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00795.

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10

Palazzo, Alessandro. "Philosophi aliter loquuntur de prophetia quam sancti. Alberto il Grande e La profezia naturale". In Immaginario e immaginazione nel Medioevo, 179–201. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00796.

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