Literatura académica sobre el tema "Terapia naturale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Terapia naturale"

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Mascellani, Anna. "La terapia del divorzio bloccato". TERAPIA FAMILIARE, n.º 124 (febrero de 2021): 117–42. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124007.

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L'articolo verte sulle sempre più numerose situazioni di divorzio bloccato, in cui la persistenza nel tempo di un'alta conflittualità nella coppia, spesso a distanza di molti anni dalla separazione fisica, impedisce la naturale trasformazione del legame coniugale e, di conseguenza, lo sviluppo di tutti i legami familiari coinvolti. Ma l'ostilità manifesta spesso non è altro che l'unico modo che i coniugi hanno per non affrontare il dolore della ferita inferta dal divorzio. Se il terapeuta ha il coraggio di legarsi direttamente a quella sofferenza fin dalla prima seduta, aumentano notevolmente le possibilità di aiutare la coppia a ripartire nel processo di elaborazione del lutto e a riacquisire automaticamente la competenza genitoriale.
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Terziroli Beretta-Piccoli, Benedetta, Andrea De Gottardi, Diego Vergani y Giorgina Mieli-Vergani. "Le malattie autoimmuni di fegato nell’adulto". Schweizer Gastroenterologie 2, n.º 2 (julio de 2021): 56–66. http://dx.doi.org/10.1007/s43472-021-00040-4.

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RiassuntoL’epatite autoimmune è una infiammazione cronica del fegato che colpisce tutte le età, caratterizzata da transaminasi e immunoglobuline G elevate, presenza di autoanticorpi, epatite dell’interfaccia alla biopsia epatica, e ottima risposta alla terapia con steroidi. Se non trattata, ha una sopravvivenza a 5 anni del 50 %.La colangite biliare primitiva è una patologia cronica colestatica autoimmune del fegato che colpisce i medi e piccoli dotti biliari, caratterizzata da preponderanza femminile, e positività dell’anticorpo anti-mitocondrio. La sopravvivenza media della malattia non trattata è 9‑10 anni. La terapia di scelta è l’acido ursodesossicolico, che ha un forte impatto sulla storia naturale della malattia.La colangite sclerosante primitiva è la più rara e la più grave delle malattie autoimmuni di fegato. Si caratterizza da forte associazione alle malattie infiammatorie intestinali. I pazienti con PSC hanno un rischio elevato di colangiocarcinoma. Non esistono terapie medicamentose efficaci, e la malattia richiede una presa a carico specialistica multidisciplinare.Questo articolo offre una panoramica per il clinico delle tre patologie nell’adulto.
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Esposito, Francesca, Federica Giordano y Andrea Butera. "Valutazione dell’efficacia di un nuovo gel naturale nella terapia parodontale non chirurgica". Dental Cadmos 88, n.º 07 (septiembre de 2020): 462. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.07.2020.08.

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Velardi, Francesco. "Le deformazioni posizionali del cranio. Parte II: storia naturale, prevenzione e terapia". Area Pediatrica 13, n.º 2 (abril de 2012): 33–41. http://dx.doi.org/10.1016/j.arped.2012.04.002.

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Sola, Maria Carmina. "Il desiderio di un figlio: storia di un'adozione che portň ad una gravidanza". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 33 (junio de 2011): 61–83. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033005.

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Resumen
Nel presente lavoro, l'autrice, considera l'infertilitŕ come espressione di una particolare modalitŕ relazionale di coppia. La riflessione nasce dalla terapia con una coppia infertile che in seguito all'adozione di un bambino riesce a concepire un figlio naturale. Nel proporre l'infertilitŕ come sintomo di una relazione psicosomatica, l'analisi si sofferma sulle complesse modalitŕ collusive della coppia e su come una determinata regolazione affettiva e relazionale puň incidere sulla regolazione fisiologica della coppia.
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Bozzao, A., M. Gallucci, I. Aprile y M. Mastantuono. "Evoluzione spontanea dell'ernia discale lombare nei pazienti trattati con terapia non-chirurgica". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 3 (agosto de 1993): 267–73. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600303.

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Resumen
Scopo dello studio è stata la valutazione della storia naturale delle ernie discali lombari nei pazienti sottoposti a terapia non chirurgica. Lo studio si è sviluppato in due fasi successive. In una prima sono stati valutati con RM 69 pazienti cui era stata precedentemente diagnosticata (sempre con RM) un'ernia del disco lombo-sacrale è che non erano stati sottoposti ad intervento chirurgico. In una seconda fase, piü propriamente prospettica è stato eseguito il medesimo studio su 10 pazienti integrando la valutazione RM con il mezzo di contrasto. Le modificazioni volumetriche dell'ernia discale rilevate nei corso dello studio sono state suddivise in 4 classi. Analogamente sono state valutate le modificazioni del potenzialento peridiscale (ove presente) nei pazienti inclusi alla seconda fase dello studio. Nei 65% dei pazienti e stata evidenziata una riduzione del materiale erniato superiore al 30%; solo 1'8% mostrava viceversa un incremento. Nei casi in cui fosse stato dimostrato al primo esame RM un potenziamento peridiscale significativo è stata dimostrata una phi elevata incidenza di riduzione del volume del frammento erniato.
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Cascio, Antonio Roberto. "La funzione dell'emergenza in Teoria e pratica della terapia della Gestalt: vitalitŕ e accrescimento nella personalitŕ umana". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2011): 25–34. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001003.

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La necessitŕ di fronteggiare eventi critici collettivi o individuali, di origine umana o naturale, pone sempre piů al centro dell'attenzione di psicologi e psicoterapeuti il tema dell'emergenza e delle sue implicazioni potenzialmente traumatiche. Tale esperienza puň infatti sconvolgere il normale e scontato funzionamento psicologico, ma, con gli opportuni supporti, puň anche rivitalizzarlo, diventando cosě una tappa decisiva della crescita personale, che porta ad abbandonare una visione ingenua della realtŕ. L'autore dice questo prendendo in esame il testo fondante la psicoterapia della Gestalt:, in cui l'emergenza, non solo č ricorrente come tema, ma anzi accompagna tutto il libro stabilendo una intensa connessione con il modello di psicoterapia e con la definizione di sofferenza e salute psicologica.
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Scienza, R. y G. Pavesi. "MAV cerebrali". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 1 (febrero de 2002): 119–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500111.

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Vi sono 2 motivi per cui la MAV cerebrali si pongono come un problema neurochirurgico particolarmente difficile da affrontare. In primo luogo l'indicazione al trattamento (e con quali metodiche); e in secondo luogo l'obiettiva difficoltà tecnica che queste lesioni presentano alla chirurgia. Quali sono le MAV che si giovano di un trattamento chirurgico? Questa decisione si basa sulla storia naturale, la cui previsione è tuttora deducibile più dalle modalità d'esordio clinico che dagli aspetti morfologici. Sulla base dei dati della letteratura sono state redatte delle tabelle di calcolo per il rischio individuale di emorragia nell'arco di una vita che sono uno strumento imprescindibile per affrontare questi delicati problemi terapeutici in maniera razionale. Per quanto concerne il rischio chirurgico sono stati identificati precisi fattori di rischio morfo-funzionali che permettono una quantificazione preoperatoria del rischio di mortalità e morbilità cui può andare incontro il paziente, una volta operato. Inoltre, la terapia delle MAV è oggi un intervento multidisciplinare, in quanto nel percorso decisionale si inseriscono anche le opzioni di tecniche alternative quali il trattamento endovascolare e la radiochirurgia. Attualmente il nostro orientamento è quello di riservare alle tecniche di embolizzazione un ruolo di ‘preparazione’ al trattamento definitivo, sia esso chirurgico o radioterapico. Le nostre osservazioni sulla terapia chirurgica delle MAV cerebrali si basano su 175 casi personalmente operati. La chirurgia delle MAV cerebrali richiede una alta specializzazione nella microchirurgia vascolare affiancata da una adeguata struttura organizzativa. L'esperienza personale può orientare nella indicazione al miglior trattamento possibile, senza tuttavia pretendere di rappresentare un algoritmo decisionale assolutamente attendibile e standardizzabile. Infatti, mancano studi randomizzati di terapia radiochirurgica, endovascolare o microchirurgica, in grado di definire i criteri di trattamento. Questi studi, che richiedono una collaborazione multicentrica, sono necessari per stabilire la prognosi dei pazienti portatori di MAV cerebrali.
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Canevaro, Alfredo. "Lutto e sistema familiare. Un approccio trigenerazionale". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (mayo de 2010): 38–67. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003003.

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Questo articolo intende mette in evidenza come l'utilizzazione delle risorse delle famiglie di origine (FO) puň essere fondamentale per sbloccare processi terapeutici fallimentari o in impasse terapeutica, anche durante una psicoterapia familiare svolta solo col gruppo familiare nucleare. Malgrado la famiglia sia il luogo naturale dove si elabora una perdita, sono stati piů gli autori psicodinamici che quelli sistemico-relazionali ad affrontare questo argomento. Si descrivono alcuni contributi teorici sia di psicoanalisti che di terapeuti familiari sistemici. Durante una consulenza per un caso molto grave di lutto patologico presentato da un genitore di un figlio unico morto in circostanze drammatiche,l'autore convoca le FO e con un modello giŕ collaudato di approccio trigenerazionale riesce a stimolare le risorse familiari che favoriscono una buona evoluzione della terapia. Da un follow-up immediato a 3 mesi e a distanza di 7 anni si riesce a vedere il rientro di una grave patologia e la nascita di una elaborazione quasi normale del lutto nella coppia genitoriale.
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Perini, S., A. Beltramello, C. Mazza, A. Maschio, E. Piovan, P. Zampieri y A. Benati. "MAV cerebrali in età pediatrica". Rivista di Neuroradiologia 5, n.º 1_suppl (abril de 1992): 135–40. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s126.

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Resumen
Sono stati sottoposti a trattamento endo-vascolare 19 pazienti in età pediatrica. L'embolizzazione è stata praticata come metodica pre-operatoria (9 casi); pre-radiochirurgica (2 casi); come singolo atto terapeutico per il trattamento di 1 fistola A-V diretta e di 1 aneursma della vena di Galeno; come terapia palliativa in 6 MAV giganti a sede centrale profonda. In tutti i casi è stata effettuata una embolizzazione particolata utilizzando in 17 casi come agente embolizzante il filo di polylene e in 2 casi particelle di spugna di Silastic. In base ai risultati, alle complicanze, al controllo successivo, sono state tratte le seguenti conclusioni: il trattamento vascolare delle lesioni del bambino rappresenta una efficace metodica prechirurgica soprattutto per le MAV estese e in sede critica. L'efficacia del trattamento come metodica pre-radiochirurgica non è ancora stata ben determinata. L'esiguità dei casi sottoposti non ha permesso una conclusione defmitiva, comunque l'embolizzazione ha permesso la riduzione del nido angiomatoso a dimensioni suscettibili di radio-chirurgia. Utilizzata come unica terapia, in assenza d'intervento, la metodica si è rivelata molto utile nel trattamento delle fistole A-V a linea retta (1 caso guarito definitivamente) e nel trattamento dell'aneurisma della vena di Galeno (1 caso trattato incompletamente e tuttora in osservazione). Non sono stati riscontrati, invece, risultati soddisfacenti nel trattamento palliativo di MAV cerebrali molto estese (sopra i 50 ml). In questi casi l'embolizzazione non ha contribuito ad un miglioramento significativo della recidiva emorragica e della mortalità, stimata sulla base della storia naturale ma, al contrario, ha sottoposto i piccoli pazienti a rischi di ischemia e soprattutto di emorragia. Per questi motivi il nostro orientamento attuale è di non sottoporre a trattamento tali malformazioni in età pedriatrica.
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Más fuentes

Tesis sobre el tema "Terapia naturale"

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Riva, Letizia <1977&gt. "Fisiopatologia, clinica, storia naturale e terapia delle cardiomiopatie amiloidotiche". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2949/.

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L’amiloidosi cardiaca è l’esempio tipico di cardiomiopatia infiltrativa. La diagnosi presuppone un alto indice di sospetto. Nella pratica clinica le cause più frequenti di amiloidosi sistemica sono: amiloidosi AL (secondaria alla deposizione di catene leggere libere circolanti delle immunoglobuline nel contesto di discrasia plasmocellulare), amiloidosi da deposizione di transtiretina mutata (amiloidosi ereditaria ATTR) e da deposizione di transtiretina nativa, “wild-type” (amiloidosi senile). L’ecocardiogramma, la lettura integrata ECG-ecocardiogramma e la risonanza magnetica forniscono importanti elementi per il sospetto diagnostico. La diagnosi finale deve essere necessariamente eziologica per poter orientare al meglio le strategie terapeutiche. L’amiloidosi ereditaria da mutazione della transtiretina (ATTRm) ha una espressione clinica prevalentemente neurologica. L’interessamento cardiaco è relativamente frequente (soprattutto nelle mutazioni diverse dalla Val30Met), ma è in genere successivo all’espressione del fenotipo neurologico. Se la cronologia di espressione dei due fenotipi si inverte, la probabilità di mancare la diagnosi di ATTRm è elevata. Nella realtà più del 10% dei pazienti affetti da ATTRm ha una espressione fenotipica prevalentemente o esclusivamente cardiologica. Questo sottogruppo si caratterizza per una netta prevalenza del sesso maschile, per una diagnosi in età più avanzata e per una frequenza particolarmente elevata della mutazione Ile68Leu. La consapevolezza dell’esistenza di queste forme di ATTRm è essenziale per una diagnosi corretta, soprattutto in ambito cardiologico.
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Di, Pompo Gemma <1984&gt. "Molecole bioattive naturali e sintetiche per la terapia di malattie da aumentato riassorbimento osseo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5361/.

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Resumen
Le terapie convenzionali per le malattie da aumentato riassorbimento osseo sono limitate dalla tossicità sistemica, bassa biodisponibilità farmacologica e scarsa aderenza alle terapie. In questo studio sono stati considerati approcci terapeutici innovativi basati su composti naturali e sintetici. I) Valutazione dell'attività biologica di composti naturali. Evidenze sperimentali hanno dimostrato l’attività antiproliferativa ed antiapoptotica di piante della Medicina ayurvedica. Queste proprietà sono sfruttabili nel trattamento di malattie da aumentato riassorbimento osseo, come l'osteoporosi. Per chiarire i possibili effetti terapeutici di questi composti, sono stati studiati i decotti di Rubia cordifolia, Hemidesmus indicus, Emblica officinalis, ed Asparagus racemosus. Hemidesmis indicus si è dimostrato il più efficace. II) Valutazione dell'attività biologica di composti sintetici. I bisfosfonati (BP) sono farmaci capaci di legarsi alle superfici minerali ossee e all’idrossiapatite, nei siti di rimodellamento osseo. Poiché i BP inibiscono la funzione degli osteoclasti, sono convenzionalmente impiegati nel trattamento di malattie da aumentato riassorbimento osseo, come l'osteoporosi. Tuttavia, gli elevati costi e gli effetti collaterali legati alla somministrazione determinano una scarsa aderenza al trattamento condizionandone l’efficacia. Scopo di questo studio è stato quello di valutare l'attività biologica di BP chimicamente innovativi, meno tossici e sintetizzati con strategie catalitiche semplificate ed ecocompatibili, in modo da ridurre i costi di produzione. È stato valutato l’effetto citotossico e antiosteoclastico dei composti e confrontato con quello dei BP comunemente impiegati in clinica (neridronato, pamidronato e alendronato). I risultati sono stati considerati raggiunti qualora fossero identificati BP di nuova sintesi non citotossici e capaci di conservare almeno il 90% della capacità dei substrati di base di inibire il riassorbimento osseo. Tutti i composti di nuova sintesi sono risultati meno tossici del BP convenzionale, anche a concentrazioni più elevate ed i più efficaci sono stati un BP coniugato con acido biliare, un BP aromatico contenente azoto ed un BP alifatico contenente zolfo.
Conventional therapies for bone resorption diseases are limited by systemic toxicity, low drug bioavailability, and low rates of adherence to therapies. In this study novel therapeutic approaches based on natural and newly synthetic compounds were considered. I) Evaluation of biological activity of natural compounds. Experimental evidences showed antiproliferative and antiapoptotic activities of plant extracts commonly used in Ayurvedic medicine. These properties could be helpful in the treatment of some bone resorption diseases, including osteoporosis. In order to clarify the possible therapeutic effects of these compounds, decoctions of Rubia cordifolia, Hemidesmus indicus, Emblica officinalis, and Asparagus racemosus were evaluated. Hemidesmis Indicus had the highest biological activity. II) Evaluation of biological activity of synthetic compounds. Bisphosphonates (BPs) are a class of drugs able to bind to bone mineral surfaces and hydroxyapatite, at sites of bone remodelling. Since BPs inhibit osteoclast function, they are currently employed for the treatment of increased bone resorption disorders, such as osteoporosis. However, the high cost of drugs and the side effects associated with their administration result in poor adherence to treatment and therefore condition its effectiveness. The purpose of this study was to evaluate the biological activity of chemically innovative BPs, potentially less toxic and synthesized with simplified and environment sustainable catalytic strategies, to greatly reduce production costs. Cytotoxic and anti-osteoclast effect of the compounds has been verified and compared with those obtained by using BPs commonly employed in clinical setting (neridronate, pamidronate and alendronate). The results were considered to be achieved if newly synthesized BPs non-cytotoxic and able to retain at least 90% of the capacity of the base substrates to inhibit bone resorption were identified. All newly synthesized compounds were less cytotoxic than conventional BPs, even at higher concentrations and the most effective were bile acid containing hydroxyl-BP, aromatic nitrogen-containing BP and aliphatic sulfur-containing BP.
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ALMEIDA, JUNIOR Oberdan Alves de. "Beck: um chatbot baseado na terapia cognitivo-comportamental para apoiar adolescentes com depressão". Universidade Federal de Pernambuco, 2017. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/26790.

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CAPES
A depressão é um dos distúrbios psicológicos mais frequentes no mundo. Esse distúrbio causa um grande impacto na qualidade de vida do indivíduo, compromete as relações sociais e familiares, e pode levar ao suicídio. Na adolescência, a depressão é uma das doenças psicológicas mais comuns. Muitos dos problemas emocionais têm início e pico durante esta fase da vida. No Brasil, entre os jovens, o suicídio representa a terceira principal causa de morte. A Terapia Cognitivo-Comportamental (TCC) tem se mostrado bastante eficaz no tratamento da depressão. Esse tipo de terapia também pode ser realizado através do computador, sem o acompanhamento de um terapeuta. Estudos identificaram vantagens importantes na comunicação mediada por computador em comparação com a interação humana face a face, como na promoção do sentimento de anonimato e no aumento da autorrevelação. Contudo, a maioria dos sistemas atuais baseados em TCC não apresenta um grau satisfatório de interatividade. Neste cenário, os chatbots são uma alternativa para diminuir essa deficiência dos sistemas de terapia via computador. Chatbots são sistemas criados para simular um diálogo real com o usuário, podendo ter a capacidade de analisar e influenciar seus comportamentos. Esse tipo de sistema interage com o usuário através do uso da linguagem natural. Este projeto de mestrado desenvolveu um chatbot, baseado nos princípios da TCC, capaz de conversar com adolescentes que sofrem depressão. Para construir o chatbot Beck, utilizamos o ChatScript, uma linguagem de desenvolvimento desse tipo de sistema, que foi vencedora de vários prêmios. Avaliamos o desempenho e a utilidade de Beck através de um teste de conversação e de um Survey com adolescentes. Os resultados obtidos foram muito satisfatórios. De acordo com os resultados, 85,94% dos adolescentes ficaram satisfeitos com o desempenho de Beck, e em relação à sua utilidade, 92,19% dos adolescentes concordam que o chatbot foi útil para eles.
Depression is one of the most frequent psychological disorders in the world. This disorder has a major impact on the individual’s quality of life, compromises social and family relationships and can lead to suicide. In adolescence, depression is one of the most usual psychological illnesses. Several emotional problems start and peak during this phase of life. In Brazil, for instance, suicide is the third leading cause of death among youngsters. Cognitive-Behavioural Therapy (CBT) has been shown to be effective in treating depression. This type of therapy can also be performed through the computer, without the accompaniment of a therapist. Studies have identified important advantages in computer-mediated communication compared to face-to-face human interaction, such as promoting anonymity and increasing self-disclosure. However, most current CBT-based systems have not shown a satisfactory degree of interactivity. In this scenario, chatbots are an alternative to minor this deficiency of computer based therapy systems. Chatbots are systems created to simulate a real dialogue with users, being able to analyze and influence their behavior. This type of system interacts with the user through the use of natural language. This research project developed a chatbot based on the principles of CBT, whose aim is to dialogue with adolescents who suffer from depression. To build the chatbot Beck, we deployed ChatScript, a computer language tailored for the development of this type of system, which has won several awards. We evaluated the performance and usefulness of our chatbot Beck through a conversation test and a survey conducted with adolescents. The results obtained are very satisfactory: 85.94% of the adolescents answered that they were satisfied with Beck’s performance, and 92.19% of the adolescents agreed that the chatbot was useful for them.
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Ferreira, Marta Isabel Araújo. "A água mineral natural de Unhais da Serra como terapia complementar na lombalgia por espondilartrose". Master's thesis, Universidade da Beira Interior, 2011. http://hdl.handle.net/10400.6/956.

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Resumen
Introdução: A espondilartrose lombar representa um importante factor de dor crónica incapacitante e baixa qualidade de vida na população adulta e um problema devastador de Saúde Pública pelo seu notável impacto social e custos médicos. A Crenoterapia com água sulfúrea mostra-se como uma terapêutica complementar, menos tóxica e traumatizante. O número de estudos que avaliam o efeito das águas minerais naturais no tratamento da lombalgia crónica é relativamente pequeno e este tipo de tratamento ainda é visto com algum cepticismo pela comunidade científica. Objectivo: Determinar se os tratamentos com a água mineral natural de Unhais da Serra são eficazes na lombalgia por espondilartrose. Metodologia: Estudo descritivo, observacional longitudinal, não controlado, com carácter prospectivo. Os 51 termalistas participantes no estudo foram submetidos a 14 dias de tratamento com a água mineral natural de Unhais da Serra. Foi aplicado um questionário com os seguintes parâmetros de avaliação: intensidade da dor (Escala Visual Analógica), qualidade de vida (SF36v2), incapacidade (ODIv2), absentismo laboral, surtos agudos/recaídas, consumo de medicamentos. A avaliação foi feita em 4 momentos distintos: no primeiro dia antes, 14 dias, 3 e 6 meses após o tratamento termal. Resultados: A média de idade da amostra foi de 60,53 anos e 60,8% eram do sexo feminino. Os termalistas apresentavam a patologia em estudo, em média, há 7,35 anos, sendo que 50,9% se encontravam reformados e 90,2% eram oriundos de um distrito do interior do país. Observou-se uma melhoria estatisticamente significativa (p<0,05) na intensidade da dor, qualidade de vida, incapacidade, absentismo laboral e consumo de medicamentos, 14 dias, 3 e 6 meses após o tratamento termal comparativamente ao momento inicial. Não houve influência sobre o número de surtos agudos/recaídas. Quanto às variáveis sócio-demográficas e clínicas, não se obtiveram resultados consistentes, apenas correlações fracas e diferenças em apenas alguns momentos de avaliação. Conclusão: O tratamento com a água mineral natural efectuado nas termas de Unhais da Serra mostrou-se eficaz em doentes seleccionados com espondilartrose lombar a curto e médio prazo.
Introduction: Lumbar spondylarthrosis represents an important factor in disabling chronic pain and poor quality of life in the adult population and a devastating problem of Public Health for his remarkable social and medical costs. Crenotherapy with sulphurous water shows up as a complementary therapy, less toxic and traumatic. The number of studies assessing the effect of natural mineral waters in the treatment of chronic low back pain is relatively small and this type of treatment is still viewed with some scepticism by the scientific community. Objective: Determine whether treatments with Unhais da Serra natural mineral water are effective in low back pain for spondylarthrosis. Methodology: A descriptive, longitudinal, observational, uncontrolled prospective study was conducted. The 51 study participants underwent 14 days of treatment with Unhais da Serra natural mineral water. Assessment criteria were: pain intensity (Visual Analogue Scale), quality of life (SF36v2), disability (ODIv2), absenteeism, acute outbreak/relapse, drug consumption. The evaluation was conducted in four distinct stages: the first day before, 14 days, 3 and 6 months after the thermal treatment. Results: The mean age of the sample was 60.53 years, 60.8% were female. The duration of illness was, on average, 7.35 years, 50.9% were retired and 90.2% were from a countryside district. There was a statistically significant improvement (p <0.05) in pain intensity, quality of life, disability, absenteeism and drug consumption, 14 days, 3 and 6 months after thermal treatment compared to baseline. There was no effect on the number of acute outbreak/relapse. Regarding socio-demographic and clinical data, we get no consistent results, only low correlations and some differences in just a few moments of assessment. Conclusion: Treatment with natural mineral water of Unhais da Serra spa, proved to be effective in selected patients with lumbar spondylarthrosis to short and medium term.
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de, Oliveira Analú Barros. "Bioprospecção de produtos naturais em terapia fotodinâmica contra micro-organismos de interesse médico-odontológico /". Araraquara, 2020. http://hdl.handle.net/11449/192022.

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Orientador: Fernanda Lourenção Brighenti
Resumo: Este trabalho está dividido em 2 publicações cujos objetivos foram: a) realizar uma revisão sistemática da literatura, seguida de uma metanálise sobre a eficácia da terapia fotodinâmica (TFD) nos micro-organismos responsáveis pela cárie dentária (Publicação 1); b) avaliar o potencial in vitro dos óleos essenciais de Coffea arabica, Matricaria recutita e Eugenia uniflora e dos extratos vegetais de Senna splendida, Senna reticulata e Senna Macranthera para serem utilizados como monoterapia na terapia fotodinâmica sobre suspensões de micro-organismos de interesse médico-odontológico. Publicação 1: A questão de pesquisa e as palavras-chave foram construídas de acordo com a estratégia do PICO. A pesquisa do artigo foi realizada nas bases de dados Embase, Lilacs, Scielo, Medline, Scopus, Cochrane Library, Web of Science, Science Direct e Pubmed. Ensaios clínicos randomizados e estudos in vitro foram selecionados na revisão. O estudo foi conduzido de acordo com as diretrizes do PRISMA para revisão sistemática. Publicação 2: Foram utilizadas as seguintes cepas de referência em suspensão: Cutibacterium acnes ATCC 6919, Streptococcus mutans ATCC 35688, Staphylococcus aureus ATCC 25923, Escherichia coli ATCC 25922 e Candida albicans ATCC 90028. Os materiais vegetais foram testados nas concentrações de 50 μg/mL (extratos) ou 2% (óleos essenciais). Foram estudados cinco grupos: controle negativo, material vegetal sem exposição a luz (FS-luz), material vegetal com exposição a luz (FS+luz),... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Mestre
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Andrade, Gislaine Patricia de. "Síntese e caracterização de análogos do composto natural hipericina para aplicação como fotossensibilizadores em terapia fotodinâmica". reponame:Repositório Institucional da UFABC, 2013.

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Alves, Luis Carlos de Quadros. "Uso de terapias veterinárias convencionais e naturais em assentamento de reforma agrária". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2015. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/158450.

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Resumen
Dissertação (mestrado profissional) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências Agrárias, Programa de Pós-Graduação em Agroecossistemas, Florianópolis, 2015.
Made available in DSpace on 2016-01-15T14:55:30Z (GMT). No. of bitstreams: 1 336762.pdf: 2424986 bytes, checksum: c23261fcf9d1d7bbde28b5b3c8016cd1 (MD5) Previous issue date: 2015
Este estudo foi desenvolvido aplicando entrevistas semiestruturadas a 20 agricultores assentados pela reforma agrária, no assentamento Lageado Grande, Município de São José do Cedro (SC), tendo como objetivo geral analisar a continuidade de hábitos (pais e filhos) quanto ao uso de tratamentos convencionais e naturais na atividade leiteira do assentamento. Como objetivo específico, quer caracterizar os atores sociais (educadores, profissionais de agropecuária, agentes comunitários de saúde, técnicos da ATER, dirigentes MST) que possam influenciar a adoção dessas terapias. Foi utilizado o teste do qui-quadrado como instrumento estatístico para análise dos dados, onde 70% dos agricultores da amostra não utilizam homeopatia, o uso atual da homeopatia ocorreu pela influência do médico veterinário (P=0,01). Quanto ao uso de fitoterapias e medicamentos sintéticos, observou-se tendência da influência dos pais (P=0,06 e P=0,07, respectivamente). O uso predominante de medicamentos sintéticos nos assentamentos, por 85% dos agricultores, teve influência do médico veterinário e do profissional da agropecuária (P=0,001). Para que haja mudanças de hábitos nesse sentido, dentro dos assentamentos, observou-se como necessária formação específica ou capacitação para todos os atores envolvidos com os assentamentos.

Abstract : This study was developed based on semi-structured interviews with 20 farmers settlers of agrarian reform, at Lageado Grande settlement, Sao Jose do Cedro (SC). The objective was to analyze the continuity of habits in the settlement (from parents to children) about the use of conventional and natural treatments in dairy farming. As specific objective, the social actors (educators, agricultural professionals, community health workers, technicians ATER, MST leaders) that may influence the adoption of these therapies were characterized. We used the chi-square test as statistical tool for data analysis, where 70% of the sample of farmers did not use homeopathy and the current use of homeopathy occurred by the influence of the veterinarian (P = 0.01). Regarding the use of herbal medicines and synthetic drugs, there was a trend of parental influence (P = 0.06 and P = 0.07, respectively). The predominant use of synthetic drugs in the settlements by 85% of farmers had the influence of the veterinarian and other agricultural professionals (P = 0.001). For future changes in habits within the settlements, it will be required specific training or training for all actors involved in the settlements.
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Pereira, Ângela Maria da Costa. "Inactivation of Pseudomonas spp. biofilms with natural and synthetic photossensitizers". Master's thesis, Universidade de Aveiro, 2015. http://hdl.handle.net/10773/15468.

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Resumen
Mestrado em Biologia Aplicada
Cationic porphyrins have been widely used as photosensitizers (PSs) in the inactivation of microorganisms, both in biofilms and in planktonic forms. However, the application of curcumin, a natural PS, in the inactivation of biofilms, is poorly studied. The objectives of this study were (1) to evaluate and compare the efficiency of a cationic porphyrin tetra (Tetra-Py+-Me) and curcumin in the photodynamic inactivation of biofilms of Pseudomonas spp and the corresponding planktonic form; (2) to evaluate the effect of these PSs in cell adhesion and biofilm maturation. In eradication assays, biofilms of Pseudomonas spp adherent to silicone tubes were subjected to irradiation with white light (180 J cm-2) in presence of different concentrations (5 and 10 μM) of PS. In colonization experiments, solid supports were immersed in cell suspensions, PS was added and the mixture experimental setup was irradiated (864 J cm-2) during the adhesion phase. After transference solid supports to new PS-containing medium, irradiation (2592 J cm-2) was resumed during biofilm maturation. The assays of inactivation of planktonic cells were conducted in cell suspensions added of PS concentrations equivalent to those used in experiments with biofilms. The inactivation of planktonic cells and biofilms (eradication and colonization assays) was assessed by quantification of viable cells after plating in solid medium, at the beginning and at the end of the experiments. The results show that porphyrin Tetra-Py+-Me effectively inactivated planktonic cells (3.7 and 3.0 log) and biofilms of Pseudomonas spp (3.2 and 3.6 log). In colonization assays, the adhesion of cells was attenuated in 2.2 log, and during the maturation phase, a 5.2 log reduction in the concentration of viable cells was observed. Curcumin failed to cause significant inactivation in planktonic cells (0.7 and 0.9 log) and for that reason it was not tested in biofilm eradication assays. In colonization assays, curcumin did not affect the adhesion of cells to the solid support and caused a very modest reduction (1.0 log) in the concentration of viable cells during the maturation phase. The results confirm that the photodynamic inactivation is a promising strategy to control installed biofilms and in preventing colonization. Curcumin, however, does not represent an advantageous alternative to porphyrins in the case of biofilms of Pseudomonas spp.
As porfirinas catiónicas têm sido muito utilizadas como fotossensibilizadores (PSs) na inativação de microrganismos tanto na forma planctónica como em biofilmes. No entanto, a eficiência da curcumina, um PS natural, na inativação de biofilmes está ainda muito pouco estudada. Os objetivos deste trabalho foram: (1) avaliar e comparar a eficiência de uma porfirina tetra catiónica (Tetra-Py+-Me) e da curcumina na inativação fotodinâmica de biofilmes de Pseudomonas spp., bem como na inativação de células na forma planctónica; (2) avaliar o efeito destes PSs nas fases de adesão e maturação do biofilme. Em experiências de erradicação, biofilmes de Pseudomonas spp aderentes a tubos de silicone foram sujeitos a irradiação com luz branca (180 J cm-2) na presença de diferentes concentrações (5 e 10 μM) de PS. Em experiências de colonização, os suportes sólidos foram imersos em suspensões de células, adicionados de PS e irradiados durante a fase de adesão (864 J cm-2). Após transferência dos suportes sólidos para novo meio contendo idêntica concentração de PS, prosseguiu-se com a irradiação (2592 J cm-2) durante a fase de maturação dos biofilmes. As experiências de inativação da forma planctónica foram conduzidas em suspensões de células, adicionadas de concentrações de PS equivalentes às usadas nas experiências com biofilmes. A inativação de células livres e de biofilmes (experiências de erradicação e de colonização) foi avaliada por quantificação de células viáveis através de sementeira em meio sólido, antes e depois da irradiação. Os resultados demonstraram que a porfirina TetraPy+-Me inativou eficazmente quer as células planctónicas (3.7 e 3.0 log), quer os biofilmes de Pseudomonas spp (3.2 e 3.6 log). Nos ensaios de colonização, reduziu em cerca de 2.2 log a concentração de células aderentes e, durante a fase de maturação, causou uma inativação de 5.2 log na concentração de células viáveis. A curcumina revelou-se um fotossensibilizador muito pouco eficaz na inactivação de células planctónicas (0.7 e 0.9 log) e por essa razão não foi testada nos ensaios de erradicação. Nos ensaios de colonização, não afetou a adesão e causou uma redução muito modesta (1.0 log) na concentração de células durante a fase de maturação. Os resultados confirmam que a inativação fotodinâmica é uma estratégia promissora no controle de biofilmes instalados e na prevenção da colonização. A curcumina, no entanto, não representa uma alternativa vantajosa às porfirinas, no caso dos biofilmes de Pseudomonas spp.
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Falcón, Beas Felipe Ernesto. "¿Pueden las células dendríticas maduradas con trimel activar células INKT contra melanoma humano?" Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/168208.

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Resumen
Grado de doctor en ciencias biomédicas.
Melanoma es la neoplasia cutánea más agresiva, con una incidencia ascendente a pesar de numerosos esfuerzos de prevención. En la actualidad existen diversas estrategias de tratamiento, sin embargo, no todos los pacientes responden a ellas. En nuestro laboratorio se ha ensayado una inmunoterapia basada en células dendríticas (DCs) maduradas con un lisado de líneas celulares de melanoma (TRIMEL), que ha incrementado hasta 3 veces la sobrevida en pacientes que desarrollan una respuesta inmunológica de hipersensibilidad retardada (DTH+). Hasta la fecha no se han desarrollado avances en el estudio de la fracción no peptídica de este lisado ni de su capacidad de activar células iNKT, capaces de reconocer antígenos glicolipídicas en contexto CD1d. Hipótesis: Células iNKT infiltran tumores de pacientes con melanoma avanzado y son capaces de ser activadas in vitro por células dendríticas utilizadas en inmunoterapia antitumoral. Objetivo General: Determinar el rol en pacientes con melanoma de células iNKT infiltrantes de tumor y activadas por células dendríticas maduradas ex vivo utilizadas en inmunoterapia antimelanoma. Métodos: Se determinaron células iNKT infiltrantes de tumor mediante inmunofluorescencia y se correlacionó su presencia en lesiones de melanoma primario en todos los estadios según Breslow con la sobrevida de la enfermedad. Se evaluó la capacidad de las fracciones glicolipídica y proteica de TRIMEL para inducir maduración en células dendríticas. Para este fin, las fracciones se obtuvieron mediante gradiente de densidad con MTBE (Metil-terbutil-éter) y se usaron para estimular DCs generadas en base a rhIL-4 y GM-CSF. En estas condiciones se evaluó la presencia de diversas moléculas de superficie y la producción de citoquinas. Para evaluar la capacidad de estas DCs de activar células iNKT, desde PBMC se aisló la población CD3+ mediante cell-sorting y cultivadas con distintas DCs generadas. Se analizó la proliferación celular utilizando el ensayo CFSE. También se evaluó la presencia de células iNKT mediante inmunofluorescencia en tacos de parafina de las DTH realizadas a pacientes de inmunoterapia. Resultados: Encontramos infiltración por células iNKT en todos los estadíos de la enfermedad, siendo mayor en Breslow avanzados, sin una correlación con la sobrevida global. Al evaluar la maduración de DCs, esta fue mayor en el grupo estimulada con la fracción peptídica de TRIMEL. DCs estimuladas con la fracción glicolipídica de TRIMEL no mostraron diferencias con la condición no tratada. Al evaluar mediante ensayo de proliferación realizado con CFSE, se evidenció mayor proliferación en la condición tratada con la fracción peptídica. Finalmente, sólo en 1 de 3 pacientes en los que se analizó la presencia de iNKT en las DTH se encontraron estas células. Conclusiones: unificando todos los hallazgos discutidos previamente, células iNKT infiltran tumores de melanoma, las que podrían ser inducidas a proliferar por DCs estimuladas con la fracción peptídica de TRIMEL y de esa forma migrar a sitios inflamados como representan las lesiones DTH.
Melanoma is the most aggressive skin tumor, with a growing incidence worldwide, despite of prevention strategies. Nowadays, there are several new therapies to treat it, however the overall survival continues to be low. Our lab has been studying a Dendritic Cell (DC) based immunotherapy maturated with a melanoma cell lines lysate (TRIMEL), which has increased survival up to 3 times in patients that developed a delayed type hypersensitivity response (DTH+). To this date no studies have been made regarding the non peptidic fraction of this lysate or its capability to activate a subpopulation of T Cells called iNKT cells, characterized by their ability to recognize glycolipids in a CD1d manner. Hypothesis: iNKT Cells infiltrate melanoma patient’s tumors and are capable to be activated in vitro by Dendritic cells Main Objective: To determinate the role of tumor infiltrating iNKT cells activated by matured Dendritic Cells ex vivo used in antimelanoma immunotherapy in melanoma patients Methods: The presence of tumor infiltrating iNKT Cells in primary melanoma in all of Breslow stages was evaluated by expression of TCR Vα24Jα18 by Immunofluorescence microscopy. To evaluate the capability of glycolipid and peptidic TRIMEL fraction to induce DCs maturation, they were isolated from TRIMEL using a MTBE (Metil-terbutil-ether) density gradient. Afterwards, these fractions were used to stimulate DCs generated with a rhIL-4 and GM-CSF protocol and surface molecules expression were assessed, as well as cytokine secretion. To evaluate DCs effectiveness to activate iNKT Cells’ proliferation, CD3+ population was isolated from Buffy Coats using cell-sorting technology and they were cultured with DCs. Proliferation was accessed with CFSE dye assay. Finally, DTH infiltrating iNKT cells were asessed in paraffined embedded samples by immunofluorescence microscopy. Results: We found that iNKT cells infiltrated melanoma tumors in every Breslow stage, with higher infiltration on advanced stages,with no correlation with overall survival. The peptidic fraction of TRIMEL induced higher expression of maturation related surface molecules in addition to cytokine secretion, whereas glycolipidic fraction showed no difference with the untreated condition. iNKT cell had a higher proliferation rate when cultured with DCs treated with the peptidic fraction of TRIMEL. And finally, we found the infiltration of iNKT in 1 of the 3 patients DTH. Conclusions: Taking together all the previous results, iNKT cells infiltrate melanoma Tumors, and they could be induced to proliferate by DCs stimulated with the peptidic fraction of TRIMEL and as well supporting their migration to inflamed tissues like the DTH samples.
2022
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Sanna, Wiksten y Malin Falk. "Naturassisterad terapi för personer med posttraumatisk stress : - en scoping review". Thesis, Jönköping University, HHJ, Avd. för rehabilitering, 2021. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:hj:diva-52806.

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Bakgrund: Posttraumatisk stress kan obehandlat leda till livslånga besvär och nedsatt aktivitetsförmåga. Behandling av posttraumatiskt stressyndrom (PTSD) är huvudsakligen psykologisk och i nuläget saknas aktivitetsfokuserade interventioner i Socialstyrelsens riktlinjer. Arbetsterapeuter arbetar idag med naturunderstödd rehabilitering främst vid stressrelaterad psykisk ohälsa. Forskning kring naturassisterad terapi visar positiva hälsoeffekter för flera diagnosgrupper. Syfte: Att beskriva betydelsen av naturassisterad terapi för personer med post-traumatisk stress. Metod: En litteraturöversikt i form av scoping review användes. Datainsamling skedde genom sökning i databaserna Sage Journals, PubMed, Scopus, Taylor & Francis, PsycInfo och CINAHL samt genom manuella sökningar. Artiklar som behandlade posttraumatisk stress och naturassisterad terapi inkluderades och sökningen resulterade i 18 artiklar. Artiklarna analyserades numeriskt och tematiskt. Resultat: Naturassisterad terapi visade sig vara behjälplig för personer med posttraumatisk stress genom förbättrad aktivitetsförmåga samt förbättrad tro på egen förmåga, ökat engagemang kring egen hälsa och ökad förmåga att genomföra förändringar. Upplevelser av naturen ingav glädje, trygghet, frihet, en ökad närvaro, positiva sinnesupplevelser och en större mening. Naturen bidrog till minskade symptom, ökat välbefinnande, förbättrat självförtroende och ökad självkänsla samt förbättrad social förmåga. Slutsats: Naturassisterad terapi har positiv inverkan på personer med posttraumatisk stress och skulle därmed kunna vara ett komplement till nuvarande behandlingsrekommendationer.
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Más fuentes

Libros sobre el tema "Terapia naturale"

1

Rei-ki: Antica pratica di guarigione e autoguarigione. [Colognola ai Colli (VR)]: Demetra, 2001.

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2

Mark, Stengler, ed. Il libro dei rimedi naturali. Milano: Armenia, 2005.

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3

Guarire il fegato con il lavaggio epatico: Il trattamento naturale più efficace per eliminare i calcoli e ritrovare il benessere attraverso la depurazione. 4a ed. Diegaro di Cesena (FC): Macro Edizioni, 2012.

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4

Saint-Martin, Juracyr G. A. O direito nas terapias naturais. 2a ed. Brasília: OAB Conselho Federal Editora, 2011.

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5

Torres, Feridia Pargas. Enfermería en la medicina tradicional y natural. La Habana: Ciencias Médicas, 2005.

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6

Altshul, O'Donnell Sara, Faelten Sharon, Delgado Abel, Fugh-Berman Adriane y Prevention Magazine Health Books, eds. Nuevos avances en la curación natural para la mujer: Las mejores terapias y remedios naturales del mundo. Emmaus, PA: Rodale Press, 2000.

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7

Francisco, Chávez Martínez, ed. Manual de terapias naturales para cada enfermedad: Un camino hacia la salud. Mexico, D.F: Diana/Editorial Planeta Mexicana, 2010.

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8

Bühring, Malte. Introducción a la medicina naturista: Las bases científicas de las terapias naturales. Barcelona: Paidós, 1998.

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9

The natural way with back pain. Shaftesbury, Dorset: Element, 1995.

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10

Terapias naturales para niños: Masaje, digitopuntura y reflexología para niños de entre 4 y 12 años. Barcelona: Grijalbo, 2009.

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Capítulos de libros sobre el tema "Terapia naturale"

1

Brown, Katrina. "Conservation or Development in the Terai? The Political Ecology of Natural Resources in Nepal". En Challenging the Orthodoxies, 205–27. London: Palgrave Macmillan UK, 1996. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-13992-7_12.

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2

Raju, N. Janardhana, Deepa Gurung y Priyanka Patel. "Groundwater Quality Appraisal in Parts of Dun Valley Aquifers in the Terai Region, Central Nepal". En Geostatistical and Geospatial Approaches for the Characterization of Natural Resources in the Environment, 191–98. Cham: Springer International Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-18663-4_31.

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3

"Teralin (7,4′-Dihydroxy-2′-methoxyisoflavone)". En Natural Compounds, 320–21. New York, NY: Springer New York, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4614-0535-1_719.

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4

Costa, Samira Lima da, Ricardo Lopes Correia y Renata da Silva de Faria. "OCUPAÇÕES TRADICIONAIS E TERAPIA OCUPACIONAL". En Terapia ocupacional, saberes e fazeres, 483–500. Brazil Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.31012/978-65-5861-381-7-24.

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O presente capítulo tem por objetivo ensaiar bases teóricas e conceituais a respeito das ocupações tradicionais, a fim de fundamentar o trabalho de terapeutas ocupacionais junto a Povos e Comunidades Tradicionais (PCT). Para tanto, lançamos mão de perspectivas teórico-metodológicas em Terapia Ocupacional, como Estudos da Ocupação Humana, Terapia Ocupacional Social e Terapia Ocupacional Comunitária, bem como de outras disciplinas como a Psicossociologia, Estudos de Comunidade e Estudos Culturais. Embora na Terapia Ocupacional do Brasil a discussão acerca da ocupação e atividade esteja longe de produzir consensos, há nos diferentes discursos algo em comum: sua relevância na constituição do sujeito e de suas relações com o mundo. Num movimento de apropriação dos significados sócio-histórico-políticos que a ocupação ou a atividade possam ter para as pessoas e os coletivos, elas se estabelecem, de maneira geral, enquanto possibilidades de realizar a vida, cumprindo uma dimensão importante como experiência humana, e, sobretudo, expressões e meios para alcançar direitos sociais. Vemos, assim, terapeutas ocupacionais se inserindo, acompanhando e contribuindo cada vez mais em movimentos de produção epistêmica e de práticas de cuidado que valorizam estas compreensões de garantias e possibilidades de participação social como relativas ao objeto da Terapia Ocupacional (COSTA, 2012). Neste ensaio adotamos a perspectiva da ocupação enquanto um direito e como uma experiência de realizar a vida e participar dela socialmente. Assim, vamos acompanhar um processo no qual vemos crescer e se consolidar no Brasil, principalmente a partir da década de 1970, uma Terapia Ocupacional com atuação de cunho essencialmente sócio-político-cultural (BARROS, 2004). Trata-se de um alargamento das bases epistêmicas da profissão, como sugerem Costa e Alves (2019), seja no campo da saúde, da educação, da assistência social ou da cultura. Tal alargamento vem possibilitando práticas críticas, diversificadas e centradas na defesa da participação social, enquanto meio e fim dos processos de cuidado em Terapia Ocupacional. Tomando como foco as Comunidades Tradicionais e partindo do eixo da diversidade socioambiental, que reafirma e evidencia a complexidade das relações entre grupos, culturas e recursos naturais, é preciso discutir o conceito de comunidade, não como delimitação espacial, mas como construção coletiva de identidade. Esta compreensão, apoiada nos Estudos de Comunidade e em Psicossociologia, permite uma leitura mais ampla para a proposição das Ocupações Tradicionais para a Terapia Ocupacional.
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Meneses, Keilla Pereira Batista de, Thaís Batista de Carvalho Ramos, Emerson Raimundo Freitas de Lira, Thomás Bezerra dos Anjos, Lilian Emanuelle Santos de Souza, Júlia Gabriela de Lima Leal, Ivana Chagas Benvindo Martins et al. "ÓLEO DE MELALEUCA ALTERNIFÓLIA: PRODUTOS NATURAIS APLICADOS A TERAPIA ANTIFÚNGICA". En Epidemiologia, diagnóstico e intervenções em odontologia, 188–98. Atena Editora, 2021. http://dx.doi.org/10.22533/at.ed.50021070621.

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BARRETO, CÁSIO CARLOS PEREIRA y ANA KARINA DA CRUZ MACHADO. "CONTRIBUIÇÕES DA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTAL NA GERONTOFOBIA". En Envelhecimento baseado em evidências: Tendências e Inovações. Realize, 2020. http://dx.doi.org/10.46943/vii.cieh.2020.01.017.

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NA SOCIEDADE ATUAL TEMOS VISTO CADA VEZ MAIS, HOMENS E MULHERES FAZENDO CONSTANTES ESFORÇOS PARA RETARDAR O ENVELHECIMENTO. A CULTURA PELO NOVO E A ASSOCIAÇÃO DO SER VELHO À IMPRODUTIVIDADE E À INUTILIDADE, RESULTA NA NEGAÇÃO DESSA FASE NATURAL, IMPACTANDO DE MANEIRA NEGATIVA NA VELHICE, NECESSITANDO DE UMA INTERVENÇÃO CLÍNICA E PSICOLÓGICA QUE EXIGE MAIOR EFICÁCIA NO TEMPO DE RESPOSTA, EVITANDO SOFRIMENTO PSÍQUICO MAIORES, TAIS COMO A ANSIEDADE E A DEPRESSÃO, PATOLOGIAS CRESCENTES NO SEGMENTO IDOSO. A TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTAL TEM SIDO APONTADA COMO UM TRATAMENTO EFICAZ NA PSICOTERAPIA COM IDOSOS. TAL ABORDAGEM SE BASEIA NA HIPÓTESE DE QUE AS EMOÇÕES, OS COMPORTAMENTOS E A FISIOLOGIA DE UM INDIVÍDUO SÃO INFLUENCIADOS PELAS PERCEPÇÕES QUE O SUJEITO TEM DAS SITUAÇÕES. O PRESENTE TRABALHO VISA APONTAR A RELEVÂNCIA DA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTAL NA TERCEIRA IDADE COM RELAÇÃO A GERONTOFOBIA. A METODOLOGIA ESCOLHIDA SE TRATA DE UMA REVISÃO SISTEMÁTICA DE LITERATURA, EXTRAÍDA NAS BASES DE DADOS SCIELO, PUBMED E PEPSI. COMO RESULTADOS FOI PERCEBIDO QUE OS AUTORES PESQUISADOS CONCORDAM QUE A ABORDAGEM COGNITIVO COMPORTAMENTAL TEM AMPLA ADESÃO E SUCESSO TERAPÊUTICO. CONCLUI-SE QUE TÉCNICAS ABORDADAS TAIS COMO O REGISTRO DOS PENSAMENTOS AUTOMÁTICOS DIÁRIOS (RPD), A MODIFICAÇÃO DOS PENSAMENTOS AUTOMÁTICOS, TREINAMENTO DE HABILIDADES, REFOCALIZAÇÃO, ROLE-PLAY E A PSICOEDUCAÇÃO SÃO RECURSOS PSICOTERAPÊUTICOS DE GRANDE VALIA NO PROCESSO DE ACEITAÇÃO DA VELHICE, NA EVITAÇÃO DE PENSAMENTOS NEGATIVOS, NO TRATAMENTO DA DEPRESSAO E ANSIEDADE NA TERCEIRA IDADE, ALÉM DE CONTRIBUIR COM A CONSTRUÇÃO DE UM MODELO DE VIDA MAIS BEM SUCEDIDO AO ENVELHECER.
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Hayes, Steven C., Kirk D. Strosahl, Kara Bunting, Michael Twohig y Kelly G. Wilson. "¿Qué es la Terapia de Aceptación y Compromiso?" En Una Guía Práctica a la Terapia de Aceptación y Compromiso, editado por Steven C. Hayes, Kirk D. Strosahl, Luis Valero Aguayo y Javier Virues-Ortega, traducido por Luis Valero Aguayo y Javier Virues-Ortega, 3–28. ABA España, 2022. http://dx.doi.org/10.26741/978-84-09-43990-4_01.

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El ser humano utiliza el lenguaje para moldear su mundo, para estructurarlo y darle sentido. El lenguaje construye nuestros rascacielos, contribuye a la fuerza de nuestro acero, crea la elegancia de nuestras matemáticas y forma la representación de la belleza en nuestro arte. El lenguaje ha sido la fuente de tantos logros humanos que es natural que lo utilicemos de forma prioritaria para identificar un problema y elaborar una solución. Pero, precisamente porque el lenguaje puede sernos tan útil, también puede ser problemático. El lenguaje no solo permite los logros humanos, sino también nuestra capacidad para proyectar futuros terribles, para compararnos con ideales irreales y encontrar nuestras carencias, o para atormentar nuestras almas con la finitud de la vida misma. El lenguaje está en el centro de la habitual tendencia humana de sufrir en medio de la abundancia...
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Rocha, Beatriz Santana, Cláudia Sampaio de Andrade Lima y Ricardo Yara. "PRODUTOS NATURAIS APLICADOS COMO FOTOSSENSIBILIZADORES NA TERAPIA FOTODINÂMICA: UMA REVISÃO BIBLIOGRÁFICA". En Ciências Biológicas: Campo Promissor em Pesquisa 3, 266–78. Atena Editora, 2019. http://dx.doi.org/10.22533/at.ed.25720160123.

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Doi, Songila Maria da Silva Rocha, Ildercílio Mota de Souza Lima, César Arruda Maschiari, Anselmo Fortunato Ruiz Rodriguez y Fernando Sérgio Escócio Drummond Viana de Faria. "Combinação da terapia fotodinâmica e extratos naturais no tratamento de câncer". En Coletânea Internacional de Pesquisa em Ciências da Saúde. V.1, 621–46. Seven Events, 2022. http://dx.doi.org/10.56238/sevcipcsv1-053.

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Alves, Edvaldo Duarte y Haianne Stephany Maciel da Silva Araújo Gomes. "O IMPACTO DOS QUELANTES NATURAIS SOBRE O MANEJO DA HEMOCROMATOSE HEREDITÁRIA". En ANAIS DO I CONGRESSO NACIONAL MULTIPROFISSIONAL EM SAÚDE COLETIVA (ICONMUSCO): TRABALHOS COMPLETOS. Literacia Cientifica Editora & Cursos, 2022. http://dx.doi.org/10.53524/lit.edt.978-65-84528-08-6/04.

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Introdução: A hemocromatose hereditária (HH) é caracterizada pelo aumento do acúmulo de ferro nos tecidos e órgãos, potencialmente pode levar a comorbilidades hepáticas, antingindo em maior prevalência a população caucasiana, além disso, com enfoque no público masculino, tendo como uma terapia coadjuante, o uso de quelantes naturais que impactam na absorção do ferro. Objetivo: Desse modo, buscou-se avaliar o impacto da dieta no manejo da hemocromatose hereditária. Métodos: Trata-se de uma revisão da literatura, do tipo integrativa. No total, houveram 71 resultados, com buscas nas bases de dados e indexadores do PUBMED, Biblioteca Virtual da Saúde (BVS) entre os anos de 1989 – 2022. Foram realizadas pesquisas em inglês e portugues, com termos como " hemocromatose hereditária” + “dieta” + “alimentação”+ “quelantes natuarais”. Resultados e Discussão: O tabagismo e alcool tem demontrado modular a resposta a patologia, assim como a alimentação, como os taninos e compostos fenolicos, tem sua importância no manejo da doença, de forma coadjuvante ao tratamento clínico do paciente. Conclusão: Por se tratar de uma patologia que acumula o ferro, a intervenção de quelantes naturais demonstra ser uma estratégia eficaz, mas que são necessários mais estudos para uma melhor elucidação.
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Actas de conferencias sobre el tema "Terapia naturale"

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ROQUE, Joseanne y Raquel Ramos Pinto do NASCIMENTO. "TERAPIA FLORAL NA ANALGESIA DO PARTO: FAVORECENDO O EQUILIBRIO NATURAL DA MULHER NESTE PROCESSO." En Anais do Congresso Brasileiro de Enfermagem Obstétrica e Neonatal. Recife, Brasil: Even3, 2018. http://dx.doi.org/10.29327/13533.10-3.

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Silva, Leidyanne Karolaine Barbosa da, Esaú Simões Da Silva, Rhana Cavalcanti Do Nascimento y Maria Joanellys dos Santos Lima. "RESISTÊNCIA ANTIMICROBIANA DE PSEUDOMONAS AERUGINOSA EM AMBIENTE HOSPITALAR". En Anais do II Congresso Brasileiro de Saúde On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/1971.

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Introdução: Pseudomonas aeruginosa é uma bactéria gram negativa que causa principalmente pneumonias, a mesma está associada a grande parte das infecções intra-hospitalares que podem ocorrer em um período de 48h após a entrada na unidade de saúde, ou até 10 dias após a alta médica. Raramente causa problemas em pacientes saudáveis, entretanto, é uma das responsáveis por morbidade e mortalidade nos imunocomprometidos, como os portadores de fibrose cística. Objetivo: Este trabalho possui como objetivo realizar uma breve revisão sobre a resistência da P. aeruginosa a antimicrobianos em ambiente hospitalar. Métodos: Foi feito um estudo literário nos idiomas inglês, espanhol e português, nas bases de dados: Pubmed, BDTD e ScienceDirect, utilizando os descritores “Pseudomonas aeruginosa”, “Mortalidade Hospitalar”, “Farmacorresistência Bacteriana Múltipla”, durante o período de 2019 a 2021. Resultado: A P. aeruginosas é conhecida coma uma bactéria super-resistente a diversos antimicrobianos e o seu genoma é considerado relativamente grande (5.5 a 7 Mbp) quando comparado a Escherichia coli e Mycobacterium tuberculosis, o que pode ser justificado pela existência de genes como MP, VIM, OXA, MexAB-OprM, MexCD-OprJ, MexEF-OprN e MexXY-OprM que codificam proteínas que oferecem resistência a antimicrobianos como a classe de β-lactâmicos e aminoglicosídeos. Pacientes de Unidade de Terapia Intensiva estão mais propensos a contrair a bactéria, no Brasil o número de infecções causadas por P. aeruginosas resistente chega a 36,6%, sendo o seu fenótipo mucoide um fator importante para a virulência, a produção de muco através da P. aeruginosa forma um biofilme que oferece resistência aos fármacos, e dificulta a ação natural do sistema imunológico. Com a alta resistência, uma ação bastante eficaz para o tratamento dessa bacteriose seria a utilização de bacteriófagos líticos específicos, que são vírus que infectam a bactéria causando lise celular, representando assim, uma ótima alternativa biológica para o tratamento desta infecção. Conclusão: A alta resistência da P. aeruginosa no ambiente hospitalar é uma causa preocupante para os profissionais de saúde, uma vez que as terapias conhecidas para tratamento dessa bactéria não são capazes de acompanhar a evolução da mesma, sendo assim se faz necessário mais estudos de desenvolvimento de terapias inovadoras para o combate dessa bacteriose.
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Serpa, Pablynne Emanuelle da Silva, CAROLINE DE CALDAS PEREIRA BONA, MARIA EDUARDA SALES DE MORAIS, NELY PIRES DO REGO SOBRINHA y IZABELLA JÁCOME PARENTE. "DEPRESSÃO E SUAS INTERAÇÕES IMUNOGENÉTICAS". En II Congresso Brasileiro de Imunologia On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/ii-conbrai/6789.

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Introdução: A depressão é uma patologia de difícil compreensão, por ter um fenótipo heterogêneo, apresentando diferentes manifestações clínicas, características imunológicas e determinantes genéticos. Objetivo: Compreender os determinantes genéticos e a associação da depressão e da terapia antidepressiva com os fatores imunológicos. Material e métodos: Revisão bibliográfica integrativa, utilizando a base de dados do Pubmed e Scielo com os seguintes descritores: “Immunology”, “depression” e “genetics”. Foram selecionados artigos com disponibilidade na íntegra e data de publicação superior aos últimos 7 anos. Foram excluídos artigos repetidos ou que não se enquadravam ao tema. Resultados: A associação entre depressão e imunidade está relacionada aos marcadores inflamatórios e as células natural killer (NK), indicando uma elevação da quantidade de células NK em pacientes deprimidos. Alguns trabalhos observaram uma menor quantidade de células CD4 e CD8, e o seu posterior aumento após terapia antidepressiva. Ademais, os níveis de IL-6 mostraram-se aumentados em pacientes depressivos e menores níveis de IL-2 em comparação a indivíduos saudáveis ou em terapia, indicando uma característica pró-inflamatória da doença. Segundo os estudos, os níveis de IL-6 seriam um bom indicativo da responsividade à terapia, visto que os antidepressivos afetam a produção de citocinas que atuariam como neuromoduladores, mediando os aspectos neuroquímicos, neuroendócrinos e comportamentais dos transtornos depressivos. Em relação aos fatores genéticos, sabe-se a depressão tem uma alta heterogeneidade fenotípica, a qual limita o uso de estudos de associação e pode se manifestar em diferentes gravidades dos sintomas. Entre os estudos analisados, foi encontrada uma relação com disfunções mitocondriais, com diminuição da produção de ATP e de enzimas mitocondriais nos músculos de pessoas com transtorno depressivo maior. Essa disfunção pode ser causada por uma anormalidade do DNA mitocondrial ou por variantes de genes nucleares que codificam proteínas mitocondriais. Modificações epigenéticas que ocorrem durante o transtorno depressivo também são focos de estudos, e essas modificações envolvem principalmente a metilação do DNA e modificação de histonas. Conclusão: Conclui-se que o aumento das citocinas pró-inflamatórias na depressão resultaria nos sintomas da doença, e que tratamentos antidepressivos podem afetar a produção de citocinas. Além disso, as disfunções mitocondriais podem influenciar no desenvolvimento da depressão.
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"PSICOTERAPIA COGNITIVA ANALÍTICA Y PATOLOGÍA DUAL". En 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p066s.

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El presente trabajo ofrece una reflexión sobre la aplicabilidad de la Psicoterapia Cognitiva Analítica (PCA) en pacientes con diagnóstico dual. Especialmente en ciertos grupos de pacientes, como por ejemplo aquellos que, junto con el uso de sustancias u otras conductas adictivas, presentan Trastorno Límite de la Personalidad (TLP), patología para la que la PCA ha mostrado una eficacia significativa. La literatura sobre PCA en relación a problemas de adicciones es muy limitada actualmente. En consecuencia, para este propósito se revisa su eficacia en otros trastornos mentales, especialmente TLP, para discutir su potencial utilidad en casos de patología duale en el contexto del tratamiento multimodal que problema requiere. La PCA es un enfoque teórico y práctico de naturaleza integradora, colaboradora, y basado en la evidencia. Se encuentra ampliamente extendido en el Sistema de Salud de Reino Unido. Destaca de este enfoque su perspectiva del Self en cuyo desarrollo se hace especial énfasis en aspectos relacionales que darán lugar a procedimientos de rol internalizados y automatizados que el sujeto es incapaz de revisar y cambiar. La PCA es sobre todo un modelo práctico y cuenta con sus propias herramientas terapéuticas, además de ser compatible e incorporar otras procedentes de la terapia cognitivo conductual. La PCA ha mostrado tan eficaz como la terapia cognitivo conductual en el tratamiento de trastornos de ansiedad y depresión, aplicada tanto de forma individual como grupal. La PCA combinada con Terapia Cognitivo Conductual ha mostrado ser eficaz como tratamiento del alcoholismo. Ha mostrado ser eficaz en el tratamiento del TLP en población adulta y adolescente. El TLP es el trastorno de personalidad que más frecuentemente presenta un diagnóstico dual, por lo que podría resultar potencialmente una herramienta muy útil para incorporar en el tratamiento de pacientes duales, al menos combinando sus propias herramientas con las técnicas cognitivo conductuales.
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Araujo, Joabe Lima, Julia Augusto Vieira y Ricardo Bentes Azevedo. "HIDROGÉIS COMO SISTEMA DE LIBERAÇÃO DE FÁRMACO: PERSPECTIVA DE NOVAS TERAPIAS ANTICÂNCER". En II Congresso Brasileiro de Biotecnologia On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2022. http://dx.doi.org/10.51189/conbiotec/20.

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Introdução: Novas abordagens terapêuticas voltadas ao tratamento do câncer de pele são imprescindíveis, tendo em vista a eficácia reduzida de terapias convencionais como a quimioterapia e radioterapia. No Brasil, essa neoplasia representa 30% de todos os diagnostico de tumores no país. Assim, estudos de potenciais drogas terapêuticas incorporadas à hidrogéis têm se tornado atrativo, pois apresentam maior biocompatibilidade, biodegradabilidade, propriedades mecânicas e repostas rápidas. Objetivos: Dessa forma, este estudo busca descrever novas abordagens terapêuticas contra o câncer de pele, uma vez que os tratamentos convencionais demonstram eficácia reduzida, efeitos adversos, além de serem terapias invasivas o que dificulta a adesão do paciente ao tratamento. Material e métodos: O estudo trata-se de uma revisão bibliográfica, em que considerou artigos publicados em revistas científicas de fator de impacto igual ou superior a 3.0. As bases utilizadas para as buscas foram, Embase, Scopus e PubMed/MENDELEY considerando um período de coleta dos últimos 10 anos (2011-2021). As palavras-chave utilizadas nas buscas bibliográficas foram: hidrogéis e/ou hidrogel, sistemas termossensíveis, formulações poliméricas, câncer de pele, melanoma, entrega de fármaco e/ou sistema de entrega de fármaco. Resultados: Foi coletado um total de 87 artigos, sendo 37 da Scopus, 29 da PubMed/MENDELEY e 21 da Embase, em que a Scopus foi a base de dados com maior número de artigos encontrados. Após a remoção das duplicatas restaram 41 artigos para serem discutidos. Assim, evidenciamos que os hidrogéis por serem constituídos por redes tridimensionais de polímeros hidrofílicos que em contato com a água ou fluidos biológicos se dilatam e dependendo do método de síntese, é classificado como géis químicos ou físicos. Isso potencializa a atividade biológica do composto por ele possuir capacidade de se dilatar pós-estímulo externo ou natural o que permite a difusão de propriedades farmacológicas no tecido-alvo. Esse estímulo externo pode ser efetuado por meio da irradiação de luz, pH, campo magnético e temperatura, permitindo também uma liberação controlada do fármaco. Conclusão: Em que, o uso de hidrogéis no câncer de pele como sistema de liberação controlado de fármaco apresenta inúmeras vantagens em relação às terapias convencionais, que desencadeiam diversos efeitos colaterais durante o tratamento.
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Silva, Davi De Lima, Mônica Ferreira Silva Cruvinel, Tiago Soares Bernardes, Maria Vitória Pereira Hillades y Douglas Reis Abdalla. "TUMORES EXPERIMENTAIS COMO FERRAMENTA PARA O ESTUDO DA RESPOSTA IMUNOLÓGICA E DESENVOLVIMENTO DE TERAPIAS ALVO". En I Congresso Brasileiro de Estudos Patológicos On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/conbesp/54.

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Introdução: A pesquisa do câncer em animais constitui importante complemento às investigações clínicas. Grande variedade de modelos experimentais foram estabelecidos durante as últimas décadas, a fim de estudar a biologia tumoral e a eficiência de novas drogas e novos tratamentos. Embora estes modelos estejam bem caracterizados e sejam facilmente reproduzíveis e aplicáveis, há limitações quanto ao seu uso e à resposta obtida, principalmente quando utilizados para monitorização dos eventos imunológicos. Objetivo: Buscar na literatura evidências acerca dos modelos experimentais de neoplasias para o estudo do sistema imunológico. Material e métodos: Busca sistemática de artigos científicos publicados entre 2012 e 2022 nos bancos de dados, LILACS, MEDLINE, PUBMED e SCIELO, utilizando como descritores: modelo experimental, carcinogênese, resposta imunológica, os quais foram conjugados para delimitação da busca. Resultados: Após as análises, foram selecionados 13 artigos, os quais preencheram os critérios de seleção. Sendo o ano de 2013 o mais prevalente com 23,0% das publicações. Em relação ao país de origem do estudo, Brasil contemplou 53,8% das produções. Mesmo sendo conflitantes e vastos os achados das pesquisas utilizando de modelos experimentais, a carcinogênese atende ao propósito de ofertar material de estudo, uma vez que os tumores primários em humanos são relativamente incomuns. Nota-se, todavia, que há carência de dados sobre história natural de certas neoplasias, bem como dos eventos genéticos que se traduzem em fenótipos malignos a carcinogênese química, bem como os comportamentos que o sistema imunológico apresenta frente ao quadro tumoral. Mostra-se necessário o correto reconhecimento de quadros neoplásicos, bem como o uso adequado da classificação de tumores, e sendo assim fontes para o estudo da resposta imune aos tumores, e possibilitando desta forma a descoberta de novas terapêuticas. Conclusão: Os modelos experimentais se mostram eficientes meios de estudo da biologia dos tumores, bem como ponto de partida para o entendimento das respostas imunológicas que permeiam o microambiente tumoral e possibilitando o desenvolvimento de imunoterapias, bem como a verificação de mecanismos que as terapias convencionais possam apresentar para os efeitos antitumorais.
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Balzana, Mariana Fortes, Giulia Bastos Buscema, Beatriz Ramiro Garcia Carneiro, Annita Martins Rocha Torres, Anna Terra de Melo y Carolina Carvalho Mocarzel. "Gravidez e necrólise epidérmica tóxica (NET): um relato de caso". En 45º Congresso da SGORJ XXIV Trocando Ideias. Zeppelini Editorial e Comunicação, 2021. http://dx.doi.org/10.5327/jbg-0368-1416-20211311159.

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Introdução: A necrólise epidérmica tóxica (NET) e a síndrome de Stevens-Johnson (SSJ) são expectros da mesma doença, em que ocorrem reações cutâneas graves, com potencial para morbidade e mortalidade elevadas. Afeta pele e mucosas, caracterizando-se por um exantema eritematoso disseminado, com padrão centrífugo, lesões em alvo e acometimento de mucosa oral, ocular e genital. Relato de caso: Paciente T.V.M.S., 20 anos, parda, 27 semanas de gestação, natural do Rio de Janeiro, portadora de cisto cerebelar diagnosticado aos 12 anos, em uso de fenobarbital (200 mg/dia) e fenitoína (100 ­mg/­dia), que haviam sido interrompidos e reiniciados por conta própria durante a gestação, sem acompanhamento regular com neurologista. Foi admitida na Unidade Materno Fetal do Hospital Federal dos Servidores do Estado (UMF-HFSE) com lesões pruriginosas no tronco e face com início um dia antes, associadas a mal-estar e odinofagia. Ao exame físico, presença de pápulas eritematosas difusas, predominantemente em face, pescoço e tronco, estertores difusos à ausculta pulmonar e hiperemia de orofaringe. Avaliação fetal sem alterações. A paciente foi internada para investigação diagnóstica e colheram-se rastreio infeccioso e swab para COVID-19. Evoluiu com progressão de exantema com extensão para membros superiores e inferiores, ocorrendo descamação de pele e mucosas, erupções vesiculares e lesões bolhosas principalmente em face e tronco, que poupavam a região palmoplantar, além de febre e hiperemia ocular com presença de secreção purulenta. Foi transferida para a unidade de terapia intensiva (UTI) para monitorização, as medicações de uso contínuo foram suspensas pela suspeita de NET e a paciente iniciou tratamento venoso com oxacilina (12 mg/dia), hidrocortisona (400 mg/dia), imunoglobulina (60 mg/dia por cinco dias) e hidratação, além de colírio com moxifloxacino, dexametasona e lubrificante ocular. Laboratório com leucopenia (4.300 mm3) com 29% de bastões e proteína C reativa de 28. Houve melhora clínica e laboratorial, com retorno à enfermaria após 13 dias na UTI. Conclusão: A paciente acima apresentou quadro de NET, afecção com dois a três casos por milhão ao ano e mortalidade de 30%. O diagnóstico foi realizado por meio de avaliação multidisciplinar em função do padrão das lesões cutâneas e da história de uso de fenobarbital e fenitoína. A paciente necessitou de manejo em terapia intensiva associado à imediata interrupção das medicações. A NET tem associação com quadros severos na gestação e possui, como gatilho, o uso de medicações e infecções. Vale ressaltar que a própria gestação pode induzir à NET pelas reações imunomodulatórias complexas com fisiopatologia incerta. O acometimento ocular está presente em 39 a 61% dos quadros. Não há teste que comprove o medicamento que deflagra a doença, e o diagnóstico é realizado empiricamente. Após 13 dias na UTI, a paciente retornou à maternidade com alta, ainda gestante, e foi reinternada para parto a termo, sem intercorrências. Embora a terapia para NET seja amplamente de suporte, uma gestante é um desafio para toda a equipe médica.
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Pastor, Maria Raquel De Melo, Hanna Cabral Barbosa y Karine Beatriz Mendonça Fonseca. "PRÁTICAS INTEGRATIVAS E COMPLEMENTARES NO AMBIENTE HOSPITALAR E CLÍNICO: UMA REVISÃO INTEGRATIVA". En III Congresso Brasileiro de Ciências Farmacêuticas On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/conbracif/18.

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Introdução: As Práticas Integrativas e Complementares (PICS) abordam práticas e produtos que não fazem parte da medicina tradicional, buscando estimular mecanismos naturais para prevenir a deterioração e promover a saúde por meio de técnicas eficazes e seguras. No contexto hospitalar, a ansiedade e o medo estão presentes e a terapia alternativa torna-se um ponto de saída para o tratamento de muitos pacientes. Objetivo: O presente artigo evidencia o potencial das PICS como modelo de atenção mais humanizado e promotor de saúde no atendimento hospitalar e clínico, através da descrição de métodos alternativos utilizados. Material e métodos: Assim, foi realizado pesquisas nas bases de dados Pubmed, SciELO, Scorpus, Google Scholar, Science Direct, EBSCO entre os anos de 2010 e 2021. Utilizando os seguintes descritores: “Práticas Integrativas e Complementares”; “Terapia Hospitalar Alternativa”; “Medicina Alternativa”. Dos artigos encontrados foram selecionados 20, levando em consideração critérios de inclusão e exclusão. Resultados: Com base nos artigos, as PICS são um complemento ao tratamento biomédico, promovendo um cuidado paliativo e uma melhor qualidade de vida ao paciente. Dentre essas práticas, a fitoterapia obteve uma diminuição do uso de analgésicos e anti-inflamatórios. Através de casos clínicos, a musicoterapia e aromaterapia proporcionaram respectivamente sensação de tranquilidade, paz, calma, diminuição do medo e tensão sobre o instante do parto; harmonização do ambiente, equilíbrio e aconchego. Em outros, a homeopatia foi utilizada como tratamento alternativo para a depressão; a acupuntura melhorou as náuseas e vômitos diminuindo o período de permanência nos hospitais e o risco de infecção, também contribuiu no tratamento da ansiedade, depressão e na melhora da qualidade de vida de pacientes com fibromialgia; a apiterapia ajudou a tratar e curar doenças do sistema respiratório, sistema nervoso e doenças de pele; a osteopatia favoreceu uma redução do estresse psicofísico em recém-nascidos prematuros; a ozonioterapia não apenas reduziu a mortalidade, como também acelerou a recuperação de pacientes com COVID-19 e a prática Ayurveda obteve resposta no tratamento de doenças articulares. Conclusão: Portanto, as PICS podem ser inseridas no âmbito hospitalar para ampliação do leque terapêutico. Em suma, é necessário um maior investimento em pesquisas e capacitação dos profissionais de saúde.
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Navas Guzmán, Lidia y Patricia María Henríquez Coronel. "La expresión artística como vehículo para la recuperación emocional en caso de desastres naturales. Terremoto Ecuador 16 abril 2016." En III Congreso Internacional de Investigación en Artes Visuales :: ANIAV 2017 :: GLOCAL. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/aniav.2017.5795.

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El 16 de abril de 2016 un terremoto de 7,8 grados afecto gravemente la costa del Pacifico ecuatoriano dejando totalmente devastada la ciudad epicentro del sismo, Pedernales, y afectando gravemente a dos provincias del país. Este tipo de eventos catastróficos deja daños materiales y humanos cuya secuela en las poblaciones que los padecen pueden ser notables. Para Sigales(2006) “Por sus efectos devastadores, una catástrofe puede ser considerada como una situación extrema, ya que somete a las sociedades y a los individuos que la componen a un estado de urgencia”(p. 12) En el caso de terremotos, las víctimas directas pueden experimentar estrés agudo cuya causa “tiene un vínculo directo con las posibilidades de salvar o no su vida y la de los suyos (padres, hijos, hermanos), con sus heridas y sus secuelas (quemaduras, intoxicaciones, lesiones físicas, etc.), pero también con el sufrimiento que viven y la incertidumbre del futuro que está relacionado con la pérdida de sus bienes materiales, casa, trabajo, etc., así como a las posibilidades de recuperación de sus lesiones (fracturas óseas, mutilaciones físicas, lesiones que imposibiliten la vida productiva o de reproducción del individuo).”(Sigales, 2006, p. 14) Las secuelas y efectos destructivos de los padecimientos psíquicos que pueden derivarse de los desastres naturales, especialmente el estrés agudo, dependen en gran medida de la propia predisposición neurótica del individuo, sin embargo la existencia de protocolos terapéuticos de intervención pueden aminorar tales efectos en cascada. Desde la antigüedad se han probado los efectos del arte como elemento terapéutico pero especialmente a partir de la segunda guerra mundial se usa la pintura como vehículo para expresar el sufrimiento, dolor y otras emociones mediante la creación artística. Al influjo de la psicología psicoanalítica, se La arte terapia es definida por la American Art Therapy Association (AATA) como una profesión en el área de la salud mental que usa el proceso creativo para mejorar y realzar el bienestar físico, mental y emocional de individuos de todas las edades. Se basa en la creencia de que el proceso creativo ayuda a resolver conflictos y problemas, desarrolla habilidades interpersonales, manejo de la conducta, reduce el stress, aumenta la autoestima y la auto conciencia y se logra la introspección (Citado por Covarrubias, 2006, p. 2) En el terremoto Abril 2016 en Ecuador, distintas organizaciones, grupos, colectivos y también artistas a título individual acudieron a los refugios cercanos a las zonas devastadas para contribuir con medidas paliativas al estrés mediante la expresión artística. Esta ponencia relata las vivencias de los protagonistas en clave personal.http://dx.doi.org/10.4995/ANIAV.2017.5795
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Ramos, Edileuza Souza Pereira, Regina Gabelhere Cypriano, Jaqueline De Araujo Machado, Marília Ferreira Calado y Maury Massani Tanji. "O CONHECIMENTO DAS PRÁTICAS INTEGRATIVAS E COMPLEMENTARES POR PROFISSIONAIS DE SAÚDE". En II Congresso Brasileiro de Saúde On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/1430.

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Introdução: A época atual, as práticas integrativas , vêm se destacando um pouco mais, mas, não significa que ela tem uma grande visibilidade, diante da quantidade e qualidade de profissionais, que conhece as PIC's. Objetivo: Analisar na literatura a inclusão e conhecimento dos profissionais de saúde em relação às práticas integrativas e complementares em todas as áreas do sistema Único de Saúde (SUS), nos últimos cinco anos, através de publicações científicas. Material e Métodos: O presente estudo consiste em uma revisão de literatura, com coleta de dados entre os anos de 2016 e 2021. No processo geral para seleção dos artigos houve a utilização dos seguintes descritores: PICS na atenção primária e Práticas Integrativas e complementares na formação de profissionais de saúde. Para o levantamento dos artigos, realizou-se a busca nas seguintes bases de dados: Biblioteca Virtual em Saúde (BVS), Scielo e Pubmed. Resultados: Em relação ao conhecimento mencionado pelos profissionais sobre a existência das práticas integrativas e complementares a maior parte conhecia, contudo, dentre as práticas integrativas apenas a acupuntura e hipnose foram citadas. O que comprova a falta de informação com associação aos serviços que englobam as PIC’s. De acordo com o Sistema Único de Saúde (SUS), são ofertadas 29 atividades integrativas nas redes públicas de saúde do Brasil. A maioria das famílias brasileiras também não conhecem as terapias. E entre o público com maior procura estão as mulheres em idade ativa, as mesmas procuram um tratamento de práticas integrativas naturais, não farmacológicas. Portanto as integrativas naturais estão aliadas para o estado do corpo físico, mental e espiritual, visto que as PIC’s atuam nos campos da prevenção do agravo e da promoção, manutenção e recuperação da saúde. Conclusão: Dessa forma as PIC’s são terapias não convencionais que atuam no físico e psicológicos dos indivíduos e, contar com tais alternativas, é uma grande oportunidade de visualizar além da alopatia. Pois além de não haver uma formação adequada dos profissionais de saúde com relação as PIC’s não há também uma boa divulgação, principalmente na Saúde Pública já que, como citado, elas não são componentes curriculares obrigatórios na formação de profissionais de saúde.
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