Gotowa bibliografia na temat „Circolazione di modelli giuridici”

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Artykuły w czasopismach na temat "Circolazione di modelli giuridici":

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Balsamo, Antonio. "La formazione dei magistrati: linee-guida e obiettivi formativi. Profili di diritto comparato". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, nr 2 (listopad 2010): 776–102. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002004.

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Streszczenie:
Adesso che il Comitato Direttivo č stato nominato, la creazione della Scuola della magistratura, prevista al momento della riforma dell'ordinamento giudiziario, sembra ormai piuttosto vicina. Dal momento che č probabile che diventi sede privilegiata per il dialogo culturale e per la crescita professionale della magistratura italiana nel suo complesso, il nuovo organismo ha un significativo potenziale rispetto alla necessitŕ di modernizzare il sistema giudiziario del Paese. Le istituzioni dischiudono nuove prospettive quanto alla diffusione di conoscenze extragiuridiche e della "cultura organizzativa", nonché quanto al dialogo fra le corti nazionali e internazionali in un contesto caratterizzato dalla circolazione di modelli giuridici e dal nuovo ruolo giocato dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo nel contesto del sistema delle fonti del diritto.
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Haibach, Georg. "Book Review: La struttura istituzionale del nuovo diritto comune Europeo: Competizione e circolazione dei Modelli Giuridici". Maastricht Journal of European and Comparative Law 4, nr 2 (czerwiec 1997): 213–15. http://dx.doi.org/10.1177/1023263x9700400208.

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Lechtermann, Christina. "Das erste Gericht". Deutsches Dante-Jahrbuch 93, nr 1 (28.09.2018): 104–20. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0006.

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RiassuntoAccanto alle narrazioni premoderne del Giudizio universale e a quelle di ›giudizi‹ particolari più o meno ›personalizzati‹, troviamo motivi che mettono in scena anche altri aspetti della soteriologia nell’ambito di ›contrasti‹ formalizzati, oppure si appoggiano decisamente a modelli testuali giuridici. La posizione particolare che spetta al Giudizio universale è così inserita in un contesto di una serie di ›giudizi‹, nei quali si dibatte – in forma narrativa – del destino dell’uomo nell’età premoderna.
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Piliu, Salvatore. "Il diritto delle comunità umane intenzionali: nuovi ordinamenti giuridici?" Zeszyty Naukowe KUL 60, nr 3 (28.10.2020): 349–56. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.349-356.

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Streszczenie:
Il presente intervento si propone di analizzare dal punto di vista giuridico il nuovo fenomeno, oramai globalizzato, delle comunità umane intenzionali, con l’intento di comprendere se queste nuove tipologie di aggregazione di individui possano essere considerate come forme alternative di collettività organizzate produttive di modelli giuridici differenti rispetto a quelli tradizionali, ovvero capaci di dar vita a nuovi ordinamenti giuridici, partendo dall’assunto ubi societas, ibi ius. Partendo dalle definizioni elaborate nel campo della sociologia giuridica di comunità e di comunità intenzionali, si è poi analizzata la problematica inerente la capacità delle comunità intenzionali di produrre regole giuridiche da applicare ai componenti delle comunità. È stata poi esaminata l’organizzazione giuridica della Comunità di Damanhur, situata in Piemonte (Italia), in cui vi sono norme interne di diritto privato e di diritto pubblico che regolano la vita dei consociati, un vero e proprio sistema giuridico interno della Comunità, che pone non pochi problemi nel rapporto con il diritto italiano. Il nuovo progetto di legge presentato nel 2017 al Parlamento italiano, in merito al riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali, potrebbe regolare in maniera definitiva questa materia, ovvero i rapporti tra Comunità e Stato di appartenenza, con il conseguente riconoscimento della esistenza di ‘ordinamenti giuridici autonomi’ facenti capo alle Comunità intenzionali.
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Rivaro, Rossella. "La rappresentanza di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società: modelli giuridici a confronto". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, nr 148 (listopad 2017): 134–49. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-148008.

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Canciullo, Giovanna. "Circolazione di modelli e linguaggi politici tra la Sicilia e l'Europa. La rivoluzione in biblioteca". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, nr 1 (marzec 2017): 252–72. http://dx.doi.org/10.3280/asso2017-001013.

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Novoa, James W. Nelson. "Appunti sulla genesi redazionale dei Dialoghi d'amore di Leone Ebreo alla luce della critica testuale attuale e la tradizione manoscritta del suo terzo dialogo". Quaderni d'italianistica 30, nr 1 (1.01.2009): 45–66. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v30i1.8426.

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L'articolo propone un riassunto della critica testuale pubblicata fino ad oggi ed uno studio basilare dei testimoni superstiti dei Dialoghi d'amore di Leone Ebreo che si limitano soltanto al terzo dialogo per offrire delle conclusioni generali riguardo la genesi redazionale del testo e delle conclusioni sulla circolazione del testo prima della stampa dell'editio princeps a Roma nel 1535. Lo studio delle diverse redazioni appunta ad una progressiva toscanizzazione del testo e ad un allontanamento dai modelli fortemente latineggianti per la prosa filosofica della fine del Quattrocento ed inizio del Cinquecento. Questo rimaneggiamento del testo avrebbe avuto il suo momento culminante nell'intervento del curatore del testo, il senese Mariano Lenzi a Roma.
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Grimaldi, Giuseppe. "Guardiani della frontiera: l’intermediazione informale nel ghetto agricolo Sud Europeo". REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, nr 64 (kwiecień 2022): 159–76. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006410.

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Abstract Nel Sud Europa agricolo sono ormai realtà consolidata i cosiddetti ghetti, spazi di vita della componente migrante più fragile proveniente dal Sud globale e impiegata come forza lavoro bracciantile. Tali spazi vengono sovente inquadrati come confini della modernità occidentale, buchi neri in cui operano caporali che riproducono quelle che vengono definite come nuove schiavitù. In questo lavoro, partendo da una ricerca-azione svolta nel Sud Italia agricolo (Eboli), si propone di abbandonare una logica del confine e guardare alle modalità attraverso cui il ghetto diventa parte integrante del contesto più ampio, dei suoi modelli sociali, giuridici, economici. Situando l’etnografia sulle modalità attraverso cui l’intermediazione informale naviga queste strutture, il ghetto emerge come una frontiera, intesa non come confine ma come un avamposto che mostra gli effetti più violenti dei campi di forza che agiscono sulla riproduzione della presenza migrante.
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Palazzani, Laura, Paolo Marchionni, Vincenza Mele i Antonio G. Spagnolo. "La fondazione dell'obbligo morale al trattamento dei pazienti con infezione da HIV". Medicina e Morale 40, nr 3 (31.08.1991): 445–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1136.

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L'articolo esamina la questione etica, sorta in ambito medico con la comparsa della infezione da HIV, del rifiuto da parte di alcuni medici a curare i pazienti con tale infezione a causa del rischio personale. Ci si è chiesti se esiste una fondazione dell'obbligo da parte del medico a curare e a quale livello essa si situi: a tale scopo sono stati esaminati testi giuridici, deontologici e la letteratura etica. In conclusione gli autori evidenziano l'insufficienza della legislazione e della deontologia a fondare tale obbligo. Sul versante etico l'esame dei diversi modelli desumibili dalla letteratura consente di individuare nel modello etico delle virtù e ancor più nel personalismo ontologico il riferimento essenziale per fondare il dovere del medico a curare in vista della tutela del bene integrale del paziente.
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Cardi, Mavie. "Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia: profili giuridici e valutativi". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, nr 3 (czerwiec 2010): 445–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003003.

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Il tema della proprietŕ delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L'articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell'assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell'individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, č stata di ostacolo nell'identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che giŕ in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d'Italia č orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d'Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell'apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificitŕ delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilitŕ di riferire al capitale della Banca d'Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell'asset in questione. Successivamente, l'analisi - fermi i profili di non trasferibilitŕ delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilitŕ di far ricorso, nel caso di specie, all'applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l'effettiva applicabilitŕ del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d'Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.

Rozprawy doktorskie na temat "Circolazione di modelli giuridici":

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ZAPPATORE, FRANCESCO. "Missed chances and reflections: a research on punitive damages". Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1205938.

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L'elaborato, redatto in lingua inglese, rappresenta l’esito della ricerca condotta con riguardo al tema dei danni punitivi. Esso si svolge attraverso quattro punti principali. Nella premessa, si enunciano i piani di osservazione dai quali il fenomeno dei danni punitivi può essere osservato e, attraverso questi, si giustificano i motivi di attuale interesse del tema. Si procede, poi, ad una breve descrizione dello stato dell’arte, dottrinale e giurisprudenziale, precedente alla novità rappresentata dal principio sancito dalle Sezioni Unite nel 2017. Per spiegare, quindi, i motivi che hanno condotto, da ultimo, la nostra giurisprudenza (e non solo) ad un atteggiamento di apertura nei confronti dell’istituto dei danni punitivi, si muove dall’esame dei principali fattori che hanno favorito tale processo, e che trovano le loro radici nel fertile laboratorio degli anni Settanta della responsabilità civile. Infine, nella consapevolezza del pur cauto atteggiamento di apertura mostrato dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite del 2017, dei limiti posti per un eventuale riconoscimento di risarcimenti punitivi e delle esigenze di salvaguardia sottese, si cerca di trovare un fondamento ‘interno’ per l’istituto, aldilà del riconoscimento di sentenze straniere che comminino condanne di tal genere.
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Piccari, Giacomo. "Modello di Guyton per la circolazione completa". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10071/.

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Questo lavoro di tesi nasce con l'obbiettivo di studiare il modello di Guyton, proponendone una versione più dettagliata con lo scopo di utilizzarla poi come strumento di indagine per una patologia nota come atresia tricuspidale. Si è giunti così alla creazione di un modello ibrido del sistema cardiovascolare che vede la modellizzazione, a parametri concentrati, dell’intera rete circolatoria interfacciata con una rappresentazione dell' attività cardiaca mediante le cosidette curve di funzionalità. Nello specifico si è risaliti ad un modello della cicolazione cardiocircolatoria separando quella che è la circolazione sistemica dalla circolazione polmonare secondo il sopracitato modello di Guyton, dopo di chè si è trovato un analogo modello per pazienti sottoposti all' intervento di Fontan poiché affetti da atresia tricuspidale.Tramite l'ausilio del software Matlab sono stati implementati questi due modelli semplificati (“Guyton biventricolare” e “Guyton monoventricolare”) e il corrispondente algoritmo risolutivo, con l'obiettivo di verificare, graficamente e numericamente, i risultati ottenuti dalla simulazione.Una volta accertatisi della attendibilità dei risultati, mediante il confronto con dati fisiologici dai manuali e dagli articoli su cui si è fondato questo elaborato, si è proceduto alla simulazione di casi fisiologici di attività fisica e di malfunzionamento del ventricolo sinistro.L'utilizzo di un modello matematico per la circolazione permette di studiare e simulare l'interazione di diversi sistemi fisiologici superando il problema che si ha in ambito clinico, dove l'analisi è più complessa perchè la misurazione delle numerose variabili fisiologiche è indaginosa e a volte non fattibile.Fine ultimo dell'elaborato tuttavia non è quello di dare valutazioni cliniche dei casi presi in esame e delle loro variabili, ma quello di presentare un metodo per studiare come la fisiologia della circolazione umana reagisce a dei cambiamenti.
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Rosado, Ricardo <1997&gt. "LE SOCIETA’ BENEFIT COME MODELLO DI BUSINESS SOSTENIBILE: Profili giuridici e modelli organizzativi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21047.

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La crisi del modello di Business tradizionale, legato esclusivamente alla realizzazione di un profitto per i soci dell’impresa a cui tale modello era applicato ha portato all’avvento di un nuovo modo di fare impresa. Un nuovo modello in cui l’obiettivo principale dell’impresa non è esclusivamente quello del profitto ma quello di avere un impatto positivo per tutti i portatori di interesse che gravitano intorno a quell’impresa. Le società Benefit sono una forma societaria nata negli Stati Uniti d’America e riconosciute in Italia a partire dal 2016. Negli ultimi tempi hanno ottenuto un rapida diffusione tant’è che ad oggi in Italia si contano circa mille società Benefit quando, pre-pandemia nel 2019, erano solamente cinquecento. Questo dimostra come il mercato abbia richiesto ed accolto con una sempre maggior sensibilità l’accelerazione sul tema della responsabilità sociale d’impresa. Questo non vuol dire trasformare la propria azienda in una no profit, diventare società benefit infatti significa adottare un modello di business virtuoso, ma pur sempre un modello di business. Quello che cambia è la prospettiva, anche per coloro che sono già sensibili alle tematiche sociali ed ambientali, non più obiettivi di sostenibilità di breve termine ma adottare una visione di lungo periodo rispetto all’impatto positivo che l’azienda può avere sulla comunità. Il processo per trasformare la propria impresa in società benefit inizia con l’inserimento nello statuto di cinque pilastri su cui si fonda l’impegno ad essere benefit: le persone, l’ambiente, la governance, la comunità ed infine i clienti e fornitori. Il protagonista più importante di questo processo è sicuramente la governance; sono infatti gli amministratori che devono essere consapevoli ed allineati rispetto ai principi di etica e alla visione generale inserita nello statuto al fine di mettere in atto buone pratiche volte al benessere delle persone ed a tutelare l’ambiente. Il rispetto ed il conseguimento di questi obiettivi viene misurato attraverso una relazione di impatto che l’impresa deve presentare annualmente in concomitanza con la presentazione del bilancio d’esercizio. A supervisionare su questa relazione e sugli obiettivi sta prendendo sempre più piede la figura del “Responsabile di impatto” nominato all’interno del consiglio di amministrazione e sottoposto alla vigilanza del Garante per la concorrenza. Si vuole quindi introdurre un modello diverso di fare impresa sia per motivi etici, sia per vari motivi di business, in misura sempre maggiore infatti il mercato richiede alle imprese di non essere solamente efficienti ed innovative ma anche responsabili rispetto all’ambiente ed alle comunità in cui esse operano.
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D'AQUINO, Luigi. "STUDIO DELLA CIRCOLAZIONE IDRICA A SCALA INGEGNERISTICA IN ACQUIFERI FRATTURATI". Doctoral thesis, La Sapienza, 2007. http://hdl.handle.net/11573/917503.

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VACIRCA, LUDOVICA. "L'architettura e le frontiere della Guerra Fredda. L'U.S.I.A. e il MoMA nell'esportazione di una visione americana di modernità oltre la Cortina di Ferro (1945-1961)". Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2016. http://hdl.handle.net/11583/2653129.

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Streszczenie:
Inserendosi nel campo degli studi relativi alle istituzioni, intese quali attori-chiave all’interno dei processi di trasferimento transnazionale di saperi, modelli e singoli professionisti della cultura architettonica e progettuale, la ricerca indaga i tentativi di esportazione di una visione – o più visioni – della modernità americana oltre la Cortina di Ferro nello scenario politico e culturale della Guerra Fredda, in un periodo compreso tra gli anni quaranta e i primi anni sessanta del novecento. L’indagine si è focalizzata sulle attività di due istituzioni come la United States Informaton Agency (USIA) e il Museum of Modern Art di New York impegnate nella diffusione della cultura americana, se pur a livelli diversi e con obiettivi finali differenti, ma che trovavano un punto di intersezione proprio nello spazio espositivo. Il lavoro svolto su alcuni specifici canali di diffusione come le mostre dell’International Program del MoMA degli anni cinquanta, ma anche riviste non specializzate e programmi radiofonici prodotti dall’USIA in cui l’architettura è parte di un racconto che si muove tra cultura alta e cultura bassa, ha permesso di ricostruire una complessa trama di strumenti, azioni e attori che contribuirono a questo processo di trasferimento, rivelando il coinvolgimento di protagonisti celebri e meno noti del panorama architettonico del secondo dopoguerra che funsero da ponti tra il contesto nordamericano e i paesi dell’Europa orientale.
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ORLANDI, Emiliano. "Studio della convezione durante il monsone africano: osservazioni e modellazione della precipitazione e del ruolo della circolazione regionale sulla composizione atmosferica". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389318.

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The improvement of knowledge and understanding of the West African Monsoon (WAM) is a fundamental scientific issue with implications on economy, health, water resources and food security in West African countries. In a region where agriculture is mainly rain fed, a delay in the rainy season onset or a dry year could compromise food and water security and lead to dearth conditions. The natural interannual and interseasonal variability of the WAM and the dramatic change from wet conditions (1950s-1960s) to much drier ones (1960s-today) over West Africa represents one of the world strongest variation in the 20th century. Mesoscale convective systems (MCS) are responsible for the 80% of the rain production in the sub- Saharan region during the rainy season (June-September), playing a key role in the rainfall variability over a large domain of spatial and temporal scales. The annual variability of MCSs in West Africa is driven by monsoon circulation, which provides favourable conditions for convection formation in the Sahelian area. An increase in the vulnerability of West African societies to climate variability is expected for the next decades as demands on resources increase in association with growing population and for those reasons predictions at various scales of the WAM is a key issue for West African countries. Further motivation comes from the need to quantify the role of the WAM on the global climate. Africa is one of the largest and less known sources of dust and aerosols, which plays a major role in radiative forcing and in cloud microphysics. Furthermore Africa emits the largest amount of biomass burning emissions with a strong interhemispheric transition between West Africa in boreal winter to Central and Southern Africa in boreal summer following the location of the dry season in each hemisphere. Moreover emissions due to urban pollution of large African cities are poorly known due to a lack of in-situ measurements. Satellite observations indicates that large areas in West Africa appear to be characterized by industrial activity, traffic, biomass burning from house fires that can have a great impact on air quality and possibly damage vegetation growth and agricultural production. In this work we have approached three issues: (1) how mesoscale models describe the dynamics of MCS (2) how to improve them in order to improve water cycle, precipitation and deep convection analysis and (3) which dynamical mechanisms drive the chemical composition of the atmosphere in Africa Firstly, the ability of the mesoscale meteorological model BOLAM (BOlogna Limited Area Model) in reproducing convection in West Africa has been tested against other meteorological models and rainfall measurements. Models performed simulations of the propagation of a MCS observed to cross part of West Africa in August 2005. An evaluation of precipitation simulated by mesoscale models is carried out. It has been found that the BOLAM model is capable to reproduce the structure and the associated precipitation of the observed squall line even if it overestimates precipitation amount with respect to the reference satellite estimations and produces a eastward shifted rain band. The models intercomparison showed that convective precipitation forecast in West Africa is a difficult issue to be addressed. To address this issue we have developed and implemented into the BOLAM model a nudging scheme based on the use of satellite observations of cloud top brightness temperature to correct the model humidity profiles. The nudging approach is based on the continuous assimilation of METEOSAT infrared brightness temperatures within the model in order to trigger convection, where observations show the presence of large convective systems. The nudging also inhibits convection, when the model reproduces unrealistic convective precipitation and coherently modifies the dynamical fields. It is shown that the assimilation scheme improves the geographical distribution and time evolution of the MCSs reproduced by the model; the impact of assimilation is positive up to 13 hours after the end of the nudging period. It is also shown that the nudging improves the simulated amount and spatial distribution of precipitation. In order to upscale the results obtained on a single event, we performed a seasonal mesoscale simulation covering west Africa during the whole monsoon season. Therein the nudging scheme is used throughout the period to obtain a reanalysis for the June-August 2006 period. The assimilation of cloud top brightness temperature greatly improves the spatial patterns and the amount of rainfall generated by the BOLAM model over a seasonal time-scale. The last issue studied in the present work regards the transport of pollutants and greenhouse gases in the African continent. We used BOLAM mesoscale model simulations, nudged with infrared radiance temperature, to estimate the convective impact in the upper troposphere and to assess the fraction of air processed by convection. Comparison between simulated convective transport and aircraft measurements shows that BOLAM model correctly reproduces the location and the vertical structure of convective outflow. Model-aided analysis indicates that convection can influence the composition of the upper troposphere above the level of main outflow for an event of deep convection close to the observation site and that deep convection occurring in the central Sahelian region has a likely role in convective transport in the upper troposphere. Then we focused on the long-range transport of biomass burning gases out of West Africa, which has been recognised to have important implications for the global oxidizing capacity of the atmosphere and global climate change. Mid and upper-tropospheric pollutant plumes with enhanced levels of trace gases and aerosols were observed over the southern coast of West Africa during August 2006 as part of the AMMA wet season field campaign. Runs using the BOLAM mesoscale model including biomass burning CO tracers were used to confirm an origin from central African fires. Modelled tracer results showed that pollutants resided for between 9 and 12 days over Central Africa before being transported for 4 days, in the case of the mid-troposphere plume, and 2 days in the case of the upper tropospheric plume to the measurement location over the southern part of West Africa.
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TAVERRITI, SARA BIANCA. "L'AUTOCONTROLLO PENALE. RESPONSABILITÀ PENALE E MODELLI DI AUTONORMAZIONE DEI DESTINATARI DEL PRECETTO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/619498.

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La ricerca prende l’abbrivio dalla constatazione della crescente importanza acquisita, nel panorama delle fonti penalistiche, dal fenomeno dell’autonormazione: prodotto del diritto penale post-moderno consistente nell’autoimposizione, da parte dei destinatari stessi della norma, di precetti comportamentali in chiave criminal-preventiva. Oltre al ruolo ambivalente del principio di legalità penale (effetto e causa, al contempo, del fenomeno qui preso in considerazione), l’interesse del penalista per l’approfondimento scientifico del fenomeno è sollecitato dal potenziale che quest’ultimo rivela come alternativa (sostitutiva o integrata) rispetto al diritto penale. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione delle cause che hanno dato origine al fenomeno, all’uopo ripartite in due macro-categorie: (i) le cause di ordine generale, per l’enucleazione delle quali è stata condotta una ricerca che spazia nelle materie sociologiche, economiche e giusfilosofiche; (ii) le cause di natura giuridica, che sono state investigate considerando sia le manifestazioni comuni all’intero ordinamento giuridico, sia quelle specifiche della penalistica, in cui la crisi del principio della riserva di legge e il declino del diritto penale classico assumono un’importanza cruciale. Nel secondo capitolo, il focus dell’analisi si concentra sulla dimensione strutturale del paradigma autonormativo per come emerso nelle sue principali manifestazioni e nelle concettualizzazioni teoriche maturate soprattutto grazie all’approfondimento riservato al fenomeno della Self-Regulation dagli studiosi di area anglosassone. La paradigmatica dell’autonormazione viene scrutinata tanto nelle sue singole componenti costitutive statiche, quanto nei suoi moti dinamici come strategia regolatoria all’interno dell’ordinamento. La ricerca si sposta nel terzo capitolo dalla struttura alla funzione, con l’obiettivo di ricavare i criteri di politica-criminale strumentali all’impiego dell’autonormazione nel sistema penale. A tal fine, sono state esplorate le possibili relazioni interordinamentali di raccordo tra sistemi autonormativi e ordinamento statale, applicando una metodologia mutuata dall’impostazione di Santi Romano ma ambientata sul terreno del diritto penale e delle sue alternative. Nel quarto capitolo l’indagine si rivolge verso i più eminenti esempi di autonormazione manifestatisi nell’ordinamento italiano: i modelli organizzativi ex D. Lgs. 231 del 2001; i piani per la prevenzione della corruzione nella P.A.; le linee guida medico-chirurgiche per lo svolgimento delle attività sanitaria. Oltre a una disamina ricognitiva della disciplina di questi sub-sistemi normativi, i tre banchi di prova vengono scandagliati in chiave struttural-funzionalistica alla luce dei criteri di analisi illustrati nel secondo capitolo e ricavati nel terzo. Il capitolo 5 chiude il lavoro proiettando i risultati delle ricerche sul piano della teoria del reato, per verificare quale impatto abbia/possa avere l’autonormazione sulla dogmatica. Dopo aver passato in rassegna le possibili ricadute sulle diverse categorie penalistiche, la chiosa finale valorizza il potenziale del diritto riflessivo come candidato ideale per la concretizzazione della clausola di extrema ratio in materia penale. L’uso dell’autonormazione come strumento alternativo rispetto al diritto penale viene ritenuto, infatti, il profilo applicativo più promettente e degno di essere ulteriormente esplorato.
One of the crucial challenges of Criminal Law in the new millennium is to deal with the complexity of contemporary society. The traditional approach based on the State monopoly on criminal matters keeps abreast no longer with the scientific-technological sophistication and the rate of changes in criminal behavior in the era of globalization. In this scenario, we witness the rise of Self-Regulation as an auxiliary tool of crime prevention, whose main goal is to fill the vacuum and to compensate for the rapid obsolescence of state legislation. Compliance Programs, Anti-Bribery Plans, Clinical Guidelines are some of the elements of a diverse constellation of cases in which preventive measures, behavioral rules, surveillance, and sanctions are issued and enforced by a legislator who coincides with the recipient, and which is often a private actor. Nevertheless, the ambivalence of Self-Regulation lies in the fact that – in the face of some positive externalities promised – this paradigm could jeopardize some of the fundamental principles of Criminal Law. The aim of this work is to provide a critical analysis of such phenomenon in order to verify the compatibility of Self-Regulation with the Rule of Law and to assess its efficacy in deterring and detecting misconducts.
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Maltseva, Polina. "CIRCOLAZIONE BIDIREZIONALE DEI MODELLI GIURIDICI TRA DIRITTI EUROPEI E DIRITTO RUSSO. IL CASO DEL DIRITTO DI FAMIGLIA". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94680.

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Alosi, Benedetta. "Dalla crisi della comunicazione scientifica alle strategie Open Access: nuovi modelli di circolazione del sapere". Thesis, 2005. http://eprints.rclis.org/6740/1/AlosiOA2005.pdf.

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The "serial pricing crisis" that has hit the Scholarly Communication system generated a great deal of initiatives and projects designed to transform radically the ways in which knowledge circulates. The first reaction to this crisis was new forms of cooperation between libraries which led to the creation of consortia for the shared purchasing of electronic resources. The academic community, resorting to sustainable electronic Publishing and Open Access to scientific literature, then sought new channels of communication able to satisfy the demand for widespread and rapid circulation of ideas and research findings. Open models of scientific communication achieved by the two strategies of "Open Access Publishing" and "Open Access Self-Archiving" represent an innovative approach that is capable of guaranteeing the dissemination of research literature. Some Open Access Journals, a new generation of freely accessible electronic periodicals, are already acclaimed. However, the affordability of their business model and their financial and other repercussions has generated a lively debate that still rages within the international community involved in the evolution of new models of Scholarly Communication.
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Alosi, Benedetta. "Dalla crisi della comunicazione scientifica alle strategie Open Access: nuovi modelli di circolazione del sapere". Thesis, 2005. http://cab.unime.it/mus/336/1/AlosiOA2005.pdf.

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La "serial pricing crisis" che ha investito in questi ultimi anni il sistema di comunicazione scientifica ha generato un fermento di iniziative e progetti destinati a cambiare profondamente le modalita' di circolazione del sapere. Dalle nuove forme di cooperazione tra biblioteche, che hanno dato vita ai consorzi per gli acquisti condivisi di risorse elettroniche, la comunita' accademica, con l'editoria elettronica sostenibile e le strategie dell'accesso aperto alla letteratura scientifica, si e' impegnata a ricercare modalita' nuove di comunicazione, in grado di soddisfare l'esigenza di una circolazione piu' rapida ed estesa delle idee e dei risultati delle ricerche. Un'alternativa innovativa, destinata ad assicurare un'ampia disseminazione della letteratura di ricerca, hanno realizzato i modelli aperti di comunicazione scientifica con le due strategie dell'"Open access publishing" e dell'"Open access self-archiving". Gli Open Access Journals, nuova generazione di riviste digitali ad accesso aperto, contano esempi affermati ma il dibattito sulla sostenibilita' del modello economico su cui poggiano e sulle sue ricadute, economiche e non, e' tuttora molto vivace all'interno della comunita' internazionale coinvolta nell'evoluzione dei nuovi modelli di Scholarly Communication. Tra le recenti iniziative italiane per l'accesso aperto, il lavoro riporta gli esiti della Dichiarazione di Messina, documento che ha sancito l'adesione degli Atenei italiani ai principi dell'accesso aperto. / The "serial pricing crisis" that has hit the Scholarly Communication system generated a great deal of initiatives and projects designed to transform radically the ways in which knowledge circulates. The first reaction to this crisis was new forms of cooperation between libraries which led to the creation of consortia for the shared purchasing of electronic resources. The academic community, resorting to sustainable electronic Publishing and Open Access to scientific literature, then sought new channels of communication able to satisfy the demand for widespread and rapid circulation of ideas and research findings. Open models of scientific communication achieved by the two strategies of "Open Access Publishing" and "Open Access Self-Archiving" represent an innovative approach that is capable of guaranteeing the dissemination of research literature. Some Open Access Journals, a new generation of freely accessible electronic periodicals, are already acclaimed. However, the affordability of their business model and their financial and other repercussions has generated a lively debate that still rages within the international community involved in the evolution of new models of Scholarly Communication.

Książki na temat "Circolazione di modelli giuridici":

1

Toniolo, Federica. Medioevo adriatico: Circolazione di modelli, opere, maestri. Roma: Viella, 2010.

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2

Piazza, Stefano. La circolazione dei modelli a stampa nell'architettura di età moderna. Palermo: Caracol, 2013.

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3

Doria, Carla Masi. Modelli giuridici, prassi di scambio e medium linguistico: Un itinerario dell'espansionismo romano. Napoli]: Editoriale scientifica, 2012.

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4

Convegno Cultura cittadina e documentazione, formazione e circolazione di modelli (2006 Bologna, Italy). Cultura cittadina e documentazione: Formazione e circolazione di modelli : Bologna, 12-13 ottobre 2006. Bologna: CLUEB, 2009.

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5

Chiara, Tarditi, i Università cattolica del Sacro Cuore. Istituto di archeologia., red. Dalla Grecia all'Europa: La circolazione di beni di lusso e di modelli culturali nel VI e V secolo a.C. : atti della giornata di studi : Brescia, Università cattolica, 3 marzo 2006. Milano: V&P, 2007.

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6

Picardi, Paola. Perino del Vaga, Michele Lucchese e il palazzo di Paolo III al Campidoglio: Circolazione e uso dei modelli dall'antico nelle decorazioni farnesiane a Roma. Roma: De Luca Editori d'Arte, 2012.

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7

Congreso, de Historia de la Corona de Aragón (16th 1997 Naples Italy etc ). La Corona d'Aragona ai tempi di Alfonso il Magnanimo: I modelli politico-istituzionali, La circolazione degli uomini, delle idee, delle merci, Gli influssi sulla società e sul costume. Napoli: Paparo, 2000.

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8

Baldini, Gianni, red. Persona e famiglia nell’era del Biodiritto. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-889-7.

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Il mutamento incessante che la scienza e la tecnologia hanno imposto alla società civile mette in discussione temi fondamentali come nascita, salute, morte, e con essi gli ‘strumenti giuridici’ pensati per autodeterminarsi. Non solo l’individuo è investito da questo tumultuoso processo ma anche la famiglia, come luogo principale in cui lo stesso esercita la sua personalità, ne risente gli effetti. In questo terzo volume di Verso un diritto europeo per la bioetica il focus dei contributi dei vari autori (giuristi, medici, bioeticisti) è centrato su temi quali: genitorialità consapevole e procreazione assistita, profili anticipatori assunti dalla salute e connesse esigenze di tutela, articolazione dei modelli familiari e ridefinizione del progetto genitoriale. Il tutto declinato nella logica del Biodiritto, disciplina autonoma ma anche metodo di indagine e di lavoro per coloro che intendano approcciarsi alle cosiddette fattispecie biotecnologiche.
9

Urso, Elena, red. Le ragioni degli altri. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-324-3.

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Il volume raccoglie diversi contributi, molti dei quali presentati in occasione di un ciclo biennale di incontri comparatistici, svoltisi presso l’Università degli Studi di Firenze ed organizzati dalla curatrice, con l’intento di proporre una visione critica ed interdisciplinare del tema della mediazione familiare. Dapprima, si affronta il tema della ‘giustizia mite’, grazie a una serie di saggi dedicati alla prospettiva filosofica, psicologica e formativa, nonché ai profili giuridici della materia. Si analizzano, inoltre, le esperienze dei principali ordinamenti di common law e di civil law, di cui si fornisce un esteso approfondimento, compiuto da vari esperti stranieri. Si prende in esame, quindi, un insieme di questioni attualmente oggetto di un acceso diabattito, in quanto correlate alla compresenza di modelli tradizionali ed innovativi, nell’ambito delle relazioni familiari. Infine, si dà spazio ad una riflessione incentrata sulle garanzie da apprestare a tutela dei soggetti coinvolti nel conflitto, non solo all’interno della famiglia, ma anche nel più ampio contesto educativo e sociale.
10

Varvaro, Mario, Francesca Lamberti, Martin Avenarius i Christian Baldus. Gradenwitz, Riccobono und Die Entwicklung der Interpolationenkritik / Gradenwitz, Riccobono e gli Sviluppi Della Critica Interpolazionistica: Methodentransfer Unter Europäischen Juristen Im Späten 19. Jahrhundert / Circolazione Di Modelli e Metodi Fra Giuristi Europei Nel Tardo Ottocento. Mohr Siebeck GmbH & Company KG, 2018.

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Części książek na temat "Circolazione di modelli giuridici":

1

di Mores, Giuseppina Manca. "CIRCOLAZIONE DI MODELLI E QUADRI SIMBOLICI IN SARDEGNA:". W Deliciae Fictiles V. Networks and Workshops, 355–64. Oxbow Books, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvpmw48c.45.

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2

Parente, Ferdinando. "Cybermedicina, invenzioni biotecnologiche e diritti umani: le frontiere dell’umanesimo giuridico nel nuovo millennio". W HUMAN RIGHTS Evolution in the digital era, 19–27. Wydawnictwo Wyższej Szkoły Gospodarki Euroregionalnej im. Alcide De Gasperi w Józefowie, 2021. http://dx.doi.org/10.13166/wsge/hr-pl/ctwx5188.

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La cybermedicina e il miglioramento in progress delle tecniche sanitarie, pur facilitando l’esecuzione della prestazione medica, comportano il rischio della lesione dei valori della dignità, dell’integrità e dell’identità dell’individuo umano. Infatti, gli interventi terapeutici, soprattutto se manipolativi, possono alterare la composizione intima della corporeità e, in casi estremi, mettere a rischio la naturalità dei processi di evoluzione della specie umana e la perpetuazione della vita sulla terra nelle forme finora conosciute. Di qui, l’esigenza di elaborare nuovi modelli etici e giuridici in grado di orientare lo sviluppo biotecnologico verso un nuovo umanesimo giuridico capace di preservare l’identità e la dignità della persona.
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Bilotta, Maria Alessandra. "Un nuovo testimone della circolazione di manoscritti giuridici tolosani tra il Midi della Francia e la Penisola iberica". W Lumières du Nord, 109–40. Presses universitaires du Septentrion, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.septentrion.137097.

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