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Tesi sul tema "Uomini"

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Barbisan, Camilla <1996&gt. "ESSERE UOMINI NELLA MIGRAZIONE. IL VIAGGIO DI GIOVANI UOMINI AFGHANI VERSO L'ITALIA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18292.

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Abstract (sommario):
Il presente elaborato è volto ad indagare in maniera approfondita la dimensione della maschilità in giovani migranti afgani che hanno intrapreso un viaggio migratorio dal loro paese d’origine verso l’Italia tra il 2000 e il 2015. I protagonisti della ricerca arrivano in Italia in seguito ad un lungo e tortuoso viaggio migratorio; mossi dal desiderio di salvare la propria vita da situazioni di guerra e miseria diffusa, essi eseguono le procedure per richiedere la protezione internazionale (in Italia) nella speranza di un futuro migliore. Il lavoro si pone l’obiettivo di far emergere percorsi biografici personali, i vari ruoli che i migranti assumono in quanto uomini in cammino e le trasformazioni identitarie che vivono. In particolare si vogliono far emergere vissuti intimi, relazioni intrafamiliari e intergenerazionali tra i ragazzi e i nuclei familiari d’origine. Si vuole analizzare il percorso di vita dei soggetti in esame rispetto alla fase della transizione all’età adulta. Il lavoro di ricerca si compone di una prima parte in cui si analizza il contesto sociale, storico e politico del paese di provenienza, di una seconda parte in cui si analizza la cornice normativa in campo di diritto dell’ immigrazione e si illustrano le principali rotte migratorie intraprese dai migranti; infine di una terza parte costituita da un lavoro di ricerca empirica in cui vengono intervistati cinque ragazzi afghani residenti in Veneto di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Questo lavoro pone l’attenzione al punto di vista degli uomini, cerca di dar voce a maschilità in cammino.
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Sottana, Martina <1992&gt. "Uomini e no: un'analisi strutturale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12482.

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Abstract (sommario):
Lo studio si propone di analizzare il romanzo Uomini e no focalizzando sulle strutture tecniche utilizzate e sul rapporto che esse intrattengono con la poetica dell’autore. Dopo aver passato in rassegna i principali modelli letterari, fonte d’ispirazione per la complessa configurazione formale del testo, si cercherà di mettere in evidenza anche quali sono i debiti contratti da Vittorini con il genere drammatico, evidenti tanto per le variabili tecniche impiegate, quanto per i motivi e i simboli ad esso legati e ricorrenti in tutta la produzione vittoriniana. Per raggiungere lo scopo ci si affiderà alle categorie formali individuate dal critico strutturalista Gerard Genette, e soprattutto al loro evolvere e mutare durante il lungo iter di elaborazione, il quale non si arresta con la princeps del romanzo ma si protrae negli anni fino alla pubblicazione del testo nella sua versione ne varietur risalente al 1965. Lo studio si estende all’indagine intertestuale, con particolare riferimento alla trasposizione teatrale che fu tratta dal romanzo, e all’analisi delle carte d’autore che testimoniano le varie fasi redazionali del testo, concludendosi con un’ipotesi circa le influenze esercitate in particolare dall’ambiente spagnolo, conosciuto da Vittorini nell’ambito della sua lunga attività editoriale e di critico letterario.
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D'ANDREA, SETTIMIO. "Correlati della carenza androgenica negli uomini affetti da mielolesione cronica". Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2021. http://hdl.handle.net/11697/161795.

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Abstract (sommario):
Il riscontro di bassi livelli di testosterone durante la fase acuta di una lesione midollare è un dato consolidato da decenni nella Letteratura Internazionale. I meccanismi patogenetici di questo evento sono ben noti e comuni a tutti gli stadi acuti di patologie ad interessamento sistemico. Nell’ultimo decennio è emerso come lo stato di carenza androgenica si riscontra con un’alta prevalenza anche nella fase cronica della lesione midollare. Con l’allungarsi della vita media di questi individui, per il miglioramento delle cure ricevute, il medico che ha in cura uomini con mielolesione cronica deve sempre più frequentemente confrontarsi con questo aspetto emergente. Oltre la sfera sessuale e riproduttiva, peraltro già fortemente compromesse dalla lesione neurologica di per sé, quali le conseguenze per la salute generale di una così marcata e prolungata carenza androgenica per questi individui? Analizzando una casistica di uomini con lesione midollare da più di 12 mesi, con un’età compresa tra i 20 e gli 80 anni, reclutati mediante un programma di riabilitazione psico-motoria, abbiamo indagato i correlati clinici di tale carenza androgenica biochimica nell’uomo con lesione midollare e le possibili implicazioni prognostiche a medio e lungo termine sulla salute ed il benessere generale di tale popolazione. I nostri dati indicavano come bassi livelli di testosterone totale e libero calcolato erano significativamente associati a bassi livelli di 25-idrossi-vitamina D, marcatore quest’ultimo di una scarsa condizione di salute generale. Inoltre, abbiamo dimostrato come il venir meno dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo, renda in questi soggetti molto evidente l’asse testicolo-osso, attraverso la relazione tra livelli serici di androgeni e di osteocalcina. Infatti, bassi livelli di oesteocalcina rappresentano un determinante predittivo ed indipendente di carenza androgenica in uomini con lesione midollare cronica. Ridotti livelli di testosterone e disfunzione erettile sono i principali determinanti di una scarsa soddisfazione della propria vita, a sottolineare che il percorso riabilitativo e di re-inserimento sociale deve tenere in considerazione anche gli aspetti andrologici. Infine abbiamo portato all’evidenza come i livelli circolanti di androgeni siano i principali determinanti del volume prostatico, indipendentemente dalla lesione midollare. Ciò spiegherebbe la bassa incidenza di cancro della prostata in uomini con mielolesione cronica, da noi dimostrata in precedenti studi. In conclusione la carenza androgenica in uomini con lesione midollare cronica rappresenta un marcatore di scarso benessere generale e dovrebbe essere tenuta in considerazione per selezionare soggetti più fragili che richiedono un maggior impegno in termini di cure ricevute.
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Kubiski, Joyce Marie. "Uomini Illustri : the revival of the author portrait in renaissance Florence /". Thesis, Connect to this title online; UW restricted, 1993. http://hdl.handle.net/1773/6241.

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Pacquola, Fabio <1982&gt. "LA CURA DEGLI UOMINI MALTRATTANTI. UNA REVISIONE DEGLI STUDI INTORNO ALLE ESPERIENZE E ALLE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE IN CHI LAVORA CON UOMINI CHE HANNO AGITO VIOLENZA CONTRO LE DONNE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14669.

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Abstract (sommario):
Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di alcuni percorsi terapeutici nell’ambito del sistema socio-sanitario italiano dedicati agli uomini che hanno agito dei comportamenti violenti all’interno delle relazioni affettive. A fronte di questa nuova dimensione della cura non sono ancora molti gli studi specifici sulle conseguenze psicologiche per chi lavora con uomini maltrattanti. Esistono alcune ricerche relative ad esperienze in altri paesi europei ed extraeuropei. Attraverso la loro analisi, questa tesi si interroga se si possa parlare tra chi lavora con uomini maltrattanti dello sviluppo di una specifica “cultura” operativa e professionale che permetta agli operatori di gestire in maniera adeguata le dinamiche di transfer e contro-transfer presenti nella relazione di cura. Inoltre, indaga se tale dinamica si possa definire come una dimensione necessaria alla realizzazione di un intervento terapeutico efficace. Rispondere a tali domande sembra essere importante sia per le dimensioni che tale fenomeno sta assumendo sia per la possibilità che tale “cultura” operativa legata alla cura e alla prevenzione nei soggetti adulti, possa trasformarsi in una riflessione sulle dinamiche educative e pedagogiche nelle società contemporanee.
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Negri, Francesca <1981&gt. "Uomini contro. Produzione, distribuzione e mercato del cinema politico italiano. 1994 - 2009". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3302/1/Negri_Francesca_Tesi.pdf.

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Negri, Francesca <1981&gt. "Uomini contro. Produzione, distribuzione e mercato del cinema politico italiano. 1994 - 2009". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3302/.

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Borin, Valentina <1986&gt. "Agire fuori dall'ombra degli uomini: donne Caminesi tra XI e XIV secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7072.

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Abstract (sommario):
Per quanto concerne la storiografia di genere del periodo medievale, soprattutto negli ultimi anni, sono stati fatti dei grossi passi avanti, anche se molto sembra ancora perlopiù avvolto in un’aurea di mistero. Sfortunatamente i ruoli sociali del medioevo furono esclusivamente appannaggio degli uomini e la figura della donna rappresentava solamente un accessorio del tutto subordinato al ruolo che gli veniva affibbiato indipendentemente dalla propria volontà. Solo alcune donne di tempra eccezionale riuscirono ad emergere in una società fortemente autoritaria e carica di pregiudizi non solo sopravvivendo, ma riuscendo anche a far parlare di sé nei secoli futuri. E' il caso di alcuni personaggi della casata Caminese che, tra XI e XIV secolo, sono riuscite a lasciare il segno e, in alcuni casi, a diventare una sorta di mito. Conscia del fatto che il materiale a disposizione sia piuttosto esiguo e che quindi non sia possibile ricostruire un quadro completo di ogni singolo personaggio femminile, ho deciso di concentrarmi solamente su alcune di esse - Gisla, Sofia, Soprana, Beatrice e Chiara - conducendole fuori dall'ombra degli uomini.
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Comin, Silvia <1992&gt. "L'azienda che insegnò agli uomini a portare il cappello: il caso Borsalino". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13051.

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Abstract (sommario):
L'elaborato si propone di analizzare il caso di una storica azienda italiana, la Borsalino, che nei primi decenni del secolo scorso ha riscosso successo in tutto il mondo grazie ai suoi famosi cappelli. In tempi più recenti è stata tristemente protagonista della cronaca finanziaria: dal crac del socio di maggioranza alle procedure concorsuali che l'hanno coinvolta. Il caso sarà esaminato partendo dalle origini della società fino ad arrivare a trattare gli ultimi decenni che hanno caratterizzato la sua storia. Nell'affrontare il tema delle procedure concorsuali a cui è stata soggetta, verrà esposta la normativa vigente in tale materia. Infine, dopo aver trattato cause e conseguenze della finanza d'assalto di cui la Borsalino è stata vittima, verrà confrontato il caso specifico con altri recenti casi di crisi aziendali.
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CORTI, Carla. "Uomini, Insediamenti e Traffici lungo il corso del Po in età romana". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2389236.

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Abstract (sommario):
The subject of this study concerns the traffic, mobility and settlement in Roman times along the last stretch of the Po, between vicus Hostilia (Ostiglia, Mantova) and the southern branch of the Po (Po di Volano-Pado Vetere), and the river Secchia (Secula / Secies). The connection between Pado Vetere and Ravenna was secured by a channel, the fossa Augusta. In this study was adopted an interdisciplinary approach. Historical, legal, archaeological, epigraphic and topographic sources and geomorphological data were integrated with archaeometrical and palaeobotanic analysis and information from the faunal remains. The integration of data and the cross-dating character of the research represent an element of novelty for this branch of studies. The study has taken into account not only the goods object of trade, the production areas, the circulation of goods and the trade routes, but also the relations between land ownership and trade and between free trade and state monopoly, as well as the social and economic status of possessores and negotiatores, in order to delineate some guidelines and particularities of land management.
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Castro, Aurelio. "Narrare le maschilità: la costruzione dell'orientamento sessuale in uomini Bi+ ed eterosessuali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425425.

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Abstract (sommario):
The research project inquired the intersections between masculinity and sexual orientation in the narratives of bisexual and heterosexual men living in central and northern Italy. By challenging the assumption that male sexuality its more simple and biologically driven, the research focuses on the socially constructed meanings within the participant's stories regarding their identities and practices as “sexually oriented men”. Bisexuality and heterosexuality were chosen as relevant groups to compare since they share one target of desire (other-gender attraction to women) but represent different paths of attractions: an exclusive and normative pattern of attractions for straight men (that “should be attracted only to women) non-exclusive (attraction to more than one gender) and deviant, whereas the latter consist of the normative group and “should” be exclusively attracted only to women. Exploring how men of different sexual orientation construct and adhere to diverse models of masculinity and how they frame it within hegemonic discourses (Connel, 2005; Kimmel, 2005). Lastly, since bisexuality has been recognized as an invisible and erased sexuality (in scientific literature, media, policies and LGT associations) comparing these two groups provides useful insights for sexual research because the pervasive heteronormativity of being male and straight is often “invisible” to the normative group.
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Schumacher, Sara. ""Uomini-statua-oggetto" : Giorgio de Chirico's mythologized mannequin paintings in late 1920s Paris /". Thesis, Connect to online version of this title in UO's Scholars' Bank, 2007. http://hdl.handle.net/1794/6004.

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Alberti, Roberta <1984&gt. "Dei, eroi, uomini e animali nelle gemme romane del Museo Correr di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2702.

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Abstract (sommario):
Questo studio si propone di indagare la società romana tra il I a. C. e il III d. C., evidenziando le peculiarità che ne fanno una civiltà, attraverso l’analisi dei soggetti iconografici raffigurati su un nucleo di 83 gemme conservato, non esposto, presso il Museo Correr di Venezia. Il catalogo relativo alla collezione “Gemme e cammei del Museo Correr”, redatto nel 1974 dalla dottoressa Attilia Dorigato, sarà il punto di partenza dell’analisi che verrà realizzata con il supporto di amplia bibliografia storica, che consentirà di inserire lo studio archeologico del materiale glittico all’interno di un’analisi etnografica della romanità, dalla tarda repubblica a buona parte dell’età imperiale. Si delineeranno, nella prima parte, le caratteristiche di quest’arte antichissima e i limitati tratti di storia relativi alla collezione glittica in oggetto che sono ascrivibili alla sola provenienza moderna in maggior parte dalle raccolte di Teodoro Correr e di Girolamo Ascanio Molin, illustri protagonisti veneziani del collezionismo d’arte antica ai tempi della Serenissima. Si procederà, nella seconda parte, a un’analisi catalogica dei singoli pezzi, dandone descrizione gemmologica e approfondendo il ruolo e il significato delle classi iconografiche realizzate, a cui i soggetti rappresentati appartengono e che esemplificano la quasi totalità dei motivi decorativi prediletti dagli antichi. Nello studio artistico - iconografico saranno soprattutto approfonditi i significati che le immagini incise veicolano e che fanno di questi oggetti d’arte un medium documentario di una specifica civiltà in un altrettanto preciso momento storico.
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Degli, Esposti Sofia. "Uomini che uccidono le donne. La rappresentazione del femminicidio nei media britannici e italiani". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18891/.

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Abstract (sommario):
L’elaborato ha lo scopo di esplorare la rappresentazione del femminicidio nei media. Facendo riferimento alla letteratura statunitense, britannica e italiana si sono evidenziate le problematiche dovute a un uso di frame e stereotipi che possono avere un impatto negativo sull’opinione pubblica perché sminuiscono la gravità di questo specifico crimine. Poiché i mass media esercitano una forte influenza sulla percezione collettiva, narrazioni di questo tipo ostacolano il progresso nel campo della parità di genere. Consapevoli di questa influenza, organizzazioni nazionali e internazionali hanno promosso iniziative a sostegno di una comunicazione corretta: linee-guida, standard di autoregolamentazione, manuali per giornalisti e editori. Sulla base di questi elementi sono stati qui presi in considerazione alcuni articoli britannici e italiani. L’analisi ha rilevato in tabloid britannici e quotidiani locali italiani una presenza significativa dei frame e delle narrazioni che la ricerca indica come fuorvianti e dannosi. Questi limiti si riscontrano invece con meno frequenza (ma non sono assenti) nella quality press e nella stampa nazionale italiana.
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Presti, Danisi S. "Gli uomini della rivoluzione. La formazione dell'élite politica democratica nella Repubblica romana del 1849". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3426165.

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Abstract (sommario):
La tesi propone un'analisi prosopografica dell'Assemblea Costituente eletta a Roma nel febbraio del 1849. Nel contesto del '48 italiano, l'Assemblea romana, eletta a suffragio universale maschile, si fece protagonista di un evento storico di grande rilevanza per quanto effimero nei suoi risvolti successivi, ossia la proclamazione della repubblica a Roma e la consegunte decadenza del potere temporale del papa. In tal senso risulta di particolare interesse guardare i percorsi di vita degli uomini che sedettero all'interno dell'aula romana, così come la loro formazione culturale e le motivazioni personali e ideologiche che li giudarono nell'attività legislativa e costituente, all'interno dell'Assemblea, durante i mesi della Repubblica.
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CASAROTTI, ELEONORA. "LA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO. UOMINI E CANTIERI A NOVARA TRA XII E XIII SECOLO". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319886.

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Abstract (sommario):
L’ELABORATO INDAGA IN QUALI MODALITÀ IL FENOMENO DI FORMAZIONE, SVILUPPO E AFFERMAZIONE DEI GOVERNI COMUNALI, CHE TRA XII E XIII SECOLO INTERESSA LE CITTÀ DELL’ITALIA SETTENTRIONALE, SI RIFLETTE SULLO SPAZIO URBANO E L’ARCHITETTURA ATTRAVERSO EPISODI PROGETTUALI, COSTRUTTIVI E ARTISTICI CHE SONO LA DIRETTA ESPRESSIONE DELL’AFFERMAZIONE DELLA COLLETTIVITÀ CITTADINA, IN UNA DINAMICA DI INCONTRO/SCONTRO CON LE ALTRE FORME DI POTERE PUBBLICO RICONOSCIUTE, IMPERO E VESCOVO. PER INDAGARE LA COSTRUZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO E LE SUE ESPRESSIONI ARCHITETTONICHE IN EPOCA COMUNALE, SI È DECISO DI APPROCCIARSI ALLA DEFINIZIONE DEL CONCETTO ATTRAVERSO TRE DIRETTRICI DIFFERENTI: STORICO-ISTITUZIONALE, GIURIDICA E SOCIALE. LA TRATTAZIONE PROCEDE SCENDENDO PROGRESSIVAMENTE NEL CASO PARTICOLARE: DAL MACROCOSMO DEI GRANDI QUADRI DI RIFERIMENTO, A UN GRUPPO DI CITTÀ DI EPOCA COMUNALE DI AREA LOMBARDA, PER ARRIVARE AL MICROCOSMO DELLA CITTÀ DI NOVARA. ESSENZIALE PER LA METODOLOGIA DI INDAGINE DELINEATA È STATA L’INTERPRETAZIONE DI LUOGO PUBBLICO INTESO COME LUOGO DELLA PAROLA ALL’INTERNO DELLA CITTÀ. IL SECONDO CAPITOLO È DEDICATO AI CARATTERI DELLA CITTÀ COMUNALE E ALLA DEFINIZIONE DEGLI SPAZI CONSIDERABILI COME PUBBLICI CHE SI COLLOCANO INTORNO ALLA PLATEA MAIOR, FULCRO DELLA CITTÀ MEDIEVALE. IN PARTICOLARE, VENGONO INDAGATI IL RAPPORTO DELLA PIAZZA MEDIEVALE CON IL FORO ANTICO E L’INDIVIDUAZIONE DI POLI EPISCOPALE E LAICO IN UN GRUPPO DI CITTÀ LOMBARDE, PER FAR EMERGERE ANALOGIE E DIFFERENZE TRA LA CITTÀ DI NOVARA E ALTRE REALTÀ COMUNALI CON LE QUALI SI RAPPORTAVA. LE CITTÀ PRESE IN CONSIDERAZIONE SONO VERCELLI, MILANO, PAVIA, LODI, BERGAMO E BRESCIA. IL TERZO CAPITOLO SI FOCALIZZA SULLE TIPOLOGIE DI EDIFICI PRESENTI NELLO SPAZIO DELLA PIAZZA CHE FRA XII E XIII SECOLO SVOLSERO FUNZIONE PUBBLICA. AVVALENDOSI DELLA BIBLIOGRAFIA CHE HA INTERESSATO LE CITTÀ INCLUSE NELLA SINTESI DI RIFERIMENTO, SI TRATTEGGIA UN PANORAMA COSTRUTTIVO CHE ATTRAVERSO UNA LINEA CRONOLOGICA IDEALE PARTE DALLE CATTEDRALI PER ARRIVARE AL PALAZZO COMUNALE. IL QUARTO CAPITOLO È DEDICATO ALL’ANALISI DEL CASO STUDIO DI NOVARA. L’INDAGINE SI È SVOLTA ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI UN REGESTO PER LA CATALOGAZIONE DEL MATERIALE PERGAMENACEO CONSERVATO NEGLI ARCHIVI NOVARESI, EDITO O INEDITO. QUESTO REGESTO, CHE SI FOCALIZZA SULLE DATAZIONI TOPICHE, PERMETTE DI METTERE MEGLIO A FUOCO QUALI FOSSERO NELLA CITTÀ NOVARESE QUEI “LUOGHI DELLA PAROLA” CHE SONO ALLA BASE DELLA FUNZIONE PUBBLICA DI UNO SPAZIO O DI UN EDIFICIO. GLI ESITI URBANISTICI E ARCHITETTONICI DELL’ISTITUZIONE VESCOVILE E COMUNALE NOVARESI SONO STATI RELAZIONATI ALL’EVOLUZIONE TOPOGRAFICA DELLA CITTÀ. ALL’INTERNO DEL CONTESTO CITTADINO, SONO STATI POI REALIZZATI AFFONDI MONOGRAFICI DEDICATI AL RINNOVAMENTO DEL GRUPPO EPISCOPALE NELLA PRIMA METÀ DEL XII SECOLO; ALLA SUA RELAZIONE CON LA STRUTTURA DELLA DOMUS CONSULUM, FINORA INEDITA E IDENTIFICATA PROPRIO DURANTE QUESTO STUDIO; AL PROCESSO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLA SEDE COMUNALE PRESSO LO SPAZIO DEL BROLETTO; ALL’AZIONE DEL COMUNE NELLO SPAZIO DELLA PIAZZA MEDIANTE LA DEFINIZIONE DEGLI AMBIENTI PORTICATI. L’ULTIMO CAPITOLO RAPPRESENTA LA SINTESI DELLE CONSIDERAZIONI CHE SCATURISCONO DALL’ ANALISI DEL CASO NOVARESE, RAPPORTATE AL CONTESTO LOMBARDO UTILIZZATO COME RIFERIMENTO PER DELINEARE UNA SORTA DI ICONOLOGIA DELLO SPAZIO PUBBLICO. QUESTE CONSIDERAZIONI POSSONO ESSERE SUDDIVISE IN TRE AMBITI PRINCIPALI: L’INDIVIDUAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO, LA SUA COSTRUZIONE E LA RAPPRESENTAZIONE DEL PUBBLICO NELLO SPAZIO.
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Colombo, Sara <1988&gt. "Maschilità e violenza. La riflessione femminista, la voce degli uomini: discorso pubblico e intervento sociale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4935.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro si propone di porre il maschile al centro del discorso sulla violenza contro le donne. Osservando i temi e le modalità di comunicazione e intervento pubblici in Italia è possibile constatare un duplice ordine di problemi: da una parte, il carattere emergenziale che si conferisce al fenomeno della violenza maschile e, dall'altra, la quasi totale assenza degli uomini, e come soggetto nel discorso di sensibilizzazione e come utenti nella rete di servizi dedicati a combattere la violenza contro le donne. Il presente lavoro esamina in primo luogo i contributi femministi alla definizione della natura e funzioni della violenza di genere dimostrandone il carattere strutturale e l'inadeguatezza del discorso emergenziale, che si rivela naturalizzante. Considerato come il dibattito pubblico fallisce nel mettere in discussione il modello egemone di maschilità, anzi tende a riconfermarlo, il presente lavoro esplora quelle riflessioni maschili, e contributi di donne sul maschile, che si interrogano sulle componenti della costruzione sociale della maschilità che facilitano il ricorso alla violenza. Applicare questa lente d'analisi, centrata sull'uomo come soggetto, permette di proporre come domanda di partenza, quando si tratta di violenza contro le donne: Qual'è il rapporto tra maschilità e violenza? E di guardare in quella direzione per progettare interventi sociali. Vengono considerate le riflessioni sulla costruzione sociale della maschilità in modo intrinsecamente violento, come opposizione al femminile, i contributi teorici sui nuovi modelli di consumo, sul ruolo giocato dal senso di insicurezza e sulle riconferme sessiste, omofobe e violente che informano le identità degli uomini. Ci si occupa infine di servizi/progetti sociali di lavoro sulla maschilità e/o rivolti agli uomini autori di violenza. E' interessante chiarire quali premesse teoriche e di valore orientano il lavoro degli operatori e in che modo si parla di intervento sugli uomini maltrattanti nell'ambito dei servizi sociali. Sottolineando l'importanza di questo “approccio rivolto al maschile” sia nella sua funzione di sostegno al disagio dell'autore, di limitazione della recidiva, ma soprattutto, ed è questo il punto per noi fondamentale, nel senso della diffusione di una cultura di intervento diversa, si conclude sottolineando la funzione di risorsa del guardare alla maschilità come possibile di cambiamento a partire da sé, di evoluzione positiva e miglioramento delle relazioni con il genere femminile.
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Destro, Laura <1987&gt. "Thomas Sankara, il presidente ribelle del Burkina Faso, e le battaglie coraggiose degli Uomini Integri". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8875.

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Abstract (sommario):
La rivoluzione burkinabé, scoppiata il 4 agosto 1983 e guidata da Thomas Sankara, ha prodotto diversi importanti cambiamenti politici, economici e sociali nel Burkina Faso. Forse il segno più importante l'ha lasciato nelle menti e nei cuori della popolazione burkinabé: la convinzione che le cose si possono cambiare con coraggio e determinazione, che nulla è già deciso e che si può dire “no”, sia pur pagandolo a caro prezzo, a meccanismi di assoggettamento e impoverimento imposti dai grandi poteri internazionali. È questo il messaggio che la rivoluzione di Sankara ha lasciato, non solo in Burkina, ma in tutta l'Africa. Il paese degli Uomini Integri, al 183esimo posto nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano, versava e versa tuttora nella miseria, con problemi di ogni sorta: ma con l'esperienza vissuta negli anni ‘80 ha acquisito la consapevolezza che le cose non sono sempre state così, che ci sono cause storiche precise di questa condizione di miseria. Tali cause sono: il colonialismo prima, la “ri-colonizzazione” poi. Queste sono le radici dei problemi sia del Burkina che di tutti gli Stati africani che hanno subito eventi storici simili nei secoli passati. Ecco perché Sankara è considerato una speranza per tutti i popoli oppressi, africani e non. L'obiettivo di questo elaborato è quello di mettere in luce tali cause e dimostrare come gli effetti prodotti da esse continuino a ripercuotersi sul popolo burkinabé, senza che vi siano sostanziali miglioramenti, ad eccezione dei quattro anni di governo di Sankara.
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Palozzi, Federico <1990&gt. "Di Uomini ed Asini: uno sguardo etnografico sul rapporto uomo animale in una comunità Valsabbina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19402.

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Abstract (sommario):
Il tema principale della ricerca riguarda l’analisi del rapporto tra uomo ed animale, nel mio caso di studio tra uomo ed asino, alla luce delle nuove teorie “postumaniste” “posthuman studies” “interspecies studies”. In particolare mi sono avvalso degli studi di Roberto marchesini, Donna Haraway e Tim ingold nell’analisi di nuovi paradigmi per considerare il rapporto tra uomo ed animale. Questi studi si propongo di superare la dicotomia classica che vede l’uomo contrapposto all’animale inteso come un macrogruppo che racchiude in se tutte le specie che non siano quella di essere umano, e cercare piuttosto di vedere nell’alterità un modo per confrontarsi ed interagire su uno stesso piano. Nel mio caso specifico tenterò di riportare queste linee teoriche nella mia esperienza che ho avuto a contatto con gli asini durante i miei tre mesi di permanenza in Valsabbia dove ho avuto modo di conoscere e passare molto tempo a contatto con loro, svolgendo diverse attività insieme. La scelta dell’asino è stata dettata dal fatto che esso ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo ed inizialmente anche in quello industriale della valle, compagno di lavoro indispensabile nello svolgimento di qualsiasi lavoro. Un attore fondamentale che al giorno d’oggi è quasi completamente dimenticato e rimpiazzato dall’utilizzo delle macchine. Nel mio percorso sono stato affiancato da un ragazzo mio coetaneo che vive in Valsabbia il quale circa un paio di anni fa ha comprato quattro asini con i quali sta cercando di rivalutare la figura di questo animale attraverso un’attività di trekking con gli asini, trekking someggiato che consiste nel camminare appunto con gli asini. Attività alla quale hanno iniziato a partecipare sempre più persone che si sono appassionate subito a questi incredibili animali, persone che non ne avevano in alcuni casi visti nemmeno uno durante la loro vita perché magari l’hanno trascorsa sempre in città, soprattutto i bambini che spesso non sono avvezzi a confrontarsi con il mondo naturale ed interagire con altri esseri viventi che non siano gli animali domestici ai quali siamo abitutati anche in contesto cittadino come cani o gatti. La pratica del trekking può sembrare banale, una semplice passeggiata, ma racchiude in sé molti più significati. Inoltre tutto questo non serve solo a rivalorizzare la figura dell’animale, ma anche di tutto il territorio ad esso legato, le sue tradizioni la sua storia. Camminando con gli asini si intrecciano storie, saperi ormai dimenticati, e soprattutto si riscopre un senso dei luoghi, una geografia ormai inghiottita dalle strade dalle infrastrutture e dalla vegetazione che ha ricoperto le antiche mulattiere che venivano utilizzate in passato per muoversi all’interno della valle. Una parte della mia ricerca si occupa proprio di ricercare queste antiche orme ormai perdute che difficilmente si trovano nei testi e nelle riviste storiche ma possono essere rievocate solo dalle persone che quelle esperienze le hanno vissute in prima persona e che ricordano come fosse la valle mezzo secolo fa quando ancora non c’erano nemmeno le strade che portavano ai paesi e l’unico modo per spostarsi e per portare le provviste, i prodotti caseari era grazie agli asini. Ogni famiglia ne possedeva almeno uno ed è stato interessante anche analizzare quale fosse il loro rapporto con essi, spesso di tipo meramente utilitaristico ma alcune volte si creavano dei legami affettivi che andavano oltre lo “sfruttamento” lavorativo.
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BO, B. DEL. "Uomini e strutture di un potere: il marchesato di Monferrato nel XV secolo (1418-1483)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/48949.

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BOSONI, MARIA LETIZIA. "UOMINI TRA PATERNITA' E LAVORO: LA SFIDA DELLA CONCILIAZIONE. STUDI DI CASO IN AZIENDE ITALIANE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1253.

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Abstract (sommario):
Questa tesi affronta il tema della trasformazione dell’identità maschile e del ruolo paterno, in relazione con il contesto lavorativo. La riflessione sull’identità maschile viene considerata entro la più ampia questione delle differenze di genere, attraverso il contributo dei men’s studies; il ruolo paterno viene studiato in relazione alla sfida della conciliazione tra famiglia e lavoro. La ricerca empirica condotta è quindi volta a studiare come la paternità è vissuta in relazione al ruolo professionale. Il fronte lavorativo viene indagato da una prospettiva specifica e particolare, ovvero quella aziendale. Dal punto di vista metodologico sono stati realizzati tre studi di caso aziendali, con metodo qualitativo, con interviste in profondità volte a cogliere sia la cultura aziendale in termini di supporto per i dipendenti sia l’esperienza concreta dei padri. La complessità che caratterizza il contesto odierno rende difficile scindere i diversi aspetti che costituiscono il sociale. Far convivere in modo armonioso i differenti ruoli è frutto di una capacità personale di riflettere sul contesto in cui ci si inserisce e sulle proprie azioni, in modo da gestire con abilità le sfide quotidiane.
This thesis addresses the issue of the male identity and father's role transformation, in relation to the work context. The reflection on male identity is considered within the broader question of gender differences, through the contribution of men's studies; the father's role is studied in relation to the challenge of the family and work reconciliation. The empirical research is aimed to investigate how fatherhood is experienced in relation to the professional role. The work context is investigated from a specific and particular perspective: the companies. Methodologically, 3 case studies have been carried out, using a qualitative research technique, aimed both to understand the corporate culture in terms of care for employees and the personal experience of fathers. The complexity that characterizes today's context makes it difficult to separate the different aspects that constitute the social world. The ability to harmoniously integrate the different roles comes from a personal capacity to reflect on the context and actions, in order to manage the daily challenges.
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BOSONI, MARIA LETIZIA. "UOMINI TRA PATERNITA' E LAVORO: LA SFIDA DELLA CONCILIAZIONE. STUDI DI CASO IN AZIENDE ITALIANE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1253.

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Abstract (sommario):
Questa tesi affronta il tema della trasformazione dell’identità maschile e del ruolo paterno, in relazione con il contesto lavorativo. La riflessione sull’identità maschile viene considerata entro la più ampia questione delle differenze di genere, attraverso il contributo dei men’s studies; il ruolo paterno viene studiato in relazione alla sfida della conciliazione tra famiglia e lavoro. La ricerca empirica condotta è quindi volta a studiare come la paternità è vissuta in relazione al ruolo professionale. Il fronte lavorativo viene indagato da una prospettiva specifica e particolare, ovvero quella aziendale. Dal punto di vista metodologico sono stati realizzati tre studi di caso aziendali, con metodo qualitativo, con interviste in profondità volte a cogliere sia la cultura aziendale in termini di supporto per i dipendenti sia l’esperienza concreta dei padri. La complessità che caratterizza il contesto odierno rende difficile scindere i diversi aspetti che costituiscono il sociale. Far convivere in modo armonioso i differenti ruoli è frutto di una capacità personale di riflettere sul contesto in cui ci si inserisce e sulle proprie azioni, in modo da gestire con abilità le sfide quotidiane.
This thesis addresses the issue of the male identity and father's role transformation, in relation to the work context. The reflection on male identity is considered within the broader question of gender differences, through the contribution of men's studies; the father's role is studied in relation to the challenge of the family and work reconciliation. The empirical research is aimed to investigate how fatherhood is experienced in relation to the professional role. The work context is investigated from a specific and particular perspective: the companies. Methodologically, 3 case studies have been carried out, using a qualitative research technique, aimed both to understand the corporate culture in terms of care for employees and the personal experience of fathers. The complexity that characterizes today's context makes it difficult to separate the different aspects that constitute the social world. The ability to harmoniously integrate the different roles comes from a personal capacity to reflect on the context and actions, in order to manage the daily challenges.
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Iannello, Nicola. "L'ordine degli uomini : antropologia e politica nel pensiero di Thomas Hobbes e di Jean-Jacques Rousseau /". Pisa ; Roma : Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 1998. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37112167r.

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Hansmann, Martina. "Andrea del Castagnos Zyklus der " uomini famosi" und "donne famose" : Geschichtsverständnis und Tugendideal im florentinischen Frühhumanismus /". Münster ; Hamburg : Lit, 1993. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37509089z.

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Lo, Basso Luca. "Uomini da remo: gestione delle galere e reclutamento dei galeotti nel Mediterraneo moderno: modelli a confronto". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/85.

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Abstract (sommario):
La guerra ed il commercio mediterraneo nell'età moderna furono contraddistinti dall'uso di un particolare mezzo navale: la galera. Si trattava di un'imbarcazione dotata di propulsione mista a vela e a remi, caratterizzata dalla folta ciurma, la cui presenza era fondamentale per il corretto svolgimento della navigazione. Per i diversi Stati del Mediterraneo, nel corso del Cinquecento, il reclutamento dei galeotti, all'epoca tutti uomini liberi, divenne via via sempre più complicato, cosicché nacque l'esigenza di adottare nuove soluzioni. Inoltre, nello stesso periodo, il cambio del sistema di remeggio, dalla voga alla sensile, effettuata cioè con un remo per ogni vogatore, alla voga a scaloccio, eseguita con un unico grande remo mosso da più rematori, fece aumentare enormemente il numero dei galeotti presenti a bordo, acuendo i problemi relativi al loro reclutamento. Perciò ogni Stato cercò una soluzione a questo problema. Si voluto in questo lavoro analizzare le diverse scelte in materia di gestione e reclutamento dei galeotti effettuate nel corso dell'età moderna, comparando tra loro i diversi modelli, elaborati dai governanti dell'epoca. Si è privilegiata l'analisi del sistema veneziano perché esso costituì un unicum rispetto agli altri. Si trattava di una flotta statale, al cui interno però vi era una delega di potere e una richiesta di investimenti ai comandanti delle galere, che rispetto ai loro colleghi di Ponente, erano non solo dei capi militari, ma anche degli amministratori. Questo sistema, che abbiamo definito misto, fece si che le ciurme libere fossero di proprietà dei singoli comandanti e che questo si ripercuotesse sul costo di ogni singolo rematore libero, inferiore, a Venezia, rispetto al forzato. Nelle marinerie di Ponente, invece, tutte le flotte optarono per un sistema basato sulla triade: forzati, schiavi e buonavoglia, ma poi ogn'una adattò questo unico modello alle proprie esigenze politiche ed economiche. Nella parte occidentale del Mediterraneo inoltre si svilupparono sistemi di delega del potere marittimo, messi in opera per abbattere i costi di gestione delle flotte. Ecco quindi che dappertutto si sviluppò il sistema dell'appalto, definito in area spagnola asiento. Ecco invece che i Genovesi inventarono il sistamadell'asiento-noleggio, nel quale le galere rimanevano di proprietà privata dei loro comandanti, che a quella maniera ottenevano dagli Stati noleggiatori, non solo la delega della gestione economica, ma anche la delega del potere marittimo, che permetteva loro di intraprendere qualsiasi traffico lecito e illecito, immuni da qualsiasi controllo. Al centro di questi sistemi stavano i galeotti, una massa di individui "senza storia" e spesso senza nome, la cui importanza però contraddistinse l'intera storia marittima del Mediterraneo moderno. The Mediterranean war and commerce in the Modern period were caracterized by the using of a peculiar nautical tool: the galley. It was a double propulsion ship using both sails and oars with a packed crew which was necessary for the correct navigation. During the XVI Century for all the Mediterranean Nations the galley-slaves' recruitment became more and more difficult so new solutions were required. In the same period there was also a changing in the way of oaring, from the sensile (one oar for a single man) to the scaloccio (a bigger roar used by more men), which produced a great growing in the number of slaves necessary for the galley. In fact every State looked for a solution to the problem of a bigger number of men recruited for war at sea. This work deals with the recruitment and management of the galley-men in the Modern period comparing different models created by the ancient State rulers. The Venetian model was principally analized because it had to be considered as an unicum in the scenery. It was a statal fleet whose leaders were required to command in the name of the Repubblica and at the same time to invest in the financial effort becoming not only military commanders, but also administrators of the res publica. Opposite to the system of the Ponente countries the Venetian pattern imposed free crews owned by the comites. This system produced in Venice a lower cost of the free galley-man than the prisoner. The Western countries instead chose a mixed system based on three figures: galley-men, slaves and buonavoglia (freemen). Often the countries of the Western Mediterranean area let out on contract the management of the public fleet to reduce their costs and in the Spanish area this was called asiento. The Genoise invented a new formula the asiento-charter in which the ships (galleys) remained in the property of the owner. The charterer received from the State not only the delegation of the economical administration of the ships but also the maritime power. This situation caused both legal than illigal traffics without any statal control. Centre of this system was the figure of the galeotti, men without history and often without a name too, who were really an important part of the Mediterranean maritime history.
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Murtas, Claudia <1990&gt. "Uomini, macchine e ibridi nella poesia d'avanguardia di Hagiwara Kyōjirō: il caso di Shikei senkoku (1925)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9469.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di indagare il tema della macchina e del suo rapporto con l'uomo nella raccolta di poesia visiva Shikei senkoku (Condanna a morte) di Hagiwara Kyōjirō, pubblicata nel 1925 a Tōkyō. Scritta e impaginata in stretta collaborazione con il gruppo di artisti d'avanguardia Mavo, la raccolta è considerata un'opera cardine della poesia giapponese d'avanguardia prodotta tra le due guerre. Dopo una breve ricostruzione storica della vita del poeta e del suo ruolo nell'ambiente delle avanguardie del tempo, la tesi si concentra su Shikei senkoku, la sua opera più sperimentale. Ripercorrendo la nascita e lo sviluppo del topos moderno dell'uomo artificiale nella storia letteraria e culturale giapponese, dal periodo Edo al primo dopoguerra, si giunge ad analizzare lo stesso motivo nella raccolta poetica, in cui le immagini di macchine e uomini meccanizzati sono ricorrenti e costituiscono un tema centrale. Ne scaturisce lo studio di alcune poesie scelte secondo due assi portanti: da un lato un'analisi contenutistica dell'immaginario della macchina, in tutte le sue varianti, e dei significati che esse assumono all'interno della poetica di Hagiwara, dall'altro un'analisi delle strategie formali e visive impiegate dal poeta per creare una poesia che sia essa stessa “meccanica”.
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Fiorin, Antonio <1989&gt. "Uomini, foreste, saperi nativi e lotta ai cambiamenti climatici. IL caso degli Ogiek del Kenya Occidentale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12363.

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Abstract (sommario):
Deforestazione e cambiamenti climatici sono, oggi, due temi urgenti e di grande importanza. A livello globale, la deforestazione rappresenta circa un quinto delle emissioni totali di gas serra in atmosfera, contribuendo ad amplificare gli effetti negativi del cambio climatico, quali innalzamento delle temperature, siccità, alluvioni ed altri eventi climatici estremi. Inoltre, la pericolosa sinergia fra questi due fenomeni, sta aumentando la vulnerabilità delle comunità umane in tutto il mondo, soprattutto quelle che, ancora oggi, vivono in modo tradizionale e in condizioni di marginalità. Questo lavoro analizza i più recenti studi scientifici in materia di cambiamenti climatici e conflitti ambientali, in particolare per quanto riguarda le politiche di mitigazione e adattamento, ma soprattutto , attraverso la ricerca sul campo fra una popolazione tradizionale, come gli Ogiek della Foresta Mau del Kenya Occidentale, si propone di dar voce a quelle resistenze locali che, quotidianamente, si trovano ad affrontare i pericoli causati dalla distruzione del loro ambiente. Immergersi in queste narrazioni, vuol dire osservare stili di vita, tradizioni e identità in cambiamento; valorizzare i tentativi di queste comunità native di preservare il loro microcosmo e la loro sopravvivenza, significa mettere al servizio della lotta ai cambiamenti climatici il fondamentale contributo dei saperi nativi.
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Primo, David. "Attraverso e oltre le maschilità subordinate: Performatività e soggettivazione nella produzione delle maschilità di uomini GBTQ+". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424945.

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Abstract (sommario):
Scholarship in the field of critical studies on men and masculinities rarely took into consideration the way in which men who identify in non-normative sexualities and genders are actively involved in the production of masculinity. The few works that explored this topic from the point of view of critical studies on men and on masculine people focused mainly on homosexual men and, to a lesser extent, on trans men to define if and to what extent they reproduce the gender norms around which the exaltation of masculinity is founded. The focal point that emerges from this literature is that, by internalizing the rules relating to masculinity, these subjectivities find themselves in a condition of irreconcilability between the urge to define themselves as masculine and the risk of being continually feminized because of their structural distance from the subject around to which these norms gravitate, that is the heterosexual man cisgender, giving for this reason place to contradictory forms of masculinity. Within this frame, men who identify in non-normative sexualities and genders do not seem to have an active role in the production of masculinity. Placed in a position of necessary exclusion from the field in which such production takes place, they can only reflect the dynamics or reject them, but also, in this case, they do not produce a significant transformation in gender norms. Starting from these considerations, I have built a research project aimed at problematizing the way in which the production of masculinity is articulated in the ways in which men who recognize themselves in a non-normative sexuality or genders give meaning and materiality to their identification. From a methodological point of view, the research was carried out by integrating three qualitative methods: (1) the analysis of 20 free diaries lasting 3-6 months, produced online by men aged between 20 and 29 years that identify in a non-normative gender or sexuality; (2) an ethnographic research, carried out over a period of 8 months within contexts where the presence of LGBTQ+ people was explicitly thematised; (3) a auto-ethnographic research, which was articulated both through the use of a personal diary and by retrieving previous personal documents. The analysis of the material highlighted 4 ways of configuring the process of production of masculinity. The configuration called "production of an ideal masculinity" is articulated through the production of a "real" masculinity which is placed defined as privileged over feminized positions. In the second configuration, "forms of identification with the feminine", femininity, constructed as an essentialized property, is positively valued as a compensation for negative aspects of masculinity. In the third configuration, "non-normative sexualities and genders as protest masculinities", the heterosexual and cisgender masculine subject is displaced from the hegemonic position in favour of masculinities rooted in an essentialized view of non-normative sexualities and genders. Finally, the fourth configuration, "disidentifications from masculinity", refers to practices of subjectivation which advance an instance of disarticulation of one's own identification as a man.
Nella letteratura afferente agli studi critici sugli uomini e sulle maschilità, emerge che negli approcci mainstream di questo ambito di ricerca solo raramente gli uomini che si identificano in sessualità e generi non normativi sono stati presi in considerazione come soggetti attivamente coinvolti nei processi di produzione della maschilità. I pochi lavori che hanno cercato di esplorare il tema dal punto di vista degli studi critici sugli uomini e sulle maschilità si sono focalizzati principalmente sugli uomini omosessuali e, in misura più ridotta, sugli uomini trans e hanno cercato di definire se e in quale misura essi riproducano le norme di genere intorno alle quali trova fondamento l’esaltazione della maschilità. Il punto focale che emerge da questa letteratura è che, interiorizzando le norme relative alla maschilità, queste soggettività si trovano in una condizione di inconciliabilità tra la spinta a definirsi come mascolini e il rischio di essere continuamente femminilizzati in ragione della propria strutturale distanza dal soggetto attorno a cui tali norme gravitano, cioè l’uomo eterosessuale cisgender, dando per questo motivo luogo a delle forme contraddittorie di maschilità. All’interno di questo frame, gli uomini che si identificano in una sessualità e/o in un genere non normativo non sembrano poter avere un ruolo attivo nel processo di produzione della maschilità. Posti in una posizione di necessaria esclusione dal campo in cui tale costruzione ha luogo, essi possono solo rispecchiarne le dinamiche o rifiutarle, ma anche in questo caso non producono una significativa trasformazione delle norme di genere. A partire da queste considerazioni, ho costruito un progetto di ricerca volto a problematizzare e complessificare lo sguardo rispetto a come i processi di produzione della maschilità si inseriscono e si articolano nei modi in cui gli uomini che si riconoscono all’interno di una sessualità e/o di un genere non normativo danno significato e materialità alla loro identificazione. Da un punto di vista metodologico, la ricerca è stata realizzata integrando tre metodi qualitativi: (1) l’analisi di 20 diari a tema libero della durata di 3-6 mesi, prodotti online da ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni che si identificano in un sesso e/o un genere non normativo; (2) un percorso di osservazione etnografica, realizzato in un arco temporale di 8 mesi all’interno di contesti in cui fosse esplicitamente tematizzata la presenza di persone LGBTQ+; (3) un lavoro autoetnografico, che si è articolato sia attraverso l’uso di un diario personale durante l’intero periodo di realizzazione della ricerca, sia recuperando precedenti documenti personali. A partire dall’analisi del materiale ho costruito 4 modi di configurare il processo di produzione della maschilità. La configurazione denominata “produzione di una maschilità ideale” si articola attraverso la produzione di un’area di “vera” maschilità collocata in una posizione di superiorità rispetto a collocazioni femminilizzate. Nella seconda configurazione, “forme di identificazione con il femminile”, la femminilità, costruita come una proprietà essenzializzata, viene valorizzata positivamente come una compensazione degli aspetti negativi della maschilità. Nella terza configurazione, “sessualità e generi non normativi come maschilità di protesta”, la figura del soggetto eterosessuale e cisgender viene destituita dalla sua posizione di fulcro gravitazionale della maschilità in favore di forme di maschilità radicate in una visione essenzializzata delle sessualità e dei generi non normativi. Infine, la quarta configurazione, “disidentificazioni dal maschile”, si riferisce alle pratiche si soggettivazione che avanzano un’istanza di disarticolazione della propria identificazione al maschile.
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Della, Puppa Francesco. "Uomini in cammino. Percorsi di istituzione della vita adulta e trasformazioni della maschilità nella diaspora bangladese". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422541.

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Abstract (sommario):
This research aims at analysing the process of establishing an adult life of men immigrated from Bangladesh to Italy. For this purpose, it was focused on the population of Bangladeshi origin residing in Alte Ceccato, a fraction of the Municipality of Montecchio Maggiore in the Province of Vicenza. On 1 January 2011 Alte Ceccato consisted of 6,782 residents, 2,263 of which were foreigners, representing 33 % of the population. A national immigrated community with major representation is the one coming from Bangladesh. They have chosen this Municipality and precisely this fraction as their secondary destination of the migratory journey, generally after Rome and/or Palermo, which helped to preserve the economic, demographic and social tissue of the locality. Indeed, the data provided by the municipal registry proves that Bangladeshi migratory experience contributed to the population growth in Alte Ceccato, as well as their stabilisation demonstrated by large numbers of purchased properties, family reunifications and children attending schools. The legal construction of adult male identity represents a topic which is less present in the sociological literature, both in the framework of the migration studies as well as in the sociological studies of gender and family. The topic interlaces all these areas analysing the modalities according to which the construction of adult male life is inscribed in the migration experience starting with two pivotal events: professional stabilisation and family reunification, in particular with wife. The family reunification was observed as a reunification experience in order to understand the meaning that this event represents for Bangladeshi men, how they live this experience during their migratory and biographic journey, how it shapes and reshapes their gender identity and the modalities through which they enter the adult life. The experiences of Bangladeshi male immigrants in Alte Ceccato were interpreted through different meanings they attribute to this phenomenon, while being aware of the discrepancy between their representations of these experiences and representations of the same experiences from other parties involved in the process of reunification (spouse and possibly their children), in marriage and family life, in other events constituting their adult life in the context of immigration. Subsequently, it was studied in depth how these events can be perceived, interpreted and represented by immigrants’ family members in Bangladesh and how the progression of the emigrated family members towards adulthood influences male family members (brothers, fathers, fathers-in-law and brothers-in-law) that remained in the country of origin. This research provided extended periods of participant observation both in Alte Ceccato (lasting more than one year and a half) and in Bangladesh (approximately two months) which helped to collect 64 in-depth interviews. In Italy the interviews were carried out with 25 Bangladeshi immigrants residing in Alte Ceccato and 11 privileged witnesses, while in Bangladesh with 19 male relatives of interviewees from Alte Ceccato, 5 immigrants that came back – more or less temporarily – to their country of origin, 4 researchers specialised in migration and 1 Italian man married to a Bangladeshi woman, both residing in Bangladesh. In order to collect different attributions of meaning viewed from the male perspective, the male narrations and the male gender were under the spotlight, unveiling how men represent themselves and women. Thus, observing male immigrants and adopting their perspective allowed to discover relationships that men interweave with women. The research work targeted representations that men – who, both in Italy and Bangladesh, are generally considered responsible for safeguarding the reputation of the family group at the forefront of the public attention – provided from the background of their private life and their family ties, which were generally, in the framework of the research, analysed from female perspective. This results in an unanimous representation composed of collective subject that through personal stories casts light on the ambivalences and contradictions of a male multifaceted, multidimensional identity which is changing and is not always at ease when it comes to exercising its power. In addition to the multi-dimensionality of the men’s biographical and family trajectories and the plurality of men's transitions to adult life, other important questions emerged from this research: the relationship of continuity and discontinuity between models of masculinity represented by fathers in Bangladesh on the one hand and by migrating sons on the other, between migrating and non migrating brothers, and finally the redefinition of the intergenerational debt and socio-cultural affiliations through parenthood and projections towards the future of their sons. Three main axes were individuated in multiple migration experiences and taken into consideration in the process of the redefinition of so called intergenerational mandates and collective expectations: first, the expectations and unfulfilled social mobility in ascending direction as a starting point for respondents and as a projection towards the future of sons and daughters, also in the light of the current economic crisis; then the relations of gender and generation viewed through the lens of the men’s experiences and representations; and last but not least, relations between the dimensions of the private and intimate life and representations of adult male life in the public sphere as well as in the community context. The crucial interpretive construction used in the research was adopted from Pierre Bourdieu. In fact, the establishing of adult male life was observed through consecration rites where the subject interprets social regulatory and establishing demands relative to the models of masculinity from the context of origin and passing through the extended family, but also in the context of immigration and interpreted through the community of compatriots. Goffman’s dramatic realisation was used for the first time, in addition to the Bourdieu’s construction of the founding rite. It proved to be particularly useful, in one multi-site study, in stitching the scientific and epistemological fracture between the immigration and emigration society and in preventing falling into stereotypical approaches when decoding gender contracts and representations of masculinity. Indeed, the research presents on the scene a complex network of relationships inside the vertical and horizontal family, between genders and generations, but also a dense web of transnational relations between migrants and non-migrants, between the context of origin of the interviewees and the context of arrival from which the subjects are projected towards the English speaking Europe. Despite the fragmented experiences, the globalised social life of migrants is thus basically interpreted as a total social event which shows both the individual agency of the migrants – that emerge as global and cosmopolitan citizens - and the collective intentionality of their families and communities
Questa ricerca è volta ad analizzare il processo di istituzione della vita adulta degli uomini immigrati dal Bangladesh all’Italia. Per fare ciò si è preso in considerazione il caso della popolazione di origine bangladese residente ad Alte Ceccato, una frazione del Comune di Montecchio Maggiore in Provincia di Vicenza. Al 1 Gennaio 2011 Alte Ceccato contava 6.782 residenti di cui 2.263 stranieri, pari a oltre il 33% della popolazione. La comunità nazionale immigrata maggiormente rappresentata è quella originaria dal Bangladesh che ha eletto il Comune e soprattutto la sua frazione come mete secondarie del percorso migratorio, solitamente dopo Roma e/o Palermo, e che ha reso possibile la sopravvivenza del tessuto economico, demografico e sociale della località. Dai dati forniti dall’anagrafe comunale, infatti, emerge come all’incremento dei residenti ad Alte Ceccato abbia contribuito l’esperienza migratoria dei bangladesi e la loro stabilizzazione dimostrata dall’alto tasso di immobili acquistati, dalla numerosità dei ricongiungimenti familiari, dall’ampia presenza dei figli nelle scuole. La costruzione processuale dell’identità adulta maschile costituisce un tema poco frequentato nella letteratura sociologica sia nell’ambito degli studi sulle migrazioni che in quelli della sociologia del genere e della sociologia della famiglia. Il tema incrocia tutti questi ambiti analizzando le modalità in cui l’istituzione della vita adulta degli uomini si inscrive nell’esperienza migratoria a partire da due eventi-cardine: la stabilizzazione lavorativa e residenizale e il ricongiungimento familiare, nello specifico della moglie. Il ricongiungimento familiare è stato osservato come esperienza del ricongiungersi per comprendere il senso che gli uomini bangladesi attribuiscono a tale evento, come viene da essi collocato all’interno del percorso migratorio e biografico, come configura e riconfigura la loro identità di genere e le modalità attraverso le quali fanno ingresso nella vita adulta. Si è tentato di interpretare le esperienze degli uomini bangladesi immigrati ad Alte Ceccato attraverso la costellazione dei significati che essi stessi vi attribuiscono, pur nella consapevolezza della divergenza tra le loro rappresentazioni delle esperienze e le rappresentazioni delle stesse esperienze da parte degli altri soggetti coinvolti nel processo del ricongiungimento (il coniuge ed, eventualmente i figli), nella vita matrimoniale e familiare, negli altri eventi istitutivi della loro vita adulta nel contesto di immigrazione. Successivamente è stato approfondito, in Bangladesh, come tali eventi possano essere percepiti, interpretati e rappresentati dai familiari dei migranti e come la progressione verso l’età adulta dei familiari emigrati intervenga su quella dei familiari maschi (fratelli, padri, suoceri e cognati) rimasti nel Paese di origine. La ricerca ha previsto prolungati periodi di osservazione partecipante tanto ad Alte Ceccato (oltre un anno) quanto in Bangladesh (circa due mesi) e la raccolta di 64 interviste in profondità. In Italia sono stati intervistati 25 immigrati bangladesi residenti ad Alte Ceccato e 11 testimoni privilegiati, In Bangladesh sono stati intervistati 19 parenti di genere maschile degli intervistati ad Alte, 5 migranti che hanno fatto rientro – più o meno temporaneamente – nel Paese di origine, 4 ricercatori che hanno studiato le migrazioni e un italiano sposato con una donna bangladese e residente in Bangladesh. Per raccogliere le attribuzioni di significato degli uomini si è cercato di lavorare sulle narrazioni maschili e di leggere il genere dal maschile per tematizzare come gli uomini rappresentano se stessi e le donne; osservando gli immigrati uomini e assumendone la loro prospettiva si è avuto modo di osservare le relazioni che gli uomini intessono con le donne. Il lavoro di ricerca si è concentrato sulle rappresentazioni che gli uomini - a cui, tanto in Italia, quanto in Bangladesh, è solitamente attribuita la responsabilità di salvaguardare la reputazione dell’aggregato domestico sulla ribalta pubblica - fornivano del retroscena della propria vita privata e dei propri legami familiari, ambiti che la ricerca ha maggiormente affrontato dal femminile. Il risultato è una rappresentazione corale costruita da un soggetto collettivo che, raccontando se stesso, mette in luce le ambivalenze e le contraddizioni di un'identità maschile sfaccettata, multidimensionale, in mutamento, non sempre a suo agio nell’agire il suo dominio. Oltre alla multidimensionalità delle traiettorie biografiche e familiari degli uomini e la pluralità delle transizioni maschili alla vita adulta, dalla ricerca sono emerse altre questioni significative: il rapporto di continuità e discontinuità tra modelli di maschilità dei padri in Bangladesh e dei figli migranti, tra i fratelli migranti e quelli non migranti, la ridefinizione del debito intergenerazionale e delle appartenenze socio-culturali attraverso la paternità e le proiezioni sul futuro dei figli. Nelle ridefinizioni di quelli che sono i mandati intergenerazionali e le attese collettive sono stati presi in considerazione tre assi principali individuati nella molteplicità delle diverse esperienze di migrazione: le attese e le disattese di mobilità sociale in senso ascendente osservate come punto di partenza per gli intervistati e come proiezione verso il futuro dei figli e delle figlie anche alla luce della crisi economica in atto; i rapporti di genere e generazione osservati attraverso la lente delle esperienze e delle rappresentazioni maschili; le relazioni tra la dimensioni della vita privata e intima e le rappresentazioni della vita adulta maschile nella sfera pubblica e nel contesto comunitario. Il costrutto interpretativo cruciale utilizzato nella ricerca è stato ripreso da Pierre Bourdieu; il percorso di costruzione della vita adulta maschile, infatti, è stato osservato attraverso rituali di consacrazione in cui il soggetto reinterpreta domande sociali di tipo normativo e istitutivo relativamente ai modelli di maschilità attesi dal contesto di origine e transitanti attraverso la famiglia allargata, ma anche dal contesto di immigrazione e reinterpretati attraverso la comunità dei connazionali. Oltre al costrutto bourdiesiano del rituale di istituzione è stato fatto un uso inedito dei costrutti drammaturgici goffmaniani che si sono rivelati particolarmente utili, nella conduzione di uno studio multisituato, per cucire la frattura scientifica ed epistemologica tra la società di immigrazione e quella di emigrazione e per prevenire la caduta in approcci stereotipati nella lettura dei contratti di genere e delle rappresentazioni della maschilità. La ricerca, infatti, mette in scena una complessa trama di relazioni internamente alla famiglia verticale e orizzontale, tra i generi e le generazioni, ma anche un fitto intreccio di relazioni transnazionali tra migranti e non migranti, tra il contesto di origine degli intervistati e quello di arrivo da cui i soggetti si proiettano verso l’Europa anglofona. La vita sociale globalizzata dei migranti, pur nella frammentazione dei vissuti, quindi, viene interpretata tendenzialmente come un fatto sociale totale da cui emerge sia l’agency individuale dei singoli migranti - che si configurano come dei veri e propri cittadini globali e cosmopoliti - e sia l’intenzionalità collettiva, familiare e comunitaria
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Brigatti, V. "'UOMINI E NO' DI ELIO VITTORINI. IL TESTO TRA CARTE E POETICA, TRA EDIZIONI E CRITICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/218727.

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Abstract (sommario):
This dissertation concerns the Elio Vittorini’s novel, Uomini e no (1945), examined from a new point of view introduced by the philological analysis of writer’s hand written papers and the page-proofs of the first edition, corrected by the author. Till now, all these documents has been neglected by the critics, but they allow us to study the creative process that leads to the texts edited the first time in 1945. We can show therefore the transformations of the characters’ features and the evolution of the plot. The following part of the dissertation is dedicated to study Vittorini’s literature conception and her modifications during the 1940s, especially during the years immediately after the Second World War. These modifications leads the writer to a new edition of the novel, published in 1949, very different in comparison with the first one. This dissertation ends with the textual analysis of the 1949’s edition.
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Guidali, F. "UOMINI DI CULTURA E ASSOCIAZIONI INTELLETTUALI NEL DOPOGUERRA TRA FRANCIA, ITALIA E GERMANIA OCCIDENTALE (1945-1956)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/227690.

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Abstract (sommario):
The associations established in the years following the Second World War – in particular the Congress for cultural freedom (CCF) and the Société européenne de culture (European Society of Culture, SEC) – were intended to create bonds among intellectuals and to promote the discussion about their function within society. This study investigates the reasons and causes which lead to said associations, and it analyses the intellectual’s perception of their own role at that time and of the instruments they had to perform their civil task. The SEC, founded by the philosopher Umberto Campagnolo in 1950, has been chosen as the case study. The present PhD thesis is divided into: a methodology introduction, a story of culture organization between the end of the Nineteenth Century and the Second World War (a part which has been considered necessary in order to underline the aspects of continuity and the possible original features regarding intellectuals’ associations that were founded during the Cold War years) and, finally, an in-depth analysis of the case study. The investigation moves from a transnational and comparative perspective, making use of the analytical procedure, first introduced by Pierre Bourdieu and Gisèle Sapiro, in a critical manner. In order to explore the core of this thesis, several different phases have been identified: the first one falls between 1945 and 1950, the second between 1950 (year of birth for the main intellectuals’ associations) and September 1953, the third covering the period until March 1956, an important date in SEC history. For this study a wide review of cultural magazines, as well as of relevant archive material has been carried out. Campagnolo conceived culture as a creation of values: in his opinion since intellectuals, were responsible for conceiving ideas and symbols they should maintain full autonomy in the literary field. It was exactly in such dualism between autonomy and engagement that the SEC’s originality can be traced. The association was founded on the conviction that, only by uniting their strength, intellectuals would have been able to win influence within society, though it was the individual who had to commit himself/herself personally. The SEC’s peculiarity was determined also by its effective political independence, in spite of financing from the Italian government. It was conceived as a real association, and the instruments used for its action – the magazine “Comprendre”, the national centres and the Rencontre Est-Ouest [“East-West Encounter”] – did represent new important elements for the organizations of the time. By means of a thorough study of Campagnolo’s speeches, of the “Comprendre” magazine, of the Meetings debates, of correspondence and of the strategy for new members’ recruitment, the SEC’s task was defined as “metaphysical”, meaning that it was not linked to events, but to the spirit which should have accompanied any cultural action. It was hence inferred that the SEC and the CCF were competing for non-political reasons. Actually, the SEC intended to safeguard the autonomy of intellectual relations (defining such an approach as politique de la culture [politics of culture]), while the CCF supported heteronomy, employing Art and literature with a precise political aim. The contrast between these two institutions was hence due to a different conception the intellectuals held about their own role in society. Therefore, the associations under examination did not represent an instrument with a univocal meaning: as demonstrated by the analysis which has been carried out, they were devoid of any intrinsically autonomous or heteronymous function with respect to the literary field. Furthermore it is clearly confirmed that intellectuals had a role of mediation, as they had always affirmed during past history The development of intellectuals’ associations needs to be ascribed to the social aspects of the writer’s or artist’s function, more than to political factors related to the conflict between the blocks. In the attempt to fully understand the reasons for the success of intellectuals’ associations in those years, it has been hypothesized that a decline of the authority provided by traditional mediation forms among intellectuals, masses and politics had occurred. The social problem connected to such form of cultural organization was brought to light: in the SEC, it was less renowned intellectuals who showed particular involvement, and this means that actual interest for the SEC was due to their social condition and to the position a person had in the intellectual field. The sources examined have shown how in Western Europe, after the Cold War peak reached in the months of armed conflict in Korea, the conception of engagement itself evolved: intellectuals were integral part of society, were free to choose time, place and mode for their interventions, positioning themselves midway between pure action and pure Art. This point of arrival corresponded to Campagnolo’s own conclusions, who rightly maintained that the root of the intellectuals’ problem and of their crisis was social, rather than moral or political, relating to their role in a society which was more and more massified. The acceptance of an intermediate position among those expressed after the Second World War put a light on how ideological differences could be smoothed, while the need for autonomy and defence of intellectuals as expressed by associations remained.
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Stelliferi, Paola <1985&gt. "Una liberazione «fratricida e iconoclasta» : l'impatto dei femminismi sugli uomini della nuova sinistra nell'Italia degli anni Settanta". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8838.

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Abstract (sommario):
Il lavoro è incentrato sulla storia del movimento femminista italiano degli anni Settanta (ripercorsa dalla formazione dei primi collettivi "d’avanguardia" all'assunzione di una dimensione di massa alla metà del decennio) e analizza le reazioni maschili al suo emergere e affermarsi come fenomeno politico. Il focus è sui giovani uomini della cosiddetta “sinistra rivoluzionaria” che per primi fronteggiarono la diffusione delle pratiche e delle teorie dei nuovi femminismi e, in numerosi casi, il fenomeno tipicamente italiano della “doppia militanza”. La campagna elettorale per il referendum sul divorzio, la battaglia per la depenalizzazione dell’aborto e “la crisi dei movimenti collettivi” scoppiata nel 1976 sono alcuni degli snodi (temporali e tematici) attraverso i quali la tesi è sviluppata. Tra le fonti utilizzate si annoverano sia documenti scritti (stampa e materiale archivistico dei vari gruppi politici presi in considerazione), sia orali (31 interviste orali audio-registrate condotte dalla candidata a ex militanti, per lo più “di base”).
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Lambrugo, C. "Profumi per gli dei, profumi per gli uomini : Alabastra e aryballoi corinzi da Gela. Stile, distribuzione, funzione". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2005. http://hdl.handle.net/2434/65819.

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Capatti, Irene. "Le donne in televisione. Analisi degli stereotipi sul corpo e sui ruoli attraverso il programma Uomini e Donne". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9184/.

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Guidali, Fabio [Verfasser]. "Uomini di cultura e associazioni intellettuali nel dopoguerra tra Francia, Italia e Germania occidentale (1945-1956) / Fabio Guidali". Berlin : Freie Universität Berlin, 2014. http://d-nb.info/1048327361/34.

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Manuali, Tanya Bastianich. "An illustrious man and his uomini illustri : Francesco di Marco Datini and the decoration of his palace in Prato". Thesis, University of Oxford, 2000. http://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:7dc6862b-dbe4-4d95-9cdb-b25023c5dd70.

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Abstract (sommario):
The thesis begins with a cursory discussion of the Classical literary and visual sources for Renaissance uomini illustri cycles. The conveyance of these specific Classical sources to medieval France is touched upon, which leads to the rebirth of the uomini illustri genre in the guise of the chivalric NeufPreux. The discussion of the conceptual and artistic genesis of the uomini illustri genre creates an extensive time line, with some lacuna, that allows us to visualize the development of this theme right up to Renaissance Italy. A synopsis of the many uomini illustri cycles on the Italian peninsula is then given. The significance that the cycles may have embodied in relation to the environment for which they were created, as well as the meaning that they may have held for the viewer and patron is examined. Subsequently, a biography of Francesco di Marco Datini is given, touching on his early sojourn in Avignon, his activities in Italy during the construction and decoration of the Palazzo Datini, as well as his artistic patronage as a whole. Datini's friendships with the foremost humanist thinkers of the time is analyzed. This study, as well as the analysis of Francesco di Marco Datini as a merchant and a man living on the cusp between the Tre and Quattrocento, provides the context in which to visualize the creation of the uomini illustri cycle in Palazzo Datini, although the decoration of the cortile extends beyond simply the representation of historical figures to include virtues, vices, the sciences and philosophers, a trait common in other contemporary uomini illustri cycles. The complicated and diverse stages of the construction and decoration of Palazzo Datini is closely scrutinized, so that together with documentary evidence from the fecund Archivio di Stato di Prato (much of which has not been previously published) a clear reconstruction of the building of the palazzo and its decoration can be given for the first time. I discuss the careers of artists working for Datini, particularly Niccolo v di Piero Gerini, the main artist working on the extended uomini illustri cycle of Palazzo Datini. The final goal is the physical, iconographical, and conceptual reconstruction of the courtyard decoration of Palazzo Datini.
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PICCINNI, MARIA. "Tempo di Dio e tempo degli uomini: la rilevanza della festività nel diritto delle religioni e nel diritto italiano". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/682.

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Abstract (sommario):
Il lavoro di ricerca analizza in tutti i suoi aspetti la disciplina relativa alla rilevanza delle festività religiose nell'ordinamento italiano. Il primo capitolo è dedicato all'individuazione del valore che la festività assume nei diversi ordinamenti religiosi e in particolare nel diritto canonico, ebraico, islamico ed avventista. Il secondo capitolo analizza l'evoluzione della normativa unilaterale dello Stato italiano in materia di giorni festivi. Tra i vari problemi che interessano i rapporti tra confessioni religiose e Stato, quelli che più hanno dato luogo a dissensi, e che sono oggetto di trattazione nel terzo capitolo, riguardano essenzialmente la libertà di osservare il riposo festivo e di adempiere i doveri religiosi ad esso connessi, nonché l'obbligo dei datori di lavoro di rendere effettiva tale libertà organizzando l'attività lavorativa in modo che essa non ostacoli l'osservanza del riposo festivo. Nel quarto capitolo viene analizzata la disciplina pattizia, e in particolare le modalità di tutela del diritto alla festività e al riposo per i fedeli di confessioni che hanno stipulato un'Intesa con lo Stato italiano. Infine nell’ultima parte viene esaminata la normativa sulle celebrazioni pubbliche in occasione delle festività religiose in ambito statale, regionale e comunale.
This research analyses in all its aspects the importance of religious festivity in Italian law. The first chapter is dedicated to the individuation of the festivity value in religious rules, in particular in canon, islamic, jewish and adventist law. The second chapter analyses the evolution of unilateral italian rules of week days and holidays. One of the most important problem in the relationship between State and religious confessions regards the freedom of observe the weekly day off and connected religious duties. Employers must guarantee religious freedom, organizing working activity without preventing the observance of festive rest. In the fourth chapter has been analysed the pactional discipline, and in particular the way of protecting the right to observe holidays and rests for people who belong to a religious confession that stipulated an agreement with Italian State. In the last part of the thesis have been examined the norms about public celebrations on the occasion of religious festivity in statal, regional and communal laws.
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PICCINNI, MARIA. "Tempo di Dio e tempo degli uomini: la rilevanza della festività nel diritto delle religioni e nel diritto italiano". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/682.

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Abstract (sommario):
Il lavoro di ricerca analizza in tutti i suoi aspetti la disciplina relativa alla rilevanza delle festività religiose nell'ordinamento italiano. Il primo capitolo è dedicato all'individuazione del valore che la festività assume nei diversi ordinamenti religiosi e in particolare nel diritto canonico, ebraico, islamico ed avventista. Il secondo capitolo analizza l'evoluzione della normativa unilaterale dello Stato italiano in materia di giorni festivi. Tra i vari problemi che interessano i rapporti tra confessioni religiose e Stato, quelli che più hanno dato luogo a dissensi, e che sono oggetto di trattazione nel terzo capitolo, riguardano essenzialmente la libertà di osservare il riposo festivo e di adempiere i doveri religiosi ad esso connessi, nonché l'obbligo dei datori di lavoro di rendere effettiva tale libertà organizzando l'attività lavorativa in modo che essa non ostacoli l'osservanza del riposo festivo. Nel quarto capitolo viene analizzata la disciplina pattizia, e in particolare le modalità di tutela del diritto alla festività e al riposo per i fedeli di confessioni che hanno stipulato un'Intesa con lo Stato italiano. Infine nell’ultima parte viene esaminata la normativa sulle celebrazioni pubbliche in occasione delle festività religiose in ambito statale, regionale e comunale.
This research analyses in all its aspects the importance of religious festivity in Italian law. The first chapter is dedicated to the individuation of the festivity value in religious rules, in particular in canon, islamic, jewish and adventist law. The second chapter analyses the evolution of unilateral italian rules of week days and holidays. One of the most important problem in the relationship between State and religious confessions regards the freedom of observe the weekly day off and connected religious duties. Employers must guarantee religious freedom, organizing working activity without preventing the observance of festive rest. In the fourth chapter has been analysed the pactional discipline, and in particular the way of protecting the right to observe holidays and rests for people who belong to a religious confession that stipulated an agreement with Italian State. In the last part of the thesis have been examined the norms about public celebrations on the occasion of religious festivity in statal, regional and communal laws.
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Donini, Angelica. "Analisi del fenomeno Dating Show. L’amore crea il successo: dalle rose di The Bachelor ai troni di Uomini e donne". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25135/.

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Abstract (sommario):
La mia tesi per la conclusione del mio percorso di studi magistrale nasce innanzittutto da un mio personale interesse di ricerca. La mia intenzione con questo elaborato è quello di analizzare le ragioni del successo dei dating show. Attraverso quindi lo studio e l'analisi di diversi testi e ricerche specifiche, spiegherò come funzionano questi format e come, anche se considerati prodotti "trash" e di serie B, ancora oggi abbiano un successo di audience incredibile che non sembra voler finire. In sequito ho analizzato alcuni dei dating show più famosi e particolari, sia americani che italiani, spiegando come siano passati da un consumo televisivo ad uno in streaming.
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Saladino, Elisa <1997&gt. "Gli "uomini illustri" del laboratorio di restauro delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Storia di un laboratorio e dei suoi protagonisti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21081.

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Abstract (sommario):
La tesi, attraverso una ricostruzione della storia delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, si sofferma sugli uomini illustri che da veri protagonisti sono stati gli artefici della fortuna del Museo che oggi raccoglie il maggior numero di opere di artisti veneti vissuti e operanti tra il ‘600 e il ‘700. Attraverso la ricostruzione della vita e dell’impegno di uomini come il Valcanover, Edwards, Cantalamessa e Botti, di cui nella tesi viene tracciato sia il profilo umano che professionale, si offre all’attenzione del lettore lo spunto per soffermarsi sull’importanza dell’attività del restauro. Evidenziando le differenze tra le tecniche di restauro del passato e le nuove, che si avvalgono di una tecnologia moderna ed efficace, si coglie lo spunto per descrivere opere sulle quali gli interventi restauratori hanno consentito di ritrovare l‘antico splendore, ora eliminando gli errori di interventi passati, ora ritessendo la tela rovinata da incaute conservazioni, ora decifrando materie prime preziose, ora riscoprendo figure che l’artista ha voluto eliminare destinandole all’oblio. E nel passaggio tra il vecchio e nuovo restauro si stagliano le figure del restauratore, che da piccolo artigiano che opera nell’oscurità della propria bottega diventa impresa, e quella dello sponsor che, mettendo a disposizione ingenti capitali, può dare sfogo agli obiettivi più ambiziosi per ottimizzare il proprio investimento.
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Letelier, Widow Gonzalo. "Autonomia come partecipazione: Un'indagine sulla legge come causa dell'atto umano ovvero sul problema del governo su uomini liberi e uguali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427471.

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Abstract (sommario):
This work represents a research on the nature of the causal efficiency of law, i.e. on how the political command is communicated by authority and received by those who must obey it. In the words of political philosophy of aristotelic tradition, it is the classical problem of the “government over free and equal men”, i.e., the problem of compatibility between political government and the freedom of human act and political rights. In the words of kantian practical philosophy, the problem consists in the compatibility between individual’s moral autonomy and juridical system’s heteronomy, i.e. it consists in justifying the dominion of one man over another one, so that the citizen obeys the laws without any kind of submission to a will other than his own. The question requires particular attention to the problem of the nature of political bonds, as communication of political command is necessarily founded on what is common to the members of political society. The work is divided in two parts. The first one proposes a model of practical philosophy whose fundamental structure is common to all major political thinkers of modern times. This model consists in a “moral of obligation” founded on the opposition between law (must) and freedom (will), originated on nominalistic scholastic voluntarism. Within this structure, the problem assumes the form of a dilemma: if law comes from our own will (autonomy), then it becomes necessary to explain how it is possible to command over oneself; if law comes from a will other than our own, then it becomes necessary to explain the difference between law and mere force. In this context, the theories of Hobbes and Rousseau are studied as the theoretical matrix of modern political philosophy and as the two dialectical poles of this opposition. The conclusions derived from the study of these two thinkers are then applied to Kelsen and Kant respectively. The second part proposes a reconstruction of classical philosophy’s position about this problem, meaning by “classical” the tradition that begins with Plato, continues with Aristotle and reaches a new summit with Saint Thomas Aquinas. In this part of the work, a “classical” model of practical philosophy, common to these three authors, is presented. This model consists in an “order of loves”. Two fundamental theses are proposed. The first one is that law is a rational communicable order, whose efficacy is founded on participation of the act of “imperium” of authority in individual’s subjective “imperium” over his own acts. The second one is that the principle of this communication consists in “political concord”, i. e. a “useful friendship” about the ends of society, and that the concrete realization of this order in the citizen’s soul is political virtue, which is analogue to man’s virtue with the same platonic analogy that exists between man’s soul and the city or the State.
Questa ricerca verte sulla natura dell’efficacia causale della legge, cioè sul modo in cui il comando giuridico viene comunicato dall’autorità ed è ricevuto da chi deve obbedirlo. Nei termini della filosofia politica di tradizione aristotelica, si tratta del classico problema del “governo su uomini liberi e uguali”, cioè, del problema di rendere compatibile il governo politico con la libertà dell’atto umano e i diritti politici. Nei termini della filosofia pratica kantiana, il problema consiste nel rendere compatibili l’autonomia morale del singolo con l’eteronomia dell’ordinamento giuridico, cioè nel giustificare il dominio dell’uomo sull’uomo in modo tale che il cittadino obbedisca alle leggi senza sottomettersi ad una volontà estranea alla propria. La questione richiede una particolare attenzione al problema della natura del vincolo politico, in quanto la comunicazione del comando giuridico si fonda necessariamente su ciò che i membri della società hanno in comune. Il lavoro è diviso quindi in due parti. Nella prima viene proposto un modello di filosofia pratica la cui struttura fondamentale è comune ai maggiori teorici politici della modernità: una “morale dell’obbligo” fondata sull’opposizione tra legge (dovere) e libertà (volere soggettivo), che trova le sue origini nel volontarismo nominalistico della scolastica. A partire da questa struttura, il nostro problema si presenta al modo di un dilemma: se la legge scaturisce dalla propria volontà (autonomia), risulta necessario spiegare come è possibile comandare su se stesso; se, d’altra parte, la legge scaturisce da una volontà diversa ed estranea (eteronomia), allora risulta necessario spiegare la sua differenza con la mera forza coattiva. In questo contesto, vengono quindi esaminate le teorie di Hobbes e di Rousseau in quanto costituiscono la matrice teorica della filosofia politica posteriore e in quanto rappresentano i due poli dialettici di questa opposizione. Le conclusioni relative a questi autori verranno applicate poi, rispettivamente, a Kelsen e a Kant. Nella seconda parte, viene proposta una ricostruzione della posizione della filosofia classica riguardo a questo problema, intendendo per “filosofia classica” la tradizione iniziata con Platone, continuata con Aristotele e che raggiunge una nuova cima con San Tommaso d’Aquino. In questa seconda parte si presenta un modello “classico” di filosofia pratica inteso come “ordine di amori” che accomuna questi autori, per procedere poi a esporre due tesi fondamentali. La prima è che la legge è una ordine razionale comunicabile, la cui efficacia si fonda sulla partecipazione dell’atto d’“imperium” dell’autorità nell’“imperium” soggettivo del singolo sui propri atti. La seconda è che il principio di questa comunicazione consiste nella “concordia politica” intesa come amicizia utile relativa ai fini comuni di una società, e che la sua concreta realizzazione nell’anima del cittadino costituisce la virtù politica, la quale è analoga alla virtù dell’uomo buono con la stessa analogia platonica che intercorre tra l’anima dell’uomo e la città o lo Stato.
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Bandiera, Linda. "La letteratura cinese per l'infanzia: proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo "Sulle tracce degli uomini verdi" di Jin Bo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10786/.

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Abstract (sommario):
La letteratura per l’infanzia è un mondo ancora poco esplorato e studiato e ciò è particolarmente vero per quelle culture erroneamente considerate molto lontane dalla nostra. È un campo estremamente delicato su cui lavorare in quanto i libri per i bambini hanno, oltre a intrattenerli, lo scopo di educarli e dare loro delle linee guida durante tutto il periodo di crescita. La presente tesi si propone di fornire una traduzione verso l’italiano di alcuni capitoli tratti dal romanzo per bambini Zhuizong Xiao Lüren 追踪小绿人 (Sulle tracce degli omini verdi) dello scrittore Jin Bo 金波 (1935). Il primo capitolo fornisce una descrizione, seppur breve, della letteratura per l’infanzia in Cina, in particolare a partire dagli anni ’70 a oggi. Il secondo capitolo presenta la proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo e, infine, il terzo capitolo riguarda il relativo commento traduttologico.
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Pirani, Francesco. "La letteratura cinese per l'infanzia: proposta di traduzione e analisi di due favole della raccolta "Gli uomini d'ombra" di Jin Bo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract (sommario):
Il seguente lavoro di tesi propone una traduzione di due favole dell’autore cinese Jin Bo. Inizialmente verrà introdotta la storia della letteratura per l’infanzia in Cina e come questo genere abbia subito modificazioni a seconda del periodo storico e della diversa concezione del suo ruolo nella formazione delle nuove generazioni. Dopo aver presentato la proposta di traduzione delle due favole, verrà svolta un’analisi di alcuni degli elementi principali di questi racconti in relazione alla favolistica classica sviluppatasi dalle opere di Esopo. Infine, si prenderà in esame la figura della volpe ricercando tracce della presenza di questo personaggio tra letteratura occidentale e folklore orientale.
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Lindecrantz, Ingrid. "Differenze tra il romanzo di Stieg Larsson Män som hatar kvinnor e la sua traduzione in italiano Uomini che odiano le donne". Thesis, Högskolan Dalarna, Italienska, 2011. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:du-6435.

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Vecchies, Michela <1989&gt. "Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Sapere e fare sé stessi superando le influenze degli stereotipi di genere". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4243.

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Abstract (sommario):
L'elaborato ha inizio con il mettere in luce uno degli aspetti che caratterizzano l'esistenza dell'essere umano, ossia la dicotomia tra uomo e donna. Nascere maschi e femmine significa possedere determinati attributi sessuali differenziati; in seguito, mediante il processo di socializzazione, le persone acquisiscono modi di sentire, comunicare e interagire che ne determinano l'appartenenza sessuale. La questione del genere viene affrontata come concetto culturalmente e socialmente appreso: dalla prima infanzia si imparano quali sono i comportamenti consoni al proprio corredo biologico e come costruire l'identità di genere. Attribuendo fondamentale importanza al principio del "partire da sé", si è ritenuto importante partire dalle esperienze e dai vissuti personali, presupposto imprescindibile per fondare un percorso di presa di coscienza della propria identità. Per tal motivo verrà rivolta l'attenzione, nella seconda parte dell'elaborato, ad un progetto educativo che da quattro anni si svolge nelle Scuole secondarie di primo grado del Comune di Jesolo: il Progetto Educativo "In&Out" il quale, partendo dall'esperienza e dai vissuti dei ragazzi li accompagna al confronto diretto allo scopo di contrastare il prima possibile gli stereotipi di genere, in particolar modo quelli trasmessi dal media più pervasivo, la televisione, allo scopo di instaurare rapporti e relazioni rispettosi e paritari. Alla conclusione delle sperimentazioni contro gli stereotipi di genere, si metteranno in luce gli aspetti cruciali e le criticità del lavoro a partire da una profonda riflessione su come si è vissuta l'esperienza, sia a livello personale-individuale sia a livello professionale, proiettandosi in un possibile futuro operativo nell'ambito del Servizio Sociale.
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Lang, Heinrich. "Del Treppo, Mario (Hg.): Condottieri e uomini d'arme nell'Italia del Rinascimento. A cura e con un saggio introduttivo di Mario Del Treppo / [rezensiert von] Heinrich Lang". Universität Potsdam, 2004. http://opus.kobv.de/ubp/volltexte/2008/2037/.

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Abstract (sommario):
Rezensiertes Werk: Condottieri e uomini d’arme nell’Italia del Rinascimento. A cura e con un saggio introduttivo di Mario Del Treppo / Mario Del Treppo [Hrsg.]. - Napoli : Liguori, 2001. - XIX, 484 S. - (Europa Mediterranea. Quaderni; 18) ISBN 88-207-3141-X
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PONTIGGIA, GIANCARLO. "QUEL CHE E' STATO SARA' UNA LETTURA DEI DIALOGHI CON LEVCO' DI CESARE PAVESE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1294.

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Abstract (sommario):
Pontiggia commenta – ed è la prima volta nella storia degli studi pavesiani – tutti i ventisette Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. La scelta di leggere i dialoghi non secondo l’indice predisposto dall’autore per la pubblicazione, ma secondo l’ordine cronologico di composizione, è dettata dall’esigenza di scendere più a fondo nell’officina pavesiana, al fine di cogliere i nessi fantastici e tematici che legano i singoli dialoghi. L’indagine rivela il rapporto – di libertà e di fedeltà insieme – che Pavese intrattiene con le sue fonti, sia classiche (soprattutto greche: Omero, Esiodo, i tragici) sia moderne (gli studi etnologici e antropologici del Pestalozza, di Untersteiner, di Kerényi, di Paula Philippson). La forma-dialogo – modellata con originalità sui Dialoghi di Luciano e sulle Operette morali di Leopardi – consente all’autore di fondere uno sguardo intensamente lirico con una tensione lucidamente argomentativa, la dimensione tragica dell’esistenza con la potenza mitopoietica della parola. Nell’infelicità universale, la poesia conserva una sua forza vitale, che riscatta – almeno parzialmente – il destino di morte e di sofferenza riservato agli esseri umani: forse è questo l’aspetto più autenticamente classico di un libro sempre in bilico tra le forze della disgregazione e dell’armonia, della lucidità e dell’inganno, del terrestre e del divino.
Pontiggia analyzes all twenty-seven Dialogues with Leucò — a first in the history on Pavese studies. The choice of reading the dialogues not according to the index prepared for publication by the author, but following the chronological order of their composition is dictated by the need to delve more profoundly into Pavese’s work in order to capture the fantastic and thematic relationships linking the single dialogues. This research reveals the relationship — of both freedom and fidelity — that Pavese entertains with his sources, both classical (especially Greek: Homer, Hesiod, the tragedians) and modern (the ethnological and anthropological studies of Pestalozza, Untersteiner, Kerényi, and Paula Philippson). The dialogue form — modeled with great originality on Lucian's Dialogues and on Leopardi’s Operette morali — allows the author to merge an intensely lyrical look with a lucidly argumentative tension, the tragic dimension of existence with the mythopoietic power of the word. In the universal unhappiness, poetry retains its vital force, which redeems, at least partially, the destiny of death and suffering reserved for human beings: this is perhaps the most authentically classical aspect of a book always hanging in the balance between the forces of disintegration and harmony, of clarity and deception, of the earthly and the divine.
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PONTIGGIA, GIANCARLO. "QUEL CHE E' STATO SARA' UNA LETTURA DEI DIALOGHI CON LEVCO' DI CESARE PAVESE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1294.

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Abstract (sommario):
Pontiggia commenta – ed è la prima volta nella storia degli studi pavesiani – tutti i ventisette Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. La scelta di leggere i dialoghi non secondo l’indice predisposto dall’autore per la pubblicazione, ma secondo l’ordine cronologico di composizione, è dettata dall’esigenza di scendere più a fondo nell’officina pavesiana, al fine di cogliere i nessi fantastici e tematici che legano i singoli dialoghi. L’indagine rivela il rapporto – di libertà e di fedeltà insieme – che Pavese intrattiene con le sue fonti, sia classiche (soprattutto greche: Omero, Esiodo, i tragici) sia moderne (gli studi etnologici e antropologici del Pestalozza, di Untersteiner, di Kerényi, di Paula Philippson). La forma-dialogo – modellata con originalità sui Dialoghi di Luciano e sulle Operette morali di Leopardi – consente all’autore di fondere uno sguardo intensamente lirico con una tensione lucidamente argomentativa, la dimensione tragica dell’esistenza con la potenza mitopoietica della parola. Nell’infelicità universale, la poesia conserva una sua forza vitale, che riscatta – almeno parzialmente – il destino di morte e di sofferenza riservato agli esseri umani: forse è questo l’aspetto più autenticamente classico di un libro sempre in bilico tra le forze della disgregazione e dell’armonia, della lucidità e dell’inganno, del terrestre e del divino.
Pontiggia analyzes all twenty-seven Dialogues with Leucò — a first in the history on Pavese studies. The choice of reading the dialogues not according to the index prepared for publication by the author, but following the chronological order of their composition is dictated by the need to delve more profoundly into Pavese’s work in order to capture the fantastic and thematic relationships linking the single dialogues. This research reveals the relationship — of both freedom and fidelity — that Pavese entertains with his sources, both classical (especially Greek: Homer, Hesiod, the tragedians) and modern (the ethnological and anthropological studies of Pestalozza, Untersteiner, Kerényi, and Paula Philippson). The dialogue form — modeled with great originality on Lucian's Dialogues and on Leopardi’s Operette morali — allows the author to merge an intensely lyrical look with a lucidly argumentative tension, the tragic dimension of existence with the mythopoietic power of the word. In the universal unhappiness, poetry retains its vital force, which redeems, at least partially, the destiny of death and suffering reserved for human beings: this is perhaps the most authentically classical aspect of a book always hanging in the balance between the forces of disintegration and harmony, of clarity and deception, of the earthly and the divine.
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BRESSI, Barbara. "Efficacia, fattibilità e sicurezza di un programma di esercizio fisico per la salute delle ossa negli uomini che ricevono la terapia di deprivazione androgenica per il tumore della prostata: stato dell’arte e proposta di intervento evidence-based". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278338.

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Abstract (sommario):
Introduzione La terapia di deprivazione androgenica (TDA) causa svariati effetti collaterali che aumentano il rischio di cadute accidentali e fratture negli uomini con cancro alla prostata (PCa). Anche se l'esercizio fisico (EF) e uno stile di vita sano sono raccomandati nei sopravvissuti al cancro per contrastare gli effetti collaterali del trattamento, pochi individui rispettano il livello di EF raccomandato. Obiettivi L’obiettivo di questa tesi di dottorato è accertare l'efficacia di un programma di EF nel prevenire la salute delle ossa (densità minerale ossea (DMO), cadute accidentali e fratture), e di verificarne la sua fattibilità e sicurezza nei pazienti con PCa che ricevono TDA. Metodi Sono state condotte due revisioni sistematiche della letteratura. Abbiamo cercato in MEDLINE, EMBASE, CINAHL e Cochrane Library studi randomizzati controllati che valutassero l’efficacia dell’EF sulla salute delle ossa, e anche la sua fattibilità e sicurezza negli uomini con PCa che ricevono TDA. Abbiamo condotto uno studio osservazionale nel territorio di Reggio Emilia per descrivere lo stile di vita e le abitudini di EF dei pazienti con nuova diagnosi di PCa, invitandoli a partecipare ad una intervista svolta di persona o per telefono. Inoltre, abbiamo progettato uno studio pilota in corso che esamina la fattibilità e sicurezza di un intervento sperimentale di EF multicomponente in pazienti con PCa che attualmente ricevono TDA associata a radioterapia. Questo intervento allineato con le preferenze individuali, rivolto alle funzioni psicofisiche e cognitive, è specificamente mirato a prevenire cadute accidentali e fratture con un adeguato volume di esercizio. Risultati Nessuno degli studi inclusi nelle due revisioni sistematiche ha indagato l'efficacia di un programma di EF nel prevenire cadute accidentali e fratture. Tuttavia, i dati preliminari suggeriscono che interventi di EF multicomponenti sono probabilmente efficaci nel ridurre la perdita di DMO, soprattutto quando comprendono esercizi di rinforzo muscolare e di impatto o l'allenamento di calcio. Anche se l’EF sembra fattibile nei pazienti con PCa che ricevono TDA, l'allenamento di calcio dovrebbe essere prescritto con cautela per motivi di sicurezza. Più della metà degli uomini intervistati nello studio osservazionale (21 su 40) non raggiungeva il livello di EF raccomandato per i sopravvissuti al cancro, e non erano disposti a cambiare il loro stile di vita. Tuttavia, il 40% del campione ha riferito il proprio interesse a partecipare ad un programma di EF. Ad oggi, cinque partecipanti sono stati inclusi nello studio pilota in corso: oltre ai dati sulla fattibilità e sicurezza dell'intervento sperimentale, indaghiamo il suo impatto su forza muscolare, equilibrio, fatigue, disturbi dell'umore, funzione cognitiva, qualità della vita e soddisfazione dei partecipanti. Registreremo anche cadute accidentali e fratture che si verificano durante l'intervento, fino a un anno di follow-up. Conclusioni L'EF è raccomandato per contrastare gli effetti collaterali della TDA negli uomini con PCa. Tuttavia, ad oggi mancano prove dell'efficacia dell’EF nel prevenire cadute accidentali e fratture e la perdita di DMO. I programmi di EF multicomponente sembrano fattibili e sicuri in questa popolazione, ma gli eventi avversi dovrebbero essere sistematicamente documentati secondo le attuali linee guida. I nostri dati suggeriscono che una parte rilevante degli uomini con nuova diagnosi di PCa non è sufficientemente attiva, e anche quando esposti a fattori di rischio comportamentali, non sono disposti a cambiare il loro stile di vita. Gli operatori sanitari dovrebbero approfittare del momento della diagnosi e applicare strategie per motivare i pazienti alla pratica di EF e all'adesione a stili di vita più sani.
Background Androgen Deprivation Therapy (ADT) has side effects which increase the risk of accidental falls and fractures in men with prostate cancer (PCa). Although physical exercise (PE) and healthy lifestyle are recommended in cancer survivors to counteract the side effects of treatment, few individuals comply with the recommended level of PE. Objectives The aim of this Ph.D. research thesis is to ascertain the effectiveness of PE on bone health (bone mineral density (BMD), accidental falls and fractures), and to verify its feasibility and safety in patients with PCa receiving ADT. Methods Two systematic reviews were conducted. We searched in MEDLINE, EMBASE, CINAHL and the Cochrane Library for randomized controlled trials (RCTs) investigating the effectiveness of PE on bone health and, also its feasibility and safety in men with PCa receiving ADT. A cross-sectional study was conducted in an Italian hospital setting to describe the lifestyle of individuals with PCa. Men newly diagnosed with PCa were consecutively invited to participate in a structured interview that was conducted either in person or by telephone. We collected data on their PE habits and motivation to change towards healthier behaviors. Furthermore, we designed an ongoing pilot study that examines the feasibility and safety of a multicomponent experimental PE intervention in patients with PCa that are currently receiving ADT associated with radiotherapy. This PE intervention is aligned with individual preferences, it addresses psychophysical and cognitive functions, and it is specifically targeted at preventing accidental falls and fractures with an appropriate volume of exercise. Results None of the RCTs included in the two systematic reviews investigated the risk of accidental falls and fractures. Nevertheless, preliminary data suggest that multicomponent PE interventions are likely to be effective in reducing BMD loss, especially when involving resistance and impact-loading exercise or football training. Although PE seems feasible in patients with PCa receiving ADT, football training should be prescribed with caution for safety reasons. More than half of the men interviewed in the cross-sectional study (21 out of 40) did not reach the recommended PE level for cancer survivors, and were not willing to change their lifestyle. However, 40% of the sample reported their interest in participating in an exercise program. To date, five participants have been included in the ongoing pilot study: in addition to data on feasibility and safety of the experimental intervention, we investigate its impact on muscle strength, balance, fatigue, mood disturbances, cognitive function, quality of life, and participants’ satisfaction with the intervention. We are also going to record the number of accidental falls and fractures occurring during the intervention, up to one year of follow-up. Conclusions PE is recommended to counteract the side effects of ADT in individuals with PCa. Nevertheless, the evidence of the effectiveness of PE to prevent the risk of accidental falls and fractures and the loss of BMD is lacking. Multicomponent PE targeting bone health seems feasible and safe in this population, but adverse events should be systematically documented, according to current guidelines. Our data suggest that a relevant proportion of the men newly diagnosed with PCa are insufficiently active and, even when exposed to behavioral risk factors, they are not willing to change their lifestyle. Health-care professionals who deal with this population should take advantage of the teachable moment and apply strategies that support patients' motivation to exercise and adherence to healthier lifestyles.
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Rebichon, Noelle-Christine. "Les hommes illustres dans les peintures murales des trecento et quattrocento en italie : creation et adaptation d'une iconographie inspiree de sources litteraires du moyen age francais". Thesis, Lyon 2, 2011. http://www.theses.fr/2011LYO20138.

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Abstract (sommario):
Le groupe chevaleresque des Neuf Preux, apparu dans le roman des Vœux du Paon de Jacques de Longuyon vers 1312, est rapidement mis en images à travers de nombreuses techniques artistiques, et connaît un succès grandissant au cours des XIVe et XVe siècles, dans le Saint Empire romain germanique, le royaume de France, atteignant également la Catalogne et l'Italie. Simultanément, cette dernière redécouvre son glorieux passé grâce au genre biographique des Vies repris et renouvelé par Pétrarque ; la Rome antique se révèle pourvoyeuse de valeurs morales et politiques, et davantage encore d'exempla, Hommes illustres ou Uomini famosi, qui deviennent très tôt le sujet de galeries peintes sur les murs des palais publics et privés. Quatre commanditaires, en Tyrol, Piémont et Ombrie, appartenant de jure ou de facto à la noblesse, choisissent pourtant les neuf héros transalpins pour décorer différents espaces de leur demeure. Les deux traditions, prônant chacune ses modèles, cohabitent donc dans la péninsule pendant quelques décennies. La thèse a pour objectif d’analyser la fortune et l’adaptation de la série héroïque des Preux dans ces programmes picturaux, à la période charnière entre le gothique tardif et la Première Renaissance. En s'attachant aux supports littéraires et iconographiques, nous analysons les modalités qui caractérisent la diffusion et le traitement du groupe canonique des Neuf Preux, alors que la tradition classique, propre à l'Italie et à une première forme de patriotisme naissant, domine. Le topos des Preux, expression de la résistance de la culture chevaleresque présente en Italie jusqu'à la fin du XVe siècle, se révèle un thème flexible qui peut être adapté au premier humanisme. Assistons-nous alors, à travers l'interprétation du panthéon transalpin, à la création d'une nouvelle iconographie ? L'étude conduit à apporter des réponses et à proposer des lectures spécifiques aux quatre lieux d'accueil étudiés
The chivalrous group The Nine Worthies, which appears in the novel Vœux du Paon written by Jacques de Longuyon circa 1312, was quickly transposed into pictorial form by means of many artistic techniques and became a popular theme throughout the 14th and 15th centuries in the Holy Empire, the French kingdom, and reaching even Catalonia and Italy. At the same time, Italy was rediscovering its own glorious past by way of the biographical literary genre Lives, which Petrarch had appropriated and modernized; therein moral and political values were drawn from the history of Ancient Rome and exempla of Uomini famosi, i.e. Famous Men, the latter becoming the subject of murals painted on the walls of private and public residences. However four patrons, in Tyrol, Piedmont and Umbria, belonging de jure or de facto to the nobility, chose the nine transalpine heroes to decorate different spaces in their homes. Both traditions –the chivalrous and the classic, each one praising its respective models– co-existed in Italy for some decades. This thesis analyzes the fortune and the adaptation of the Worthies' heroic series as depicted in wall paintings dating from a pivotal period of transition between the Late Gothic and the Early Renaissance. Utilizing both literary and iconographic evidence we analyze the details that characterize the diffusion and treatment of the canonical group of the Nine Worthies in Italy, where the classical tradition dominated and was employed to embody the first form of patriotism that was taking shape there. The Worthies' topos, an expression of the resistance of the chivalrous culture which was present in Italy until the end of the 15th century, was a flexible theme that could be adapted to early humanism. The pertinent question becomes, are we observing, through the transalpine pantheon, the creation of a new iconography? This study provides answers while proposing specific readings of the four host places examined and interpreting these monumental cycles
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