Literatura académica sobre el tema "Tedesco, italiano, traduzione, romanzo"

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Artículos de revistas sobre el tema "Tedesco, italiano, traduzione, romanzo"

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Vinci, Maria Gloria. "Ideologia e traduzione: Jorge Amado in Italia e la traduzione in italiano di Capitães da Areia". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 4. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p4-11.

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Il presente lavoro intende prendere in considerazione la traduzione in italiano del romanzo di Jorge Amado, Capitães da areia, realizzata nel 1953 da Dario Puccini, collocandola nel contesto storico-ideologico dell’Italia degli anni ’50 dominato dalla contrapposizione tra Partito comunista e Democrazia Cristiana. Il testo della traduzione, infatti, porta i segni di una costrizione ideologica che piega il romanzo amadiano, mediante recisioni e tagli piuttosto netti di interi capitoli, semplificazioni linguistiche e riscrittura di corposi brani del testo originale, dentro gli schemi del realismo socialista e, dunque, di una letteratura a forte impronta esemplare-educativa.
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Proietti, Domenico. "Obermeister: un possibile traducente italiano". XVII, 2021/2 (aprile-giugno), n.º 2 (4 de mayo de 2021): 30–31. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.7539.

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Da Bolzano E. B., dell’Unione Maestri professionali dell’Alto Adige, ci chiede quale sia la traduzione in italiano del sostantivo tedesco Obermeister, utilizzato come denominazione o qualifica del livello professionale superiore a quella indicata dal termine Meister, equivalente all’italiano “Maestro professionale” o “Maestro artigiano”. Osservando opportunamente che il termine italiano capomastro è usato “principalmente” nel “settore edilizio”, domanda se “esiste un termine più generico per definire un maestro professionale di livello, formazione ed esperienza superiore al Maestro professionale”.
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Ožbot, Martina. "Che cosa (non) è rimasto della francesità?: addomesticamento e straniamento nelle traduzioni italiana e slovena di Les fleurs bleues di Raymond Queneau". Linguistica 53, n.º 1 (1 de diciembre de 2013): 161–75. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.53.1.161-175.

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Nel presente contributo vengono offerte alcune riflessioni sulla traduzione di aspetti culturalmente specifici nel testo letterario, e in particolare sulle versioni italiana e slovena del romanzo Les Fleurs bleues di Raymond Queneau, che sono opera rispettivamente di Italo Calvino e di Ana Barič Moder. Al centro dellʼattenzione è soprattutto la dicotomia traduttiva tra lʼapproccio straniante e quello domesticante. Un esame del testo originale e delle due traduzioni ha dimostrato che ambedue i traduttori si sono sforzati di preservare i caratteri della cultura di partenza iscritti nel romanzo queneauiano. Allo stesso tempo, però, hanno cercato di integrare le proprie versioni negli ambienti dʼarrivo quando ciò pareva necessario per rendere possibile il pieno funzionamento delle due traduzioni come opere letterarie che, nei specifici contesti italiano e sloveno, sono destinate ad avere la funzione di entità letterarie a sé stanti, cioè indipendenti dal loro primario legame con il testo di partenza francese. Fatte queste premesse, lʼapproccio generale dei due traduttori può essere caratterizzato come relativamente addomesticante, anche se in entrambe le versioni, e in particolare in quella italiana, viene concesso ampio spazio anche allo straniamento, purché esso non incrini la funzionalità della traduzione.
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Premrl, Mirjam. "Commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti di Italianistica e di Traduzione: (identificazione dei punti critici e confronto tra i gruppi)". Linguistica 49, n.º 1 (29 de diciembre de 2009): 161–203. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-203.

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Resumen
Nel presente contributo l'autrice si concentra sull'osservazione e sul commento delle scelte delle forme verbali nei cloze degli studenti del 2., del 3. e del 4. anno del corso di laurea in Lingua e letteratura italiana, del 2. e del 3. anno del corso di Laurea in Mediazione interlinguistica e del 4. anno del corso di laurea in Traduzione. Il punto in comune di tutti e tre i corsi è l'insegnamento esplicito delle caratteristiche e del funzionamento del sistema verbale italiano, anche se nell'ambito di Italianistica la quantità di ore dedicate a questo tipo di insegnamento è superiore rispetto a quella prevista nell'ambito di Traduzione, mentre nell'ambito di Traduzione una quantità maggiore di lezioni concerne esercitazioni di traduzione e composizione di testi. Per gli scopi della ricerca è stato elaborato un test composto da cinque testi autentici brevi ma completi e da un brano tratto dal romanzo Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, trasformati in seguito nei cloze. Ma visto che la scelta della forma verbale nei cloze dipende non soltanto dalla conoscenza degli usi, bensì anche dall'interpretazione felice del mondo testuale, i cloze sono stati completati da attività quali sottolineare espressioni sconosciute, tradurre il testo in sloveno, completare i cloze preceduti dalla versione slovena del testo. Dai risultati traspare che gli studenti non hanno problemi particolari nella comprensione del mondo testuale, mentre incontrano difficoltà nell'interpretazione attiva delle sue caratteristiche e nell'applicazione degli usi alla realtà extralinguistica. Per la quantità di usi inappropriati si rivelano come i più critici fenomeni quali l'anteriorità nell'ambito delle frasi indipendenti e relative, l'espressione della temporalità relativa nell'ambito dei costrutti sintattici complessi e nel discorso indiretto libero, il preludio, la scelta tra il perfetto e l'imperfetto e l'espressione di notizie riferite su azioni passate con il condizionale composto. Si è scoperto, però, che la criticità di uno stesso fenomeno varia in dipendenza dalla sua riconoscibilità nel co- e contesto. I risultati hanno inoltre confermato - eccetto che per un gruppo - il miglioramento della prestazione con il progredire degli studi. Al tempo stesso si è potuta notare l'importanza dell'insegnamento esplicito e dell'osservazione attiva degli usi delle forme verbali, dato che né le preconoscenze, acquisite spesso in modo informale e utili soprattutto nella ricostruzione del mondo testuale, né l'esperienza relativa alla composizione di testi possono eliminare l'influsso dell'interferenza. Data la presenza implicita della madrelingua nella produzione linguistica del discente in un'altra lingua straniera, l'autrice propone delle attività in classe che prendano come spunto i testi in madrelingua. Per superare le difficoltà di applicazione delle nozioni teoriche ai casi pratici gli studenti dovrebbero essere esposti ancora di più alla lettura e all'analisi dei vari tipi testo in lingua straniera. Gli studenti dovrebbero essere inoltre incitati a un processo consapevole di ricostruzione del mondo testuale.
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Vatteroni, Selene Maria. "Elisa Guadagnini / Giulio Vaccaro (edd.), «Rem tene, verba sequentur». Latinità e medioevo romanzo: testi e lingue in contatto. Atti del convegno conclusivo del progetto FIRB – Futuro in ricerca 2010 «DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti. Il lessico di traduzione dal latino nell’italiano delle Origini» (Firenze, Villa Medicea di Castello, 17–18 febbraio 2016) (Bollettino dell’Opera del Vocabolario Italiano. Supplementi, 6), Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2017, 304 p." Zeitschrift für romanische Philologie 134, n.º 4 (7 de noviembre de 2018): 1258–62. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0083.

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Sosnowski, Roman. "Nobilitazione come scelta traduttiva. Il caso di Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia nella traduzione polacca". Translatorica & Translata 1 (16 de noviembre de 2018). http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.01.05.

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L’analisi riguarda il romanzo di Tre metri sopra il cielo in italiano e la sua traduzione polacca. Partendo dal differente valore degli indici di ricchezza lessicale nel prototesto e nel testo tradotto viene analizzata la resa in polacco di espressioni stereotipate selezionate con il metodo semiautomatico. L’analisi rivela che alle ripetizioni di Moccia nella traduzione polacca corrispondono piu soluzioni lessicali. In base all’analitica della traduzione di Berman esse vengono interpretate come casi di nobilitazione. Oltre a interpretarlo si cerca di giustificare il ricorso alla nobilitazione nel caso della paraletteratura.
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Cosma, Iulia. "Alcune considerazioni sugli eccessi dell’autocensura dell’impudico nella traduzione in rumeno del romanzo Venuto almondo di Margaret Mazzantini". Translationes 4, n.º 1 (1 de enero de 2012). http://dx.doi.org/10.2478/tran-2014-0073.

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Astratto L’intento dell’articolo è quello di evidenziare gli effetti dell’autocensura del traduttore sulla lettura di un romanzo italiano contemporaneo, la cui versione in romeno è stata epurata dai termini licenziosi. Valutando come irrelevante la questione riguardante la motivazione del traduttore, lo scopo è quello di elencare e analizzare le notevoli differenze esistenti tra il testo originale e la sua versione in romeno, per rilevare e, di conseguenza, in un certo senso, annullare gli effetti di tale censura, rendendo giustizia alla scrittrice e alla sua opera.
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Heyer-Caput, Margherita. ""Dopo il divorzio" (1902, 1905, 1920) di Grazia Deledda: 'opus in fieri' sul riso del moderno". altrelettere, 17 de septiembre de 2013. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-13.

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Grazia Deledda, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1926, è stata generalmente considerata una delle voci maggiori della scrittura al femminile di primo Novecento, sospesa tra Verismo e Decadentismo e spesso tacciata di regionalismo. Tuttavia la critica italiana e nordamericana più recente ha cominciato a sottolineare la rilevanza della narrativa deleddiana nel discorso sul moderno. Il romanzo "Dopo il divorzio", generalmente trascurato dalla critica, rappresenta un caso esemplare della riflessione deleddiana sulla crisi del moderno 'sub specie Sardiniae' per la sua tormentata vicenda editoriale. Pubblicato dapprima nel 1902, all’apice di una rovente polemica pluridecennale sull’introduzione del divorzio in Italia, "Dopo il divorzio" appare poi in una traduzione inglese corredata di alcune significative modifiche nel 1905, e infine in una seconda versione italiana nel 1920 con il titolo di "Naufraghi in porto". L’analisi delle varianti di carattere strutturale e semantico alla luce della critique génétique dimostrerà che il percorso seguito dall’autrice nella geografia culturale dell’Italia post-unitaria si snoda lungo la dialettica tra margine e centro che definisce la poliedrica identità del modernismo italiano. Inoltre "Dopo il divorzio", profondamente radicato nel paesaggio sardo dei più noti romanzi deleddiani, emerge come opus in fieri del moderno attraverso un dialogo intertestuale con le maggiori espressioni contemporanee della riflessione sull’umorismo, da "Le rire" (1900) di Bergson, a "Der Witz" di Freud (1905) al "Saggio sull’umorismo" di Pirandello (1908). La lettura di "Dopo il divorzio" quale work in progress a colloquio con le teorie sull’umorismo di primo Novecento sottolinea l’appartenenza di Grazia Deledda al modernismo europeo non a dispetto, bensì grazie al punto d’osservazione privilegiato offertole dalla insularità sarda. L’analisi di "Dopo il divorzio" nel suo percorso testuale e nella sua rilevanza extratestuale rivela dunque come Grazia Deledda, una scrittrice spesso stigmatizzata per le sue radici regionali «minori», abbia aperto la letteratura italiana alla riflessione sui più inquietanti elementi del modernismo europeo.
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Zuliani, Federico. "En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek". Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (29 de abril de 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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Tesis sobre el tema "Tedesco, italiano, traduzione, romanzo"

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Costa, Emilia Maria. "Proposta di traduzione di un estratto del romanzo Ein Kind unserer Zeit di Ödön von Horváth". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11349/.

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Resumen
L’obiettivo del seguente elaborato è fornire una proposta di traduzione in italiano di un estratto del romanzo in lingua tedesca “Ein Kind unserer Zeit” di Ödön von Horváth. Dopo una breve introduzione e l’inquadramento dell’autore e della sua opera, vi è una premessa alla traduzione in cui vengono descritti gli strumenti teorici utilizzati. Alla traduzione vera e propria segue un capitolo di commento, che analizza i passaggi più significativi e le soluzioni adoperate.
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Tatasciore, Claudia <1984&gt. "La traduzione interculturale nell’Austria-Ungheria della Jahrhundertwende Analisi critica delle traduzioni in tedesco e in italiano del romanzo ungherese I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6393/.

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Resumen
Riconoscendo l’importanza delle traduzioni all’interno della cosiddetta repubblica democratica dell’infanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per l’infanzia I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche più ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra più sistemi – principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale –, il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando l’attenzione sulla discussione circa l’educazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce l’aspetto della “leggerezza” nell’opera di Molnár, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti – una relativizzazione dell’intento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della società e del militarismo a tutti i costi – vengono messi alla prova delle traduzioni. L’analisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sull’individuazione di processi di neutralizzazione dell’alterità culturale e infine sull’esame delle isotopie del “gioco alla guerra” e dei “simboli della patria”. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano l’aspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato così al contesto letterario ed educativo dell’epoca, mentre in area tedesca la ricezione nell’ambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.
Recognizing the importance of translations in the “democratic republic of childhood”, I analyse the first German and Italian translations of the children’s literature classic The Paul Street Boys, by Ferenc Molnár, in order to enlighten the translational and cultural processes which influenced the first reception of the novel into two linguistic contexts that for different reasons have been traditionally tied to the Hungarian literature. Research today agrees in considering children’s literature as a place where several systems interact: the literary, the pedagogical and the social. Thus, the work reconstructs first of all the dynamics of the historical periods in which the translations have been done, focusing on the discussion regarding children’s education, patriotism and war. Referring to these themes, I consider the character of “lightness” in Molnár’s work, reconstructing through contemporary reviews the first reception of the novel in Hungary and proposing an analysis of the novel, through which patriotism and war are presented in dialogue with its linguistic-formal characteristics. The results – a reduction of the mainly pedagogical aim in favour of a critical view of the society and its militarism – are then compared with the translations. In the critical analysis of the translations I consider first of all the paratextual elements, then the processes of neutralisation of foreignness and finally an exam of two main isotopies: “playing the war” and “symbols of the homeland”. The analysis shows how some Italian translations amplify the military and patriotic character of the novel, although they don’t operate with censorship or significant modifications of the source text. In particular in Italy, the novel is integrated in the literary and pedagogical system of the target language, whereas the German area seems to be opened to a new literary genre of children’s literature, the “gang-novel”.
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Moras, Roberta. "Ogm: Ricerca terminologica bilingue in italiano e tedesco". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9606/.

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Con il presente lavoro si intende portare a termine una ricerca terminologica in italiano e tedesco nell'ambito degli Organismi Geneticamente Modificati. L'obiettivo finale della tesi è inoltre la realizzazione di un database terminologico bilingue, pensato per facilitare il lavoro di traduttori non necessariamente specializzati in tale ambito. L'idea della tesi nasce da uno stage svolto presso la Direzione Generale della Traduzione (DGT) di Lussemburgo, incentrato sulla revisione e l'aggiornamento di una parte della banca dati terminologica dell’Unione Europea (IATE) legata al dominio degli OGM. L'esperienza di tirocinio, in particolare, verrà descritta nella prima parte del lavoro, il quale si articolerà poi in altri 4 punti fondamentali. Nel secondo capitolo si effettuerà una panoramica generale sugli OGM, tematica di grande attualità che riscontra un ampio interesse anche tra la popolazione. Nel terzo capitolo si tratterà l'argomento delle lingue speciali e della terminologia da un punto di vista generale, per poi evidenziare più nel dettaglio le caratteristiche della lingua del dominio di indagine. Nel quarto capitolo, dopo una breve introduzione relativa alla linguistica dei corpora, si effettuerà una descrizione dettagliata delle varie fasi del lavoro terminologico, in cui sono comprese la creazione dei corpora, l'estrazione della terminologia e la realizzazione dei sistemi concettuali. Il quinto capitolo, infine, sarà incentrato sul database terminologico italiano-tedesco, il quale verrà riportato integralmente alla fine della tesi.
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Tolochko, Yuliya. "Il karting: la terminologia in italiano e in tedesco". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10798/.

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Con il presente lavoro si vuole introdurre un settore finora poco trattato in merito a una ricerca terminologica. Ho avuto modo di avvicinarmi al karting in un passato recente e volevo saperne di più. Così ho cercato la commistione dei due mondi: quello della terminologia per traduttori e quello delle piste e dei motori. Poiché un traduttore deve necessariamente capire il settore che tratta e traduce con questa tesi si vuole mettere a disposizione uno strumento per la ricerca terminologica in italiano e in tedesco. Il primo capitolo introduce la nascita di questo sport, suo sviluppo, arrivo in Italia e delle categorie attuali. Seguirà poi la parte di terminologia e delle lingue speciali soffermandosi sulla lingua speciale della tecnologia automobilistica. La parte pratica della ricerca, costruzione dei corpora e dei sistemi concettuali viene descritta nel terzo capitolo di metodologia e analisi e nel capitolo conclusivo viene presentato il database terminologico con le sue schede in appendice.
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Fusco, Federica. "I contratti internazionali: proposta di traduzione italiano-tedesco di un contratto di concessione di vendita". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9494/.

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Gegenstand der vorliegenden Masterarbeit ist die Übersetzung eines Alleinvertriebsvertrages zwischen einem italienischen Hersteller und einem deutschen Vertragshändler aus dem Italienischen ins Deutsche. Die Entscheidung für dieses Thema hat zwei Gründe: die Leidenschaft für das Recht und für die Rechtsübersetzung und die Möglichkeit, ein übliches Szenario in der heutigen Realität der Handelsbeziehungen zwischen Italien und Deutschland aufzuzeigen. Die Arbeit besteht aus sechs Kapiteln, an die sich drei Anhänge anschließen: Der erste enthält ein mit SDL MultiTerm erstelltes Termbase mit den aus übersetzerischer Sicht wichtigsten Termini, die im italienischen Vertrag gefunden wurden. Der zweite beinhaltet den Originaltext auf Italienisch. Der dritte Anhang schließlich besteht aus dem Fragebogen, der zwecks Analyse der Tendenz bezüglich der Abfassung und/oder Übersetzung internationaler Verträge erstellt und internationalen Anwaltskanzleien vorgelegt wurden, sowie die Antworten seitens der kontaktierten Kanzleien. Das erste Kapitel beinhaltet eine kontrastive Analyse betreffend die allgemeine Disziplin der Verträge in Italien und in Deutschland, mit der die Ähnlichkeiten und die Unterschiede zwischen den zwei Rechtsordnungen herausgearbeitet werden. Dieser Teil bietet auch einen Überblick über die Kategorie der Alleinvertriebsverträge, zu der der Originaltext gehört. Das zweite Kapitel behandelt das Thema der internationalen Verträge; insbesondere werden die hauptsächlichen Probleme bei der Abfassung dieser Verträge, sowie die zahlreichen Versuche im Bereich der Harmonisierung des europaischen und internationalen Privatrechts und die Ergebnisse des Fragebogens vorgestellt. Das dritte Kapitel enthält eine Einführung in die Rechtsübersetzung: Nach einer Beschreibung der Kompetenzen eines Rechtsübersetzers und der Merkmale der Rechtssprache werden die besonderen Faktoren, die die Übersetzung von Rechtstexten beeinflussen können, sowie die Unterscheidung zwischen Übersetzungsmethoden und -verfahren erläutert. Das vierte Kapitel beschäftigt sich mit der Analyse des Ausgangstexts im Hinblick auf die Ebenen der Makrostruktur, des Wortschatzes und der Morphosyntax. Nach der Übersetzung des Vertrages ins Deutsche werden im sechsten Kapitel die Übersetzungsschwierigkeiten und die Veränderungen vorgestellt, die bei der Übersetzung vorgenommen wurden.
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Bavieri, Elena. "Proposta di traduzione dal tedesco di un estratto del romanzo "Der Protestant" di Michael Landgraf". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16428/.

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L'obbiettivo del presente elaborato è quello di presentare una proposta di traduzione dal tedesco all'italiano svolta su una parte del nono capitolo del romanzo storico "Der Protestant" di Michael Landgraf. L'opera è collocata nel periodo della Riforma luterana e si prefigge di fare conoscere, a un pubblico per lo più giovanile, le origini di questo movimento fondendo realtà storica e finzione. La tesi si sviluppa in quattro capitoli divisi in paragrafi e preceduti da un'introduzione. Nel primo capitolo si illustrano alcune caratteristiche e tecniche della traduzione letteraria. Nel secondo vengono presentati il contesto storico e la trama dell'opera, oltre alla biografia dell'autore. Nel terzo viene presentata la traduzione seguita da un glossario dei termini più complessi, mentre nell'ultimo capitolo si fornisce un commento che illustra le strategie traduttive adottate e i problemi dal punto di vista della lingua, dei riferimenti storici e dell'ambientazione. Completano il lavoro una conclusione e una bibliografia in cui vengono elencate le fonti utilizzate. In appendice è presente il testo originale.
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Fabbri, Caterina. "Habibi. Proposta di traduzione di un romanzo young adult". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9869/.

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This dissertation intends to present and analyse the translation from English into Italian of the first twenty-five chapters of Habibi, a teenager and young adult’s novel written by the Palestinian-American author Naomi Shihab Nye. It has been necessary to present the theoretical approach to the literary translation studies, in order to focus the attention on the translation problems and provide suitable solutions and strategies. The first chapter gives an historical perspective on children’s literature from the end of the Nineteenth century till today, distinguishing the Italian and the American contexts. The description of the evolution process of this literary genre, which developed to satisfy the needs of the educational system, is its central issue. At the end of the chapter, we outline the main traits characterizing children’s literature and the image of the ideal reader. The second chapter provides an overview on Palestinian literature, especially on the features of the contemporary novel and the Diaspora literature. Afterwards, we present the author Naomi Shihab Nye and the book Habibi. In the third chapter we analyze the novel, focusing the attention on the rhythm of the narration, on the linguistic registers and the textual peculiarities found during the reading stage, according to the features of the children’s literature. The fourth chapter consists of the translation of the first twenty-five chapters of the novel. The fifth chapter begins with a section about the translation theory, the literary translation studies, focusing on the translation of children’s literature. Finally, there is the translation analysis. Here we present the strategies and the choices of the translation process, along with some practical examples with reference to theoretical studies. Special attention is paid to culture-specific items, lexicon and syntax.The source text can be found in appendix.
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TONI, ALESSANDRA ANNA MARIA. "IL LINGUAGGIO FILMICO INGLESE: IL CASO DEI 'VOCATIVI' NEL DOPPIAGGIO ITALIANO E TEDESCO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/45735.

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La presente ricerca si colloca nel campo della traduzione audiovisiva, poiché riguarda il linguaggio filmico inglese. In particolare, lo studio si focalizzerà sul ruolo dei vocativi presenti in alcune opere cinematografiche. Il lavoro sarà dapprima eseguito sui dialoghi della versione originale e, successivamente, in quelli doppiati in italiano e in tedesco. I tre film che compongono il Corpus sono usciti negli anni ’90 e sono ambientati in epoca vittoriana: Jane Eyre, Swept from the Sea, The Piano. Le forme allocutive osservate sono soprattutto i nomi propri e gli appellativi generici. Attraverso la metodologia della Corpus Linguistics, si svolgerà un’analisi di tipo qualitativo e quantitativo. Infatti, tramite il software AntConc (Lawrence, 2004), si indagherà sul numero e sulla tipologia di occorrenze dei vocativi più frequenti nella lingua di partenza (inglese) e nelle due lingue d’arrivo (italiano e tedesco). Inoltre, si studierà l’eventuale manifestazione degli universali traduttivi (Baker, 1993), osservando contesto linguistico in cui il fenomeno si presenta. L’aspetto innovativo della ricerca consiste in una duplice analisi che coinvolge un triplice confronto. I risultati evidenzieranno una maggiore frequenza di vocativi nelle lingue doppiate e diverse classificazioni di occorrenze. Infine, saranno riportate alcune riflessioni inerenti alle strategie traduttive che sono adottate in italiano e tedesco, a seconda del contesto linguistico e culturale.
This research concerns the field of the audiovisual translation and the English movie language. In particular, the aim of the study will focus on the role of vocatives in a corpus of three films in three different languages. The chosen movies are produced in the '90s and are set in Victorian age: Jane Eyre, Swept from the Sea, The Piano. The empirical process will manly consider two categories of vocatives: proper names and address terms. The study approach will be based on the Corpus Linguistics methodology, in order to get a qualitative and a quantitative analysis of the vocatives. Indeed, there will be an investigation on the number and the type of occurrences involving the most frequent vocatives, both in the source language (English), and in the two target languages (Italian and German). Another important task of the research is the observation of translation universals (Baker, 1993), and the linguistic context in which the phenomenon occurs. The innovative feature of this work is a twofold analysis, which involves a three-way comparison. The results will show a higher frequency of vocatives in the dubbed languages and also different classifications of occurrences. Eventually, there will be some consideration regarding the translation strategies adopted for Italian and German, depending on their linguistic and cultural context.
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Bu, Guro. "Sedici Alberi : Analisi dei realia culturospecifici nella traduzione di un romanzo norvegese in italiano". Thesis, Umeå universitet, Institutionen för språkstudier, 2018. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:umu:diva-148686.

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This thesis examines the translation of cultural elements from Norwegian to Italian. The analysis is made on the basis of theories of translation studies and focuses on the realia found in the contemporary Norwegian novel Svøm med dem som drukner, written by Lars Mytting and published by Gyldendal in 2014. The initial hypothesis of the work was that in the Italian translation the geographical-cultural aspects would be dominant and the plot and psychological aspects subdominant; that is, a hierarchy of dominants opposite of that of the original in Norwegian. The thesis presents the results of analytical parallel reading of the original Svøm med dem som drukner and the Italian version Sedici Alberi from 2017, translated by Alessandro Storti. During the parallel reading words and phrases specific to the Norwegian language culture (realia) were collected and grouped according to the type of realia (geographical, ethnographical or political/social as suggested by Osimo) and the translation strategy used (transcribing, creation of a new word or calque, using a different related word from the source language etc. as suggested by Osimo). While some of the strategies lead to bringing the translation close to the original (adequacy), others make the word or phrase, to a varying extent, consistent with the target culture (acceptability). The results obtained confirm the original hypothesis that Sedici Alberi would be an “adequate” translation. Further work in this area could focus on the analysis of style and language in the same translation, to see whether also these aspects conform with the translation being “adequate”.
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Somaschini, Giulia. "Le espressioni di condizionalità nel codice penale tedesco e italiano". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Il presente elaborato propone un’analisi contrastiva delle espressioni di condizionalità nel codice penale tedesco e italiano. Per completezza il campo di ricerca non è stato limitato alle sole condizioni, ma è stato esteso anche alla condizionalità restrittiva, all’eccezione e al rapporto di norme. L’indagine svolta è pertanto finalizzata all’interpretazione del significato delle espressioni individuate tramite analisi del relativo contesto di occorrenza, nonché all’individuazione di eventuali analogie o differenze tra i due codici e in relazione ai risultati ottenuti in studi pregressi. A completamento di tale analisi è stata rilevata la frequenza delle espressioni individuate in proporzione al numero di tokens e al numero di periodi in entrambi i codici. Nella stessa sede è stata inoltre condotta un’indagine sulla frequenza delle concatenazioni delle espressioni individuate, occorrenti a una distanza prefissata. Il primo capitolo è dedicato a un’introduzione storica relativa ai due codici, mentre nel secondo capitolo vengono illustrati i metodi alla base della selezione delle espressioni individuate. Il terzo capitolo consiste nell’esposizione dei risultati dell’indagine semantica e statistica, corredata di riflessioni contrastive, le quali vengono riassunte nella conclusione.
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Más fuentes

Libros sobre el tema "Tedesco, italiano, traduzione, romanzo"

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Rubattu, Tonino Mario. Dizionario universale della lingua di Sardegna: Italiano-sardo-italiano antico e moderno : con la traduzione di ogni vocabolo in inglese, francese, spagnolo, tedesco .. Sassari: EDES, 2001.

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Cinque miti della metafora nella Übersetzungswissenschaft: Problem di traduzione delle imagini figurate nelle coppia di lingue : tedesco (lingua di partenza), italiano (lingua d'arrivo). Frankfurt am Main: P. Lang, 1997.

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Tutti i lieder di Johannes Brahms per voce e pianoforte: Guida alla lettura e all'ascolto con la traduzione dal tedesco in italiano di tutti i testi poetici. Lucca: Libreria musicale italiana, 1999.

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