Literatura científica selecionada sobre o tema "Elettrodo"

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Artigos de revistas sobre o assunto "Elettrodo"

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De Seta, D., P. Mancini, F. Y. Russo, R. Torres, I. Mosnier, J. L. Bensimon, E. De Seta et al. "Ricostruzione multiplanare 3D di immagini cone beam per l’idenficazione della posizione degli impianti cocleari. Studio su ossi temporali e pazienti impiantati". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 6 (dezembro de 2016): 499–505. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1279.

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Questo studio riporta un’analisi retrospettica delle immagini cone beam CT effettuate su 8 pazienti adulti sottoposti ad impianto cochleare MedEl flex 28 e su 14 ossi temporali impiantati con lo stesso tipo di array portaelettrodi. Lo scopo dello studio é di determinare l’affidabilità della metodica cone beam CT nella valutazione della posizione intracocleare degli elettrodi in impianti che si posizionano lungo la parete laterale del lume cocleare, quindi non perimodiolari la cui posizione é più facilmente identificabile. Un otoradiologo e due otologi hanno analizzato le immagini e assegnato la posizione per ciascun elettrodo localizzato nella regione dei 180° e dei 360° del primo giro cocleare e per l’elettrodo apicale scegliendo tra scala timpanica, vestibulare o posizione intermedia L’analisi istologica ha successivamente confermato l’esatta posizione negli ossi temporali. Nel gruppo dei pazienti per l’elettrodo a 180° i tre esperti concordavano sulla posizione in scala timpanica in tutti eccetto un paziente, mentre una discordanza nella valutazione era presente in 3 pazienti per gli elettrodi a 360° e per gli elettrodi apicali. Negli ossi temporali in 5 casi era presente una discordanza per l’elettrodo a 180°, mentre a 360° sei valutazioni erano discordanti tra i valutatori. Una disdcordanza tra le valutazioni più elevata veniva trovata per la la posizione dell’elettrodo apicale (concordanza valutatori 45.4%, Fleiss k = 0,13). Un buon grado di concordanza veniva trovato tra i risultati istologici e le valutazioni tra i valutatori per gli elettrodi localizzati nel giro basale; un grado più basso esisteva per la posizione degli elettrodi apicali (concordanza valutatori 50%, Cohen’s k = 0,31) confermando la difficoltà nella corretta valutazione della posizione degli elettrodi nella regione più apicale negli ossi temporali. In conclusione, le immagini cone beam postoperatorie analizzate con la metodica della ricostruzione multiplanare 3D rappresentano una metodica affidabile per lo studio della posizione intracocleare degli elettrodi a posizionamento laterale nei pazienti impiantati. La corretta identificazione del posizionamento dell’elettrodo piu apicale risulta difficile su osso temporale per la presenza di un artefatto più importante o per la minore resistenza delle strutture della parete laterale della coclea (legamento spirale, membrane basilare) nel preparato istologico (osso temporale fresco/congelato) che è responsabile di un maggior numero di traslocazioni dalla rampa timpanica alla rampa vestibolare e di localizzazioni intermedie più difficilmente interpretabili.
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ZANETTI, D., N. NASSIF e L. O. REDAELLI DE ZINIS. "Fattori influenzanti la conservazione dei residui uditivi negli impianti cocleari". Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, n.º 6 (dezembro de 2015): 433–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-619.

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La possibilità di conservazione dei residui uditivi è stata correlata a fattori chirurgici quali il tipo di cocleostomia (transfenestrale vs. promontoriale), l’uso di lubrificanti e farmaci otoprotettivi, e a fattori legati all’impianto quali la forma, la lunghezza e la flessibilità dell’elettrodo. Abbiamo studiato l’impatto di questi fattori sul tasso di conservazione dell’udito residuo in adulti e bambini con indicazioni audiologiche convenzionali all’impianto cocleare. Ottantadue bambini di età compresa tra 1 e 9 anni e 73 adulti (tra 16 e 79 anni) hanno ricevuto un IC monolaterale, nell’orecchio destro (59%) o sinistro (41%). Una cocleostomia promontoriale antero-inferiore è stata impiegata in 143 orecchi (92%), e un approccio a trans-fenestrale in 12 (8%). Un elettrodo perimodiolare è stato impiantato in 144 orecchi (93%); un elettrodo “straight” è stato utilizzato nei rimanenti 11 (7%). Complessivamente, un residuo uditivo post-operatorio è stato mantenuto nel 39% dei casi. Il tasso di conservazione è stato superiore alle frequenze gravi rispetto alle acute. Quando correlato all’età, al lato dell’impianto, al modello di elettrodo e al tipo di cocleostomia, le variazioni medie di soglia uditiva acustica non sono risultate statisticamente significative per alcuna di queste variabili. Un lieve trend in favore di una migliore conservazione uditiva si è osservato nei bambini rispetto agli adulti, specialmente alle frequenze gravi.
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Diogo, I., U. Walliczeck, J. Taube, N. Franke, A. Teymoortash, J. Werner e C. Güldner. "Possibilità di differenziazione degli elettrodi cocleari nelle misurazioni radiologiche della posizione intracocleare e dell'angolo cordo-facciale". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 4 (agosto de 2016): 310–16. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-878.

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Con l'incremento del numero di impianti cocleari effettuati, il controllo di qualità è divenuto sempre più importante. Oltre alle misurazioni biofisiche intraoperatorie ci si può avvalere dell'imaging radiologico. Una nuova tecnica utilizzata in questo campo è il Cone Beam CT (CBCT). Nel presente studio sono stati valutati 65 casi (35 Nucleus Contour Advance–Cochlear; 30 Flex Soft–MedEl) studiati mediante CBCT (Accu-I-tomo F17, Morita, Kyoto, Japan). Nello specifico sono stati rilevati: l'angolo di inserzione, l'altezza dell'impianto, la distanza dell'elettrodo dalla parete mediale o laterale, l'angolo tra la corda del timpano e il nervo facciale e la posizione precisa del filo dell'elettrodo nell'angolo cordo-facciale. È stato inoltre possibile valutare la differenza tra il decorso peri-modiolare e laterale degli elettrodi. I dati presentati dimostrano l'accuratezza e il vantaggio della CBCT nella visualizzazione di piccole strutture grazie al ridotto numero di artefatti da indurimento del fascio. Inoltre nel 75% dei pazienti è stato possibile visualizzare l'angolo tra la corda del timpano e il nervo facciale. È stato possibile notare differenze significative fra i vari tipi di elettrodo in funzione del tipo di rapporto con il nervo facciale. In conclusione mediante la CBCT è possibile ottenere una visualizzazione precisa e dettagliate misurazioni della posizione intracocleare dei diversi elettrodi. È persino possibile la corretta valutazione della posizione dell'elettrodo rispetto all'angolo cordo- facciale. La CBCT è quindi, dal nostro punto di vista, un utile strumento per il controllo intra e post-operatorio degli impianti cocleari.
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Leone, C. A., F. Mosca e R. Grassia. "Temporal changes in impedance of implanted adults for various cochlear segments". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 4 (agosto de 2017): 312–19. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1471.

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La prima valutazione oggettiva effettuata durante la procedura chirurgica e nel follow-up dei pazienti sottoposti ad impianto cocleare è la misura dell’impedenza degli elettrodi. Tale misura fornisce informazioni sia sull’integrità degli elettrodi sia sul mezzo circostante gli stessi ed è uno dei principali fattori responsabili dei consumi energetici dell’impianto cocleare. In questo studio abbiamo valutato in pazienti adulti con impianto cocleare e array perimodiolare, le variazioni nel tempo dell’impedenza degli elettrodi, valutando le differenze nelle varie partizioni cocleari (basale, medio e apicale) e correlandone i valori ai principali parametri psicoacustici del mappaggio: livelli di T e C. Abbiamo testato 28 pazienti adulti impiantati presso il nostro Dipartimento tra il 2009 e il 2014, tutti impiantati per via cocleostomica con un array perimodiolare completamente inserito, utilizzando la tecnica chirurgia “soft surgery”. Le impedenze medie sono state misurate in modalità “common-ground” e “MP1+2” per i seguenti segmenti di array: basale (dall’elettrodo n.1 al n.7); mediale (dal n.8 al n.14); apicale (dal n.15 al n.22). L’analisi della varianza (ANOVA) è stata effettuata per valutare le tendenze nelle misure ripetute. Il livello di significatività accettato in tale studio è p<0.05 corretto con metodo Bonferroni. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione globale delle impedenze dall’attivazione fino a 1 mese e un valore più alto nel tempo dell’ impedenza nel segmento basale dell’array rispetto al segmento apicale e medio. L’analisi statistica temporale della correlazione tra i valori dell’impedenza globale e i livelli di T e C ha mostrato una correlazione significativa fino a sei mesi sia per le impedenze registrate in common-ground che in modalità MP1+2. L’analisi statistica dei vari segmenti cocleari ha mostrato inoltre una significativa correlazione dell’impedenza nel segmento basale e i parametri del fitting fino ad un anno di follow-up. In conclusione gli alti valori dell’ impedenza nel segmento basale nel tempo possono essere spiegati con la formazione di fibrosi endococleare dopo l‘inserimento dell’array, fenomeno maggiore nel segmento basale della coclea, limitato invece nelle regioni apicali e medie. La correlazione lineare dei valori dell’impedenza con i livelli di T e C diventa infatti statisticamente non significativa dopo tre/sei mesi nei segmenti apicali e medi e resta significativa fino ad un anno per il tratto basale. Questo comportamento sottolinea l’importanza nel tempo dell’influenza dei fattori intra-cocleari sui parametri del fitting nella porzione cocleare basale.
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Giannantoni, N. M., M. Minisci, V. Brunetti, E. Scarano, E. Testani, C. Vollono, E. De Corso, G. Bastanza, L. D'Alatri e G. Della Marca. "Valutazione dell'attività muscolare faringea attraverso elettromiografia di superficie nasofaringea in pazienti disfagici affetti da ictus ischemico acuto". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 4 (agosto de 2016): 295–99. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1124.

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La disfagia orofaringea è spesso presente durante la fase acuta di un ictus. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare se la registrazione elettromiografica di superficie tramite un elettrodo nasofaringeo può essere impiegata per testare l'attività muscolare del faringe nei pazienti con ictus acuto e se queste misurazioni elettrofisiologiche possono essere correlate con la valutazione clinica della deglutizione. Dal punto di vista clinico la severità del quadro è stata valutata mediante l'utilizzo della scala del National Institute of Health Stroke (NIHSS); la disfagia è stata valutata mediante il test di screening Gugging Swallowing Scale (GUSS); l'estensione della lesione ischemica alla TAC è stata misurata attraverso l'Alberta Stroke Programme Early CT Score (ASPECTS). Abbiamo valutato 70 pazienti di cui 50 disfagici (Dys+), e 20 non disfagici (Dys–). Ciascun partecipante è stato sottoposto a un'elettromiografia di superficie registrata mediante un elettrodo NP costituito da un catetere di Teflon isolato in acciaio (lungo 16 cm e con un diametro in punta di 1,5 mm). L'elettrodo è stato inserito attraverso la cavità nasale, ruotato e posizionato approssimativamente 3 mm antero-inferiormente rispetto alla volta salpingo-palatina. Per ogni partecipante sono state registrate ed analizzate le risposte elettromiografiche di almeno quattro deglutizioni volontarie ripetute. La deglutizione induce sempre all'elettromiografia burst ripetitivi e polifasici di durata compresa fra 0,25 e 1 secondo, con un'ampiezza intorno ai 100-600mV. I disfagici hanno mostrano una maggiore durata del burst rilevato all'elettromiografia rispetto ai non disfagici, con una differenza statisticamente significativa (p < 0,001), ma non hanno mostrano differenze in termini di ampiezza del burst stesso (p = 0,775); quest'ultima invece era inversamente correlata con lo NIHSS score [r(48) = –0,31; p < 0,05)] e con lo ASPECTS score [r(48) = –0,27; p < 0,05]. Questi risultati suggeriscono che le registrazioni nasofaringee possono rappresentare un indice semi-quantitativo delle difficoltà deglutitorie secondarie a disfunzione faringea ed in particolare, i risultati dell'elettromiografia sarebbero indicativi di una ridotta motilità faringea durante la fase acuta di un ictus.
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Verde, Stefano. "Il settore elettrico UK e la riforma per far coesistere generazione pulita e meccanismi di mercato". ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n.º 3 (novembro de 2011): 17–29. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003002.

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Proprio nel mercato elettrico piů liberalizzato d'Europa si riflette sulla coesistenza tra de-carbonizzazione e regole di mercato, al fine di rispettare gli ambiziosi obiettivi europei di politica energetica. Questo lavoro ripercorre le recenti proposte di riforma avanzate dal governo britannico, confrontandole con quelle con cui il regolatore inglese aveva avviato un anno prima l'attuale dibattito sul market design del settore elettrico d'oltremanica.
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Stagnaro, Carlo, e Federico Testa. "Nucleare, "modello finlandese" e mercato: una strada percorribile per l'Italia?" ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n.º 2 (abril de 2011): 39–55. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002002.

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Con la legge n. 99 del 2009, l'Italia ha fatto il primo passo verso il ritorno alla produzione di energia nucleare sul proprio territorio. Questo articolo intende valutare la compatibilità del nucleare con un mercato elettrico liberalizzato facendo riferimento al caso della Finlandia e alle soluzioni ivi adottate. In secondo luogo confronta le indicazioni che emergono da questo esame con le scelte compiute e da compiere da parte del governo italiano. Infine formula alcune proposte di policy per rendere compatibile gli investimenti in centrali nucleari con l'attuale organizzazione del mercato elettrico soggetta alle direttive europee.
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Cumo, Maurizio. "Possibili evoluzioni del sistema elettrico nazionale". ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n.º 1 (março de 2009): 127–35. http://dx.doi.org/10.3280/efe2008-001007.

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Borghi, Luca. "Profili bioetici della neurostimolazione". Medicina e Morale 53, n.º 6 (31 de dezembro de 2004): 1203–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.624.

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Le tecniche di neurostimolazione e neuromodulazione cerebrale, mediante elettrodi collegati a stimolatori elettrici sottocutanei, vanno progressivamente consolidandosi come una delle più promettenti branche della neurochirurgia. Alle indicazioni terapeutiche tradizionali riguardanti il Parkinson e altri disturbi motori, se ne vanno aggiungendo di nuove che spaziano dai disturbi della coscienza alla terapia del dolore, dall’epilessia a numerose patologie neuropsichiatriche. È ormai frequente l’accostamento di tali tecniche alla problematica esperienza della psicochirurgia, dalla quale tuttavia esse sembrano distinguersi per l’assenza del principale inconveniente di quella che, com’è noto, era l’irreversibilità degli effetti negativi. Ma “modulare” artificialmente il sistema nervoso vuol dire in qualche modo “modulare” la mente umana, ovvero curarla innanzitutto, ma anche saggiarne i limiti, potenziarla, trasformarla. Una tale possibilità “manipolatoria” di ciò che costituisce il nucleo distintivo della persona umana non può prescindere da un’attenta valutazione etica, che tenga conto non solo delle applicazioni attuali di questa tecnologia ma anche delle sue potenzialità future. La sperimentazione e l’utilizzo clinico di tali tecniche sono stati invece finora accompagnati solo da sporadiche, ancorché interessanti, riflessioni etiche, quasi sempre a carico degli stessi scienziati che se ne occupavano. Il presente contributo cerca di fornire gli elementi necessari per avviare un’approfondita riflessione bioetica su questo argomento che, per le ragioni accennate, appare particolarmente urgente.
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Solimene, Laura. "La regolazione nel settore elettrico: complessitŕ crescente, a vantaggio di chi?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, n.º 4 (dezembro de 2009): 37–61. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-004004.

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- After a short description of the evolution of incentive regulation, this paper explores some of the issues arisen with its implementation in the electricity sector both in the UK and Italy. It points out the challenge for a regulator to implement an incentive mechanism under imperfect information, and focuses on some distortions emerged as a result of the design of the incentive scheme itself.
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Mais fontes

Teses / dissertações sobre o assunto "Elettrodo"

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Zambardi, Corinna. "Determinazione di amminotioli mediante elettroforesi capillare". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2543/.

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The aminothiols are critical cellular components that play numerous and important roles in metabolism as key extracellular reducing agents, critical substrates for proteins synthesis and detoxificants of free radicals and peroxides. Because altered thiols levels in body fluids are linked to specific pathological conditions, their measurement is thus considered very important. One method to determine these compounds is the capillary electrophoresis, a technique that involves the separation of charged molecules on the basis of their movement under the influence of an applied electric field. The instrument used in this work is equipped with an amperometric detector recording the current of the thiols oxidized at the end of the capillary at a BDD electrode. The aim of this work is to find a valid method for the separations of the aminothiols analyzed, in terms of capillary coating and experimental conditions. In order to find an alternative and less expensive electrode than BDD and to increase sensitivity for the detection of the thiols, a modified electrode consisting in a carbon paste electrode containing Cobalt-phthalocyanine has been studied. In this electrode Cobalt-phthalocyanine works as electrocatalyst to enhance the oxidation reaction, meanwhile the graphite acts as conductive mean. This kind of electrode shows great sensibility and low detection limits for the thiols that have a free thiolic group, but it is not sensible to disulfides. The analysis of human plasma point out that the best method found for the capillary electrophoresis is not useful for the detection of aminothiols in a healthy person, because the very low concentrations in which they are present.
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Tonini, Alberto. "Progettazione di una apparecchiatura per elettrofilatura con elettrodo di alta tensione rotante". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Il presente elaborato di tesi si pone come obiettivo principale la progettazione di un sistema innovativo per elettrofilatura, che sfrutta un elemento rotante per produrre film composti da nanofibre polimeriche. Il risultato di questo processo possiede proprietà piezoelettriche, che gli permettono di trovare un ampio spettro di applicazioni nella branca della sensoristica e del recupero energetico da attività antropiche. Questo prodotto viene abitualmente realizzato con una tecnica che ha solo recentemente ritrovato applicazioni interessanti. Essa prende il nome di elettrofilatura perché sfrutta elevati campi elettrici per generare fibre polimeriche di centinaia di nanometri di diametro a partire da una soluzione liquida. Sono state eseguite simulazioni mediante l’ausilio del software Comsol Multiphysics®, con il principale obiettivo di eseguire un confronto sui valori di campo elettrico fra gli elettrodi nelle due tecnologie. Si espongono quindi i passaggi relativi alla progettazione e costruzione del generatore di fibre senza ago. L’idea iniziale di un disco metallico liscio, viene rimpiazzata dalla scelta di una ruota dentata che soddisfa meglio i requisiti necessari alla produzione di fibre di buona qualità. Le fibre ottenute sono state dapprima osservate al microscopio elettronico a scansione e in seguito impregnate in un materiale elastomero. Infine è stata verificata la risposta piezoelettrica dei provini, andando a misurare la tensione erogata in seguito a sollecitazioni meccaniche di tipo impulsivo e sinusoidale mediante banco vibrante.
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Valloni, Melissa. "Caratterizzazione impedenziometrica di elettrodi flessibili". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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L’obiettivo di tale tesi è la caratterizzazione impedenziometrica di elettrodi flessibili, partendo dagli studi che trattano la possibilità di individuare un tumore della pelle tramite una misura di impedenza non invasiva, piuttosto che tramite biopsia. Si sottoporranno quindi 8 elettrodi, presi come campioni, a vari test, per verificare l’andamento del loro modulo e della loro fase in un determinato range di frequenze. Si testeranno le loro misure prima in una soluzione salina al 0.9% di NaCl e poi in 5 soluzioni di sudore artificiale con diversa molarità. Si andrà a valutare anche quale elettrodo mantiene le sue caratteristiche anche in una prova a lungo termine. Infine, si osserverà quale elettrodo risponde in maniera migliore a una prova su pelle, variando anche la quantità di gel elettrolita applicato.
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Ciccotelli, Roberta. "Assessment of the clinical efficacy of cardiac resynchronization therapy through the evaluation of the 3D coronary sinus lead trajectory". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) è un trattamento per pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, che consiste nell’impianto di un dispositivo che stimola il ventricolo sinistro. Circa il 30% dei pazienti non mostrano miglioramenti significativi a seguito della terapia. Un fattore determinante per la risposta è la posizione dell’elettrodo in seno coronarico (CS). Un metodo per la ricostruzione della traiettoria 3D del catodo in seno coronarico a partire da acquisizioni fluoroscopiche è stato sviluppato in un primo studio condotto in un singolo centro e su un piccolo gruppo di pazienti. I risultato dello studio hanno permesso di individuare un indice predittivo della riposta: la variazione indotta in acuto dal pacing biventricolare (BiV) sul rapporto tra i due principali valori singolari della traiettoria. Il metodo necessita di essere testato in una popolazione maggiore e multicentrica. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato di valutare se le variazioni nella traiettoria del catodo in CS, indotte dal pacing BiV, siano predittive della risposta clinica a 6 mesi. La risposta clinica è definita da una riduzione del ESV ≥ del 15% al follow-up. Trentasei pazienti arruolati in 3 diversi centri sono stati analizzati; per 14 soggetti è disponibile la valutazione al f.u. In 11 casi la riposta è stata predetta correttamente, registrando quindi una concordanza del 79%. Questi primi risultati sembrano essere promettenti. Per ulteriori conferme bisogna attendere i f.u. degli altri 22 pazienti analizzati.
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Togni, Margherita. "Estrazione di parametri elettromiografici per la quantificazione di un percorso riabilitativo basato su elettroterapia". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9245/.

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L'elettromiografia di superficie (sEMG) è la tecnica non invasiva che si occupa della misura e analisi dell'attività elettrica associata alla contrazione del muscolo scheletrico, che viene prelevata tramite elettrodi superficiali. Si vuole dimostrare come questa metodologia rappresenti un valido strumento di monitoraggio quantitativo da affiancare ad un trattamento di elettroterapia. Si sono effettuate rilevazioni elettromiografiche su sette pazienti presso centri fisioterapici e si sono estratti una serie di parametri numerici dal segnale elettromiografico (Media Lavoro, Media Riposo, Deviazione Lavoro, Deviazione Riposo, Tempo Inizio, Tempo Rilassamento, MVC, IEMG) in grado di fornire una misura oggettiva dell'andamento del percorso di riabilitazione. Con il test statistico ANOVA per misure ripetute si è visto come alcuni di questi parametri subiscono miglioramenti statisticamente significativi in seguito alla terapia. Dopo aver messo in evidenza l'impossibilità di estrarre il segnale grezzo, quindi effettuare un'analisi in frequenza, si è proposta un'elaborazione completa del segnale elettromiografico a partire da un tracciato grezzo acquisito su un soggetto sano, mostrando in particolare la possibilità di calcolare ulteriori parametri in frequenza. Si è inoltre sottolineata la necessità di ripetere uno studio analogo su un gruppo di soggetti superiore e che preveda il monitoraggio dell'impedenza di contatto elettrodo-cute.
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Bozzoli, Stefano. "Innovazioni nel campo dell'ElettroEncefalografia". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10104/.

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Il funzionamento del cervello umano, organo responsabile di ogni nostra azione e pensiero, è sempre stato di grande interesse per la ricerca scientifica. Dopo aver compreso lo sviluppo dei potenziali elettrici da parte di nuclei neuronali in risposta a stimoli, si è riusciti a graficare il loro andamento con l'avvento dell'ElettroEncefaloGrafia (EEG). Tale tecnologia è entrata a far parte degli esami di routine per la ricerca di neuropsicologia e di interesse clinico, poiché permette di diagnosticare e discriminare i vari tipi di epilessia, la presenza di traumi cranici e altre patologie del sistema nervoso centrale. Purtroppo presenta svariati difetti: il segnale è affetto da disturbi e richiede un'adeguata elaborazione tramite filtraggio e amplificazione, rimanendo comunque sensibile a disomogeneità dei tessuti biologici e rendendo difficoltoso il riconoscimento delle sorgenti del segnale che si sono attivate durante l'esame (il cosiddetto problema inverso). Negli ultimi decenni la ricerca ha portato allo sviluppo di nuove tecniche d'indagine, di particolare interesse sono la ElettroEncefaloGrafia ad Alta Risoluzione (HREEG) e la MagnetoEncefaloGrafia (MEG). L'HREEG impiega un maggior numero di elettrodi (fino a 256) e l'appoggio di accurati modelli matematici per approssimare la distribuzione di potenziale elettrico sulla cute del soggetto, garantendo una migliore risoluzione spaziale e maggior sicurezza nel riscontro delle sorgenti neuronali. Il progresso nel campo dei superconduttori ha reso possibile lo sviluppo della MEG, che è in grado di registrare i deboli campi magnetici prodotti dai segnali elettrici corticali, dando informazioni immuni dalle disomogeneità dei tessuti e andando ad affiancare l'EEG nella ricerca scientifica. Queste nuove tecnologie hanno aperto nuovi campi di sviluppo, più importante la possibilità di comandare protesi e dispositivi tramite sforzo mentale (Brain Computer Interface). Il futuro lascia ben sperare per ulteriori innovazioni.
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Ripa, Ilaria. "La resincronizzazione cardiaca: indicazioni terapeutiche, punti di attenzione e criticità". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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L'insufficienza cardiaca è una malattia che danneggia il 2-3% della popolazione generale colpendo maggiormente i soggetti con età superiore a 65 anni e costituisce una delle principali cause di mortalità e ospedalizzazione.Negli ultimi tempi si è assistito ad un'allungamento dell'età media di vita e per questo si suppone un forte incremento della malattia.Tuttavia esistono varie terapie per far fronte a questo problema.Quella che negli anni è risultata essere la più efficace è la Terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT).La CRT prevede l’uso di un dispositivo impiantabile in grado di stimolare simultaneamente i ventricoli e quindi capace di correggere la dissincronia.Questo trattamento è risultato essere molto efficace,tuttavia circa un terzo della popolazione non risulta trarne alcun beneficio.Molteplici studi si sono occupati di investigare questa mancata risposta.Questi sono stati condotti con lo scopo di chiarire quali potessero essere le condizioni per ottimizzare gli esiti.Uno di questi studi,chiamato progetto Trajectories,si è concentrato sulla ricostruzione della traiettoria 3D dell'elettrodo in CS durante i diversi cicli cardiaci.Lo scopo di questo studio è stato quello di sviluppare un metodo per misurare la posizione dinamica dell'elettrodo in CS e di testarlo confrontando la sua posizione all'impianto con quella a 6 mesi,utilizzando la fluoroscopia.Mediante questa indagine è emerso essere di fondamentale importanza il corretto posizionamento dell'elettrodo il quale,essendo mobile,potrebbe essere soggetto a disclocazioni che possono modificare l'esito favorevole della terapia.Inoltre si è anche dedotto che,per ottimizzare la performance,è necessaria una corretta stimolazione biventricolare che può venir meno in presenza di tessuto cicatriziale.Infine,individuare una forma della traiettoria più regolare nel momento dell’inizio della stimolazione potrebbe essere una condizione predittiva della risposta alla CRT,che sarà definita 6 mesi dopo l’impianto.
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Di, Vincenzo Alessandra. "Studio e valutazione in vitro di tecniche impedenziometriche per il monitoraggio della funzionalita di protesi valvolari cardiache". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10208/.

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Lo scopo di questa tesi è lo sviluppo di una protesi valvolare sensorizzata per la valutazione e il monitoraggio dei parametri funzionali della valvola e di conseguenza la realizzazione un prototipo di PHV (Prosthetic Heart Valve) che integri all’interno delle protesi valvolari in commercio una tecnologia utile alla realizzazione di queste specifiche. Il segnale di impedenza intravalvolare (IVI) è ottenuto grazie ad un sistema di elettrodi utili alla generazione di un campo elettrico locale e alla successiva registrazione della differenza di potenziale. Il lavoro sperimentale è stato suddiviso in due parti: una prima parte deputata alla scelta della posizione ottimale degli elettrodi rispetto ai lembi, al piano e all’anello valvolare, al fine di determinare due prototipi, ed una seconda parte in cui sono stati testati i prototipi in una situazione più fisiologica, cioè in un tratto di aorta bovina, ed è stata simulata una dinamica valvolare alterata. Il maggior segnale di impedenza riscontrato è stato ottenuto ponendo gli elettrodi ortogonalmente al cardine dei lembi valvolari e sovrapponendo elettrodo di eccitazione e ricezione al fine di ottenere un campo elettrico costante e ricezione puntuale della variazione del campo. Infine è stato riscontrato che il segnale di impedenza intravalvolare è in grado di riflettere alterazioni simulate dei lembi.
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9

Beddy, Kenneth Edem. "Introduzione agli elettrodi senza contatto per uso medico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9620/.

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Resumo:
I segnali biopotenziali cardiaci e neurali nelle forme di elettroencefalogramma (EEG) ed elettrocardiogramma (ECG) sono due indicatori fisiologici molto importanti che ben si prestano ad un monitoraggio sanitario wireless a lungo termine. Nonostante gli innumerevoli progressi compiuti nel campo della tecnologia wireless e della microelettronica, l’utilizzo dell'EEG/ECG risulta essere ancora limitato dai disagi e dalle scomodità dovute all’impiego di elettrodi a contatto bagnato (wet contact electrodes). Gli elettrodi adesivi ad uso clinico sono spesso percepiti dai pazienti su cui vengono applicati come irritanti e scomodi, riducendo notevolmente l’accondiscendenza ad un loro utilizzo costante nell'ambiente domestico, ovvero al di fuori dello stretto controllo medico-sanitario. Come alternativa si ricorre all’uso di elettrodi a secco (dry electrodes), questi però, in mancanza della capacità di conduzione del gel, sono molto più sensibili alle condizioni della pelle e pertanto suscettibili agli artefatti legati al movimento. Questa tesi si ripropone di illustrare in maniera il più possibile organica e precisa il principio di funzionamento degli elettrodi senza contatto, con particolare attenzione al ruolo rivestito dai segnali EEG ed ECG. L’analisi intende inoltre mettere in evidenza l’entità dei vantaggi derivanti dall’impiego degli elettrodi senza contatto rispetto a quelli tradizionali.
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Guadagnini, Lorella <1982&gt. "Elettrodi modificati per lo sviluppo di sensori elettrochimici". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2622/.

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Livros sobre o assunto "Elettrodo"

1

Fovanna, Enrico. Il pesce elettrico. Milano: Baldini & Castoldi, 1996.

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2

Pallottino, Giovanni Vittorio. Il rumore elettrico. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1986-7.

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3

Salvatore, Gianfranco. Miles Davis: Lo sciamano elettrico : 1969-1980. Roma: Stampa alternativa/Nuovi equilibri, 1995.

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4

service), SpringerLink (Online, ed. Il rumore elettrico: Dalla fisica alla progettazione. Milano: Springer Milan, 2011.

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5

Luca, Mazzei, e Risi Nelo 1920-, eds. Cinema elettrico: I film dell'archivio AEM (1928-1962). Milano: Rizzoli, 2011.

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6

La pecora nera: Elogio funebre del manicomio elettrico. Torino: Einaudi, 2006.

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7

1942-, Silva Francesco, ed. I servizi pubblici in Italia: Il settore elettrico. Bologna: Il Mulino, 2006.

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8

Retorica dei media: Elettrico, elettronico, digitale nella letteratura italiana. Milano: UNICOPLI, 2004.

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9

Il buio elettrico: Il cinema e la sfida del Novecento. Recco (Genova): Le mani, 2008.

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10

1973-, Strukul Matteo, ed. Il cavaliere elettrico: Viaggio romantico nella musica di Massimo Bubola. Padova: Meridiano zero, 2008.

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Capítulos de livros sobre o assunto "Elettrodo"

1

Braibant, Sylvie, Giorgio Giacomelli e Maurizio Spurio. "Scoperte con collisioni positrone — elettrone". In UNITEXT, 231–69. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1161-8_9.

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2

Braibant, Sylvie, Giorgio Giacomelli e Maurizio Spurio. "Scoperte con collisioni positrone-elettrone". In Particelle e interazioni fondamentali, 239–76. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2754-1_9.

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3

Degl’Innocenti, Egidio Landi. "Atomi con più elettroni di valenza". In UNITEXT, 171–219. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1159-5_7.

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4

Degl’Innocenti, Egidio Landi. "Atomi con un solo elettrone di valenza". In UNITEXT, 137–70. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1159-5_6.

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5

Carini, Giovanni. "Sul Concetto Di Pressione In Magnetofluidodinamica E Nel Caso Di Un Fluido Dielettrico In Presenza Di Un Campo Elettrico". In Magnetofluidodinamica, 79–87. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-10999-7_2.

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6

Toniolo, Luana, Antonio M. Sáez, Elisa Tomasella e Macarena Bustamante. "Catalogo delle anfore Pompei-Impianto Elettrico 1980-81". In Scambi e commerci in area vesuviana, 229–46. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvwh8bxq.21.

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7

Bernal-Casasola, Darío, e Daniela Cottica. "Pescado itálico en el Impianto Elettrico Reflexiones sobre la filiación de las ánforas Dressel 21-22". In Scambi e commerci in area vesuviana, 117–43. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvwh8bxq.13.

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8

Pecci, Alessandra, e Gianluca Giorgi. "Le analisi dei residui organici e la determinazione del contenuto di alcune anfore del progetto Impianto Elettrico". In Scambi e commerci in area vesuviana, 157–65. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvwh8bxq.15.

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