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De Seta, Ilaria. "‘Due mani dello stesso corpo’. Giornalismo e letteratura nell’Otto-Novecento". Incontri. Rivista europea di studi italiani 27, nr 1 (17.05.2012): 123. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.7521.

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Ceserani, Remo. "Tra vegetariani e cannibali: Il giornalismo, la letteratura, il mondo dei media e la rappresentazione della violenza sessuale". Nuevo Texto Crítico 12, nr 23-24 (1999): 285–96. http://dx.doi.org/10.1353/ntc.1999.0032.

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Denunzio, Fabrizio, i Iside Gjergji. "La rete delle parole di pietra: intervistati, autobiografi e narratori. Il nucleo poetico della letteratura e del giornalismo d'inchiesta italiano delle origini". SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, nr 128 (grudzień 2022): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/sr2022-128004.

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ELGHARBI, Hamza. "L’impresa coloniale libica tra letteratura coloniale e stampa (The Libyan colonial enterprise between colonial literature and the press)". ALTRALANG Journal 2, nr 02 (31.12.2020): 133–47. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.80.

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ABSTRACT: This article aims to analyze the war in Libya, also called the Italian-Turkish war from a historical, literary and journalistic point of view. To find out how colonial literature and the press of the 11th and 12th century presented the historical event, we decided to focus our work on two authors and two journalists. The colonial writers who have dedicated their works to the Libyan war are Enrico Corradini and Giovanni Pascoli, while the journalists are Renato Serra and Giuseppe Bevione. Colonial literature and the press contributed to the Libyan war with the task of spreading colonial consciousness and nationalism in Italian society RIASSUNTO: Il presente articolo mira ad analizzare la guerra di Libia, detta anche la guerra italo-turca da punto di vista storico letterario e giornalistico. Per saper come la letteratura coloniale e la stampa degli anni 11 e 12 del Novecento hanno presentato l’evento storico, abbiamo deciso di concentrare il nostro lavoro su due autori e su due giornalisti. Gli scrittori coloniali che hanno dedicato le loro opere alla guerra di Libia sono Enrico Corradini e Giovanni Pascoli, invece i giornalisti sono Renato Serra e Giuseppe Bevione. La letteratura coloniale e la stampa hanno contribuito alla guerra di Libia con il compito di diffondere la coscienza coloniale e il nazionalismo nella società italiana.
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Marossi, Walter. "Paolo Valera, il cantore dei bassifondi". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, nr 1 (19.03.2020): 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Neiger, Giovanna. "Letteratura femminile in mitteleuropa. Un breve confronto tra scrittrici ebree, triestine e austriache". iQual. Revista de Género e Igualdad, nr 4 (24.02.2021): 161–71. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.442821.

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Il contributo che scrittrici triestine e austriache di origine ebraica hanno rispettivamente offerto alla cultura otto-novecentesca è oggetto del presente lavoro. Si sono prese in esame e sottoposte ad analisi comparativa le opere di autrici ebree triestine e di altrettante scrittrici ebree austriache. Tra le triestine, la cui identità ebraica si è affievolita, vi sono autrici che hanno svolto attività giornalistica, manifestato aspirazioni irredentistiche, scritto opere per un pubblico femminile e per l’infanzia, che non hanno superato l’usura del tempo. Diversamente dalle colleghe triestine, talune scrittrici austriache, femministe, giornaliste, pedagogiste o attiviste politiche hanno scritto testi che a tutt’oggi offrono spunti di riflessione. The object of this work is the contribution offered to the culture of XIX and XX centuries by women writers from Trieste and Austria.The works by Jewish authors from Trieste and Austria have been examined and a comparative analysis has been carried out.Among the women writers from Trieste, whose identity was wakened, there are authors who carried out journalism, shown irredentism aspiration, wrote works for women and for children that didn’t overcome the passing of time. Unlike other colleagues from Trieste, some Austrian authors, who were feminists, journalists, pedagogists or political activists, wrote some text that, even nowadays, are offering some reflections
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Pagliarulo, Diego. "Dal Golfo all'Iraq: Il conflitto fra gli Stati Uniti e il regime di Saddam Hussein nell'analisi di studiosi, politici e giornalisti". MONDO CONTEMPORANEO, nr 1 (lipiec 2012): 133–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001006.

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La guerra d'Iraq del 2003 viene spesso interpretata come una diretta e inevitabile conseguenza della guerra del Golfo del 1991. Sembra d'altra parte possibile considerare i due conflitti anche come eventi differenti che, pur mostrando alcune significative analogie, non sono legati da una relazione di automaticitŕ. L'esame della letteratura attualmente disponibile in relazione alle due guerre permette di evincere i meriti e i limiti di entrambe le interpretazioni. In ultima analisi, tuttavia, l'autore di questo saggio ritiene piů appropriato considerare le due guerre come due eventi non legati da un nesso di automaticitŕ.
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Mancino, Anton Giulio. "¡Vigilad el cielo (y la tierra)! Cosas de este y del otro mundo". Trasvases entre la literatura y el cine, nr 2 (14.10.2020): 43–57. http://dx.doi.org/10.24310/trasvasestlc.vi2.8467.

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Quali e quante “Cose” hanno affollato la letteratura di fantascienza e il cinema di fantascienza, cominciando dal racconto lungo Who Goes There? di John W. Campbell e il primo film, La Cosa da un altro mondo, da esso ricavato da Christian Nyby e Howard Hawks rifatto poi da John Carpenter con il semplice titolo La Cosa? E come si arriva al quadro storico-politico dell’Italia degli anni Settanta passa attraverso il filtro della fantascienza? Perché ad esempio proprio l’Italia segnata dal potere mafioso (“Cosa Nostra”) e dal terrorismo diventa lo spazio funzionale privilegiato del «paradigma della Cosa», ossia del lacaniano «misterioso oggetto alieno non morto che cade dall’universo, un oggetto non umano ma tuttavia vivente e persino in grado di avere, spesso, una propria volontà maligna» (Žižek)? Il fantasma incombente di queste oscure, talvolta concomitanti “Cose” italiane, durature, insidiose, si manifesta in film come Perché si uccide un magistrato di Damiani, in cui il protagonista, giornalista e cineasta d’inchiesta si chiama appunto “Solaris”, come il romanzo di Lem. Si manifesta in Todo modo di Elio Petri, in Identificazione di una donna di Antonioni, infine in La Cosa di Nanni Moretti e Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, dell’impossibilità allora come oggi di intercettare la verità fattuale, oggetto non identificato per eccellenza.
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Tebbini, Nadia. "Le storie degli animali nel Corano di Ahmad Bahgat: Quando gli animali prendono la parola". Altre Modernità, nr 26 (29.11.2021): 127–44. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16801.

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Nella letteratura di ispirazione islamica, i racconti delle vite dei profeti hanno sempre messo in rilievo il contributo degli animali, seppur relegato a una posizione secondaria e ausiliare a quella dell’uomo. A ciò fa eccezione la raccolta Qiṣaṣ al ḥayawān fil Qur’ān (Le storie degli animali nel Corano) dello scrittore e giornalista egiziano Ahmad Bahgat. Nei suoi 16 racconti, ispirati agli episodi coranici che hanno visto animali al centro di miracoli e prodigi, i protagonisti sono gli animali che raccontano come in un diario, in prima persona e dal loro punto di vista, la vicenda riportata nel Corano. Per la prima volta si fa luce sulle loro esistenze, senza che queste vengano eclissate da quelle degli esseri umani con cui sono stati in contatto. È quindi interessante analizzare la rappresentazione degli animali nell’opera e coglierne l’originalità. La prima parte sarà dedicata alle fonti dell’opera e alle implicazioni che queste hanno sul tessuto narrativo. La seconda parte sarà invece focalizzata sulla scelta dell’animale come mezzo per aggirare il tabù islamico (religione iconoclasta) della rappresentazione dei Profeti, operando una sovrapposizione (parziale o totale, nel corpo e nello spirito) tra il profeta e l’animale. La terza parte tratterà dell’animale/virtù in quanto doppio invertito dell’uomo/vizio e sul conseguente smantellamento dei pregiudizi su alcuni animali nella cultura arabo-musulmana.
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Roggiani, Tessa. "Guido Gozzano e "Intossicazione", o del letterato giornalista". Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, nr 69 (14.11.2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.11.

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Guido Gozzano è conosciuto prevalentemente per la sua produzione poetica, a fianco della quale è tuttavia necessario ricordare l’esistenza di un altrettanto notevole produzione in prosa, composta prevalentemente da scritti giornalistici di varia natura. Il presente lavoro analizza uno di questi testi, Intossicazione, articolo del 17 maggio 1911 dedicato a un caso di cronaca nera, con l’intento di chiarire come esso si inserisca in quel dibattito critico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, investe i rapporti tra giornalismo e letteratura. Keywords: Gozzano, Intossicazione, letteratura, giornalismo, Stefano Ala
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Parisi, Luciano. "La rappresentazione della violenza di genere tra giornalismo e letteratura". Incontri. Rivista europea di studi italiani 36, nr 2 (22.08.2022). http://dx.doi.org/10.18352/inc12789.

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Ravera, Giulia. "Foscolo e i suoi editori, tra letteratura, giornalismo e riflessione critica". Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria, nr 7 (26.07.2022). http://dx.doi.org/10.54103/2499-6637/18465.

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Venturini, Monica. "Al di là del mare. Letteratura e giornalismo nell’Italia coloniale. 1920-1940". Revues et empires coloniaux, nr 12 (3.06.2021). http://dx.doi.org/10.35562/cliothemis.1041.

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Mazzola, Arianna. "Da Milano a Londra. Paolo Valera tra reportage, giornalismo e letteratura". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies, 11.10.2022, 001458582211300. http://dx.doi.org/10.1177/00145858221130046.

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Il presente saggio ridefinisce i rapporti di Paolo Valera con la Scapigliatura democratica e propone la forte influenza del Naturalismo francese sull’autore. Inoltre, l’analisi si concentra sulla forma del reportage narrativo e la scrittura giornalistica rintracciando, per analogie e differenze, uno studio del genere letterario e l’ibridazione tra descrizione, narrazione e invenzione che anticipa tendenze di scrittura successive alla pubblicazione de I miei dieci anni all’estero.
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Lengert, Joachim. "Fernando Gioviale (ed.), La parola «quotidiana». Itinerari di confine tra letteratura e giornalismo. Atti del Convegno, Catania, 6–8 maggio 2002". Zeitschrift für romanische Philologie 123, nr 4 (1.01.2007). http://dx.doi.org/10.1515/zrph.2007.724.

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