Добірка наукової літератури з теми "Pratiche intellettuali"

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Статті в журналах з теми "Pratiche intellettuali"

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Armando, Luigi Antonello. "Secondo Giacobbi: Omogenitorialità: ideologia, pratiche, interrogativi." Ricerca Psicoanalitica 30, no. 3 (2019): 123–27. http://dx.doi.org/10.4081/rp.2019.91.

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Анотація:
Si viene affermando, non solo in Italia e soprattutto tra gli intellettuali di sinistra, un orientamento favorevole all'aspirazione delle coppie omosessuali alla genitorialità. Esso espone all'accusa di omofobia chi intenda discutere liberamente quell'aspirazione. [...]
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Vicini, Fabio. "Per una antropologia della lettura: Islam, riflessione e modernità nella comunità Suffa di Istanbul." Anuac 8, no. 2 (2019): 83–103. http://dx.doi.org/10.7340/anuac2239-625x-3819.

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Анотація:
L’articolo indaga le pratiche di lettura di un testo islamico, il Risale-i Nur, presso la comunità Suffa, una delle molte che fanno parte del movimento riformista Nur, il più influente della Turchia moderna. L’articolo si colloca in modo trasversale rispetto ai dibattiti antropologici sull’impatto che l’educazione secolare moderna e i nuovi media hanno avuto sulle pratiche educative in ambito musulmano. Laddove questi lavori si sono focalizzati sulle implicazioni che queste trasformazioni hanno avuto per la ridefinizione della autorità religiosa, il contributo si concentra sulle forme di pensiero (tefekkür) e relative visioni del mondo, o cosmologie, che sono generate in relazione alle pratiche di lettura del testo religioso in oggetto. Sebbene l’accessibilità diretta al testo da parte dei singoli individui possa ricordare, come alcuni hanno sostenuto, dinamiche simili a quelle verificatesi in Europa durante la riforma protestante, l’articolo suggerisce che una tale prospettiva rischia di occultare le linee di continuità nelle pratiche di coltivazione religiosa, così come i complessi meccanismi di trasformazione e rinnovamento interni alla tradizione islamica. Inoltre, il contributo avanza l’idea che una nuova antropologia della lettura, nell’islam come in altre tradizioni, dovrebbe essere più attenta alla natura specifica degli esercizi intellettuali che sono generati dalle pratiche di lettura.
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Mantovani, Mauro. "Un'esigenza emergente dal Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia: acquisire habitus “intellettuali, scientifici e sapienziali”." Salesianum 75, no. 2 (2013): 285–312. https://doi.org/10.63343/sf2874ua.

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Анотація:
Questo contributo esamina la valenza dello studio della filosofia nella formazione della persona umana a partire da quanto disposto dal recente Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica. In particolare si pone l’accento sulla promozione di abiti sapienziali che una buona impostazione di tale studio può avere. Per approfondire tale assunto si citano sia l’Enciclica Fides et ratio ed altri documenti ecclesiali e sia non pochi apporti provenienti da autori antichi e moderni. L’insistenza sul concetto di habitus rimanda allo sviluppo di disposizioni non solo cognitive ma anche, se non soprattutto, affettive e pratiche, che possano caratterizzare positivamente e in maniera permanente la persona umana.
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Ferrando, Anna. "Donne oltre i confini. La traduzione come percorso di emancipazione durante il fascismo." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 205–34. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa1.

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Анотація:
Č nota a tutti la definizione che Cesare Pavese, cogliendo lo spirito dell'epoca, diede degli anni Trenta come il "decennio delle traduzioni". Meno noti i protagonisti di questa massiccia operazione di mediazione culturale. O, forse, sarebbe meglio dire, le protagoniste. Molte furono infatti le donne che scelsero l'attivitŕ traduttoria: si trattava di un lavoro flessibile, ‘nascosto', che si poteva svolgere a casa, e per di piů ancillare al lavoro dell'autore, un lavoro ‘adatto' alle donne, ma che molte donne, perň, usarono per ritagliarsi uno spazio di vita pubblica, di indipendenza e di libertŕ, esercitato anche nel selezionare i testi da tradurre e nel proporli agli editori. Quando nel 1938 Ada Gobetti tradusse uno dei libri di riferimento dell'american black feminism, Their eyes were watching God della Hurston, non si trattava certo di un'operazione unicamente letteraria. Chi furono dunque le intellettuali protagoniste del "decennio delle traduzioni"? E questo processo di mediazione culturale influenzň le pratiche, gli stili di vita, le mentalitŕ delle traduttrici stesse? L'archivio privato della traduttrice Alessandra Scalero permette di circoscrivere un caso di studio emblematico delle ‘mutazioni di genere' che investirono l'industria delle traduzioni fra le due guerre.
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De Filippo, Ilaria. "Il poeta alle prese con il lavoro di composizione: Descrizioni Aristofanee." Tycho, no. 10 (December 15, 2024): 127–40. https://doi.org/10.7203/tycho.10.30555.

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Анотація:
Sin dall’ultimo trentennio del V secolo a.C. la commedia arcaica, e in particolare quella aristofanea, aveva saputo intercettare il cambiamento socio-culturale in atto in Atene: la trasformazione dell’idea di σοφία, complice l’avvento della cultura sofistica, contribuì a un più celere sviluppo di una civiltà della scrittura. Obiettivo di questo contributo è richiamare l’attenzione sulle immagini e sul lessico specifico che Aristofane impiega nelle raffigurazioni del lavoro di composizione letteraria (tra le prime di questo genere nella letteratura greca). Nella prima fase di ricerca e predisposizione dei materiali utili alla propria attività, sia i poeti drammatici sia quelli ditirambici sono descritti, per esempio, nell’atto di “raccogliere” (συλλέγειν/λαμβάνειν), da una dimensione eterea, “versetti” (ἐπύλλια, Acarnesi, v. 398) o “preludi” (ἀναβολάς, Pace, v. 830b, Uccelli, v. 1386), per poi farne oggetto della seconda fase di lavoro, quella della composizione (ποιεῖν, Acarnesi, v. 399; μελοποιεῖν, Tesmoforiazuse, v. 67): in questo modo il commediografo svilisce le nuove pratiche intellettuali come attività inconsistenti e rarefatte. Non è un caso che le opere dei letterati siano altrove ridotte da Aristofane a oggetti di poco valore, come nel caso del Telefo di Euripide, di cui Diceopoli reclama un ῥάκιον (Acarnesi, v. 415) – con verosimile assimilazione degli “stracci” a rotoli papiracei: indizio di un cambiamento di mentalità. Mutamento evidente ancor più nella descrizione artigianale del lavoro poetico di Agatone (Tesmoforiazuse, vv. 52-57a) e, successivamente, come mostra l’impiego di ἐκγράφεσθαι (Rane, v. 151), nella significativa presenza di supporti scrittori che facilitano l’ars excerpendi.
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Sbaragli, Silvia. "Editoriale." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 14 (November 29, 2023): I—IV. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.23.14.0.

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La didattica della matematica, nelle sue dimensioni di ricerca e di pratica scolastica, fin dal suo esordio come disciplina accademica ha esplorato visioni, costrutti, interpretazioni e contesti legati a campi del sapere anche in apparenza molto distanti dalla matematica; campi riguardanti altre discipline o forme di sapere più generali e trasversali. Questa scelta non è il frutto di un capriccio intellettuale o ideologico, ma un bisogno, che prende avvio dalla presa di coscienza che l’educazione in generale, e in particolare quella matematica, è un mondo nel quale convergono strade provenienti da vari mondi: quello delle scienze dell’educazione, della semiotica, della linguistica, dell’arte, del gioco, dell’ambiente ecc. Una necessità che parte dal bisogno di interpretare con diverse lenti il delicato processo di insegnamento-apprendimento della matematica.La rivista Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula non può che far parte – e lo fa con orgoglio – di questa prospettiva, accogliendo al suo interno contributi che mostrano una didattica della matematica sempre più aperta agli stimoli e agli interrogativi che le provengono sia dal mondo della ricerca sia da quello della pratica didattica, aprendosi anche ad altre prospettive e visioni. Anche il quattordicesimo numero, come altri in precedenza, mette in evidenza questa prospettiva. Continua a leggere...
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Cappello, Massimiliano. "Polemica e maldicenza: la querelle Raboni-Berardinelli." Configurazioni. Ricerche sulla poesia contemporanea 2, no. 2 (2023): 79–108. http://dx.doi.org/10.54103/2974-8070/20994.

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Анотація:
L’articolo ripercorre e analizza da una prospettiva a un tempo critica e stilistica uno dei dibattiti intellettuali occorsi alla soglia storica del 1993, individuata come data spartiacque di una «crisi della critica», e le posizioni che comunicano in merito alla teoria e alla pratica antologica. I suoi protagonisti sono Giovanni Raboni e Alfonso Berardinelli: l’oggetto del contendere (o il suo pretesto) è Per la poesia di Giorgio Manacorda (Editori Riuniti, 1993), «pamphlet panoramico, antologico e teorico». Le tappe di questa querelle sul tema dell’antologia poetica sono scandite da alcuni interventi apparsi su l’Unità e il Corriere della sera tra il 24 maggio e il 7 giugno 1993.
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Royer, Denis. "Passione: al cuore del corpo adolescente." GROUNDING, no. 1 (June 2011): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001010.

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Il contributo intende inserire nella teoria e nella pratica dell'analisi bioenergetica l'attenzione per la fase adolescenziale accanto a quella per la fase infantile dello sviluppo della personalitŕ, accogliendo i suggerimenti che provengono dall'ambito psicoanalitico, a partire dagli anni ‘80. L'autore affronta l'argomento offrendo un approccio basato sui presupposti dell'analisi bioenergetica e coglie l'occasione per suggerire interessanti linee di sviluppo per la nostra disciplina, come la definizione di "corpo adolescente". Ricollegandosi al dibattito sul rinnovamento della conoscenza e sulla "svolta affettiva" nelle neuroscienze, l'autore propone di andare oltre la definizione dell'adolescenza come ricapitolazione, per porre al centro dell'adolescenza l'intreccio dello sviluppo sessuale con lo sviluppo intellettuale, al crocevia di tale intreccio c'č la "passione" intesa come uno stato sia emotivo che intellettuale che prende forma proprio nell'adolescenza. Sia l'intelligenza che la sessualitŕ ricevono una luce nuova e il pensiero, in quest'ottica, viene affrontato bioenergeticamente come una modalitŕ dell'auto-espressione e come un evento che coinvolge tutto il corpo. Il contributo č, inoltre, ricco di esempi di come nella terapia bioenergetica di persone adulte sia importante esplorare le esperienze adolescenziali.
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Sbaragli, Silvia. "Editoriale." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 17 (May 26, 2025): i—iv. https://doi.org/10.33683/ddm.25.17.0.

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Анотація:
La rivista Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d'aula inaugura il 2025 con un numero all'insegna della varietà dei contributi, sia per il livello scolastico a cui si riferiscono, sia per tipologia di contenuti trattati. Da un lato, infatti, la fascia d'età delle ricerche e delle esperienze didattiche presentate negli articoli copre tutti gli ordini scolastici, dalla scuola dell'infanzia fino all'università. Dall'altro, i temi affrontati sono molteplici: l'uso delle tecnologie nel favorire l'apprendimento, l'analisi dei risultati di indagini standardizzate internazionali, l'attenzione all'atteggiamento in matematica, l'applicazione dell'approccio del Universal Design for Learning e altro ancora. Questa varietà testimonia un ambiente intellettuale di ricerca e lavoro sul campo estremamente frizzante e ricco di spunti, idee da sperimentare, lavori su cui poter attuare riflessioni teoriche e didattiche. Ricchezza che ci rende contenti di far parte di questa comunità. Continua a leggere...
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Pallante, Gianna. "Droit à quelle éducation en Afrique?" Salesianum 72, no. 3 (2010): 513–26. https://doi.org/10.63343/ut4270uz.

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Анотація:
Esiste una lunga storia dei diritti del bambino e quindi del diritto all’educazione. Per questo in una cultura diversa da quella in cui sono stati elaborati è lecito interrogarsi sul tipo di educazione che dovrebbe essere data a un bambino. Nell’Africa tradizionale i bambini ricevevano una formazione completa: intellettuale, morale, sessuale, religiosa, pratica per una giusta integrazione nella società. Avevano diritto a un nome, a una famiglia, ecc. È lo stesso oggi nella società africana? La scuola educa gli africani per inserirli nella loro cultura e nella cultura mondiale?
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Дисертації з теми "Pratiche intellettuali"

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CARTOCCI, MATHEUS. "Nuove pratiche di legittimazione professionale. Linguaggi e strumenti dell'architetto intellettuale." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. https://hdl.handle.net/11583/2973803.

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BIANCONI, DANIELE. "A Tessalonica nell'età dei Paleologi. Le pratiche intellettuali nel riflesso della cultura scritta." Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11573/407022.

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Renucci, Lea Annette Marie Dominique. "L'Arcadia per lettera, sociabilités épistolaires et réseaux académiques en Italie au XVIIIe siècle." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11562/1024486.

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Анотація:
Dedicata alla poesia pastorale e critica dell'esuberante stile barocco del secolo precedente, l'Arcadia è fondata il 5 ottobre 1690, su iniziativa di quattordici letterati che si frequentavano all'Accademia Reale di Cristina di Svezia e all'Accademia romana degli Infecondi. Giovan Mario Crescimbeni (1663-1728), primo custode generale dell'Arcadia, dà a questa accademia una dimensione peninsulare creando insediamenti accademici locali chiamati colonie, fondati per iniziativa individuale di accademici in vari centri urbani italiani, e più puntualmente in altre città europee, già nel 1692 ad Arezzo. L'originalità dell'Arcadia risiede nella sua capacità di stabilire una vasta rete istituzionale a livello della penisola e di unire gruppi di uomini e donne di lettere nei diversi centri urbani. Questa tesi di dottorato in storia sociale si propone di indagare come si sia costituita la rete istituzionale dell'Arcadia, di dimensione regionale e tran-statale, a partire dagli uomini e dalle donne di lettere che l'hanno formata, tra il 1690 e il 1800: in che modo l'organizzazione in rete dell’Arcadia cambia la forma "accademia"? Come si sia adattato il modello arcadico ai diversi contesti locali e in che modo alcune iniziative individuali abbiano portato alla creazione delle colonie? Come l'Arcadia permette la costituzione di "milieux intellettuali" locali proponendo di formalizzare i gruppi attraverso le colonie e un coordinamento peninsulare di eventi e produzioni accademiche? Quali effetti produce questa nuova forma accademica sulla circolazione di libri e testi? Questa tesi si propone di studiare l'Arcadia attraverso diversi approcci, dal livello locale a quello peninsulare, fino a quello europeo e globale, con le migliaia di lettere scambiate tra l'Arcadia romana e le colonie.
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Taher, Tamara. "Interrompere la catastrofe, praticare la presenza. Una costellazione decoloniale del presente palestinese." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1287864.

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Анотація:
La tesi di dottorato si interroga sui significati e sulle pratiche di decolonizzazione costruiti dai palestinesi nelle condizioni di frammentazione geografica, spaziale e politica del loro presente prodotto dalle dinamiche politico-materiali inaugurate con gli Accordi di Oslo (1993). La tesi è multidisciplinare e tenta di affrontare la domanda sulla decolonizzazione epistemologica e storico-materiale nel contesto palestinese spaziando tra riflessioni e dibattiti storiografici, antropologici, di teoria politica e sociale e di scienza politica e studi d'area. La tesi sviluppa un'ampia riflessione teorico-concettuale che intreccia approcci decoloniali, indigeni, del materialismo storico eterodosso e del post-strutturalismo. Tale analisi teorica è accompagnata dallo sviluppo di una domanda e interrogazione radicali del tema metodologico-epistemologico, che attraversano l'intero lavoro. Si elabora, nel corso della ricerca, così, una propria metodologia qualitativa, che viene impiegato sia sul piano teorico sia su quello empirico-pratico. La tesi, infatti, presenta e restituisce una riflessione anche rispetto a un campo di soggetti palestinesi con cui l'autrice si è confrontata rispetto alle loro pratiche di costruzione di conoscenza e di pratica della presenza nei loro contesti di vita dentro e fuori la Palestina.
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ABBATINO, Giuseppe. "“La Biblioteca di Babele”. Risorse intangibili e reti di pratiche nelle organizzazioni ad alta intensità di conoscenza." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/916986.

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Анотація:
La tesi riporta gli esiti della ricerca condotta nell’ambito del dottorato in “Sistemi Sociali, Organizzazione e Analisi delle Politiche Pubbliche” ed ha per obiettivo lo studio di come un´organizzazione ad alta intensità di conoscenza produce, sedimenta, utilizza, condivide, e rende disponibili le informazioni e le conoscenze che le sono necessarie. La ricerca si propone di studiare il tema attingendo al contributo di alcuni filoni di studio che negli ultimi anni hanno visto autori di estrazione teorica diversa osservare la conoscenza attraverso diverse “lenti teoriche”, così come definite in alcuni recenti interventi di ricostruzione di tali approcci (Nicolini 2009; Gherardi 2009b; Gherardi, Corradi, Verzelloni 2010). In particolare, gli approcci utilizzati sono di due tipi: da una parte quello che deriva dall'economia della conoscenza che concettualizza la conoscenza come risorsa (in cui, tra gli altri, si annoverano i lavori di autori quali Foray, Rullani, Drucker, Edvinsson, Stewart, Sanchez, nonché alcuni studi e ricerche promossi dalla Commissione Europea), dall'altra quello che proviene dagli studi sulla conoscenza come pratica e sulle pratiche di apprendimento situate nelle organizzazioni (in cui si sono cimentati, tra gli altri, autori quali Gherardi, Nicolini, Schatzki, Suchman, Hutchins, Lave, Wenger, Latour, etc). Nel lavoro viene indagata sia la conoscenza intesa come asset delle organizzazioni che può essere reso tangibile, codificato e utilizzato, secondo il primo approccio che partendo dal knowledge management arriva all’accounting degli asset intangibili e del capitale intellettuale; sia la conoscenza come processo, secondo l’ampio approccio che è possibile ricondurre alla categoria dei Practice Based Studies che intende la conoscenza come qualcosa che, oltre a essere in parte razionalizzabile e cristallizzabile in strutture, oggetti e dati, è conoscenza personale dei soggetti (Polanyi, 1966), inscindibile da essi, esito mutevole della loro partecipazione e interazione nelle pratiche. L’oggetto di studio è la conoscenza nelle organizzazioni che si caratterizzano per farne un uso intenso (per questo definite in letteratura “organizzazioni ad alta intensità di conoscenza”), che la usano sia come materia prima che viene trasformata, sia come fattore di trasformazione, sia come prodotto dei processi lavorativi (Alvesson 1993; Davenport, Prusak 1998; Drucker 1999; Rullani 2004; Butera 2008). Si tratta di organizzazioni in cui la conoscenza è fattore produttivo tout court, ed in cui conoscere è lavorare e usare conoscenza (Gherardi, Bruni 2007). Più in particolare, il lavoro di ricerca analizza il modo, in cui in tali tipologie di organizzazioni, le conoscenze individuali e organizzative si creano e sono sottoposte a meccanismi di razionalizzazione e di appropriazione, si formano le reti di pratiche e quali sono gli attori umani (e “non umani” nell´accezione di Callon 1986; Latour 2005, 2007) che le popolano, l’organizzazione usa e comunica la conoscenza che ha di sé dispiegata in numerose fonti e luoghi (persone, infrastrutture di conoscenza, procedure, dati, oggetti, testi, discorsi, pratiche). Il contesto su cui lo studio si concentra è quello delle “Higher Education Organizations”, ovvero delle organizzazioni universitarie considerate come organizzazioni ad alta intensità di conoscenza, e dunque particolarmente rappresentative dei processi di creazione, diffusione, apprendimento e sedimentazione della conoscenza. Il campo della ricerca è una Facoltà universitaria nella quale lo studio della conoscenza come risorsa e come asset è stato condotto con un approccio che si può definire hard, derivato dall’economia della conoscenza e dalle recenti teorie ed esperienze manageriali in materia, ovvero, mutuando delle categorie proposte da Cooper e Law (1995), ricorrendo ad una visione “distale” che tende a privilegiare gli aspetti “discreti”, la stabilità e la materialità, le strutture e le tassonomie. Per indagare l’aspetto della conoscenza e dell’apprendimento come pratica sociale, situata, distribuita, la Facoltà campo di indagine è stata invece studiata con un approccio soft che si avvale di metodologie di analisi qualitative, ovvero adottando una visione “prossimale” in grado di prendere in considerazione gli aspetti “continui”, l’instabilità e la mutevolezza, la dinamicità e la fluidità. Nell’elaborazione teorica e nello studio di campo si è cercato di dare risposte a domande quali: con quali visioni, approcci e metodi studiare il tema della conoscenza e delle reti attraverso cui fluisce? Come si crea e si condivide conoscenza e come avviene l’apprendimento nelle “organizzazioni ad alta intensità di conoscenza” e negli “ambienti tecnologicamente densi”? In che modo avvengono i processi di oggettivazione ed i processi di personalizzazione della conoscenza? Cosa si perde quando si codifica, standardizza e classifica la conoscenza? A tali domande ne vanno aggiunte alcune più generali di carattere epistemologico. Parafrasando l’affermazione di L. Wittgenstein (1953) “il nostro mondo coincide con il nostro linguaggio”, non c’è conoscenza al di fuori di quella che possiamo comunicare con un linguaggio, oppure riecheggiando M. Polanyi (1958, 1966) “possiamo conoscere più di quello che possiamo esprimere”? Come per “Funes el memorioso” di J.L. Borges (1956), “troppa memoria uccide la fantasia”, ovvero la conservazione e la gestione delle conoscenze già possedute da un’organizzazione penalizzano la creazione e l’innovazione? Dopo aver affrontato il tema della conoscenza nelle organizzazioni nelle sue molteplici ed in alcuni casi contrapposte accezioni teoriche, come ad esempio la concezione interazionista e sociale della conoscenza rispetto a quella cognitivista, la concezione materiale rispetto a quella processuale, il punto di vista e l’interesse economico o sociale, la ricerca ha consentito di rilevare come sul campo le prospettive sulla conoscenza proposte dai diversi filoni di studio, così come gli approcci quantitativi e qualitativi, si intrecciano e si ibridano; come la conoscenza, codificata e standardizzata in dati ed indicatori ed incorporata in infrastrutture, secondo la prospettiva che tende a privilegiare gli aspetti di razionalizzazione e sistematizzazione, e che più facilmente è avvicinabile con approcci quantitativi, si intreccia e confonde con la conoscenza tacita sfuggente alle cristallizzazioni e classificazioni ed esito della partecipazione ed interazione degli attori nelle pratiche, che non può che essere studiata se non attraverso l’integrazione con l’approccio qualitativo delle etnografie organizzative. La tesi si articola in due parti. La prima (capitoli 1, 2 e 3) pone il tema della conoscenza delle organizzazioni, definisce le organizzazioni ad alta intensità di conoscenza, riporta un approfondimento su alcuni dei principali filoni di studio che hanno affrontato il tema. Nella seconda parte (capitoli 4, 5, 6) è presentata la ricerca sul campo, condotta nell’ambito delle Higher Education Organizations, e vengono descritte le diverse manifestazioni della conoscenza in una facoltà universitaria.
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Книги з теми "Pratiche intellettuali"

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Bianconi, Daniele. Tessalonica nell'età dei paleologi: Le pratiche intellettuali nel riflesso della cultura scritta. Centre d'études byzantines néo-helléniques européenne, 2005.

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Bianconi, Daniele. Tessalonica nell'età dei Paleologi: Le pratiche intellettuali nel riflesso della cultura scritta. EHESS, Centre d'études byzantines, néo-helléniques et sud-est européennes, 2005.

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Passetti, Cristina, and Lucio Tufano, eds. Femminile e maschile nel Settecento. Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-713-9.

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Анотація:
Nel XVIII secolo il rapporto tra il femminile e il maschile assume uno speciale rilievo e si configura come un banco di prova formidabile entro il processo di costruzione dell’identità dell’individuo. Le immagini connesse al genere sono molteplici, così come articolati appaiono i processi di autorappresentazione attraverso i quali i soggetti si leggono, si raccontano e si proiettano nel proprio contesto esistenziale. Ventitré saggi appartenenti ad ambiti disciplinari diversi (storia, letteratura, filosofia, arti figurative, scienza, musica e teatro) esplorano la dialettica settecentesca tra i due principi per mezzo di approcci metodologici aggiornati e specifici. Dall’insieme delle indagini scaturisce un quadro complesso e non privo di ambiguità, nel quale le categorizzazioni risultano continuamente rinegoziate in termini sia di elaborazioni intellettuali, sia di pratiche sociali.
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D'Agostino, Renata. Impegno intellettuale e pratica della poesia in Onorio Riccio. Libreria Dante & Descartes, 2000.

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D'Agostino, Renata. Impegno intellettuale e pratica della poesia in Onofrio Riccio. Libreria Dante & Descartes, 2000.

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D'Agostino, Renata. Impegno intellettuale e pratica della poesia in Onofrio Riccio. Libreria Dante & Descartes, 2000.

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Bussetti, Francesco. Giovanni Eroli: Uomo, intellettuale, gastronomo : vita, cultura e pratiche materiali di un nobile narnese dell'Ottocento tra antico regime e modernità. CRACE, 2003.

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Impegno intellettuale e pratica della poesia in Onorio Riccio. Libreria Dante & Descartes, 2000.

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Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale: Teoria e pratica di "copia e incolla" filosofico : un clamoroso caso di clonazione libraria. Coniglio, 2011.

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Patron, A. Il nuovo diritto d'autore: Manuale teorico-pratico : Disciplina nazionale ed internazionale della tutela della proprieta intellettuale dopo la L. n. 248/20000 (Collana Serie "L"). Edizioni giuridiche Simone, 2001.

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Частини книг з теми "Pratiche intellettuali"

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Palumbo, Berardino. "Omicidi, testimoni e letterati nella Sicilia unitaria." In Studi. Società Editrice Fiorentina, 2025. https://doi.org/10.35948/sef/978-88-6032-781-9.14.

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Анотація:
In questo scritto, partendo da un episodio poco noto della vita di Luigi Capuana (il suo coinvolgimento nelle dinamiche politiche del Calatino e il suo esser stato testimone di un omicidio, insieme politico e rituale), sono interessato ad individuare la linea che, nel passaggio tra XIX e XX secolo, separava il dicibile e l’indicibile nella nascente sfera pubblica nazionale a riguardo dei rapporti tra religione, violenza, politica e stato. A partire da uno sguardo fondato su una prolungata esperienze etnografica nell’area, mi interrogo sul posizionamento di Capuana e di altri importanti intellettuali siciliani (Verga e Pitré) nei confronti di aspetti “intimi” della vita sociale, politica e devozionale dell’Isola (la conflittualità politica locale, le sue connessioni con la sfera devozionale e la diffusione della violenza fisica). Dal confronto tra le scelte narrative operate quando ci si rivolge ad un pubblico nazionale e il reale coinvolgimento di Capuana e Pitré in quelle dinamiche, sembrano emergere tattiche (o forse anche strategie) di occultamento di posture, sentimenti e pratiche ritenute poco consone per l’auto rappresentazione di “moderni” cittadini del neonato stato nazionale.
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Agius, May, Tali Heiman, Gerda Sula, et al. "Supportare L’inclusione sul Posto di Lavoro: Adattamenti Ragionevoli e Tecnologie Assistive per Individui con Disabilità Intellettuale." In Nessun Ostacolo: Strategie e Buone Pratiche per L’inserimento Lavorativo di Persone con Disabilità Intellettiva. Edições Universitárias Lusófonas, 2024. http://dx.doi.org/10.24140/nobarriers.v2.p02.05.

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Анотація:
Il presente capitolo esamina l’attuale comprensione della disabilità intellettiva (DI), considerandola dal punto di vista dei diritti sociali e umani. Nel far ciò, si pone particolare enfasi sull’importanza degli ambienti di supporto e sui punti di forza e sulle capacità dell’individuo, esplorando al contempo l’importanza critica di adattamenti ragionevoli e Tecnologie Assistive (TA), in relazione all’inclusione sul posto di lavoro. Adattamenti ragionevoli obbligatori, come richiesto dalla giurisprudenza, promuovono opportunità giuste e paritarie per tutti, migliorando così la fidelizzazione dei dipendenti, la soddisfazione sul lavoro e la produttività. Le TA, che comprendono sia applicazioni a bassa tecnologia che applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, sono di fondamentale importanza per aumentare l’indipendenza e le capacità funzionali delle persone con disabilità intellettiva. Inoltre, promuovono l’inclusione in diversi ambiti della vita, con particolare attenzione al luogo di lavoro. Ostacoli finanziari e problemi di atteggiamento sono barriere nel raggiungere un allineamento tecnologico con le esigenze individuali. La sezione conclusiva del capitolo enfatizza i modelli emergenti, gli sforzi collaborativi e la continua progressione verso un futuro in cui la forza lavoro sia più inclusiva nei confronti degli individui con DI.
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Léste, João, and Carla Sousa. "Apprendimento Analogico Basato sul Gioco per Affrontare la Sotto-Occupazione delle Persone Con Disabilità Intellettuale: Risorse e Buone Prassi." In Nessun Ostacolo: Strategie e Buone Pratiche per L’inserimento Lavorativo di Persone con Disabilità Intellettiva. Edições Universitárias Lusófonas, 2024. http://dx.doi.org/10.24140/nobarriers.v2.p02.06.

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Анотація:
In questo capitolo si delinea un’indagine sui tassi di disoccupazione generali tra le persone con disabilità (PcD), concentrandosi sugli impedimenti sistemici e sui pregiudizi sociali che precludono la loro piena partecipazione al mercato del lavoro. Si introduce poi l’apprendimento basato sul gioco (ABG) come uno dei possibili percorsi di intervento per migliorare queste disparità, in particolare per le persone con disabilità intellettive (PcDI). Gli obiettivi includono un esame critico delle attuali sfide occupazionali affrontate da queste persone, un’esposizione dell’ ABG e del suo potenziale pedagogico, e una presentazione di prove empiriche che sottolineano l’efficacia dei ABG nel coltivare competenze cruciali orientate all’occupazione. Inoltre, vengono esaminati attentamente i ruoli strumentali degli operatori di supporto nella creazione di iniziative di ABG, nell’elaborazione di strategie attuabili per le esigenze delle PcD, nell’esplorazione del terreno etico, e nell’implementazione di adattamenti ragionevoli e tecnologie assistive. Infine, si suggerisce un impegno valutativo preliminare, con giochi selezionati da parte di facilitatori pedagogici, per garantire la corrispondenza tra i requisiti di sviluppo specifici e le aspirazioni del target demografico.
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