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Artykuły w czasopismach na temat "Letteratura e giornalismo":

1

De Seta, Ilaria. "‘Due mani dello stesso corpo’. Giornalismo e letteratura nell’Otto-Novecento". Incontri. Rivista europea di studi italiani 27, nr 1 (17.05.2012): 123. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.7521.

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Ceserani, Remo. "Tra vegetariani e cannibali: Il giornalismo, la letteratura, il mondo dei media e la rappresentazione della violenza sessuale". Nuevo Texto Crítico 12, nr 23-24 (1999): 285–96. http://dx.doi.org/10.1353/ntc.1999.0032.

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Denunzio, Fabrizio, i Iside Gjergji. "La rete delle parole di pietra: intervistati, autobiografi e narratori. Il nucleo poetico della letteratura e del giornalismo d'inchiesta italiano delle origini". SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, nr 128 (grudzień 2022): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/sr2022-128004.

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ELGHARBI, Hamza. "L’impresa coloniale libica tra letteratura coloniale e stampa (The Libyan colonial enterprise between colonial literature and the press)". ALTRALANG Journal 2, nr 02 (31.12.2020): 133–47. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.80.

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ABSTRACT: This article aims to analyze the war in Libya, also called the Italian-Turkish war from a historical, literary and journalistic point of view. To find out how colonial literature and the press of the 11th and 12th century presented the historical event, we decided to focus our work on two authors and two journalists. The colonial writers who have dedicated their works to the Libyan war are Enrico Corradini and Giovanni Pascoli, while the journalists are Renato Serra and Giuseppe Bevione. Colonial literature and the press contributed to the Libyan war with the task of spreading colonial consciousness and nationalism in Italian society RIASSUNTO: Il presente articolo mira ad analizzare la guerra di Libia, detta anche la guerra italo-turca da punto di vista storico letterario e giornalistico. Per saper come la letteratura coloniale e la stampa degli anni 11 e 12 del Novecento hanno presentato l’evento storico, abbiamo deciso di concentrare il nostro lavoro su due autori e su due giornalisti. Gli scrittori coloniali che hanno dedicato le loro opere alla guerra di Libia sono Enrico Corradini e Giovanni Pascoli, invece i giornalisti sono Renato Serra e Giuseppe Bevione. La letteratura coloniale e la stampa hanno contribuito alla guerra di Libia con il compito di diffondere la coscienza coloniale e il nazionalismo nella società italiana.
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Marossi, Walter. "Paolo Valera, il cantore dei bassifondi". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, nr 1 (19.03.2020): 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Neiger, Giovanna. "Letteratura femminile in mitteleuropa. Un breve confronto tra scrittrici ebree, triestine e austriache". iQual. Revista de Género e Igualdad, nr 4 (24.02.2021): 161–71. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.442821.

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Il contributo che scrittrici triestine e austriache di origine ebraica hanno rispettivamente offerto alla cultura otto-novecentesca è oggetto del presente lavoro. Si sono prese in esame e sottoposte ad analisi comparativa le opere di autrici ebree triestine e di altrettante scrittrici ebree austriache. Tra le triestine, la cui identità ebraica si è affievolita, vi sono autrici che hanno svolto attività giornalistica, manifestato aspirazioni irredentistiche, scritto opere per un pubblico femminile e per l’infanzia, che non hanno superato l’usura del tempo. Diversamente dalle colleghe triestine, talune scrittrici austriache, femministe, giornaliste, pedagogiste o attiviste politiche hanno scritto testi che a tutt’oggi offrono spunti di riflessione. The object of this work is the contribution offered to the culture of XIX and XX centuries by women writers from Trieste and Austria.The works by Jewish authors from Trieste and Austria have been examined and a comparative analysis has been carried out.Among the women writers from Trieste, whose identity was wakened, there are authors who carried out journalism, shown irredentism aspiration, wrote works for women and for children that didn’t overcome the passing of time. Unlike other colleagues from Trieste, some Austrian authors, who were feminists, journalists, pedagogists or political activists, wrote some text that, even nowadays, are offering some reflections
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Pagliarulo, Diego. "Dal Golfo all'Iraq: Il conflitto fra gli Stati Uniti e il regime di Saddam Hussein nell'analisi di studiosi, politici e giornalisti". MONDO CONTEMPORANEO, nr 1 (lipiec 2012): 133–58. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001006.

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La guerra d'Iraq del 2003 viene spesso interpretata come una diretta e inevitabile conseguenza della guerra del Golfo del 1991. Sembra d'altra parte possibile considerare i due conflitti anche come eventi differenti che, pur mostrando alcune significative analogie, non sono legati da una relazione di automaticitŕ. L'esame della letteratura attualmente disponibile in relazione alle due guerre permette di evincere i meriti e i limiti di entrambe le interpretazioni. In ultima analisi, tuttavia, l'autore di questo saggio ritiene piů appropriato considerare le due guerre come due eventi non legati da un nesso di automaticitŕ.
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Mancino, Anton Giulio. "¡Vigilad el cielo (y la tierra)! Cosas de este y del otro mundo". Trasvases entre la literatura y el cine, nr 2 (14.10.2020): 43–57. http://dx.doi.org/10.24310/trasvasestlc.vi2.8467.

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Quali e quante “Cose” hanno affollato la letteratura di fantascienza e il cinema di fantascienza, cominciando dal racconto lungo Who Goes There? di John W. Campbell e il primo film, La Cosa da un altro mondo, da esso ricavato da Christian Nyby e Howard Hawks rifatto poi da John Carpenter con il semplice titolo La Cosa? E come si arriva al quadro storico-politico dell’Italia degli anni Settanta passa attraverso il filtro della fantascienza? Perché ad esempio proprio l’Italia segnata dal potere mafioso (“Cosa Nostra”) e dal terrorismo diventa lo spazio funzionale privilegiato del «paradigma della Cosa», ossia del lacaniano «misterioso oggetto alieno non morto che cade dall’universo, un oggetto non umano ma tuttavia vivente e persino in grado di avere, spesso, una propria volontà maligna» (Žižek)? Il fantasma incombente di queste oscure, talvolta concomitanti “Cose” italiane, durature, insidiose, si manifesta in film come Perché si uccide un magistrato di Damiani, in cui il protagonista, giornalista e cineasta d’inchiesta si chiama appunto “Solaris”, come il romanzo di Lem. Si manifesta in Todo modo di Elio Petri, in Identificazione di una donna di Antonioni, infine in La Cosa di Nanni Moretti e Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, dell’impossibilità allora come oggi di intercettare la verità fattuale, oggetto non identificato per eccellenza.
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Tebbini, Nadia. "Le storie degli animali nel Corano di Ahmad Bahgat: Quando gli animali prendono la parola". Altre Modernità, nr 26 (29.11.2021): 127–44. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16801.

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Nella letteratura di ispirazione islamica, i racconti delle vite dei profeti hanno sempre messo in rilievo il contributo degli animali, seppur relegato a una posizione secondaria e ausiliare a quella dell’uomo. A ciò fa eccezione la raccolta Qiṣaṣ al ḥayawān fil Qur’ān (Le storie degli animali nel Corano) dello scrittore e giornalista egiziano Ahmad Bahgat. Nei suoi 16 racconti, ispirati agli episodi coranici che hanno visto animali al centro di miracoli e prodigi, i protagonisti sono gli animali che raccontano come in un diario, in prima persona e dal loro punto di vista, la vicenda riportata nel Corano. Per la prima volta si fa luce sulle loro esistenze, senza che queste vengano eclissate da quelle degli esseri umani con cui sono stati in contatto. È quindi interessante analizzare la rappresentazione degli animali nell’opera e coglierne l’originalità. La prima parte sarà dedicata alle fonti dell’opera e alle implicazioni che queste hanno sul tessuto narrativo. La seconda parte sarà invece focalizzata sulla scelta dell’animale come mezzo per aggirare il tabù islamico (religione iconoclasta) della rappresentazione dei Profeti, operando una sovrapposizione (parziale o totale, nel corpo e nello spirito) tra il profeta e l’animale. La terza parte tratterà dell’animale/virtù in quanto doppio invertito dell’uomo/vizio e sul conseguente smantellamento dei pregiudizi su alcuni animali nella cultura arabo-musulmana.
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Roggiani, Tessa. "Guido Gozzano e "Intossicazione", o del letterato giornalista". Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, nr 69 (14.11.2022). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/69.2.11.

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Guido Gozzano è conosciuto prevalentemente per la sua produzione poetica, a fianco della quale è tuttavia necessario ricordare l’esistenza di un altrettanto notevole produzione in prosa, composta prevalentemente da scritti giornalistici di varia natura. Il presente lavoro analizza uno di questi testi, Intossicazione, articolo del 17 maggio 1911 dedicato a un caso di cronaca nera, con l’intento di chiarire come esso si inserisca in quel dibattito critico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, investe i rapporti tra giornalismo e letteratura. Keywords: Gozzano, Intossicazione, letteratura, giornalismo, Stefano Ala

Rozprawy doktorskie na temat "Letteratura e giornalismo":

1

Patron, Virginia Maria <1998&gt. "La Sicilia tra letteratura e giornalismo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22032.

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Streszczenie:
Il presente lavoro di tesi mira a disegnare l’immagine della Sicilia tramite il giornalismo e la letteratura. Si analizzerà, dopo una breve presentazione, il giornalismo d’inchiesta in Italia nel primo dopoguerra, con l’inchiesta di Tommaso Besozzi su Salvatore Giuliano; da qui muoveremo verso il giornalismo di mafia, prendendo in esame, anche, giornalisti-scrittori come Leonardo Sciascia. Ci si porterà, dunque, ad analizzare il rapporto tra giornalismo, scrittori e letteratura, esaminando articoli e romanzi sulla realtà sicula, cercando così di capire come la rappresentazione della realtà siciliana cambi a seconda del supporto di scrittura utilizzato. Si passerà poi a vagliare quanto e come queste dinamiche siano state coinvolte nel dibattito, ancora attuale, della questione meridionale.
2

Geromel, Francesco <1996&gt. "Letteratura e giornalismo - La narrazione di Ernest Hemingway e il modello italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21738.

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Streszczenie:
Il lavoro concerne l'ambito del giornalismo italiano e americano in relazione alla scrittura letteraria di Ernest Hemingway, con particolare attenzione alle differenze tecniche, formali e contenutistiche pertinenti la narrazione del reportage di guerra. Il lavoro si articola partendo dall'analisi del romanzo "Addio alle armi" e sulla presa in considerazione di alcuni esempi-modelli di articoli selezionati dall'archivio del Corriere della Sera.
3

Agostini, Riccardo <1987&gt. "Daniele Del Giudice e "la varietà di tutto il resto". Ritratto di uno scrittore tra giornalismo, letteratura e impegno civile". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19324.

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Questa tesi intende delineare un profilo generale della produzione di Daniele Del Giudice attraverso l’analisi e il confronto dei suoi diversi tavoli di lavoro. Per raggiungere lo scopo, si metteranno in evidenza i rapporti che intercorrono tra la sfera prettamente artistico-letteraria, composta dai suoi romanzi e racconti, e le sue numerose altre attività, parallele e complementari: il giornalismo, la saggistica, la critica letteraria e artistica, gli interventi di carattere socio politico, figli tutti di un impegno civile di altissimo livello che è il sottofondo costante dell'intera sua opera e della sua carriera di scrittore.
4

Brunetta, Manuela <1967&gt. "Francesco Dall'Ongaro : un giornalista rivoluzionario nel Risorgimento". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1224.

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Questo studio prende in esame la vita letteraria e politica di Francesco Dall'Ongaro che va dagli albori della sua produzione poetica al suo esilio politico, conclusosi nel 1859. Scrittore poligrafo legato al pensiero democratico di ispirazione mazziniana, l'autore sin dai suoi esordi appare muoversi sulla scorta di un'intima necessità di testimonianza civile, che gli anni di militanza a Trieste nell'ambito della rivista "La Favilla" trasformeranno in impegno politico e quindi in azione rivoluzionaria. Nel '48-'49 Dall'Ongaro è infatti tra coloro che combattono nelle guerre di liberazione nazionale e diventa cronista e poeta della rivoluzione attraverso i suoi stornelli popolari. Ne “Il Giornale del Friuli”, poi in “Fatti e Parole” e quindi nel “Monitore romano”, egli documenta i fatti guerreschi animato dall'urgenza democratica di fare informazione nonché di creare una memoria storica e politica degli eventi rivoluzionari. In esilio a Capolago è quindi tra i responsabili del movimento mazziniano dell'Elvetica, e giunto in Belgio è tra gli attivisti del circolo italiano di Bruxelles. Ed è sempre durante l'esilio che egli approfondisce gli studi in campo drammaturgico, che gli procureranno la cattedra di letteratura drammatica al suo rientro in Italia nel '59.
This study analyses the literary and political life of Francesco Dall'Ongaro, from the beginning of his poetical production to his political exile, which came to an end in 1859. A polygraph writer linked to Mazzini-inspired democratic thought, since his beginnings the author seems to obey to an inner need of civil witnessing, that the years of militancy in Trieste, in the circles of the review “La favilla”, will transform into political engagement and then into revolutionary action. In '48-'49 Dall'Ongaro is among those who fight in national liberation wars and becomes a reporter and poet of the revolution through his popular ditties. In “Il Giornale del Friuli”, then in “Fatti e parole” and finally in “Monitore romano”, he reports the war events inspired by the democratic urgency of providing information as well as creating a political and historical memory of the revolution. During his exile in Capolago, he is among the leaders of the Mazzinian movement Elvetica and, after moving to Belgium, he is among the activists of the Italian circle in Bruxelles. And it is again during the exile that Dall'Ongaro improves his dramaturgic studies which will earn him the chair in dramatic literature once back in Italy in 1859.
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Castiglioni, E. "PAOLO MURIALDI E LE PAGINE CULTURALI DEL 'GIORNO': LETTERATURA E ARTE NEL MONDO(1960-67)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172663.

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The first part of this research focuses on Paolo Murialdi as a journalist, the second one considers his cultural choices for the newspaper ‘Il Giorno’, in particular for the special weekly page Letteratura e arte nel mondo and for the monthly supplement ‘Giornolibri’. Murialdi, well known as the major historian of Italian journalism, was born in 1919 in Genoa, where he started his career at ‘Il Secolo XIX’. After the Second World War Murialdi settled in Milan and changed several editors: he worked for ‘Milano Sera’, ‘L’Avanti!’, as well as for ‘L’Umanità’ and for ‘Corriere della Sera’. In 1956 Murialdi accepted the role of editor in chief in the brand new newspaper ‘Il Giorno’. He was initially responsible for political information but, from 1960 till 1967, he also supervised cultural sections: he structured Letteratura e arte nel mondo and ‘Giornolibri’, published from 1963 to 1966. Murialdi’s special page was quite different from the traditional Italian Third page: the absence of the Elzevir, the accessible language, new cultural and critical reports and several book reviews were its main features. Thanks to young and still unknown collaborators, critics and writers, such as Pietro Citati and Alberto Arbasino, but also to historians and experts like Brunello Vigezzi, Marco Valsecchi, Enzo Forcella, Roberto De Monticelli, Pietro Bianchi and many others, Murialdi designed cultural pages concerned with literature, philosophy, history, arts and mass culture.
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Gorini, Anna. "Un’italiana scomoda. Indagine sull’opera e sul mito di Oriana Fallaci". Doctoral thesis, Università di Siena, 2022. http://hdl.handle.net/11365/1210797.

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La tesi mira a ricostruire alcuni aspetti della figura di Oriana Fallaci, oscurati dalla sua fama mondiale di personaggio mediatico, politicizzato e mitizzato. Fallaci, prima di tutto questo, è stata infatti una giornalista importante, che ha scritto moltissimo. Ѐ stata un’autrice che ha dato vita a nuovi linguaggi narrativi, e la sua è stata una figura di intellettuale che ha partecipato al dibattito culturale e sociale degli anni Settanta. Il lavoro di ricerca si è concentrato dunque sul percorso di costituzione della personalità di autrice, sulla sua trasformazione in intellettuale, e sul venir meno di tutto questo, mentre di Fallaci è pubblicamente noto il personaggio mitizzato e mediatizzato. Di fronte ai contorni oggi un po’ sfocati di Fallaci giornalista, all’origine dimenticata della sua personalità politica, per cercare di capire questa autrice l’indagine riparte dai suoi testi laddove erano nati, cioè nei giornali, per analizzarli da vicino sia in relazione al contesto di cronaca sia alla pagina, nella quale il sistema paratestuale è l’anima vitale che svela fino in fondo il senso di un pezzo giornalistico. Questo lavoro cerca di costruire un racconto di Fallaci che provi a superare l’assunto stereotipo della scrittrice straordinaria a lungo negletta, o quello della personalità eroica, ma anche il sospetto da parte di alcuni ambienti, concentrandosi su tre prospettive: gli anni di elaborazione della soggettività autoriale, il consolidamento della personalità intellettuale, la trasformazione nel mito e la mediatizzazione di quest’ultimo. Dunque, dopo il primo capitolo, dedicato alla biografia e alle opere, il secondo capitolo si sofferma sugli incontri di Fallaci con quegli scrittori che, da lei avvicinati nel corso di interviste, sono stati figure-chiave nell’evoluzione del suo rapporto con la scrittura, vissuto in modo totalizzante. In queste interviste, che sono letterarie, si stratificano la sua visione e la sua teoria narrativa, anche se dissimulate nel linguaggio e nella struttura del pezzo giornalistico destinato al grande pubblico di un periodico di attualità. Questo percorso di incontri si interseca anche con la transizione di Fallaci da giornalista-autrice a intellettuale. Nel terzo capitolo viene approfondita questa evoluzione, che coincide con la partecipazione di Fallaci al dibattito sull’aborto, nel 1975. In quell’anno Pasolini si confronta su questo tema con altri intellettuali, a partire da un celebre intervento sul Corriere della Sera. Fallaci, che è sempre in viaggio e vive per lo più negli Stati Uniti, non è riconosciuta come parte di quel campo e non si riconosce in quei linguaggi: entra tuttavia nel flusso di quel dibattito in modo dirompente con il romanzo Lettera a un bambino mai nato, che crea un nuovo spazio discorsivo per le donne e per la loro possibilità di raccontarsi. Ma “lo scrittore” Oriana Fallaci, come amava definirsi, non può essere compreso se non considerando la molteplicità dei generi in cui si è espressa, tra giornalismo e narrativa, e tenendo conto del suo vivere performativo, portatore di significati, perfino più dei testi. Cosa rimane oggi della figura di Oriana Fallaci? Oltre ai suoi scritti, soprattutto il suo personaggio, che ispira il cinema, la televisione e il teatro, come viene raccontato nella parte conclusiva di questa tesi.
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Pandimiglio, Tobia. "I piccoli spagnoli di Elena Kononenko: la formazione dell'homo sovieticus". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20417/.

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La presente ricerca analizza il libro Malen’kie ispancy (I piccoli spagnoli) di Elena Kononenko, un’opera per l’infanzia sul tema dei bambini spagnoli che descrive le vicende del primo contingente di minori evacuato in URSS nel marzo 1937 e il loro ambientamento nello stato sovietico. Secondo il nostro approccio, che scaturisce dall’insegnamento lotmaniano, abbiamo cercato di interpretare il testo nel suo contesto letterario e socio-culturale. Il primo è dato dal realismo socialista, l’arte di regime sostituitasi negli anni Trenta alla pluralità di movimenti artistici esistenti in Russia; il secondo, strettamente interrelato al primo, è costituito dalla Russia stalinista, una società totalitaria priva di qualsiasi spazio per diversità e dissenso, che si ripropone di formare una nuova generazione di perfetti comunisti. Da questo contesto emerge come l’opera di Kononenko, così come tutta la letteratura sovietica per l’infanzia, svolga funzioni didattico-formative. I bambini spagnoli vengono utilizzati come modello di comunisti ideali: il loro viaggio dalla Spagna all’URSS e la permanenza presso il campo pioneristico Artek permettono di descrivere il modello di famiglia sovietica, nonché l’importanza dell’educazione collettiva e del movimento dei Pionieri, pilastri del processo di formazione dell’homo sovieticus. Sul piano letterario, Malen’kie ispancy si rivela composto per intero da un montaggio di materiali apparsi sui giornali nei mesi precedenti, dai quali Kononenko estrapola articoli, lettere, disegni e fotografie seguendo il metodo fattografico. Tale approccio, mirante a una perfetta coincidenza tra opera d’arte e realtà, è confermato dalla mancanza di intreccio nell’opera, la cui struttura finale è il risultato dell’inglobamento del discorso fattografico, rivoluzionario in origine, da parte del sistema culturale sovietico che lo spoglia della sua originaria matrice avanguardistica per trasformarlo in un genere del socrealizm.
8

Garro', Cecilia <1994&gt. "Mele marce in redazione. La corruzione nel giornalismo cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15212.

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Streszczenie:
Il mio lavoro di ricerca si pone l’obiettivo di individuare e analizzare il fenomeno della corruzione all’interno dei mass media nella Cina contemporanea, cercando di definire se sia dovuto a un deterioramento morale o istituzionale. Partendo dalla definizione di corruzione dei media, che può suddividersi in devianza individuale, causata dalla mancanza di etica e di professionalizzazione, e devianza organizzativa, che si identifica con strategie illegali messe in atto da un’organizzazione per ottenere profitto e interessi privati, la mia tesi si è focalizza sul caso cinese, in particolare sui fatti e i dati degli ultimi trent’anni circa. Nella prima parte, da un’analisi delle riforme economiche degli anni Novanta in Cina, è emerso che il mercato ha svolto un ruolo predominante nella crescita, trasformazione e definizione del settore dei media, sia dal punto di vista strutturale e manageriale, sia per quanto riguarda i contenuti e il pubblico a cui si rivolgono. Tuttavia, la commercializzazione ha lasciato spazio alla diffusione del fenomeno della corruzione, che ha intaccato i mass media e i giornalisti ormai a livello sistemico. La mia ricerca esemplifica alcune delle attività illecite più comuni e riporta alcuni casi di corruzione che sono stati portati alla luce, spiegandone cause e conseguenze. La seconda parte è dedicata, invece, al ruolo che editori e giornalisti ricoprono all’interno di questo fenomeno e alla percezione che la popolazione cinese ha dello stesso.
9

Cortecci, Ilaria <1997&gt. "Libertà d’espressione e conformismo: uno sguardo al giornalismo contemporaneo in Giappone". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21072.

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Streszczenie:
Le tipologie e le modalità con cui si è esplica l’attività giornalistica è venuta ampiamente a modificarsi nel corso degli ultimi decenni, comportando anche il rinnovarsi di quelle domande che ruotano attorno a quale sia il ruolo che il giornalismo dovrebbe occupare all’interno di una società civile, una società democratica. Il Giappone, in quanto tale, riconosce il diritto di libertà di espressione, sebbene le relazioni che vi sono tra i mezzi mediatici e il Governo indichino piuttosto una tendenza al conformismo di informazione e all’autocensura. Il presente elaborato si propone di rispondere al quesito circa quale sia la situazione giornalistica contemporanea giapponese e quali siano i suoi rapporti con le forze politiche. Nella speranza di rispondere a tale domanda, sono state esaminate tre diverse macro-tematiche all’interno di ciascuno dei tre capitoli: il ruolo del giornalismo all’interno di una società democratica come quella giapponese, i principali mezzi di comunicazioni in Giappone e il loro rapporto con il Governo e l’opinione pubblica, e, infine, la comunicazione del rischio a livello giornalistico durante i primi tre quattro mesi di pandemia da COVID-19 nel 2020.
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Perissinotto, Lucia <1996&gt. "Per un profilo di Lia Wainstein: giornalista, linguista, scrittrice e traduttrice". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20907.

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Streszczenie:
La figura di Lia Wainstein, ancora poco conosciuta e studiata nell’ambiente letterario, viene presentata in questa tesi attraverso i suoi scritti e pubblicazioni. Un’intellettuale poliedrica, una donna risoluta e figlia del suo tempo, progressista sotto alcuni aspetti, amante della letteratura e sostenitrice del dissenso sovietico: tutta la sua persona, i suoi ideali e i suoi valori, si ritrovano in tutta la produzione che caratterizza la vita della Wainstein dagli anni ’50 del Novecento sino alla sua morte, avvenuta alla fine del medesimo secolo. I suoi studi di linguistica e la pubblicazione della tesi di dottorato, eseguita presso l’Università di Zurigo, sono stati il punto di partenza per una brillante carriera giornalistica in alcune delle più conosciute testate italiane. Dai suoi articoli, per la maggior parte pubblicati su «La Stampa» e su «La Voce Repubblicana», si nota il forte legame creato negli anni con la Russia, terra d’origine dei genitori, e con i suoi abitanti, specialmente con chi aveva il coraggio di opporsi all’oppressione del governo comunista. La grande passione per la letteratura, non solo italiana ma soprattutto europea, e la conoscenza approfondita di più lingue, sono alla base della sua attività di traduttrice, specialmente di opere russe. Da non sottovalutare nemmeno la produzione della raccolta di racconti "Viaggio in Drimonia" e del saggio "Gusci e Parole: proposta per un aggiornamento dei dizionari", in cui riemergono elementi e questioni linguistiche degli studi svizzeri, da lei reinterpretati con un originale punto di vista.

Książki na temat "Letteratura e giornalismo":

1

Papuzzi, Alberto. Letteratura e giornalismo. Roma: Laterza, 1998.

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2

Media allo specchio, giornalismo e letteratura (Conference) (2014 Florence, Italy). Media allo specchio: Letteratura e giornalismo. Caltanissetta: Salvatore Sciascia editore, 2014.

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3

Annamaria, Cavalli, red. Scritture tra letteratura italiana e giornalismo. Parma: Monte Università Parma, 2005.

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4

Marabini, Claudio. Letteratura bastarda: Giornalismo, narrativa e terza pagina. Milano: Camunia, 1995.

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5

Varni, Angelo. Il Giro d'Italia: Tra letteratura e giornalismo. Wyd. 2. Bologna: Bononia University Press, 2010.

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6

Biondi, Marino. Letteratura, giornalismo, commenti: Un diario di letture. Firenze: Società editrice fiorentina, 2018.

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7

Giglio, Raffaele. Letteratura in colonna: Letteratura e giornalismo a Napoli nel secondo Ottocento. Roma: Bulzoni, 1993.

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8

Forni, Piera. Sibilla e Rina: L'Aleramo tra giornalismo e letteratura. Firenze: Centro editoriale toscano, 2005.

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9

Serafini, Carlo. Parola di scrittore: Letteratura e giornalismo nel Novecento. Roma: Bulzoni, 2010.

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10

Serafini, Carlo. Parola di scrittore: Letteratura e giornalismo nel Novecento. Roma: Bulzoni, 2010.

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Części książek na temat "Letteratura e giornalismo":

1

Ciaravolo, Massimo. "5 • Lo sguardo urbano di Obstfelder: 1893-1900". W Libertà, gabbie, vie d’uscita Letteratura scandinava della modernità e della città: 1866-1898. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-600-8/005.

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Streszczenie:
5.1 Cielo e città, duplice orizzonte. – 5.2 La città condannata. – 5.3 Una possibilità diversa: «La sconosciuta». – 5.4 Monismo e civiltà moderna. – 5.5 Giornalismo urbano. – 5.6 Per un giudizio critico più inclusivo.
2

Ciaravolo, Massimo. "3 • La Copenaghen di Bang nei reportage e nel romanzo Stucco: 1879-1887". W Libertà, gabbie, vie d’uscita Letteratura scandinava della modernità e della città: 1866-1898. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-600-8/003.

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Streszczenie:
3.1 Giovane giornalista urbano. – 3.2 Scrivere la città in forma breve. – 3.3 Reporter dell’euforia borghese. – 3.4 Sguardo sulla miseria e senso della crisi. – 3.5 Città e teatro in osmosi: Stucco. – 3.6 Copenaghen tra oro e cenere nei reportage e nel romanzo.

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