Thematische Bibliographien / Modelli formativi

Inhaltsverzeichnis

  1. Zeitschriftenartikel
  2. Dissertationen
  3. Bücher
  4. Buchteile
  5. Konferenzberichte
  6. Berichte der Organisationen

Auswahl der wissenschaftlichen Literatur zum Thema „Modelli formativi“

Autor: Grafiati
Veröffentlicht am 14. März 2023

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Zeitschriftenartikel zum Thema "Modelli formativi"

1

Stanziani, Alessandro. „Dorena Caroli, Ideali, ideologie et modelli formativi“. Cahiers du monde russe 47, Nr. 47/4 (30.12.2006): 842–44. http://dx.doi.org/10.4000/monderusse.6730.

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2

Allulli, Giorgio. „Valutazione e cambiamento“. RIV Rassegna Italiana di Valutazione, Nr. 47 (Oktober 2011): 67–87. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-047011.

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Č forte nella comunitŕ dei valutatori una sensazione di insoddisfazione rispetto agli esiti della propria attivitŕ rispetto al sistema che viene sottoposto a valutazione, cosě come perdura negli utenti dei servizi pubblici l'insoddisfazione rispetto alla qualitŕ dei servizi ricevuti, nonostante i tanti Rapporti di valutazione. I modelli comunemente utilizzati per valutare e migliorare la qualitŕ dei sistemi formativi, basati rispettivamente sulla valutazione di prodotto o di processo forniscono apporti importanti sotto questo aspetto, ma presentano anche rilevanti elementi di debolezza. Č necessario trovare forme di integrazione tra questi due approcci, come indica anche il modello preso come riferimento dall'Unione europea per la recente Raccomandazione sull'assicurazione di qualitŕ dell'Istruzione e formazione professionale.
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Santerini, Milena. „Estremismo giovanile: modelli di integrazione e formazione“. EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, Nr. 1 (Oktober 2021): 40–53. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12466.

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Il fenomeno dei giovani che scelgono progetti estremisti esige una riflessione che consideri i fattori educativi accanto a quelli di tipo economico e socio-politico. Nell'articolo si descriveranno le forme dell'estremismo giovanile (di stampo islamista, suprematismo bianco e ideologie di sinistra) e i diversi approcci usati dalla propaganda a loro diretta. Si tratta di veri e propri modelli formativi, online e offline, che tendono a ricostruire la visione del mondo dei giovani "radicalizzati". La risposta a un fenomeno così complesso va trovata in un'educazione alla cittadinanza inclusiva e in un'educazione interculturale critica.
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4

De Gaetano, Carla. „Guaritori del Mali e terapeuti della Gestalt: due modelli formativi, un'unica saggezza“. QUADERNI DI GESTALT, Nr. 2 (Mai 2011): 89–98. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-002007.

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Antonazzo, Luca. „ECVET - un capovolgimento dei modelli formativi in favore di una dimensione europea dell'apprendimento permanente“. QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, Nr. 98 (Dezember 2012): 49–57. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098004.

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Balsamo, Antonio. „La formazione dei magistrati: linee-guida e obiettivi formativi. Profili di diritto comparato“. SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, Nr. 2 (November 2010): 776–102. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002004.

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Adesso che il Comitato Direttivo č stato nominato, la creazione della Scuola della magistratura, prevista al momento della riforma dell'ordinamento giudiziario, sembra ormai piuttosto vicina. Dal momento che č probabile che diventi sede privilegiata per il dialogo culturale e per la crescita professionale della magistratura italiana nel suo complesso, il nuovo organismo ha un significativo potenziale rispetto alla necessitŕ di modernizzare il sistema giudiziario del Paese. Le istituzioni dischiudono nuove prospettive quanto alla diffusione di conoscenze extragiuridiche e della "cultura organizzativa", nonché quanto al dialogo fra le corti nazionali e internazionali in un contesto caratterizzato dalla circolazione di modelli giuridici e dal nuovo ruolo giocato dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo nel contesto del sistema delle fonti del diritto.
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Manfrida, Gianmarco, Valentina Albertini und Erica Eisenberg. „Un mondo che cambia: l'influenza dell'epidemia di Covid-19 sulle modalità comunicative cliniche e didattiche in psicoterapia“. TERAPIA FAMILIARE, Nr. 128 (Mai 2022): 75–93. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128005.

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Ormai dal 2020 la pandemia di Covid-19 ha modificato bruscamente e brutalmente gran parte delle consuetudini sociali e dei modelli relazionali che sembravano stabili e soggetti a sviluppi progressivi. Tra questi ha avuto enorme sviluppo in psicoterapia la pratica della comunicazione online, attraverso app di messaggistica, videochiamate, gruppi social, piattaforme digitali e altre risorse sfruttate dai professionisti per continuare a prestare la loro opera a individui ma anche coppie e famiglie in difficoltà. Nel corso di tutte le varie fasi di lockdown da marzo 2020 a oggi abbiamo seguito questi cambiamenti attraverso questionari specifici diffusi e raccolti attraverso le risorse social: in particolare sono state indagate le modalità con cui i terapeuti sono passati a lavorare con videosedute e non più prevalentemente in presenza, le loro impressioni sul coinvolgimento dei pazienti e sulla pratica clini ca orientata decisamente in questa nuova forma, la loro soddisfazione. Un'altra indagine ha coinvolto allievi psicoterapeuti al primo anno di specializzazione di tutta Italia per indagare le reazioni e opinioni rispetto al cambiamento sopraggiunto nei training con l'introduzione obbligata della didattica a distanza, proprio agli inizi del percorso formativo; una terza ricerca ha riguardato la comparsa di app nelle terapie e il loro impiego anche da parte degli psicoterapeuti. Tutti questi livelli di indagine dimostrano che la struttura tradizionale dei setting terapeutici e formativi è stata sconvolta dall'accelerazione che la pandemia ha imposto all'impiego delle risorse online, avviando un processo di cambiamento che ancora non si è concluso ma da cui già emerge l'impossibilità di tornare allo stato di fatto anteriore. Anche se le indagini non possono essere indicative dell'esito di un cambiamento ancora in atto, esse seguono in itinere il percorso di una rivoluzione epocale e possono ispirarci alcune previsioni sulla pratica e la didattica della psicoterapia in un mondo post-Covid che ancora al momento attuale deve arrivare.
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Montanari, Mirca, und Giorgia Ruzzante. „Un curricolo scolastico senza barriere: la prospettiva inclusiva dell'Universal Design for Learning“. EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, Nr. 2 (Dezember 2021): 70–80. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12915.

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La drammatica pandemia mondiale, nel far emergere debolezze e fragilità riguardo le metodologie, le pratiche, le strategie didattiche e educative tradizionali, ha contribuito alla creazione di innovative modalità di apprendimento che possono segnare la strada per un ripensamento dell'intero sistema formativo ispirato a modelli inclusivi come quello dell'Universal Design for Learning. L'articolo presenta la prospettiva dell'UDL, intesa come didattica capace di essere, fin dalla progettazione, inclusiva per tutti gli studenti della classe. Tale approccio viene poi messo in relazione dialettica con il modello bio-psico-sociale dell'ICF e i suoi costrutti di contesto, barriera e facilitatore, oltre che con i recenti modelli nazionali di PEI.
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Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero und Enrico Miatto. „Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto“. ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, Nr. 2 (November 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

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L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
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Zambianchi, Manuela. „Promuovere l'invecchiamento attivo attraverso il modello life skills education. Un progetto di ricerca-intervento per potenziare il pensiero critico ed il decision making.“ RICERCHE DI PSICOLOGIA, Nr. 2 (September 2020): 651–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002009.

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L'invecchiamento positivo è definito dal modello sistemico di Rowe & Khan (1997) come la presenza di elevate risorse a livello fisico e cognitivo, le quali consentono di mantenere una partecipazione attiva alla società. Il modello Life Skills Education, proposto dall'OMS (1994) come insieme di competenze tra-sversali utili allo sviluppo positivo dei giovani, è stato qui ipotizzato poter contri-buire anche in età anziana alla salute bio-psico-sociale, con adattamenti nei contenuti e nella metodologia di approccio, per il quale è stato adottato il modello della ricercaazione partecipata di ispirazione lewiniana (Lewin, 1946; Kagan, 2012). Un progetto di ricerca-azione partecipata che ha avuto come riferimento teorico-metodologico i programmi Life Skills Education in età anziana (Zam-bianchi, 2015) centrato su due Life Skills, il pensiero critico ed il decision making si è svolto a Bagnacavallo (RA) con il supporto delle Istituzioni politiche e sanitarie territoriali. Hanno partecipato 16 iscritti (età media = 71.13 a. 13 femmine e 3 maschi) che hanno compilato in ingresso ed in uscita il questionario sulle rappresentazioni sociali della salute, due item sulle credenze della dieta mediterranea e dell'attività fisica per la salute ed il questionario sugli stili decisionali. Dopo il per-corso formativo, i modelli Manova a misure ripetute hanno mostrato modificazioni positive sulle credenze sui comportamenti salutari, sulla rappresentazione della salute e sullo stile decisionale di pianificazione razionale.
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Dissertationen zum Thema "Modelli formativi"

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FERRARA, ALESSIA DENISE. „Modelli formativi e produzione di territorio : Michele Crimi e l'esperienza pedagogica dei campicelli come pratiche d'uso nella Sicilia di inizio Novecento“. Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278312.

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2

Banchetti, Claudia. „Verso ecosistemi della formazione. Il caso ACI Informatica S.p.A“. Doctoral thesis, Università di Siena, 2023. https://hdl.handle.net/11365/1223888.

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L’obiettivo della ricerca è quello di comprendere come si trasformano i processi formativi all’interno di quelli che oggi sono definiti come ecosistemi formativi. Il focus principale della ricerca riguarda la trasformazione dei modelli di formazione basati sul criterio della domanda-offerta a modelli più ibridi e negoziali e di knowledge management. La definizione degli oggetti della formazione, dei bisogni formativi e delle risposte formative messe in campo dalle organizzazioni si configurano sempre più come processi distribuiti basati sul principio della gestione condivisa delle sfide organizzative e del sapere piuttosto che su logiche lineari: definizione degli obiettivi, scelta dei metodi e valutazione finale. La ricerca si inserisce all’interno della tradizione di studi sulla sociomaterialità, utilizzando come cornice teorica la Teoria dell’attività storico-culturale (Engëstrom, 1987;1999; 2001; Fenwick, 2008; 2010; 2011). La ricerca muove da una analisi della letteratura sviluppando nella seconda parte dell’elaborato un’indagine empirica. Per discutere e comprendere le potenzialità e i limiti degli ecosistemi della formazione sono state studiate le Academy aziendali, in quanto esperienze in cui da anni si sono sedimentate esperienze innovative di gestione della formazione basate sulla collaborazione tra sistemi formali e non formali di formazione. La ricerca empirica qualitativa (Creswell, 2012; Silverman, 2008) ha utilizzato lo studio di caso (Creswell, 2012) analizzando in particolare una Academy aziendale di una organizzazione italiana medio-grande leader nel settore ICT. Il piano della ricerca ha previsto l’esplorazione delle pratiche di formazione all’interno dell’Academy attraverso un’analisi documentale e l’utilizzo di interviste semi-strutturate. Nelle riflessioni finali si discuterà alla luce dell’analisi condotta di tre aspetti principali: a) la natura emergente dei bisogni formativi e il loro sviluppo e riconoscimento come evento socialmente costruito, dipendente dal contesto storico- culturale in cui esso viene generato (Fabbri, 2021); b) la spinta degli ecosistemi a ripensare gli oggetti della formazione in chiave sistemica. Se è accertato che i modelli formativi sono spinti a configurarsi certamente come azioni per rispondere ai bisogni di innovazione strumentali e ai cambiamenti tecnologici o professionali delle persone, è altrettanto interessante vedere come questi modelli sembrano evolversi anche per rispondere a esigenze nuove: creare network, aumentare la reputazione organizzativa, produrre un sapere che possa essere riconosciuto come utile anche dagli stakeholders territoriali, unire lo sviluppo professionale alle strategie aziendali, generare conoscenza partendo dal coinvolgimento delle persone e delle comunità che abitano le organizzazioni; c) la transizione da bisogni formativi di natura professionale a quelli personali.
The aim of the research is to understand how training processes are being transformed within what are now defined as training ecosystems. The main focus of the research concerns the transformation of training models based on the demand-supply criterion to more hybrid, negotiated and knowledge management models. The definition of training objects, training needs and the training responses put in place by organisations are increasingly taking shape as distributed processes based on the principle of shared management of organisational challenges and knowledge rather than on linear logics: definition of objectives, choice of methods, final evaluation. The research is part of the tradition of sociomateriality studies, using cultural-historical activity theory as a theoretical framework (Engëstrom, 1987; 1999; 2001; Fenwick, 2008; 2010; 2011). The research starts from a literature analysis and develops an empirical investigation in the second part of the paper. In order to discuss and understand the potential and limits of training ecosystems, corporate academies were studied as experiences in which innovative training management experiences based on the collaboration between formal and non-formal training systems have been settled for years. Qualitative empirical research (Creswell, 2012; Silverman, 2008) used the case study (Creswell, 2012) analysing in particular a corporate Academy of a medium- large Italian organisation leader in the ICT sector. The research plan involved the exploration of training practices within the Academy through a documentary analysis and the use of semi-structured interviews. In the final reflections, three main aspects will be discussed in the light of the analysis conducted: a) the emergent nature of training needs and their development and recognition as a socially constructed event, dependent on the historical-cultural context in which it is generated (Fabbri, 2021); b) the drive of ecosystems to rethink the objects of training in a systemic key. If it is ascertained that training models are certainly driven to configure themselves as actions to respond to instrumental innovation needs and to people's technological or professional changes, it is equally interesting to see how these models also seem to evolve to respond to new needs: to create networks, to increase organisational reputation, to produce knowledge that can also be recognised as useful by territorial stakeholders, to unite professional development with corporate strategies, to generate knowledge starting from the involvement of people and the communities that inhabit organisations; c) The transition from professional to personal training needs.
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3

Galbraith, J. W. „Modelling the formation of expectations“. Thesis, University of Oxford, 1987. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.381848.

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4

Cocks, David. „Mathematical modelling of dune formation“. Thesis, University of Oxford, 2005. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.442818.

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This study is concerned with the mathematical modelling of the formation and subsequent evolution of sand dunes, both beneath rivers (fluvial) and in deserts (Aeolian). Dunes are observed in the environment in many different shapes and sizes; we begin by discussing qualitatively how and why the different forms exist. The most important aspect of a successful model is the relationship between the bed shape and the shear stress that the flow exerts on the bed. We first discuss a simple model for this stress applied to fluvial dunes, which is able to predict dune-like structures, but does not predict the instability of a flat bed which we would hope to find. We therefore go on to look at improved models for the shear stress based on theories of turbulent flow and asymptotic methods, using assumptions of either a constant eddy viscosity or a mixing length model for turbulence. Using these forms for the shear stress, along with sediment transport laws, we obtain partial integrodifferential equations for the evolution of the bed, and we study these numerically using spectral methods. One important feature of dunes which is not taken into account by the above models is that of the slip face - a region of constant slope on the downwind side of the dune. When a slip face is present, there is a discontinuity in the slope of the bed, and hence it is clear that flow separation will occur. Previous studies have modelled separated flow by heuristically describing the boundary of the separated region with a cubic or quintic polynomial which joins smoothly to the bed at each end. We recreate this polynomial form for the wake profile and demonstrate a method for including it into an evolution system for dunes. The resulting solutions show an isolated steady-state dune which propagates downstream. From the asymptotic framework developed earlier with a mixing length model for turbulence, we are able, using techniques of complex analysis, to model the shape of the wake region from a purely theoretical basis, rather than the heuristic one used previously. We obtain a Riemann-Hilbert problem for the wake profile, which can be solved using well-known techniques. We then use this method to calculate numerically the wake profile corresponding to a number of dune profiles. Further, we are able to find an exact solution to the wake profile problem in the case of a sinusoidally shaped dune with a slip face. Having found a method to calculate the shear stress exerted on the dune from the bed profile in the case of separated flow, we then use this improved estimate of the shear stress in an evolution system as before. In order to do this efficiently, we consider an alternative method for calculating the wake profile based on the spectral method used for solving the evolution system. We find that this system permits solutions describing an isolated dune with a slip face which propagates downstream without changing shape. All of the models described above are implemented in two spatial dimensions; the wind is assumed to blow in one direction only, and the dunes are assumed to be uniform in a direction perpendicular to the wind flow. While this is adequate to explain the behaviour of transverse dunes, other dune shapes such as linear dunes, barchans, and star dunes are by nature three-dimensional, so in order to study the behaviour of such dunes, the extension of the models to three dimensions is essential. While most of the governing equations generalize easily, it is less obvious how to extend the model for separated flow, due to its reliance on complex variables. We implement some three-dimensional evolution models, and discuss the possibility of modelling three-dimensional flow separation.
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Patterson, Robert Iain Arthur. „Numerical modelling of soot formation“. Thesis, University of Cambridge, 2007. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.613176.

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Falk, Ingrid. „Estetiken angår alla! : Portfolio som verktyg för självvärdering och modell för att motverka social snedrekrytering“. Thesis, Stockholms universitet, Institutionen för utbildningsvetenskap med inriktning mot tekniska, estetiska och praktiska kunskapstraditioner, 2009. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:su:diva-126509.

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De konstnärliga högre utbildningarna med bild- och forminriktning har till övervägande del en studentsammansättning med kulturellt kapital1 hemifrån. För att hårdra betyder det att elever med litet ekonomisk, socialt eller kulturellt kapital inte söker estetiskt gymnasieprogram eller blir studenter på förberedande konstnärlig utbildning.Här ges en bild av hur villkoren ser ut på fältet och hur rekrytering till högre konstnärlig utbildning går till. Utbildningsanordnarna som intervjuas i undersökningen konstaterar den rådande sociala snedrekryteringen i Stockholm.En utbyggd användning av portfolio inom gymnasieskolan skulle kunna fungera som modell för att bryta den sociala snedrekryteringen. Portfoliomodellen ger elever och studenter utrymme att träna sig i självvärdering genom samlande och reflektion av egna alster. Att kunna värdera sig själv ger perspektiv och utvecklingsmöjligheter i förståelsen av sig själv som en del av ett större sammanhang, en helhet, en kultur. Genom de kriterier som innefattas av konstruktionen av portfolion, ges utmaning i att se nya möjligheter i sina framtida yrkes- och utbildningsval.
The education at an advanced level of Fine Arts is dominated by students with a cultural capital from their heritage2 In strong words this will mean that students with small economic, social or cultural capital won´t apply for aesthetic high schools or even become students in art schools.This degree thesis gives a picture of how the conditions look like in reality and how the recruitment to higher artistic education is conducted. The education organisers that were interviewed in the survey established that there is a prevailing social imbalance in Stockholm.A larger use of the portfolio in high-schools could stand as a model in order to break the prevailing social imbalance. The portfolio model gives each person the space, through collecting and reflection of their own material, to find and train in self evaluation. To be able to evaluate your own person it will give perspectives on his or hers development opportunities in the understanding of itself as a part of a bigger contexts, a whole, a culture. Through the criteria that are included of the structure of the portfolio, is given a challenge in seeing new possibilities in his or her future trade's - and educational choices.
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Singh, Peterson Lila Physics Faculty of Science UNSW. „Modelling secondary organic aerosol formation :from chemical mechanistic modelling to empirical modelling“. Awarded by:University of New South Wales. Physics, 2007. http://handle.unsw.edu.au/1959.4/40466.

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The work presented in this thesis is primarily concerned with modelling the formation of secondary organic aerosols (SOAs). SOAs cannot easily be measured with direct analytical chemical methods; indirect methods like applying organic carbon to elemental carbon ratios and utilising computer models have been employed to provide an estimate of the SOA mass concentrations in ambient air. The five models presented in this work were either developed or assessed using environmental chamber data. Chamber experiments were undertaken using initial isoprene concentrations in the range of 22 ppb to 343 ppb, with the reactive organic carbon (ROC) to NOx ratios in the range of 2.0 to about 18. Chamber experiments were also performed for the a-pinene / NOx system with initial a-pinene concentrations ranging from 79 ppb to 225 ppb, with ROC/NOx ratios varying from 5.5 to about 41. All of the experiments were performed without the addition of propene or seed aerosol. Background aerosol levels were very low for the experiments presented in the thesis and so homogeneous nucleation processes were considered to occur in the chamber in addition to absorption and oligomerisation formation processes. Initial nucleation events resulting from the photooxidation of isoprene could be detected once the aerosol diameter was greater than 12 nm. In the a-pinene system,new particles formed via homogeneous nucleation processes were detectable in the 100-200nm diameter range. The models presented range in complexity from the near explicit Master Chemical Mechanism to an empirical model whose key feature is its simplicity. The mechanistic model provides an insight into the SOA formation pathways and the influence of varying the initial experimental conditions and the duration of photooxidation on the simulated SOA composition. The aim of the empirical model is to simulate the SOA mass concentration produced during a chamber experiment. The development of the model is intentionally simple so that it can be applied to any hydrocarbon and has been applied successfully to isoprene and a-pinene chamber experiments. In this way, the empirical model is presented as an alternative approach to predicting the temporal variation in SOA mass concentrations. An analysis of the partitioning absorption models developed by Odum et al. (1996) and Hoffmann et al. (1997) has informed the development of the SOA module which has been coupled to a 3D atmospheric model. Embodied within the SOA module is the gas / aerosol partitioning theory which includes the model proposed initially by Pankow et al. (1994) and by Odum et al. (1996).
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8

Mohamed, Mohamed Ahmed Ali. „Embankment breach formation and modelling methods“. Thesis, Open University, 2002. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.487677.

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9

Jupp, Charlotte Elizabeth. „Mathematical modelling of feather germ formation“. Thesis, University of Oxford, 2010. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.543015.

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GULISANO, DANIELA. „Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia“. Doctoral thesis, Università degli studi di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.11769/491020.

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Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l’ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l’esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell’alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.
Contemporary pedagogical reflection can make assist in interpreting the connection between scholastic and working contexts. Its principal contribution is to underline reasons for the primacy of the person over the logic of profit, and also to promote the rediscovery of work as a typically human activity with value, functional to the achievement of a person s life goals. Hence the idea of a curriculum based on the alternation between school and the world, with reference to the spirit of initiative and entrepreneurship, and contributing to the integral formation of the person.
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Mehr Quellen

Bücher zum Thema "Modelli formativi"

1

Lipari, Domenico. Idee e modelli di progettazione nei processi formativi. Roma: EL-edizioni lavoro, 1987.

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2

Non solo rivoluzione: Modelli formativi e percorsi politici delle patriote italiane. Roma: Aracne editrice, 2013.

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3

Caroli, Dorena. Ideali, ideologie e modelli formativi: Il movimento dei Pionieri in Urss (1922-1939). Milano: UNICOPLI, 2006.

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4

Il cortigiano: Un modello formativo del Cinquecento italiano. Roma: Anicia, 2013.

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5

Tangari, Nicola. Standard e documenti musicali: I numeri, i modelli, i formati. Milano: Bibliografica, 2002.

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6

Tangari, Nicola. Standard e documenti musicali: I numeri, i modelli, i formati. Milano: Bibliografica, 2002.

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7

Mamedova, E. S. Slovoobrazovatelʹnye modeli v russkom i azerbaĭdzhanskom i︠a︡zykakh. Baku: Mutardzhim, 2005.

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8

Industrial price formation. Amsterdam: North-Holland, 1986.

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9

Aktualizovani modeli v systemi slovotvorenni︠a︡ suchasnoï ukraïnsʹkoï movy (kinet︠s︡ʹ XX - pochatok XXI st.): Monohrafii︠a︡. Kyïv: Vydavnychyĭ dim Dmytra Buraho, 2015.

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10

Christiaan Lambert Jan Peter van Raalte. Market formation and market selection. Amsterdam: Thesis Publishers, 1996.

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Mehr Quellen

Buchteile zum Thema "Modelli formativi"

1

Parrott, Wilbur. „Formative Evaluation“. In Evaluating Corporate Training: Models and Issues, 167–82. Dordrecht: Springer Netherlands, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-011-4850-4_8.

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2

Yapp, Edward K. Y., und Markus Kraft. „Modelling Soot Formation: Model of Particle Formation“. In Cleaner Combustion, 389–407. London: Springer London, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4471-5307-8_15.

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3

Paoletti, Guglielmo. „Pattern Formation“. In Deterministic Abelian Sandpile Models and Patterns, 79–123. Cham: Springer International Publishing, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-01204-9_5.

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4

Lomax, Oliver, Anthony Peter Whitworth, Annabel Cartwright, Dimitris Stamatellos und Stefanie K. Walch. „Modelling Star Formation in Ophiuchus“. In The Labyrinth of Star Formation, 109–13. Cham: Springer International Publishing, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-03041-8_20.

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5

Vasiev, Bakhtier, und Cornelis J. Weijer. „Modelling Dictyostelium discoideum Morphogenesis“. In Mathematical Models for Biological Pattern Formation, 193–209. New York, NY: Springer New York, 2001. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4613-0133-2_9.

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6

Danaila, Ionut, Felix Kaplanski und Sergei S. Sazhin. „Formation Number of Vortex Rings“. In Vortex Ring Models, 121–39. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-68150-0_6.

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7

Inutsuka, S. „Star Formation: Theory and Modelling“. In Springer Proceedings in Physics, 575–85. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1997. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-18902-9_102.

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8

Bate, Matthew R., Daniel J. Price und Terrence S. Tricco. „Modelling Magnetised Protostellar Jets with SPH“. In The Labyrinth of Star Formation, 101–4. Cham: Springer International Publishing, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-03041-8_18.

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9

Jones, Jeff. „Modelling Computational Behaviour of Physarum“. In From Pattern Formation to Material Computation, 109–23. Cham: Springer International Publishing, 2015. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-16823-4_6.

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10

Hair, Joseph F., G. Tomas M. Hult, Christian M. Ringle, Marko Sarstedt, Nicholas P. Danks und Soumya Ray. „Evaluation of Formative Measurement Models“. In Classroom Companion: Business, 91–113. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-80519-7_5.

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Annotation:
AbstractPLS-SEM is the preferred approach when formatively specified constructs are included in the PLS path model. In this chapter, we discuss the key steps for evaluating formative measurement models. These include the assessment of (1) convergent validity, (2) indicator collinearity, and (3) statistical significance and relevance of the indicator weights. We introduce key criteria and their thresholds and illustrate their use with an extended version of the corporate reputation model estimated with SEMinR.
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Konferenzberichte zum Thema "Modelli formativi"

1

Wennberg, Kjell Erik, George Batrouni und Alex Hansen. „Modelling Fines Mobilization, Migration and Clogging“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 1995. http://dx.doi.org/10.2118/30111-ms.

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2

Mackay, E. J., und M. M. Jordan. „SQUEEZE Modelling: Treatment Design and Case Histories“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2003. http://dx.doi.org/10.2118/82227-ms.

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3

Vaz, Alexandre S. L., Pavel G. Bedrikovetsky, Antonio Luiz Serra de Souza und Claudio Jose Alves Furtado. „Residual-Oil-Induced Injectivity Impairment During PWRI (Modelling And Laboratory Study)“. In European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2007. http://dx.doi.org/10.2118/107865-ms.

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4

Al-Abduwani, Firas A. H., Gustavo Hime, Amaury Alvarez und Rouhollah Farajzadeh. „New Experimental and Modelling Approach for the Quantification of Internal Filtration“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2005. http://dx.doi.org/10.2118/94634-ms.

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5

Byrne, Michael T., Maria Alejandra Jimenez, Elinor Amelia Rojas und Edgar Castillo. „Computational Fluid Dynamics for Reservoir and Well Fluid Flow Performance Modelling“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2011. http://dx.doi.org/10.2118/144130-ms.

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6

Onaisi, Atef, Jalel Ochi, Marc Mainguy und Phillipe Antoine Souillard. „Modelling Non-Matrix Flow And Seals Integrity In Soft Sand Reservoirs“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2011. http://dx.doi.org/10.2118/144801-ms.

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7

Bogdanova, Daria, und Monique Snoeck. „Using MOOC technology and formative assessment in a conceptual modelling course“. In MODELS '18: ACM/IEEE 21th International Conference on Model Driven Engineering Languages and Systems. New York, NY, USA: ACM, 2018. http://dx.doi.org/10.1145/3270112.3270120.

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8

Jordan, Myles Martin, und Eric James Mackay. „The Challenge of Modelling and Deploying Divertion for Subsea Scale Squeeze Application“. In 8th European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2009. http://dx.doi.org/10.2118/121376-ms.

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9

Golfier, F., B. Bazin, C. Zarcone, R. Lernormand, D. Lasseux und M. Quintard. „Acidizing Carbonate Reservoirs: Numerical Modelling of Wormhole Propagation and Comparison to Experiments“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2001. http://dx.doi.org/10.2118/68922-ms.

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10

Deloge, P.-A., und M. J. Bouteca. „Fracture Propagation in Drill Cuttings Re-Injection: An Investigation Using Analytical Modelling“. In SPE European Formation Damage Conference. Society of Petroleum Engineers, 2001. http://dx.doi.org/10.2118/68928-ms.

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Berichte der Organisationen zum Thema "Modelli formativi"

1

Gennari, John H., Pat Langley und Doug Fisher. Models of Incremental Concept Formation. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, Februar 1988. http://dx.doi.org/10.21236/ada191597.

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2

Gennari, John, Pat Langley und Douglas Fisher. Models of Incremental Concept Formation. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, August 1988. http://dx.doi.org/10.21236/ada199617.

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3

de Paula, Áureo. Econometric Models of Network Formation. The IFS, Januar 2020. http://dx.doi.org/10.1920/wp.cem.2020.420.

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4

Hinrichs, Claudia, und Judith Hauck. Report on skill of CMIP6 models to simulate alkalinity and improved parameterizations for large scale alkalinity distribution. OceanNets, Juni 2022. http://dx.doi.org/10.3289/oceannets_d4.4.

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Annotation:
In part one of this deliverable, an ensemble of 14 CMIP6 Earth System Models is evaluated regarding their performance in simulating alkalinity and related parameters. The majority of the models and the multi-model-mean underestimate surface alkalinity compared to climatological observations. Alkalinity biases stemming from the parametrization of calcium carbonate formation and dissolution can be as big as biases stemming from model physics. In part two, we test the sensitivity of parametrizations concerning the carbonate chemistry in the FESOM2.1-REcoM3 and give recommendations for addressing alkalinity biases.
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5

Ratner, Nancy. Modelling Neurofibroma Formation in the Culture Dish. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, Oktober 1996. http://dx.doi.org/10.21236/adb222891.

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6

Moet, A., D. Dearth, H. Aglan, A. Chudnovsky und B. Kunin. A Probabilistic Model of Brittle Crack Formation. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, Juli 1988. http://dx.doi.org/10.21236/ada198203.

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7

Christakis, Nicholas, James Fowler, Guido Imbens und Karthik Kalyanaraman. An Empirical Model for Strategic Network Formation. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, Mai 2010. http://dx.doi.org/10.3386/w16039.

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8

Fowler, James, Karthik Kalyanaraman, Guido Imbens und Nicholas Christakis. An empirical model for strategic network formation. Institute for Fiscal Studies, Juni 2010. http://dx.doi.org/10.1920/wp.cem.2010.1610.

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9

Allen, Jeffrey, Robert Moser, Zackery McClelland, Md Mohaiminul Islam und Ling Liu. Phase-field modeling of nonequilibrium solidification processes in additive manufacturing. Engineer Research and Development Center (U.S.), Dezember 2021. http://dx.doi.org/10.21079/11681/42605.

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Annotation:
This project models dendrite growth during nonequilibrium solidification of binary alloys using the phase-field method (PFM). Understanding the dendrite formation processes is important because the microstructural features directly influence mechanical properties of the produced parts. An improved understanding of dendrite formation may inform design protocols to achieve optimized process parameters for controlled microstructures and enhanced properties of materials. To this end, this work implements a phase-field model to simulate directional solidification of binary alloys. For applications involving strong nonequilibrium effects, a modified antitrapping current model is incorporated to help eject solute into the liquid phase based on experimentally calibrated, velocity-dependent partitioning coefficient. Investigated allow systems include SCN, Si-As, and Ni-Nb. The SCN alloy is chosen to verify the computational method, and the other two are selected for a parametric study due to their different diffusion properties. The modified antitrapping current model is compared with the classical model in terms of predicted dendrite profiles, tip undercooling, and tip velocity. Solidification parameters—the cooling rate and the strength of anisotropy—are studied to reveal their influences on dendrite growth. Computational results demonstrate effectiveness of the PFM and the modified antitrapping current model in simulating rapid solidification with strong nonequilibrium at the interface.
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10

Tysoe, W. T. An Investigation of Model Catalyzed Hydrocarbon Formation Reactions. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), Mai 2001. http://dx.doi.org/10.2172/834076.

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