Letteratura scientifica selezionata sul tema "Traduzione Specializzata"

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Articoli di riviste sul tema "Traduzione Specializzata"

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Piletić, Deja. "ANALISI DELLE CARATTERISTICHE MORFOSINTATTICHE DEI DIPLOMI E CERTIFICATI DI STUDIO ITALIANI E DELLA LORO TRADUZIONE IN MONTENEGRINO". Folia linguistica et litteraria XI, n. 30 (2020): 195–210. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.12.

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Abstract (sommario):
Il lavoro si propone di presentare i risultati della ricerca che si occupa delle caratteristiche morfosintattiche della lingua dei diplomi di laurea e certificati di studio italiani e della loro traduzione. La ricerca è stata svolta su un corpus composto da sessanta documenti originali italiani con le loro traduzioni giurate eseguite in lingua montenegrina. Oltre ai tratti morfosintattici tipici del linguaggio giuridico-amministrativo e riscontrabili nella stesura dei documenti in questione, la ricerca dovrebbe svelarci anche le caratteristiche della loro traduzione in montenegrino, nonché le corrispondenze e possibili incongruenze tra le due lingue in relazione allo stesso registro linguistico. Pertanto, riteniamo che i risultati presentati in questo lavoro saranno applicabili sia nella didattica della traduzione specializzata in generale, che nella prassi della traduzione giuridica in Montenegro.
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Quiroz, Gabriel. "Scarpa, Federica, 2001, La traduzione specializzata. Lingue speciali e mediazione linguistica". Terminology 11, n. 2 (5 dicembre 2005): 336–40. http://dx.doi.org/10.1075/term.11.2.10qui.

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Balliu, Christian. "Scarpa, Federica (2001) : La traduzione specializzata, Lingue speciali e mediazione linguistica, Milano, Editore Ulrico Hoepli, 333 p." Meta: Journal des traducteurs 46, n. 4 (2001): 731. http://dx.doi.org/10.7202/001962ar.

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Chávez, Fernando Ibarra. "Riflessioni sulla traduzione nell'ottocento messicano". Revista de Italianística, n. 34 (7 novembre 2017): 103. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p103-111.

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Abstract (sommario):
Per tutto il secolo XIX, la traduzione di letteratura italiana nel Messico fu un’attività praticata soprattutto dai poeti. Come mestiere artistico e professionale, alcuni membri dell’élite intellettuale del paese videro la traduzione come un problema letterario e il traduttore fu valutato come un professionista specializzato. Le prime riflessioni sul tema le troviamo nella rivista Miscelánea di José María Heredia e, col passare del tempo, vedremo che i ragionamenti intorno alla traduzione cambiarono, al punto che alla fine del secolo Francisco Sosa pubblicò un commento analitico a proposito di tre traduzioni (spagnole e messicane) della Gerusalemme Liberata del Tasso.
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Zuliani, Federico. "En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek". Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (29 aprile 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Abstract (sommario):
Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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Tesi sul tema "Traduzione Specializzata"

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Lanzoni, Ingrid. "La traduzione specializzata italiano-cinese: il caso delle malattie esantematiche". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract (sommario):
Poiché la terminologia nei testi specialistici costituisce un problema frequente per i traduttori professionisti, questa tesi intende fornire un contributo in ambito terminografico. Il lavoro ha portato alla costruzione di un glossario di ambito medico, in particolare sulle malattie esantematiche, in italiano e cinese, combinazione linguistica per cui ancora oggi le risorse reperibili sono scarse. Per la peculiare situazione comunicativa in cui si trovano i medici, che devono continuamente rapportarsi ai pazienti, si è scelto di indagare su testi non rivolti ad un pubblico esperto. Contrariamente a quanto ipotizzato da molti, non è stata rilevata una totale assenza di terminologia, ma anzi è stato possibile fare alcune osservazioni linguistiche. La tesi è così articolata: il primo capitolo contestualizza la ricerca nell’ambito delle lingue speciali, analizzando le caratteristiche lessicali, morfologiche, sintattiche e testuali della lingua speciale della medicina in italiano. Nel secondo capitolo sono presentati i concetti della terminologia da un punto di vista storico, cognitivo e linguistico, cercando di spiegarne scopi e orientamenti. Il terzo capitolo tratta della metodologia adottata per la creazione della risorsa terminografica, partendo da ricerche preliminari che hanno permesso di individuare necessità, scopi e possibili fruitori e proseguendo con la costruzione e la consultazione dei corpora; chiarisce le modalità in cui sono state affrontate la sistematizzazione terminologica e la ricerca degli equivalenti e in seguito si descrive la struttura delle schede terminologiche. Nel quarto capitolo si traggono alcune conclusioni sul lavoro svolto, evidenziando alcuni fenomeni linguistici emersi durante la creazione del glossario nonché asimmetrie tra la lingua italiana e quella cinese dal punto di vista linguistico e pragmatico. Concludono la tesi le appendici contenenti le fonti dei testi dei corpora, le mappe concettuali e le schede terminologiche.
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Fezzardi, Davide. "Proposta di traduzione dal francese di un dossier sulla neurolinguistica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8229/.

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Abstract (sommario):
Questa tesi è incentrata sulla traduzione di un dossier in lingua francese diviso in due parti, pubblicate in due numeri successivi all’interno di una rivista settoriale per neuroscienziati francofoni. Nella fase di selezione del testo ho svolto il ruolo d’ipotetico editore italiano che gestisce una rivista per neuroscienziati italofoni e che vuole rendere disponibili all’interno della comunità neuroscientifica italiana contributi provenienti dall’estero sotto forma di dossier tematici. Nel primo capitolo ho analizzato il dossier basandomi sulla griglia di Tudor, un modello di analisi testuale ideato a scopi didattici per i corsi di traduzione che in questo caso si presta molto bene come strumento di riflessione sulle caratteristiche del testo source. Nel secondo capitolo valuto la macrostrategia traduttiva più idonea per la redazione del testo d’arrivo e approfondisco sia le conoscenze relative al dominio dei microtesti che costituiscono il dossier sia gli aspetti terminologici relativi ai termini inizialmente sconosciuti. Sempre in questo capitolo approfondisco l’analisi terminologica e propongo alcune schede terminologiche. Nel terzo capitolo presento la proposta di traduzione con testo di partenza a fronte. Infine nel quarto capitolo commento il processo traduttivo analizzando la fase di documentazione, la fase di ricerca terminologica e i principali problemi traduttivi.
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Saggioro, Martina. "La traduzione giornalistica: il problema della manipolazione nelle traduzioni del sito russo Inosmi". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15314/.

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Abstract (sommario):
Oggetto di studio della presente ricerca è il portale di informazione online Inosmi.ru, che si occupa di tradurre in russo articoli selezionati dalla stampa estera. Fine ultimo di questo lavoro è quello di decretare se le scelte traduttive della redazione contribuiscono a restituire un’immagine veritiera e rappresentativa del giornalismo occidentale. A questo scopo, quaranta traduzioni russe di articoli inglesi sono state analizzate e confrontate con i rispettivi testi di partenza, che trattano tutti lo stesso argomento di politica internazionale, quello delle sanzioni introdotte da Europa e Stati Uniti contro la Russia. L’analisi linguistica costituisce il momento finale di una ricerca più ampia. Il primo capitolo è infatti dedicato ad approfondire le principali caratteristiche del linguaggio giornalistico. In quest’ambito viene inoltre introdotto il concetto di manipolazione, che interessa sia la prima fase di selezione delle notizie da mandare in stampa, sia il momento successivo di stesura dell’articolo. Segue la presentazione di alcuni degli studi più significativi condotti nell’ambito del Journalistic Translation Research (JTR). Il secondo capitolo è indirizzato all’approfondimento della scrittura giornalistica inglese e russa, al fine di evidenziarne eventuali caratteristiche comuni e soprattutto le maggiori differenze sul piano del lessico, della sintassi e della strutturazione dell’articolo. Per comprendere al meglio le scelte di Inosmi, è necessario contestualizzarle facendo riferimento all’ambiente lavorativo in cui operano i suoi traduttori. Per questo il terzo capitolo è dedicato alla questione della libertà di stampa e al clima mediatico della Russia di oggi. Infine, l’indagine intrapresa nel quarto capitolo si articola in due momenti principali. Il primo vuole indagare la manipolazione del materiale durante la fase di selezione dei testi, mentre il secondo si concentra sullo studio del fenomeno manipolativo a livello testuale.
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Fraino, Jessica. "La Traduzione Specializzata: analisi di un caso pratico di traduzione tecnico-scientifica dall’italiano in tedesco in ambito metalmeccanico". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9557/.

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Abstract (sommario):
Diese Masterarbeit wurde im Rahmen des Projekts Language Toolkit erarbeitet, das von der Handelskammer Forlì-Cesena in Zusammenarbeit mit der Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione von Forlì organisiert wurde. Dank dieses Projekts wurde es mir ermöglicht ein 300-stündiges Praktikum bei dem Unternehmen U.Emme in Modigliana (FC) zu absolvieren. Da dieses Unternehmen international sehr aktiv ist, haben sie sich dazu entschieden, ihre Geschäftstexte übersetzen zu lassen. Für diese Masterarbeit wurde die Preisliste von U.Emme aus dem Italienischen ins Deutsche übersetzt. In der Masterarbeit werden der Übersetzungsprozess und die Übersetzung selbst analysiert. Die Analyse beginnt mit der Erläuterung der Kommunikationssituationen des Ausgangs- und des Zieltextes. Dazu wurden zunächst die generellen Merkmale des Texts ergründet, wie Textsorte und –typ, und dann die textexternen und textinternen Charakteristika. Da es sich bei dem Ausgangstext um einen technischen Text handelt, werden auch kurz die allgemeinen Merkmale der Fachsprachen analysiert. Es wurde außerdem eine lexikalische, syntaktische und terminologische Recherche vorgenommen. Zu diesem Zweck wurde ein Korpus gebildet. Außerdem wurde ein Termbase erstellt, um die wichtigsten Fachwörter festzuhalten. Bei der Erstellung terminologischer Ressourcen ist es wichtig, zwischen punktueller und systematischer Terminologiearbeit zu unterscheiden. Die Terminologiearbeit für diesen Text wurde punktuell durchgeführt, das heißt, ohne das gesamte Fachgebiet zu erforschen. Für die Übersetzung selbst wurde SDL Trados Studio 2011 benutzt. Darüber hinaus werden die hauptsächlichen Übersetzungsschwierigkeiten geschildert, die vor allem terminologischer Natur waren. Es wird auch allgemein die Bedeutung der technischen Übersetzung unterstrichen, die in der Zeit der Globalisierung stets gestiegen ist. Die Zusammenarbeit mit dem Unternehmen U.Emme hat sich als eine sehr positive Erfahrung herausgestellt, die es mir ermöglicht hat, meine organisatorischen, sowie meine kommunikativen Fähigkeiten zu verbessern. Außerdem hat mir das Praktikum die Möglichkeit geboten, einen realen Beitrag zur Internationalisierung des Unternehmens zu leisten.
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Fabris, Lucia. "Tradurre per le aziende: il catalogo prodotti di Forlive. Analisi di un caso pratico di traduzione tecnico-scientifica dall’italiano all’inglese". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14846/.

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Abstract (sommario):
ABSTRACT Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto Language Toolkit, promosso dal Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna di Forlì (Italia) in collaborazione con la Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Il progetto mira alla creazione di nuove collaborazioni tra gli studenti laureandi del corso di Traduzione Specializzata e le piccole e medie aziende locali. In tal modo, gli studenti possono mettere in pratica le competenze acquisite durante gli studi accademici in un ambiente lavorativo concreto, prestando il loro lavoro a imprese che si stanno avviando a un processo di internazionalizzazione. Il presente lavoro di tesi segue l'intero processo di traduzione, dal testo di partenza in lingua italiana al testo di arrivo in lingua inglese, del catalogo di Forlive S.r.l., azienda specializzata nella produzione e vendita di integratori alimentari naturali e superfoods. In primo luogo, la tesi si concentra sul testo di partenza, esaminandone il contenuto e i temi principali, la sua struttura e lo sviluppandone un'analisi testuale. In secondo luogo, esamina brevemente le caratteristiche e i concetti della traduzione specialistica e della terminologia, mostrando il processo che porta alla creazione di risorse riutilizzabili come corpora, database e termbase. Inoltre, descrive le risorse, gli strumenti, i metodi e le strategie che sono state applicate al processo di traduzione, presentando alcuni estratti ad esempio pratico. Il progetto è stato realizzato in vista di un futuro riutilizzo delle risorse create e dell'esperienza acquisita.
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Ghiadoni, Martina. "Dalla teoria alla pratica: La traduzione specializzata a servizio del mondo dell'imballaggio flessibile". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7802/.

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Abstract (sommario):
Meine Masterarbeit mit dem Haupttitel „Von der Theorie zur Praxis“ entsteht aus einer in der letzten Zeit von mir angestellten Überlegung, dass die Theorien, die man im Laufe der Universitätsjahre fleißig studiert, erst dann den richtigen Wert gewinnen, wenn sie eine konkrete Anwendung finden und in der Praxis bestätigt werden. Diese Überlegung basiert auf meiner eigenen Erfahrung, und zwar auf meiner fünfjährigen Arbeit als Export Customer Service-Angestellte in einer Firma, die parallel zur Universität lief. Dank dieser Arbeit konnten meine fremdsprachlichen und interkulturellen Kenntnisse, so wie die bisher entwickelten Kompetenzen in Fachübersetzung auf eine bestimmte branchenspezifische Realität gerichtet werden: die komplexe, aber sehr interessante Welt der flexiblen Verpackung. Die Arbeit eines Customer Service ist nicht vergleichbar mit der einer Übersetzerin. Es geht da nicht ausschließlich darum, "der" Sprachbezugspunkt der Firma zu sein und als Vermittler zwischen den Bedürfnissen der meist ausländischen Kunden und den Zielen des Unternehmens zu fungieren. Unter den zahlreichen Funktionen eines CS spielt die Fachübersetzung eine große Rolle: Es werden täglich unendlich viele Kommunikationshandlungen durchgeführt, die zum Teil ziemlich leicht, zum Teil allerdings auch kompliziert sind. Um solche Fachtexte anzugehen, sind die Kultur- und Sprachkenntnisse nicht ausreichend. Das Wichtigste ist vielmehr die Kenntnis der Branche, die praktische Erfahrung, die nur in der Firma im Zusammenhang mit den Produktionsanlagen und in Kontakt mit den vielen Firmenexperten erworben werden kann. Nur auf dieser Weise werden Übersetzungen hochwertig und können als zuverlässiges Mittel für eine Firma und ihren Bereich dienen. Die Arbeit besteht aus vier Hauptteilen: Im 1. geht es um die Beschreibung der Firma und der Verpackungsbranche, im 2. um die Figur des Customer Service im Hinblick auf die Fachübersetzung und die von ihm öfter bearbeiteten Fachtexte, im 3. um den Fachtext der „Spezifikation“ und im 4. um die Fachübersetzung einer konkreten Spezifikation aus dem Italienischen ins Deutsche.
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Berton, Francesca. "La traduzione specializzata verso una lingua non materna: il caso dell’azienda Colorificio MP". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
This dissertation was carried out as part of the Language Toolkit project, which is the result of the collaboration between the Chamber of Commerce of Romagna and the Department of Interpretation and Translation (DIT) of the University of Bologna - Forlì Campus. This project is aimed at fostering the economic internationalization of local small and medium-sized enterprises, and at the same time allows students to enter the labour market and enhance their professional skills. More precisely, this paper focuses on the translation of Colorificio MP's products' data sheets from Italian into Russian and explores translation directionality. It will attempt to demonstrate that the conception of translating into a foreign language as deontologically incorrect is anachronistic and unsupported by scientific evidence; inverse translation is in fact a globally widespread activity and translation theorists should revise the mother tongue principle in the light of current needs and the new opportunities our historical period provides. This work is organized in five parts. The first chapter addresses the internationalization of Italian companies and the importance of strategic language management in a corporate environment. It will also introduce the Language Toolkit project, the company Colorificio MP and the translation job assigned to the graduate student. The second chapter is dedicated to a theoretical examination of special languages and terminology; it will also illustrate the main tools that a translator can use to optimize the translation process of a specialized text. The third chapter will address translation directionality, focusing on the status of translation into a foreign language and claiming that it is an acceptable practice. The fourth chapter analyses the source text and describes the creation of useful resources for this project. The fifth and final chapter focuses on the choices made during the translation phase and on the main revision work.
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Dallargine, Sara. "Approccio alla traduzione specializzata come punto d’incontro tra lingue straniere e matematica: proposta di traduzione di articoli scientifico-divulgativi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
La traduzione tecnico-scientifica offre un punto d’incontro tra discipline umanistiche e scientifiche, nonché tra lingue straniere e matematica. In questo elaborato, di approccio alla traduzione specializzata, verranno presentate nel primo capitolo le caratteristiche principali di questa branca della traduzione, per poi proseguire con la traduzione di due articoli scientifico-divulgativi: nel secondo capitolo viene svolta l’analisi dei TP, la cui proposta di traduzione è raccolta nel terzo capitolo, nel quarto capitolo si illustrano le strategie applicate per la risoluzione dei problemi dei TP e le tecniche utilizzate per tradurre la terminologia specializzata.
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Soldi, Marta. "Tradurre per il settore idrotermosanitario: il catalogo dell’azienda Fiorini Industries e la sua traduzione in tedesco". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15203/.

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Abstract (sommario):
Questa tesi è il risultato del tirocinio svolto presso l’azienda di prodotti idrotermosanitari Fiorini Industries nell’ambito del progetto Toolkit, promosso dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e dal Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì. La candidata ha tradotto verso la lingua tedesca una parte del catalogo dell’azienda, che comprende una presentazione aziendale e sezioni dedicate ai singoli prodotti. Il processo che ha portato alla traduzione viene presentato nel dettaglio all’interno dei cinque capitoli che compongono la tesi. Dopo aver introdotto l’azienda e il concetto di internazionalizzazione, ci si concentra sull’analisi del testo di partenza, del quale vengono esaminati fattori extratestuali e intratestuali per individuare le funzioni comunicative e le caratteristiche morfosintattiche e lessicali del genere testuale. Successivamente si procede con la fase di documentazione in tedesco. A questo fine si presentano i corpora realizzati per facilitare l’estrapolazione delle caratteristiche dei generi equivalenti in tedesco, nonché della terminologia tecnica. Alla luce dei risultati, è stata elaborata una macrostrategia traduttiva di stampo funzionalista per procedere alla traduzione del testo. Dopo aver esposto i principali problemi traduttivi e le strategie messe in atto per risolverli, si presentano gli interventi di revisione operati sul testo di arrivo per garantirne la qualità. Infine, si delineano gli strumenti tecnologici impiegati a supporto della traduzione, fra cui il sistema di traduzione automatica DeepL Translator e le principali funzioni del CAT-Tool in uso (MemoQ).
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Massaro, Antonella. "Sottotitolaggio e traduzione automatica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8865/.

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Abstract (sommario):
La presente tesi analizza le principali caratteristiche di due tipi di traduzione: la traduzione audiovisiva, e in particolare il sottotitolaggio, e la traduzione automatica (TA). Obiettivo della nostra ricerca è stabilire quali risultati è possibile aspettarsi dall’impiego di sistemi di traduzione automatica appositamente sviluppati, nella creazione di sottotitoli di qualità professionale. Tale metodo avrebbe il potenziale vantaggio di velocizzare il processo traduttivo, riducendo in parte la pressione cui i sottotitolatori sono sottoposti, dovendo realizzare molte traduzioni in tempi troppo brevi, spesso a scapito della qualità finale del prodotto. Nel presente lavoro, il Capitolo 1 delinea le tappe principali della nascita e dello sviluppo della traduzione automatica, fino ad arrivare ai sistemi di TA più moderni. Nel Capitolo 2 vengono presentati i tipi principali di sistemi di traduzione automatica, con riferimento alle loro potenzialità e alle loro debolezze, soprattutto per quanto riguarda il loro impiego nel settore multimediale. Il Capitolo 3 riguarda la storia del sottotitolaggio, e le condizioni che hanno portato allo sviluppo e alla diffusione delle diverse modalità di traduzione audiovisiva, di cui il sottotitolaggio è una variante. Nel Capitolo 4 descriveremo le fasi principali di questo processo traduttivo, con particolare enfasi sull’importanza del contesto di arrivo e delle esigenze e aspettative dei futuri fruitori del testo finale. I Capitoli 5 e 6 presentano il lavoro di ricerca “sul campo”, svolto per raccogliere il parere di sottotitolatori professionisti e fansubber, attivi in Italia e all’estero, riguardo la possibilità di usare la TA nel loro lavoro. Infine, il capitolo conclusivo fornisce un commento sui risultati ottenuti, e sulle prospettive future riguardo la possibile apertura da parte del sottotitolaggio verso questa nuova tecnologia.
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Più fonti

Libri sul tema "Traduzione Specializzata"

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Zotti, Valeria, e Ana Pano Alaman, a cura di. Informatica umanistica. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-546-3.

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Abstract (sommario):
Da una prospettiva di grande attualità scientifica e didattica, il volume si inserisce all’interno delle odierne riflessioni teorico-metodologiche sull’informatica umanistica e sulle digital humanities, affrontando diversi aspetti dell’applicazione delle tecnologie digitali allo studio della lingua dell’arte. I contributi, nati dal progetto di ricerca Lessico multilingue dei Beni Culturali, condotto dall’Università di Firenze in collaborazione con altre università italiane e straniere, descrivono numerose risorse e piattaforme online di comunicazione, organizzazione e condivisione di applicativi e di dati, estremamente utili per gli studiosi del lessico e della traduzione specializzata in più lingue, in particolare nell’ambito del patrimonio culturale e artistico.
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Zucchini, Luisa. Tradurre lo spagnolo. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph07.

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Abstract (sommario):
La didattica della traduzione è un campo di ricerca ancora poco sviluppato e ancora più scarsi sono gli studi dedicati alla didattica della traduzione specializzata. Sebbene negli ultimi anni siano stati fatti passi avanti, le proposte didattiche elaborate per la traduzione in ambiti specializzati sono ancora pressoché assenti nella combinazione linguistica dallo spagnolo all'italiano. L’obiettivo di questo volume è proporre un modello per la didattica della traduzione specializzata fondato sullo sviluppo della competenza traduttiva da una prospettiva metodologica, un modello che possa creare negli studenti un habitus operandi applicabile alla futura attività professionale, tenendo nel debito conto i nuovi strumenti tecnologici che hanno modificato profondamente l’approccio alla traduzione.
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Traduzione Specializzata: Lingue Speciali E Mediazione Linguistica. Hoepli, 2001.

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