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Articoli di riviste sul tema "Paesaggio Culturale"

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Venturi Ferriolo, Massimo. "Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur". TERRITORIO, n. 57 (giugno 2011): 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

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Abstract (sommario):
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
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김민동. "La Nozione Giuridica Del Paesaggio Culturale". Ilkam Law Review ll, n. 41 (ottobre 2018): 47–72. http://dx.doi.org/10.35148/ilsilr.2018..41.47.

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3

Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n. 2 (gennaio 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Abstract (sommario):
Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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4

Journals, FrancoAngeli, e Massimiliano Grava. "Dalle fabbriche ai nuovi spazi dell' innovazione: transizioni socio-economiche e mutamenti dei paesaggi della produzione". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n. 4 (dicembre 2021): 45–72. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12959.

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Abstract (sommario):
Il presente contributo si pone l'obiettivo di combinare l'analisi dei cambiamenti urbani generati dalle dinamiche di transizione socio-economica con lo studio delle trasformazioni di spazi industriali e l'emergere di segni e significati riconducibili ai nuovi paesaggi dell'innovazione. Partendo dagli approcci evolutivi applicati in campo geografico e adottando alcune chiavi di lettura di matrice storico-culturale elaborate dalla letteratura sul paesaggio, il lavoro ricostruisce la storia dei processi di industrializzazione, di abbandono e di recupero che hanno riguardato tre aree industriali, situate in contesti urbani di piccolee medie dimensioni della provincia di Pisa, e la loro trasformazione in luoghi dell'università, della cultura, dell'imprenditorialità high-tech. Oltre alla trattazione dei contenuti progettuali e del ruolo dei soggetti convolti, l'articolo mira ad evidenziare le nuove forme di materialità collegate ai paesaggi dell'innovazione e le interconnessioni con le tendenze di sviluppo post-fordista e le strategie promosse a livello locale.
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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini e Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n. 1 (marzo 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Abstract (sommario):
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio". STORIA URBANA, n. 125 (aprile 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract (sommario):
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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Dal Santo, Raul, e Lucia Vignati. "Ispirare il futuro del paesaggio culturale: il caso Parabiago". TERRITORIO, n. 82 (dicembre 2017): 114–19. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-082021.

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Consiglio dei Ministri (book author), Presidenza del, Dipartimento per gli Affari Regionali (book author), Dipartimento per l' Informazione e l'Editoria (book author) e Lydia M. Rende (review author). "Italia, territori, culture. Profili del paesaggio culturale italiano, regioni, simboli". Quaderni d'italianistica 25, n. 2 (1 giugno 2004): 158–59. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v25i2.9204.

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Inoue, Noriko, e Olimpia Niglio. "Paesaggio culturale e turismo sostenibile sull'isola di Hirado in Giappone". TERRITORIO, n. 85 (settembre 2018): 154–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-085018.

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Mussinelli, Elena, e Raffaella Riva. "Ecomusei e musei di comunità per la valorizzazione del paesaggio culturale". TERRITORIO, n. 82 (dicembre 2017): 78–86. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-082018.

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Annalinda Neglia, Giulia. "Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n. 130 (aprile 2021): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Abstract (sommario):
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Rossi, Nello. "Magistratura democratica tra eresia e riforma (Riflessioni a margine del libro di Giovanni Palombarini e Gianfranco Viglietta". QUESTIONE GIUSTIZIA, n. 1 (marzo 2012): 171–81. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-001009.

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Abstract (sommario):
1. La storia di Magistratura democratica nel quadro della storia del Paese2. Gli apporti dei magistrati di Md alle trasformazioni del paesaggio della giurisdizione: tre grandi fratture con il passato3. All'origine c'č stato sempre un sentimento4. Dalla rottura con la corporazione al principio di responsabilitŕ sociale e culturale per i provvedimenti giudiziari5. L'eguaglianza di fatto e il garantismo6. Dalla scelta di campo alla ricerca di una nuova definizione di imparzialitŕ7. E oggi? Md č "eresia" o "riforma"?
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Belloni, Eleonora. "Questione ambientale e paesaggio: i "tabù" della politica infrastrutturale. Voci critiche negli anni del miracolo economico". ITALIA CONTEMPORANEA, n. 295 (maggio 2021): 165–85. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295008.

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Abstract (sommario):
Ogni modello di mobilità porta con sé delle criticità ambientali: i progressi nella mobilità rappresentano un superamento di alcuni ostacoli, ma al contempo ne creano altri. La questione, se si pone con evidenza già con la prima infrastrutturazione legata alla costruzione delle vie ferrate nell'Italia postunitaria, e si delinea poi con l'ampliamento della rete stradale negli anni tra le due guerre, assume tuttavia contorni più precisi nel secondo dopoguerra. Alla luce di questa nuova consapevolezza anche il dibattito sulle infrastrutture ha conosciuto un ampliamento di prospettiva, dove all'approccio dominato dall'idea del progresso tecnologico e del diritto alla mobilità a ogni costo se ne è affiancato un altro che ha aggiunto al dibattito temi quali la sostenibilità, la tutela del paesaggio e, in ultima analisi, l'idea di progresso come benessere sociale. Il saggio affronta queste tematiche ricostruendo il dibattito - animato da specialisti del settore ma anche da nuovi soggetti della scena culturale italiana, quali "Italia Nostra" - che ha portato alla formazione di una nuova consapevolezza delle ricadute ambientali delle strutture materiali della mobilità. Parole chiave: Mobilità, Sostenibilità, Strade, Infrastrutture, Paesaggio, Italia Nostra
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Carillo, Saverio. "Paesaggio culturale italiano e secolarizzazione. Idiomi e narrazione dei monumenti nella rappresentazione novecentesca del sacro". Quaderni d'italianistica 41, n. 1 (31 dicembre 2020): 135–51. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i1.35898.

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Abstract (sommario):
L’architettura e gli spazi urbani delle città italiane, nei primi decenni successivi al Secondo conflitto mondiale, appaiono rappresentare in chiave figurata i contenuti di un nuovo innesto comportamentale sulla tradizionale edilizia che si confrontava con le coordinate contemporanee del consumismo. La definizione di un’inedita gamma valoriale — suscitata dalla modernità — viene sperimentata nella modifica degli atteggiamenti sottoscritti dalla popolazione rurale, per i quali non mancavano le osservazioni critiche di intellettuali come Pier Paolo Pasolini, che avvertiva, preoccupato, quanto potesse essere infido, per quella umanità, il cedere alla lusinga del comfort. Simili richiami alla responsabilità e al guardare con prudenza ai moderni ritrovati andavano interessando anche i prodotti di architettura, soprattutto per gli edifici sacri — da ricostruire o da realizzare ex-novo — che cedendo il passo alla modernità andavano rinunciando, in molti casi, all’implicita genesi di “opera monumentale,” essendo, per antonomasia, i luoghi di culto riconosciuti, da sempre, quali edifici identitari. Il sacro e l’architettura del sacro “subiscono” o “inverano” un processo di “desacralizzazione” per divenire testimonianze secolari.
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Pugliano, Antonio. "Studi per la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio culturale e del paesaggio di Tivoli." Boletin de Arte 37 (30 ottobre 2016): 157–74. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2016.v0i37.3276.

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Orioli, Lorenzo. "Alla ricerca del contributo americano alla costituzione della nostra agricoltura. Il Conuco: una pratica colturale pre-colombiana (taino) nell’agricoltura in Haiti (Caraibi)". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n. 154 (12 luglio 2022): 1–38. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2322.

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Abstract (sommario):
Riassunto Attraverso la descrizione della tecnica agronomica denominata conuco si ripercorrono le prime tappe della colonizzazione agraria dell’Isola di Hispaniola, a cominciare dall’arrivo di Colombo. Il periodo preso in esame arriva sino alle soglie del XVIII secolo. Sulla base della documentazione storica si è cercato di ricostruire il paesaggio naturale ed agrario isolano al momento dell’arrivo degli iberici e l’ottica culturale attraverso la quale essi interpretarono nuove specie di piante e nuove formazioni vegetali. AbstractIn this article, we describe an ancestral agronomic technique known as conuco. We retrace the first steps of the agrarian colonization of the Hispaniola Island. The historical period covered ranges from the Pre-Columbian era up to the Eighteenth Century. On the base of the travel reports written by the first Europeans, it has been possible to know what they had seen about the original landscape of the Island and their cultural vision and interpretation about new plant species and vegetation.
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Voltan, Eleonora. "Tra utopia e alteritá". Revista Eviterna, n. 12 (28 settembre 2022): 122–38. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi12.14953.

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Abstract (sommario):
A partire dal III secolo a.C. si delinea in maniera più nitida quella feconda ma, al tempo stesso, ambivalente relazione tra Egitto e Roma. Con la stipula del trattato di amicitia nell’anno 273 a.C., appaiono sempre più evidenti le ripercussioni sul piano politico, culturale, economico e religioso sul suolo italico. Peculiare interesse riveste anche il ruolo della produzione artistica generata dall’incontro-scontro tra il mondo romano e quello egiziano. In particolare, l’interesse di questo contributo è indirizzato verso l’elaborazione del paesaggio ispirato alla terra del Nilo nella produzione pittorica romana di I secolo d.C. La delineazione di questa tipologia iconografica si fonda su alcuni dettagli figurativi specifici, tra cui quelli legati al mondo della flora e della fauna. Un insieme di elementi che, fondendosi armoniosamente insieme, conducono verso la configurazione di un’ambientazione naturale tesa ad un’ideale di fluttuante utopia che, tuttavia, collide con l’insita portata di alterità dell’immaginario nilotico. Un’alterità fortemente vincolata alla presenza dei pigmei, figure contraddistinte nella maggior parte dei casi da tratti caricaturali e grotteschi, inseriti spesso in situazioni comiche, se non paradossali. Obiettivo del presente articolo è quello di mettere in luce la relazione chiaroscurale tra la “natura” costituente il paesaggio nilotico, ovvero la flora e la fauna tipica, riflesso di una cristallizzata utopia naturalistica, e l’elemento umano, in questo caso i pigmei, sinonimo di alterità per antonomasia, concretizzazione non tanto di una realtà esistente quanto più di uno status estraneo ai limiti del tempo e dello spazio umanamente concepiti.
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Cammarosano, Paolo. "I notai nella cultura medievale italiana". Italian Review of Legal History, n. 7 (22 dicembre 2021): 719–36. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16907.

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Abstract (sommario):
L’autore spiega come l’importanza dei notai in ambito urbano (un ambito che dal punto di vista culturale era dal secolo XII dominante rispetto ai territori) fosse molto superiore alla loro presenza numerica, che ruotava intorno al 4% della popolazione cittadina. Questa importanza derivava dal fatto che l’intervento notarile era imprescindibile nella redazione sia degli atti privati che delle scritture delle pubbliche amministrazioni. Poiché l’ascesa al notariato era principalmente il fatto di maestri artigiani, così l’acquisizione della professione notarile era il vertice di una doppia mobilità sociale, dall’acquisizione della maestranza artigiana, partendo normalmente dal discepolato, al passo successivo del notariato. Imprescindibile per questo passo era la padronanza della lingua latina, unica ammessa alla scrittura. Da questa padronanza i notai potevano ascendere a ruoli pubblici importanti e alla confezione di opere letterarie e scientifiche, dove il loro peso fu molto superiore a quel 4%. L’autore illustra il paesaggio di queste scritture e dell’epoca d’oro degli anni 1240-1340 circa.
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Martone, María. "Paesaggi culturali intesi come integrazione di processi dinamici: il vomero da luogo di delizie a luogo urbano". Norba. Revista de Arte, n. 41 (26 gennaio 2022): 117–42. http://dx.doi.org/10.17398/2660-714x.41.117.

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Abstract (sommario):
Il contributo illustra, attraverso gli strumenti della rappresentazione e del rilievo, le trasformazioni che il paesaggio della collina del Vomero a Napoli ha subito nel corso della storia, passando da "luogo di delizie" a "luogo urbano", continuando a caratterizzare il paesaggio dell’intera città. A tale scopo, si è ritenuto importante riconoscere e identificare, in uno spazio fisico, vissuto ed eterogeneo di un luogo, nel caso specifico, della collina del Vomero, i paesaggi culturali che contengono sia i segni del passato che quelli della contemporaneità. Delineare, quindi, quei processi dinamici che rappresentano la storia degli insediamenti umani in continua trasformazione, significa anche delineare il nostro patrimonio identitario, la cui conoscenza è necessaria per ritrovare il racconto di “chi siamo” e di “chi eravamo” e per costruire il futuro delle nuove generazioni.
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Raffaele Catuogno, Teresa Della Corte, Veronica Marino e Victoria Andrea Cotella. "Archeologia e architettura nella rappresentazione della c.d. Tomba di Agrippina a Bacoli, una ‘presenza preziosa’ tra genius loci e potenzialità di intervento." Mimesis.jasd 1, n. 1 (5 agosto 2021): 137–54. http://dx.doi.org/10.56205/mim.1-1.7.

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Abstract (sommario):
L’indagine nel sito architettonico-archeologico che fu antico teatro romano sul mare poi trasformatoin ninfeo - erroneamente denominato Tomba di Agrippina - intende affidare alla dimensioneastratta e conoscitiva della rappresentazione la restituzione dei significati del manufatto come‘presenza preziosa’ nel paesaggio urbano di Bacoli. L’approccio di indagine, avvicinandosialla insita dimensione metaprogettuale del rilievo, si propone di suggerire linee di indirizzo permirate strategie di rigenerazione del patrimonio culturale flegreo, laddove l’espansione urbana nonpianificata ci restituisce una mappa territoriale priva di segni di connessione tra le attuali zoneurbanizzate e i resti dei pregevoli manufatti antichi. Diffusamente, e in particolare nel caso inesame, i ritrovamenti archeologici rivelano problematiche compenetrazioni con l’edilizia moderna.I preziosi reperti, spesso ancora parzialmente interrati o inagibili, esigono decisioni e interventidi integrazione che facciano riferimento alle peculiarità territoriali e che, confermandone le azionidi tutela, consentano nuove forme di accessibilità ai siti, attivabili attraverso operazioni dirappresentazione digitale del patrimonio che implementino livelli di fruizione alternativi allavisita diretta.Muovendo da questa esigenza, l’orientamento metodologico della ricerca è inteso ad assumerela digitalizzazione dei processi in ogni fase di lavoro. Obiettivo prioritario è rendere disponibilimodelli tridimensionali del sito, sezionabili ed interrogabili secondo diversi livelli semantici,sia durante la prima fase di acquisizione dei dati (SAPR, TLS), sia in quelle successive dimodellazione (modello virtuale e ABIM) e di consultazione-interrogazione dei simulacri che siprestano a rappresentare in maniera efficace e propositiva il sistema spaziale complessivo e gliapparati figurativi puntualmente esaminati.
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Patterson, Helen, e Martin Millett. "The Tiber Valley Project". Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998): 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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Abstract (sommario):
IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Motta, R., M. Agnoletti, M. Marchetti, P. Mori, R. Romano, F. Salbitano, T. Sitzia e G. Vacchiano. "On the protection of cultural heritage in forest landscapes". Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 17, n. 6 (31 dicembre 2020): 109–13. http://dx.doi.org/10.3832/efor3690-017.

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Scarsella, Elena. "Dove osano le Aquile: Strategie di occupazione territoriale nei Vestini Cismontani (Abruzzo) tra l’Età del Ferro e la Romanizzazione". Cuadernos de Prehistoria y Arqueología de la Universidad de Granada 31 (17 dicembre 2021): 233–52. http://dx.doi.org/10.30827/cpag.v31i0.21111.

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Abstract (sommario):
L'Archeologia del mediterraneo ha spostato solo di recente la propria attenzione sull'entroterra e l'Archeologia delle montagne mediterranee è ancora un terreno ampiamente inesplorato. Nonostante l'apparente mitezza, infatti, questo tipo di paesaggio pone delle sfide che hanno contribuito a creare, nei secoli, fenomeni culturali unici nel loro genere e difficilmente inquadrabili in modelli culturali concepiti sulla base di territori meno frammentari e morfologicamente complessi. In questo articolo, attraverso il caso studio dell'Abruzzo settentrionale, ci si propone di osservare da vicino la risposta dei popoli pre-romani dell'Appennino centrale alle sfide poste da un paesaggio povero di risorse e spesso inospitale. L'attitudine a cambiamenti lenti e spesso solo apparenti sarà contestualizzata alla luce di un'interpretazione teorica che combini Archeologia e Antropologia.
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김민동. "Concetto di “Codice dei beni culturali e del paesaggio” in Italia". Ilkam Law Review ll, n. 33 (febbraio 2016): 311–32. http://dx.doi.org/10.35148/ilsilr.2016..33.311.

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Maculan, Simone. "APPUNTI SUL PAESAGGIO LIRICO VENETO". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 40, n. 2 (settembre 2006): 366–90. http://dx.doi.org/10.1177/001458580604000210.

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Aprile, Marcella. "Paesaggio, piano, progetto: problemi lessicali e altro". TERRITORIO, n. 60 (marzo 2012): 176–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-060028.

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Abstract (sommario):
The notion of landscape and the techniques for landscape design must necessarily be based on two principal regulatory provisions, the European Landscape Convention and in Italy the law on cultural heritage and landscape. Consideration must also be given to what is meant by the term ‘landscape' in normal and specialist parlance and to the nature of the training of landscape architects, because it is from all this that the ambiguities and misunderstandings that surround the notion of landscape originate. Consideration must also be given to the relations between planning and real and local transformations, because the contents and procedures for the formulation of designs depend on them. Landscape design must in fact construct systems of complex relationships, attribute new iconographic and economic values to places, put together natural and artifi cial, mineral and vegetable, material and intangible, real and virtual elements together.
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Jakob, Michael. "Il paesaggio alpino in quanto oggetto patrimoniale". Manipolazioni metasemiche del patrimonio 2 NS, Issue 2 Ns, July 2019 (15 giugno 2019): 35–42. http://dx.doi.org/10.30682/aa1902b.

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Abstract (sommario):
Observing the alpine landscape as a heritage object means reconstructing its aesthetic history, understanding those meanings and values that, over time, have led to its growing patrimonialization. A short history after all: it is in fact only since the second half of the eighteenth century that the Alps become, thanks to the scientific and artistic research, the object of aesthetic perception by European urban societies. A cultural and aesthetic construct that, starting from Haller and Rousseau, through Ruskin and other authors, goes as far as modern Alpine architecture. With a basic ambivalence: the immutability that the European aesthetic gaze has always conferred to the Alps, despite the continuous transformation and mutability of the Alpine landscape in real processes. The value of the Alps as a heritage, paradoxically depends, above all on the heritage still to be built, where this verb has primarily a conceptual value. The policies that automatically define the totality of the Alps as a heritage are not only actually impossible, but tend to create wastelands. The real care of the Alpine heritage therefore lies in its permanent reinvention.
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Sanna, Antonello. "Restaurare un paesaggio industriale: il caso di Carbonia". TERRITORIO, n. 62 (settembre 2012): 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062022.

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Abstract (sommario):
Established in the 1930s with the redesign of an entire area for coal mining purposes, Carbonia has developed a plan for the protection, conservation and reuse of its built heritage in the last decade, for which it received the 2011 award for landscape from the Council of Europe. The programme commenced with the change in the meaning of mining buildings to create a cultural and research centre to stand alongside ‘The Italian Centre for Coal Mining Culture'. The protection and development of the landscape was entrusted to the ‘Charter for architectural and urban quality' contained in the Urban Plan, which constituted the basis for the rules governing identity, design and modification. After the restoration of the public spaces and the central specialist buildings, the current objective is the ‘widespread restoration' of the residential fabric in a dialectic between conservation and modification.
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Kezich, Giovanni, e Sauro Lusini-Prato. "Scheuermeier in Toscana Uomo, terra, paesaggio e editoria locale". La Ricerca Folklorica, n. 38 (ottobre 1998): 135. http://dx.doi.org/10.2307/1479965.

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Lingiardi, Vittorio, e Nuccia Vono. "Scarti di genere: percorsi diagnostici, paesaggi umani". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n. 18 (settembre 2012): 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018008.

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Abstract (sommario):
Il rapporto tra sesso, genere e orientamento sessuale non č scontato. Esso viene condizionato dalle disposizioni biologiche, dalla storia individuale e dai contesti socio-culturali. A partire da questa complessitŕ, come dobbiamo considerare la diagnosi di Disturbo dell'Identitŕ di Genere? Il prodotto di una cultura normativa in tema di genere? La conseguenza nosografica di una declinazione "imprevista" dell'appartenenza al genere assegnato alla nascita? Una diagnosi da mantenere, da modificare o da rimuovere? E che legame c'č, se c'č un legame, tra le variazioni di genere e l'orientamento sessuale?
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Arantes, Antonio A. "Le pietre miliari del paesaggio urbano Il caso del Brasile". La Ricerca Folklorica, n. 28 (ottobre 1993): 17. http://dx.doi.org/10.2307/1480129.

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Mattone, Manuela. "Il patrimonio dell’elettricità: una risorsa culturale da valorizzare". Labor e Engenho 11, n. 4 (26 dicembre 2017): 426. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651200.

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Abstract (sommario):
I paesaggi e le architetture elettriche rappresentano una significativa testimonianza della storia che ha visto protagonisti numerosi paesi tra il XIX e il XX secolo. Si tratta di un patrimonio tuttora solo parzialmente indagato, rispetto al quale occorre farsi promotori di azioni volte a favorirne la conoscenza, la conservazione e non ultime la valorizzazione e fruizione da parte di un pubblico sempre più ampio e non necessariamente specializzato. I manufatti connessi alla produzione dell’energia idroelettrica e le tracce delle opere infrastrutturali resesi necessarie al momento della loro costruzione rappresentano una vera e propria risorsa culturale che, qualora integrata alle altre risorse presenti nei territori montani, potrebbe acquisire maggiore visibilità e leggibilità contribuendo a rendere questi ambiti appetibili e ricercati non solo per gli aspetti di carattere naturalistico e paesaggistico, ma anche storico-culturale, contribuendo alla loro riattivazione.
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Zanon, Bruno, Giorgio Tecilla, Roberto Paoli e Marco Piccolroaz. "Trentino. Territorio, paesaggio e architettura del regionalismo / Territory, landscape and critical regionalism in Trentino". Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi, n. 1 ns, november 2018 (15 novembre 2018): 138–51. http://dx.doi.org/10.30682/aa1801p.

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Abstract (sommario):
The progress of the practice and the debate on architecture in the Alpine region of Trentino, in the last fifty years, has been characterised by a pivotal role of the Autonomous Province, the local authority with key competencies in environmental matters and spatial organisation, on the one hand, and by the experimentation and the promotion of discussion events on architecture, on the other. In the Sixties, spatial planning was conceived as a key instrument to support the development of a mountain province. Change was the perspective, and this required the activation of landscape control procedures centred on the control of the quality of architectural projects. This was not enough to qualify the professional practice, although some architects were able to propose innovative projects and began to animate the cultural debate, to establish supra-local relationships and to consolidate the awareness of the role of the architectural project. The contributions proposed are aimed at critically examine such issues, with a particular focus on the experience of institutions such as the “Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio” within the Trentino School of Management, the “Osservatorio per il Paesaggio” within the Autonomous Province and the “Circolo Trentino Architettura Contemporanea”. Factors that led a decisive evolution of the spatial planning framework in the last decade, characterised by a new attention to the landscape and to the quality of architectural design, thanks to cultural initiatives, occasions of debate, and training paths.
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Żelazowski, Jerzy. "Edilizia residenziale nel paesaggio urbanistico di Tolemaide in Cirenaica". Światowit, n. 58 (14 settembre 2020): 123–52. http://dx.doi.org/10.31338/0082-044x.swiatowit.58.8.

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Abstract (sommario):
The article presents the private houses of Ptolemais’ inhabitants in the context of the history and urban development of a city with a thousand-year-long history. Four periods can be distinguished in the history of Ptolemais: the first since the creation of the city’s final spatial development plan in the 2nd century BC until the Jewish Revolt in 115–117 AD; the second in the 2nd–3rd centuries AD under the sign of development and growing aspirations of Ptolemais; the third in the 4th century AD until the first half of the 5th century AD, when the city served as the capital of the province of Libya Superior; and the fourth, from the end of the 5th century AD until the mid-7th century AD, in which Ptolemais, after a short period of crisis related to the nomad invasions, flourished again until the appearance of the Arabs, marking the end of the ancient city, although not the end of settlement in its area. Within this historical framework, changes in the city’s buildings and the transformation of private houses can be identified, and various cultural influences associated with the arrival of new residents at different times with their baggage of experience or with the more or less significant presence of representatives of the civil and military administration of the Roman Empire can be seen.
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김민동. "I reati di contraffazione delle opere d’arte nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio". Ilkam Law Review ll, n. 39 (febbraio 2018): 127–45. http://dx.doi.org/10.35148/ilsilr.2018..39.127.

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Lai, Franco. "L'acqua e il fuoco nella costruzione del paesaggio della Sardegna centro-orientale". La Ricerca Folklorica, n. 51 (1 aprile 2005): 85. http://dx.doi.org/10.2307/30033276.

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Ligi, Gianluca. "Le fonti che non parlano. Ipotesi per un'etnografia del paesaggio in Lapponia". La Ricerca Folklorica, n. 45 (aprile 2002): 71. http://dx.doi.org/10.2307/1480157.

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Corbisiero, Fabio. "Come apprendere ad essere un turista sostenibile attraverso le Aree Marine Protette: il caso del Parco Sommerso di Gaiola Napoli". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n. 126 (gennaio 2022): 151–72. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126009.

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Abstract (sommario):
Le Aree Marine Protette svolgono tre funzioni-chiave: preservare la biodiversità marina, contribuire all'economia locale, sostenere processi di fruizione turistica sostenibile. In Italia, le AMP vengono realizzate sia per la preservazione di paesaggi naturalistici sia come dispositivo di educazione ambientale. Questo saggio considera il caso del Parco Marino Sommerso di Gaiola a Napoli esplorando, attraverso l'approccio etnografico, le implicazioni socio-culturali che configurano un rapporto tra visitatori, tutela ambientale e pratica turistica.
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d’Incà Levis, Gianluca. "Efficacia dell’arte, strategie di rete e approccio trasformativo a paesaggio e patrimonio alpino". Manipolazioni metasemiche del patrimonio 2 NS, Issue 2 Ns, July 2019 (15 giugno 2019): 123–33. http://dx.doi.org/10.30682/aa1902i.

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Abstract (sommario):
Ever since 2011, Dolomiti Contemporanee (DC) has been operating on the contemporary identity of the mountain, and on the state of the Landscape, as well as the cultural, historic, and architectural Heritage inside the region of UNESCO’s Dolomites. Its research takes shape in the reactivation of large, issue-heavy industrial archaeology sites and compounds: former factories, former social villages, iconic architectural creations, with a great historical or aesthetic value, abandoned and underutilized, immersed in the powerful nature of the Dolomitic region. DC works on the redefinition of the mountain’s identity, building re-innovative and thematic critical images. In this sense, we refuse to recognize as an acceptable identity for the Alpine landscape the hotchpotch of stereotypical reductions which deliver a bland and reified vision of it, one that almost always involves plain and simple economic and touristic exploitation of the asset, to the detriment of its real potential’s nourishment. DC’s practice puts at the centre the need for re-enhancement and functional re-use of a few exceptional sites, which must be re-processed and re-activated. It is a responsible necessity of care and an opportunity for the regeneration of extraordinary underdeveloped sources of potential at the same time. Contemporary art, innovation culture, network strategies, those are some of the “techniques” through which such sites, so important in the past and now lifeless, are tackled, and morphed into cultural and artistic production centres, finally operative again, engines able to represent and provide new value to the territory.
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Antonello, Pierpaolo. "PAESAGGI DELLA MENTE. SU ITALO CALVINO". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 32, n. 1 (marzo 1998): 108–31. http://dx.doi.org/10.1177/001458589803200106.

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Settis, Salvatore. "Lo sguardo di Giano". International Journal of Cultural Property 27, n. 4 (novembre 2020): 489–93. http://dx.doi.org/10.1017/s0940739121000035.

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Abstract (sommario):
Il CoViD-19 contamina i corpi, ma anche le anime. Gli individui, ma anche le comunità. Ciò che le tiene in vita come il sangue e l’aria: la memoria culturale, la creatività, i paesaggi, il patrimonio artistico, le arti figurative, la danza, la musica, il teatro, l’opera, il pensiero filosofico e matematico, la ricerca scientifica, la letteratura, la storia. Sono le nostre coordinate, la terra su cui poggiamo i piedi: ma rischiamo di non pensarci abbastanza, tanto lo diamo per scontato. E in tempi come questi, scontato non è.
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Dessì, Adriano, e João Gomes da Silva. "Agrevolutions. Esempi di coevoluzione nel paesaggio agrario tra Sardegna e Portogallo". Ri-Vista. Research for landscape architecture 20, n. 2 (23 febbraio 2023): 254–69. http://dx.doi.org/10.36253/rv-13343.

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Abstract (sommario):
The paper refers to research and projects shared between Sardinian and Portuguese agricultural landscapes which, starting from the continuous investigation of this common cultural matrix, try to trace an evolutionary line of the historicized ways of co-evolutionary landscape construction and foreshadow some possible scenarios of continuity.In particular, the paper will focus on two projects by the Global Arquitectura Pajsagista studio in Alentejo, in which the approach to the study of the place can refer to a multi-scale methodology that links the study of the historical uses of agricultural landscapes, with the understanding of physical structures and evolution of vegetation cover foreshadowing a new idea of space starting from the interaction between man and these two dominant ones. With respect to these two topics declined in the “man-soil” and “man-living beings” relationship, it can be said that agricultural projects - and this is historically true, but even more so today - argued exactly the necessary meeting between utilitarian practices and symbolic of the primary productive activities of man with the “self poietic” and “ecological” regenerative dynamics of a specific way of organizing the terrestrial space. The presented cases, in fact, try to show the landscape design ability, into the rural Mediterranean areas, to activate co-evolution processes between the regeneration of agricultural soils and the human needs of inhabiting linked to leisure and refreshment.
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Ravazzolo, Elisa. "Eleonora Berti. 2012. Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Tra ricerca di identità e progetto di paesaggio". Culture & musées, n. 33 (19 novembre 2019): 215–17. http://dx.doi.org/10.4000/culturemusees.3365.

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Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo". TERRITORIO, n. 58 (settembre 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract (sommario):
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n. 3 (settembre 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

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Abstract (sommario):
Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
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Dezio, Catherine. "Verso un'infrastruttura materiale e immateriale per la Bioregione". TERRITORIO, n. 93 (gennaio 2021): 32–36. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093005.

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Abstract (sommario):
L'idea bioregionale sottende un progetto di ricomposizione dei paesaggi di bordo che, ripristinando flussi, funzioni ecologiche, relazioni e identità, realizza un tessuto connettivo e attivatore. Tale tessuto agisce tramite interventi locali, caratterizzati da strumenti e linguaggi multidisciplinari e transcalari. Secondo quest'ottica, gli spazi rappresentano entità che si attivano attraverso una dimensione relazionale, di natura sociale, politica, economica, culturale, dai risvolti spaziali. Pratiche di modificazione, forme di regolamentazione, politiche di governo, gesti e usi, immaginari urbani e rurali concorrono, in forma plurale, alla generazione di spazi che sono il prodotto di questa molteplicità. È, quindi, attraverso questo quadro bioregionale che possiamo rileggere spazi, azioni progettuali e relazioni come elementi di una rete.
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Brocca, Marco. "Nuove interazioni tra «Città» e «Ambiente»: i boschi urbani". Società e diritti 8, n. 15 (11 gennaio 2023): 210–25. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19685.

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Abstract (sommario):
Il presente contributo si propone di esaminare il tema della forestazione urbana in ragione della crescente attenzione posta dall’agenda pubblica, soprattutto internazionale, che muove dall’acquisita consapevolezza della multifunzionalità dei boschi urbani: la presenza di boschi nei centri abitati è elemento di compensazione degli stati di inquinamento particolarmente intensi nelle aree metropolitane, nonché contribuisce alla fisionomia dei paesaggi urbani e fornisce utilità ulteriori sul piano economico, sociale e culturale. A livello nazionale, la promozione di iniziative di forestazione urbana è prevista dal PNRR, tuttavia il dato normativo di riferimento è scarno e, anzitutto, è incerta la definizione giuridica della categoria di “bosco urbano”. Peraltro, rilevano diverse iniziative territoriali, espressioni virtuose della sussidiarietà.
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Breda, Nadia. "Palu: paesaggi veneti e culture del nordest: Tra conservazioni e devastazioni". La Ricerca Folklorica, n. 41 (aprile 2000): 15. http://dx.doi.org/10.2307/1479806.

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Scotto, Fabio. "Olivier Rolin, Paesaggi originari. Borges – Hemingway – Kawabata – Michaux – Nabokov". Studi Francesi, n. 156 (LII | III) (1 dicembre 2008): 704. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.8737.

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Messina, Nunziata. "UOMO E TERRITORIO: UN RAPPORTO IN CONTINUA EVOLUZIONE". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n. 1 (25 giugno 2016): 477. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.264.

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Abstract (sommario):
Il dualismo tra uomo e natura da sempre si è posto al centro di molti studi di carattere filosofico, geografico, sociologico e psicologico. Nel corso della storia si sono susseguiti diverse impostazioni di pensiero e ciascuna ha messo in risalto un particolare aspetto della relazione tra uomo e natura. L’uomo si trova immerso all’interno di un paesaggio caratterizzato da elementi naturali e non, che ne condizionano il suo modo di essere ed il rapporto con ciò che lo circonda. Nella relazione tra uomo e territorio circostante è necessario affermare che l’obiettivo è la messa a punto di un sistema che renda ogni scelta di pianificazione carica di quelle valenze di programmazione territoriale necessarie a rendere vitale la tutela dell’ambiente e del paesaggio: occorre partire dall’assunto che tutto il territorio, per la storia che lo ha formato, per i valori paesaggistici e culturali, per la memoria collettiva che lo anima, per la sua stessa riconoscibilità, è da considerarsi in prima istanza un bene ambientale da tutelare, soprattutto nelle relazioni tra oggetti e fenomeni legati tra loro da mutui rapporti funzionali. Si può pertanto affermare che laddove gli elementi fisici del territorio costituiscono punti di riferimento collettivo, tali elementi sono da considerarsi “valori ambientali” e le loro interrelazioni possono rappresentare un “bene comune” da tutelare. Il territorio ci appartiene, fa parte del nostro mondo interiore, è luogo di riferimento, un bene mai dimenticato che alimenta l’essenza della memoria. E’ terra, è casa, è vita, è l’uomo di oggi, ma anche quello di ieri che si riconosce nel legame che ha con la sua terra. E’ necessario trovare il giusto equilibrio per mantenere la testimonianza della propria memoria, ma allo stesso tempo la capacità di progettare un futuro compatibileper la salvaguardia del nostro Pianeta.
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