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Tesi sul tema "Inclusione sociale"

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Vecchiato, Francesca <1981&gt. "ICT, Social Network ed Inclusione Sociale. Ricerca e progetto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2288.

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Abstract (sommario):
L'Unione Europea a partire dal Consiglio europeo di Lisbona (2000) ha posto come obiettivi della sua politica di "diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale […] al fine di sostenere l'occupazione, le riforme economiche". La ricerca che qui viene presentata è il risultato del progetto europeo ShareIT che ha avuto come finalità la promozione, attraverso una cooperazione interregionale tra i diversi Stati partecipanti, degli obiettivi generali posti nelle linee politiche europee. Sono riportati i risultati e le analisi critiche della ricerca relative al progetto realizzato in particolare nel Comune di Venezia. Le ICT e i social network sono sempre più diffusi in ogni aspetto della vita quotidiana ed è per questo che possono rivelarsi uno strumento efficace e positivo per promuovere l'inclusione sociale delle fasce marginali della popolazione come ad esempio anziani, migranti, donne, disabili. Data l'importanza di queste nuove forme di comunicazione il progetto va ad indagare se la e-inclusion di un determinato gruppo vulnerabile, nel nostro caso quello degli adolescenti migranti neoarrivati e di seconda generazione, sia una via percorribile per produrre una reale inclusione sociale.
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2

Pisu, Julie Giulia <1996&gt. "Musei come strumento di inclusione sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21554.

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Abstract (sommario):
L’elaborato qui presentato affronta la tematica del rapporto tra musei e inclusione sociale. L’analisi indagherà gli esordi di pratiche museali, partendo dalle teroie di John Dewey e le relative applicazioni in alcune realtà statunitensi quali il Newark Museum e la Hull House. Successivamente, verrà riportato il pensiero contemporaneo sviluppato da Richard Sandell e l’idea del Museum Actvisim. La parte finale si concentra su alcuni progetti contemporanei, quali il “MeLa*, European Museums in an age of migrations”, la cooperativa sociale italiana “ABCittà officina del futuro” e un dettagliato focus sul laboratorio “Altri Sguardi” di Palazzo Grassi a Venezia, un laboratorio di mediazione culturale rivolto a richiedenti asilo e rifugiati della Città Metropolitana di Venezia. L’analisi di quest’ultimo caso si svilupperà come un resoconto sull'evoluzione delle 3 edizioni (2019, 2020 e 2021): verranno individuati quindi gli obiettivi, i partecipanti, l’evoluzione degli spazi e dei media e l’eventuale effetto sociale a medio e lungo termine.
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3

Mavica, Giorgia. "Processi di inclusione ed esclusione sociale attraverso la moda". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1205.

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Abstract (sommario):
Con l adolescenza inizia un età dominata dall instabilità e dalla necessità di comunicare una precisa immagine e l abbigliamento, in questo caso, è in grado di esprimere valenze simboliche differenzianti e specifiche di identità individuali e collettive. La moda risulta essere un fenomeno collettivo che, edificandosi all interno di relazioni sociali basate sull apparenza, determina processi d inclusione ed esclusione sociale. È nostra intenzione comprendere quanto la moda possa essere considerata come strumento ed elemento di inclusione, e quindi approfondire all interno dei gruppi giovanili quali dinamiche sociali possa far emergere. L ipotesi di fondo su cui si regge l intero lavoro di ricerca è confermare l idea che la moda crei, da un lato, la coesione attraverso l imitazione di coloro che si trovano allo stesso livello sociale, dall altro l esclusione e la differenziazione di un gruppo nei confronti di altri. Quindi constatare se il fenomeno modale incida sul processo di integrazione di un giovane all interno di un gruppo di pari.
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4

Gruarin, Greta <1995&gt. "Disabilità e inclusione sociale: turismo accessibile nelle spiagge venete". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18011.

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Abstract (sommario):
La disabilità non è un’invenzione moderna ma una costante che ha sempre accompagnato l’uomo nei diversi secoli, fino ai giorni nostri. Il cambiamento che vi è stato nell’evoluzione storica riguarda l’attenzione data a tale tema. Oggigiorno, quando si parla di disabilità si fa riferimento a un approccio basato sui diritti umani, sull’uguaglianza, sulle pari opportunità e sulla non discriminazione. Le persone con disabilità vengono considerate soggetti di diritto più che di cure assistenziali. La visione odierna promuove l’inclusione e la partecipazione per favorire una qualità di vita migliore e una completa integrazione del disabile nella società. Per ottenere l’inclusione, i policy maker devono agire in una prospettiva di cambiamento culturale e territoriale. Una delle forme di inclusione sociale è il turismo. Con il turismo sociale le persone con disabilità si vedono garantito il diritto di viaggiare. Lavorare sul turismo vuol dire eliminare le barriere che vi sono e proporre un’offerta turistica qualitativamente migliore. Nel 2017 la Regione Veneto in cooperazione con le Aziende ULSS n.3, n.4 e n.5 ha dato vita a un progetto per rendere il litorale veneto accessibile a tutti. Il progetto nato, che reca il nome di “Turismo sociale e inclusivo nelle spiagge venete” è stato proposto e implementato anche negli anni successivi. Grazie ad asso sono state eliminate alcune barriere architettoniche presenti nelle zone balneari, organizzate attività ludico ricreative e attivati dei tirocini lavorativi con gli utenti del Servizio Inserimento Lavorativo (SIL) di tutta la Regione.
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5

Marzadro, Patrizia <1994&gt. "Arte, inclusione e innovazione sociale Analisi comparativa di due esperienze innovative di inclusione sociale di rifugiati e richiedenti asilo attraverso le arti a Trento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15186.

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Abstract (sommario):
La tesi vuole essere una critica al sistema attuale di accoglienze italiano, il quale risulta ad oggi essere insufficiente e disorganizzato rispetto alla portata e alla complessità del fenomeno migratorio. Si analizzeranno dunque delle pratiche e degli esempi di innovazione sociale, tramite l’utilizzo delle arti, volte ad integrare e a migliorare il sistema stesso, per un incontro autentico tra società ricevente e persone in arrivo. Vi sarà dunque una prima parte di teoria, dove si delineeranno i punti chiave delle politiche di accoglienza in Italia, si cercherà di dare una definizione di innovazione sociale e si presenteranno alcune esperienze di SI tramite le arti, sviluppatesi nel mondo. Nella seconda parte, invece, verrà fatta una mappatura dei principali progetti promossi in Provincia di Trento, principalmente portati avanti da associazioni del terzo settore, con il sostegno dei servizi sociali pubblici. Tra questi progetti ne sono stati selezionati due di approfondimento, esaminati attraverso un'analisi principalmente qualitativa: il progetto teatrale CIVES (laboratorio teatrale interculturale di cittadinanza attiva) e Arte Migrante (un gruppo che si ritrova spontaneamente ogni due settimane per condividere una serata, dove ogni partecipante interagisce attivamente, tramite espressioni artistiche). L'obiettivo è dimostrare come questi progetti siano integrativi e vadano a migliorare l’esperienza, spesso spersonalizzata e alienante, che i richiedenti asilo e i rifugiati vivono, nonché come questi laboratori e attività mettano in contatto la società di arrivo con i "nuovi arrivati", promuovendone l'inclusione.
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6

Zorzi, Martina <1989&gt. "Le politiche di inclusione sociale dei Rom e dei Sinti in Europa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13420.

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Abstract (sommario):
Il lavoro che si presenta racchiude un'analisi comparativa delle politiche d'inclusione in diversi paesi europei, in linea con le direttive e gli obbiettivi posti dall'Unione Europea. Passando attraverso l'analisi storica, antropologica e sociale dell'escluzione delle popolazioni rom e sinte in Europa viene infine valutata e comparata l'evoluzione e l'applicazione delle politiche inclusive attuali in diverse aree europee.
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De, Marco Viviana <1992&gt. "Disabilità e inclusione lavorativa. Il ruolo del lavoro sociale nella promozione dell’occupazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18637.

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Abstract (sommario):
La disabilità è una condizione che coinvolge un gran numero di persone, con le quali quotidianamente entriamo in contatto. Dalla maggior parte degli individui normodotati, essa è percepita come uno status invalidante, che impedisce dunque al soggetto disabile di acquisire un ruolo sociale attivo. Il lavoro è uno dei mezzi utili per combattere questo stereotipo, esso garantisce l’inclusione e il coinvolgimento attivo della persona alla vita comunitaria. Quando tuttavia manca la partecipazione dei disabili all’interno delle dinamiche del mercato del lavoro, la loro reale integrazione risulta difficile se non impossibile. Il mio elaborato si suddivide in tre parti: una prima introduttiva, nella quale il lavoro viene presentato come mezzo di costruzione di identità e di inserimento nel contesto sociale; una seconda che analizza il panorama legislativo italiano inerente alla tematica presa in analisi; ed una terza, legata ad un’esperienza di ricerca sul campo, avvenuta durante il mio percorso di tirocinio, realizzato presso il Servizio di Integrazione Lavorativa della AULSS 3 Serenissima.
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Parini, Ilaria <1996&gt. "La fruibilità dei depositi nei musei d’arte: un progetto di inclusione sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18905.

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Abstract (sommario):
L’accessibilità, fisica o virtuale, ai depositi dei musei d’arte potrebbe condurre alla democratizzazione del museo contemporaneo attraverso una maggiore inclusione sociale? Il tema dell’accessibilità ai depositi costituisce un argomento di dibattito ormai da tempo. Che il deposito non sia più soltanto un magazzino di opere di seconda scelta, ma che sia il cuore pulsante del museo, in cui si intersecano le attività di ricerca e di educazione, è un’opinione ormai comune. Per rendere dinamico al massimo questo luogo, molti musei hanno sperimentato il visible storage e l’open storage, allo scopo di mostrare la collezione non esposta, e rendere il pubblico ordinario partecipe di quello che succede dietro le quinte dei musei. Ma ancora più all’avanguardia sono le forme di off-site storage sorte negli ultimi anni: i musei-deposito e i depositi centralizzati. Con l’evoluzione della comunicazione museale, proprio l’idea che il pubblico non sia destinatario passivo, ma che sia anch’esso portatore di significati, ha portato a considerare le collezioni museali conservate come occasione di percorsi didattici innovativi. Dunque, in linea con questa considerazione, si intende proporre metodi interpretativi delle collezioni in deposito, con l’obiettivo di favorire il dialogo del museo con le diverse comunità che lo circondano. Infine, attraverso l’analisi di tre casi studio, rappresentati da importanti istituzioni veneziane, si cerca di approfondire gli eventuali progetti di valorizzazione dei depositi già realizzati o pensati per il futuro.
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GUERINONI, MARTINA. "Il teatro sociale nelle pratiche di inclusione per le donne migranti in Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97828.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di indagare, con un approccio descrittivo, il ruolo delle pratiche di accoglienza, inclusione, aiuto e cura, espressione ed emancipazione delle donne migranti in Italia, partendo da una riflessione sulla dimensione drammatica del fenomeno migratorio femminile. Cuore della ricerca è l’indagine sulle arti e pratiche performative, e specialmente sul teatro sociale, la cui metodologia si rivela particolarmente efficace nell’inclusione sociale delle donne migranti, in quanto si concentra più sui processi che sui prodotti, più sulle azioni che sulle rappresentazioni, più sulla comunità che sul pubblico, più sulle relazioni che sulle mediazioni. Il ruolo del teatro sociale nelle pratiche di inclusione per le donne migranti viene indagato in particolare nell’ambito della Città Metropolitana di Milano, in cui, a fronte di un’accurata mappatura dei casi più significativi di progetti di ordine mediale, artistico, teatrale e performativo per l’inclusione dei migranti, realizzata in connessione con il progetto di ricerca di Ateneo Migrations|Mediations e con il progetto PRIN Per-formare il sociale, si arriva a mettere in luce e a discutere le criticità di alcune esperienze di teatro sociale con donne migranti che, per ragioni diverse, non hanno potuto avere piena realizzazione.
The thesis aims to investigate, with a descriptive approach, the role of the practices of welcoming, inclusion, help and care, expression and emancipation of migrant women in Italy, starting from a reflection on the dramatic dimension of female migration. The heart of the research is the investigation of performing arts and practices, and especially of social theatre, whose methodology is particularly effective in the social inclusion of migrant women, as it focuses more on processes than on products, more on actions than on representations, more on the community than on the audience, more on relationships than on mediations. The role of social theatre in the practices of inclusion for migrant women is investigated in particular in the context of the Metropolitan City of Milan, in the face of an accurate mapping of the most significant projects that use media, arts, performance and culture for the inclusion of migrants, carried out in connection with the University Research project Migrations|Mediations and with the PRIN project Performing the social. In particular, we get to highlight and discuss the critical issues of some social theatre experiences with migrant women which, for different reasons, could not have a full realization.
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GUERINONI, MARTINA. "Il teatro sociale nelle pratiche di inclusione per le donne migranti in Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97828.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di indagare, con un approccio descrittivo, il ruolo delle pratiche di accoglienza, inclusione, aiuto e cura, espressione ed emancipazione delle donne migranti in Italia, partendo da una riflessione sulla dimensione drammatica del fenomeno migratorio femminile. Cuore della ricerca è l’indagine sulle arti e pratiche performative, e specialmente sul teatro sociale, la cui metodologia si rivela particolarmente efficace nell’inclusione sociale delle donne migranti, in quanto si concentra più sui processi che sui prodotti, più sulle azioni che sulle rappresentazioni, più sulla comunità che sul pubblico, più sulle relazioni che sulle mediazioni. Il ruolo del teatro sociale nelle pratiche di inclusione per le donne migranti viene indagato in particolare nell’ambito della Città Metropolitana di Milano, in cui, a fronte di un’accurata mappatura dei casi più significativi di progetti di ordine mediale, artistico, teatrale e performativo per l’inclusione dei migranti, realizzata in connessione con il progetto di ricerca di Ateneo Migrations|Mediations e con il progetto PRIN Per-formare il sociale, si arriva a mettere in luce e a discutere le criticità di alcune esperienze di teatro sociale con donne migranti che, per ragioni diverse, non hanno potuto avere piena realizzazione.
The thesis aims to investigate, with a descriptive approach, the role of the practices of welcoming, inclusion, help and care, expression and emancipation of migrant women in Italy, starting from a reflection on the dramatic dimension of female migration. The heart of the research is the investigation of performing arts and practices, and especially of social theatre, whose methodology is particularly effective in the social inclusion of migrant women, as it focuses more on processes than on products, more on actions than on representations, more on the community than on the audience, more on relationships than on mediations. The role of social theatre in the practices of inclusion for migrant women is investigated in particular in the context of the Metropolitan City of Milan, in the face of an accurate mapping of the most significant projects that use media, arts, performance and culture for the inclusion of migrants, carried out in connection with the University Research project Migrations|Mediations and with the PRIN project Performing the social. In particular, we get to highlight and discuss the critical issues of some social theatre experiences with migrant women which, for different reasons, could not have a full realization.
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Falzea, Valentina <1983&gt. "Il microcredito in alcuni Paesi europei: strumento polimorfo tra inclusione sociale e sviluppo finanziario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6563/1/falzea_valentina_tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
La tesi analizza il fenomeno del microcredito in Europa, approfondendo le cause che hanno reso necessaria l’introduzione di questo strumento finanziario anche in economie profondamente diverse da quella in cui ha avuto origine ed esamina le trasformazioni che lo strumento ha subito durante il suo processo di adattamento ai paesi evoluti. Lo studio esamina il microcredito in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, soffermandosi ad analizzare, in ognuno dei suddetti Stati, la disciplina giuridica adottata (qualora esistente), le istituzioni micro finanziarie esistenti, le caratteristiche del settore e le fonti di finanziamento. L’obiettivo dell’analisi è pertanto quello di comprendere come nei Paesi europei convivano contemporaneamente modelli di microcredito profondamente diversi, a seconda del contesto economico, politico e sociale nel quale trovano applicazione. La tesi si concentra ad analizzare il microcredito in Italia, valutando il rapporto esistente tra questo strumento finanziario ed il problema dell’esclusione sociale, dell’immigrazione e dell’usura. Lo studio approfondisce, inoltre, la disciplina giuridica del microcredito adottata in Italia dopo le recenti modifiche introdotte dal D.lgs n. 169/2012. Il lavoro si sofferma ad analizzare, altresì, se e quali interventi, a livello internazionale ed europeo, sono stati programmati per dare al microcredito una cornice legislativa unitaria e per promuoverne lo sviluppo. L’attività di ricerca infine è volta a valutare, sulla base delle esperienze descritte dalla letteratura del settore, gli effetti prodotti dal microcredito, nonché ad approfondire alcune problematiche comuni ai programmi adottati negli Stati europei, quali la sostenibilità delle istituzioni di microcredito, la dipendenza dai sussidi e l’applicazione di tassi di interesse elevati. La tesi si conclude con l’analisi del rapporto esistente tra microcredito e crisi finanziaria, in un periodo storico in cui le politiche per l’occupazione ed il sostegno alla piccola impresa sono fondamentali per stimolare la ripresa economica.
The thesis analyses the phenomenon of microcredit in Europe going deeply into the causes which have made the introduction of this financial instrument necessary even in completely different economies than those in which it originated and examining the transformation that the instrument has undergone during the process of its adaptation to the progressive countries. The study examines microcredit in France, England, Spain and Germany, pausing to analyse, in each state, the juridical discipline adopted, if existing, the present institutions of micro credit, the nature of the sector and the source of funds. The objective of the analysis is to understand how European countries,according to the economic, political and social context,live completely different models of microcredit at the same time. The thesis concerntrates on analyzing the microcredit in Italy, taking into account the existing relations between this financial instrument and the problems of social exclusion, of immigration and of usury. The study also examines the juridical practice of microcredit used in Italy after recent changes introduced by D.lgs n. 169/2012. The work pauses to analyse if and which interventions, at International and European levels, have been programmed to give microcredit a unitary legislative framework and to promote its development. The research is aimed towards the valuation of the effects produced by microcredit on the basis of experiences described in the literature of the subject, as well as examining some common problems in the programs used in the European States; the sustainability of the microcredit institutions, the dependence of subsidies and the application of high interest taxes. The thesis concludes with the analysis of the existing relations between microcredit and the financial crisis, in a historical period in which politics for occupation and the support of small businesses are fundamental to stimulate economic growth.
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Falzea, Valentina <1983&gt. "Il microcredito in alcuni Paesi europei: strumento polimorfo tra inclusione sociale e sviluppo finanziario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6563/.

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Abstract (sommario):
La tesi analizza il fenomeno del microcredito in Europa, approfondendo le cause che hanno reso necessaria l’introduzione di questo strumento finanziario anche in economie profondamente diverse da quella in cui ha avuto origine ed esamina le trasformazioni che lo strumento ha subito durante il suo processo di adattamento ai paesi evoluti. Lo studio esamina il microcredito in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, soffermandosi ad analizzare, in ognuno dei suddetti Stati, la disciplina giuridica adottata (qualora esistente), le istituzioni micro finanziarie esistenti, le caratteristiche del settore e le fonti di finanziamento. L’obiettivo dell’analisi è pertanto quello di comprendere come nei Paesi europei convivano contemporaneamente modelli di microcredito profondamente diversi, a seconda del contesto economico, politico e sociale nel quale trovano applicazione. La tesi si concentra ad analizzare il microcredito in Italia, valutando il rapporto esistente tra questo strumento finanziario ed il problema dell’esclusione sociale, dell’immigrazione e dell’usura. Lo studio approfondisce, inoltre, la disciplina giuridica del microcredito adottata in Italia dopo le recenti modifiche introdotte dal D.lgs n. 169/2012. Il lavoro si sofferma ad analizzare, altresì, se e quali interventi, a livello internazionale ed europeo, sono stati programmati per dare al microcredito una cornice legislativa unitaria e per promuoverne lo sviluppo. L’attività di ricerca infine è volta a valutare, sulla base delle esperienze descritte dalla letteratura del settore, gli effetti prodotti dal microcredito, nonché ad approfondire alcune problematiche comuni ai programmi adottati negli Stati europei, quali la sostenibilità delle istituzioni di microcredito, la dipendenza dai sussidi e l’applicazione di tassi di interesse elevati. La tesi si conclude con l’analisi del rapporto esistente tra microcredito e crisi finanziaria, in un periodo storico in cui le politiche per l’occupazione ed il sostegno alla piccola impresa sono fondamentali per stimolare la ripresa economica.
The thesis analyses the phenomenon of microcredit in Europe going deeply into the causes which have made the introduction of this financial instrument necessary even in completely different economies than those in which it originated and examining the transformation that the instrument has undergone during the process of its adaptation to the progressive countries. The study examines microcredit in France, England, Spain and Germany, pausing to analyse, in each state, the juridical discipline adopted, if existing, the present institutions of micro credit, the nature of the sector and the source of funds. The objective of the analysis is to understand how European countries,according to the economic, political and social context,live completely different models of microcredit at the same time. The thesis concerntrates on analyzing the microcredit in Italy, taking into account the existing relations between this financial instrument and the problems of social exclusion, of immigration and of usury. The study also examines the juridical practice of microcredit used in Italy after recent changes introduced by D.lgs n. 169/2012. The work pauses to analyse if and which interventions, at International and European levels, have been programmed to give microcredit a unitary legislative framework and to promote its development. The research is aimed towards the valuation of the effects produced by microcredit on the basis of experiences described in the literature of the subject, as well as examining some common problems in the programs used in the European States; the sustainability of the microcredit institutions, the dependence of subsidies and the application of high interest taxes. The thesis concludes with the analysis of the existing relations between microcredit and the financial crisis, in a historical period in which politics for occupation and the support of small businesses are fundamental to stimulate economic growth.
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MATERIA, SIMONA. "CARCERE E CITTADINANZA: L¿ISTITUZIONE PENITENZIARIA NEL PROCESSO DI INCLUSIONE/ESCLUSIONE SOCIALE DEI MIGRANTI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/232490.

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Abstract (sommario):
Gli ultimi decenni sono stati contraddistinti da un notevole aumento della percentuale di migranti detenuti all’interno delle carceri europee, sproporzionato rispetto all’incidenza degli stranieri all’interno dei territori considerati. In Italia questo fenomeno di sovra-rappresentazione dei migranti all’intero dei penitenziari ha una dimensione particolarmente importante, che ha suscitato l’interesse della letteratura sociologica e criminologica, interesse orientato alla ricerca delle sue cause. Il presente lavoro si propone di indagare quali siano non già le cause, quanto gli effetti dell’esperienza detentiva sui migranti, con particolare riferimento alla sua influenza nei percorsi di vita successivi dei migranti, alla luce di due principali orientamenti interpretativi, entrambi inseriti all’interno della corrente di pensiero di stampo marxista, e quindi attenti alle correlazioni tra il mercato del lavoro e il sistema penitenziario. Secondo parte della letteratura il carcere costituisce un portone di ingresso al contratto sociale per la nuova classe lavoratrice, oggi costituita dai migranti. Infatti al suo interno essi hanno modo di beneficiare di alcune forme di welfare, accedendo a servizi ed opportunità (assistenza sanitaria, istruzione e alfabetizzazione, lavoro regolare e formazione al lavoro) dalle quali - specialmente se irregolari - essi generalmente sono esclusi in condizione di libertà nel territorio italiano. Un diverso orientamento ha sostenuto invece che la prigionizzazione dei migranti svolga una funzione meramente neutralizzante, finalizzata alla loro esclusione definitiva dal contesto sociale. Alla luce dell’analisi di quanto “offre” il penitenziario ai migranti e delle storie di vita raccolte tra migranti recidivi nel Carcere di Capanne (PG), questo lavoro ha lo scopo di capire quale funzione svolga oggi il carcere nei confronti dei migranti, ed in particolare se esso rappresenti anche oggi una prima tappa nel processo di inclusione della nuova classe lavoratrice, ovvero sia diventato un luogo di mera neutralizzazione.
The past few decades have been marked by a significant increase in the percentage of immigrants detained in prisons in Europe, disproportionate incidence of foreigners in the concerned territory. In Italy the phenomenon of over- representation of immigrants in prisons has a vey important dimension , that has attracted the interest of the sociological and criminological literature , research-oriented interest of its causes. The present work aims to investigate not the causes, but the effects of the experience of imprisonment on immigrants’s lives. Specifically, we’ll examine two main lines of interpretation, both included inside the internal current of Marxism, and we’ll pay attention to the correlation between the labor market and the prison system . According to the literature, the prison is a main entrance to the Social Contract for the new working class , made up of immigrants now a days. In fact, inside the jail, they have the opportunity to benefit from certain forms of welfare , accessing services and opportunities (health care , education and literacy , regular employment and job training ) from them - especially if irregular - they generally are excluded in condition of freedom in Italy. A different approach has argued instead that the detention of immigrants performs a function merely neutralizing aimed at their definitive exclusion from the social context . Inquire to what " offers " the penitentiary to immigrants and migrant life stories collected from offenders in the Prison of Capanne ( PG ), this work aims to understand what function the prison plays today against immigrants , and especially if it represents today a first step in the process of inclusion of the new working class , which has become a place of neutralization , with the advent of post-Fordist production system, a place of storage of excess workers.
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Brugnara, Valentina <1987&gt. "I richiedenti asilo e i rifugiati tra inclusione ed esclusione sociale: il caso del Trentino". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6574.

Testo completo
Abstract (sommario):
Il lavoro di tesi cercherà di coniugare la specificità dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria e i processi di accoglienza e inclusione sociale che li caratterizzano nella provincia di Trento al fine di “dare un affresco” dello stato attuale dei processi di inserimento sociale di questa fascia di popolazione nella comunità trentina. Dopo una panoramica del fenomeno a livello nazionale e locale e una breve analisi della politica locale in materia di immigrazione, l’attenzione si concentrerà sul lavoro di ricerca che si snoderà in tre fasi: la prima, volta ad intercettare i soggetti che hanno beneficiato dell’accoglienza del progetto attivo dal 2002 in provincia di Trento; una seconda che tenderà a comprendere il punto di vista degli attori che si occupano di accoglienza e degli enti direttamente coinvolti nel sistema di accoglienza al fine di cercare risposte ai problemi e ai nodi critici che emergeranno nel corso della ricerca e di approfondire le prospettive future dell’accoglienza in Trentino; infine, un’ultima parte, che cercherà di andare a cogliere il discorso pubblico relativo alla tematica dell’accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria.
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Ragazzo, Vittoria <1996&gt. "Il moral turn nel turismo. Turismo, inclusione sociale ed emancipazione economica: esempi da Bologna e Torino". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17705.

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Abstract (sommario):
L’obiettivo di questa tesi è quello di studiare il cosiddetto moral turn in tourism, cioè la svolta morale che ha coinvolto gli studi e la pratica turistica a partire dagli anni ’80-’90 del secolo scorso. Inoltre, in questo elaborato presenterò i casi di Gira la cartolina a Bologna e di Migrantour a Torino, due iniziative che propongono esperienze turistiche alternative che, risentendo della svolta morale oggetto del mio lavoro, cercano di valorizzare gruppi sociali economicamente e socialmente emarginati. Gira la cartolina propone itinerari alla scoperta della città guidati da persone senza fissa dimora partecipanti ad un laboratorio di comunità. Migrantour offre visite guidate ai quartieri multietnici delle città, accompagnati da immigrati di prima o seconda generazione. Il primo capitolo di questa tesi si concentrerà sul rapporto tra disuguaglianza, povertà e turismo. Nel secondo capitolo, dopo una breve introduzione all’etica, affronterò la questione della svolta morale assunta prima dalle scienze sociali e poi dal turismo, interrogandomi su cosa significhi turismo etico e su quali siano alcune situazioni morali problematiche in questo settore. Il terzo e il quarto capitolo saranno dedicati all’analisi dei casi studio attraverso l’esperienza personale vissuta presso le due città, al fine di capire se il turismo possa rappresentare uno strumento di inclusione sociale ed emancipazione economica anche nei Paesi del Nord Globale.
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Moro, Miryam Caterina <1995&gt. "Sport e inclusione sociale. Il caso degli atleti con background immigratorio nella pallacanestro giovanile in Veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21498.

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Abstract (sommario):
Il presente elaborato si focalizza sul potenziale ruolo che lo sport può ricoprire nel favorire i processi di inclusione sociale degli immigrati e/o dei giovani di origine straniera. Nello specifico, ci si concentrerà sul contesto della pallacanestro giovanile in Veneto in riferimento ad alcuni vivai giovanili significativi di Bassano (in provincia di Vicenza), Padova e Venezia. Il lavoro di tesi si compone di un primo approfondimento, con dati quantitativi, del panorama immigratorio nei contesti considerati, seguito da un approfondimento qualitativo, attraverso interviste dialogiche con professionisti e operatori del settore sportivo particolarmente rilevanti per la tematica in questione. Nello specifico, le interviste sono state rivolte ai responsabili degli enti sportivi di riferimento per l’ambito cestistico (quali, ad esempio, CSI, UISP e FIP e associazioni sportive dilettantistiche), dirigenti sportivi, allenatori e giocatori. Alla luce di ciò sono emerse le risorse e le modalità di inclusione di atleti di origine straniera ad opera delle società sportive del territorio, che si occupano della formazione di atleti reclutati all’estero o già presenti nel territorio di riferimento. Un primo elemento di interesse è comparso dalla comparazione dei regolamenti e linee guida dei diversi enti che regolano la pratica della pallacanestro, dove sono evidenti alcune differenze di approccio relative specificamente alle questioni di integrazione. A livello generale, per quanto riguarda la pratica sportiva all’interno delle società sportive, è possibile evidenziare una diffusa attenzione non solo per l’ambito cestistico, ma anche per il percorso scolastico e formativo (in senso ampio) degli atleti in questione. In conclusione, si rileva come lo sport si confermi luogo privilegiato di inclusione e di possibile superamento di barriere (come ad esempio quella linguistica) per l’integrazione di soggetti di origine straniera.
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VISIOLI, SONIA. "Pratiche educative di inclusione territoriale: dai servizi alla comunità. Lo studio di caso della Cooperativa Sociale Il Cardo di Edolo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404418.

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Abstract (sommario):
La tesi affronta i temi della comunità e dell’inclusione sociale a partire dallo studio di caso di una esperienza concreta di educazione di comunità. Il presente lavoro di ricerca si propone di ripercorrere la storia della Cooperativa Il Cardo a partire dai luoghi educativi che hanno caratterizzato la Cooperativa dal 1988 al 2018. Scopo dello studio di caso è condurre una analisi sui passaggi che hanno portato la Cooperativa ad essere riferimento educativo per il territorio di cui fa parte. La ricerca a partire da una singola esperienza mira a riflettere in modo ampio sui cambiamenti sociali e culturali che interessano la società contemporanea. La tesi si snoda in tre tematiche principali: la prima consiste nell’approfondimento teorico del concetto di comunità e inclusione sociale oggi; la seconda approfondisce gli aspetti teorici dei possibili approcci di ricerca, in questa parte un lavoro significativo riteniamo sia quello dedicato alla revisione della letteratura sullo “studio di caso”, che ha richiesto molto studio e lavoro e che rappresenta una sintesi del panorama sull’argomento che riteniamo nuovo e non presente nella letteratura attuale; l’ultima parte è dedicata alla ricerca nel suo farsi concreto ed è la parte contestuale e “materiale” di questo lavoro.
The dissertation is about community and social inclusion. The research is a the case study of a concrete experience of community education. The aim if the research work is to retrace the history of the “Il Cardo Social Cooperative” exploring the educational settings that characterized its educational work from 1988 to 2018. The purpose of the case study is to conduct an analysis on the steps that led the Cooperative, moving from services, to be an educational reference for its territory. Research, starting from a single experience, aims to reflect broadly on the social and cultural changes affecting contemporary society. The dissertation is divided into three main themes: the first consists in the theoretical study of the concept of community and social inclusion today; the second explores the theoretical aspects of possible research approaches, in this part a significant work is dedicated to the review of the literature on the "case study"; the last part is dedicated to research itself (data and analysis) and is the contextual and "material" part of this work.
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Vendemia, Giovanna <1978&gt. "Servizi relazionali e inclusione sociale: due studi di caso sul coinvolgimento delle famiglie nel Comune di Parma". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5266/1/VENDEMIA_GIOVANNA_TESI.pdf.

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Abstract (sommario):
La presente ricerca muove i suoi primi passi dall’ipotesi generale che il paradigma relazionale possa offrire al mondo dei servizi sociali una configurazione diversa, talora meno utopistica, del community work. Sebbene, infatti, in questi anni il sistema di offerta dei servizi si sia arricchito di principi come la co-progettazione e la co-responsabilità delle azioni, il lavoro di comunità resta ancora molto distante dal lavoro generalmente svolto nei servizi sociali territoriali, incapaci per ragioni strutturali e culturali di accogliere dentro di sé tale funzione. L’idea dalla quale trae origine la presente tesi di dottorato, è pertanto quella di arricchire la definizione di servizi sociali relazionali. Partendo dalle dimensioni che in letteratura sociologica e nei principali modelli teorici di social work definiscono un servizio alla persona quale servizio relazionale, nella prima parte teorica viene ipotizzata una trasformazione parziale del welfare regionale emiliano, poiché ai mutamenti culturali di questi anni non ha fatto seguito un cambiamento reale dei modelli operativi maggiormente basati sullo sviluppo delle competenze. Nella seconda parte della tesi, la ricerca empirica si focalizza sui progetti “family friendly” realizzati nel Comune di Parma, collocati in una logica di welfare societario e basati sull’apporto di soggetti di Terzo Settore, responsabili di ogni fase di realizzazione delle attività. La ricerca si avvale prevalentemente di tecniche qualitative e in alcuni tratti assume le caratteristiche della ricerca-azione. Nelle conclusioni, il contesto territoriale studiato rivela grande ricchezza dei legami strutturali, ma anche necessità di un rafforzamento dei legami interni. La forza dei servizi prodotti si situa, inoltre, nella sovrafunzionalità del legame tra volontari e famiglie, e di questo elemento dovrebbe arricchirsi anche il social work che scelga di adottare una prospettiva metodologica di lavoro relazionale.
This research takes his first steps from the assumption that the relational paradigm can offer to the world of social services a differently configuration, sometimes less utopian, of the community work. In fact, while in recent years the services system is enriched with principles such as co-design and co-responsibility for action, community work is still far from work usually done in the local social services, unable for structural and cultural reasons to accommodate this function within itself. The idea from which originated the present doctoral thesis is to enrich the definition of relational services. Starting from the dimensions that in the sociological literature and in the main theoretical models of social work define a service as relational service, the first theoretical part assumed as in the regional context of Emilia-Romagna occurred a partial transformation of regional welfare, because in these years the cultural changes was not followed by an actual change of business models, based more on skills development. In the second part of the thesis, the empirical research focuses on the projects "family friendly" made in the town of Parma, which are placed in a logic of corporate welfare based on the support of subjects of the Third Sector, responsible primarily for each phase of implementation of the activities. The research relies mainly on qualitative techniques and in some sections assumes the characteristics of action research. In its conclusions, the territorial context reveals great wealth of structural links, but also the need for a strengthening of the internal bonds. The strength of the produced services lies on the above-functionality of the link between volunteers and families, and this should also enrich the social work that chooses to adopt a methodological perspective of relational work.
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Vendemia, Giovanna <1978&gt. "Servizi relazionali e inclusione sociale: due studi di caso sul coinvolgimento delle famiglie nel Comune di Parma". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5266/.

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Abstract (sommario):
La presente ricerca muove i suoi primi passi dall’ipotesi generale che il paradigma relazionale possa offrire al mondo dei servizi sociali una configurazione diversa, talora meno utopistica, del community work. Sebbene, infatti, in questi anni il sistema di offerta dei servizi si sia arricchito di principi come la co-progettazione e la co-responsabilità delle azioni, il lavoro di comunità resta ancora molto distante dal lavoro generalmente svolto nei servizi sociali territoriali, incapaci per ragioni strutturali e culturali di accogliere dentro di sé tale funzione. L’idea dalla quale trae origine la presente tesi di dottorato, è pertanto quella di arricchire la definizione di servizi sociali relazionali. Partendo dalle dimensioni che in letteratura sociologica e nei principali modelli teorici di social work definiscono un servizio alla persona quale servizio relazionale, nella prima parte teorica viene ipotizzata una trasformazione parziale del welfare regionale emiliano, poiché ai mutamenti culturali di questi anni non ha fatto seguito un cambiamento reale dei modelli operativi maggiormente basati sullo sviluppo delle competenze. Nella seconda parte della tesi, la ricerca empirica si focalizza sui progetti “family friendly” realizzati nel Comune di Parma, collocati in una logica di welfare societario e basati sull’apporto di soggetti di Terzo Settore, responsabili di ogni fase di realizzazione delle attività. La ricerca si avvale prevalentemente di tecniche qualitative e in alcuni tratti assume le caratteristiche della ricerca-azione. Nelle conclusioni, il contesto territoriale studiato rivela grande ricchezza dei legami strutturali, ma anche necessità di un rafforzamento dei legami interni. La forza dei servizi prodotti si situa, inoltre, nella sovrafunzionalità del legame tra volontari e famiglie, e di questo elemento dovrebbe arricchirsi anche il social work che scelga di adottare una prospettiva metodologica di lavoro relazionale.
This research takes his first steps from the assumption that the relational paradigm can offer to the world of social services a differently configuration, sometimes less utopian, of the community work. In fact, while in recent years the services system is enriched with principles such as co-design and co-responsibility for action, community work is still far from work usually done in the local social services, unable for structural and cultural reasons to accommodate this function within itself. The idea from which originated the present doctoral thesis is to enrich the definition of relational services. Starting from the dimensions that in the sociological literature and in the main theoretical models of social work define a service as relational service, the first theoretical part assumed as in the regional context of Emilia-Romagna occurred a partial transformation of regional welfare, because in these years the cultural changes was not followed by an actual change of business models, based more on skills development. In the second part of the thesis, the empirical research focuses on the projects "family friendly" made in the town of Parma, which are placed in a logic of corporate welfare based on the support of subjects of the Third Sector, responsible primarily for each phase of implementation of the activities. The research relies mainly on qualitative techniques and in some sections assumes the characteristics of action research. In its conclusions, the territorial context reveals great wealth of structural links, but also the need for a strengthening of the internal bonds. The strength of the produced services lies on the above-functionality of the link between volunteers and families, and this should also enrich the social work that chooses to adopt a methodological perspective of relational work.
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Sangiuliano, Maria <1970&gt. "Smart cities, genere e inclusione : processi di apprendimento in rete, competenze e trasformazione". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4608.

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Abstract (sommario):
Integrare una prospettiva di genere in progetti e politiche di interesse pubblico implica che gli attori coinvolti nella definizione e implementazione delle stesse affrontino, in rete, processi complessi di (ri)pensamento e ri-organizzazione delle proprie prassi attraverso ri-negoziazione di paradigmi e frames discorsivi e tenendo come oggetto di riflessione e possibile terreno di azione comune le strutture di diseguaglianza di genere, intrecciate ad altri assi di differenziazione e discriminazione. In Europa, tuttavia, tali sviluppi sono ancora decisamente parziali e in particolare le politiche per l'innovazione sono state solo in misura molto limitata interessate da letture di genere. La ricerca si propone di definire possibili e diversi significati di ‘approcci di genere’ allo sviluppo tecnologico e sociale nei contesti urbani, in relazione ai modelli di Smart Cities/Smart Communities. Affinché processi di apprendimento trasformativo ed espansivo entro reti miste possano essere interpretati con una prospettiva di genere, sono elaborati indicatori qualitativi di contenuto, di processo, e di formatività.
Integrating a gender perspective in projects and public policies implies that the actors involved in policy design and implementation deal with complex processes of re-thinking and re-organizing their actions, in a network dimension and through re-negotiations and tensions among discursive frames, with gendered structures of inequalities as the focus of reflections and possible common actions, in their being intersected with other differences and discriminations. In Europe gender mainstreaming achieved only partial results so far and particularly with regard to innovation policies. The research aims at shaping possible different meanings for gendered approaches to technological and social innovation policies and practices in urban contexts, in relation to Smart Cities and Communities’ models. In order to read with a gender perspective transformative and expansive learning processes within multistakeholder networks, qualitative indicators are defined and proposed, with regard to contents, processes and the training/educational dimensions.
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Franzin, Camilla <1992&gt. "La disabilità nel mondo del lavoro: un quadro comparativo delle politiche di inclusione sociale a livello europeo e nazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12864.

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Abstract (sommario):
Il tema centrale dell’elaborato è l’inclusione sociale, con particolare riferimento alle categorie più svantaggiate, ovvero delle persone con disabilità, nell’ambito lavorativo. Il lavoro rappresenta, infatti, lo strumento fondamentale per l’autodeterminazione dell’individuo e mezzo di sostentamento primario per la conduzione di una vita dignitosa, una dignità che gli viene riconosciuta dalla comunità stessa, fondandosi essa su un patto non scritto che prevede la partecipazione per il raggiungimento di un benessere collettivo. L’esclusione dal mondo del lavoro comporta inevitabilmente un’esclusione dalla società, ma in che modo si può combattere questo fenomeno? L’obiettivo dell’elaborato pertanto è quello di rispondere a tale quesito attraverso un’analisi, anche in chiave storica, dei dispositivi giuridici in materia a livello internazionale, comunitario e nazionale, al fine di indagare se alla luce delle moderne evoluzioni normative i livelli di protezione ed aiuto, nei confronti di questi soggetti, abbiano subito un miglioramento o una regressione. Verrà dato spazio, inoltre, agli strumenti di soft law, ai quali si riconosce un ruolo estremamente importante alla luce del progressivo svuotamento dei poteri statali, quali forme di responsabilizzazione dell’azienda in chiave sostenibile, che hanno il potenziale per generare una catena virtuosa di best practices, indipendentemente dall’orientamento o livello delle politiche statali e che verranno riportate nella parte conclusiva.
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Piccolo, Chiara. "Generazione Neet: questione complessa o etichetta vuota?" Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423140.

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Abstract (sommario):
NEET – Not in Education, Employment or Training – designates young people between 15 and 29 years old not engaged in any work activities, according to ILO standards, or not involved in formal and non-formal education. The concern about “youth emergency” is showed by many documents of the European Community and within the Europe 2020 Strategy. The Italian situation has always showed higher percentages than the European average; in particular, in 2016 the EU-28 average is 14.2%, while in Italy the Neet are more than two million, which is the 24.3% of the reporting population. Previous studies suggested the implications of this issue with the condition of social inclusion/exclusion and many other social constructs, including: identity and agency, transition to adulthood and project skills, participation, trust and social relationships, the role of work and education/training. The general aim is to look into the Neet issue, through a psycho-social reading that can go beyond the typing surveys and can help to frame the issue in its becoming. The theoretical framework is the Social Representations Theory (Moscovici 1961/1976). More precisely, the emphasis is on the suggestions developed by Doise (1992), Marková (2003) and Camargo and Wachelke (2010). From a methodological point of view, the Grounded Theory approach was explored (Glaser e Strauss, 1967; Charmaz, 2006) and the research is composed by three integrated studies, each of which aims to deepen the object of study with different methods and tools (Flick, 2007; 2014). Specifically, the press was analysed by involving five Italian newspapers; a questionnaire was implemented and addressed to different groups of participants, according to their involvement with the Neet situation; the last study was developed through episodic semi-structured interviews with Neet. The results indicate an articulated social representation through the variables considered. In general, the issue consists of many references to work and aspects related to negative emotionality, partly balanced by some elements that refer to the possibility of having time for themselves and the opportunity to get involved. The long life learning concept is more less present.
L'acronimo NEET – Not in Education, Employment or Training – indica i giovani tra i 15 e 29 anni non coinvolti in alcuna attività lavorativa, secondo i criteri ILO, o formativa considerando la formazione formale e non formale. L'allarme sull'emergenza giovanile espresso dall'Europa è rintracciabile nei molti documenti della Comunità europea e all'interno della Strategia Europa 2020. La situazione italiana ha sempre registrato percentuali più elevate rispetto alla media europea; in particolar modo, per il 2016 la media EU-28 è del 14.2%, mentre in Italia i Neet sono più di due milioni, rappresentando il 24.3% della popolazione di riferimento. Studi precedenti hanno riconosciuto le implicazioni di tale questione con la condizione di inclusione/esclusione sociale e molti altri costrutti, tra i quali: identità e agency, transizione all'età adulta e capacità progettuali, partecipazione, fiducia e relazioni sociali, il ruolo del lavoro e quello della formazione. L'obiettivo generale del presente lavoro è approfondire la questione Neet, attraverso una lettura psico-sociale che possa andare oltre le indagini di tipizzazione più spesso condotte e contribuire a inquadrare il fenomeno nel suo divenire. La cornice teorica di riferimento è la Teoria delle Rappresentazioni Sociali (Moscovici 1961/1976). Nello specifico, si pone attenzione agli approfondimenti di Doise (1992), Marková (2003) e Camargo e Wachelke (2010). Sul piano metodologico, la ricerca si ispira all’approccio della Grounded Theory (Glaser e Strauss, 1967; Charmaz, 2006) e si snoda in tre studi integrati ognuno dei quali volto ad approfondire l’oggetto di studio con obiettivi, metodi e strumenti diversi (Flick, 2007; 2014). In particolare, è stata svolta l'analisi della stampa coinvolgendo cinque quotidiani italiani; è stato predisposto e implementato un questionario rivolto a partecipanti differenziati in base al grado di coinvolgimento con l'oggetto indagato; infine, è stato sviluppato un approfondimento attraverso interviste semi-strutturate episodiche con i Neet. I risultati indicano una rappresentazione sociale articolata attraverso le variabili considerate. In linea generale, si può sostenere che la questione indagata si compone di molti richiami al lavoro e ad aspetti legati all'emotività negativa bilanciati, in parte, da alcuni elementi relativi alla possibilità di avere tempo per sé e all'opportunità di mettersi in gioco. Risultano molto meno presenti i riferimenti all'education intesa come formazione continua.
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Errani, Francesco <1973&gt. "La Città Inclusiva. Educazione, democrazia e giustizia sociale: la ricerca di una prospettiva e di strategie che promuovano umanizzazione e inclusione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7032/1/Francesco_Errani_tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane. Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari. E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane. Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.
This research came from the issue of how to identify suitable strategies for the affirmation of a development culture sustainable for the environment and respectful of a person's dignity, strategies that are in contrast with neoliberal logic and instead are able to value differences and take charge of the problems people face during their lives. The central theme is work, an aspect that is decisive for the conditions of social belonging and the value of human resources. This research takes into account the studies about the reality we are immersed in, a reality characterized by the liberal thought dominant at a global scale in recent decades leading to a conception of social relationships based on an exasperated competitiveness and exclusion of anyone not in line with the laws of the market: the dramatic consequences of the liberal swindle; reducing people to consumers; the escape from the community and refuge in separate identities; the era of risk, fear and separation between ethics and business. In contrast, this research also takes into account studies from a research prospective that introduce an inclusive and humanizing development: the prospects of decline; social business; a Christian path towards a just economy; the promotion of the capacity of human resources. This research then examines the connections with the ongoing experiences in the territory of Bologna that promote opportunities for a community welfare through a collaboration between institutions, intermediary organizations and citizens: the introduction of social clauses in public contracts for the professional fulfilment of the disadvantaged; the promotion of corporate social responsibility for social-labour inclusion; the resource value of people living through a prison experience. Although these are limited experiences, they can constitute a cultural and operative reference point for a possible developmental model that can suit everyone and remain compatible with humanizing and environmental limits.
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Errani, Francesco <1973&gt. "La Città Inclusiva. Educazione, democrazia e giustizia sociale: la ricerca di una prospettiva e di strategie che promuovano umanizzazione e inclusione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7032/.

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Abstract (sommario):
L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane. Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari. E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane. Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.
This research came from the issue of how to identify suitable strategies for the affirmation of a development culture sustainable for the environment and respectful of a person's dignity, strategies that are in contrast with neoliberal logic and instead are able to value differences and take charge of the problems people face during their lives. The central theme is work, an aspect that is decisive for the conditions of social belonging and the value of human resources. This research takes into account the studies about the reality we are immersed in, a reality characterized by the liberal thought dominant at a global scale in recent decades leading to a conception of social relationships based on an exasperated competitiveness and exclusion of anyone not in line with the laws of the market: the dramatic consequences of the liberal swindle; reducing people to consumers; the escape from the community and refuge in separate identities; the era of risk, fear and separation between ethics and business. In contrast, this research also takes into account studies from a research prospective that introduce an inclusive and humanizing development: the prospects of decline; social business; a Christian path towards a just economy; the promotion of the capacity of human resources. This research then examines the connections with the ongoing experiences in the territory of Bologna that promote opportunities for a community welfare through a collaboration between institutions, intermediary organizations and citizens: the introduction of social clauses in public contracts for the professional fulfilment of the disadvantaged; the promotion of corporate social responsibility for social-labour inclusion; the resource value of people living through a prison experience. Although these are limited experiences, they can constitute a cultural and operative reference point for a possible developmental model that can suit everyone and remain compatible with humanizing and environmental limits.
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Tolio, Eleonora <1995&gt. "L’ASSISTENTE SOCIALE CASE MANAGER NELLA DEFINIZIONE DEI PATTI DI INCLUSIONE SOCIALE PER I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA: L'ESEMPIO DEL COMUNE CAPOFILA DI AMBITO DI BASSANO DEL GRAPPA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19716.

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Abstract (sommario):
Nel presente lavoro di tesi mi sono occupata del Reddito di Cittadinanza, la nuova misura di contrasto alla povertà introdotta con il decreto legge 28 gennaio 2019, n.4 e convertito con modificazioni dalla Legge n. 26 del 28 marzo 2019. Questa misura ha portato ad una implementazione dei sistemi di Welfare, in particolare all’interno dei Comuni quali Servizi Sociali per la definizione dei Patti di Inclusione Sociale e, i Centri per l’Impiego, per la definizione dei Patti per il Lavoro. La tesi analizzerà il sistema normativo attualmente vigente, focalizzandosi in particolare sulle modalità di lavoro attuate dai Servizi Sociali per la definizione dei Patti con il nucleo beneficiario RDC. L’elaborato inizierà analizzando il contesto europeo, ovvero le misure di reddito minimo attuate nei diversi paesi, con una premessa al concetto di povertà. Successivamente si passerà al contesto nazionale dove verrà spiegato nel dettaglio come il Reddito di Cittadinanza è stato implementato nelle diverse Regioni e quali sono le statistiche attuali e gli andamenti territoriali, ponendo particolare attenzione a quello Regione Veneto. Verrà poi preso in esame l’Ambito territoriale di Bassano del Grappa, come è stato strutturato il sistema dei servizi che opera per il Reddito di Cittadinanza. La ricerca si baserà sull’analisi del territorio di Bassano e i comuni facenti parte dell’Aulss 7 Pedemontana, analizzando: la tipologia dei beneficiari, il numero di domande presentate e i progetti fino ad ora definiti, mettendo in luce punti di forza e criticità attraverso un questionario che verrà somministrato agli assistenti sociali Case manager che lavorano a contatto con l'utenza.
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Di, Tullio Rosa Bianca <1981&gt. "(Ri)generando la precarietà nello Stato sociale dell'Austerità: uno studio di caso sulle politiche di "inclusione attiva" nel comune di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7372.

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Abstract (sommario):
La ricerca intende dimostrare come il paradigma della pro-attività – nell'ambito delle politiche socio-assistenziali di contrasto alla povertà del regime neoliberista – sia funzionale alla produzione di una riserva permanente di manodopera precaria ed a buon mercato. Nella prima parte – avvalendosi del concetto marxiano di esercito industriale di riserva e dell'analisi, in chiave di lettura marxista, dei processi di impoverimento globale –, ci si prefigge di analizzare i fondamenti teorici ed i discorsi ideologici che sono alla base delle nuove configurazioni dello Stato sociale nell'era dell'accumulazione flessibile, dedicando speciale attenzione alle politiche europee per l'inclusione attiva. Si intende evidenziare come il modello del "welfare to work", di pari passo con l'espansione delle politiche di austerità, sia oggi l'approccio dominante nelle politiche socio-assistenziali in Europa. La seconda parte della ricerca – a partire dalla ricostruzione ed analisi del sistema di condizionalità, vincoli e politiche pro-attive, destinato all'utenza adulta in carico ai servizi sociali del Comune di Venezia – intende discutere in quale misura la combinazione tra “lotta all'assistenzialismo”, "welfare to work" e politiche di austerità possano favorire l'acutizzazione delle disuguaglianze, la precarietà e l'emarginazione sociale.
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Menin, Michela <1991&gt. "UNA NUOVA UMANITA’ A PARTIRE DALL’AGRICOLTURA Il capability approach e l’agricoltura sociale come pratica innovativa di inclusione lavorativa delle persone con disabilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11471.

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Abstract (sommario):
La società, governata dalle logiche economiche dell’utilità, tende a considerare “normale” l’uomo all’apice della sua autonomia e produttività, escludendo chi si trova in una condizione di dipendenza momentanea o permanente. La legislazione italiana prevede l’attuazione di politiche di inserimento lavorativo di soggetti con disabilità e di agevolazione per le aziende (lg n. 68/99), che tuttavia non provvede di fatto a garantire una piena occupazione di tale categoria, oltre a mancare gli effettivi controlli dell’adempimento di tale disposizione. Attraverso questo lavoro di tesi, si vuole proporre un cambio di approccio che sposti l’attenzione dal concetto economico di utilità a quello di capacità, definito dall’economista indiano Amartya Sen. Il rivoluzionario approccio di Sen, pone al centro la persona umana e il suo benessere in termini sociali e di realizzazione personale, conferendo dignità alle persone con vulnerabilità e rinnovando il concetto di lavoro non più inteso come mera produzione, ma come strumento di inclusione e integrazione sociale. La domanda a cui si cerca di trovare risposta, attraverso la modalità della ricerca qualitativa, è se le attività di agricoltura sociale, possano rappresentare una alternativa vincente ed efficace alla questione dell’inserimento lavorativo delle persone adulte con disabilità. Attraverso la somministrazione di un questionario, ci si è soffermati sulla conoscenza di sei realtà presenti nel territorio veneto al fine di delineare le caratteristiche principali, i punti deboli e i punti a favore dell’agricoltura sociale come nuova pratica per offrire un servizio valido al territorio nella questione dell’inserimento lavorativo delle persone con difficoltà e svantaggio sociale.
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RUSSO, TULLIA. "Omotransfobia: Determinanti, impatto e politiche". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1245183.

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Abstract (sommario):
Numerosi studi dimostrano il grave impatto che la discriminazione omotranfobica ha sulle persone LGBT+, nell’educazione terziaria, nello sport e negli ambienti lavorativi (D’Augelli, Pilkington, Hershberger, 2002; Almeida et al., 2009; Di Giacomo et al., 2018; Taylor et al., 2013). Questa tesi è composta da tre saggi che trattano la discriminazione delle minoranze sessuali e le politiche in inclusione in tre diversi ambienti. Il Capitolo 1 introduce i tre saggi e descrive i principali risultati. Il primo saggio analizza un ambiente sportivo non-agonistico e popolare. Il suo scopo è duplice: esso analizza le determinanti della percezione della discriminazione omotransfobica e esplora, nell'analisi dei fattori dell’omotransfobia, la rilevanza della Contact Theory di Allport. Dalla nostra analisi empirica rileviamo che, tra le determinanti della percezione della discriminazione omo-transfobica, vi sono gli orientamenti sessuali bisex e omosex e un elevato livello di educazione. Inoltre troviamo evidenza del fatto che, tra i fattori connessi agli atteggiamenti omotransfobici, vi sono l’eterosessualità e il sesso biologico maschile. In riferimento alla Contact Theory, i nostri risultati mostrano che il contatto con le persone LGBT+ riduce la probabilità di essere discriminanti e che essere coinvolti in progetti che sottendono alle "condizioni di Allport" riduca la probabilità di avere comportamenti omotranfobici. Il secondo paper esplora l’omotransfobia e le politiche di inclusione rivolte alla popolazione LGBT+ nell’educazione terziaria. Questo studio fornisce il primo indice europeo di inclusione universitaria LGBT+, creato attraverso la logica fuzzy (Zadeh, 1965, 1988). Questo lavoro ha un duplice intento: da un lato quello di consentire alle università di auto-valutare il loro grado di inclusione LGBT+ attraverso le diverse dimensioni di cui si compone l’indice; dall’altro quello di applicare l'indice alle 58 università pubbliche italiane, che hanno tutte preso parte alla survey permettendoci di misurare il loro livello di inclusione. Grazie al supporto di sei associazione studentesche LGBT+ (o alleate), di quattro esperti e della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università, abbiamo potuto valutare l’efficacia di diverse pratiche di inclusione tenendone conto nella definizione del ranking. Il terzo saggio esamina la discriminazione per orientamento sessuale (o per altre caratteristiche) negli ambienti lavorativi, analizzando il database European Working Conditions Survey (EWCS) del 2015. Abbiamo esaminato la relazione tra i predittori della discriminazione, lo stress, la soddisfazione lavorativa e alcune variabili di moderazione come la posizione socio economica e l’età, mostrando che i dipendenti discriminati a livello intersezionale (per più di una caratteristica) riportano una minore soddisfazione lavorativa e maggiore livello di stress rispetto alla controparte. Abbiamo, infine, realizzato un modello di mediazione per rilevare ed esporre il meccanismo alla base della relazione tra un modello organizzativo inclusivo (la nostra variabile indipendente) e la soddisfazione lavorativa dei dipendenti o il loro livello di stress (le variabili dipendenti), attraverso l’inclusione della variabile di percezione della discriminazione per orientamento sessuale o per altre caratteristiche (variabile di mediazione). L’intento è quello di chiarire la natura della relazione tra le variabili dipendenti e le variabili indipendenti. Ognuno dei tre saggi esplora, inoltre, le migliori pratiche di inclusione rilevate nei tre ambienti analizzati e suggerisce interventi e politiche di inclusione volte a migliorare il livello di inclusione degli ambienti sportivi, educativi e lavorativi.
Several studies demonstrate the serious impact of homotransphobic discrimination on LGBT+ people, in tertiary education, in sports and in workplace (D’Augelli, Pilkington, Hershberger, 2002; Almeida et al., 2009; Di Giacomo et al., 2018; Taylor et al., 2013). This thesis consists of three essays on topics in sexual minorities discrimination and inclusion policies, in three different environments. Chapter 1 introduce the three essays and describes their main results. The first essay analyses a non-agonistic popular sports environment. It’s aim is twofold: firstly, it analyses the determinants of homotransphobic perceived discrimination; secondly, it explores, within the analysis of homotransphobia factors, the relevance of Allport's Contact Theory. From the empirical analysis we found that, among the determinants of homotransphobic perceived discrimination, there are individuals’ homosexual and bisexual orientation and a high level of education. Moreover, this study’s results reveal that among the factors related to homotransphobic behaviours and attitudes there are heterosexual orientation and male biological sex. Related to Contact Theory, our outcomes show that contacts with LGBT people typically reduce the probability of being homotransphobic and that being involved in projects aimed to put in contact LGBT with non-LGBT people reduces prejudice and discriminant attitudes. The second essay explores homotransphobia and policies inclusion in tertiary education. This study provides the first european index of LGBT+ inclusion for Universities, created using fuzzy logic techniques (Zadeh, 1965, 1988), that has a twofold aim: allow tertiary education institutions to assess their degree of gender inclusiveness with a shortcut assessment of the dimensions in LGBT+ inclusion that needs to be improved for reaching the aim of LGBT+ inclusion in tertiary education; Implement the proposed system to Italian universities that have promptly taken part to the survey thus making us in the condition to be able to show their achievements. With the support of six LGBT+ or ally students’ union, of four experts and of the National Conference of Equality Organs, we were able to evaluate the efficacy of the different practices in place and taking into account other. The third essay examines sexual orientation (and others) discrimination in workplaces, analysing European Working Condition Survey Data collected in 2015. We examine the relationship between discrimination’s predictors, stress, job satisfaction and moderating variables such as socio-economic position and age, showing that employees intersectionally discriminated are found to have more stress and less job satisfaction compared to their counterpart. Finally we realize a Mediation Model to detect and expound the mechanism underlies the relationship between an inclusive organizational model (the indipendent variable) and the employees' job satisfaction or their level of stress (the dependent variables), via the inclusion of sexual orientation (and others) discrimination variable (mediating variable) with the aim of clarifing the nature of the relationship between the independent and dependent variables. Each essay also explores LGBT+ inclusion best practices and suggests policy implications aimed to improve the inclusiveness of sports environments, workplaces and universities.
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Vicenzotto, Patrizia <1982&gt. "Jane Addams e il Social Settlement di Hull House negli Stati Uniti a cavallo tra il XIX e il XX secolo: logiche di inclusione e cooperazione sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2950.

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Abstract (sommario):
Vorrei contribuire a diffondere la conoscenza dell'intervento di Jane Addams, così poco conosciuta in Italia, e dimostrare come le sue prerogative al progresso sociale siano valide. Considero la sua filosofia di vita estremamente attuale soprattutto riguardo alla necessaria valorizzazione e connessione sociale, come risposta ai disagi della comunità, nonché come base di uno spirito democratico. In particolare attraverso il museo del lavoro la Addams creò le condizioni affinché l’identità culturale si rinvigorisse e rappresentasse una risorsa, (lei parla infatti di una sorta di <>). Inoltre, fu uno strumento per far comprendere ed apprezzare, soprattutto ai giovani, la connessione sociale del loro lavoro. La realizzazione in campo lavorativo e sociale dei giovani era, come oggi in Italia un tasto dolente. I giovani, a seconda di come vengono considerati, (come risorsa o come problema), vivono situazioni più o meno instabili a seconda della realtà socio – politica del paese di appartenenza. La Addams considerava i giovani come una fonte di energia che, attraverso le attività artistiche e del museo ne canalizzava la vitalità in opere che essi stessi comprendevano come utili e positive per sé stessi e per gli altri.Vorrei dunque soffermarmi sul valore del concetto di “connessione sociale” e sulla proposta di un Welfare promozionale attivo come risposta moderna alle esigenze di una società estremamente diversificata e in continuo mutamento. In particolare ho trovato interessante il concetto di <> della Coleman in cui, come affermava la Addams, in linea di massima non ci sono soggetti inadeguati ma sono le condizioni, le situazioni in cui un soggetto si trova che conducono il soggetto stesso a finire nella condizione di indigenza. È necessario un adeguamento delle politiche sociali verso un Welfare che si interessi di promuovere le capacità delle persone valorizzandone le diversità procedendo a rimuovere le categorizzazioni standardizzate. Il mio scopo sarà dunque quello di analizzare il suo intervento in ambito delle politiche del lavoro e confrontarle, trovando le connessioni, con quelle dei giorni nostri.
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CORVINO, CHIARA. "COMPRENDERE LE CONDIZIONI PER PROMUOVERE INCLUSIONE SOCIALE ATTRAVERSO LO SPORT: APPRENDIMENTI DALLA VALUTAZIONE DIALOGICA DI UN PROGRAMMA SPORTIVO IN ITALIA PER GIOVANI SOCIALMENTE VULNERABILI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/92059.

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Abstract (sommario):
In determinate circostanze, i giovani vulnerabili possono sperimentare inclusione sociale attraverso lo sport. Dal momento che la comprensione di tali circostanze rimane poco studiata, la tesi fornisce approfondimenti su questo argomento mostrando i risultati della valutazione dialogica di un programma sportivo italiano. I risultati mostrano che: I. Promuovere l'accesso allo sport attraverso tasse sportive agevolate, servizi burocratici e trasporti inclusivi sono presupposti fondamentali per introdurre i giovani allo sport; II. Introdurre professionisti che facciano da ponte tra le società sportive locali e le diverse agenzie che si occupano di giovani vulnerabili è una condizione fondamentale che fornisce maggiori risorse sociali ai giovani, soprattutto in caso di grave vulnerabilità sociale. III. Coinvolgere i club sportivi in una formazione mirata a migliorare la loro capacità di essere inclusivi è una condizione significativa da considerare poiché "competizione" e "inclusione" sono percepiti come valori opposti difficilmente integrabili nel lavoro degli allenatori sportivi. IV. L'esperienza di inclusione attraverso lo sport è collegata all'autoefficacia sportiva e all'interesse dei giovani verso certi sport. Il lavoro discute il ruolo dei processi dialogici nella traduzione della conoscenza scientifica alla pratica e viceversa. I risultati forniscono suggerimenti orientati alla pianificazione e la gestione dei programmi sportivi.
Under certain circumstances, vulnerable youngsters might experience social inclusion through sport. Since the understanding of such circumstances remains under-researched, the dissertation provides insights into this topic by showing the dialogic evaluation outcomes of an Italian sport-based programme. The results shows that: I. Promoting access to sport through subsidised sports fees, inclusive bureaucracy services and transport are fundamental preconditions to introducing youth to the sports; II. Introducing professionals who bridge the gap between local sports clubs and diverse agencies dealing with vulnerable youth is a fundamental condition that provides increased social resources to youngsters, especially in case of severe social vulnerability. III. Involving sports clubs in training aimed at enhancing their capacity to be inclusive is a meaningful condition to consider since “competition” and “inclusion” are perceived as opposite values that can hardly be integrated into sports coaches work. IV. The experience of inclusion through sport is connected to sport self-efficacy and the interest of youth toward certain sports. The work discusses the role of dialogic processes in the translation of scientific knowledge to practice and vice versa. Results provide action-oriented evidence for sport for development planning and management.
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CORVINO, CHIARA. "COMPRENDERE LE CONDIZIONI PER PROMUOVERE INCLUSIONE SOCIALE ATTRAVERSO LO SPORT: APPRENDIMENTI DALLA VALUTAZIONE DIALOGICA DI UN PROGRAMMA SPORTIVO IN ITALIA PER GIOVANI SOCIALMENTE VULNERABILI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/92059.

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Abstract (sommario):
In determinate circostanze, i giovani vulnerabili possono sperimentare inclusione sociale attraverso lo sport. Dal momento che la comprensione di tali circostanze rimane poco studiata, la tesi fornisce approfondimenti su questo argomento mostrando i risultati della valutazione dialogica di un programma sportivo italiano. I risultati mostrano che: I. Promuovere l'accesso allo sport attraverso tasse sportive agevolate, servizi burocratici e trasporti inclusivi sono presupposti fondamentali per introdurre i giovani allo sport; II. Introdurre professionisti che facciano da ponte tra le società sportive locali e le diverse agenzie che si occupano di giovani vulnerabili è una condizione fondamentale che fornisce maggiori risorse sociali ai giovani, soprattutto in caso di grave vulnerabilità sociale. III. Coinvolgere i club sportivi in una formazione mirata a migliorare la loro capacità di essere inclusivi è una condizione significativa da considerare poiché "competizione" e "inclusione" sono percepiti come valori opposti difficilmente integrabili nel lavoro degli allenatori sportivi. IV. L'esperienza di inclusione attraverso lo sport è collegata all'autoefficacia sportiva e all'interesse dei giovani verso certi sport. Il lavoro discute il ruolo dei processi dialogici nella traduzione della conoscenza scientifica alla pratica e viceversa. I risultati forniscono suggerimenti orientati alla pianificazione e la gestione dei programmi sportivi.
Under certain circumstances, vulnerable youngsters might experience social inclusion through sport. Since the understanding of such circumstances remains under-researched, the dissertation provides insights into this topic by showing the dialogic evaluation outcomes of an Italian sport-based programme. The results shows that: I. Promoting access to sport through subsidised sports fees, inclusive bureaucracy services and transport are fundamental preconditions to introducing youth to the sports; II. Introducing professionals who bridge the gap between local sports clubs and diverse agencies dealing with vulnerable youth is a fundamental condition that provides increased social resources to youngsters, especially in case of severe social vulnerability. III. Involving sports clubs in training aimed at enhancing their capacity to be inclusive is a meaningful condition to consider since “competition” and “inclusion” are perceived as opposite values that can hardly be integrated into sports coaches work. IV. The experience of inclusion through sport is connected to sport self-efficacy and the interest of youth toward certain sports. The work discusses the role of dialogic processes in the translation of scientific knowledge to practice and vice versa. Results provide action-oriented evidence for sport for development planning and management.
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Zanetti, Veronica <1991&gt. "RIGENERARE IL WELFARE INSIEME AI BENEFICIARI IN SITUAZIONE DI GRAVE MARGINALITÀ Il caso HOPE (Homeless-Peer) nei servizi di Inclusione Sociale di Trento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12045.

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Abstract (sommario):
L’elaborato finale è frutto di un’esperienza personale di tirocinio presso l’Area Inclusione sociale di Trento, insieme ad un gruppo di persone senza dimora. Il progetto interessato è chiamato Hope, ovvero Homeless Peer e si basa sulla partecipazione degli utenti alla gestione e organizzazione di alcune attività inerenti il medesimo servizio. In particolare, si tratta di un gruppo di persone che hanno o hanno avuto situazioni di vita come senza dimora e che attualmente gestiscono due case di accoglienza notturna, seppur con numeri ridotti (15 persone per casa) e altre attività di accompagnamento e mediazione con homeless. Si parte da un’analisi dei concetti di Innovazione sociale e Welfare Generativo, come basi teoriche su cui sviluppare nuove forme di fare welfare. Successivamente si presenta il fenomeno delle persone senza dimora in Italia e, nello specifico, nella provincia di Trento, analizzando anche i diversi servizi proposti per e con le persone in situazione di marginalità. Ci si concentra, poi, su un capitolo inerente la ricerca effettuata, raccontando le fasi, la gestione, e la vita quotidiana del progetto Hope attraverso il ricorso delle interviste realizzate sul campo. Lo scopo di tale elaborato vorrebbe essere quello di testimoniare come tale progetto possa essere un esempio di un nuovo modo di fare welfare che superi le dinamiche assistenzialistiche per un approccio che coinvolga gli utenti in prima persona, come portatori di conoscenze derivanti dall’esperienza.
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Grossi, Sergio. "Un'altra educazione è possibile nelle prigioni? Il caso dell'Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati (APAC). Uma outra educação é possível nas prisões ? O caso da Associação de Proteção e Assistência aos Condenados (APAC)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2020. http://hdl.handle.net/11577/3425787.

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Abstract (sommario):
Questa ricerca analizza la concezione pedagogica del modello di politica di restrizione e privazione della libertà attuato dall'Associazione per la Protezione e l'Assistenza delle Persone Condannate (APAC), che si definisce educativo e ha lo scopo di verificare se si tratti di un modello nuovo o di una sofisticazione di quello tradizionale. Per studiare questo modello, che dichiara di aver ridotto la reincidenza di più di 40.000 persone a meno del 20%, è stata condotta una ricerca bibliografica volta ad approfondire la conoscenza del modello tradizionale di prigione, prestando particolare attenzione alla situazione carceraria brasiliana. In un secondo momento, si è studiato il modello attraverso i testi che lo descrivono ed effettuando una revisione della letteratura delle ricerche in Brasile ed in Italia. Infine, è stata condotta un’osservazione partecipante con metodo etnografico, utilizzando sia un diario di campo, sia interviste aperte e semi-strutturate, condotte in due delle unità modello, con lo scopo di analizzare le pratiche. Come ultimo passaggio, è stato dunque possibile confrontare le pratiche con i discorsi sul modello e, infine, comparare quest’ultimo al modello di prigione tradizionale. Pertanto, sono state evidenziate le potenzialità di uno spazio differente rispetto alla prigione, ovvero un ambiente che supporti i progetti educativi delle persone private di libertà, le fragilità dovute al sotto finanziamento ed i limiti strutturali del modello dovuti principalmente agli scarsi finanziamenti. In questo modo si è osservato che un’altra educazione è possibile nelle prigioni, ma esiste il rischio che possa avere un’efficacia limitata nel favorire il rientro in società, date le limitazioni strutturali dovute alle scarse opportunità di lavoro offerte alle persone che ritornano alla libertà.
This research analyses the pedagogical conception of the policy model of restriction and deprivation of liberty implemented by the Association for the Protection and Assistance of Sentenced Persons (APAC), which calls itself educational, and whose purpose is to verify if it is a new model or a sophistication of the traditional one. In order to study this model, which intends to have reduced the recidivism from more than 40 thousand people to less than 20%, a bibliographical research has been conducted to deepen the knowledge of the traditional model of prison, focusing then on the specific situation in Brazil. Subsequently, the APAC model has been studied through the inspection of the texts describing it and the review of the research literature in Brazil and Italy. Finally, a participatory observation has been carried out thanks to an ethnographic method in two of the units of the model, using the field diary and the open and semi-structured interviews, conducted to analyse the practices. We have drawn a comparison between the practices and the discourses about the model and, finally, we have compared it with the traditional prison model. The potentialities of that space, which is other than prison and which supports the educational projects of people deprived of liberty, were analysed and highlighted, as well as the weaknesses resulting from underfunding. In this way, it was observed that another education is possible for the prisons, but also that there is still the risk that it will have limited effectiveness in facilitating the return to society, given the structural limitations due to the insufficient work opportunities offered to people who return to freedom.
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COTZA, VALERIA. "Il paradosso dell'inclusione. Uno studio di caso nel campo delle scuole popolari e della seconda opportunità". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404415.

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Abstract (sommario):
La ricerca si inserisce nel framework teorico della Social Justice Education di declinazione più critica e radicale e si apre con un’analisi della letteratura sul fenomeno della dispersione scolastica e su quello delle scuole popolari e della seconda opportunità, considerate in virtù delle loro caratteristiche un baluardo nella lotta contro il disagio giovanile, l’emarginazione sociale e il rischio educativo. La parte empirica è dedicata a una ricerca di natura qualitativa imperniata su un intervento di contrasto alla dispersione scolastica nel campo delle scuole popolari e della seconda opportunità: nell’a.s. 2020/2021 è stato infatti portato avanti uno studio di caso avente per oggetto la Scuola Popolare “Antonia Vita” di Monza, una scuola che offre ai giovani d’età compresa tra i 13 e i 16 anni in condizione di svantaggio o rischio educativo un percorso educativo e didattico alternativo rispetto a quello del sistema-scuola tradizionale. Il principale obiettivo dello studio è quello di penetrare il modello pedagogico della Scuola Popolare, avviando una prima riflessione sul concetto stesso di “dispersione” e inoltre sul modello pedagogico del sistema d’istruzione nel suo complesso. A tal fine, lo studio di caso ha previsto due fasi distinte ma complementari: una prima fase prettamente conoscitiva, volta a esplorare le rappresentazioni e le percezioni di una pluralità di soggetti e stakeholder intorno ad alcune dimensioni della scuola e del lavoro educativo e didattico, facendo ricorso alla metodologia di ricerca e analisi della Grounded Theory costruttivista; e una seconda fase di Ricerca-Azione, volta a indagare le strategie di mediazione didattica che si attivano tra adulto esperto e studenti e nell’interazione tra pari. Nel primo caso sono state condotte 20 osservazioni partecipanti e 40 interviste non direttive e semi-strutturate; nel secondo caso è stato realizzato un Laboratorio di Robotica Educativa con gli studenti, che ha utilizzato come mediatore didattico Coderbot. I risultati arrivano innanzitutto a delineare il modello della Scuola Popolare, caratterizzato da un forte presidio educativo, da maggiore flessibilità, dinamicità e sostegno rispetto alla scuola tradizionale, dall’individualizzazione dei percorsi di apprendimento degli studenti e dal basso rapporto numerico che sussiste tra educatore/insegnante e alunni, che permette di seguire da vicino il singolo studente senza “lasciarlo perdere”. La Scuola presenta quindi molteplici diversità strutturali rispetto al sistema scolastico tradizionale, prima fra tutte la centralità accordata alla figura dell’educatore, che svolge un ruolo portante su più livelli. I risultati invitano allora a una riflessione sulle fragilità del sistema pubblico d’istruzione, da cui emergono specialmente alcuni bisogni formativi, in particolare per quanto riguarda la sfera socio-educativa. Inoltre, vengono discusse le strategie di mediazione didattica messe in pratica durante la fase di peer tutoring del Laboratorio e viene avanzata un’ipotesi circa l’efficacia di questa metodologia in contesti di forte deprivazione socio-linguistica. In linea con quanto esposto nella parte teorica e nelle domande di ricerca, i risultati delineano una prima decostruzione e ri-semantizzazione del concetto di “dispersione” alla luce di quello di “funzionamento”, proprio del modello bio-psico-sociale. La Scuola si configura inoltre quale esempio paradossale di inclusione: emerge infatti l’idea che per perseguire l’obiettivo di una maggiore equità e giustizia in ambito scolastico ci sia talvolta bisogno di prospettare percorsi alternativi e altamente individualizzati, che contrastino con un percorso canonico al quale sono legati vissuti di esclusione e difficoltà.
The research is part of the most critical and radical interpretation of the theoretical framework of Social Justice Education and starts with an analysis of the literature on the phenomenon of school drop-out and on that of the popular and second-chance schools, considered by virtue of their characteristics a bulwark in the fight against youth discomfort, social marginalisation and educational risk. The empirical part is dedicated to qualitative research centred on an intervention to combat school drop-out in the field of popular and second-chance schools: a case study was carried out in the school year 2020/2021 on the “Antonia Vita” Popular School in Monza, a school that offers young people aged between 13 and 16 in conditions of disadvantage or educational risk an alternative educational and didactic pathway to that of the traditional school system. The main objective of the study is to analyse the pedagogical model of the Popular School, initiating a first reflection on the concept of “drop-out” and also on the pedagogical model of the education system as a whole. To this end, the case study envisaged two distinct but complementary phases: a first, purely cognitive phase, aimed at exploring the representations and perceptions of a plurality of subjects and stakeholders regarding certain dimensions of the school and of educational and didactic work, resorting to the research and analytical methodology of the constructivist Grounded Theory; and a second phase of Research-Action, aimed at investigating the didactic mediation strategies that are activated between expert adults and students and in peer interaction. In the first case, 20 participant observations and 40 non-directive and semi-structured interviews were conducted; in the second case, an Educational Robotics Laboratory was carried out with the students, using Coderbot as a didactic mediator. First of all, the results show that the Popular School model is characterised by strong educational supervision, greater flexibility, dynamism and support than the traditional school, the individualisation of the students’ learning paths and the low numerical ratio between educator/teacher and pupils. This makes it possible to follow the individual student closely without “letting him or her get lost”. The school thus presents many structural differences with respect to the traditional school system, especially regarding the prominent position of the educator, who plays a supporting role on several levels. The results then invite reflection on the fragilities of the public education system, from which training needs emerge, particularly in the socio-educational sphere. Furthermore, the didactic mediation strategies put into practice during the peer tutoring phase of the Laboratory are discussed and a hypothesis is put forward regarding the effectiveness of this methodology in contexts of strong socio-linguistic deprivation. In line with the theoretical part and the research questions, the results outline an initial deconstruction and re-semantisation of the concept of “drop-out” in the light of that of “functioning”, proper to the bio-psycho-social model. The school is also configured as a paradoxical example of inclusion: in fact, the idea emerges that in order to pursue the objective of greater equity and justice in the school environment, there is sometimes a need to envisage alternative and highly individualised paths, which contrast with a canonical path to which experiences of exclusion and difficulty are linked.
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Vignali, Virginia. "A11Y Learning system for Communication Design: Metodologie di Service Design applicate alla progettazione di una piattaforma partecipativa a sostegno del design della comunicazione accessibile e inclusiva". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21463/.

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Abstract (sommario):
Lo scenario contemporaneo di sviluppo dei sistemi comunicativi, caratterizzato da un continuo scambio tra chi realizza l’informazione e chi ne fruisce, necessita di una maggiore attenzione alla creazione di contenuti che possano essere compresi e accessibili a tutte le categorie di individui; A11Y Learning System for Communication Design si posiziona in questo scenario come risultato dell’applicazione delle metodologie di Service Design alla progettazione di una piattaforma partecipativa a sostegno della comunicazione inclusiva, come sistema di valorizzazione del tema dell’accessibilità delle informazioni. Il servizio si basa su un processo creativo-accessibile composto da una fase di scoperta, una fase progettuale e una fase conclusiva di partecipazione, in modo che si attui la nascita di una community attorno al sistema, assumendo la caratteristica di un progetto di design sociale, inteso come creazione di una rete di condivisione che sia implementata e migliorata dagli stessi individui che ne entrano a far parte. Il progetto è il risultato di un percorso di ricerca composto da tre fasi principali: l'analisi del contesto sociale e storiografico in cui il tema dell'accessibilità si è sviluppato, evidenziando la relazione con le metodologie del design e l'approccio collaborativo, una fase di ricerca sui bisogni dell'utente per individuare gli obiettivi progettuali e lo sviluppo del servizio, descrivendo la sua organizzazione e come avviene l'interazione tra gli stakeholder del sistema attraverso la piattaforma abilitante. A conclusione del processo, è stata svolta un'analisi su possibili scenari di sviluppo futuri di questo servizio, in termini di diffusione e scalabilità.
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Mashegede, Charity. "TOWARDS THE CREATION OF SOCIALLY INCLUSIVE COMMUNITIES : A study focusing on social inclusion of Children With Albinism in Tanzania". Thesis, Linnéuniversitetet, Institutionen för samhällsstudier (SS), 2020. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:lnu:diva-97966.

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Abstract (sommario):
Despite the adoption of Sustainable Development Goals (SDGs) and their targets, people with disabilities continue to experience marginalisation, and they have limited opportunities in society. In Tanzania, Children With Albinism (CWA) do not enjoy full citizenship rights because they are constantly subjected to stigmatisation, discrimination and persecution within their communities. This has forced the government of Tanzania to establish temporary holding shelters to protect these children. While the government appears sensitive to the challenges children with albinism face, the idea of temporary holding shelters blurs the lines of what it means to cultivate social inclusion.  A rights-based conceptual framework for the social inclusion of children helped to identify challenges faced by children with albinism in Tanzania, as well as to advance a new understanding of the voices and knowledge emerging from the Global South. An exploratory research design together with qualitative and abductive approaches were employed, and qualitative content analysis was used in analysing the empirical findings before coding the textual material. Thereafter, an expanded rights based conceptual framework for the social inclusion of children was developed. In the expanded framework, child specific factors namely family, community, social acceptance and social protection were added.
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Le, Chene Véronique. "Inclusion numérique en contexte d’établissements médico-sociaux". Thesis, Rennes 2, 2019. http://www.theses.fr/2019REN20027/document.

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Abstract (sommario):
L’idéal de société inclusive se fonde sur des principes de justice et de cohésion sociale. Il se traduit par une volonté d’inclure les personnes en danger de pauvreté et d’exclusion, de réduire les inégalités sociales et de favoriser la participation à la vie de la société. Confrontées à des inégalités sociales, des politiques spécifiques sont mises en œuvre en faveur des personnes présentant un handicap. Elles se traduisent par un principe d’accessibilité généralisée à l’emploi, l’éducation, le bâti, les transports, les loisirs, la culture, les technologies numériques, etc. Dans notre société où les usages des technologies numériques apparaissent comme le remède à tous les problèmes sociaux (Proulx, 1990), quels bénéfices peuvent tirer les personnes présentant un handicap des usages de ces technologies ? Pour répondre à cette question, je suis allée enquêter des personnes accueillies dans des établissements médico-sociaux en région Bretagne. J’ai accompagné leurs usages des technologies numériques et dans une approche ethno méthodologique (Lapassade, 2000) et écologique de l’activité (Denis, 2009), j’ai analysé ces usages comme un construit social (Jouët, 2000). Dans cette recherche nous verrons en quoi l’appropriation des technologies numériques par les personnes présentant une déficience intellectuelle ou des troubles psychiques transforme les représentations négatives qu’elles ont d’elles-mêmes et fait émerger un pouvoir d’agir avec les technologies numériques qui participent à leur émancipation
The ideal of inclusive society is based on principles of justice and social cohesion. It translates into a desire to include people at risk of poverty and exclusion, to reduce social inequalities and to encourage participation in the life of society. Faced with social inequalities, specific policies are implemented for people with disabilities. They translate into a principle of widespread accessibility to employment, education, built, transport, leisure, culture, digital technologies, etc. In our society where the uses of digital technologies appear to be the cure for all social problems (Proulx, 1990), what benefits can people with disabilities derive from the uses of these technologies? To answer this question, I went to investigate people welcomed in medico-social institutions in Brittany. I accompanied their use of digital technologies and in an ethno-methodological approach (Lapassade, 2000) and ecological of activity (Denis, 2009), I analyzed these uses as a social construct (Jouët, 2000). In this research we will see how the appropriation of digital technologies by people with intellectual disabilities or mental disorders transforms the negative representations they have of themselves and brings out a power to act with digital technologies that participate in their emancipation
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Sjögren, Sandra. "Social tillhörighet och gemenskap– en förutsättning för inkludering? : En fallstudie i en grundskoleklass där en elev som är inskriven i särskolan ingår". Thesis, Umeå universitet, Pedagogiska institutionen, 2015. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:umu:diva-105704.

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Abstract (sommario):
This is a case study about how a class in the first years of elementary school works with the part of inclusion work - that has to do with social belonging and kinship. The study aims to learn about how the selected school works to support social contacts and kinship, and also to identify the obstacles that can stand in the way for interaction between the pupils.The starting point for the study is a class where one of the pupils has disabilities. The class was observed during two days, interviews took place with teachers and parents and document studies were conducted.The result shows that the selected school tends to conduct an integration work that has more to do with physical placement than social kinship and participation. In conclusion, the study shows that there was small possibilities of situations of interplay that contribute to interaction and communication between the pupil with disabilities and other pupils. I hope that my study can contribute to improving other learning environments to become more inclusive.
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Martinson, Lina. "Mutual benefit : Rethinking social inclusion". Doctoral thesis, Stockholm, 2005. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-135.

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Fitzgibbon, James Thomas. "Social inclusion and its promotion". Thesis, University of Warwick, 2005. http://wrap.warwick.ac.uk/2456/.

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Abstract (sommario):
This research study is concerned with the concept of social inclusion, its significance, its origins, its definition and its history. It looks particularly at its development in the United Kingdom since the election of a Labour Government in 1997 and, in that context, the implementation of a Social Inclusion Strategy by a County Council referred to throughout as ‘Someshire’. It offers as an example of reflective inquiry an evaluation of aspects of the implementation of the Strategy led by the Council’s Education Department and some comments on the Council’s own, previous, evaluation of the whole Strategy. Through this study, it engages with a range of stakeholders including schools, County Council Officers and representatives of parents and school governors in an attempt to discover what has gone well and why. It concludes with a set of recommendations for action by a range of parties who, in their different policy contexts, might wish to promote social inclusion. Finally, this study has been written by a senior Local Education Authority Officer. This results in the emergence of two voices within it. In Chapter 1 there can be perceived the voice of the traditional researcher, attempting what Schon describes as the ‘technical rationality’ of traditional research. In Chapters 2, 4 and, to some extent, 5 the voice changes to that of the ‘reflective practitioner’ with its reliance on the ability to intuit, know-in-action, an ability derived from over thirty years working in education, principally as an educational manager.
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Hall, Carmen L. "Beyond Physical Inclusion| Teaching Skills in the Community to Enhance Social Inclusion". Thesis, Saybrook University, 2017. http://pqdtopen.proquest.com/#viewpdf?dispub=10287778.

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Abstract (sommario):

Along with the deinstitutionalization movement, supports for persons with Intellectual Disabilities (ID) have shifted to promotion of person-centered supports inclusive in the community. Although successes have occurred regarding physical inclusion, skill building and social inclusion have not fared as well for those with more significant disabilities. This study evaluated a 5-week intensive, behavioral, specialized training and skill-building program for transition-age youth and emerging adults with more significant intellectual disabilities in a community college setting that utilized Applied Behavior Analysis (ABA) and Positive Behavior Support (PBS) strategies. Eighteen persons with significant IDs participated in the study in a mixed methodology research design. Through voluntary sampling, eight participants received the intervention first, in Group 1, and ten participants received the intervention second, in Group 2, through a quantitative switching replications design. Results were analyzed with a sequential explanatory approach for mixed methodology research. The results demonstrated a statistically significant increase when participants were in the intervention group, as compared to acting as the control group, on the Verbal Behavior Milestones Assessment and Program Plan (VB-MAPP), which measures social and communication skills. A similar pattern was trending towards significance on the Assessment of Functional Living Skills (AFLS). No statistically significant difference occurred on the Adaptive Behavior Assessment System (ABAS-3). Subscales on the San Martin Scale (SMS) for Quality of Life demonstrated statistically significant interaction effects for five of six subscales, when individuals were in the intervention group, but the treatment gains did not maintain after the intervention ended. The multiple-probe across-behaviors design demonstrated that participants were able to gain one to three skills while in the intervention, but, again, little carry-over effect was found on skills in baseline until the skill teaching was implemented. Further analysis demonstrated high satisfaction on the part of caregivers. Qualitative focus groups demonstrated a significant dichotomy between Theme 1, Fitting into a System, which did not meet individual needs, and Theme 3, Learning is Meaningful, which described successes and skill increases from the intervention as seen by caregivers. Results provided evidence that a short-term behavioral intervention can be effective in increasing skills, demonstrating satisfaction, and improving quality of life, combining a focus on behavior with one deriving from the disability rights movement.

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Bulger, Morgan Alexandra. "Toward a Theory of Social Inclusion: The design and practice of social inclusion in mixed-income communities". Case Western Reserve University School of Graduate Studies / OhioLINK, 2018. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=case1531151650737104.

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Anderek, Åsa, e Tania Magnusson. "Inkludering/inclusion". Thesis, Malmö högskola, Fakulteten för lärande och samhälle (LS), 2017. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mau:diva-28933.

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MARTORANA, FRANCESCO. "Multiculturalismo, Interculturalismo e Comunità inclusive". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. https://hdl.handle.net/11567/1099328.

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Abstract (sommario):
La tesi si occupa di esplorare l'approccio multiculturale e quello interculturale in relazione al fenomeno migratorio. La tesi si occupa, inoltre, di esplorare le competenze interculturali che insegnanti, operatori sociali e mediatori dovrebbero possedere per favorire l'inclusione sociale di soggetti appartenenti a gruppi di minoranza.
The thesis deals with exploring the multicultural and intercultural approaches in relation to the migratory phenomenon. The thesis also deals with exploring the intercultural competences that teachers, social workers and intercultural mediators should possess to foster the social inclusion of subjects belonging to minority groups.
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Witcher, Sally A. "Diversity and social inclusion : a theoretical framework". Thesis, University of Edinburgh, 2006. http://hdl.handle.net/1842/25328.

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Abstract (sommario):
This thesis examines the meaning of social inclusion and theorises what would be required to maximize the diversity that can be included into mainstream society while preserving social cohesion. The primary aim is to develop a coherent theoretical framework, identifying where scope to expand the mainstream may be found, as well as logical limitations and probable constraints. The implications for social policy design and delivery are then explored. The focus is on welfare goods and services as they play a pivotal role, either supporting social inclusion, or reinforcing social exclusion by confirming incapacity, unnecessary segregation and failure to promote wider social connections. Inclusion into mainstream society can thus be promoted by inclusion into appropriately designed and delivered mainstream welfare provision. The starting point is to examine theoretical literatures concerned with disadvantage. Key themes from social justice, poverty, discrimination and social exclusion theory are extracted; commonalities and differences identified. Social justice themes of fair distribution and cultural recognition fit well with themes to be found in poverty and discrimination literatures respectively. The framework is built by theorising firstly the macro-level structural and cultural environment, how it is and could be shaped to maximise inclusion. The meso-level processes through which this environment is expressed and through which attachment to it occurs are then considered. The final component of the framework concerns the nature of micro-level social relationships through which those processes are enacted, the transactional needs and identities of micro-level agents. Using the theoretical framework to identify implications for social policy indicates the existence of a new ‘inclusive’ model, distinct from liberal market, traditional public sector and radical models. The key features of the inclusive model are summarised and their implications for the direction of policy strategy illustrated.
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Armstrong, Kenneth A. "Governing social inclusion : Europeanization through policy coordination". Thesis, University of Glasgow, 2010. http://theses.gla.ac.uk/3109/.

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Jane, Sophie Elizabeth. "Inclusion in Organizations: Social Risk and Power". Case Western Reserve University School of Graduate Studies / OhioLINK, 2021. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=case162099856480849.

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Carr, Jenni. "Discourses of widening participation and social inclusion". Thesis, Open University, 2006. http://oro.open.ac.uk/21326/.

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Abstract (sommario):
This thesis explores the relationship between policies and initiatives designed to widen participation in post-compulsory learning and notions of social inclusion. Whilst both widening participation and social inclusion can be viewed as distinct policy areas, the focus for this research are the links between the two, the impact that these links have on the development of specific education policy initiatives and what that means for those implicated in these initiatives. This thesis begins with an examination of the way in which notions of social exclusion, lifelong learning and widening participation are constructed in policy texts and practices. I argue that dominant discourses of social inclusion, which emphasise equality of opportunity brought about through participation in paid employment, lead to an under-valuing in policy terms of learning programmes that seek to promote the wider benefits of learning. I also argue, however, that the potential exists for practitioners and learners to resist and subvert these dominant discourses. Drawing on the work of Bacchi (2002) I highlight how, through theorising the ‘spaces for challenge’, analysts can examine processes of micromanipulation – the unique ways in which marginalised people or groups raise problems or attempt to influence any agenda. Adopting a Foucauldian genealogical approach I explore the ways in which a specific widening participation initiative, that of Adult Learners’ Week (ALW), has been used by practitioners to both engage potential learners and influence Government policy. The range of data drawn on includes archive material relating to the ALW initiative; policy texts and documents; interviews with practitioners and learners involved with ALW and other widening participation initiatives; and, participant and non-participant observations of interactions between practitioners involved in planning for and delivering ALW. In this thesis I use the ALW themes of ‘Community, Culture and Citizenship’, ‘Equality and Diversity’ and ‘Skills for Life’ to explore examples of micromanipulation identified in the analysis of these data. This thesis concludes with reflections on the usefulness of adopting a genealogical approach and a discussion of the lessons that can be learned from the examples of micromanipulations discussed, including the challenges to widening participation that persist.
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Rizzo, Eva Andrea. "Understanding Inclusion-Exclusion in Social Service Organizations". CSUSB ScholarWorks, 2016. https://scholarworks.lib.csusb.edu/etd/352.

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Abstract (sommario):
ABSTRACT The purpose of the present study was to explore the effects inclusion-exclusion on the job-related attitudes of the organizational workforce. These attitudes included job satisfaction, organizational commitment, burnout, and turnover intention. A quantitative survey was conducted using a sample of employees of a social service organization in San Bernardino County. Participants include employees from all levels and program areas of the social service organization. Study data was collected through the use of a self-report questionnaire. Measures were used to explore commitment to the organization, diversity perception, job satisfaction, turnover intention and burnout, the dependent variables. Using SPSS software to analyze data, descriptive statistics, correlation, and Mann-Whitney U analysis were conducted. More than half of the survey participants, as presented in Table 1 (see Appendix D), identified as women (n=35, 85.4%) and five (12.2%) accounted for the participants that identified as men. Results showed that Inclusion was significantly related to all job related attitudes except burnout, gender and race. Results were consistent with the literature in that inclusion is related to positive work-related attitudes, but inconsistent in regards to its relation with gender and race.
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Chirara, Simbarashe C. "Social inclusion : an e-government approach to access social welfare benefits". Thesis, Nottingham Trent University, 2018. http://irep.ntu.ac.uk/id/eprint/35355/.

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Abstract (sommario):
Today, governments worldwide are seizing the benefits of the Internet for better government administration. Governments must provide services to all citizens, but this is most challenging to achieve electronically when some citizens are offline, yet transformational to the government administration when achieved. Therefore, the thesis investigated the factors influencing egovernment adoption in Nottingham where social welfare benefits will be claimed exclusively online via the Universal Credit (UC) system. UC is an example of a government service conforming to the broader UK Digital by Default strategy for government administration, which supports the EU goal of improving social inclusion through digital inclusion. Therefore, the motivation for the thesis is social justice for those digitally excluded citizens who may be socially impacted by the unintended consequences of e-government initiatives. The study used an adapted Unified Theory of Acceptance and Use of Technology 2 (UTAUT2) model to understand the factors influencing citizens' adoption of UC. The research model added Internet experience, awareness, security and trust as external factors influencing adoption, while hedonic motivation was modelled as an internal factor. UTAUT2 was also modified to reflect the broader goal of social inclusion. The study demonstrated that the behavioural intention to adopt e-government depended on whether the digital public service had a fall-back to use traditional channels or not. 61.3% of the benefits claimants were unaware of UC rollout in Nottingham, which indicates a lack of citizen readiness. Overall, the experience of using the Internet, facilitating conditions, behavioural intention and the habit of using digital public services determined usage behaviour. 40.2% of the participants thought digital inclusion improved their social lives, while 30.9% were indifferent. The 40.2% indicates a good starting point for e-government adoption. These findings led to the Modified UTAUT2 (M-UTAUT2) model, which is applicable outside the case study. The thesis also made other theoretical contributions. The findings and the conclusions from the qualitative and quantitative researches conducted as part of the build-up to the thesis were used to derive an e-government adoption process that considers the continued use of e-government, which leads to successful e-government. The model has two processes: awareness (with two stages: awareness and initial use) and habitual (with one stage: continued use). Additionally, the study recommended the global digital technology market as a new e-government actor due to the changing digital inclusion landscape.
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