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Artykuły w czasopismach na temat "Dibattito culturale":

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Di Prospero, Alfonso. "Conoscenza e pluralità dei punti di vista: un percorso tra epistemologia e filosofia della società". Daimon, nr 85 (1.01.2022): 7–22. http://dx.doi.org/10.6018/daimon.336121.

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Il problema dell'induzione è tra i più dibattuti in filosofia della scienza. Il mio tentativo in questo scritto sarà di mostrare come un'indagine sull'induzione possa contribuire a chiarire i termini del dibattito intorno a relativismo, pluralismo culturale e democrazia.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee". Linguistica 50, nr 1 (29.12.2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Lenoci, Michele. "CRISI E RINASCITA DELL'EUROPA: ECHI DEL DIBATTITO FENOMENOLOGICO". Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 219–44. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00012.

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Il saggio, attraverso un'analisi delle riflessioni di Husserl e Scheler, si propone di esaminare la loro concezione sull'Europa e la tradizione culturale europea, mettendo in rilievo l'evoluzione e lo sviluppo delle loro posizioni avanti e dopo la prima Guerra mondiale.
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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web". DigItalia 16, nr 1 (czerwiec 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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Scudieri, Laura. "Dalla Cultural Defense al "test culturale": luci e (soprattutto) ombre del dibattito italiano". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, nr 1 (kwiecień 2018): 125–54. http://dx.doi.org/10.3280/sd2018-001006.

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Villari, Susanna. "La tavolozza del poeta: l’arte della comunicazione iconica in un dialogo di Ludovico Dolce". Quaderns d’Italià 26 (3.12.2021): 97–130. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.528.

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L’articolo propone un’analisi del Dialogo dei colori di Ludovico Dolce, evidenziando non solo gli agganci con l’emblematica e con l’arte della comunicazione iconica, ma anche i fili di un dibattito culturale che prelude alla poetica del Barocco.
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CORSI, PIETRO. "THE HERITAGE OF DUGALD STEWART: OXFORD PHILOSOPHY AND THE METHOD OF POLITICAL ECONOMY". Nuncius 2, nr 2 (1987): 89–144. http://dx.doi.org/10.1163/182539187x00042.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title L'articolo esamina il dibattito sulla metodologia dell'economia politica che anim i circoli intellettuali anglicani degli inizi del diciannovesimo secolo. Ad Oxford, l'approccio all'economia politica era fortemente condizionato dalla riflessione critica sulle proposte epistemologiche avanzate da Dugald Stewart nel suo Elements of the Philosophy of the Human Mind. I pensatori dell'Oriel College che presero parte al dibattito erano preoccupati dal processo di rapida trasformazione della societ inglese, e dall'emergere di fonti di autorit culturale indipendenti dalla, se non apertamente contrarie alla Chiesa Anglicana ed alle Universit. La discussione della metodologia dell'economia politica investiva dunque diversi aspetti della vita sociale ed intellettuale del tempo. Il dibattito oxoniense ruotava intorno al parallelismo che molti credevano di notare tra il metodo della meccanica razionale e quello dell'economia politica. Pur avallando le pretese di scientificit avanzate dagli economisti classici, i docenti di Oxford negavano che i risultati ottenuti in economia politica fossero immediatamente applicabili alla realt sociale: al pari dei cultori della meccanica razionale, l'economista doveva tenere presenti le frizioni generate dalle esistenti strutture politiche e sociali. A Cambridge, William Whewell e Richard Jones valutavano con preoccupazione la difesa dell'economia politica elaborata dai colleghi di Oxford. A loro avviso, gli studiosi dell'Oriel College concedevano troppo all'economia politica ricardiana. Alla fine degli anni venti del diciannovesimo secolo, gli intellettuali cantabrigensi sottoposero a critica severa il preteso parallelismo tra meccanica razionale ed economia politica che i seguaci di Ricardo e i ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?docenti di Oxford ponevano al centro delle loro riflessioni. L'economia politica, si diceva a Cambridge, era una disciplina troppo giovane per poter assumere procedure assiomatico-deduttive. Laboriose ricerche erano ancora da intraprendere, prima che si potesse procedere alla costruzione di un sistema di economia teorica. Il presente saggio sottolinea la centralit di Dugald Stewart nel dibattito sulla metodologia dell'economia politica dei primi decenni del diciannovesimo secolo. Si sostiene inoltre che la lettura critica delle tesi epistemologiche avanzate dallo Stewart rappresent un momento cruciale nella elaborazione della metodologia dell'economia politica proposta da John Stuart Mill. I risultati di questo studio impongono una revisione delle interpretazioni classiche dei dibattiti filosofici e culturali in genere del primo Ottocento inglese.
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Padoa Schioppa, Antonio, i Alberto Sciumè. "Presentazione. Prospettive sulla sovranità". Italian Review of Legal History, nr 8 (21.12.2022): 1–5. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19246.

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Il Comitato di Direzione della Italian Review of Legal History si è proposto con questo numero di contribuire al dibattito sulla tematica della sovranità in prospettiva storica e/o nell’attualità con riferimento sia al contesto europeo sia a quello extraeuropeo e globale.Il concetto di sovranità è da secoli al centro del dibattito giuridico, politico, filosofico e economico e pochi termini relativi alle istituzioni hanno assunto nella storia una gamma così ampia di significati. In ogni ambito culturale e da una pluralità di piani prospettici non si arresta la riflessione sul contenuto polisemico e sulle tante declinazioni del concetto nelle differenti aree del mondo non solo tra passato e presente, ma anche sulle possibili configurazioni che esso potrebbe assumere in un futuro più o meno prossimo. Allo scopo di sollecitare il dibattito tra studiosi il Comitato di direzione presenta, in contrappunto, due schemi di riflessione.
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Belloni, Eleonora. "Questione ambientale e paesaggio: i "tabù" della politica infrastrutturale. Voci critiche negli anni del miracolo economico". ITALIA CONTEMPORANEA, nr 295 (maj 2021): 165–85. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295008.

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Ogni modello di mobilità porta con sé delle criticità ambientali: i progressi nella mobilità rappresentano un superamento di alcuni ostacoli, ma al contempo ne creano altri. La questione, se si pone con evidenza già con la prima infrastrutturazione legata alla costruzione delle vie ferrate nell'Italia postunitaria, e si delinea poi con l'ampliamento della rete stradale negli anni tra le due guerre, assume tuttavia contorni più precisi nel secondo dopoguerra. Alla luce di questa nuova consapevolezza anche il dibattito sulle infrastrutture ha conosciuto un ampliamento di prospettiva, dove all'approccio dominato dall'idea del progresso tecnologico e del diritto alla mobilità a ogni costo se ne è affiancato un altro che ha aggiunto al dibattito temi quali la sostenibilità, la tutela del paesaggio e, in ultima analisi, l'idea di progresso come benessere sociale. Il saggio affronta queste tematiche ricostruendo il dibattito - animato da specialisti del settore ma anche da nuovi soggetti della scena culturale italiana, quali "Italia Nostra" - che ha portato alla formazione di una nuova consapevolezza delle ricadute ambientali delle strutture materiali della mobilità. Parole chiave: Mobilità, Sostenibilità, Strade, Infrastrutture, Paesaggio, Italia Nostra
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Fidolini, Vulca. "Pensare l'individuo nel Sud Da attore empirico a soggetto morale". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), nr 45 (luty 2013): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045009.

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Il campo di studio della modernitÀ si caratterizza come luogo di evidenza e affermazione storica della questione dell'individuo. Le scienze sociali ne hanno interpretato gli sviluppi in relazione esclusiva alle grandi categorie analitiche del pensiero euro-occidentale, consolidandone la discussione in un contesto culturale ‘bloccato'. Un'analisi sociologica sulla costruzione della giovinezza nella riva sud mediterranea, e in particolare sui giovani adulti dei centri urbani del Marocco, offre l'occasione per ripensare il paradigma interpretativo della modernitÀ e il significato di individuo individualizzato alla luce di nuove traiettorie di mutamento sociale. Una prospettiva di studio che si colloca nell'attualitÀ del dibattito sociologico volto a riconoscere l'esistenza di differenti forme di costruzione moderna del soggetto nel panorama culturale del Sud globale.

Rozprawy doktorskie na temat "Dibattito culturale":

1

Vitali, Angelica <1996&gt. "La ricostruzione del dibattito culturale in Italia: qualità, standard e accreditamento museale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18859.

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Il presente lavoro mira a ricostruire, attraverso i principali documenti, il dibattito che in Italia ha portato alla creazione del più recente Sistema Museale Nazionale. Si comincia con la presentazione del concetto di qualità, contestualizzandone il significato e dimostrandone l’importanza per un museo il più possibile dalla parte del pubblico. In seguito, si propongono le principali fonti internazionali che hanno ispirato il lavoro successivamente svolto nel nostro Pese: Codice etico dell’ICOM, National Standards & Best Practices for U.S Museums, Accreditation Scheme for Galleries and Museums in the U.K. Poi, seguendo un ordine cronologico, si propongono gli atti più significativi che in Italia hanno concorso allo sviluppo di un nuovo interesse nei confronti dell’applicazione dei requisiti minimi, o standard di qualità, ai servizi museali: Standard per i musei italiani (1999), Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei (2001), Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004), Commissione per la definizione dei livelli minimi di qualità dell’attività di valorizzazione (2006), Carta per la qualità dei servizi (2007) e l’Adozione dei livelli minimi uniformi di qualità per i musei e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica e attivazione del Sistema Museale Nazionale (2018). Infine, si cercherà di capire se davvero si possa parlare di un sistema unitario, per quanto riguarda l’adesione agli standard, in quanto, nonostante la portata nazionale di tali documenti, le modalità di applicazione sono state differenti a seconda delle Regioni. In conclusione, si desidererebbe fare il punto della situazione sul livello di raggiungimento del Sistema Museale Nazionale con il parare del Dott. Antonio Lampis, ex Direttore Generale dei musei del MiBACT e, in ultimo, svolgere una riflessione sulla caratteristica che, forse, più stupisce di questo lavoro: tutti i documenti analizzati sono frutto della legislazione italiana e non del management culturale.
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Greco, Elena. "Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale : Il dibattito in Italia e in Francia, 1945-2015". Thesis, Rennes 2, 2016. http://www.theses.fr/2016REN20022/document.

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La recherche vise à retracer les origines de la notion de «paysage urbain» dans le débat sur la protection des villes historiques dans la deuxième partie du XXe siècle. Elle procède à une analyse comparée entre l'Italie et la France, dont le système juridique est caractérisé par la protection publique du patrimoine. L'analyse couvre les axes suivantes: la généalogie du terme, les variation de la notion et ses relations avec les théories relatives à la protection de la ville historique; le développement du système législatif et ses connexions possibles au débat culturel; la relation entre le débat théorique et les pratiques d’urbanisme. Cette dernière question est analysée au moyen de deux cas d’étude, Turin et Lyon. Ces deux enquêtes ont été rendues possibles par des fonds d'archives. La reconstruction du débat théorique et de l’élaboration d’un appareil législatif repose, quant à elle, sur un corpus constitué par les principales revues professionnelles italiennes et françaises.Bien que les débats français et italiens des décennies d’après la Seconde Guerre mondiale aient élaboré un concept de paysage urbain comme patrimoine particulièrement intéressant, ils ne sont pas parvenus à être traduits dans des dispositions législatives substantielles. La protection et la mise en valeur du paysage urbain demeurent des questions ouvertes. La notion de paysage urbain en tant que patrimoine doit encore être théorisée, au moins sur le plan législatif.Cette étude tente de contribuer à cette conceptualisation
This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic citiesduring the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, whose legal systems are characterized by the public protection of cultural heritage.The analysis covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and Frenchnotions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.The preservation and promotion of urban landscape are still open questions, and the concept of urban landscape as part of cultural heritage is still to be theorized, at least on a legislative level.This study attempts to contribute to this conceptualization
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GRECO, ELENA. "Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale. Il dibattito in Italia e in Francia: 1945-2015". Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2016. http://hdl.handle.net/11583/2651559.

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This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic cities during the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, and covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and French notions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.
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Barbiani, Valentina <1992&gt. "Il dibattito sui “valori asiatici” in antitesi al sistema culturale occidentale: proposta di traduzione e commento di due articoli specialistici". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9236.

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Il presente elaborato di tesi si focalizza sulla traduzione di due articoli specialistici riguardanti i valori asiatici in contrasto con i principi diffusi nel contesto euro-americano. Più specificatamente, il lavoro consta di tre parti fondamentali. Il primo capitolo presenta un’introduzione al dibattito relativo ai valori asiatici; in esso si espongono le caratteristiche fondamentali di questo sistema valoriale, il modo in cui esso nasce e si diffonde, oltre a effettuarne un’analisi in relazione a un sistema di valori più propriamente occidentale. La seconda parte, che costituisce il fulcro dell’intera tesi, è data dalla traduzione degli articoli specialistici. Nel primo, intitolato “Yazhou jiazhiguan” yu Rujia wenhua de xiandai pingxi “亚洲价值观”与儒家文化的现代评析 (Critica moderna al “sistema dei valori asiatici” e alla cultura della scuola confuciana), si espone la “sorte” dei valori asiatici che sono stati alternativamente criticati o promossi in seguito alla crisi economica asiatica degli anni ’90. Il testo xifang jiazhi tixi ji qi pingjia 西方价值体系及其评价 (Il sistema dei valori occidentali e la sua valutazione) riguarda, invece, un’analisi dell’evoluzione del pensiero etico e filosofico occidentale a partire dall’Antica Grecia. La terza sezione, infine, presenta i commenti traduttologici che fanno riferimento all’opera di traduzione, nei quali si espongono le strategie adottate e le varie tecniche utilizzate per risolvere i problemi traduttivi riscontrati.
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Gorini, Anna. "Un’italiana scomoda. Indagine sull’opera e sul mito di Oriana Fallaci". Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1210797.

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La tesi mira a ricostruire alcuni aspetti della figura di Oriana Fallaci, oscurati dalla sua fama mondiale di personaggio mediatico, politicizzato e mitizzato. Fallaci, prima di tutto questo, è stata infatti una giornalista importante, che ha scritto moltissimo. Ѐ stata un’autrice che ha dato vita a nuovi linguaggi narrativi, e la sua è stata una figura di intellettuale che ha partecipato al dibattito culturale e sociale degli anni Settanta. Il lavoro di ricerca si è concentrato dunque sul percorso di costituzione della personalità di autrice, sulla sua trasformazione in intellettuale, e sul venir meno di tutto questo, mentre di Fallaci è pubblicamente noto il personaggio mitizzato e mediatizzato. Di fronte ai contorni oggi un po’ sfocati di Fallaci giornalista, all’origine dimenticata della sua personalità politica, per cercare di capire questa autrice l’indagine riparte dai suoi testi laddove erano nati, cioè nei giornali, per analizzarli da vicino sia in relazione al contesto di cronaca sia alla pagina, nella quale il sistema paratestuale è l’anima vitale che svela fino in fondo il senso di un pezzo giornalistico. Questo lavoro cerca di costruire un racconto di Fallaci che provi a superare l’assunto stereotipo della scrittrice straordinaria a lungo negletta, o quello della personalità eroica, ma anche il sospetto da parte di alcuni ambienti, concentrandosi su tre prospettive: gli anni di elaborazione della soggettività autoriale, il consolidamento della personalità intellettuale, la trasformazione nel mito e la mediatizzazione di quest’ultimo. Dunque, dopo il primo capitolo, dedicato alla biografia e alle opere, il secondo capitolo si sofferma sugli incontri di Fallaci con quegli scrittori che, da lei avvicinati nel corso di interviste, sono stati figure-chiave nell’evoluzione del suo rapporto con la scrittura, vissuto in modo totalizzante. In queste interviste, che sono letterarie, si stratificano la sua visione e la sua teoria narrativa, anche se dissimulate nel linguaggio e nella struttura del pezzo giornalistico destinato al grande pubblico di un periodico di attualità. Questo percorso di incontri si interseca anche con la transizione di Fallaci da giornalista-autrice a intellettuale. Nel terzo capitolo viene approfondita questa evoluzione, che coincide con la partecipazione di Fallaci al dibattito sull’aborto, nel 1975. In quell’anno Pasolini si confronta su questo tema con altri intellettuali, a partire da un celebre intervento sul Corriere della Sera. Fallaci, che è sempre in viaggio e vive per lo più negli Stati Uniti, non è riconosciuta come parte di quel campo e non si riconosce in quei linguaggi: entra tuttavia nel flusso di quel dibattito in modo dirompente con il romanzo Lettera a un bambino mai nato, che crea un nuovo spazio discorsivo per le donne e per la loro possibilità di raccontarsi. Ma “lo scrittore” Oriana Fallaci, come amava definirsi, non può essere compreso se non considerando la molteplicità dei generi in cui si è espressa, tra giornalismo e narrativa, e tenendo conto del suo vivere performativo, portatore di significati, perfino più dei testi. Cosa rimane oggi della figura di Oriana Fallaci? Oltre ai suoi scritti, soprattutto il suo personaggio, che ispira il cinema, la televisione e il teatro, come viene raccontato nella parte conclusiva di questa tesi.
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Marziano, Michela Eugenia. "La guerra della memoria. Politicamente corretto e cancel culture nel dibattito contemporaneo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il presente lavoro si propone di descrivere due fenomeni al centro del dibattito contemporaneo: il politicamente corretto e la cancel culture. Ne verrà tracciato un profilo storico, riportando i diversi punti di vista e le critiche sorte, alla luce delle problematiche sollevate negli ultimi anni dai movimenti di protesta MeToo e Black Lives Matter. Verranno presentati degli esempi tratti dal mondo del cinema e del doppiaggio che evidenziano il modo in cui le nuove forme del pensiero modificano la realtà, le immagini, il linguaggio e la storia.
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BUZIO, ALDO. "La gestione e l'impatto dei siti UNESCO:monitoraggio e valutazione dei siti italiani nel dibattito internazionale". Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2012. http://hdl.handle.net/11583/2497054.

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La tesi analizza il mutamento nello scenario dei siti UNESCO e nella loro gestione, osservando in particolar modo quale sia la realtà italiana all’interno di tale contesto. Negli ultimi anni, infatti, la realtà della Lista del patrimonio mondiale UNESCO è notevolmente mutata, sono emerse nuove forme di valore e tipologie di patrimonio iscritto nella lista. Questi nuovi scenari richiedono nuove forme di amministrazione, sia dal punto legislativo che da quello socioeconomico. Nel primo capitolo viene descritto il quadro teorico e pratico di tali mutamenti negli anni e sono analizzati gli strumenti messi in atto in ambito internazionale per governare tali realtà complesse ed eterogenee e la loro interazione e impatto sul contesto locale di riferimento. In base al quadro fornito, nel secondo capitolo l’analisi si concentra sulla candidatura del paesaggio culturale dell’area vitivinicola delle Langhe, Monferrato e Roero visto come esempio di nuova tipologia di sito patrimonio dell’umanità e attualizzazione del dibattito teorico descritto. La larga diffusione sul territorio e la molteplicità di attori coinvolti nel processo, o dagli effetti dello stesso, hanno fatto sì che la candidatura stessa rappresentasse un fenomeno pubblico con rilevanti impatti anche di carattere sociale ed economico. Le strategie e metodologie di governance, analizzate nella teoria e nella pratica nei capitoli precedenti, necessitano di un processo di monitoraggio e valutazione, che viene approfondita all’interno della terza parte della tesi, esaminando preferibilmente le tematiche dell’efficacia della gestione e dell’impatto provocato dall’iscrizione alla lista de patrimonio mondiale e gli strumenti di studio e controllo attualmente in atto. Da tale analisi si sintetizza un modello che valuti la gestione del sito UNESCO descrivendo l’impatto generato sul territorio principalmente in termini qualitativi di rapporto con il territorio. Lo scopo è di studiare quanto le attività dei siti UNESCO, in particolare negli ambiti della conoscenza, conservazione valorizzazione e comunicazione abbiano ricadute significative sul territorio. Tale modello viene applicato ai casi studio di: Napoli, Genova, Firenze, Val d’Orcia, Pienza, Residenze Reali, Val Camonica, Alberobello. La conclusione del lavoro di ricerca riassume le considerazioni dei capitoli precedenti cercando di sintetizzare i casi analizzati in un modello per la comprensione della gestione di un sito UNESCO dalla fase di creazione dello stesso al mantenimento di tali risultati nel tempo, anche espandendo la discussione verso altre forme di patrimonio, come quello intangibile, o politiche pubbliche, come quelle rivolte all’innovazione e la creatività.
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Boschi, Morestori Anita <1994&gt. "I monumenti e l'elaborazione del passato. Le tracce della cultura memoriale del fascismo nel dibattito attuale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19708.

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L'intento della tesi è quello indagare il monumento come mezzo di rappresentazione collettiva e sociale, in cui ritrovare e ricercare le nostre modalità di interiorizzazione ed esteriorizzazione della storia e del passato, ma anche dei valori identitari di cui si vuole rendere esplicita la condivisione come comunità. La proposta è quella di esaminare le varie conformazioni con le quali i monumenti si legano al passato fascista e colonialista in ambito italiano e quali soluzioni sono state messe in atto, dal dopoguerra fino ad oggi, nell’affrontare le tematiche più critiche della nostro passato e del nostro presente; oltre ad indagare gli elementi salienti di quel periodo, sarà necessario cercare di individuare e mettere in luce gli aspetti principali dei mutamenti storici e sociali del periodo considerato come risposta e conseguenza di dinamiche anteriori. All’interno di una panoramica più ampia sull’uso dell’architettura e della monumentalità da parte della cultura fascista nelle sue differenti fasi storiche (come strumento di commemorazione dei caduti della prima guerra mondiale, di celebrazione del regime e di affermazione del nuovo ruolo imperiale dell’Italia), vengono presi in esame alcuni casi specifici di monumenti realizzati durante il ventennio fascista. Tali esempi rispondono alla volontà di mettere in luce le modalità di appropriazione dello spazio e del potere da parte del fascismo, ma anche le modalità di risposta e fruizione che tali tracce suscitano nel periodo ad esso successivo e nel presente, nel conformare e definire la cultura e la civiltà contemporanea. Le tracce architettoniche, monumentali e simboliche del fascismo sono ancora presenti e suscitano reazioni e risposte differenti, all’interno del dibattito politico, intellettuale, ma anche comunitario e cittadino; è necessario quindi valutare queste reazioni più approfonditamente, come risposte ad un bisogno più profondo di riappropriazione dello spazio e di affermazione di valori fondamentali. Si passa quindi ad un’analisi del dibattito tra chi sostiene la conservazione di queste manifestazioni e chi, invece, ne vorrebbe l’eliminazione; ma si prendono anche in esame le altre proposte, tra cui quelle artistiche, avanzate nei confronti di esse, al fine di «ri-immaginare la nozione di monumento» in base alle tre possibilità esposte dalla studiosa Ruth Ben-Ghiat nel primo incontro I luoghi dei fascismo all’interno del progetto dell’Istituto Parri: rimozione/dislocazione, ri-significazione, costruzione di nuovi monumenti. Nuove necessità e valori, quindi, che vogliono essere espressi e trovare il proprio spazio di rappresentazione, anche come elaborazione e ri-elaborazione di un passato complesso e in molti casi doloroso, ma con cui è necessario confrontarsi.
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Luchak, Angela. "Il dibattito tra soggettività e oggettività e la traduzione di culture in antropologia: il caso dei Moso". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20445/.

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Il presente contributo si propone di soffermarsi brevemente sulla disciplina dell’antropologia al suo esordio nel mondo accademico, al fine di analizzare le prime teorie e metodologie che la caratterizzavano. In questo senso, verrà fatto un piccolo excursus sulla visione universalista dei primi antropologi evoluzionisti, e sul conseguente obiettivo di ottenere una conoscenza oggettiva e autorevole delle culture. Si passerà quindi ad analizzare il dibattito tra oggettività e soggettività come punto di svolta nell’approccio antropologico, con l’introduzione di un punto di vista soggettivo: è questo che fa emergere la consapevolezza della creazione di saperi parziali e situati nel mondo occidentale accademico, grazie alla spinta data dai movimenti postcoloniali e femministi. Ne consegue la necessità di instaurare un rapporto dialogico che metta in luce sia la soggettività dell’etnografo che dei nativi, al fine di contribuire alla produzione dei saperi. La discussione teorica si sposterà poi sul campo pratico, soffermandosi sull’elemento principale dell’analisi etnografica: la lingua, strumento attraverso cui i membri di una cultura descrivono la realtà che li circonda. Partendo da questo presupposto, si prenderà in esame il difficile compito dell’etnografo di tradurre elementi allo stesso tempo linguistici e culturali, con continui adattamenti per il pubblico di arrivo. Verranno quindi approfonditi contributi che guardano alla traduzione in modi diversi, in particolar modo come analisi delle forme simboliche e dei singoli lessemi, e come analisi di relazioni e del contesto pragmatico. In ultimo, verrà applicato quanto visto allo specifico caso della società dei Moso, nel quale si affronterà la sfida di comprendere e tradurre concetti e referenti assenti nella cultura del pubblico d’arrivo. Si vedrà, perciò, quanto l’approccio traduttivo e l’analisi del rapporto tra lingua e cultura possano lasciare spazio a possibilità tanto di arricchimento quanto di incomprensione.
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BRUNO, EDOARDO JACOPO. "FRANCESCO ANTONIO ZACCARIA E LA CULTURA GESUITICA DEL SETTECENTO. IL DIBATTITO SU PRIMATO PONTIFICIO E RUOLO DEI VESCOVI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46250.

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Streszczenie:
L’oggetto della tesi di dottorato è l’analisi degli argomenti presenti nell’Antifebbronio, lavoro composto dal gesuita Francesco Antonio Zaccaria nel 1767. Nonostante il testo contiene numerose dissertazioni originali inerenti il primato papale, i poteri dell’episcopato e la censura dei libri, tematiche che furono oggetto di molte discussioni nella Chiesa cattolica, non esiste oggi qualche studio specifico sulle dottrine asserite dal gesuita. Per capire meglio le problematiche presenti nel suo lavoro e per approfondire alcuni aspetti della vita del gesuita è stato importante lo studio del Dello Stato della Chiesa del vescovo di Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria del teologo Luigi Cuccagni e la Storia polemica delle proibizioni de’ libri scritta dallo stesso Zaccaria nel 1777. I lavori di Zaccaria e von Hontheim sono fondamentali per comprendere che all’interno della Chiesa di Roma esistevano visioni ecclesiologiche caratterizzate da elementi di notevole diversità. Inoltre l’Antifebbronio è un libro molto interessante per capire la mentalità della Compagnia di Gesù rispetto a questioni come i poteri del papa e dei vescovi. Nella tesi ho approfondito le reazioni del mondo cattolico italiano e della Chiesa di Roma inerenti le opinioni sostenute da Zaccaria nell’Antifebbronio.
The object of my thesis of doctorate is the analysis of the arguments present in Antifebbronio, work composed by the Jesuit Francesco Antonio Zaccaria in 1767. Despite the text contains numerous original dissertation inherents the papal primacy, the powers of the episcopate and the censorship of the books, thematic that were object of many discussions in the Catholic Church, it doesn’t exist today some specific study of the doctrines asserted by the Jesuit. To better understand the problematic presents in his work and to deepen some aspects of the life of the Jesuit it was important the study of Dello Stato della Chiesa of the Bishop of Treviri Johannes Nikolaus von Hontheim, l’Elogio storico dell’abate Francescantonio Zaccaria by theologian Luigi Cuccagni and the Storia polemica delle proibizioni de’ libri written by the same Zaccaria in 1777. The works of Zaccaria and von Hontheim are crucials to understand the existence of very different ecclesiological views inside the Church of Rome. Furthermore Antifebbronio is a very interesting work to understand the mentality of the Company of Jesus respect questions as the powers of the pope and the bishops. In the thesis i followed up the reactions of the italian catholic world and the Church of Rome inherents the opinions sustained by Zaccaria in Antifebbronio.

Książki na temat "Dibattito culturale":

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Marco, Arosio, i Azione cattolica ambrosiana, red. Decifrare Babele: L'Azione Cattolica nel dibattito culturale. Milano: In Dialogo, 1991.

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Tonini, Giorgio. La mediazione culturale: L'idea, le fonti, il dibattito. Roma: AVE, 1985.

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3

1927-, Rasi Gaetano, red. La Nuova rivoluzione culturale: Dibattito del futuro del corporativismo. Roma: ISC, 1990.

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Giuliana, Ricci, i Politecnico di Milano. Facoltà di architettura., red. L' architettura nelle accademie riformate: Insegnamento, dibattito culturale, interventi pubblici. Milano: Guerini studio, 1992.

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5

Martelli, Sebastiano. Il crepuscolo dell'identità: Letteratura e dibattito culturale degli anni Cinquanta. Salerno: P. Laveglia, 1988.

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6

B, Levin I., i Fondazione Giovanni Agnelli, red. La nuova Russia: Dibattito culturale e modello di società in costruzione. Torino: Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, 1999.

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7

Bisogno, Armando. Il metodo carolingio: Identità culturale e dibattito teologico nel secolo nono. Turnhout: Brepols, 2008.

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8

Mingardi, Lorenzo. Contro l'analfabetismo architettonico: Carlo Ludovico Ragghianti nel dibattito culturale degli anni Cinquanta. Lucca: Edizioni Fondazione Ragghianti studi sull'arte, 2020.

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Basile, Mariaconcetta. Il dibattito politico-culturale nella Messina del Settecento: I "Discorsi" degli "Accademici Pericolanti". Roma: Aracne, 2013.

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10

Auteri, Laura. Elogio dell'armonia: Christoph Martin Wieland e il suo ruolo nel dibattito culturale tedesco della seconda metà del Settecento. Palermo: Flaccovio, 1995.

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Części książek na temat "Dibattito culturale":

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Magliulo, Antonio. "Come fermare una grande recessione. Il dibattito sulla crisi economica del 1929 in Italia". W Studi e saggi, 19–41. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-455-7.01.

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Streszczenie:
The aim of this essay is to assess how the debate on the Great Depression of 1929 changed Italian economic culture in the transition from Fascism to the Republic. The essay is divided into three paragraphs. In the first, we will look at the international debate dominated by the dispute between Hayek and Keynes and by Röpke’s synthesis. In the second, we will analyse the debate in Italy, which is characterised by the convergent synthesis proposed by Bresciani Turroni, Einaudi and Fanno. The last section will outline the economic policy choices of the Fascist regime and the legacy of the debate on the great crisis in the period of post-war reconstruction
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Baselica, Giulia. "L’equivalenza in traduzione: la teoria di Komissarov e il dibattito nei Translation Studies". W Traduttologia e Traduzioni, vol. II. Identità linguistica - identità culturale. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-676-0.02.

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3

Cerasi, Laura. "Tra nostalgia preindustriale, ghildismo e rinascita nazionale Il pensiero sociale di Ruskin nel dibattito culturale italiano". W John Ruskin’s Europe. A Collection of Cross-Cultural Essays With an Introductory Lecture by Salvatore Settis. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-487-5/021.

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Streszczenie:
Ruskin’s social criticism, which in Unto This Last (1862) harshly condemned the effects of industrialism by mythologizing medieval age and craftmanship, had a wide influence on social reformers of various political orientations: William Morris, J.A. Hobson, the Art and Crafts Movement, the guildism of Arthur Penty and GHD Cole and the New Age circle, with an impact that went as far as the early decades of the 20th century. While his work as an art critic was promptly received in the Italian cultural debate, his social criticism found little audience, at least until the turn of the centuries, and anyway not in the sphere of economic and sociological culture. In this contribution I intend to examine how the circulation of Ruskin’s social thought in the Italian cultural debate between the nineteenth and twentieth centuries was inscribed in the renewed interest in the social function of art, advocated in the Florentine literary journal Il Marzocco with particular reference to the work of Lev Tolstoy by young intellectuals such as Ugo Ojetti, Angelo Orvieto, and Enrico Corradini, as well as established critics as Angelo Conti. The debate became a watershed moment in Italian culture, involving crucial issues as identity and tradition, artistic heritage and national rebirth. By including in this cultural framework the reception of Ruskin’s social criticism, I intend to highlight its connection with the emergence of the movement for the conservation of the artistic heritage, in which Il Mazocco had a leading role, and to suggest it having mixed political implications. Ruskinian references were channeled in a perspective of national rebirth and regeneration; for a paradoxical but interesting twist, aspects of Ruskin's anti-industrialist and medievalist imagery converged within the new nationalist and nationalist dimension that crossed the Italian (and European) culture of the first decade of the century.
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Puleri, Marco. "La ‘questione russa’ nel dibattito intellettuale e politico dell’Ucraina del post-Majdan". W Eurasiatica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-382-3/009.

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Streszczenie:
This paper provides an analysis of the intellectual and political debate around the role of Russian language and culture in post-Maidan Ukraine. The author retraces (a) the main social and cultural developments emerged in Ukraine in the aftermath of the Euromajdan Revolution (2013-14) and the war in Donbas (2014-), and (b) the directions of cultural policies promoted by the post-Majdan elite (2014-19). Through this twofold reading the article shows the peculiar interrelation between the field of culture and the field of politics in contemporary Ukraine, in an attempt to reveal the specific nuances of the so-called ‘Russian question’.
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Paribeni, Andrea, i Silvia Pedone. "La corrispondenza epistolare come rete di conoscenza, dibattito e azione Le riflessioni sulle arti e sulla tutela di Philip Webb, Giacomo Boni e John Ruskin". W John Ruskin’s Europe. A Collection of Cross-Cultural Essays With an Introductory Lecture by Salvatore Settis. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-487-5/007.

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Streszczenie:
Taking as reference point the figure of John Ruskin, we intend to explore in this paper the relationship between two interesting personalities of the European artistic world at the end of the 19thcentury, Philip Webb and Giacomo Boni. Through the correspondence of these scholars held in Italian and British Archives, we consider here disparate topics in order of the political heritage, literary and art-historical debates in the modern Europe. In particular the epistolary reports and archival documentation, relating to the inspections upon monuments carried out by Boni throughout the Italian territory, reveal a sympathetic reception of the Ruskinian theories and indications concerning restoration, albeit with an application ‘tempered’ by the need to realize concrete and effective solutions respecting and safeguarding the monument.

Streszczenia konferencji na temat "Dibattito culturale":

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Corbisiero, Fabio, i Antonella Avolio. "Migrazioni e networks urbani". W International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7987.

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Ripercorrendo l’ampio dibattito sul tema emerge quanto numerose siano le definizioni di integrazione elaborate dagli studiosi che si sono occupati di migrazioni. Soprattutto in anni più recenti, in forza dei rilevanti cambiamenti dei fenomeni migratori in atto, in molti concordano che questi processi sono aperti a molteplici esiti, in gran parte collegati a fattori di contesto politico, sociale, economico e culturale. Questi diversi fattori rappresentano altrettante dimensioni con cui si può guardare all’integrazione, che pertanto si configura come concetto multidimensionale, oltre che dinamico, e che può essere declinato a diversi livelli di analisi. Il livello relazionale (livello meso) rappresenta il punto di convergenza di fattori di integrazione macro e micro: i percorsi di inserimento urbano spesso dipendono dall’efficacia delle reti nelle quali si è inseriti. Questo contributo presenta i risultati di una ricerca condotta nel quartiere Mercato a Napoli, che ha avuto come oggetto di analisi l’integrazione della comunità cabardina, attraverso la metodologia e gli strumenti della Social Network Analysis. There are many definitions of integration developed by scholars of migration. They agree – especially in recent years, due to the significant changes in migration – that these processes are open to multiple outcomes, largely related political, social, economic and cultural factors. These different factors represent the different dimension which you can look to the integration; a term that appears as a multidimensional concept, as well as dynamic, and can be declined at different levels of analysis. The relational level (meso-level) represents the point of convergence between macro and micro factors of integration. In fact, the urban integration processes often depend on the effectiveness of their own social networks. This paper presents the results of a survey in the Mercato neighborhood (Naples). The aim is to analyze the integration of Kabardians community, through Social Network Analysis methods.

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