Literatura académica sobre el tema "Segnale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Segnale"

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Kenda, Jana. "Ruoli pragmatici di "sì" : modello di analisi dei segnali discorsivi nell'italiano parlato". Linguistica 48, n.º 1 (29 de diciembre de 2008): 137–49. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.137-149.

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Nel presente contributo osserveremo i diversi ruoli pragmatici assunti dal segnale discorsivo sì nella lingua italiana parlata. è nostro intento servirci di questo esempio concreto per illustrare la pluralità di funzioni e di forze illocutorie di un segnale discorsivo che possono renderne difficoltosa l’elaborazione e l’interpretazione. il metodo adottato per l’individuazione dei diversi ruoli pragmatici svolti dal segnale prescelto, si propone di costituire un modello di analisi applicabile anche ad altri elementi linguistici aventi simili proprietà pragmatiche.
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Piazza, D., I. Sacerdote, G. Faccani, S. Duca, C. Buffa, B. Nunzia y S. Gentile. "Tumori epidermoidi del IV ventricolo". Rivista di Neuroradiologia 2, n.º 3 (octubre de 1989): 279–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200310.

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Resumen
Descriviamo 3 casi di tumore epidermoide del IV ventricolo, rara localizzazione di una neoplasia congenita the rappresenta circa l'1% di tutti i tumori cerebrali. Dopo alcuni cenni clinici viene trattata la diagnostica strumentale con tomografia computerizzata e tomografia a risonanza magnetica, sottolineando il ruolo di quest'ultima nella diagnosi differenziale con altre patologie della fossa cranica posteriore e la sua superiorità nella diagnosi di natura. I tumori epidermoidi presentano alla RM: 1) un segnale di intensity ridotta rispetto al parenchima nervoso nelle sequenze pesate in T1 ed in densità protonica ed un segnale di intensità aumentata nelle sequenze pesate in T2; 2) un segnale di intensità aumentata rispetto al liquor del IV ventricolo in tutte le sequenze usate, con la possibilità di ben delimitare l'estensione intraventricolare del tumore; 3) una disomogeneità dell'intensità del segnale nell'interno della massa tumorale, elemento utile nella diagnosi differenziale con altre lesioni, soprattutto cisti aracnoidee.
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Cirillo, S., F. Di Salle, L. Simonetti, E. Trivellone, R. Spaziante, P. Esposito, R. Elefante y F. Smaltino. "Relazioni tra segnale RM e composizione molecolare". Rivista di Neuroradiologia 3, n.º 2 (junio de 1990): 185–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099000300204.

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Donati, P. Tortori, M. P. Fondelli, A. Rossi, A. Iester y G. L. Piatelli. "Cerebellite: Evoluzione di un caso". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 3 (agosto de 1993): 341–45. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600316.

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Resumen
Una bambina di 5 anni, reduce da una banale infezione delle vie aeree superiori, si ricovera in seguito alla comparsa di atassia cerebellare ed emiparesi. Una TC dà esito negativo; la RM dimostra invece una diffusa alterazione di segnale a carico di un emisfero cerebellare, elettivamente localizzata alla corteccia, in assenza di lesioni del comparto sopratentoriale. Un primo controllo eseguito a distanza di un mese, dopo regressione della sintomatologia neurologica, evidenzia la comparsa di una atrofia cerebellare monolaterale, associata a riduzione del segnale patologico a livello della corteccia interessata. Un secondo controllo a distanza di 9 mesi, a completa regressione della sintomatologia, mostra una marcata atrofia deU'emisfero cerebellare, ed una nuova alterazione di segnale a livello della corteccia, questa volta riferita alla comparsa di fenomeni gliosico-riparativi. La elettiva localizzazione delle lesioni alla corteccia cerebellare potrebbe essere imputata, secondo gli autori, ad una necrosi cellulare selettiva nell'ambito di una sorta di polio- tropismo virale, diversamente dalla vasculo-mielinopatia disseminata che caratterizza l'Encefalomielite Acuta Disseminata.
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La Tessa, G., S. Cirillo, F. Briganti, L. Simonetti, V. Giugliano, R. Elefante y F. Smaltino. "La risonanza magnetica nella mielopatia cervicale da compressione cronica". Rivista di Neuroradiologia 2, n.º 2 (junio de 1989): 141–45. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200206.

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Resumen
Nelle immagini spin-echo T2 pesate in 17 pazienti con lesioni compressive cervicali extramidollari è stata osservata una sofferenza midollare sotto forma di una area di segnale iperintenso. Tale segnale patologico è stato diagnosticato in 11 casi di ernia discale, 4 casi di spondilosi, 1 caso di ipertrofia dei legamenti gialli ed 1 caso di dislocazione atlo-assiale. I fattori predisponenti la formazione di una mielopatia sono l'entità e la durata della compressione midollare. La demielinizzazione e la gliosi sembrano le alterazioni anatomo-patologiche secondarie ad un processo compressivo a lungo termine
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N'Gbesso, R., PH Tournut, J. C. Laharotte, A. Jouvet y J. C. Froment. "Compressione midollare dorsale da metaplasia midollare intrarachidea". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 4 (noviembre de 1993): 509–13. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600416.

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Resumen
La compressione midollare dovuta ad un focolaio di metaplasia mieloide (ematopoiesi extramidollare) è una rara complicanza che si riscontra principalmente nel corso di affezioni ematologiche croniche. Riportiamo un caso relativo ad una paziente di 64 anni con poliglobulia dal 1963, splenectomizzata, che ha presentato una sindrome da compressione midollare dorsale, progressiva, di livello T9. La RM eseguita con scansioni sagittali pesate in T1 e T2, evidenzia una massa di notevoli dimensioni a livello dello spazio epidurale dorsale posteriore, omogenea, estesa da T2-T3 a T9-T10, che mostra una modesta iperintensità di segnale in T1 ed una iperintensità di segnale in T2 rispetto al midollo, che è compresso e schiacciato. La lesione è ben delimitata anteriormente da una linea caratterizzata da assenza di segnale, che corrisponde alla guaina durale. Non esiste evidenza di lesione ossea. Questo aspetto è caratteristico di un focolaio di metaplasia mieloide nel contesto clinico di una affezione ematologica cronica di cui la talassemia è la più frequente. Pochi casi finora sono stati sottoposti alla RM.
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Scarabino, T., G. M. Giannatempo, A. Simeone, F. Perfetto, T. Popolizio, G. Polonara y U. Salvolini. "Fat Suppression Imaging in Neuroradiologia con sequenza Fast Spin Echo T2 pesata". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 2 (abril de 1996): 157–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900204.

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Resumen
Gli autori illustrano gli aspetti tecnici, semeiologici ed applicativi delle tecniche di soppressione del grasso, con sequenza Fast Spin Echo (FSE) T2 pesata, in Neuroradiologia. L'uso di queste tecniche risulta obbligatorio con la FSE in quanto tale sequenza è caratterizzata da un alto segnale del grasso non solo in T1p, ma anche in T2p. Ciò comporta un'alterazione dell'imaging FSE, rispetto a quello Spin Echo convenzionale, con possibilità di mascherare tutte quelle patologie anch'esse ad alto segnale in T2p. I distretti che possono risentire di tale inconveniente comprendono quelle strutture con ampia componente di grasso quali quelle della testa (orbite, clivus, osso temporale) e soprattutto del rachide, particolarmente ricco di grasso a livello del midollo vertebrale e dello spazio epidurale. Le tecniche più utilizzate sono la CHESS-FSE (Chemical Shift Selective Saturation -FSE) e la STIR-FSE (Short TI Inversion Recovery-FSE). Con entrambe la soppressione del grasso risulta soddisfacente e rapida; ne consegue un aumento della visibilità diagnostica di lesioni quali quelle flogistiche o tumorali (specie ripetitive) altrimenti mascherate dall'alto segnale del grasso.
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Ferrari, G., G. Giovannini y A. Prinster. "Le sequenze Fast Fluid Attenuated Inversion Recovery (FFLAIR)". Rivista di Neuroradiologia 11, n.º 2 (abril de 1998): 187–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100206.

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Lo sviluppo della sequenza FLAIR è nato dalla necessità di produrre immagini che mettessero bene in evidenza le lesioni situate nelle regioni periventricolari e subcorticali dell'encefalo. Tale sequenza, derivata dall'inversion-recovery, è caratterizzata da un lungo tempo d'inversione utile ad annullare il segnale del liquor e da un TE e un TR utili per produrre a livello del parenchima un segnale dipendente dal T2. Il lungo tempo d'acquisizione della FLAIR è stato sensibilmente ridotto con l'uso della tecnica utilizzata con le sequenze fast spin-eco. La selezione e l'accoppiamento dei parametri di sequenza è oggetto di analisi e i vari produttori hanno scelto differenti ed interessanti soluzioni, privilegiando a volte un ridotto tempo d'acquisizione, altre una ponderazione T2 più marcata, con un annullamento assoluto del segnale del liquor. L'uso di questa recente sequenza è presto divenuto d'elezione per il monitoraggio delle patologie demielinizzanti multifocali. Altri impieghi, in altre patologie, sono al vaglio di molti centri e l'ampliamento delle casistiche permetterà di comprendere quali sono le opportunità e l'efficacia offerte dall'utilizzo della sequenza Fast FLAIR.
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Gozzoli, L., L. Ambrogio, M. Grasso, L. Ghezzo, G. P. Magro, G. B. Bradac, M. Bergui y C. Ferro. "Iperintensità dei nuclei della base nelle sequenze RM T1-W in un caso di shunt porto-sistemico senza insufficienza epatica". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 4 (agosto de 1996): 493–500. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900423.

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Gli autori descrivono il caso di una giovane paziente sottoposta all'età di 16 anni ad intervento chirurgico di anastomosi spleno-renale per trombosi delle vene sovraepatiche conseguente ad incongrua manovra di cateterizzazione della vena ombelicale nelle prime 48 ore di vita. All'età di 20 ani la paziente giunge alla nostra osservazione per amenorrea secondaria; l'esame RM evidenzia un incremento del segnale nelle sequenze poderate in T1 in corrispondenza dei globi pallidi, della regione subtalamica e dell'adenoipofisi. Gli autori discutono le possibili cause ed il significato clinico delle alterazioni di segnale nella regione dei nuclei della base in soggetti con insufficienza epatica cronica associata o meno a shunts porto-sistemici.
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TARTAGLIONE, T., A. BOTTO, M. SCIANDRA, S. GAUDINO, L. DANIELI, C. PARRILLA, G. PALUDETTI y C. COLOSIMO. "Diagnosi differenziale dei tumori parotidei: quali caratteristiche di risonanza magnetica considerare?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, n.º 5 (octubre de 2015): 314–20. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-693.

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La finalità del nostro lavoro è di valutare le caratteristiche di risonanza magnetica (RM) tipiche dei tumori parotidei maligni e benigni. Questo studio retrospettivo si basa sulla valutazione di esami RM pre-chirurgici di 94 pazienti con tumori parotidei. I risultati istologici erano disponibili in tutti i casi; abbiamo analizzato 69 lesioni erano benigne (73%) e 25 maligne (27%): 44 adenomi pleomorfi, 18 tumori di Warthin, 7 tumori benigni di diverso istotipo, 6 carcinomi squamocellulari, 3 carcinomi ex-adenomi pleomorfi, 2 carcinomi mucoepidermoidi, 1 tumore adenoidocistico, 13 tumori maligni di diverso istotipo. Sono state valutate le seguenti caratteristiche RM: morfologia, sede, dimensioni, margini, intensità di segnale nelle sequenze T2-pesate e T1-pesate, impregnazione dopo mezzo di contrasto (mdc), intensità di segnale della porzione cistica, presenza o assenza di una capsula, diffusione perineurale, pattern di crescita extraghiandolare e linfoadenopatie laterocervicali. È stata effettuata un’analisi statistica per identificare le caratteristiche RM più indicative di malignità e per definire l’aspetto tipico degli istotipi più comuni. I parametri significativamente predittivi di malignità sono risultati i margini mal-definiti (p < 0,001), le linfoadenopatie (p < 0,001) ed il pattern di crescita infiltrativo (p < 0,001). Le caratteristiche tipiche dell’adenoma pleomorfo sono risultate l’iperintensità di segnale nelle immagini T2-pesate (p = 0,02), l’intensa impregnazione dopo mdc (p < 0,001) ed i margini lobulati (p = 0,04). Le caratteristiche tipiche del tumore di Warthin sono risultate le componenti iperintense nelle immagini T1-pesate (p < 0,001), la localizzazione nel processo parotideo inferiore (p < 0,001) e l’impregnazione post-contrastografica lieve/incompleta (p = 0,01). L’intensità di segnale nelle immagini T1-pesate e T2- pesate e l’impregnazione post-contrastografica si sono rivelate utili nella diagnosi differenziale tra adenoma pleomorfo e tumore di Warthin.
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Más fuentes

Tesis sobre el tema "Segnale"

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Pisani, Daniela. "Analisi del segnale elettroencefalografico e del segnale elettrocardiografico acquisiti in ambiente di realtà virtuale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19953/.

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Negli ultimi anni, grazie al rapido sviluppo delle tecnologie, si sta assistendo ad un incremento dell’utilizzo della realtà virtuale (VR), nell’ambito della ricerca neuroscientifica ma anche in ambito clinico, e nella progettazione di ambienti di lavoro e di mezzi di trasporto. L’utilizzo della realtà virtuale insieme alla misura non invasiva di segnali elettrofisiologici, come il segnale elettroencefalografico (EEG) ed elettrocardiografico (ECG), permette di studiare gli effetti indotti dalla VR sui parametri fisiologici all’interno di ambienti altamente stimolanti dal punto di vista sensoriale. In questo progetto di Tesi sono stati acquisiti i segnali EEG (14 elettrod i) ed ECG (una derivazione) di 31 soggetti volontari durante un esperimento di immersione sensoriale all’interno di un ambiente di realtà virtuale. I segnali sono stati acquisiti durante condizioni di base (assenza di stimolazione audiovisiva) e durante un esperimento di VR nel quale il soggetto era immerso nella stimolazione audiovisiva della VR sia a riposo sia mentre eseguiva un compito di calcolo mentale. I segnali EEG ed ECG sono stati elaborati in Matlab. Nella fase di pre-processing dei segnali EEG, è stato implementato un metodo per ridurre l’artefatto cardiaco, sfruttando il segnale ECG acquisito. Sono state valutate le variazioni delle onde alpha (8-12 Hz) e theta (4-8 Hz) dei segnali EEG indotte dalla VR a riposo e durante il task. Inoltre sono stati analizzati gli effetti della VR e del task sul segnale di periodo cardiaco e sull’ Heart Rate Variability (HRV), ovvero sulle potenze in banda LF e HF, rappresentative dei sistemi simpatico e parasimpatico. I risultati supportano il potenziale ruolo del ritmo alpha come inibitore di processi sensoriali task-irrelevant, il ruolo del ritmo theta in funzioni cognitive complesse e indicano un incremento di frequenza cardiaca e riduzione di HRV durante la fase di task.
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Brecciaroli, Virginia. "Campi finiti e segnale GPS". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6336/.

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Lo scopo della tesi è quello di studiare una delle applicazioni della teoria dei campi finiti: il segnale GPS. A questo scopo si descrivono i registri a scorrimento a retroazione lineare (linear feedback shift register, LFSR), dispositivi utili in applicazioni che richiedono la generazione molto rapida di numeri pseudo-casuali. I ricevitori GPS sfruttano il determinismo di questi dispositivi per identificare il satellite da cui proviene il segnale e per sincronizzarsi con esso. Si inizia con una breve introduzione al funzionamento del GPS, poi si studiano i campi finiti: sottocampi, estensioni di campo, gruppo moltiplicativo e costruzione attraverso la riduzione modulo un polinomio irriducibile, fattorizzazione di polinomi, formula per il numero e metodi per la determinazione di polinomi irriducibili, radici di polinomi irriducibili, coniugati, teoria di Galois (automorfismo ed orbite di Frobenius, gruppo e corrispondenza di Galois), traccia, polinomio caratteristico, formula per il numero e metodi per la determinazione di polinomi primitivi. Successivamente si introducono e si esaminano sequenze ricorrenti lineari, loro periodicità, la sequenza risposta impulsiva, il polinomio caratteristico associato ad una sequenza e la sequenza di periodo massimo. Infine, si studiano i registri a scorrimento che generano uno dei segnali GPS. In particolare si esamina la correlazione tra due sequenze. Si mostra che ogni polinomio di grado n-1 a coefficienti nel campo di Galois di ordine 2 può essere rappresentato univocamente in n bit; la somma tra polinomi può essere eseguita come XOR bit-a-bit; la moltiplicazione per piccoli coefficienti richiede al massimo uno shift ed uno XOR. Si conclude con la dimostrazione di un importante risultato: è possibile inizializzare un registro in modo tale da fargli generare una sequenza di periodo massimo poco correlata con ogni traslazione di se stessa.
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Marini, Michela. "Approccio strumentale per l'acquisizione del segnale epilettico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10133/.

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Resumen
L’epilessia è una patologia neurologica cronica caratterizzata dalla tendenza, in un dato soggetto, a generare crisi convulsive spontanee, accompagnate generalmente da perdita di coscienza. Rappresenta uno fra i più frequenti disturbi neurologici cronici: l’1% della popolazione mondiale (circa 50 milioni) ne è affetta. Il presente elaborato di tesi ha analizzato le tecniche di imaging biomediche non invasive per lo studio dell’epilessia. Le tecniche PET, MEG e fMRI contribuiscono non solo a fornire una migliore comprensione dell’anatomia, della fisiologia e della connettività funzionale di specifiche aree cerebrali, ma consentono anche di localizzare determinate aree legate all’insorgenza e alla propagazione della crisi epilettica. Sono stati riportati studi clinici recenti che hanno investigato sull’uso di queste tecniche al fine di localizzare la zona epilettogena nei pazienti. Inoltre, gli studi si sono incentrati anche sullo sviluppo e sulla propagazione della crisi epilettica, fornendo delle indicazioni sulle possibili prospettive future relative alla tecnologia e all’elaborazione dei dati. L’analisi verrà condotta approfondendo le principali apparecchiature responsabili degli attuali sviluppi nelle ricerche sull’epilessia. Nello specifico, si effettuerà l’analisi della strumentazione partendo dai principi fisici alla base del suo funzionamento, per poi descriverne la struttura, le modalità di impiego per la specifica indagine e i futuri sviluppi.
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Occhini, Matteo. "Tecniche e metodi per lo studio del segnale epilettico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Resumen
L’epilessia è una sindrome cerebrale cronica, a carattere irritativo, caratterizzata da crisi cerebrali focali o diffuse ricorrenti. La crisi epilettica è un evento parossistico causato da una scarica anomala e ipersincrona di aggregati di neuroni del sistema nervoso centrale. Si stima che la diagnosi errata di epilessia si riscontra in circa il 5-30% dei casi. Per questo motivo le tecniche d’indagine, volte principalmente a fornire informazioni dal punto di vista morfologico ed elettrico, sono fondamentali per eseguire una diagnosi corretta e per localizzare determinate aree legate all'insorgenza e alla propagazione della crisi epilettica. Le principali sono l’EEG e la Risonanza magnetica. Sono stati inoltre chiariti i parametri che indirizzano un paziente verso l’operazione chirurgica di rimozione della zona epilettogena, attraverso l’utilizzo d’indagini maggiormente complesse e invasive come la Video-Stereo-EEG, l’ECoG e le tecniche stereotassiche. In seguito vengono definite le terapie palliative, nei casi un cui le terapie farmacologiche disponibili non siano efficaci e l’operazione chirurgica non percorribile. Le principali sono la VNS, la DBS, la callosotomia e la dieta chetogenica. Infine è stata confermata l’importanza della ricerca nel campo dell’epilessia, per portare miglioramenti nella qualità della vita dei pazienti e introdurre nuove tecnologie e possibili terapie.
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Sarti, Davide. "Movimento dell’arto superiore in acqua: analisi del segnale EEG". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16318/.

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Resumen
La terapia con immersione in acqua viene da tempo utilizzata per trattare patologie cardiovascolari, ortopediche e respiratorie. Miglioramenti delle condizioni si notano anche in pazienti neurologici, tuttavia gli effetti dell’ambiente acquatico sull’attività cerebrale non sono ad oggi del tutto chiari. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di indagare se e in che modo l’immersione in acqua potesse modulare i pattern cerebrali durante il movimento volontario, nello specifico focalizzandosi sui fenomeni di desincronizzazione e sincronizzazione evento correlata in banda mu (EDS/ERS). Sono stati acquisiti i segnali EEG di sei soggetti sani durante dei task di estensioni del polso destro, in contemporanea al segnale EMG del muscolo brachioradiale destro al fine di definire gli instanti di inizio del movimento. I segnali EEG sono stati sottoposti a filtraggio temporale, spaziale e analisi delle componenti indipendenti (ICA) e sono stati infine ricavati gli andamenti di ERD ed ERS su finestre centrate nell’intorno degli istanti di inizio del movimento. I risultati hanno evidenziato una diminuzione dell’ERD durante l’immersione in acqua. Dal momento che studi precedenti hanno evidenziato una potenza di base (in condizioni di relax) inferiore in soggetti in acqua, una ERD minore risulta coerente con tali studi. Dalle differenze risultanti nelle due condizioni è lecito ipotizzare una riorganizzazione dell’attività neuronale in relazione all’immersione in acqua.
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Bordino, Gabriele. "Analisi del segnale EEG a riposo in ambiente acquatico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14316/.

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L’immersione in acqua è una tecnica largamente utilizzata nel settore della riabilitazione ortopedica. Tale condizione potrebbe avere benefici terapeutici anche nella riabilitazione neuromotoria, sebbene non si sappia ancora molto su come essa possa influenzare l’attività neuronale. Per questo, è stato analizzato l’effetto dell’immersione sul segnale elettroencefalografico, valutando eventuali cambiamenti in termini di potenza spettrale, rispetto alla condizione a secco. I segnali EEG sono stati ottenuti tramite l’apposizione di sedici elettrodi sullo scalpo secondo lo standard 10-20, in modo tale da coprire le aree somato sensoriali e motorie. Gli effetti dell’immersione in acqua sul segnale EEG sono stati valutati in condizioni di riposo ad occhi aperti e ad occhi chiusi. L’immersione in acqua, durante la fase ad occhi chiusi, ha indotto una significativa diminuzione di potenza in banda alfa, spesso associata anche all’attività motoria e sensori-motoria. Questo potrebbe essere dovuto ad un fenomeno di desincronizzazione della popolazione neuronale nelle aree interessate. Lo stimolo visivo potrebbe in qualche modo indurre un effetto di saturazione, che non renderebbe apprezzabile l’eventuale soppressione della sincronia del blocco alfa causata dall’afferenza somato sensoriale innescata dall’acqua.
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Piras, Federico. "Analisi del segnale elettromiografico nello stile libero del nuoto". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17856/.

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Resumen
L’analisi elettromiografica è una tecnica diagnostica che, recentemente, al di fuori dell’ambito medico, sta avendo notevole impiego nell’ambito della biomeccanica sportiva. L’analisi motoria affiancata a quella elettromiografica ha come prospettiva quella di offrire ad atleti e preparatori atletici un nuovo strumento per allenamenti specifici, soprattutto personalizzati. La seguente tesi è suddivisa in quattro capitoli. Nel primo vengono investigati i principi elettrici alla base della contrazione muscolare; nel secondo viene fornita una descrizione generale sulle tecniche d'analisi e la strumentazione dell'elettromiografia; nel terzo vengono esposti i principali stili del nuoto e le forze agenti sul nuotatore; infine, nell'ultimo capitolo, ogni muscolo viene analizzato singolarmente tramite diversi parametri per comprenderne l'attivazione e il grado di affaticamento a fine prova. Lo scopo della tesi è stato quello di offrire una visione generale dell’applicazione della tecnica elettromiografica nello stile libero del nuoto, al fine di comprendere come l’andamento di parametri nel dominio del tempo (MAV, ARV, RAF) e della frequenza (MNF, FI) riflettano l’attività motoria dei muscoli di interesse.
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Molinari, Chiara <1978&gt. "Trasduzione del segnale inositide-dipendente nel carcinoma della mammella". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1077/.

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Resumen
Breast carcinoma, one of the most frequent malignancies in women, is a complex disease in which a number of different factors combine to drive pathogenesis. The biopathological characterization of these tumors is essential to determine their aggressiveness and to find the most appropriate therapy. As in others neoplasms, the deregulation of signal transduction pathways is frequently responsible for conferring selective biological advantages to the tumor. Phosphoinositides play an essential role in diverse cellular functions, their metabolism is highly active, and is tightly controlled. Among the enzymes implicated in this pathway, phospholipase C beta 1 (PLCβ1) is one of the key regulators, both at the cytoplasmic and the nuclear level. The PLCβ1 gene maps onto the short arm of chromosome 20, a region that has been shown to be altered in several solid tumors, including breast cancer. In the present study a FISH approach was used to investigate the genetic alterations of the PLCβ1 gene in various classes of breast cancer which differ in their invasiveness and proliferation status, according to their mitotic index. The overall aim was to find out whether this enzyme could be a suitable prognostic marker for this neoplasm. Our results show that 83% of cases had aneusomies at the 20p12 level, and the most frequent alteration is a gain in this specific locus. Indeed, we found that this amplification is not related to the invasion status since there were no differences in amplified tumor frequencies between in situ and invasive breast cancer. On the contrary, the gain of PLCβ1 was significantly related to the mitotic index (p = 0.001). To verify if the change in genetic dosage influences the expression of PLCβ1 we performed Real Time PCR and Immunohystochemical analysis. Our results confirmed that amplified tumors have higher levels of PLCβ1 mRNA, which is the sum of the two splicing isoforms 1a and 1b. On the other hand, even if protein levels were higher in the majority of cases compared to the nontumoral specimens, there were no significant associations between gain and overexpression. Finally, the significant association between the amplification of PLCβ1 and others important clinicopathological parameters, such as grading and hormonal receptors status, confirmed a correlation of this enzyme with the aggressiveness of breast cancer. This suggests that PLCβ1 has the potential to be a prognostic marker in these tumors. However, further work needs to be carried out to validate these preliminary findings.
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Cetrullo, Silvia <1979&gt. "Trasduzione del segnale e poliamine nell'apoptosi di cellule cardiache". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1577/.

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Resumen
Introduction: Apoptotic cell death of cardiomyocytes is involved in several cardiovascular diseases including ischemia, hypertrophy and heart failure, thus representing a potential therapeutic target. Apoptosis of cardiac cells can be induced experimentally by several stimuli including hypoxia, serum withdrawal or combination of both. Several lines of research suggest that neurohormonal mechanisms play a central role in the progression of heart failure. In particular, excessive activation of the sympathetic nervous system or the renin-angiotensin-aldosterone system is known to have deleterious effects on the heart. Recent studies report that norepinephrine (NE), the primary transmitter of sympathetic nervous system, and aldosterone (ALD), which is actively produced in failing human heart, are able to induce apoptosis of rat cardiomyocytes. Polyamines are biogenic amines involved in many cellular processes, including apoptosis. Actually it appears that these molecules can act as promoting, modulating or protective agents in apoptosis depending on apoptotic stimulus and cellular model. We have studied the involvement of polyamines in the apoptosis of cardiac cells induced in a model of simulated ischemia and following treatment with NE or ALD. Methods: H9c2 cardiomyoblasts were exposed to a condition of simulated ischemia, consisting of hypoxia plus serum deprivation. Cardiomyocyte cultures were prepared from 1-3 day-old neonatal Wistar rat hearts. Polyamine depletion was obtained by culturing the cells in the presence of α-difluoromethylornithine (DFMO). Polyamines were separated and quantified in acidic cellular extracts by HPLC after derivatization with dansyl chloride. Caspase activity was measured by the cleavage of the fluorogenic peptide substrate. Ornithine decarboxylase (ODC) activity was measured by estimation of the release of 14C-CO2 from 14C-ornithine. DNA fragmentation was visualized by the method of terminal transferase-mediated dUTP nick end-labeling (TUNEL), and DNA laddering on agarose gel electophoresis. Cytochrome c was detected by immunoflorescent staining. Activation of signal transduction pathways was investigated by western blotting. Results: The results indicate that simulated ischemia, NE and ALD cause an early induction of the activity of ornithine decarboxylase (ODC), the first enzyme in polyamine biosynthesis, followed by a later increase of caspase activity, a family of proteases that execute the death program and induce cell death. This effect was prevented in the presence of DFMO, an irreversible inhibitor of ODC, thus suggesting that polyamines are involved in the execution of the death program activated by these stimuli. In H9c2 cells DFMO inhibits several molecular events related to apoptosis that follow simulated ischemia, such as the release of cytochrome c from mitochondria, down-regulation of Bcl-xL, and DNA fragmentation. The anti-apoptotic protein survivin is down-regulated after ALD or NE treatement and polyamine depletion obtained by DFMO partially opposes survivin decrease. Moreover, a study of key signal transduction pathways governing cell death and survival, revealed an involvement of AMP activated protein kinase (AMPK) and AKT kinase, in the modulation by polyamines of the response of cardiomyocytes to NE. In fact polyamine depleted cells show an altered pattern of AMPK and AKT activation that may contrast apoptosis and appears to result from a differential effect on the specific phosphatases that dephosphorylate and switch off these signaling proteins. Conclusions: These results indicate that polyamines are involved in the execution of the death program activated in cardiac cells by heart failure-related stimuli, like ischemia, ALD and NE, and suggest that their apoptosis facilitating action is mediated by a network of specific phosphatases and kinases.
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10

Onofri, Silvia. "Acquisizione e analisi del segnale EEG per applicazioni di neurofeedback". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15734/.

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Resumen
Il neurofeedback, detto anche EEG biofeedback, è una tecnica terapeutica, non invasiva, che presenta al paziente in tempo reale la sua attività elettroencefalografica al fine di intervenire al livello neurocognitivo. Attraverso il segnale EEG di retroazione ed opportuni rinforzi audiovisivi il cervello è stimolato a produrre onde cerebrali in specifiche ampiezze ed in specifiche posizioni, fino al raggiungimento di un pattern di attività normalizzato. Lo scopo di questa tesi è fornire un quadro generale del neurofeedback, descrivendo i meccanismi che governano l'autoregolazione del cervello, le procedure di analisi ed elaborazione in tempo reale del segnale EEG, la gestione delle sessioni e le applicazioni in ambito terapeutico. Si cerca infine di mettere in luce le potenzialità ed i limiti di questa tecnica ed i suoi possibili sviluppi futuri.
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Más fuentes

Libros sobre el tema "Segnale"

1

Picardi, Giovanni. Elaborazione del segnale radar: Metodologie ed applicazioni. Milano, Italy: F. Angeli, 1988.

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2

Valdré, Lido. Il linguaggio dell'eros: La parola come segnale erotico. Milano: Rusconi, 1991.

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3

Marche, Centro poesia, ed. Il rosso segnale della poesia: L'opera di Franco Matacotta. Grottammare (AP) [i.e. Ascoli Piceno]: Stamperia dell'arancio, 2000.

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4

"Segnale radio": Musica e propaganda radiofonica nell'Italia nazifascista, 1943-1945. Perugia: Morlacchi editore U.P., 2014.

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5

Zanmarchi, Giovanni. Il segnale fu la Spagna: I poeti inglesi degli anni '30 e la Guerra Civile Spagnola. Padova: Master Editore, 1989.

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6

Reim, Riccardo. Segnali notturni. Roma: Gaffi, 2011.

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7

Carabba, Enzo Fileno. Pessimi segnali. Venezia: Marsilio, 2004.

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8

Erler, Marco. Segnali di fumo. Pasian di Prato (UD) Italia: Campanotto, 1997.

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9

Luise, Marco. Teoria dei segnali. Milano [etc.]: McGraw-Hill, 1999.

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10

Segnali di fumo. Turin, Italy]: UTET, 2014.

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Más fuentes

Capítulos de libros sobre el tema "Segnale"

1

Pallottino, Giovanni Vittorio. "Cenni sull’estrazione del segnale dal rumore". En UNITEXT, 99–112. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1986-7_12.

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2

Perna, Francesco. "Le metodiche di analisi del segnale elettrocardiografico". En Cardiologia dello Sport, 13–27. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2352-9_2.

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3

Speciani, Attilio Francesco. "L’apporto informativo degli alimenti e la dieta di segnale". En Il senso ritrovato, 203–28. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2832-6_15.

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4

Coriasco, Mario, Nello Balossino, Osvaldo Rampado y Sergio Rabellino. "Rappresentazione digitale di segnali". En L’immagine digitale in diagnostica per immagini, 1–40. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5364-9_1.

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5

Ercolani, Andrea. "I segnali scenici di interlocuzione". En Il passaggio di parola sulla scena tragica, 15–26. Stuttgart: J.B. Metzler, 2000. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02735-1_2.

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6

Curceanu, Catalina Oana. "I segnali dall’interno del pianeta: i geoneutrini". En Dai buchi neri all’adroterapia, 175–82. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5241-3_22.

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7

Franceschini, Rita. "Le sfide a livello europeo: alcuni segnali positivi". En XXVe CILPR Congrès International de Linguistique et de Philologie Romanes, editado por Maria Iliescu, Heidi Siller-Runggaldier y Paul Danler, 7–547. Berlin, New York: De Gruyter, 2010. http://dx.doi.org/10.1515/9783110231922.7-547.

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8

Roberts, Albert R. y Kenneth R. Yeager. "Valutazione del rischio di suicidio: Protocollo e segnali d’allarme". En Gli interventi sulla crisi, 55–60. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2029-0_13.

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9

Gasperini, Maurizio. "Corpi di prova e segnali nello spazio-tempo di Riemann". En UNITEXT, 75–87. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1421-3_5.

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Gasperini, Maurizio. "Corpi di prova e segnali nello spazio-tempo di Riemann". En UNITEXT for Physics, 83–96. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5690-9_5.

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