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Tesi sul tema "Paesaggio Culturale"

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Fregona, Laura <1987&gt. "Il fiume Piave come paesaggio culturale Unesco". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12935.

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Abstract (sommario):
Da tempo il Fiume Sacro alla Patria è oggetto di studio per essere inserito all'interno dei siti Patrimonio Mondiale UNESCO. Cogliendo la proposta del dott. Giuliano Vantaggi, responsabile del Comitato Piave UNESCO proponente la candidatura, si è deciso di dedicare uno studio ad hoc che vada ad integrare ed approfondire la proposta di riconoscimento del fiume come paesaggio culturale. Con il seguente elaborato si analizzano le attività che hanno caratterizzato l’economia del fiume, il suo sviluppo artistico ed il suo contesto storico. Particolare attenzione è riservata al concetto di “paesaggio culturale UNESCO” del quale si riportano alcuni emblematici esempi di siti fluviali patrimonio dell’umanità. A conclusione del lavoro si segnalano i potenziali competitors che possono inficiare la candidatura del fiume Piave.
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Borzani, Patrizia. "Dinamiche spazio-temporali di un paesaggio culturale. Un'analisi cartografica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2263/.

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3

CICALA, Federica. "NUOVI SISTEMI DI GESTIONE E STRATEGIE DI SVILUPPO PER IL PAESAGGIO CULTURALE DELL'AREA MEDITERRANEA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/564180.

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Bocci, Monica. "Le dimensioni della sostenibilità del paesaggio: patrimonio culturale e risorse ambientali". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242396.

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5

DI, FELICE Giuseppe. "Il paesaggio culturale delle vie della transumanza. Conservazione e riuso a fini turistici". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/84817.

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Abstract (sommario):
La tesi ha come oggetto di analisi il paesaggio dei tratturi molisani nella sua dimensione culturale, sia per il significato che queste vie verdi hanno nella memoria storica del territorio sia per il valore ad esse attribuito dalle comunità locali nei processi di territorializzazione. Il paesaggio della transumanza come oggi percepito viene assunto nella ricerca come il risultato delle trasformazioni del territorio e fine per la definizione di nuovi immaginari e nuove territorializzazioni, anche di tipo turistico. La ricerca comprende una parte teorica e una parte applicativa; la prima concentrata sulla definizione di un metodo di analisi geografica delle vie della transumanza e sulla pertinenza degli oggetti di studio: i gradienti climatico-vegetazionali da cui sono originate, le dinamiche socio-spaziali che le hanno tradizionalmente interessate, le forme di mobilità a cui hanno dato luogo; la seconda propone un modello di ricostruzione virtuale con rendering 3d del paesaggio simbolico della transumanza a fini di valorizzazione per un turismo lento delle vecchie vie d’erba. Il contesto territoriale indagato è quello dell’Italia centro-meridionale orientale, influenzato da particolari forme di organizzazione spaziale e di pratiche sociali fondate su precise identità culturali. La ricerca è comunque focalizzata sul territorio del Molise e, più in dettaglio, su un’area dell’Alto Molise particolarmente interessata da progetti di conservazione del paesaggio: quella della riserva MaB (Man and Biosphere) dell’Unesco “Collemeluccio-Montedimezzo”. L’analisi condotta ha riguardato i diversi fattori geografici di questa pratica di grande interesse socio-spaziale, da quelli legati al rilievo e al clima per arrivare a quelli connessi agli assetti territoriali e ai riflessi paesaggistici della gestione della transumanza. A una prima parte teorica e di inquadramento storico-geografico segue una seconda parte di analisi del sistema della transumanza con riferimento al territorio oggetto di studio e una terza parte sulla valorizzazione del paesaggio della transumanza attraverso strumenti di rendering virtuale. Temi di interesse sono risultati l’organizzazione istituzionale del territorio da parte della Dogana della Mena delle pecore di Puglia; le pratiche spaziali della transumanza in termini di flusso-riposo-sosta; le migrazioni stagionali dei locati; l’uso del suolo e conflitto agricoltura-pastorizia per l’attribuzione dei terreni. La ricerca ha cercato di fare emergere una possibile chiave interpretativa del paesaggio culturale della transumanza tale da potere essere alla base di una sua valorizzazione come paesaggio simbolico del Molise. Il paesaggio della transumanza, assunto nella ricerca come il risultato delle trasformazioni del territorio, è dunque diventato fine per la definizione di nuovi immaginari basati sull’incontro fra una domanda potenziale di turismo sempre più attenta al genius loci e una presenza di patrimonio identitario legato alla transumanza dotato di un grande potenziale inespresso. Il modello di ricostruzione del paesaggio della transumanza della fase finale della ricerca è stato pensato anche come strumento di promozione turistica dell’area MaB, che potrebbe arricchire l’offerta di questo territorio facendo conoscere – a partire dalle tracce attuali – quel paesaggio culturale della transumanza che può essere meglio riconosciuto e valorizzato con strumenti di ricostruzione virtuale basati su una approfondita ricerca geo-storica.
The research analyzes cultural landscape aspects of transhumance routes with the aim to highlight the values set down by the local communities in the processes of territorialization and historical memory. The landscape of transhumance, as today perceived, has been assumed in the research as the result of the transformation of the territory, becoming a means in the definition of new imaginaries and new territorialization paths, including those driven by tourism. The research includes two approaches: theoretic and applicative; the first defines a method of geographical study to analyze transhumance routes and pertinent objects: climate and vegetation gradients, socio-spatial dynamics, type of mobility; the second part proposes a 3d virtual reconstruction of the transhumance landscape for slow tourism purposes. The area investigated is located in Central-Southern Italy, in a context influenced by particular forms of spatial organization and social practices based on specific cultural identities. The field research is focused in the area of “Alto Molise”, a territory extremely interested by landscape conservation projects, one of them is the "Collemeluccio-Montedimezzo" UNESCO MaB reserve (Man and Biosphere). The analysis concerned the study of the different geographical factors of the trashumance practice, from relief and climate to territorial infrastructures, and the landscape output of the transhumance network management. After a theoretical part, the second part of the thesis deals with a historical-geographical analysis and focuses on the transhumance system referred to the territory examined, the third part of the thesis is dedicated to the enhancement of the transhumance landscape through virtual rendering tools. The most relevant topics concern: the administrative organization of the territory managed by the Dogana della Mena delle pecore di Puglia; the spatial practices evaluated in terms of flow-rest-stop of the flocks; the seasonal migrations of the “locati”; the land use and the conflicts between agriculture and sheep breeding. The research seeks to bring out a possible interpretative key to the cultural landscape of transhumance that could become a base for its enhancement as a symbolic landscape of Molise. The landscape of transhumance, assumed in the research as the result of the transformation of the territory, then becomes a means for the definition of new imaginaries which are based on the link between potential tourism demand, increasingly interested in the search for genius loci, and the presence of cultural heritage strongly connected to transhumance history. The model of reconstruction of the transhumance landscape, in the last part of the research, has also been thought of as an instrument for promoting tourism in the MaB area, which could enrich the offer of this territory increasing the knowledge of the transhumance cultural landscape, starting from current trails. The use of virtual landscape reconstruction, based on accurate geo-historical research, could improve the recognition of these ancient routes and promote the enhancement of the cultural landscape of transhumance.
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PINNA, ANDREA. "Paesaggio e turismo culturale. Verso scenari di valorizzazione dei sistemi insediativi storici della Sardegna". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261284.

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Abstract (sommario):
It is a common opinion that the greater consequences of tourism are related to the physical environment deterioration, through the developer plans on the coasts, the pollution or the consumption of natural resources. Actually, the phenomenon presents much more complex issues that, also in the field to cultural heritage, affect many disciplinary sectors, such as economics, sociology, psychology, and so on. Thus, the general objective of the research is the study and development of sustainable tourism models that can favour the protection and enhancement of the historic landscape, through the study of the Sardinian case. This case study is representative of all those peripheral areas that see tourism as a potential factor for economic development, but which have difficulty in promotion of effective tourism models. The objects of the research are landscape and tourism. The former, according to its modern concept, is the object that better represent the cultural heritage in a holistic, dynamic and relative perspective. Tourism, because of its nature, is a multidisciplinary phenomenon that needs to be faced according the point of view of different research fields, in order to understand all the dynamics that interact between heritage and tourism. In order to synthetize these complex and multidisciplinary notions, and to integrate the different disciplinary approaches, the research reinterprets the Rieglian analysis of values. Riegl’s values are, as we will see, both a theoretical basis and a fundamental component for the methodology. Three main tasks constitute the methodology. The first one aims to contribute to the construction of knowledge in the field of historic conservation and, at the same time, to build up a set of information which is useful for the next methodological steps. It is based on the concept of land as a palimpsest, thus the goal is to read the landscape through its historic layers, and understand two of the three components of landscape, the holistic and dynamic ones. The second methodology is based on the analysis of values, and it aims to deepen the third component of landscape, related to its individual perception as perceived by different people. On the basis of the latter step results and on the heritage classification, the research can finally intervene on intensity and diversity of historic systems and suggest the corresponding guidelines for the protection and enhancement of cultural heritage: a low diversity index should bring policies toward an enhancement strategy, a medium index to reinforcement measures and, finally, a high index to a maintenance approach. Obviously, measures must be evaluated case by case, but the methods could represent an important support tool for the decision-making process. All this course of the research aims to lead to an antifragile and ‘good’ tourism, that means that touristic models have to favour a diversified cultural offer, to share activities between locals and visitors, to not create a fashionable and global-style destination, to develop territorial rather than touristic policies (thus accessible both to locals and tourists), to integrate strategies with local economic structures and activities. So, the work ends up with the exposition of a few touristic opportunities that could foster these aspects, in order to integrate the results of the methodological approach. In conclusion, the work is a contribution to the field of historic conservation referring to the issue of tourism and its influence for cultural heritage. The aim was to develop ideas, measures, strategies in order not to preserve in a passive or static way landscape and heritage, but to consciously guide the process of transformation due to the impact of the touristic sector, avoiding as much as possible the negative effects and favouring, at the same time, the positive factors.
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Greco, Elena. "Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale : Il dibattito in Italia e in Francia, 1945-2015". Thesis, Rennes 2, 2016. http://www.theses.fr/2016REN20022/document.

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Abstract (sommario):
La recherche vise à retracer les origines de la notion de «paysage urbain» dans le débat sur la protection des villes historiques dans la deuxième partie du XXe siècle. Elle procède à une analyse comparée entre l'Italie et la France, dont le système juridique est caractérisé par la protection publique du patrimoine. L'analyse couvre les axes suivantes: la généalogie du terme, les variation de la notion et ses relations avec les théories relatives à la protection de la ville historique; le développement du système législatif et ses connexions possibles au débat culturel; la relation entre le débat théorique et les pratiques d’urbanisme. Cette dernière question est analysée au moyen de deux cas d’étude, Turin et Lyon. Ces deux enquêtes ont été rendues possibles par des fonds d'archives. La reconstruction du débat théorique et de l’élaboration d’un appareil législatif repose, quant à elle, sur un corpus constitué par les principales revues professionnelles italiennes et françaises.Bien que les débats français et italiens des décennies d’après la Seconde Guerre mondiale aient élaboré un concept de paysage urbain comme patrimoine particulièrement intéressant, ils ne sont pas parvenus à être traduits dans des dispositions législatives substantielles. La protection et la mise en valeur du paysage urbain demeurent des questions ouvertes. La notion de paysage urbain en tant que patrimoine doit encore être théorisée, au moins sur le plan législatif.Cette étude tente de contribuer à cette conceptualisation
This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic citiesduring the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, whose legal systems are characterized by the public protection of cultural heritage.The analysis covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and Frenchnotions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.The preservation and promotion of urban landscape are still open questions, and the concept of urban landscape as part of cultural heritage is still to be theorized, at least on a legislative level.This study attempts to contribute to this conceptualization
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Gilardi, T. "LA COMPLESSITÀ DEL PAESAGGIO DELLE CINQUE TERRE: SEGNI MATERIALI, SIGNIFICATI CULTURALI E INTERPRETAZIONI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/311978.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro studia il paesaggio delle Cinqueterre con un approccio umanistico nel tentativo di comprendere quali esperienze collaborano a modificarne la percezione. Per questo scopo è stata realizzata una ricerca bibliografica relativa alle diverse interpretazioni del paesaggio e si sono messe in evidenza le criticità relative alle sue implicazioni con il concetto di identità. Quindi è stata realizzata una ricerca sul campo che ha visto l'elaborazione di dati raccolti in circa 350 questionari. I risultati della ricerca sono stati principalmente due: uno relativo al peso delle esperienze paesaggistiche maturate nel corso della vita degli intervistati; l'altro relativo al peso delle esperienze paesaggistiche in corso.
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Zilioli, Diana Maria <1982&gt. "Dalle aree protette ai luoghi dimenticati : suolo e paesaggio nell’evoluzione del mosaico paesistico culturale del bellunese". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1203.

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Abstract (sommario):
Oggetto della tesi è lo studio del suolo quale indicatore dei cambiamenti indotti dall'uomo sul paesaggio montano (Belluno, Veneto, Dolomiti). Attraverso il rilevamento sono stati individuate all’interno di diversi sistemi terrazzati, diverse unità di paesaggio. Per ciascuna, sono stati scavati e campionati profili pedologici rappresentativi delle diverse tipologie di uso del suolo individuate (prati falciati, boschi e terreni agricoli). L’indagine delle proprietà e delle caratteristiche ecosistemiche ha permesso di valutare gli effetti dei cambiamenti d’uso del suolo sull’ecosistema e sul paesaggio. All’interno degli ambienti terrazzati sono state identificate diverse fasi di degrado: • degrado assente (prato falciato o coltivato); • degrado moderato (progressivo rimboschimento naturale); • degrado elevato (boscaglia disetanea non gestita). L’indagine delle proprietà pedologiche dinamiche e dei processi innescati dai cambiamenti d’uso del suolo, si è rivelata molto utile per valutare le conseguenze dell’abbandono dei territori montani sul suolo e sull’ambiente.
The thesis deals with the study of soils as a target of human-induced landscape changes in a typical mountainous area, in the Dolomites region (Italy). A general soil survey allowed identification of different landform units in terraced soil systems. Representative soil profiles under different vegetation cover (meadows, forest and agricultural land) were opened and sampled for routine analyses. Selectde soil and environmental factors both chemical and bio-chemical allowed assessment of the consistent effects of land use change on soils and soilscapes. Different evolutionary stages were recorded in the changing terraced landscape: • little degradation under permanent meadow; • moderate degradation under forest; • high degradation under abandoned forest. Dynamic soil properties, and the processes involved, proved greatly useful to understand environmental transformation mechanism and to assess possible consequences of land abandonment on soils and the whole environment.
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Sbrissa, Beatrice <1995&gt. "Il riconoscimento delle colline del Prosecco come sito UNESCO: possibilità e responsabilità di un paesaggio culturale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18669.

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Abstract (sommario):
L'elaborato si propone di analizzare le fonti giuridiche di varia estensione in materia di tutela del paesaggio, la nascita e lo sviluppo della categoria di paesaggio culturale nella normativa internazionale e una presentazione dei luoghi italiani riconosciuti con questo titolo, in particolare paesaggi vitivinicoli il cui ultimo ingresso vede le colline del Prosecco.
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Grossi, Luca, e Giusto Lorenzo Lo. "Progettare sulle rovine; proposta di valorizzazione del paesaggio culturale lungo l'antico percorso romano storico della Salaria Gallica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8689/.

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Abstract (sommario):
Nel dibattito riguardante la valorizzazione delle aree archeologiche il ruolo della museografia quale disciplina capace di conciliare saperi come quello archeologico e quello architettonico,e ancora, tra la cultura conservativa e quella progettuale. All' interno del laboratorio di laurea è stato sviluppato un progetto per il sito archeologico della città romana di Suasa che oltre a tenere conto delle tematiche generali attinenti alle più recenti posizioni della disciplina architettonica e museografica in rapporto all’archeologia, dia delle risposte progettuali calate all’interno di un preciso contesto culturale e territoriale. I nuovi manufatti devono sapersi relazionare ai caratteri del luogo in cui si collocano, aree poste in contesti esterni in una dimensione paesaggistica e culturale complessa e stratificata. Luogo e paesaggio costituiscono quindi i termini generali di un’indagine che assume il valore di una ricerca progressiva finalizzata alla conoscenza decisiva per la progettazione, di realtà fortemente caratterizzate dalla dimensione archeologica paesaggistica.
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Galleri, Camilla. "Architettura rurale e paesaggio un progetto diffuso nella valle del Mugello". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23397/.

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Abstract (sommario):
L’originalità del paesaggio mugellano appare evidente a chiunque vi arrivi: è la precisa armonia della composizione tra natura e umanità. La posizione di confine e la sua configurazione morfologica contribuiscono a dare una maggiore varietà di scorci e di colori, dal verde cupo delle abetine alle fattezze armoniose delle colline. Accanto agli aspetti naturalistici, l’opera dell’uomo pone in bella evidenza il proprio prodotto: i borghi, le case coloniche, i castelli e le ville. Gli edifici sono legati all’ambiente con una sensibilità tale da non alterare l’equilibrio dell’insieme. La casa colonica diventa il centro di una campagna umanizzata che ad essa converge attraverso le linee e le forme; la struttura non appare un elemento aggiunto, bensì il necessario obiettivo di completamento di una natura corretta dal lavoro. Nel secondo dopoguerra si è registrato un massiccio movimento di emigrazione dalle campagne alle città: nel giro di pochi anni i poderi si sono svuotati, le case coloniche hanno cominciato ben presto a deteriorarsi, talora a crollare. Il seguente lavoro di tesi ha come obiettivo la riscoperta di queste terre e vuole mettere in risalto alcuni modelli di architettura minore. Essendo il contesto fortemente legato al paesaggio, la strategia compositiva vuole essere equilibrata e sensibile, al fine di creare un dialogo con la preesistenza e con la natura. Il progetto si sviluppa lungo un cammino, che si riallaccia alla Via degli Dei, e collega alcuni esempi del patrimonio rurale, culturale e naturale del territorio, con l’intento di valorizzarlo. Le soluzioni proposte rappresentano un metodo di approccio applicato a un preciso caso studio, tale morfologia però si può declinare anche in altri contesti.
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RABELLO, LYRA ANA PAULA. "L'identità culturale e lo sviluppo socio economico della regione Serrana nello stato di Espìrito Santo in Brasile. Una strategia per il governo della trasformazione territoriale". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/84.

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Abstract (sommario):
Nell'ultimo decennio il processo di sviluppo insediativo ha avuto un impatto rilevante sul territorio della regione di montagna dello Stato di Espírito Santo. Di conseguenza occorre una pressione sull'economia, sull'ambiente e sull'identità culturale della regione. Il contributo di questa ricerca è il suggerimento di uno strumento per il governo della trasformazione del territorio serrano all'associazione per lo sviluppo sostenibile della regione di montagna dello Espírito Santo; un approccio orientato ad utilizzare meglio le risorse del paesaggio culturale della regione per apportare migliorie alla qualità complessiva del territorio Serrano.
The impact of the new rural space developments on spatial quality in the Espírito Santo State mountain region has been intensified in the past decade. It brings pressure to bear on the economy, the environment and the cultural identity with consequences to the health and safety of the region. This research contribution is the suggestion of an additional action programme to the 'Espírito Santo mountain region sustainable development association' ADEMES. A development-oriented approach addressed to make a better use of the Serrana Region's cultural landscape to improve the quality of its changing rural space.
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RABELLO, LYRA ANA PAULA. "L'identità culturale e lo sviluppo socio economico della regione Serrana nello stato di Espìrito Santo in Brasile. Una strategia per il governo della trasformazione territoriale". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/84.

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Abstract (sommario):
Nell'ultimo decennio il processo di sviluppo insediativo ha avuto un impatto rilevante sul territorio della regione di montagna dello Stato di Espírito Santo. Di conseguenza occorre una pressione sull'economia, sull'ambiente e sull'identità culturale della regione. Il contributo di questa ricerca è il suggerimento di uno strumento per il governo della trasformazione del territorio serrano all'associazione per lo sviluppo sostenibile della regione di montagna dello Espírito Santo; un approccio orientato ad utilizzare meglio le risorse del paesaggio culturale della regione per apportare migliorie alla qualità complessiva del territorio Serrano.
The impact of the new rural space developments on spatial quality in the Espírito Santo State mountain region has been intensified in the past decade. It brings pressure to bear on the economy, the environment and the cultural identity with consequences to the health and safety of the region. This research contribution is the suggestion of an additional action programme to the 'Espírito Santo mountain region sustainable development association' ADEMES. A development-oriented approach addressed to make a better use of the Serrana Region's cultural landscape to improve the quality of its changing rural space.
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LOBIETTI, ANTONELLA. "RICOSTRUZIONE DEL PAESAGGIO VEGETALE NATURALE E CULTURALE NEL NORD ITALIA TRA ETA’ ROMANA E MEDIOEVO SU BASI ARCHEOBOTANICHE". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488144.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro intende ricostruire il paesaggio vegetale antico in area padana nell’Alto Medioevo con uno sguardo al periodo Romano antico fino all’età avanzata del Medioevo attraverso le indagini archeobotaniche. In totale sono stati presi in esame 13 siti archeologici di cui 6 di tipo insediativo, e 7 di tipo naturalistico localizzati nei territori dell’Emilia Romagna, della Lombardia meridionale e del Veneto. Le analisi, l’elaborazione e l’interpretazione dei dati ottenuti dalle indagini archeobotaniche, sono state effettuate presso il Laboratorio di Palinologia – Laboratorio Archeoambientale del C.AA. “G. Nicoli” srl, nella sede operativa di San Giovanni in Persiceto (Bologna). Per la ricostruzione del paesaggio vegetale sono stati presi in considerazione principalmente i dati emersi dalle analisi palinologiche di 102 campioni pollinici e 518 reperti lignei rinvenuti nei siti dei boschi sepolti. I dati emersi dalle indagini archeobotaniche sono stati confrontati con la documentazione di scavo disponibile o le pubblicazioni edite e, per ogni sito, sono state individuate Zone Vegetazionali per una definizione di serie e periodi omogenei dal punto di vista ambientale. I dati presentati vanno ad arricchire e dettagliare il quadro evolutivo fornito fino ad oggi dai precedenti studi e a chiarire maggiormente gli aspetti collegati all’incidenza delle attività umane sul contesto naturale e alle scelte locali delle diverse comunità, rivelando strategie di sussistenza volte alla diversificazione dei prodotti primari ed alla conservazione delle potenzialità produttive. Un aspetto innovativo è il confronto dei dati archeobotanici riferibili a contesti antropici con quelli ottenuti da aree di indagine “off-site”, più indisturbate dall’azione dell’uomo, quali i boschi e le aree umide, che completano e definiscono con maggiore dettaglio la fisionomia del paesaggio antico e permettendo così di poter avere una visione completa dell’evoluzione del territorio nel corso dei secoli.
This work intends to define the ancient landscape in the Po Valley area in early Middle Age with a look at the ancient Roman period up to the advanced Middle Age, through archaeobotanical investigations. In total, 13 archaeological sites were examined, 6 of which of a settlement type, and 7 of a naturalistic type located in Emilia Romagna, southern Lombardy and Veneto. The analysis, processing and interpretation of the data obtained from the archaeobotanical investigations, were carried out at the Palynology – Archaeo - Environmental Laboratory of C.AA. "G. Nicoli" srl, San Giovanni in Persiceto (Bologna). The reconstruction of landscape, is based on the data from 102 palynological study samples and from the investigations on 518 wood macroremains found in the buried ancient woods sites. The emerging data from the archaeobotanical investigations were compared with the available archaeological results and, for each site, some Vegetational Zones were identified to describe the environmental evolution through main homogeneous series. It was possible to take over the reconstruction of events that shaped the landscape of the Po Valley, the progressive succession of climatic and historical phases and the local human choices, made by local communities, aimed to increase and diversify primary products and their storage. An innovative aspect of this work is the comparison of archaeobotanical data referred to anthropic contexts with those obtained from "off-site" research areas, such as woods and wetlands far from human action, which complete and define the image of the ancient landscape, allowing a clear vision on the evolution of the North Italy Po plain area over the centuries.
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Vecchio, Chantal Julie Dorothy, e Claudia Zignani. "Un nuovo polo culturale per la città di Rimini". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12520/.

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Abstract (sommario):
Il progetto si sviluppa nell'ottica di riqualificare un'area urbana dismessa nel comune di Rimini, adiacente all'aeroporto nella zona Miramare, ai confini con l'attiguo comune di Riccione. Sono state di seguito analizzate le sue criticità e di conseguenza sono state identificate delle aree più circoscritte collocate in punti strategici al cui interno sono state individuate tre tipologie di intervento: ridefinizione dei bordi attraverso la ricucitura del tessuto urbano costruito, collocazione di poli attrattivi per creare una nuova centralità e infine ridisegno dei principali vuoti urbani risultanti dalla nuova configurazione dell'area. In seguito ad indagini condotte a scala urbana è emersa la mancanza di un polo culturale di rilevanza e dimensioni significative riguardante il settore universitario che è risultato essere in sempre maggiore crescita, pertanto si è ritenuto necessario collocare all'interno dell'area una serie di nuove strutture per la cultura e l'università, potenziandole tramite la riqualificazione delle due ex colonie assegnando loro nuove destinazioni d'uso. A saturazione del nuovo complesso universitario si è ritenuto opportuno creare un grande parco verde che fungesse come polmone e fulcro dell'intera area di progetto, una zona dedicata al settore ricettivo nelle immediate vicinanze dell'aeroporto, una stazione intermodale che fungesse come passaggio diretto tra le due zone altrimenti divise, un nuovo complesso residenziale dedicato anche agli studenti, una nuova biblioteca universitaria e un edificio adibito a centro sportivo. Si sono poi identificati diversi temi progettuali che hanno sostenuto e meglio definito la tipologia di interventi effettuati.A seguire infine sono stati trattati in maniera più dettagliata i progetti riguardanti la stazione intermodale e il complesso universitario, descrivendone i caratteri architettonici e le scelte progettuali e di riferimento che hanno portato alla loro conformazione definitiva.
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MASCIOPINTO, MICHELE CLAUDIO D. "Narrazione generativa del paesaggio: antropologia del mare, eredità patrimoniali e rappresentazioni di un borgo marittimo". Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2022. http://hdl.handle.net/11563/158066.

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Abstract (sommario):
La tesi, sviluppata seguendo le linee di ricerca intraprese dalla Cattedra UNESCO dell’Università della Basilicata “Paesaggi culturali del Mediterraneo e comunità di saperi”, mira ad indagare il tema della “narrazione generativa del paesaggio” come strumento capace di incrementare la conoscenza del territorio e delle sue comunità, al fine di promuovere la valorizzazione del suo patrimonio culturale e lo sviluppo sostenibile del paesaggio e dei suoi abitanti. La ricerca è stato condotta attraverso un approccio multidisciplinare su tre linee di ricerca: il paesaggio, il linguaggio cinematografico, l’antropologia del mare. La prima parte del contributo propone una corposa analisi e riflessione sulla nozione di paesaggio, confrontandola con i principali riferimenti del dibattito antropologico contemporaneo. La seconda parte presenta la metodologia di ricerca utilizzata, con una condivisione del metodo di indagine sviluppato nell’ambito del Corso WUC- Workshop of UNESCO Chair, format proposto dalla Cattedra UNESCO dell’Università della Basilicata, che mira a sviluppare gli strumenti della narrazione audiovisiva, ed un’analisi della storia e dello sviluppo della visual anthropology, con un approfondimento su alcune esperienze recenti quali i lavori del SEL - Sensory Ethnography Lab dell'Università di Harvard, un centro interdisciplinare che realizza opere mediatiche antropologicamente informate che uniscono estetica ed etnografia. La terza parte presenta il lavoro etnografico sulla frazione di Torre Canne di Fasano: partendo dalla riflessione sulla dimensione culturale delle comunità marittime, l’esperienza di ricerca sul campo connette tali problematiche a quelle inerenti la forma della restituzione sensoriale e soggettiva dell’esperienza immersiva costituita dal percepire, guardare e vivere uno spazio marittimo come quello del borgo di Torre Canne. La quarta parte del lavoro illustra le conseguenze di questa indagine densa sul territorio, costituita dalla creazione, condivisa con la comunità, di uno spazio museale e memoriale all’interno delle stanze site nel faro che, in quanto elemento simbolo del paesaggio costiero della frazione, assume il ruolo di artefatto vivo, dinamico, in costante relazione con la comunità di pescatori, e che grazie ad esso rigenera la propria identità e il senso di appartenenza al territorio.
The dissertation, developed along the lines of research of UNESCO Chair in “Mediterranean Cultural Landscapes and Communities of Knowledge” of the University of Basilicata (UniBas), aims to investigate the “Landscape Generative Narrative” as a tool capable of increase knowledge of the territory and its communities, in order to promote the enhancement of its cultural heritage and the sustainable development of the landscape and its inhabitants. The study was conducted through a multidisciplinary approach on three lines of research: the landscape, the cinematographic language, the anthropology of the sea. The first part of the contribution proposes a reflective analysis on the notion of landscape, comparing it with the main references of the contemporary anthropological debate. The second part presents the research methodology used, with a sharing of the investigation method developed within the WUC Course - Workshop of UNESCO Chair, format proposed by the UNESCO Chair of the University of Basilicata, which aims to develop the tools of audiovisual narration , and an analysis of the history and development of visual anthropology, with an in-depth study of some recent experiences such as the works of the SEL - Sensory Ethnography Lab of Harvard University, an interdisciplinary centre that creates docu-films that combine aesthetics and ethnography. The third part presents the ethnographic work on the hamlet of Torre Canne: starting from the reflection on the cultural dimension of maritime communities, the fieldwork experience connects these aspects to those inherent in the form of the sensory and subjective restitution of the immersive experience constituted by perceiving, looking and living a maritime space like that of the village of Torre Canne. The fourth part of the work illustrates the consequences of this dense investigation on the territory, consisting in the creation of a museum and memorial space inside the rooms located in the lighthouse which, as a symbolic element of the coastal landscape of the hamlet, assumes the role of a living artefact , dynamic, in constant relationship with the fishing community, and which thanks to it regenerates its identity and the sense of belonging to the territory.
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MARVELLI, SILVIA. "RICOSTRUZIONE DEL PAESAGGIO VEGETALE NATURALE E CULTURALE DELLA CITTA’ DI VENEZIA NEL MEDIOEVO, CON FINESTRE DI ETA’ PREROMANA, ROMANA E RINASCIMENTALE SU BASI PALINOLOGICHE, CARPOLOGICHE E XILO-ANTRACOLOGICHE". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389189.

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Abstract (sommario):
The thesis focuses on the archaeobotanical study (micro-remains: pollen and ferns spores, macro-remains: seeds, fruits, woods and charcoals) of six sites located in the city of Venice and two in the surrounding lagoon. The eight sites were investigated starting from 2000 under the direction of the Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto-NAUSICAA and are mostly of Medieval age, with some occupation phases in the pre-Roman age, the Roman period, the Renaissance and the post-Renaissance age. The present work represents the first systematic archaeobotanical study which was ever carried out in the town of Venice. All the phases of the analysis have been undertaken according to the current international standards. As a whole, the analysis has involved the study of 106 pollen samples, 9 seeds/fruits and wood/charcoal samples obtained by sieving and 59 wooden artefacts. The samples come from the following sites: A) City of Venice (74 samples): 1) Piazza San Marco: 17 pollen samples (8 of Medieval age and 9 of the Renaissance period); 2) Cà Vendramin Calergi- Casinò Municipale: 12 pollen samples (8 of Medieval age and 4 of the Renaissance period); 3) Cà Foscari: 12 pollen samples (10 of the Late Roman Age and 5 of Medieval age); 4) Palazzo Carminati: 10 pollen samples (all of which of Medieval age); 5) Palazzo Genovese: 12 pollen samples (8 of the Late Roman Age, 3 of Medieval age and 1 of the Renaissance period); 6) Arsenale: 8 pollen samples (4 of Medieval age, 2 of the Renaissance period and 2 of an uncertain chronology); B) North-eastern lagoon (32 samples): 7) Cà Ballarin: 10 pollen samples (3 pre-Roman, 5 Roman, 2 Late Roman Age) and 8) Lazzaretto vecchio: 22 pollen samples (7 Medieval period, 11 Renaissance, 4 post-Renaissance). All the samples have undergone the routine treatments. The preservation state of most finds (pollens, seeds/fruits, woods/charcoals) is good/excellent. The list of plants is very rich: 375 taxa have been identified, ca. 90 of which belong to wooden plants; 230 are herbs and 15 pteridophytes. The archaeobotanical data obtained have allowed the evolution of the vegetal and cultural landscape of Venice to be reconstructed from the origin to the Modern period: in the pre-Roman period the area is scantly populated; a wide lagoon is present with some large sandbanks and areas covered with meso-hygrophilous oakwoods and hygrophilous alder forests. During the Roman age the anthropic pressure becomes intense, with wood felling and a substantial increase in agricultural activities; in the Late Roman period the area appears more forested and dominated by extensive oakwoods and hygrophilous forests with a decrease of anthropic activities. In the Medieval age the landscape goes through further changes: it becomes more open, wooden free, with a high anthropic pressure and a good economy (commercial trade, a rich and varied diet, etc.) as it is testified by the presence of numerous botanical finds and exotic species. This trend will continue in the Renaissance period until the beginning of the Modern age, with several finds which give evidence of the refined tastes and the richness of the Venice society.
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Miranda, Martins Juliana. "Comunita' patrimoniali e patrimonio culturale immateriale: esperienze a confronto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3427252.

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Abstract (sommario):
The objective of this study is to analyze and describe the processes and dynamics driving the communities to apply for the inscription of their intangible cultural heritage into the representative list of UNESCO. Understanding the role performed by the community, from the recognition of its cultural heritage up to management of the same, means to interpret the motivations and expectations, conflicts and feelings relating not only to one’s heritage but also to the social and historical context the heritage lies in. The study intends also to analyse the international and national laws regarding the process of patrimonialisation of a cultural expression in order to define a sort of general model that may be applied to similar cases, while analysing the path followed both by the Misteri d’Elx (Alicante, Spain) and the rising candidacy for the safeguard of the Intangible Cultural Heritage of Humanity promoted by El Felze, the association of gondola’s artisans and builders based in Venice, Italy. The drawing up of a dossier for the safeguard of a cultural expression at an international level is a complex process that inevitably involves the single communities. It implies the setting-up of a net of relations with public authorities, both local, national and international, such as, the Municipality, the Region, the UNESCO Committee, as well as the Universities and the research centres provided with specialised sectors aiming at promoting the research activities.
L’obiettivo dello studio è di analizzare e descrivere i processi e le dinamiche che spingono le comunità a chiedere l’inserimento dei loro patrimoni culturali immateriali nelle liste rappresentative dell’UNESCO. Comprendere il ruolo svolto dalle comunità, a partire dal riconoscimento dei loro patrimoni culturali fino alla gestione degli stessi, significa interpretare le motivazioni e le aspettative, i conflitti e i sentimenti legati ai patrimoni e al contesto sociale e storico nel quale sono immersi. Si vuole inoltre analizzare le legislazione internazionale e nazionale inerente al processo di patrimonializzazione delle espressioni culturali per stabilire una specie di modello generale applicabile a casi simili, analizzando i percorsi realizzati dal Misteri d’Elx (Alicante, Spagna) e dalla nascente candidatura per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità promossa dall’associazione degli artigiani e costruttori di gondole di Venezia El Felze (Venezia, Italia). L’elaborazione del dossier per la salvaguardia di una determinata espressione culturale in ambito internazionale è un processo complesso che coinvolge necessariamente le singole comunità. Esso implica la creazione di una rete di rapporti con le istituzioni pubbliche sia locali e nazionali che internazionali, quali il Comune, la Regione e il Comitato dell’UNESCO, ma anche le università e gli enti di ricerca che dispongono di settori specializzati e promuovono le attività di ricerca.
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Lloga, Fernández Rolando. "Tabac et chemin de fer. Le paysage culturel de Vuelta Abajo dans l´ouest de Cuba". Master's thesis, Universidade de Évora, 2019. http://hdl.handle.net/10174/26939.

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Abstract (sommario):
Le paysage culturel du tabac de Vuelta Abajo dans l’Ouest de Cuba est un ensemble territorial productif, vivant et dynamique. Il comprend trois zones bien définies par rapport à leurs caractéristiques géographiques et naturelles : San Juan y Martínez-San Luis, Consolación del Sur et la Vallée de Viñales, cette dernière a été inscrite sur la Liste du Patrimoine Mondiale de l’UNESCO. Ces zones partagent comme élément commun une culture autour de la production du tabac, matière première principale pour la manufacture des très renommé cigares « puros ». Le paysage de Vuelta Abajo est le résultat de l‘occupation et transformation progressive du territoire depuis le XVIIIème siècle, dont l’introduction du chemin de fer a joué un rôle essentiel à la fin du XIXème et début du XXème siècle. Ce processus qui s'est poursuivi jusqu'à ce jour a créé une économie et une culture profondément enracinées autour de la culture du tabac. La tradition productive régionale a généré un patrimoine matériel et immatériel qui constitue une ressource avec un potentiel extraordinaire pour relancer le développement socio-économique local. Ce travail aborde le système patrimonial du paysage culturel du tabac de Vuelta Abajo afin de promouvoir sa connaissance, sauvegarde et valorisation intégrale. A cet effet, on propose des lignes d’actuation qui permettent d’étendre le processus de patrimonialisation déjà mise en oeuvre dans la Vallée de Viñales aux autres zones du territoire, et désormais, de diffuser les avantages pour le développement local, dont la mise en valeur du chemin de fer jouera un rôle essentiel comme élément dynamiseur et de connexion des zones à valoriser; Abstract: The tobacco cultural landscape of Vuelta Abajo in Western Cuba is a productive and dynamic territorial system. It comprises three well-defined areas in relation to their geographical and natural features: San Juan y Martínez-San Luis, Consolación del Sur and the Viñales Valley, which has been inscribed on the UNESCO World Heritage List. These zones share as a common element a culture around the production of tobacco, the raw material for the manufacture of the very famous « puros » cigars. The landscape of Vuelta Abajo is the result of the occupation and progressive transformation of the territory since the eighteenth century, in which the introduction of the railroad played an important role in the late nineteenth and early twentieth century. This process, which has continued to this day, has created a deep-seated economy and culture around tobacco growing. The regional productive tradition has generated a tangible and intangible heritage that constitutes a resource with extraordinary potential to encourage local socioeconomic development. This work addresses the heritage system of the Vuelta Abajo tobacco cultural landscape in order to promote its knowledge, safeguarding and integral valorization. To this end, lines of action are proposed to extend this process related to heritage already implemented in the Viñales Valley to other areas of the territory, and henceforth, to spread the benefits for local development. As part of these initiatives, the recovery of railroad will play a main role as a link instrument and structuring element of the territorial and heritage system; Riassunto: Il paesaggio culturale del tabacco della Vuelta Abajo nella parte occidentale di Cuba è un'unità territoriale produttiva e dinamica. Comprende tre aree ben definite in relazione alle loro caratteristiche geografiche e naturali: San Juan y Martínez-San Luis, Consolación del Sur e la valle di Viñales, quest'ultima è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Queste zone condividono come elemento comune una cultura attorno alla produzione di tabacco, la principale materia prima per la fabbricazione dei famosissimi sigari « puros ». Il paesaggio di Vuelta Abajo è il risultato dell'occupazione e della progressiva trasformazione del territorio dal XVIII secolo, in quale l'introduzione della ferrovia ebbe un ruolo decisivo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Questo processo, che è continuato fino ad oggi, ha creato un'economia e una cultura profondamente radicate nella coltivazione del tabacco. La tradizione produttiva regionale ha generato un patrimonio tangibile e intangibile che costituisce una risorsa con un potenziale straordinario per rilanciare lo sviluppo socio-economico locale. Questa ricerca affronta il sistema patrimoniale del tabacco di Vuelta Abajo con l'obiettivodi promuoverne la sua conoscenza, tutela e valorizzazione integrale. A tal fine, vengono proposte linee d'azione per estendere il processo di patrimonializzazione già implementato nella valle di Viñales ad altre zone del territorio e quindi, per diffondere i benefici per lo sviluppo locale. Nell'ambito di queste iniziative, il recupero della ferrovia svolgerà un ruolo principale come strumento di collegamento ed elemento di strutturazione del sistema territoriale e patrimoniale.
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DUCA, Francesca. "Geomatica e Multimedia per la documentazione del Patrimonio paesaggistico e culturale: nuove tecnologie integrate per il miglioramento dei processi di rilevamento, gestione e diffusione delle conoscenze tramite Web. Il ruolo delle immagini e della rappresentazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388774.

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Abstract (sommario):
Modern solutions today available in Geomatics and Information Technology offer great potential in the field of cultural heritage and landscape documenation in every step of recording, visualization, dissemination and communication. In this way the research aims to examine issues related to the integrated application of these technologies to improve knowledge on cultural heritage and landscape and the dissemination through web. The first part explores the themes of landscape and his representation, defining the theoretical principles of the study. Two cases are presented based on the experience gained during the PhD: The first one was carried out at the laboratories of CGT (Centro di Geotecnologie - University of Siena) within the project 'Portale dei Geopaesaggi della Regione Toscana', a scientific cooperation with Regione Toscana and Consorzio LaMMa. The project involves the integrated application of new technologies for the development of a Geographic Information System and a related web portal. In particular are discussed methodologies for landscape documentation such as digital photography to create virtual immersive panoramas and programming application to create a dedicated web site. The second one was carried out during a staying at GIFLE, Photogrammetry & Laser Scanning Research Group. It presents the use of a terrestrial laser scanning (TLS) as a valuable tool for 3D documentation of large outdoor cultural heritage sculptures such as the ones existing in the open-air museum, ‘Museo al Aire Libre’, inside the Campus de Vera of the Universidad Politecnica de Valencia. Both case followed the same methodological approach from the object's registration, with a special attention for data quality and reliability, through the representation and visualization to promote the latter stages of communication and public dissemination through the web optimizing the cultural flow and knowledge of the landscape.
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Parisi, Letizia, Giulia Zazzi e Valentina Milanesi. "Proposta di Restauro, Conservazione e Valorizzazione del Complesso Birarelli ad Ancona". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23071/.

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Abstract (sommario):
Il progetto nasce dall’esigenza di riscoprire il valore di un luogo, oggi in disuso, dotato di un notevole potenziale panoramico, paesaggistico nonché storico; l’obiettivo è quello di restituirgli un’identità persa progressivamente nel tempo e riconsegnarlo alla città. L’approccio progettuale ha visto come punto di partenza l’analisi storica e inventiva dell’area e del contesto, questo ha permesso di intervenire in maniera consapevole nella realizzazione del progetto di restauro, conservazione e valorizzazione del Complesso Birarelli. “PoDiO” (Polo Direzionale Organizzativo del MiBACT) nasce dalla collaborazione con il Segretariato Regionale delle Marche, con l’obiettivo di creare un polo culturale del MiBACT ad Ancona. All’interno del Complesso è prevista la presenza di tre enti: l’Archivio di Stato, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica e la Direzione Regionale dei Musei delle Marche. Nell’ottica di progettare, dal latino proiectare “gettare avanti” oltre il presente, consapevoli che: “non esiste restauro che non implichi una trasformazione” si è cercato di intervenire nell’assoluto rispetto dell’area e del manufatto, operando attraverso le logiche del restauro conservativo, considerando la fabbrica come palinsesto storico e mirando ad un mantenimento attivo nell’uso quotidiano. Un’ulteriore attenzione è stata posta al superamento delle barriere architettoniche; il tema dell’accessibilità è stato per noi una linea guida che ci ha accompagnato fin dall’inizio nel processo di progettazione. Ci siamo trovate di fronte a un’area ricca di dislivelli e salti di quota, esterni ed interni alla fabbrica, che aveva l’ambizione di diventare un luogo pubblico; abbiamo cercato di garantire una completa e fluida fruizione degli edifici e degli spazi esterni, fermandoci laddove rendere accessibile il luogo significava stravolgere la natura dell’area, cercando di trasformare le svariate situazioni di limite presenti in opportunità di scoperta per il visitatore di oggi.
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Zammataro, Elisa. "Villa Adriana. Tra citta e campagna, una proposta per la buffer zone UNESCO". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract (sommario):
Il progetto di laurea nasce da alcune suggestioni avvenute nel corso dei due sopralluoghi: passando attraverso gli ambiti proposti dal bando del Premio Piranesi, mi sono resa conto come vi era la sovrapposizione di edifici, natura, materiali e storia senza nessun ordine o regola. Ambienti che potevano ospitare eccellenze rurali risultavano in stato di abbandono, aree che dovevano essere protette invece presentavano edifici di media e grande dimensione ad uso prettamente industriale incuranti delle problematiche idrogeologiche e di salvaguardia dell’ambiente, frange della periferia residenziale che si scontravano direttamente con grandi aree commerciali e l’assoluta carenza di polmoni verdi che potessero conferire qualità all’intero apparato cittadino. Partendo dalle analisi portate avanti durante la prima parte del Laboratorio e affiancando uno studio sulle esperienze passate nel periurbano, in campo italiano e internazionale, tutto è diventato più chiaro. “Una natura suburbana poliforme che può diventare una natura vera, portandola dove non c’era, assecondando le dinamiche naturali che propone il giardinaggio ecologico (preverdissement), oppure una natura che mette in scena paesaggi che derivano dalla dismissione di usi attraverso una loro reinterpretazione estetica e simbolica (agricoltura cittadina, riforestazioni urbane), una feticizzazione della natura che nasconde il lavoro che le sta dietro per renderla più visibile”. (M. Perigord – P. Donadieu, Le Paysage. Entre nature set cultures, Armand Colin, Paris 2007) L’intero progetto abbraccia inizialmente le linee guida proposte dal Bando per superarle e ridimensionarle secondo l’effettiva richiesta dell’area, integrate con le finalità proposte dal Pptr della regione Puglia: - sostenere l’agricoltura; - valorizzare il patrimonio rurale storico-culturale; - migliorare la qualità urbana; - costruire una visione strutturale strategica; - costruire un nuovo paesaggio tra città e campagna.
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Tognon, Elisa <1995&gt. "Alta Padovana e paesaggi culturali: da patrimonio a pratica turistica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16198.

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Abstract (sommario):
Il turismo culturale rappresenta un canale d’identità per veicolare la varietà storico-culturale disseminata nel territorio italiano. La cultura, in questo ambito, è da considerarsi sotto due punti di vista: da un lato preserva e tramanda le tradizioni e la memoria storica, ma diventa anche un mezzo che porta all’innovazione e al cambiamento. Il turista culturale è oggi “partecipe” della cultura e non spettatore che assiste ad una rappresentazione statica: la cultura è sinonimo di adesione e, talvolta, senso di appartenenza. Il paesaggio diventa protagonista del turismo culturale ed è contenitore di valori tangibili e intangibili che devono essere gestiti, veicolati e resi appetibile ai fruitori. Questo elaborato prende ispirazione da un personale interesse rispetto al territorio in cui vivo, l’Alta Padovana, e ne vuole mettere in luce la potenzialità turistica grazie all’heritage presente in molti dei comuni di quest’area, affinché il turismo rappresenti un’opportunità di sviluppo locale nel segno della sostenibilità. L’idea è stata quella di comporre un itinerario tematico che si articola in tre comprensori legati ai tre corsi d’acqua dell’Alta Padovana: uno lungo il fiume Brenta, l’altro lungo il Muson dei Sassi e un terzo, minore, lungo il Tergola. Un viaggio che si svolge grazie al lascito di una storia fiorente e rigogliosa, soprattutto nel periodo tra ‘400 e ‘500, in cui il territorio in questione era sotto il dominio della Serenissima, che ha apportato molte modifiche sulla Terraferma. Inoltre, in pieno Rinascimento, Andrea Palladio ha progettato ha concepito un’idea di villa di campagna che ha portato con sé il delinearsi di quel paesaggio rurale palladiano in cui l’architettura fonde esigenze pratiche con quelle estetiche e ricreative, in armonia con il territorio, la topografia e la conformazione della Terraferma, diventando essa stessa parte integrante del paesaggio. Gli itinerari pensati vogliono valorizzare il patrimonio locale dei centri dell’Alta Padovana, come Camposampiero, Cittadella e Piazzola Sul Brenta, e del sistema territoriale che si è sviluppato attorno ad essi. Un viaggio che incontra il fiume Brenta e alcuni rami dell’idrografia minore, tra geografia e contesto culturale prodotto da artisti come Palladio; fa da sfondo un paesaggio rurale, in cui l’artigianato è fiorente e l’agricoltura è un settore vivo e che implementa una ricca gastronomia locale, anch’essa patrimonio da valorizzare.
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Zecchin, Lisa <1992&gt. "Turismo religioso e paesaggi culturali: il caso dei Benedettini nel territorio padovano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12153.

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Abstract (sommario):
Con questa tesi voglio puntare l’attenzione sulle tendenze e i cambiamenti che si sono verificati nel turismo nel corso del tempo ed in particolare con la globalizzazione. I dati permettono di fare delle previsioni sul futuro del settore e sulle nuove sfide che lo attendono; nel 2030 si prevede il raggiungimento di 1.8 miliardi di arrivi internazionali nel mondo, con l’Europa, oggi prima destinazione mondiale, che si troverà a competere sempre più con destinazioni emergenti come l’Asia. Per mantenere la propria competitività, l’Unione europea sta attuando delle politiche volte a favorire l’innovazione del settore e la riscoperta della propria identità attraverso gli itinerari culturali e religiosi, in cui coinvolgimento emotivo ed esperienziale, valorizzazione delle identità locali e sostenibilità sono ormai caratteristiche imprescindibili per la competitività e l’attrattività. Questi sono gli obiettivi del mio progetto “Turismo religioso e paesaggi culturali: il caso dei Benedettini nel territorio padovano” in cui elaboro un itinerario volto a riscoprire tutte le relazioni tra i Benedettini ed il territorio locale, l’impronta ed il patrimonio culturale che essi hanno lasciato a Padova. Nell’ultimo capitolo esporrò la mia idea di itinerario, con l’individuazione dei siti culturali più significativi, descrizione dei contenuti, obiettivi, struttura e di come intendo contrastare la stagionalità turistica di Padova ed il turismo “mordi e fuggi” legato a Sant’Antonio.
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Ferrari, Sarah. "Le ragioni culturali del "dipingeremoderno". Paesaggio, ritratto e allegoria a Venezia negli anni di Giorgione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423769.

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Abstract (sommario):
This research project aims to gain an in-depth analysis of Venetian Humanism giving evidence to facts, institutions and individual characters playing a significant role in relation to the development of new iconographies in Venetian painting. Particular attention has been given to Neoplatonic philosophy (the debate on the immortality of the soul); the new philology introduced by Ermolao Barbaro; the fortune of pastoral poetry (Theocritus and Sannazaro); the vernacular language (Bembo’s Asolani). Specific investigation into the art of Bellini, Giorgione and the young Titian has been undertaken, with particular attention to the representation of landscape, portrait and allegory
Il lavoro consiste in un’analisi approfondita del rinnovamento culturale e artistico che interessa Venezia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Particolare attenzione è stata data ad alcune istanze culturali che si ritiene possano aver svolto un ruolo significativo in relazione alle novità dell’arte di Giorgione: la penetrazione della filosofia neoplatonica dentro e fuori le aule universitarie, l’importanza del dibattito intorno alla questione dell’immortalità dell’anima (la rinascita di Avicenna quale interprete della filosofia aristotelica), l’avvento di una nuova filologia promossa da Ermolao Barbaro, la fortuna della letteratura pastorale (Teocrito e l’Arcadia di Sannazaro) e il successo della lingua volgare (gli Asolani di Bembo). La tesi non intende, pertanto, perseguire uno studio monografico su Giorgione, ma proporre una lettura delle sue opere fondata su un dialogo serrato con il vivace clima intellettuale dell’epoca
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Coletti, Andrea <1995&gt. "Ottawa e il paesaggio circostante, un'etnografia dell'andare fuori città. Intrecciare cultura e dare un senso al paesaggio in viaggio fra la città e l'ambiente naturale circostante". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18600.

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Abstract (sommario):
In questo lavoro, attraverso uno sguardo antropologico radicato nell’ecologia della cultura di Tim Ingold e attingendo alle recenti riflessioni sulle ontologie relazionali di autori come Bruno Latour, Mario Blaser e Jason de León, costruirò una genealogia della città di Ottawa per comprendere quali mediatori ne strutturino il rapporto con l’ambiente naturale circostante e come si sia configurata storicamente l’attuale compenetrazione tra gli elementi urbani e quelli naturali che è possibile osservare muovendosi tra i dintorni e la città. Nella seconda parte presenterò le voci delle persone che hanno collaborato alla ricerca. Dalle loro narrazioni di viaggi e esperienze fuori dall’ambiente urbano emergerà il senso che esse intrecciano con l’ambiente naturale rendendolo un paesaggio vivo, capace di suscitare un particolare senso di pace. Parlerò dei diversi mezzi di trasporto con cui si muovono, delle percezioni che questi sono in grado di mediare e delle abilità e equipaggiamenti necessari a uscire dalla città e intrecciarsi con il paesaggio. In particolare mi concentrerò sulla canoa come trasporto simbolo del Canada e speciale mediatore della wilderness. Esaminerò infine due problematiche emerse nel corso della ricerca: la differenza tra il concetto di nature e quello di wilderness e l’accessibilità degli spazi naturali. Nella parte conclusiva del lavoro ripercorrerò alcune esperienze di viaggi tra città e dintorni importanti per la formazione del mio sguardo antropologico.
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RIVA, FEDERICA. "Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/196449.

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Abstract (sommario):
La tesi “Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya” è uno studio sulle dimensioni sociali dell’agricoltura himalayana con particolare attenzione alle dinamiche di genere che la caratterizzano. Pratiche agricole, rituali connessi alla produttività, modelli di sviluppo, immaginari collettivi e movimenti sociali sono le lenti attraverso cui viene analizzata la trasformazione radicale delle culture contadine dell’India Nord-occidentale.
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Schievano, Mirta <1995&gt. "La pirateria nel Levante della Prima Età del Ferro: cultura materiale e paesaggio costiero". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19690.

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Abstract (sommario):
Il presente studio è dedicato all'identificazione di una possibile impronta archeologica lasciata dalla pirateria nel Mediterraneo Orientale della prima età del ferro. Dopo una discussione di aspetti teorici e metodologici, che si concentrerà in particolare sull'identificazione di insediamenti specificatamente legati a gruppi di pirati partendo da una serie di siti identificati come tali a Creta, l'obbiettivo è quello di identificare caratteristiche generali che possano aiutare ad identificare covi di pirati in altri punti del Mediterraneo, in particolare nel Mediterraneo Orientale.
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Pellegrini, Marco <1988&gt. "Paesaggi di bonifica e turismo culturale: il caso della bassa pianura tra Adige e Canal Bianco". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12790.

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Abstract (sommario):
Oggi i turisti sono sempre più indirizzati verso mete inserite in un contesto ambientale incontaminato, in cui possano immergersi nella natura ed isolarsi dai ritmi frenetici della città. A questo proposito il territorio Polesano risulta ricco di mete già consolidate e potenziali, in grado di soddisfare il desiderio di “perdersi” del turista. Lo studio svolto si concentra sui luoghi attraversati dal basso corso del fiume Adige e cerca di dimostrare come le zone di bonifica di questo territorio possano essere un’ottima attrattiva turistica. Nel primo capitolo è presente un’analisi del fiume Adige, sulle sue caratteristiche idrografiche e sul suo corso storico, oggi non più presente, e continua presentando alcuni cenni storici tra cui gli insediamenti etruschi e romani e l’antica viabilità. A seguire, nel secondo capitolo, mi sono concentrato sulle grandi opere di bonifica che si sono compiute nel passato e delle difficoltà che questo territorio ha dovuto affrontare. Nel terzo capitolo ho posto in evidenza come l’ecoturismo possa essere una concreta risorsa per queste zone grazie al grande aumento di turisti in cerca di territori incontaminati dove “perdersi” lontano da tutto. Saranno trattate le attività produttive, l’agricoltura e la pesca, e sarà sottolineata la quiete del paesaggio di bonifica come risorsa turistica (heritage tecnico come le idrovore) e l’importanza della sua tutela. In conclusione verrà presentata l’importante tradizione enogastronomica polesana. Nel quarto capitolo si delineeranno le principali mete turistiche polesane già affermate che potranno fungere da catalizzatori e da “prima base” per i nuovi avventori che, durante il loro soggiorno, potranno spingersi allo scoperta delle zone e dei paesaggi limitrofi. Nel quinto capitolo cercherò di spiegare come i piccoli paesi meno conosciuti possano concretamente rappresentare una risorsa per il territorio e come il turismo possa fungere da elemento di diversificazione del mercato per gli imprenditori agricoli del luogo. A questo proposito prenderò l’esempio dell'aerea tra Cavarzere, Pettorazza Grimani, Fasana e Botti Barbarighe, piccoli paesi tra le province di Venezia, Rovigo e Adria, che, grazie alle loro particolarità paesaggistiche e storiche, potrebbero ambire a diventare meta per un turismo alternativo.
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GILLI, Enrica. "LA VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI CULTURALI. STRUMENTI ECONOMICO-AZIENDALI DI PIANIFICAZIONE, MISURAZIONE E CONTROLLO APPLICATI AL TERRITORIO". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389453.

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Abstract (sommario):
The research addresses the issue of enhancement of cultural landscapes, with reference to economic and business planning tools, measurement and control systems and their possible application to the territory. The cultural landscape is presented not as a cultural asset to be protected and preserved but as a complex and culturally homogeneous system, with social and economic implications in the local area. Complexity and systemicity towards the cultural landscapes require the usage of a multi‐dimensional and interdisciplinary approach to management, in order to coordinate the research and analysis directly concerning the landscape. As part of this work, therefore, the concepts of protection, conservation and enhancement are fundamental in the definition of tools and models for managing the landscape. Besides the management and governance profiles, the function of the management and of business principles are fundamental to coordinate all the different areas of work which, through a managerial approach, become mutually related to pursuit shared cultural values.
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Catalani, Rosa, e Roberta Silvagni. "Villa Rasponi a Savignano. Progetto di tutela e valorizzazione di un bene culturale complesso tra architettura storica e paesaggi di Pietro Porcinai". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2669/.

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Abstract (sommario):
Oggetto della tesi di laurea è il recupero di Villa Rasponi a Savignano sul Rubicone, un bene storico complesso composto da elementi di varia natura: architettonici e vegetali, di differente pregio, dalla residenza settecentesca agli annessi agricoli di servizio, al parco. Le funzioni d’uso attuali rarefatte e strettamente comuni a quelle originarie, non sono più proponibili per poter garantire la sopravvivenza e la conservazione del complesso. Questo da un punto di vista puramente economico, per l’impegno in termini finanziari che un sito di tali dimensioni richiede, a livello gestionale e circostanziale. Come intervenire su un manufatto di questa natura, tutelandolo, riqualificandolo dal punto di vista architettonico e paesaggistico e, nello stesso tempo, reinserendolo in maniera attiva in un contesto urbano e territoriale dal quale negli anni si è progressivamente distaccato e isolato, chiudendosi nell’accezione di residenza privata? Il progetto, lavorando a vari livelli e confrontandosi con differenti campi disciplinari, dal restauro di un parco storico “firmato” da Pietro Porcinai, all’inserimento di nuovi elementi architettonici, all’analisi di fattibilità finanziaria, si pone principalmente due obiettivi: 1) da un lato intervenire materialmente sul manufatto restaurando gli edifici, anche attraverso la definizione di funzioni che ne permettano la sopravvivenza, e manutenendo il parco storico. In questo senso l’aspetto su cui si insiste maggiormente è il rispetto e la valorizzazione del complesso villa–parco–giardino-annessi come unicum, che assume pregio nella sua totalità e integrità; 2) dall’altro, tenuto conto delle dimensioni, dell’importanza storica, architettonica, culturale e paesaggistica del sito, il progetto intende estendere la sua valenza anche a un intorno in primo luogo locale e poi più ampio, diventando punto di riferimento e polo attrattivo, così come lo era stato nel passato, all’epoca nella quale in esso viveva la principessa Luisa Murat. Non ci si limita dunque a considerare il caso isolato, ma si tiene conto del fatto che la Villa Rasponi sorge all’interno di un contesto, quello della Romagna, di straordinaria ricchezza e molteplicità di espressioni artistiche, architettoniche, naturalistiche che costituiscono un patrimonio di valore, in gran parte scarsamente conosciuto e per nulla. Da qui l’idea di utilizzare una porzione di paesaggio come vetrina e contenitore di informazioni su tutta l’eredità culturale romagnola, legata ad un nuovo modo di intendere il luogo, come contesto che incarna la rete di significati all’interno dei quali le azioni degli uomini diventano fatti culturali. Il complesso della Villa Rasponi, per le sue connotazioni storiche, paesaggistiche, fisiche e posizionali, diventa la concretizzazione di tale idea. Dunque, una porzione di paesaggio che si fa strumento fisico e concettuale, di comunicazione, per trasmettere, valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, architettonico e culturale di tutto il territorio in cui è inserito, diventandone icona e sintesi.
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Francesconi, Federico <1990&gt. "Montagne d’acqua, paesaggi elettrici e nuovi turismi: laghi artificiali tra storia, cultura e turismo, tre scenari europei a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20494.

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Abstract (sommario):
L’acqua è, da sempre, l’elemento costitutivo che ha reso possibile lo sviluppo della vita sulla terra.Dal punto di vista storico sappiamo che l’acqua ha da sempre rappresentato un elemento costitutivo per tutte le grandi civiltà umane, dagli egizi ai romani (Solomon, 2010).L’acqua non ha perso il suo ruolo centrale neanche nel mondo moderno e secolare, oggi vengono definite “blue space” tutte quelle superfici acquatiche, quali canali, fiumi, laghi, torrenti, che rendono un paesaggio unico nel suo genere e con qualità migliorative per la vita degli esseri umani, sia dal punto di vista fisico che psicologico.L’attaccamento e l’amore dell’essere umano nei confronti dell’elemento acqua è evidente, tanto che oggi possiamo utilizzare il termine di idrofilia, intendendo con questa parola lo specifico apprezzamento dell’uomo per gli ambienti acquatici (Vallerani, 2019). L’acqua rappresenta poi, dal punto di vista energetico, la fonte rinnovabile più importante nella storia dell’umanità. La prima diga, infatti, fu costruita da loro, e furono anche tra i primi popoli a sfruttare l’invenzione della ruota idraulica, tecnologia che, se collocata nei fiumi e nei torrenti, trasforma l’energia cinetica in energia meccanica. Con il passare dei secoli l’acqua non ha perso d’importanza, questo elemento così prezioso darà il via alla seconda rivoluzione industriale (fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900) quando l’energia idrica venne utilizzata per produrre energia elettrica, avviando la pratica idroelettrica e la costruzione delle prime centrali. L’avvento dell’elettricità cambiò radicalmente la vita di intere aree europee. Le aree montane, fino ad allora relegate ai margini degli stati e degli imperi, assumevano ora un nuovo ruolo di fondamentale importanza, proprio per la presenza di ruscelli, fiumi e laghi che, dalle pendici montane, scendevano verso valle e che potevano essere ora utilizzati per la produzione di questa nuova ed indispensabile energia.Di colpo le vallate montane assumevano un importante valore in tutto il contesto europeo. Oggi questi luoghi, un tempo adibiti alla produzione di energia elettrica, sono diventati meta di nuovi percorsi turistici, che coniugano sapientemente la suggestione del paesaggio alla valorizzazione di strutture architettoniche di peculiare interesse. Mia intenzione è quella di dare a questa tesi un taglio di tipo storico, culturale ed antropologico, che, partendo dal concetto di idrofilia e di blue space, andrà ad analizzare alcuni laghi artificiali collocati in ambiente montano, un tempo adibiti alla produzione di energia idroelettrica e oggi rivitalizzati, diventando mete turistiche e sportive. Nello specifico prenderò in esame la Francia, dove analizzerò il lago di Sainte-Croix du Verdon, nella regione dell’alta Provenza. Cercherò di delineare la storia del luogo, l’impatto culturale e sociale che l’avvento dell’elettricità ha comportato per la comunità, e gli scenari turistici e di rilancio territoriale che sono emersi negli ultimi decenni. Mi sposterò poi ad analizzare un caso italiano, quello della centrale idroelettrica trentina di Fies, costruita agli inizi del 1900, oggi diventata una delle più importanti testimonianze di archeologia industriale della regione. In questa parte dello scritto mi concentrerò sull’importanza architettonica ed artistica delle centrali storiche costruite in quegli anni in Italia e sul ruolo di riscoperta turistica di queste aree, un tempo adibite alla produzione industriale ed energetica. Infine mi sposterò più a nord, in Baviera, sul lago Forggensee , dove un lago artificiale e la sua imponente diga sono diventate oggi meta di turisti dediti alla ricreazione lacustre, un lago artificiale che ha profondamente modificato il naturale fluire delle acque del fiume Lech.
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Coccoli, Velia. "GLI ARCHETIPI. Individuazione ed approfondimento dei significati e dei valori degli archetipi in quanto radici dei beni culturali del territorio". Doctoral thesis, Università di Catania, 2016. http://hdl.handle.net/10761/3810.

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Abstract (sommario):
Gli archetipi fino ai primi decenni del 1900 hanno rappresentato per lungo tempo un riferimento certo, una condizione, per le generazioni che si sono succedute, per poter intervenire nel territorio/ambiente. Infatti prima dell avvento del Razionalismo, la metodologia d intervento portava a leggere e a conoscere il luogo prima di progettare e di realizzare. Si usavano pochi materiali naturali, con l uso di regole sicure e consolidate, l architettura esprimeva valori con le forme e le tecniche. La ricerca si prefigge l obiettivo di riprendere gli archetipi, di analizzarli, comprenderli e riproporli, in modo da tutelare il patrimonio storico-artistico nel contesto regionale, analizzandone la formazione e la diffusione in riferimento al territorio, esaminandone le caratteristiche culturali e tecniche. Ritornare alla valorizzazione degli archetipi è una meta finalizzata a difendere il patrimonio storico-artistico-culturale del territorio, da cui derivare proposte di intervento. Detta metodologia porta immediatamente alla riflessione su come vogliamo il paesaggio del domani, ci fa riflettere su come lo volevano e rispettavano gli antenati, come è stato trasformato da chi ha dimenticato per tanti anni il valore del paesaggio. Riprendere le idee-metodi degli antenati, è un modo per analizzarci e ripercorrere la strada indicata dalle opere realizzate, dopo la desolazione, paesi e città distrutte. Tutto da riesaminare per evitare danneggiamenti, che hanno portato non solo alla cementificazione, all omologazione, ma anche alla distruzione del paesaggio e di tutta la sua memoria amata dai grandi che ci hanno preceduto.
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Andriolo, Stefano. "Ecomusei in Alto Adige / Südtirol: presupposti normativi e contributo alla progettazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract (sommario):
Il termine Ecomuseo deriva dal greco οἶκος da intendersi come l’insieme delle relazioni all’interno di una comunità e delle interazioni tra la comunità e il territorio. Si tratta di un particolare processo di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio locale, materiale e immateriale. In mancanza di una legge quadro nazionale, in Italia finora sono state dodici le regioni e le province a sancire autonomamente l’istituzione e il riconoscimento degli Ecomusei, promuovendone la creazione. La Provincia Autonoma di Bolzano non è ancora dotata di uno strumento normativo per il riconoscimento degli Ecomusei. Si è pertanto valutata la possibilità di applicare lo strumento alle particolari condizioni socio-culturali del territorio sudtirolese. L’indagine è stata svolta a partire dall’analisi dei presupposti necessari alla realizzazione di un Ecomuseo generalmente condivisi dalle normative quali l’omogeneità culturale e la presenza di beni di comunità. Entrambi i criteri hanno richiesto di essere interpretati, sulla base di indagini storiche, sociali e culturali, svolte sotto il profilo architettonico, analizzando non solo la produzione edilizia nel tempo, ma anche i contenuti politici e culturali, la variazione della percezione del costruito da parte della popolazione e la conseguente evoluzione nell’approccio nei confronti della preesistenza. Verificate le condizioni di applicabilità dei criteri si è proceduto alla progettazione di un Ecomuseo Interculturale per la città di Merano (EIM), valutandone oggetto, finalità e struttura. Il progetto ha compreso anche la proposta di una sede per l’Ecomuseo, realizzando uno studio per il restauro di un’officina ferroviaria dei primi del Novecento riconoscendo in essa un importante documento di cultura materiale. In conclusione è stata quindi elaborata una proposta per un progetto di legge provinciale in materia di Ecomusei, quale fattore fondamentale per la loro organizzazione, promozione e diffusione.
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RAVAGLIA, PIETER. "Valorizzare le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti agroalimentari italiani attraverso un approccio multidisciplinare che integra l'analisi Life Cycle Assessment con ulterriori informazioni che documentano gli impatti sociali, culturali ed economici delle attività produttive sul paesaggio e sulle comunità locali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53794.

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Abstract (sommario):
La normativa comunitaria ha favorito lo sviluppo di sistemi di qualità certificati. Oggi la CE sta guidando il sistema qualità verso un nuovo orizzonte: la valutazione delle prestazioni di sostenibilità di prodotti e organizzazioni, e lo sta facendo attraverso la metodologia dell'Impronta Ambientale (EF). A livello nazionale dal 2009 il Ministero dell'Ambiente sta promuovendo un intenso programma di valutazione delle prestazioni ambientali dei prodotti e di riduzione delle emissioni di gas serra delle imprese italiane. Una delle iniziative di maggior successo è il progetto VIVA "La Sostenibilità della vitivinicoltura in Italia". Con la pubblicazione del decreto Ministeriale n. 56 del marzo 2018 che approva lo schema volontario Made Green in Italy per l'applicazione della metodologia PEF in Italia, e con la pubblicazione del PEFCR per “Still and sparkling wine”. È chiaro che sia a livello nazionale che europeo la direzione intrapresa va verso la metodologia EF dalla Commissione Europea. Supponendo che il protocollo VIVA possa essere influenzato anche dall'evoluzione del metodo EF; sono state valutate le possibili implicazioni legate ad una futura transizione da VIVA alla PEF, effettuando anche uno studio PEF su 27 prodotti certificati VIVA con un confronto di prestazioni tra i prodotti VIVA e i benchmark europei.
EU regulations have favoured the development of certified quality schemes. Today the EC is driving the quality sector towards a new horizon; the evaluation of sustainability performance of product and organizations, and is doing it through the Environmental Footprint Methodology. At national level since 2009 the Italian Ministry for the Environment Land and Sea is promoting an intense programme for the evaluation of products’ environmental performances and for the reduction of Italian companies’ greenhouse gas emissions. One of the most successful initiative is the VIVA “Sustainability and Culture” project addressed to the wine sector. With the release of the IMELS decree n. 56 of march 2018 approving the Made Green in Italy Voluntary Scheme for PEF methodology application in Italy, and with the publication of the PEFCR for still and sparkling wine. Is clear that the direction taken at national and European level goes toward the EF methodology developed by the European Commission Assuming that the VIVA protocol may also be affected by EF evolution; possible implications linked to a future transition from VIVA to PEF were evaluated, also carrying out a PEF assessment of 27 VIVA certified products with a performance confrontation between the VIVA products and the European benchmarks.
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RAVAGLIA, PIETER. "Valorizzare le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti agroalimentari italiani attraverso un approccio multidisciplinare che integra l'analisi Life Cycle Assessment con ulterriori informazioni che documentano gli impatti sociali, culturali ed economici delle attività produttive sul paesaggio e sulle comunità locali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53794.

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Abstract (sommario):
La normativa comunitaria ha favorito lo sviluppo di sistemi di qualità certificati. Oggi la CE sta guidando il sistema qualità verso un nuovo orizzonte: la valutazione delle prestazioni di sostenibilità di prodotti e organizzazioni, e lo sta facendo attraverso la metodologia dell'Impronta Ambientale (EF). A livello nazionale dal 2009 il Ministero dell'Ambiente sta promuovendo un intenso programma di valutazione delle prestazioni ambientali dei prodotti e di riduzione delle emissioni di gas serra delle imprese italiane. Una delle iniziative di maggior successo è il progetto VIVA "La Sostenibilità della vitivinicoltura in Italia". Con la pubblicazione del decreto Ministeriale n. 56 del marzo 2018 che approva lo schema volontario Made Green in Italy per l'applicazione della metodologia PEF in Italia, e con la pubblicazione del PEFCR per “Still and sparkling wine”. È chiaro che sia a livello nazionale che europeo la direzione intrapresa va verso la metodologia EF dalla Commissione Europea. Supponendo che il protocollo VIVA possa essere influenzato anche dall'evoluzione del metodo EF; sono state valutate le possibili implicazioni legate ad una futura transizione da VIVA alla PEF, effettuando anche uno studio PEF su 27 prodotti certificati VIVA con un confronto di prestazioni tra i prodotti VIVA e i benchmark europei.
EU regulations have favoured the development of certified quality schemes. Today the EC is driving the quality sector towards a new horizon; the evaluation of sustainability performance of product and organizations, and is doing it through the Environmental Footprint Methodology. At national level since 2009 the Italian Ministry for the Environment Land and Sea is promoting an intense programme for the evaluation of products’ environmental performances and for the reduction of Italian companies’ greenhouse gas emissions. One of the most successful initiative is the VIVA “Sustainability and Culture” project addressed to the wine sector. With the release of the IMELS decree n. 56 of march 2018 approving the Made Green in Italy Voluntary Scheme for PEF methodology application in Italy, and with the publication of the PEFCR for still and sparkling wine. Is clear that the direction taken at national and European level goes toward the EF methodology developed by the European Commission Assuming that the VIVA protocol may also be affected by EF evolution; possible implications linked to a future transition from VIVA to PEF were evaluated, also carrying out a PEF assessment of 27 VIVA certified products with a performance confrontation between the VIVA products and the European benchmarks.
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MALANDRA, FRANCESCO. "Land use/cover shifts and wildfires as drivers of mountain forest landscape dynamics in the Apennines (Italy)". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274504.

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Abstract (sommario):
Con questa tesi di dottorato sono state studiate le dinamiche di paesaggio dell’Italia peninsulare legate a processi di cambiamento di copertura/uso del suolo e ai recenti incendi, nel contesto del cambiamento climatico in atto. I cambiamenti di uso del suolo sono stati analizzati principalmente nelle aree montane dell’intero arco appenninico, mentre gli effetti sul paesaggio di due recenti e rilevanti stagioni di incendi sono stati analizzati estendendo l’area di studio all’Italia peninsulare e alle due isole maggiori (Sardegna e Sicilia). In primo luogo, abbiamo ritenuto appropriato l’utilizzo di una meta-analisi come strumento preliminare di sintesi di dinamiche eterogenee evidenziate da molteplici casi di studio situati su un’ampia area geografica, poiché la ricerca in materia adotta solitamente un approccio basato sul singolo caso di studio nell’analisi del cambiamento. Dopo aver selezionato 51 articoli pubblicati e 57 relativi casi di studio, abbiamo esaminato i dati e standardizzato la metodologia di trattamento degli stessi per ottenere una nuova serie di dati omogenei per un’analisi comparativa delle dinamiche di paesaggio. Il passo successivo è stato quello di adottare una metodologia standard di campionamento di repliche di paesaggi per quantificare i cambiamenti a scala regionale. Abbiamo selezionato 10 siti rappresentativi lungo l’Appennino e studiato i cambiamenti di copertura e di struttura del mosaico paesaggistico confrontando diverse esposizioni (Nord-est vs Sud-ovest) e fasce altitudinali (bassa vs alta quota) e analizzando i fattori principali che influenzano le dinamiche bosco/non-bosco. I recenti cambiamenti di uso/copertura del suolo e del clima presso tutto il bacino del Mediterraneo hanno stanno alterando il regime storico di incendi e portando all’aumento della loro frequenza, superfice e severità. Nell’ultimo capitolo, abbiamo creato un database di grandi incendi forestali (> 100 ha) attraverso tecniche di telerilevamento e specifici criteri di selezione, al fine di studiare le caratteristiche, la severità e gli effetti sul paesaggio di due rilevanti stagioni di incendi forestali (2007 e 2017) nell’Italia peninsulare e principali isole. I risultati preliminari ottenuti offrono un quadro comparativo delle caratteristiche di grandi incendi di annate particolarmente siccitose, che si stima saranno sempre più frequenti nel contesto del cambiamento climatico in atto.
This research aimed to study landscape dynamics along the Italian peninsula, due to land use/cover shifts and recent wildfires, within the contest of climate change. Land use changes were mainly focused on the mountain areas along the whole Apennines range, whereas the landscape effects of two recent and extreme fire seasons were assessed along the Italian peninsula and the two major islands (Sardinia and Sicily). Firstly, we considered a meta-analysis an appropriate and preliminary tool for summarizing general patterns and heterogeneous findings from several case-studies over a large geographic area, since land-use science usually adopts the case-study approach to investigate landscape changes. Out of 51 published articles and different databases that referred to 57 case-studies, we explored heterogeneous data sets and standardized the processing methods to obtain a new set of homogeneous data for a comparative landscape change analysis. Secondly, we used a replicate landscape approach and a systematic sampling design for quantifying changes at regional scale. We selected 10 representative sites located along the Apennines and investigated land-cover changes and landscape configurational shifts comparing different slope aspects (North-East vs South-West slopes) and altitudinal zones (low elevation vs high elevation) and assessing the main drivers of the non-forest/forest dynamics. Recent changes of land use/cover and climate in the Mediterranean basin altered historical fire regimes and led to an increase of the frequency, area and severity of wildfires. In the last chapter, we created a dataset of large wildfires (>100 ha) using remote sensing techniques and adopting specific selection criteria in order to study the occurrence, the severity and the landscape effects of two major forest fire seasons (2007 and 2017) in peninsular Italy and Sicily and Sardinia islands. Preliminary results offer a comparative picture of large fire features in dry years which are expected to occur more frequently in a climate change scenario.
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DI, GIOVANNI LUCA. "La pianificazione del paesaggio: i principi e le prime esperienze attuative". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1000807.

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MORETTI, MICHELA. "La molteplicità delle componenti della percezione nell'interpretazione del paesaggio. Ipotesi di valorizzazione di percorsi nel Monte Amiata". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592726.

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ZANDOMENEGHI, Maria Elisabetta. "Il paesaggio di pietra nella Lessinia occidentale". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343880.

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Abstract (sommario):
Il paesaggio di pietra nella Lessinia occidentale Negli ultimi tempi i temi relativi alla montagna e al suo contesto hanno conosciuto un rinnovato interesse dopo anni di oblio. Il concetto di montagna, l’istituzione di parchi e di aree protette, la tutela e la conservazione degli ecosistemi fragili, la gestione dei territori marginali con l’attività delle comunità montane sono solo alcuni degli ambiti che sono diventati oggetto di studio di più discipline oltre che di scontro economico e politico. Tra i temi che maggiormente stanno indirizzando l’analisi della comunità scientifica nazionale e internazionale, emergono l’identità culturale, alcuni contesti paesaggistici e peculiari forme di assetto territoriale, che per secoli hanno tenuto in equilibrio un ambiente particolarmente fragile dal punto di vista idrogeologico. L’input che ha portato ad indagare sul paesaggio di pietra è stato certamente l’incessante e diffuso accento posto sulle problematicità del paesaggio, inteso in senso lato, a diverse scale. Interventi sovradimensionati, pianificazioni non consone al contesto, cementificazione e massificazione di stereotipi edilizi hanno innescato una destrutturazione di ambiti paesistici un tempo omogenei, ed oggi ridotti ad assiemi informi “senz’anima”. Di conseguenza si è fatta forte l’esigenza di analizzare, conoscere, comprendere e operare per una nuova sensibilizzazione ai valori dell’armonia del paesaggio inteso come insieme irrepetibile e diverso dagli altri in quanto prodotto secolare dell’interazione Uomo-Ambiente; un atteggiamento questo che, lungi dal ripetere gli errori del passato, più concretamente è volto a difendere, valorizzare e governare aree di riconosciuto valore paesaggistico, al pari di aree troppo spesso dimenticate. La rinnovata ricerca di un più corretto rapporto tra l’ambiente e le comunità che lo abitano ha prodotto un interesse per quei “paesaggi perduti”, testimonianze di valori quasi sempre in antitesi con quelli proposti dagli stili di vita del mondo attuale, ma non ancora protagonisti di una memoria collettiva condivisa. La ricerca ha inteso focalizzare uno specifico carattere del paesaggio, che ha contrassegnato l’area non solo con i suoi elementi fisici ma che ha pure determinato numerosi aspetti culturali, a partire dal linguaggio. L’elemento unificatore e identificativo è la pietra di Prun o lastame calcareo, una risorsa che gli abitanti hanno saputo utilizzare nei più diversificati ambiti della vita abitativa, sociale, economica. È un paesaggio che ancor oggi nelle forme, negli usi e nelle tradizioni rispecchia modi di vita tradizionali, pur soffrendo in alcuni casi l’abbandono e il degrado. Il percorso intrapreso nello studio del paesaggio di pietra ha origine dal luogo di produzione del materiale litoide. La cava infatti, risulta essere non soltanto un semplice luogo di estrazione del materiale, ma diventa parte intrinseca di un paesaggio (ieri, con le cave in galleria; oggi, con le cave a cielo aperto), a causa degli squarci che risaltano sulla superficie dei pendii. La pietra, per la dimensione delle lastre, le tonalità dei colori, l’uso dei conci, caratterizza tutti gli elementi costruttivi in base all’ambito di interesse/utilizzo/scopo e, pertanto, tali manufatti sono stati suddivisi in elementi edilizi, sociali, produttivi, culturali e di devozione, rilevandone gli aspetti storici, culturali, geografici, economici e umani. L’ultima parte della ricerca considera il paesaggio di pietra come bene culturale e attraverso la disanima delle misure legislative cerca di verificarne la possibile tutela, conservazione e recupero, anche attraverso la descrizione di alcuni casi specifici. La risorsa, denominata lastame o pietra di Prun, si estrae in tre Comuni (Sant’Anna d’Alfaedo, Negrar, Fumane) ma la sua diffusione si amplia su un vasto areale che tende ad espandersi anche su scala internazionale grazie alla sapiente abilità di sfruttare il materiale con la moderna tecnologia. L’evoluzione del paesaggio attraverso le trasformazioni demografiche, insediative, economiche e sociali, è stata ricercata sulla numerosa bibliografia locale, ma l’indagine della letteratura esistente è accompagnata da numerosissime uscite sul campo, alla ricerca di elementi in grado di far comprendere la diversità d’uso nell’uniformità del materiale. Nel cammino di ricerca risulta indispensabile l’esplorazione del territorio oggetto di studio e l’incontro e il dialogo con persone che vivono quotidianamente immerse in questo paesaggio possono far comprendere l’importanza della pietra, testimone di valori identitari radicati e ancora difesi.
The stone’s landscape of western Lessinia In the last few years, topics related to the mountain and its environment have seen a renewed interest after years of neglect. The concept of mountain, the establishment of parks and protected areas, the protection and conservation of fragile ecosystems, the management of marginal areas with the activity of the mountain communities are just some of the fields that are now being studied in several disciplines as well as economic and political confrontation. Among the themes, that are mainly directing the national and international scientific community, are emerging the cultural identity, some landscape contexts and the peculiar territories layout that for centuries have held in equilibrium a particularly fragile hydro-geological environment. The input that led to investigate the stone’s landscape was certainly the incessant and widespread emphasis on the problematic nature of the landscape, broadly conceived, at different scales. Oversized interventions, planning not appropriated to the context, overbuilding and overcrowding of stereotyped building have triggered a disintegration of landscape areas a time homogeneous, and now reduced to"soulless" inform assemblies. As a consequence there is now a strong need to analyze, know, understand and work for a new awareness of the values of harmony of the landscape intended as an unrepeatable whole, completely different from the others, as it is a secular product of the human-environment interaction. Such attitude is far from repeating the mistakes of the past and more specifically it aims to defend, govern and enhance areas of acknowledged amenity value, areas too often forgotten. The renewed research for a more correct relationship between the environment and the communities has produced an interest in those "lost landscapes", evidences of values nearly always in contrast to those proposed by the lifestyles of today's world, but not yet protagonists of a shared collective memory. The research aimed to focus on specific character of the landscape, which marked the area not only with its physical elements but also with many cultural aspects, starting from the language. The unifying and identifying element is the stone of Prun, a resource that people were able to use in many different social and economic fields. It is a landscape that still today in its forms and uses reflects traditional ways of life, though suffering some cases of abandonment and degradation. The path taken in the study of the stone’s landscape started from the area of production of the lithoid material. The quarry in fact, turns out to be not just a simple place of extraction of material, but it becomes an intrinsic part of a landscape (yesterday, with quarries in tunnel; today, with quarries in open air), due to the gashes that stand out on the surface slopes. The stone, according to the size of plates, the tone of colours, the use of segments, characterises all the constructive components on the bases of interest / use / purpose, and therefore these products have been divided into building, social, productive, cultural and devotion elements, pointing out the historical, cultural, geographical, economic and human aspects. The last part of the research considers the stone as cultural landscape and through the close examination of the legislative measures it attempts to verify a possible protection, conservation and recovery, including the description of some specific cases. The resource, called stone of Prun, is extracted in three municipalities (Sant'Anna d'Alfaedo, Negrar and Fumane) but its distribution expands over a vast range that tends to grow even on an international scale thanks to the ability of exploiting the material with modern technology. The evolution of the landscape through the demographic, settlement, economic and social changes was inquired on numerous local references, but the survey of the existing literature was accompanied by numerous field trips, in order to search elements capable to make understand the diversity of uses in the uniformity of the material. In the process of research it is essential to explore the studied area, meet and communicate with people who daily live immersed in this landscape as they can convey the importance of the stone, witness of identity rooted values that are still defended.
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FIORELLO, Valentina. "Luci sul paesaggio. I fari della Sicilia beni culturali tra realtà e percezione". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3214294.

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Abstract (sommario):
Nell’ambito di un ampio progetto finalizzato allo studio della conoscenza, del recupero e della valorizzazione dei Beni Culturali, al fine di un loro inserimento in circuiti turistici, la tematica proposta riguarda una indagine su una tipologia di Beni, i fari, che hanno contribuito a costruire la storia del territorio italiano. Si tratta, spesso, di un patrimonio culturale abbandonato, che rischia di essere cancellato, in una sorta di abdicazione alla semantica dei luoghi fatta di saperi, tradizioni, linguaggio, modelli sociali. L’indagine si propone di individuare come la conservazione e la valorizzazione di tali beni può diventare parte integrante delle politiche locali di promozione del territorio, contribuendo al contempo al recupero di una identità culturale smarrita. Obiettivo finale della ricerca è la sistematizzazione dei risultati delle singole indagini condotte nelle varie aree della Sicilia. La realizzazione del progetto parte dall’ausilio dei recenti progressi ottenuti nell’ambito del “Progetto Valore Paesi Fari”, realizzato dall’Agenzia del Demanio e Difesa Servizi SpA, e che riguarda specificatamente il recupero dei fari italiani con un’attenzione particolare per le aree che necessitano di sviluppo territoriale e sociale, in una logica di partenariato pubblico-privato. In questo particolare momento storico, in cui il dibattito scientifico è incentrato, a tutti i livelli, sulla necessità d’introdurre nuovi modelli di ecosviluppo e sull’importanza di interpretare il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico come “catalizzatore economico”, il recupero e la valorizzazione di questi Beni Culturali diventa matrice di identità e possibile strumento di sviluppo.
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COLACECI, SARA. "La rappresentazione del paesaggio tra espressività e scienza. Sistemi informativi per la conoscenza del patrimonio territoriale culturale". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1628852.

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Abstract (sommario):
Tema della ricerca è la possibilità di indagare intorno alla rappresentazione del paesaggio secondo il punto di vista dell’architetto, il quale volge la sua attenzione non soltanto al manufatto architettonico, bensì ai contesti ambientali in cui i manufatti architettonici si inseriscono. La ricerca si propone di esplorare la rappresentazione del paesaggio attraverso contenuti teorici, metodologie e sperimentazioni che coinvolgono i sistemi informativi in uso nella contemporaneità con lo scopo di capire quanto essi siano esaustivi alla lettura e alla rappresentazione del paesaggio, evidenziandone le problematiche irrisolte, gli aspetti innovativi e le potenzialità. L’obiettivo è comprendere in che modo tali sistemi riescono a legare il ruolo dell’Informazione alla centralità della Rappresentazione. Se l’Informazione, intesa come complesso di dati numerici, testuali e grafici, è il fulcro su cui si fondano tali sistemi, lo scopo è capire in che modo essa si traduca in linguaggio grafico, espressivo, comunicativo della Rappresentazione. Le sperimentazioni in ambiente di Geographic Information System e di Information Modeling sono condotte al fine di comprendere quanto gli aspetti metodologici e tecnici propri dei singoli sistemi informativi possano essere usati per l’analisi e la conoscenza dei contesti in cui viviamo. Rappresentazioni mappali e modelli tridimensionali con i loro attributi informativi in ambiente Geographic Information System affrontano la scala antropogeografica, indagando la relazione tra fattori fisici e fattori antropici, le componenti del paesaggio e i sistemi vegetazionali. Modelli tridimensionali, unitamente all’apparato informativo, in ambiente di Information Modeling affrontano, invece, le singole architetture vegetali. Il tema della conoscenza è centrale in una ricerca che si occupa dei contesti, che possono essere soggetti a gestione, tutela, conservazione, riqualificazione, valorizzazione. Condizione prioritaria, dunque, per tali interventi è proprio la conoscenza puntuale e sistemica delle componenti del paesaggio.
The research topic is the possibility of investigating the representation of the landscape from the point of view of the architect, who turns his attention not only to the architectural artefact, but to the environmental contexts in which the architectural artefacts are inserted. The research aims to explore the representation of the landscape through theoretical contents, methodologies and experiments that involve the information systems in use nowadays, in order to understand how exhaustive they in reading and representation of the landscape, highlighting the unresolved problems, the innovative aspects and the potential. The goal is to understand how these systems manage to link the role of Information to the centrality of Representation. If information, understood as a complex of numerical, textual and graphic data, is the fulcrum on which these systems are based, the aim is to understand how it is translated into the graphic, expressive and communicative language of the Representation. Experiments in the Geographic Information System and Information Modeling environment are managed in order to understand how the methodological and technical aspects of individual information systems can be used for the analysis and knowledge of the contexts in which we live. Map representations and three-dimensional models with their information attributes in the Geographic Information System environment deal with the anthropogeographic scale, investigating the relationship between physical and anthropogenic factors, landscape components and vegetation systems. Three-dimensional models, together with the information system, in the Information Modeling environment, on the other hand, deal with individual plant architectures. The theme of knowledge is central in research that deals with contexts, which can be subject to management, protection, conservation, requalification, enhancement. A priority condition, therefore, for these interventions is precisely the precise and systemic knowledge of the components of the landscape.
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TIBERI, FLAVIA. "Paesaggi culturali: tra protezione e trasformazione". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1003663.

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Abstract (sommario):
La tesi di ricerca si propone di indagare le metodologie e gli strumenti adottati, nei diversi Paesi europei, per la protezione dei paesaggi culturali inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO, con particolare riferimento ai paesaggi della produzione vitivinicola, nei quali all’esigenza di protezione del paesaggio si affianca l’insito carattere di costante trasformazione, legato all’attività produttiva. Punti focali della ricerca sono stati la volontà di esaminare il rapporto esistente tra i due orientamenti strategici, la protezione e la trasformazione, solitamente pensati come antitetici, e la necessità di approfondire il significato dei criteri indispensabili per il riconoscimento del valore di eccellenza da cui dipende l’inclusione nella World Heritage List, vale a dire il significato di Outstanding Universal Value, Integrity e, nel caso del patrimonio culturale, Authenticity, quando applicati ad un paesaggio culturale essenzialmente evolutivo. A distanza di quaranta anni dall’adozione della Convention concerning the protection of the World Cultural and Natural Heritage (sottoscritta a Parigi il 16 novembre 1972), dall’analisi dei documenti prodotti dall’UNESCO emerge chiaramente un progressivo avvicinamento al concetto dell’importanza del paesaggio e dell’interazione tra i fattori naturali ed antropici, analogamente a quanto stabilito tramite la Convenzione europea (firmata a Firenze il 20 ottobre 2000), ma resta comunque una distanza tra le due visioni, sia da un punto di vista concettuale, che da un punto di vista applicativo, dal momento che gli obiettivi perseguiti dall’UNESCO mirano a favorire e sostenere politiche di conservazione del patrimonio dell’umanità e, nel caso specifico, a proteggere i paesaggi di straordinaria rilevanza e valore universale. A tale scopo, sono stati presi in considerazione sei siti appartenenti alla categoria dei paesaggi culturali evolutivi e viventi, per loro vocazione votati ad una continua trasformazione connessa all’opera dell’uomo, in cui si rendono necessarie forme peculiari di tutela che siano in grado di garantire il mantenimento della realtà dinamica cui sono soggetti. Questi siti, contraddistinti dalla produzione vitivinicola, hanno costituito i casi-studio sui quali si è fondata la parte applicativa della ricerca: sono stati selezionati all’interno del contesto europeo e sulla base dell’esistenza di opere antropiche che testimoniano una particolare interazione tra ambiente ed elementi delle tradizioni culturali. I paesaggi vitivinicoli selezionati, infatti, sono estremamente rappresentativi di questa relazione, che si traduce nella presenza diffusa di elementi costruiti atti a modificare l’assetto morfologico originario per favorire lo sviluppo della viticoltura e delle attività ad essa connesse (es: terrazzamenti, muretti a secco per il contenimento delle terrazze e, nel caso dell’Isola di Pico, muretti a secco per offrire protezione ai filari dai venti e dall’oceano). I casi-studio sono: - Alto Douro Wine Region (Portogallo); - Portovenere, Cinque Terre and the Islands: Palmaria, Tino and Tinetto (Italia); - Lavaux Vineyard Terraces (Svizzera); - Landscape of the Pico Island Vineyard Culture (Portogallo); - Val d’Orcia (Italia); - Wachau Cultural Landscape (Austria). Il tema dei paesaggi produttivi diventa, pertanto, luogo di verifica dell’effettiva idoneità sia delle indicazioni espresse dall’UNESCO che delle direttive contenute nella Convezione europea del Paesaggio, ma, soprattutto, della validità degli obiettivi prefissati a livello europeo relativi alla pianificazione e progettazione del paesaggio.
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Militi, Lucia. "Il Paesaggio della Valle dell'Alcantara: dalla scomposizione alla ricomposizione per il recupero dell'identità territoriale". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3119235.

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Abstract (sommario):
Il paesaggio della Valle dell’Alcantara è stato studiato nei suoi elementi costitutivi, legati sia alle peculiarità naturali che al processo di umanizzazione, al fine di procedere alla sua interpretazione per un puntuale processo di recupero dell’identità territoriale.
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MARZIANO, PIA. "Progettare nel paesaggio naturale: metodi e approcci dell’architettura contemporanea cilena (1990-2016)". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1076925.

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Abstract (sommario):
L’architettura cilena sin dagli inizi ha dovuto affrontare un territorio di grande scala, di presenza accogliente e includente che configura un paesaggio naturale percepito come remoto e vergine. A differenza dell’Europa, dove il monumentale è dato dall’architettura, in America il riferimento principale è dato dalla geografia. Questa concezione culturale del paesaggio porta a costruire l’architettura in un modo particolare, che nasce spontaneamente da un dialogo costante con la natura. “Fondare” nel territorio e “umanizzare” la natura diventano i due cardini della relazione tra Uomo e Natura e queste due “azioni” di definizione dei luoghi rappresentano anche i due paradigmi dell’architettura cilena contemporanea. È appunto dagli anni ‘90 in poi che inizia un periodo di ricerca di un’identità propria, emergendo un’architettura che sebbene prenda le virtù del Movimento Moderno e gli avanzamenti tecnologici, al tempo stesso riesce a stabilire diversi tipi di rapporto con il contesto naturale, avendo come riferimento da una parte la vastità di questo territorio e dall’altra la cultura locale che si è sviluppata in esso. La ricerca indaga dunque su come avviene il rapporto tra uomo-natura-architettura, facendo particolare attenzione all’influenza della dimensione territoriale nel processo di progettazione. Si individuano i diversi metodi e approcci progettuali al paesaggio naturale attraverso lo studio dei concetti relativi al tema e l’analisi teorico-critica dei progetti più significativi costruiti tra il 1990 e il 2016, essendo le chiavi di lettura di questi “Il paesaggio come architettura” inteso come la genesi del progetto nella dominante naturale e “L’architettura come paesaggio” che insegue la continuità delle tradizioni locali. In questo modo si cerca di dimostrare l’influenza della dimensione territoriale e della dimensione culturale nella progettazione e nella configurazione del nuovo paesaggio, nonché come questi aspetti consolidino una certa identità dell’architettura contemporanea cilena.
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BERTI, ELEONORA. "Itinerari culturali del Consiglio d'Europa tra ricerca di identità e progetto paesistico". Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592724.

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ANDREONI, ELENA. "VALORIZZAZIONE E RECUPERO DELLE AREE PROTETTE IN AMBITO URBANO: UNA STRATEGIA ATTUATIVA SULLA BASE DELLE INNOVAZIONI DEL CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO". Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/11573/918431.

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Abstract (sommario):
Oggetto della ricerca è l’eliminazione delle attività incompatibili presenti nelle aree protette in ambito urbano o metropolitano, perseguibile tramite il loro trasferimento, pianificato e governato dal soggetto pubblico, precisando che per incompatibilità si intende quella che viene esplicitamente riconosciuta dall’Amministrazione e/o dagli Enti gestori e determinata dagli strumenti urbanistici, senza entrare nel merito della valutazione che sta alla base di tale riconoscimento e dichiarazione. Obiettivo della tesi è stato quello di ipotizzare un percorso praticabile per le PA, basato sulla convergenza di strategie urbanistiche ed economiche. I diversi strumenti - urbanistici e non - e modalità, vengono proposti in una “combinazione” innovativa ma strettamente legata alle possibilità offerte dalla disciplina urbanistica, alla luce delle rilevanti novità giuridiche in campo di tutela paesaggistica e ambientale. La tesi è articolata in due parti distinte: nella prima si definiscono il tema di ricerca e le problematiche ad esso connesse, analizzando le possibilità di intervento finora attuate e i loro limiti; nella seconda viene proposta la strategia di intervento e ne vengono esaminate le componenti normativo- giuridiche, economiche e sociali. Valutando le diverse possibilità in mano alla Pubblica Amministrazione per intervenire nelle aree protette al fine di eliminare le attività incompatibili, si delineano in modo spiccato le difficoltà che caratterizzano questo tipo di manovre, nonostante a volte le normative prefigurino scenari diversi e meno complessi di quanto siano nella realtà. Le grandi problematicità riscontrate sono da imputarsi principalmente a fattori di tipo economico, di coordinamento istituzionale, di natura procedurale- normativa e organizzativa. È importante sottolineare che le possibilità di gestione delle attività incompatibili interne alle aree protette non sono state mai oggetto di un’indagine sistematica e organica, nonostante la presenza rilevante della problematica sul territorio; le soluzioni concrete attuate sul territorio – piuttosto rare - rispecchiano questa mancanza di sistematicità tanto nell’analisi quanto nella scelta delle modalità operative, che solitamente funzionano sulla base del singolo caso. Intento della tesi è proporre nuove ipotesi per la fattibilità delle operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica basate sull’eliminazione delle attività dichiarate incompatibili. Se considerare la tematica del tutto nuova nel panorama disciplinare è forse eccessivo, poiché in diverse realtà territoriali viene segnalata la presenza di attività e opere non compatibili con le aree protette e diverse leggi regionali ne danno riscontro, certamente innovativo è l’approccio proposto, che riconosce alla tematica una sua autonomia disciplinare. Il soggetto affrontato è infatti di grande rilevanza e necessita di una trattazione non solo teorica ma anche e soprattutto operativa specificamente disegnata per esso, a partire proprio dagli aspetti unici che questo tipo di conflitti mette in gioco. Non essendovi studi specifici, la costruzione della strategia che propongo è stata effettuata mettendo a sistema diversi aspetti. Da un lato l’analisi della problematica è stata fatta “sul campo”, tramite il lavoro di consulenza professionale da me svolto per la delocalizzazione delle attività site nel Parco Regionale dell’Appia Antica a Roma. La possibilità di verificare direttamente le maggiori difficoltà operative con cui debbono confrontarsi le Amministrazioni nel gestire l‘eliminazione delle attività incompatibili, ha costituito un serbatoio di esperienza indispensabile per mettere correttamente a fuoco anche le possibili soluzioni da proporre. D’altra parte le osservazioni desunte dalla pratica sono state spostare su un livello più teorico e generale. Posto che non vi sono stati che pochissimi esempi di risoluzione operativa della problematica – in particolar modo mi riferisco al caso di Montebelluna e al PAN Borsacchio – la ricerca ha proceduto secondo le linee indicate a seguire. È stata mia cura analizzare come altre realtà italiane o europee si confrontassero con due tematiche: il trasferimento di attività non compatibili con gli obiettivi pubblici, ancorché non localizzate in aree protette, e la gestione/acquisizione di porzioni di aree protette che correvano il rischio di essere edificate tramite il trasferimento di diritti edificatori ancora non esercitati. A partire da esse ho lavorato con una procedura che funzionasse “per esclusione” per verificarne l’applicabilità all’oggetto della ricerca. Per la prima tematica le metodologie operative utilizzate sono state cioè confrontate con gli elementi tipici di un’area protetta e con le limitazioni che essa impone per la sua stessa natura di pregio. Per la seconda tematica le metodologie sono state confrontate con le ulteriori problematiche sociali ed economiche esistenti nel caso di diritti edificatori esercitati, attività realizzate e operanti nel territorio. La conclusione di questa prima fase è stata da un lato la necessità di mettere a sistema tutela e valorizzazione – non impossibile, come dimostrato tramite alcuni casi studio – dall’altro l’opportunità di operare con meccanismi consensuali al fine di tutelare non soltanto l’area protetta ma anche gli aspetti sociali e occupazionali. Una volta stabiliti questi caratteri indispensabili, propri di una procedura operante in aree di pregio naturalistico – ambientale e con diritti di privati già ampiamente consolidati, ho aperto un confronto con le potenzialità offerte dalle innovazioni in campo giuridico – normativo e con le applicazioni in campo ambientale di alcuni principi economici che sono alla base del successo di altri tipi di strumenti di riqualificazione urbana. Per il raggiungimento dell’obiettivo hanno quindi giocato un ruolo fondamentale le innovazioni in materia di beni culturali e del paesaggio offerte dal nuovo Codice e gli studi di economia ambientale. Queste sono state confrontate con le limitazioni e i caratteri specifici dell’oggetto della ricerca, al fine di verificarne le possibili applicazioni. I principali elementi di novità che vengono avanzati nella trattazione riguardano infatti l’approccio complessivo che mette a sistema più strumenti e discipline per controllare e gestire il problema delle attività incompatibili. In primo luogo, secondo la proposta che avanzo in questa tesi, il piano paesaggistico, con i suoi contenuti rafforzati e innovati dal Codice Urbani, costituisce l’elemento di riferimento che ha il compito di recepire e organizzare ad una scala metropolitana o regionale la strategia nel suo complesso. Esso può infatti indicare quei progetti prioritari e divenire in tal modo la cornice strategica e l’atto di indirizzo per le delocalizzazioni e le riqualificazioni. Deve però coordinarsi con strumenti in grado di avere una operatività reale sul territorio, sia per poter agire in modo efficace dal punto di vista ricognitivo nell’individuazione degli elementi da trasferire, sia per poter operare dal punto di vista attuativo. A tal fine diviene indispensabile il coordinamento con un piano che abbia valenza urbanistica, piano dell’area protetta o piano urbanistico generale che sia. In altre parole è fondamentale che vi sia una convergenza di obiettivi tra i vari soggetti pubblici che hanno i poteri politici ed economici per poter intervenire sul territorio trasformandolo e riqualificandolo. La cooperazione e il dialogo tra gli Enti che sono a vario titolo coinvolti nella tematica, e la conseguente coerenza tra gli strumenti urbanistici che disciplinano il territorio, è indispensabile per ambire ad una reale efficacia. L’altro elemento forte su cui si basa la strategia che avanzo nella tesi risiede nella profonda convinzione della necessità di integrare contributi delle discipline economiche all’interno degli strumenti di pianificazione urbanistica, a partire dalla loro fase di ideazione- redazione. Solo la valutazione preliminare degli aspetti economici e finanziari in gioco consente all’Amministrazione Pubblica di governare e pianificare la manovra di trasferimento e acquisizione dei suoli liberati in modo realmente conveniente per la collettività. Gli elementi da considerare sono non soltanto quelli più “tradizionali” relativi alla stima dei costi degli interventi di tutela e riqualificazione dell’area protetta, ma anche quelli relativi alla valutazione economica delle esternalità e degli interessi immobiliari generati. La tesi indaga quegli aspetti di economia ambientale ritenuti basilari per costruire consapevolmente la struttura operativa di riqualificazione. Nel caso di un’area protetta infatti è necessario porre in essere nuove valutazioni e incentivi economici che inducano al trasferimento delle attività incompatibili, poiché la valorizzazione fondiaria normalmente utilizzata nelle politiche di riqualificazione urbana non può coesistere con le necessità di tutela proprie di un’area di pregio riconosciuto. L’elemento di innovazione che propongo di inserire all’interno degli strumenti urbanistici è la considerazione del valore edonico e della rendita posizionale da esso generata. Certamente questo aspetto, di grande interesse dal punto di vista applicativo, richiede una struttura tecnica in grado di interpretare e gestire in modo diverso il territorio. Gli Enti pubblici dovrebbero a tal fine, almeno in fase di redazione degli strumenti, formare e inserire in organico personale in grado di esaminare e proporre approcci multidisciplinari e che possieda elevate capacità gestionali. Per ciò che attiene il nuovo ruolo delle aree protette, che vedono passare il loro status da elemento da tutelare ad elemento che costituisce patrimonio collettivo e risorsa comunitaria, credo si tratti di un processo di trasformazione più ampio, già in essere nella nostra società, anche se i risultati in termini di approccio debbono ancora svilupparsi. Resta comunque di grande importanza il riconoscimento del valore collettivo del bene “ambiente e paesaggio” e questo richiede di porre la massima attenzione in fase di comunicazione e partecipazione per tutto ciò che attiene le trasformazioni nelle aree protette. La modalità di attuazione proposta si inserisce appieno nel dibattito sul trasferimento dei diritti edificatori che attraversa la disciplina urbanistica ormai da alcuni anni, e ne propone un’applicazione finalizzata alla riqualificazione ambientale. Rispetto alle fattispecie più indagate e approfondite, il caso oggetto di tesi si differenzia poiché i diritti edificatori sono già stati esercitati e questo pone in essere alcune problematiche specifiche, che rendono l’intera fattibilità più complessa. Infatti, se da un lato la manovra urbanistica di trasferimento potrà utilizzare quelle procedure “compensative” già ampiamente sperimentate – soprattutto in alcune regioni – e sulle quali ci si confronta da diversi anni, dall’altro ritengo vi siano alcune peculiarità specifiche che non possono essere trascurate. Affinché vi sia la possibilità di realizzare l’eliminazione delle attività incompatibili e l’acquisizione delle aree interessate al patrimonio pubblico è infatti necessario che l’operazione nel suo insieme sia conveniente anche per il privato. Tale convenienza è basata su un’attenta ponderazione del valore economico dell’operazione nel suo complesso e, nel caso di attività incompatibili in un’area protetta, non credo si possa prescindere dai valori edonici incorporati dall’attività svolta, né dai costi di dismissione dell’attività, sospensione e trasferimento, nonché eventuale bonifica dell’area ceduta. Tutti questi elementi devono essere valutati per la loro incidenza economica al fine di determinare non soltanto una permuta congrua, ma anche una localizzazione adeguata in termini di rendita posizionale. Rivestono inoltre non poca rilevanza le problematiche sociali, soprattutto in termini occupazionali. Questo ultimo aspetto, assieme alle valutazione delle difficoltà finanziarie in cui versano le amministrazioni, è fra quelli che mi hanno più fortemente indirizzata verso la creazione di una proposta che preveda una partecipazione alla manovra di trasferimento da parte delle aziende coinvolte spontanea e non coatta. Quindi, secondo l’ipotesi sviluppata, la partecipazione diviene legata alla capacità della Pubblica Amministrazione di renderla appetibile, incentivandola dal punto di vista economico e giuridico. Gli obiettivi che l’Amministrazione raggiunge in termini di liberazione e acquisizione dipendono dunque in certa misura dall’abilità dell’Amministrazione stessa nel costruire un percorso condiviso e conveniente; percorso del quale in questa tesi cerco di fissare alcuni elementi irrinunciabili. Indubbiamente l’elevata complessità del procedimento, ove non venga accuratamente controllata e gestita dal soggetto pubblico, rischia di comprometterne la fattibilità. Proprio per questo motivo ritengo sia indispensabile una regia d’insieme in grado di controllare le trasformazioni nel loro complesso, che indirizzi la strategia e ne verifichi in modo puntuale la coerenza, controllando che la flessibilità necessaria in questo tipo di operazioni non vada in alcun modo a compromettere gli obiettivi o la positività del bilancio dei risultati per la collettività.
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