Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Mitizzazione“

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Mitizzazione":

1

Kornacka, Barbara. „Mitizzazione, rappresentazione e strumentalizzazione del fiume ne Il comandante del fiume di Ubah Cristina Ali Farah“. Studia Romanica Posnaniensia 49, Nr. 3 (05.12.2022): 105–20. http://dx.doi.org/10.14746/strop.2022.493.008.

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The aim of the article is to analyze the motif of the river in the novel Il comandante del fiume by Ubah Cristina Ali Farah, which appears on three planes: the level of the myth, of the representation and of the literary device. The use of the river motif demonstrates its literary potential. Furthermore, the river con- firms that the two cultures involved in postcolonial literature yield a new quality due to the acceptance and inclusion of diversity. It also affirms the writer’s autonomy from both her Somali and Italian roots. Finally, the river is established as an indispensable element for the exposition and understanding of the theme dealt by this Bildungsroman.
2

Ciglioni, Laura. „Le guerre italiane nei rotocalchi degli anni Settanta“. MONDO CONTEMPORANEO, Nr. 1 (April 2010): 121–64. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001005.

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Il saggio ricostruisce le immagini delle guerre combattute dall'Italia nel XX secolo, e in particolare quelle della prima e della seconda guerra mondiale, diffuse presso l'opinione pubblica italiana negli anni Sessanta, attraverso l'analisi di otto rotocalchi di ampia diffusione e di differente orientamento: Famiglia cristiana, L'Europeo, Oggi, Tempo, Epoca, Vie nuove, L'Espresso e Gente. Analizzando tanto la natura di prodotto dell'industria dell'intrattenimento che di giornale di opinione, propria del rotocalco, l'autrice ne ricostruisce i diversi livelli di fruizione e individua in particolare tre processi che operavano nella struttura dei settimanali illustrati: mitizzazione, ideologizzazione e affabulazione. Accanto ad un sentimento di estraneitŕ verso le guerre nazionali che emerge quale mito comune a tutti i rotocalchi, l'autrice individua come dato dominante l'esistenza di memorie contrapposte e polemiche del passato nazionale (in particolare della Resistenza) presso l'opinione pubblica italiana del tempo. Il saggio analizza, infine, gli elementi di continuitŕ e di frattura di alcune di queste memorie nel tempo e il loro rapporto con il discorso politico pubblico proposto dalle forze politiche protagoniste del centrosinistra.
3

Nappi, Paolino. „Mitizzazione e smitizzazione del guappo-camorrista nella letteratura napoletana del primo Novecento: le maschere di Ferdinando Russo e Raffaele Viviani“. Quaderni d'italianistica 36, Nr. 2 (27.07.2016): 41–68. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26899.

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In questo articolo si considerano due esponenti di spicco della letteratura napoletana della prima metà del Novecento, il poeta e scrittore Ferdinando Russo e il drammaturgo Raffaele Viviani, mettendo a confronto la rappresentazione mitica del guappo- camorrista del primo con la smitizzazione ironica del guappo che caratterizza invece alcune commedie del secondo. Si analizzeranno queste immagini contrapposte, insistendo in particolare sulla nozione di “maschera” applicabile, in maniera diversamente specifica, alle modalità rappresentative scelte dai due autori.
4

Merli, Elena. „Il fons di Stella fra mitizzazione e realismo (Mart. VI 47 ; VII 15 e 50 ; XII 2)*“. Dictynna, Nr. 10 (01.12.2013). http://dx.doi.org/10.4000/dictynna.1000.

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Dissertationen zum Thema "Mitizzazione":

1

Gorini, Anna. „Un’italiana scomoda. Indagine sull’opera e sul mito di Oriana Fallaci“. Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1210797.

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La tesi mira a ricostruire alcuni aspetti della figura di Oriana Fallaci, oscurati dalla sua fama mondiale di personaggio mediatico, politicizzato e mitizzato. Fallaci, prima di tutto questo, è stata infatti una giornalista importante, che ha scritto moltissimo. Ѐ stata un’autrice che ha dato vita a nuovi linguaggi narrativi, e la sua è stata una figura di intellettuale che ha partecipato al dibattito culturale e sociale degli anni Settanta. Il lavoro di ricerca si è concentrato dunque sul percorso di costituzione della personalità di autrice, sulla sua trasformazione in intellettuale, e sul venir meno di tutto questo, mentre di Fallaci è pubblicamente noto il personaggio mitizzato e mediatizzato. Di fronte ai contorni oggi un po’ sfocati di Fallaci giornalista, all’origine dimenticata della sua personalità politica, per cercare di capire questa autrice l’indagine riparte dai suoi testi laddove erano nati, cioè nei giornali, per analizzarli da vicino sia in relazione al contesto di cronaca sia alla pagina, nella quale il sistema paratestuale è l’anima vitale che svela fino in fondo il senso di un pezzo giornalistico. Questo lavoro cerca di costruire un racconto di Fallaci che provi a superare l’assunto stereotipo della scrittrice straordinaria a lungo negletta, o quello della personalità eroica, ma anche il sospetto da parte di alcuni ambienti, concentrandosi su tre prospettive: gli anni di elaborazione della soggettività autoriale, il consolidamento della personalità intellettuale, la trasformazione nel mito e la mediatizzazione di quest’ultimo. Dunque, dopo il primo capitolo, dedicato alla biografia e alle opere, il secondo capitolo si sofferma sugli incontri di Fallaci con quegli scrittori che, da lei avvicinati nel corso di interviste, sono stati figure-chiave nell’evoluzione del suo rapporto con la scrittura, vissuto in modo totalizzante. In queste interviste, che sono letterarie, si stratificano la sua visione e la sua teoria narrativa, anche se dissimulate nel linguaggio e nella struttura del pezzo giornalistico destinato al grande pubblico di un periodico di attualità. Questo percorso di incontri si interseca anche con la transizione di Fallaci da giornalista-autrice a intellettuale. Nel terzo capitolo viene approfondita questa evoluzione, che coincide con la partecipazione di Fallaci al dibattito sull’aborto, nel 1975. In quell’anno Pasolini si confronta su questo tema con altri intellettuali, a partire da un celebre intervento sul Corriere della Sera. Fallaci, che è sempre in viaggio e vive per lo più negli Stati Uniti, non è riconosciuta come parte di quel campo e non si riconosce in quei linguaggi: entra tuttavia nel flusso di quel dibattito in modo dirompente con il romanzo Lettera a un bambino mai nato, che crea un nuovo spazio discorsivo per le donne e per la loro possibilità di raccontarsi. Ma “lo scrittore” Oriana Fallaci, come amava definirsi, non può essere compreso se non considerando la molteplicità dei generi in cui si è espressa, tra giornalismo e narrativa, e tenendo conto del suo vivere performativo, portatore di significati, perfino più dei testi. Cosa rimane oggi della figura di Oriana Fallaci? Oltre ai suoi scritti, soprattutto il suo personaggio, che ispira il cinema, la televisione e il teatro, come viene raccontato nella parte conclusiva di questa tesi.

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