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Dissertations / Theses on the topic 'Acciai'

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Zanellato, Michela. "Deformazione e trattamenti termici sugli acciai inossidabili." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421666.

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Abstract:
In this work the martensitic transformation in austenitic grains of the duplex stainless stills, the precipitation of chi and sigma phases into the ferritic grains after thermal aging and the carbo-azoturi growth at grain boundaries were investigated. Different types of duplex stainless steel were investigated with almost the same techniques. The analysed materials are called SAF 2101, SAF 2205, SAF 2304 and SAF 2507. The techniques used are: - an observation with optical and electronically microscope ; - the micro Vickers hardness, - the X-ray diffraction for all the stills - the corrosion tests for 2101 and 2205 - magnetic tests for 2101 and 2507. In other works, for example my degree thesis, it was seen how deformation can influenced the precipitation of α’ martensite or chi and sigma phases inside the grains . But it was seen also how the deformation causes a different orientation of both the grains that the sub grains inside the two phases . We remember that there are in literature many works that explain this transformation and that divided the martensitic transformation into two type : we can find the α’ and the ε martensite, the difference between these two martensitic types consist above all in the crystal structure; for the α’- martensitic crystals the shown structure is a c.c.c structure while for the epsilon we individuate an hexagonal structure (hcp). The martensite can appears in the investigated steel and the main problem due to this formation is for a good weldability of the material in different application. Other problems studied during this work were the secondary phases formation owing to their influence on corrosion resistence or mechanical properties. In order to well understand this, thermal treatments in the temperature range between 600°-1000°C were performed to investigate how the temperature can influence the secondary phases precipitation above all chi and sigma precipitation. In fact the presence of these two phases can lead the mechanical properties to decrease under the values that we would maintain for the material. In order to investigate the decrease of the “toughness , the Charpy instrumented ” impact test at e Trento’s University was carried out.
Il presente lavoro rientra nell’ambito del progetto di ricerca sui duplex. Si sono utilizzate le tecniche di micrografia ottica ed elettronica. Ma anche la tecnica spettrometrica ( di diffrazione ai raggi X ) e quelle di corrosione ( pitting corrosion )per l’osservazione e la caratterizzazione di campioni deformati su cui sono poi stati eseguiti anche dei trattamenti termici per verificare la precipitazione di fasi secondarie o di carbo-azoturi a bordo grano, in quantità pericolosa per le proprietà meccaniche. Ovviamente tali tecniche sono state utilizzate su diversi tipi di duplex in modo da evidenziarne il diverso comportamento. L’università di Padova , in collaborazione con quella di Trento può fornire in prima istanza una caratterizzazione micro strutturale dei diversi materiali e inoltre fornisce la resilienza dei campioni trattati attraverso prove charpy . Si è ricorso anche all’utilizzo di metodi magnetici con la collaborazione dell’università di Budapest ed in particolare del dipartimento di tecnologia meccanica e di ingegneria : “Department of Mechanical Technology and Engineering, Budapest University of Technology and Economic” in collaborazione con il del professor I.MESZAROS . Si è visto anche più da vicino l’applicazione degli effetti dovuti ai cambiamenti strutturali trattati in campo pratico, andando a vedere come influenzano la saldatura a Cominsa,in Messico (Corporacion Mexicana De Investigacion De Materiales), sotto la supervisione del dottor Arturo Reyes. Gli acciai inossidabili studiati in questo lavoro sono gli acciai poveri come il SAF 2101 e il SAF 2304 ma anche il SAF 2205 e il SAF 2507. Si è dato particolare interesse alla deformazione , che ricopre riduzioni di spessore che vanno da un 10% fino ad arrivare a grandi riduzioni 85%, in modo da evidenziare come varia la microstruttura in seguito a deformazione plastica a freddo . La deformazione è stata ottenuta laminando a freddo i diversi materiali forniti in barre con differenti riduzioni di spessore. Si è anche vista l’influenza del trattamento termico eseguito in un intervallo di temperatura compreso tra gli 600°-1000°C per tempi diversi , sia sui deformati che su campioni non deformati. Trattamenti termici vengono eseguiti sui campioni deformati per tempi soprattutto dell’ordine dei minuti per approfondire come varia la precipitazione, soprattutto di fasi secondarie, in seguito a deformazione. Questa infatti, anche in bassa quantità, ne modifica le proprietà meccaniche, le quali vanno ad influire negativamente sui diversi tipi di lavorazione a cui gli acciai vengono sottoposti per la messa in opera. Ma i trattamenti termici vengono svolti anche sul materiale di fornitura per il SAF 2507 per capire come la precipitazione di fasi secondarie, in quantità intorno all’1%, influisce sulla resilienza di tale materiale.
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Calcinelli, Luca. "Ottimizzazione del trattamento termico di acciai inossidabili martensitici per stampi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’acciaio inossidabile martensitico AISI 420 viene impiegato per la realizzazione di stampi per la formatura di materie plastiche grazie alle sue elevate proprietà di resistenza all'usura e stabilità dimensionale. Esse sono funzione del trattamento termico che esso subisce e che può compromettere proprietà meccaniche e corrosive tipiche di questo acciaio. Il presente studio prende avvio proprio da queste considerazioni e dagli esiti di alcune failure analysis su stampi per bottiglie in PET, in cui sono state evidenziate rotture per fatica innescate da pitting corrosivo con propagazione intergranulare. Nell’ambito della sperimentazione riportata si è cercato di ottimizzare il trattamento termico di bonifica in modo da massimizzare resistenza a corrosione, a fatica e resilienza pur garantendo una sufficiente stabilità dimensionale. A seguito di un approfondimento bibliografico, si è definita una microstruttura obiettivo caratterizzata dalla presenza di carburi M23C6 globulizzati ed uniformemente distribuiti nella matrice martensitica e si sono testate differenti condizioni di trattamento termico. L'esito della sperimentazione, che si è avvalsa di tecniche di microscopia ottica ed elettronica, ha indicato come trattamento ottimale quello costituito da una austenitizzazione di 30 minuti a 1020°C seguito da una tempra in azoto a 10 bar ed un ciclo di tre rinvenimenti a 250°C. La ridotta temperatura di austenitizzazione ha permesso la limitazione dei tenori di austenite residua mentre elevata velocità di raffreddamento impiegata e ridotte temperature di rinvenimento hanno permesso di evitare la precipitazione di carburi fini infragilenti e causa di sensibilizzazione. Sono state inoltre eseguite numerose analisi che hanno permesso di accertare una certa variabilità microstrutturale del materiale allo stato di fornitura evidenziando come la microstruttura di quest'ultimo sia fondamentale per ottenere l'esito desiderato dal trattamento termico.
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Neri, Matteo. "Modellazione multifisica del processo di tempra di acciai da costruzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi si è andato a generare un modello matematico multi-fisico che rappresenta il processo di tempra di un elemento geometrico a forma di disco con l’obiettivo finale di simulare il processo di tempra in stampo assistito da pressa. Modellate matematicamente le fisiche che entrano in gioco in tale trattamento termico, attraverso un programma di simulazione agli elementi finiti, si è potuto poi monitorare il comportamento termico e strutturale del pezzo soggetto a tempra. Più in particolare si è andati a monitorare la fase di raffreddamento. Si sono riportate quindi tutte le modellazioni matematiche del processo di tempra eseguite tramite programma CAE e mostrati tutti i risultati ottenuti dalla simulazione. Con questi risultati si è fatta un’attenta analisi di coerenza (di temperatura, spostamenti, tensioni). In un secondo momento si sono andati a comparare i risultati tra loro con piccole modifiche controllate dei parametri di processo, in modo da vedere la correttezza di ciò che si è andato a calcolare. Il risultato finale è stato appunto la generazione di una simulazione di processo del modello geometrico capace di simulare ipotesi reali e che garantisca quindi la riproduzione per via matematica del comportamento dei pezzi al trattamento termico di tempra.
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Mazzola, Giacomo. "Caratterizzazione microstrutturale e a fatica di acciai da utensili pallinati e intagliati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15197/.

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Abstract:
Lo scopo del presente elaborato è valutare un eventuale effetto benefico della pallinatura sulla resistenza a fatica di due acciai prodotti per metallurgia delle polveri: il K890, prodotto da Böhler e l’ASP2005, prodotto da Erasteel. Quest’attività si inserisce in un progetto volto a valutare l’idoneità di tali acciai innovativi ad essere impiegati per la realizzazione di componenti motore di moto da corsa, quali alberi a camme, in sostituzione dell’acciaio da nitrurazione GKHW, prodotto da Aubert&Duval con processo ESR (Electro slag remelting). Lo studio è stato svolto a valle di una sperimentazione condotta su provini intagliati degli stessi acciai e ha previsto: prove di fatica a flessione rotante, prove di trazione, prove di durezza, misura di tensioni residue, analisi microstrutturali e frattografiche. Sono stati testati provini in ASP2005, con durezza pari a 869 HV e in K890 di due diverse durezze, pari a 752 e 821 HV, tutti intagliati e pallinati. Entrambi i materiali hanno mostrato un effetto benefico della pallinatura sul comportamento a fatica; i risultati ottenuti sono stati impiegati al fine di valutare l’applicabilità di relazioni empiriche per la stima del coefficiente di concentrazione a fatica delle tensioni e della sensibilità all’intaglio di acciai ultra-alto resistenziali. È stato dimostrato che le relazioni tradizionali sovrastimano l’effetto dannoso dell’intaglio per questo tipo di acciaio nella condizione pallinata. È stato, inoltre, condotto uno studio per la modellazione del comportamento a fatica di provini intagliati con un coefficiente di concentrazioni delle tensione Kt=3 e in un secondo momento si è tentato di estendere il modello anche a provini con un Kt compreso fra 1 e 3. Queste analisi sperimentali sono precedute da un inquadramento generale delle funzioni e dei requisiti di un albero di distribuzione in ambito racing e da una trattazione circa i meccanismi di rottura per fatica in acciai ultra-alto resistenziali.
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Calabrese, Beniamino. "Applicazioni degli acciai inossidabili in sistemi per la produzione di energia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11107/.

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Abstract:
Questo elaborato ha lo scopo di esporre quelli che sono i vantaggi derivanti dall' utilizzo degli acciai inossidabili, specificando il tipo di componente e le ragioni della scelta, nei sistemi per la produzione di energia: dalle turbine, agli impianti nucleari, fino agli impianti che sfruttano le energie alternative (solare, eolica, geotermica, biogas). Inizialmente viene fornito un quadro generale sui differenti tipi di acciai inox (martensitici, ferritici, austenitici e duplex, con le relative proprietà, sottolineandone vantaggi e svantaggi), descrivendone anche i sistemi di designazione, con particolare attenzione alla norma AISI (American Iron and Steel Institute). Una volta messe in risalto queste caratteristiche, vengono esaminati e descritti diversi sistemi di produzione di energia in cui gli acciai inox trovano applicazione: si parte dalle turbine (idraulica, a vapore e a gas), spiegando i benefici nell'utilizzo di particolari categorie di acciai inox nella realizzazione di alcuni dei componenti per questi impianti. Vengono quindi esaminati gli impianti nucleari, partendo da quelli che utilizzano come moderatore e fluido refrigerante acqua naturale, ("PWR", Pressurized Water Reactor) e ("BWR", Boiling Water Reactor), fino a quelli che utilizzano invece acqua pesante ("CANDU", Canadian Deuterium Uranium Reactor), nonchè i reattori veloci ("FBR", Fast Breeding Reactor). Infine, vengono esaminate le applicazioni degli acciai inox, nei sistemi per la produzione di energia che, sfruttano fonti alternative (elencate in precedenza).
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Baglieri, Giulia. "Caratterizzazione a fatica con intaglio di acciai innovativi ultra-alto resistenziali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Lo scopo della presente ricerca è valutare l’idoneità dell’acciaio da utensili innovativo K890, prodotto da Böhler con metallurgia delle polveri, ad essere impiegato per la realizzazione di componenti motore di moto da corsa, quali alberi a camme e a gomiti, in sostituzione dell’acciaio da nitrurazione GKHW, prodotto da Aubert&Duval con processo ESR (Electro Slag Remelting). Lo studio è stato condotto a valle di una precedente sperimentazione condotta su provini non intagliati ed ha previsto l'esecuzione di prove di trazione e prove di fatica a flessione rotante con intaglio oltre a prove di durezza ed analisi microstrutturali e frattografiche. Sono stati testati due lotti di acciaio K890, aventi durezza di 752 e 821 HV rispettivamente. Durante i test di fatica il lotto in K890 a durezza maggiore ha mostrato un limite di fatica con intaglio superiore al GKHW nitrurato. I risultati ottenuti sui due lotti di K890 sono stati impiegati per valutare l’applicabilità di relazioni empiriche per la stima del coefficiente di concentrazione a fatica delle tensioni ad acciai ultra-alto resistenziali. E’ emerso che le relazioni più tradizionali sovrastimano l’effetto dell’intaglio per questa tipologia di acciaio. A conclusione dello studio, considerando l'esito delle stesse prove condotte sull'acciaio GKHW nitrurato attualmente in uso, si può affermare che l'acciaio K890 è un possibile candidato per la produzione di alberi in ambito racing. La disamina dei risultati sperimentali è preceduta da tre capitoli incentrati su un inquadramento teorico, derivanti da ricerche bibliografiche: il primo riporta un’introduzione al funzionamento ed alle caratteristiche degli alberi a camme e a gomiti; il secondo è relativo alle proprietà degli acciai da utensili tradizionali ed innovativi; infine il terzo riguarda una trattazione sul danneggiamento da fatica, con particolare riguardo all’effetto dell’intaglio ed alle caratteristiche del fenomeno negli acciai ultra-alto resistenziali.
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Clemente, Nicola. "Caratterizzazione microstrutturale e meccanica di rivestimenti nanostrutturati per acciai da utensile." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243091.

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Abstract:
La maggior parte dei moderni strumenti di acciaio per utensili vengono oggi rivestiti con rivestimenti duri che aumentano la durezza, diminuiscono il coefficiente di attrito e proteggere gli strumenti dall'ossidazione. I rivestimenti multi-componente,multi-strato e nano-struturati sono in grado di garantire livelli di durezza, resistenza al taglio, resistenza ad ossidazione, anche per temperature al disopra dei 650 K. Il presente lavoro mostra i risultati ottenuti nella caratterizzazione comparativa di tre rivestimenti sottili nanostrutturati innovativi, applicati su un acciaio per utensile HS600 sottoposti a cicli termici. Un primo rivestimento nano-strutturato spesso 2.6 μm di CrNNbN, un secondo rivestimento monostrato TiAlN spesso 11.7 μm, un terzo rivestimento multistrato spesso 2.9 μm più complesso e costituito da AlTiCrN. I test di ciclaggio termico hanno previsto cicli di 60 s di permanenza ad alta temperatura seguiti da permanenze per altrettanti 60 s a temperatura ambiente, e cicli di 115 s di permanenza ad alta temperatura seguiti da permanenze per soli 5 s a temperatura ambiente. Il numero totale di cicli è stato fissato in 100 con temperature nell'intervallo 573 - 1273 K. Per tutte le condizioni sperimentali testate, sono stati eseguiti test di nanodurezza, e misure di rugosità, oltre a verifiche strutturali mediante FEGSEM. Alla temperatura di 1173K il rivestimento nano-strutturato ha mostrato segni di ossidazione accompagnati da una consistente riduzione della durezza, pari ad un dimezzamento rispetto la condizione come-depositato. Al contrario il modulo elastico non subisce alcuna significativa riduzione fino alla massima temperatura testata di 1273 K. Il rivestimento multistrato ha mostrato proprietà meccaniche eccezionali, quali alta resistenza all'ossidazione e valori di durezza stabili a 20-22 GPA. La rugosità rimane inalterata per tutte le temperature testate mostrando così una adeguata stabilità dimensionale del rivestimento.
The majority of modern tools are nowadays coated with hard coatings that increase the hardness, decrease the coefficient of friction and protect the tools against oxidation. Multicomponent and nanostructured materials represent a promising class of protective hard coatings due to their enhanced mechanical and thermal oxidation properties. Surface properties modification is an effective way to improve the performances of materials subjected to thermo-mechanical stress. Three different thin hard nitrogen-rich coatings were mechanically, microstructurally, and thermally characterized: a 2.5 micron-thick CrNNbN, a 11.7 micron-thick TiAlN, and a 2.92 micron-thick AlTiCrxNy. The CrN-NbN coating main feature is the fabrication by the alternate deposition of 4nm thick-nanolayer of NewChrome. All the three coatings can reach hardness and elastic modulus in excess of 20, and 250 GPa, respectively. The here studied TiAlN is one of the latest evolution of TiAlN coatings for cutting applications, where maximum resistance to wear and oxidation are required. The AlTiCrN combines the very high wear resistance characteristic of the Crcoatings and the high thermal stability and high-temperature hardness typical of Alcontaining coatings. All the coatings were deposited on a HS600 tool steels. The coatings were subjected to two different thermal cycling tests: one for 100 thermal cycles consisting of 60 s dwelling time, respectively at the high- (573 to 1173 K) and at the roomtemperature, a second for 100 thermal cycles consisting of 115s dwelling time, at same temperatures of the first test, followed by 5s dwelling at room-temperature. The investigated coatings showed a sufficient-to-optimal thermal response in terms of stability of hardness, elastic modulus, and oxidation behavior. The temperature induced hardness and elastic modulus coating variations were measured by nanoindentation.
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Baldo, Silvia. "Innovative steels for structural and corrosion resistance applications." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422747.

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Abstract:
The attention towards innovative steels at limited cost increased significantly in the last years. The research focused mainly in the development of new high strength steels where a combination of elevated mechanical properties, good formability and weldability is required and of duplex stainless steels if high corrosion resistance and mechanical properties are demanded. The possibility to design new light components thanks to the higher strength of such steels, the substitution of expensive raw elements and the new specific production processing have permitted to achieve a global costs saving. However a deep knowledge about the critical aspects of these two classes of steels is of fundamental importance to avoid problems in service and eventually catastrophic failures. The aim of this study was to analyze the effects of metallurgical features and phase transformations on the properties of duplex stainless steels (DSS), high strength low alloy (HSLA) steels and advanced high strength dual phase (DP) steels. A detailed review on the state of art of the innovative steels considered has been carried out. The experimental work has been organized into two sections dealing with the critical aspects of duplex stainless steels and high strength steels. In the section concerning DSS, an overall study about secondary phase precipitation occurring during heat treatments of different DSS grades was performed. Then a deeper investigation on lower alloyed DSS, the so called Lean DSS, and their behavior was analyzed. In particular a relation between the morphology of intermetallics precipitation and the fracture toughness was found and compared for two Lean DSS. To reduce the costs, strong austenite phase stabilizers such as Ni are substituted with less stabilizing element as Mn, leading to a certain austenite phase (γ) instability which eventually transforms into ferromagnetic lath martensite (α') during plastic deformation. This phase transformation can potentially affect the properties of the material. Therefore the possible γ→α' evolution during cold rolling was evaluated mainly through magnetic and X-ray diffraction techniques. The second section focused on the influence of microstructure on the mechanical properties and weldability of high strength and advanced high strength steels. Fatigue behavior and weldability are of extreme importance in these two types of steels, especially if designed for structural automotive applications. Hence the role of microllaoying elements and thermo-mechanical processing on fatigue properties and fracture was revealed for different micro-alloyied HSLA steels, whereas the influence of braze-welding parameters on microstructural and mechanical properties was highlighted in a DP steel.
Nel corso degli ultimi anni la ricerca si è focalizzata sulla messa a punto di acciai innovativi a costo contenuto. Grande interesse è stato posto sullo sviluppo di nuovi acciai alto resistenziali in grado di avere una buona combinazione di elevate proprietà meccaniche, formabilità e saldabilità, e sullo sviluppo di acciai inossidabili bifasici nelle applicazioni richiedenti alta resistenza a corrosione e proprietà meccaniche. Inoltre la possibilità di progettare con materiali più leggeri, grazie all’elevata resistenza meccanica che presentano, il risparmio dovuto alla sostituzione di elementi costosi e all’utilizzo di nuovi processi produttivi hanno permesso una riduzione globale dei costi. Al fine di evitare problemi in esercizio con eventuali rotture catastrofiche si è resa necessaria una approfondita conoscenza degli aspetti critici di queste tipologie di acciai di ultima generazione, considerato il potenziale ampio utilizzo di tali materiali anche in applicazioni di uso comune. L’obiettivo di questa tesi è di analizzare gli effetti da un punto di vista metallurgico sulle proprietà principali caratterizzanti gli acciai inossidabili Duplex (DSS), gli acciai basso legati ad alto limite di snervamento (HSLA) e gli acciai alto resistenziali avanzati Dual Phase. Per una maggiore completezza della ricerca e una migliore interpretazione dei risultati ottenuti nello studio sperimentale è stata condotta una dettagliata ricerca bibliografica sullo stato dell’arte delle categorie di acciai considerati. Il lavoro sperimentale è stato diviso in due parti nelle quali sono stati messi in luce gli aspetti critici degli acciai inossidabili duplex e degli acciai alto resistenziali. La sezione riguardante gli acciai inossidabili duplex comprende uno studio completo sui fenomeni di precipitazione di fasi secondarie che hanno luogo durante trattamento termico di diverse tipologie di tali acciai. In una fase successiva lo studio si è concentrato sui cosiddetti “Lean” Duplex, caratterizzati da un minore contenuto di elementi in lega. In particolare è stata rilevata una certa relazione tra la presenza e distribuzione di fasi infragilenti e le proprietà di tenacità di due acciai inossidabili “Lean” Duplex. Negli acciai “Lean” Duplex il contenuto di elementi costosi e volatili quali il Ni è ridotto per mantenere contenuto il loro costo. Il Ni viene sostituito principalmente dal Mn, avente tuttavia un minore potere stabilizzante nei confronti della fase austenitica (γ), che potenzialmente può evolvere in “lath” martensite ferromagnetica (α') con la deformazione a freddo. L’introduzione di questa nuova fase nel materiale può indurre cambiamenti nelle proprietà del materiale stesso. Pertanto la possibile trasformazione γ→α' in seguito a laminazione a freddo è stata valutata mediante misure magnetica e diffrazione a raggi X. La seconda parte del lavoro è stata incentrata sull’influenza della microstruttura sulle proprietà meccaniche e di saldabilità di acciai alto resistenziali. Le proprietà a fatica e la saldabilità sono di estrema importanza in questa classe di acciai, specialmente se destinati ad applicazioni nel campo auto motive. È stato quindi analizzato il ruolo che gli elementi microalliganti e gli specifici trattamenti termo meccanici rivestono sulle proprietà a fatica e sul relativo meccanismo di frattura in diverse tipologie di acciai HSLA. Inoltre sono stati valutati gli effetti della variazione dei parametri di saldobrasatura sulle proprietà microstrutturali e meccaniche di un acciaio DP.
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Gambi, Martina. "Criteri di selezione e sistemi di protezione per acciai utilizzati in filtropresse." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
I principali campi di applicazione dell’azienda Aqseptence Group s.r.l. sono il settore minerario e industriale. Nel settore minerario la corrosione è principalmente dovuta ai cloruri; nel settore industriale, invece, acidi e basi forti sono le principali cause di corrosione. I componenti strutturali delle filtropresse realizzate dall’azienda sono realizzati in acciaio al carbonio verniciato; invece, tubazioni e canotti in acciaio verniciato, in acciaio AISI 304, AISI 316, SAF 2205 o SAF 2507. Per realizzare una selezione corretta del tipo di acciaio inossidabile in funzione delle variabili ambientali che maggiormente influenzano la corrosione (temperatura e concentrazione della sostanza) è stato eseguito uno studio della letteratura specifica con l’obiettivo di redigere tabelle di resistenza a corrosione. Per capire quale sia il ciclo di verniciatura più idoneo per i campioni in acciaio S235 sono state fatte due serie di misure: immersione in soluzioni acquose al 10% w/w di acido solforico, fosforico, cloridrico e al 5% w/w di soda caustica secondo ISO 2812-1 ed esposizione in nebbia salina secondo ISO 9227. Infine, i cicli di verniciatura sono stati confrontati mediante un’analisi economica e ambientale. Si deduce che per gli acciai inossidabili la sostanza più corrosiva è l’acido cloridrico, poiché è un acido che non consente la ripassivazione in caso di corrosione; mentre per gli acciai verniciati l’acido solforico è quello che provoca i maggiori danni. Inoltre, le vernici a base solvente presentano prestazioni migliori e costi inferiori rispetto alle vernici a base acqua, confermando anche i dati di letteratura. Dall’analisi ambientale emerge però una riduzione delle emissioni di composti organici volatili se si utilizzano le vernici a base acqua. A seconda dell’aggressività dell’ambiente con cui l’acciaio inossidabile o al carbonio verniciato si trovano a contatto, si dovranno pertanto scegliere soluzioni diverse.
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Stefano, Edoardo. "Caratterizzazione e studio della durabilità di malte geopolimeriche come rivestimento protettivo per acciai." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La necessità di ridurre le emissioni di diossido di carbonio ed altri inquinanti ambientali, considerando la grande quantità di rifiuti presenti nelle discariche e l’impoverimento delle risorse naturali, ha portato l’industria e la ricerca sui materiali da costruzione allo studio ed allo sviluppo di materiali sostenibili. In questo contesto hanno suscitato un crescente interesse i geopolimeri, materiali inorganici ad attivazione alcalina, prodotti dalla reazione di precursori alluminosilicatici con una soluzione alcalina attivatrice. Questi materiali sono ottenuti da una materia prima naturale o derivante da scarti industriali, mediante un processo produttivo e di consolidamento poco impattante, che avviene a temperatura ambiente o leggermente superiore (20≤T≤100°C). Tra le varie applicazioni, nel settore delle costruzioni possono essere utilizzati come leganti idraulici in grado di offrire caratteristiche prestazionali paragonabili o superiori al cemento Portland ordinario, responsabile del 5-8% delle emissioni antropogeniche di CO2. Nel presente lavoro di tesi sono state realizzate tre differenti malte geopolimeriche a base di ceneri volanti, sottoprodotto derivante dalle centrali elettriche a carbone, mediante un processo di formatura e stagionatura a temperatura ambiente, per valutarne la durabilità come rivestimento protettivo nei confronti della corrosione per acciai da costruzione, in funzione dell’aggregato utilizzato. Attraverso prove di caratterizzazione fisica ed indagini microstrutturali ed elettrochimiche, si è valutata l’influenza che hanno avuto i diversi aggregati sulla struttura dei rivestimenti geopolimerici e sul comportamento a corrosione dei rispettivi supporti in acciaio, in condizioni di esposizione ai cloruri. I risultati ottenuti hanno evidenziato un ottimo comportamento all'attacco corrosivo delle malte geopolimeriche a base di ceneri volanti con sabbia silicea, in grado di limitare l’ingresso e la diffusione dei cloruri nel materiale.
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Cestone, Lorenzo. "Analisi della profondità efficace di trattamento di processi di tempra laser di acciai." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22457/.

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Abstract:
Questo documento descrive la risposta del materiale sottoposto ad irraggiamento laser ai fini di aumentarne la durezza superficiale. Il riscaldamento alla temperatura di austenitizzazione seguito dal raffreddamento rapido causano cambiamenti microstrutturali nei materiali, che influenzano l'aumento della durezza. Obiettivo dell’elaborato sarà trovare delle correlazioni tra i parametri con i quali sono stati svolti i trattamenti di tempra e i risultati raggiunti in termini di durezze massime, profondità efficacemente temprate ed estensione delle zone temprate. Il materiale sottoposto a trattamento è l’acciaio da bonifica 42CrMo4 che verrà descritto nell’elaborato per apprezzarne proprietà e campi di applicazione. Il piano prove elaborato comprende 32 esecuzioni diversificate l’una dalle altre per la velocità di passata, la dimensione spot nella direzione di avanzamento e la temperatura limite di modulazione della potenza del fascio laser. La variazione di questi parametri di lavorazione avrà riscontro nelle caratteristiche del pezzo temprato sia in termini microstrutturali dal punto di vista metallurgico che meccanici. La correlazione tra parametri e caratteristiche del pezzo temprato risulta di notevole interesse in campo industriale per stabilire i parametri di tempra in funzione del risultato che si vorrà ottenere sul componente in relazione al suo futuro campo di impiego. Dal seguente studio si evincono i dati per effettuare delle tempre superficiali limitando notevolmente le distorsioni dei componenti rispetto ai metodi tradizionali e quelli per effettuare trattamenti di tempra più in profondità fino ad un massimo di circa 3 mm. In un secondo momento queste sperimentazioni saranno applicate per il trattamento di un componente di interesse industriale.
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Parmeggiani, Lorenzo. "Caratterizzazione meccanica e microstrutturale di acciai sinterizzati realizzati con polveri prive di nichel." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Attualmente, la maggior parte dei componenti meccanici in acciaio realizzati tramite metallurgia delle polveri utilizza polveri contenti nichel carbonile. Le polveri al nickel permettono di ottenere componenti con eccellenti proprietà di densità, tenacia e resistenza a fatica. Il nickel è però un elemento costoso e soggetto ad alte fluttuazioni di prezzo oltre ad essere cancerogeno, tanto che la sua manipolazione richiede l’implementazione di rigidi protocolli di sicurezza per la salute. I produttori di polveri, per tali ragioni, hanno messo a punto nuove formulazioni di polveri prive di nickel. L’utilizzo diffuso di queste è però frenato dalla mancanza di dati esaustivi sulle loro proprietà meccaniche e di esempi di applicazioni di successo nella produzione di componenti ad elevate prestazioni. Il progetto di ricerca NEWMAN, all’interno del quale si è sviluppata l’attività di tesi, punta ad incentivare l’utilizzo delle polveri prive di nickel. Per tale ragione sono state selezionate tre polveri diverse senza nichel: Astaloy 85Mo + 0.25C, Astaloy CrA + 0.25C and Astaloy CrA + 0.6C per valutarne il possibile utilizzo in sostituzione delle polveri con nichel. Con queste sono stati realizzati campioni che, dopo trattamento termico, sono stati caratterizzati. La caratterizzazione ha incluso, oltre a misure di densità e analisi microstrutturali, una completa caratterizzazione meccanica con prove di trazione, fatica, impatto e tribologiche. I risultati provano che le polveri prive di nickel, se accompagnate da una corretta ottimizzazione di processo e trattamento termico, possono sostituire le polveri contenenti Nichel o acciai tradizionali per la produzione di componenti ad alte prestazioni.
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Carosi, Daniele. "Modellazione di cicli d'isteresi e dell'effetto magnetomeccanico di acciai Fe-Si per applicazioni in motori elettrici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Scopo del presente lavoro di tesi è stato quello di studiare la variazione della magnetizzazione degli acciai che compongono i pacchi rotorici e statorici di un motore elettrico quando sono sottoposti a una tensione imposta esterna, o presentano tensioni residue derivanti dalle lavorazioni di laminazione. Questo è stato fatto attraverso l’uso del software di calcolo Matlab e di modelli e parametri ricavati dalla letteratura per la simulazione di: curva di magnetizzazione anisteretica, curva di prima magnetizzazione, ciclo di isteresi ed effetto magnetomeccanico. In seguito alla validazione delle function, scritte in Matlab, mediante confronto con i dati di letteratura, è stata eseguita una simulazione del comportamento magnetico e magnetomeccanico di materiali di produzione industriale, in particolare acciai Fe-Si. I dati dalle simulazioni sono risultati in completo accordo con quelli sperimentali. L’implementazione di questo modello pone quindi le basi per un futuro studio del comportamento dei materiali magnetici per la realizzazione di motori elettrici in funzione dei parametri di produzione e condizioni di utilizzo.
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MARCASSOLI, Paolo. "Modello per la previsione della velocità di corrosione degli acciai al carbonio in acque dolci." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/614.

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Berardi, Marco. "Saldatura di acciai alto-resistenziali: confronto tra processo laser autogeno e tecnologia a deposizione diretta di polvere." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Nel seguente lavoro di tesi sono stati ricercati i parametri di processo per la realizzazione di un giunto saldato su lamiere di acciai alto-resistenziali (AHSS) martensitici, mediante una sorgente Laser in continuo ad alta potenza. In particolare, è stato realizzato un confronto tra un processo di saldatura Laser convenzionale, il quale sfrutta l’elevata densità di energia del fascio laser senza l’impiego di materiale d’apporto ed un processo che invece utilizza del materiale d’apporto. Nel primo caso, lo studio si è incentrato sulla definizione dei parametri di processo in grado di poter realizzare un giunto di profondità pari allo spessore della lamiera ed esente dai principali difetti di saldatura come ad esempio può essere la presenza di porosità. Nel secondo caso, il materiale è stato depositato sotto forma di polvere metallica utilizzando un’applicazione particolare della tecnologia laser, normalmente non associata alle operazioni di saldatura massive: il cladding (o riporto) e, più nello specifico, mediante quella che viene identificata come operazione a deposizione diretta di polvere, o Direct Laser Deposition (DLD). In questo lavoro di tesi, tale tecnologia è stata sperimentata per la realizzazione di giunti saldati, analogamente alle operazioni di saldatura con materiale d’apporto nelle tecnologie di saldatura tradizionali. In particolare, attraverso un leggero scostamento tra le lamiere o delle piccole cianfrinature a “V”, in aggiunta all’elevato apporto energetico del fascio laser, è stato possibile riempire il giunto con la polvere metallica e dunque realizzare la giunzione. Nel caso in esame la polvere metallica è in acciaio inox austenitico, AISI 316L, caratterizzato quindi da proprietà anticorrosive piuttosto che alto-resistenziali come quelle del materiale base. Dunque, pur avendo caratteristiche differenti dal materiale base, questo può essere trattato come un riporto affine poiché entrambi risultano essere degli acciai.
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Michinelli, Matteo. "Analisi dei flussi per la riprogettazione del layout e delle risorse produttive: il caso S.E.F.A Acciai Srl." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16550/.

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Abstract:
Il progetto svolto ha portato al dimensionamento del sistema di stoccaggio che permette di fare fronte ai nuovi livelli di giacenza previsti e alla determinazione delle risorse produttive necessarie per soddisfare i nuovi obiettivi di vendita. Dopo aver effettuato un'analisi del sistema di trasporto e aver ricavato i cicli di lavoro è stata fatta l'analisi dei flussi dello stabilimento odierno del quale sono stati calcolati i KPI e i costi di trasporto. I valori ottenuti sono stati confrontati con quelli di altre riconfigurazioni in ottica di migliorare il flusso produttivo, lo sfruttamento delle aree e minimizzare i costi di trasporto.
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Trivellin, Fabio <1988&gt. "Un primo approccio alla tutela e salvaguardia dell'automobilismo storico: caratterizzazione di acciai provenienti da vetture del museo Alfa Romeo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5090.

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Abstract:
Quella che un tempo era passione per le auto d’epoca oggi si appresta a diventare anche un investimento, visto e considerato il trend in salita delle quotazioni. Sulla scia di questi interessi economici inizia discretamente a fiorire il mercato del falso: veicoli ricostruiti da zero o utilizzando parti di altre vetture d’epoca meno “redditizie”. Dal punto di vista scientifico però il settore risulta ancora poco esplorato, come dimostra anche la scarsità di documentazione bibliografica. In collaborazione con il Museo Storico Alfa Romeo di Arese e diverse aziende del territorio ci si è qui approcciati ad uno studio elementare di acciaio ed alluminio, utilizzati rispettivamente per chassis e carrozzeria delle auto. I campioni sono stati indagati tramite strumentazione portatile X-Ray Fluorescence (handheld portable XRF), Inductively Coupled Plasma – Mass Spectrometry (ICP-MS), Carbon/Sulfur Analyzer (C-S) e Microscopia Ottica (MO). Lo studio incrociato dell’evoluzione delle tecniche produttive dell’acciaio nel corso del secolo scorso e la determinazione della composizione elementare della lega ci permette di operare dei confronti tra acciai odierni, o comunque più recenti, utilizzati negli scatolati del telaio ed acciai “antichi” utilizzati negli autotelai delle auto d’epoca.
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Fabris, Riccardo. "Studio della resistenza a corrosione in ambiente alcalino di leghe metalliche per l'industria meccanica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Molto spesso negli impianti industriali vengono impiegate soluzioni di natura alcalina quali fluidi refrigeranti o detergenti necessari per il loro corretto funzionamento o per la produzione del prodotto finito. Il progettista meccanico tende a focalizzarsi sulle prestazioni fisico-meccaniche dei materiali metallici, trascurando però gli aspetti che riguardano la durabilità e quindi la corrosione. In questo caso la progettazione può portare allo sviluppo di prodotti e/o macchinari e/o impianti che possono necessitare di interventi di manutenzione straordinaria per mantenere il loro corretto uso/funzionamento. In questa tesi si è studiato il comportamento a corrosione di diverse tipologie di leghe di alluminio (Al 5083, Al 6082, Al 7075) con e senza trattamenti di anodizzazione, di acciai al carbonio (C40) e inossidabili (AISI 304), di ottoni non rivestiti e nichelati. Sono state condotte misure elettrochimiche in ambienti a diversi pH, che hanno permesso una valutazione sia dal punto di vista termodinamico (attraverso la misura del potenziale di libera corrosione, Ecor), sia dal punto di vista cinetico (attraverso misure di polarizzazione anodica per individuare la densità di corrente di corrosione (icor). Sono state inoltre costruite delle scale di corrosione galvanica nei diversi ambienti di prova così da valutare eventuali accoppiamenti tra le leghe che minimizzino la tendenza alla corrosione.
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Lavalle, Francesco. "Caratterizzazione tribologica e microstrutturale di acciai sottoposti a trattamenti duplex (trattamenti termochimici di diffusione seguiti da deposizione di rivestimenti in carbonio amorfo DLC)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7625/.

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Abstract:
Lo studio condotto in questa tesi ha lo scopo di esplorare possibili soluzioni alternative per aumentare la vita in esercizio di componenti per un contatto tribologico da strisciamento in motori idraulici. In particolare, per limitare l’usura e ridurre l’attrito fra i corpi a contatto, è stata presa in considerazione la deposizione di rivestimenti in carbonio amorfo idrogenato, appartenenti alla famiglia dei rivestimenti DLC (Diamond-Like Carbon), prodotti con tecnologia PACVD (Plasma Assisted Chemical Vapour Deposition), grazie alla collaborazione con la ditta STS srl presso la quale sono state prodotte ed in parte caratterizzate diverse tipologie di strati sottili a base carbonio-carbonio. Questa scelta è stata motivata dal fatto che i rivestimenti DLC combinano basso attrito ed alta resistenza ad usura, dato che l’elevata durezza (e resistenza ad usura) è data dalla presenza di un’elevata frazione di C ibridati sp3 (con struttura simil-diamante) fra loro interconnessi, mentre la tendenza al basso attrito contro la maggior parte degli antagonisti deriva dalla struttura lamellare (quindi a basso sforzo di taglio), tipica del C sp2 (simil-grafite), che permette lo scorrimento fra i piani basali. Nel corso del presente lavoro sono quindi stati presi in esame due gruppi di rivestimenti DLC, differenziati in base alla tipologia di interstrato impiegato per moderare le tensioni residue e migliorare l’adesione (CrN singolo strato o WC/C multistrato), depositati su acciaio 20MnV6 sottoposto preliminarmente a cementazione gassosa per ottenere una adeguata capacità di supporto del carico. Gli strati in esame sono stati caratterizzati dal punto di vista microstrutturale e meccanico (con prove sia di adesione e con prove di nanoindentazione). Successivamente, i materiali rivestiti sono stati sottoposti a prove tribologiche di laboratorio (block-on-ring) in condizioni di strisciamento non lubrificato, per effettuare una valutazione comparativa fra i rivestimenti ed identificare i meccanismi di usura prevalenti nelle diverse coppie tribologiche.
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MEDDA, ANDREA. "Sviluppo e calibrazione di modelli di danneggiamento plastico duttile in acciai strutturali per tubi da pipeline per il trasporto di gas e petrolio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2008. http://hdl.handle.net/11584/266031.

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Abstract:
Come dice il Professor J. Lêmaitre, “L’endommagement, comme le diable,invisible mais redoutable” ovvero “Il danneggiamento, come il diavolo, è invisibile ma temibile”. In questa massima è racchiuso l’approccio che il progettista meccanico e lo studioso di meccanica dei materiali ha sempre avuto, anche inconsapevolmente, con questo fenomeno così sfuggente alla misura ma allo stesso tempo sempre presente nella vita di tutti i materiali di uso industriale. Sebbene non esista una definizione quantitativa unanimente accettata del danneggiamento, tutti gli studiosi sono concordi nell’affermare che esso si manifesta attraverso la formazione in seno al continuo del materiale di una serie di discontinuità di interfaccia per ciò che riguarda le micro-fissure,oppure di discontinutà di volume per le micro-cavità o micro-vuoti. Si tratta dunque di un processo reologico molto diverso dalla deformazione, benché le cause iniziali dei due fenomeni siano identiche: movimenti intermolecolari nei materiali organici, micro-decoesioni nei minerali. Il danneggiamento in particolare presenta un carattere di irreversibilità molto pronunciata: infatti persino i trattamenti termo-meccanici non fanno sparire che molto parzialmente i difetti creatisi. La rottura macroscopica è stata studiata da molto tempo. Già Leonardo da Vinci nel XVI secolo si preoccupava di caratterizzare la rottura con l’aiuto di grandezze meccaniche (il carico, la sezione resistente). Seppure molti criteri di rottura siano stati proposti nel corso degli ultimi secoli (Coulomb, Rankine, Tresca, Von Mises, Mohr, Caquot...), solo di recente ci si è cominciati a preoccupare degli effetti del progressivo deterioramento dei materiali che ne precede la rottura. Solamente nel 1958 Katchanov pubblicava la sua prima memoria che coniava una variabile continua di danneggiamento nell’ambito dell’evoluzione delle grandezze visco-plastiche dei materiali sollecitati a temperature medie e alte, gettando di fatto le basi per lo studio del danneggiamento. In seguito in diverse nazioni (Francia,Regno Unito, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Giappone) molti studiosi appassionati hanno continuato questo lavoro di indagine sperimentale ancor oggi in continuo sviluppo per quel che riguarda l’identificazione sperimentale dei parametri caratteristici dei materiali. Tuttavia oggi solo alcuni modelli di danneggiamento hanno raggiunto un grado di completezza tale da poter essere proposti per la previsione delle condizioni di esercizio di opere ingegneristiche destinate alla produzione industriale. Nondimeno rimane ancora un vuoto da colmare per poter ritenere i modelli di danneggiamento affidabili. Difatti, come per molti altri modelli, una delle maggiori difficoltà riguarda l’identificazione dei parametri caratteristici, ovvero di quelle grandezze numeriche che, caratterizzando un materiale o un processo, servono a rendere affidabili le previsioni di comportamento fornite dai modelli stessi. Tenendo presenti le premesse fatte, nel presente lavoro ci si propone di scegliere un modello di danneggiamento (tra quelli riconosciuti validi dalla comunità scientifica), di implementarlo in un software commerciale di calcolo agli elementi finiti, già ampiamente utilizzato e ritenuto affidabile da una vasta comunità di progettisti e dall’industria (MSC Marc per motivi di partnership), e di delineare una tecnica sperimentale di identificazione dei parametri del modello. Il problema industriale a cui si vuol iniziare a dare una risposta finalmente è quello di prevedere l’affidabilità in esercizio di materiali i quali durante la lavorazione e la messa in opera sono stati sottoposti ad una serie di grandi deformazioni plastiche. In particolare ci si vuole occupare di tubi in acciaio da impiegare nella costruzione di gasdotti ed oleodotti. Infatti la tecnica costruttiva di queste opere prevede una serie di grandi deformazioni a cui sottoporre i tubi durante il loro collegamento (per formare le cosiddette pipes) ed infine, in particolar modo, durante la loro messa in opera. Specialmente la tecnica cosiddetta del reeling per la posa di tubazioni sottomarine (off-shore) sottopone i materiali a un numero di grandi deformazioni plastiche.
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Saltalippi, Matteo. "Frames of class struggle : an ethnography about local labour and global capitalism during the 'ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni' steel plant strike in Terni, Central Italy." Thesis, Goldsmiths College (University of London), 2018. http://research.gold.ac.uk/24091/.

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Abstract:
This thesis, which focuses on a prolonged period of unrest that took place at the TK-AST Terni steelworks in Central Italy in 2014 and addresses the ways in which labour activism contributes to the articulation of working class self-identification and consciousness. The thesis draws on anthropological approaches to class in a context of historical change that requires the Terni workers to engage in multiple and contradictory relations with local and global capital and with political entities. The thesis shows how contemporary labour struggles incorporate coercion and solidarity and demonstrates that the strike is reassessed as the main instrument of protest, while the Terni steelworkers’ political agency fails to resonate with traditional repertoires of class struggle transmitted through memories and narratives about a glorious past. Through visual ethnographic methods, the thesis explores the steelworkers’ engagement with their current possibilities: film and text draw on and illustrate the Terni workers’ search for visibility for their cause and show how the fragmentation underpinning the organisation of production is reflected in the different ways that contractors and blue and white-collar workers engage with the struggle, thus undermining the emergence of a united front. The thesis considers how new configurations and geographies of power undermine the pivotal role of local trade unionists and shape the demands of workers and the innovative forms of struggle they adopt to ensure media visibility. This leads to a proliferation of new forms of struggle that reflect the fragmentation of the Terni labour force even while they are pursuing the shared aim of safeguarding the future of the plant and the town. By analysing workers while they are stepping outside the boundary of the protected sphere of production and occupying public space, thereby transforming the economic struggle into a political one, the thesis demonstrates that the working class has not disappeared and highlights its relevance in the present socioeconomic landscape.
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Guidi, Maria Luisa. "Caratterizzazione microstrutturale e meccanica di un acciaio da utensili a caldo processato tramite Selective Laser Melting in diverse condizioni di trattamento termico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
I processi di Additive Manufacturing, che consentono di realizzare componenti in maniera additiva, hanno recentemente vissuto un crescente sviluppo e interesse applicativo in molti settori, fra cui quello dell’automotive.Tra questi, il processo di Selective Laser Melting, ossia di fusione selettiva di un letto di polveri metalliche mediante un fascio laser, di acciai da utensili a caldo è al momento oggetto di ricerca e interesse per via del possibile impiego nel campo strutturale. Il presente elaborato di tesi riguarda la caratterizzazione microstrutturale e meccanica dell’acciaio da utensili a caldo Bӧhler W360 AMPO, prodotto mediante Selective Laser Melting. Lo studio si colloca all’interno di una campagna di ricerca volta a studiare materiali e processi innovativi e valutare l’utilizzo di acciai da utensili per la realizzazione di elementi strutturali. L’acciaio in esame è stato studiato in diverse condizioni di trattamento termico eseguito dopo il processo produttivo. In particolare, è stato valutato un trattamento di distensione e due trattamenti di tempra e rinvenimenti multipli, caratterizzati da diverse temperature di trattamento e dalla presenza o meno di un trattamento sottozero. La caratterizzazione meccanica è stata eseguita mediante prove di durezza e trazione e l’analisi frattografica delle superfici di frattura. La caratterizzazione microstrutturale ha invece previsto la misura della densità del materiale, attraverso diverse tecniche, la caratterizzazione del contenuto di difetti e l’osservazione della microstruttura del materiale nelle diverse condizioni di trattamento termico considerate. Tutti i risultati relativi alle proprietà meccaniche e alle caratteristiche microstrutturali sono stati confrontati con quelli dell’acciaio Bӧhler W360, caratterizzato dalla medesima composizione chimica ma prodotto mediante processo convenzionale, studiato durante sperimentazioni precedenti.
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Magarelli, Michele. "Studio della modellazione multifisica del processo di tempra in stampo per la previsione delle distorsioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Lo studio condotto nell'elaborato è stato incentrato sull'analisi delle distorsioni, in particolare, delle variazioni dimensionali indotte dal ciclo di cementazione e tempra in stampo su geometrie cilindriche cave a diametro interno crescente in 18NiCrMo5 e 20MnCr5, utilizzando il codice di calcolo agli elementi finiti COMSOL Multiphysics. I risultati ottenuti dalla modellazione multifisica del processo sono stati confrontati con i risultati sperimentali allo scopo di valutare la bontà del modello matematico e di discutere le variabili sulle quali intervenire per avvicinare i valori
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Basoni, Jacopo. "Ricerca e sviluppo su problematiche metallurgiche e di saldabilità per i prodotti di De Pretto Industrie e FOC Ciscato." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423907.

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Abstract:
Currently the whole Italian industry suffers the competition from emerging markets. All the social partners realized that our low-tech products and know-how are unlikely to be competitive in comparison with those produced at lower cost in other emerging countries. Historically, the Italian metalworking and mechanical engineering industry, and in particular the construction sector as complex welded pressure vessels, large structures for civil and shipbuilding, is considered among the best and the most famous in the world, this is because our products are recognized as being of excellent overall quality, with a touch of design and typical Italian good taste, which is difficult to reproduce or to copy. We still have many customers who come to the metalworking and mechanical engineering companies to buy Italian welded because in this way they have reasonable assurance that your product has the quality standards required by international standards and their internal specifications. At this point, it becomes essential that the national metalworking and mechanical engineering industry points to increase its know-how and to develop new technologies and products which are higher than those already on the market. In this context it should be framed this "Doctoral thesis" that documents a part of the enormous economic effort and resources in research and development expenses that a typical Italian company has made in order to demonstrate to its customers to have technological knowledge and production capacity at the spearhead which can guarantee them a finished product with quality, better technology and more advanced than those that could be found somewhere else. The company to which you refer is the De Pretto Industrie in Schio, near Vicenza, in what once was called by many the heart of the Italian metalworking and mechanical engineering industry, and their group company forging master FOC Ciscato. With this background, the idea of Doctoral Thesis proposed which describes the research and development of metallurgical problems and weldability for products of De Pretto Industrie and FOC Ciscato. Realized during the three years of the PhD and developed, in collaboration with the University of Padova, within the normal industrial production of the Companies to which I belong; and that for their innovative aspects were considered worthy of publication. In particular the following specific topics have been analyzed and studied: • Development of a welding procedure blade-crown and shaft-rotor forged by rotor of a steam turbine • Manufacturing problems on the close die and open die forging pieces in super duplex stainless steel • Characterization of welded joints in super duplex stainless steel for Offshore applications • Comparative analysis of the methods for the determination of the percentage of ferrite for steel welded joints duplex stainless steel
Attualmente tutta l’industria italiana soffre per la concorrenza dei mercati emergenti. Per l’industria metalmeccanica nazionale diventa indispensabile puntare all’aumento del suo know-how, sviluppare nuove tecnologie e/o prodotti superiori a quelli già presenti sul mercato, conscia delle necessità di innovare per restare competitiva. Il presente “Lavoro di Tesi” vuole documentare una parte dell’enorme sforzo economico e di risorse spese in ricerca e sviluppo che una tipica impresa italiana ha compiuto per poter dimostrare ai suoi Clienti di possedere conoscenze tecnologiche e capacità produttive all’avanguardia; tali da poter garantire loro un prodotto finito tecnologicamente più avanzato e con una qualità migliore di quella che troverebbero altrove. L’Azienda a cui ci si riferisce, e di cui faccio parte, è la De Pretto Industrie di Schio, in provincia di Vicenza, zona un tempo definita da molti il cuore pulsante della industria metalmeccanica italiana, e la sua consociata, la forgiatura FOC Ciscato. La presente ricerca descrive le valutazioni tecnico-ingegneristiche, le scelte adottate, il percorso sperimentale, il metodo d’indagine, i requisiti richiesti e i risultati ottenuti nell’ attività di ricerca e sviluppo, in collaborazione con l’Università di Padova, sulle problematiche metallurgiche e di saldabilità per i prodotti di normale produzione industriale delle due Aziende; tra cui troviamo turbine a vapore di progettazione e produzione propria, la costruzione di grandi strutture saldate complesse, componenti saldati e placcati per il mercato Oil & Gas e Off-shore. Tutte queste valutazioni sono state sempre indirizzate ad assicurare le caratteristiche tecnologiche-meccaniche richieste dai prodotti e renderli industrialmente ed economicamente adatti alle capacità produttive della De Pretto Industrie e FOC Ciscato. Nel dettaglio questo “Lavoro di tesi” riporta le attività di ricerca e sviluppo che per i loro aspetti innovativi sono state considerate degne di pubblicazione: • Sviluppo di una procedura di saldatura albero-rotore e corona palare per il rotore di una turbina a vapore • Problematiche di produzione di stampati e forgiati in acciaio super Duplex • Caratterizzazione di giunti saldati in acciaio super Duplex per applicazioni Offshore • Analisi comparativa dei metodi per la determinazione della percentuale di Ferrite per giunti saldati in acciai Duplex
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Biccari, Valerio. "Principi della termografia applicati ad acciai altolegati sottoposti a temperature di fusione tramite processo di elettroricalcatura, rilevati con l’ausilio di pirometro e termocamera e set-up di una linea di produzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’obiettivo del mio studio, durante l’attività di tirocinio presso la Elettrostamperia Poppi S.P.A., ha riguardato l’acquisizione dei principi della termografia, successivamente applicati a barre cilindriche di acciai basso legati, sottoposti a temperature di fusione tramite il processo di elettroricalcatura. L’attività si è basata sull’uso e il confronto di tre sistemi ad infrarossi per la rilevazione della temperatura (un pirometro e due termocamere) applicati nel contesto della visione industriale e della successiva automatizzazione del controllo mediante set-up dello strumento scelto su una nuova linea di produzione.
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Biancoli, Giacomo. "Additive manufacturing: ricerca sui principali fattori che influenzano il comportamento a fatica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Gli obiettivi di questo elaborato sono fondamentalmente caratterizzare dei provini (realizzati in Maraging steel e Stainless steel attraverso DMLS) a fatica oligociclica, distinguerne il comportamento in base all'orientamento di costruzione ed analizzare tutti i fattori che possono influenzare la vita di un provino. Esaminando questa caratterizzazione, è possibile avvicinarci all'idea di impiegare direttamente nel processo produttivo pezzi realizzati e montati direttamente in produzione. Dopo una breve introduzione sull'additive manufacturing e sul suo sviluppo nel corso degli anni con le varie tecnologie di stampa (analizzandone i relativi vantaggi e svantaggi), vengono accennati i costi della tecnologia di cui ci occuperemo. Dopo una prima introduzione sui materiali impiegati, vengono introdotti i provini protagonisti dell'esperienza, la macchina utilizzata e lo svolgimento della prova. Segue un'illustrazione dei vari orientamenti di costruzione del provino e di come variano le proprietà meccaniche quando sottoposto a fatica. In seguito sono analizzate le tensioni residue sui provini (post sinterizzazione) ed i trattamenti eseguibili, presentando la loro influenza sulle proprietà meccaniche. Infine è analizzata la meccanica della frattura, in particolare la propagazione della cricca. Tradizionalmente, si è sempre analizzato il comportamento dei provini secondo i due orientamenti classici, orizzontale e verticale: in questo elaborato verrà presentato, per quanto reperibile dai documenti scientifici, anche il loro comportamento a 45°. Grazie a queste nuove caratterizzazioni, è sempre più possibile analizzare a pieno il comportamento delle proprietà meccaniche di ogni prodotto realizzato mediante questa tecnologia, facendo riferimento (nel caso di analisi di forme geometriche complesse) ai modelli più semplici già analizzati.
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Scocco, Riccardo. "Analisi bibliografica sull'impatto del trattamento di Hot Isostatic Pressure eseguito su pezzi realizzati per Additive Manufacturing." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20612/.

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Abstract:
Descrizione del processo di Hot Isostatic Pressure (HIP) e applicazione di tale processo nei pezzi realizzati per additive manufacturing. In particolare sono state evidenziate le differenze tra un pezzo trattato con HIP e non trattato con HIP. I materiali presi in esame sono stati: colate a base di platino, leghe di alluminio serie 300 e serie 200, lega Al7Si7Cu, acciaio per utensili.
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Redondo, Natella M. Cristina. "Normas Jurídicas, Aceptación y Justificación. La Noción de Razón para la Acción como Instrumento de Análisis Conceptual." Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 1995. http://hdl.handle.net/10803/7321.

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Abstract:
EL TRABAJO CONSISTE EN UNA INVESTIGACION METATEORICA ACERCA DE LAS NOCIONES DE RAZON, RAZON PARA LA ACCION Y RAZONAMIENTO PRACTICO Y SU UTILIZACION EN EL ANALISIS DE TRES PROBLEMAS DE LA TEORIA JURIDICA: LA NORMATIVIDAD DEL DERECHO, LA ACEPTACION DE NORMAS Y LA JUSTIFICACION DE DECISIONES JUDICIALES. SU PRETENSION PRINCIPAL ES MOSTRAR EL ERROR DE LAS TESIS QUE AFIRMAN QUE EL ENFOQUE OBTENIDO A TRAVES DE ESTAS NOCIONES, CONDUCE A UNA CONCEPCION IUSNATURALISTA DEL DERECHO. EN LA PRIMERA SECCION SE ENFATIZA SOBRE LA NECESIDAD DE DISTINGUIR 1) LOS PROBLEMAS EMPIRICOS RELACIONADOS CON UN CONCEPTO MOTIVACIONAL DE RAZON, 2) LOS PROBLEMAS NORMATIVOS VINCULADOS A UN CONCEPTO JUSTIFICATIVO-SUSTANTIVO DE LA MISMA EXPRESION Y 3) LOS PROBLEMAS LOGICOS ASOCIADOS A UNA NOCION, TAMBIEN JUSTIFICATIVA, PERO MERAMENTE FORMAL. EN LA SEGUNDA SECCION, RESPECTO DE LA NORMATIVIDAD DEL DERECHO, SE MUESTRA QUE LA CONCLUSION IUSNATURALISTA SOLO SE PUEDE OBTENER SI SE ADOPTAN UN SIGNIFICADO JUSTIFICATIVO-SUSTANTIVO DE "RAZON" Y UNA POSICION INTERNALISTA RESPECTO DE LA NOCION DE DEBER. EN RELACION A LA ACEPTACION DE NORMAS SE SEÑALA QUE SU PRESENCIA NO GARANTIZA LA CONEXION ENTRE DERECHO Y MORAL, A MENOS QUE SE LA DEFINA COMO NECESARIAMENTE APOYADA EN ESTADOS INVOLUNTARIOS COMO LAS CREENCIAS MORALES. POR ULTIMO, EN RELACION A LA JUSTIFICACION DE LA DECISION JUDICIAL, SE MUESTRA QUE LA CRITICA AL CARACTER NECESARIO Y SUFICIENTE DE LA JUSTIFICACION FORMAL SE SUSTENTA EN LA CONFUSION DE DISTINTOS CONCEPTOS DE RAZON. RESPECTO DE LA JUSTIFICACION DE LAS PREMISAS DE LA SENTENCIA JUDICIAL, SE PONE EN CUESTION EL PRINCIPIO DE UNIDAD DEL RAZONAMIENTO PRACTICO SOBRE EL QUE SE APOYA LA TESIS DE QUE LA JUSTIFICACION JURIDICA SOLO ES PARTE DE UNA JUSTIFICACION MORAL.
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Pezzato, Luca. "PLASMA ELECTROLYTIC OXIDATION COATINGS ON LIGHT ALLOYS." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424487.

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Abstract:
This thesis summarizes the work carried out during the three-year Ph.D in Industrial Engineering and involve the study and characterization of coatings obtained on light alloys with the technique known as Plasma Electrolytic Oxidation (PEO). PEO process is, from the practice point of view, similar to the traditional anodic oxidation process as it's based on the electrochemical growth of a protective oxide layer on a metal surface. Compared with the traditional anodizing, PEO process works at higher currents and higher voltages, thus modifying the characteristics of the obtained layer. In recent years the importance of PEO process is increasing both in the research and in the industrial world. In fact the potentiality of the coatings obtained with this type of process are higher than those of the coatings obtained with the traditional techniques of chemical conversion or anodizing. However, the relatively high cost and some problems related to the process (in particular the need of a post treatment to ensure galvanic corrosion) have now slowed to the widespread use on an industrial scale. So the scientific research on one hand is looking for new solutions to further improve the properties of the coatings, in order to justify the higher costs, on the other is trying to modify the existing process to reduce the above-mentioned costs. The obtained results explained in this thesis have allowed an expansion in the knowledge regarding the PEO coatings and in particular to move towards greater industrial development of the technique. In fact new process parameters that permit to reduce the total time for the obtainment of good PEO coatings maintaining good corrosion resistance were found, especially working with higher current densities if compared with the ones reported in literature. Moreover the addiction of molybdenum and lanthanum salts as additives in the electrolyte used in the PEO process, has permitted to improve the performances of the coating in terms of corrosion resistance. The addiction of graphite nanoparticles and silver particles has permitted to obtain respectively coatings with improved corrosion and wear resistance and coatings with an intrinsic antimicrobial effect. PEO process was also successfully applied on steels.
Questo lavoro di tesi riassume il lavoro svolto durante i tre anni di dottorato in Ingegneria Industriale e riguarda lo studio e la caratterizzazione di rivestimenti ottenuti mediante la tecnica denominata Plasma Electrolytic Oxidation (PEO) su leghe leggere. Il processo PEO è, dal punto di vista operativo, molto simile ai tradizionali processi di ossidazione anodica in quanto si basa sulla crescita per via elettrochimica di uno strato di ossido protettivo sulla superficie del metallo. Rispetto al tradizionale processo di anodizzazione il processo PEO lavora però a correnti e voltaggi più elevati, modificando così le caratteristiche dello strato ottenuto. Il processo PEO sta assumendo negli ultimi anni sempre maggiore rilevanza sia nell'ambito della ricerca che in quello industriale. Le potenzialità, infatti, dei rivestimenti ottenuti con questo tipo di processo sono molto più elevate rispetto a quelle dei rivestimenti ottenibili con le tradizionali tecniche di conversione chimica o di anodizzazione. Tuttavia il costo abbastanza elevato ed alcune problematiche relative al processo ne hanno per ora frenato la diffusione su larga scala a livello industriale. Dal punto di vista della ricerca scientifica quindi, da un lato si stanno cercando nuove soluzioni che consentano di migliorare ulteriormente le proprietà dei rivestimenti, in modo da giustificare i costi più elevati, dall'altro si stanno cercando delle variazioni al processo che consentano di ridurre i costi sopracitati. I risultati ottenuti durante il dottorato di ricerca e descritti in questo lavoro di tesi hanno permesso di ampliare le conoscenze inerenti i rivestimenti PEO e in particolare di procedere verso un maggiore sviluppo industriale della tecnica. Infatti è stata sviluppata una nuova sequenza di parametri di processo, basata sul lavorare ad elevate densità di corrente, che permette di ottenere rivestimenti di ottima qualità con tempi inferiori rispetto a ciò che viene attualmente realizzato. Inoltre l'aggiunta di sali di molibdeno e lantanio, come additivi dell'elettrolita usato nel processo PEO, ha permesso di incrementare notevolmente la resistenza a corrosione dei rivestimenti in modo tale da consentire la realizzazione di componenti a più alto valore aggiunto. L'aggiunta di nanoparticelle di grafite ha permesso di ottenere rivestimenti con buona resistenza a corrosione e ad usura. L'inserimento di altre tipologie di additivi (particelle d'argento) ha poi permesso di conferire proprietà battericide al rivestimento. Infine la tecnica PEO è stata anche con successo applicata agli acciai basso legati aprendo un importante filone di sviluppo a livello tecnologico.
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Vidal, i. Perera Marta. "Passive actions: a body-first account." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2018. http://hdl.handle.net/10803/482147.

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Abstract:
Aquest estudi situa les accions passives al bell mig de la nostra capacitat d’actuar. Són accions passives aquelles que el subjecte experimenta com a alguna cosa que li succeeix. Tot i que la majoria de les accions van acompanyades d'aquesta experiència, l'explicació de les accions passives entra en conflicte amb importants intuïcions sobre què és actuar. Una acció és quelcom que fa un subjecte, i fer quelcom està, generalment, en oposició amb allò que succeeix al subjecte. Així, l’experiència de passivitat sembla amenaçar allò que és essencial a l’acció, el fet que el subjecte fa una acció. Pot una acció ser alhora quelcom que un individu fa i quelcom que li succeeix? En els capítols 1 i 2 presento dues estratègies diferents per explicar les accions passives. La primera considera que fer una acció és incompatible amb un mecanisme passiu. Bach, Searle i Pacherie modifiquen teories clàssiques de l’acció, segons les quals la persona que té la intenció d'una acció causa l’acció, mitjançant la substitució de la persona per una representació de moviments corporals. Una segona estratègia considera que les anomenades ‘accions passives’ són el resultat d’un procés diferent del procés que té com a resultat una acció. Clark proposa que un sistema neuronal visuomotor resulta en moviments corporals que són accions i que la persona experimenta de manera passiva. També analitzo la proposta de Dreyfus, que presenta una relació bàsica entre l’entorn i el subjecte que té com a resultat que el cos es mogui de manera activa. Atès que aquesta relació no està basada en la voluntat del subjecte (o en alguna cosa semblant), pot explicar l’experiència de passivitat. Tanmateix, atès el marc teòric que Dreyfus utilitza, el seu model només explica aquelles accions que responen al medi. El model de Dreyfus també té problemes a l'hora d'explicar com es pot controlar i modificar l’acció. En el capítol 3, exploro una nova manera d’explicar les accions passives relacionant-les amb la dimensió bàsica de l’acció, que apareix quan es discuteix el fenomen de les accions no bàsiques. Les accions no bàsiques són aquelles que estan fetes mitjançant una altra acció, i les accions bàsiques son aquelles que s’introdueixen per aturar la possible regressió que es produiria si totes les accions fossin no bàsiques. Argumento que tant les accions passives com les accions bàsiques existeixen perquè les accions es fan movent el cos. En el capítol 4 exploro, en conseqüència, el que diferents teories diuen sobre els moviments d’una acció. Primerament analitzo la proposta de Bargh que sosté que mecanismes subpersonals causen moviments. Una segona teoria, argumentada de maneres diferents per Steward i Hornsby, proposa que els moviments corporals són el resultat d’una relació especial que té la persona amb el seu cos (que és diferent de la seva relació amb l’acció). Cap d’aquestes teories no aconsegueix d'explicar satisfactòriament el fet que aquests moviments són moviments actius. En el capítol 5, presento una proposta positiva. La meva proposta és que els moviments d’una acció són el resultat d’una tendència del cos a moure’s. Des d'aquesta perspectiva, als moviments no els cal la realització d'una acció per tal que siguin els moviments d'una acció: ho són de manera bàsica. Aquesta proposta no resulta, però, en una teoria en la qual la intenció del subjecte no hi tingui cap paper, atès que la tendència d’un cos a moure’s pot satisfer el patró de moviments relatius a una intenció. Tanmateix, les intencions no serien essencials per a l'acció la relació entre acció i intenció seria indirecte i mediada per la tendència del cos a moure’s.
This dissertation places passive actions at the heart of our capacity to act. Passive actions are those actions which the subject experiences as something which happens to them. Although most actions are accompanied by this experience, the explanation of passive actions is in tension with important intuitions about what it is to act. Actions are what a subject performs, and performing something is opposed, normally, to mere happenings. The experience of passivity seems thus to threaten what is essential to acts, the fact that the subject performs an action. Can an action be, at the same time, something performed by the subject and something which happens to her? In chapters 1 and 2 I present two different strategies to explain passive actions. One strategy considers that the performance of an action is not incompatible with a passive mechanism. Bach, Searle and Pacherie modify standard theories of action, according to which the subject who intends an action causes it, by substituting for this subject a representation of bodily movements which cause actions. A second strategy considers that the so-called ‘passive actions’ result from a process different from the process which results in actions. Clark proposes that a visuomotor neural system results in bodily movements which are an action and which the subject experiences passively. I also explored Dreyfus’ view. He presents a basic relation between the environment and the subject which results in the body actively moving. Since this relation is not grounded in the subject’s will (or something analogous), it can explain the experience of passivity. However, because of the theoretical framework Dreyfus uses, his model only explains environmentally-driven actions. Dreyfus’ model has also problems when it comes to taking into account the subject who controls and can modify the action. In Chapter 3, I explore a novel way of approaching passive actions which considers whether it is possible to relate passive actions to the basic dimension of action, which is introduced when discussing non-basic actions. Non-basic actions are those actions which are performed through or by performing another action and basic actions are those actions which stop the possible regress that might occur if all actions were non-basic. I argue that both phenomena exist, since actions are performed by moving the body. In Chapter 4, I explore thus what different theories claim about the movements involved in an action. First, I explore the view of Bargh, who claims that sub-personal mechanisms result in movements. The second view, proposed in different ways by Steward and Hornsby, is that bodily movements are the result of engagement of the agent with their body (different from their engagement with the action). Neither view manages to explain the fact that the movements are agential movements. In Chapter 5, I present my own positive view. According to this view, the movements of an action are the result of a tendency of a body to move. Presented in this way, the movements do not require the performance of an action in order for them to be the movements of an action: they are the movements of an action in a basic way. This yields an explanation of the movements which is not grounded in the will of the subject. This view does not result in a picture in which intentions play no role, since this tendency of a body to move might satisfy a pattern of movements related to intentions. However, intentions would not be something essential for action, and the relation between action and intention would be indirect and mediated by the tendency of a body to move.
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Sgarabotto, Francesco. "Investigation of tribological properties of coated high strength steels in hot stamping." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423549.

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Abstract:
The demand for weight reduction in vehicles has increased significantly over the last ten years, since the new regulations for CO2 emissions control were introduced. Furthermore, the enhanced safety requirements have promoted the development of new materials with high strength-to-weight ratio such as the high strength steel (HSS) formed at high temperatures. By using HSS hot stamped several improvements have been made – if compared with cold forming process – such as the forming forces reduction, the achievement of more complex features, the springback phenomena reduction and the component mechanical properties increase. Therefore, it has been possible to significantly reduce automobiles weight, maintaining the structural strength and safety requirements. The process that used to form the boron steel grade 22MnB5 HSS is the hot stamping, which consists in heating a metal sheet up to austenitization temperature and then a simultaneous forming and quenching phase in closed dies to obtain martensite microstructure on the final components. Thus, ultimate tensile strength passes from 600MPa to 1500MPa. Nevertheless hot stamping involves also some critical aspects, such as the severe tribological conditions dealing with the elevated temperature of die-blank sliding surfaces. Problems such as oxidation, material transfer, surfaces damage, wear and high friction influence the workpieces surface quality, dies durability and overall process. A review of the literature has shown that friction behaviour of uncoated and Al-Si coated HSS has been studied by using mainly strip drawing simulative testing apparatus. The influence of different process parameters on friction coefficient – such as temperature and contact pressure – have been investigated, but results are still incomplete or not comparable. Instead, the studies of wear mechanisms characterizing hot forming dies have revealed to be almost unexplored in several aspects. The reported studies have been focusing on conventional wear testing configurations, which are suitable to achieve fundamental knowledge on wear evolution and mechanisms, but fail in replicating the thermal and mechanical conditions to which the forming dies are subject during the industrial process. In fact, they usually do not apply any thermal cycle to the material acting as the tool, carrying out the tests at constant temperature. Otherwise, the wear phenomena has been studied through costly and time- consuming industrial trials, without any control on process parameters. Therefore, the main target of this PhD thesis is devoted to the development of innovative approaches, based on the design of both experimental apparatus and procedures, to accurately describe and investigate tribological phenomena of sliding surfaces during hot stamping process of coated high strength steel. To this aim, a novel simulative testing apparatus was designed to evaluate the influence of different process parameters on the friction coefficient during the hot forming process. Furthermore, a new approach of wear test based on pin-on-disc was implemented in order to: • evaluate the main mechanisms responsible of tools wear during industrial press hardening process; • apply controlled thermo-mechanical stress on pin materials during the test. In order to prove the proposed procedures, diffusion and friction tests were performed in hot stamping conditions by using Al-Si and Zn hot-dip galvanized 22MnB5 high strength steel sheet. Results showed the reliability of experimental apparatus and the influence of process parameters on friction coefficients and diffusion phenomena on the coating. Furthermore Zn coating revealed a lower friction coefficient than the Al-Si one. The new approach to wear test in hot stamping condition was proved in terms of replication of thermo-mechanical stress applicable on pin surfaces. Afterwards, three different types of die materials were tested. By using specific surface investigation tools, it was possible to analyze the main wear mechanisms, allowing a better understanding of the fundamentals of friction and wear phenomena characterizing hot stamping process of coated high strength steels. Finally the best performing material in terms of wear resistance was identified.
Negli ultimi anni l’esigenza di ridurre il peso dei veicoli è notevolmente aumentata in seguito all’entrata in vigore di nuove regole per il controllo delle emissioni di CO2; inoltre, le continue richieste di miglioramento della sicurezza dei passeggeri hanno promosso lo sviluppo di nuovi materiali con elevato rapporto peso-resistenza, come gli acciai alto resistenziali formati ad alte temperature. Grazie all’utilizzo di questi materiali stampati a caldo sono stati possibili notevoli miglioramenti - anche rispetto ai processi di formatura a freddo - come la riduzione delle forze di formatura, la possibilità di ottenere geometrie più complesse, la riduzione dei fenomeni di ritorno elastico e il miglioramento delle proprietà meccaniche finali del componente. Questo ha portato ad una significativa riduzione del peso delle autovetture, pur mantenendo inalterate la resistenza della struttura e i requisiti di sicurezza imposti. Il processo usato per formare gli acciai alto resistenziali a base di boro 22MnB5 è lo stampaggio a caldo, il quale prevede il riscaldamento di un foglio di lamiera al di sopra della temperatura di austenitizzazione e le successive operazioni di formatura e tempra all’interno di stampi chiusi che avvengono simultaneamente. L’obiettivo è quello di ottenere una microstruttura martensitica nel componente finale, che consente di aumentare il carico di rottura finale da 600MPa fino a 1500MPa. Tuttavia, il processo di stampaggio a caldo presenta una serie di aspetti molto critici, quali per esempio le condizioni tribologiche connesse alle elevate temperature tra lamiera e superficie dello stampo. Problematiche come l’ossidazione, il trasferimento di materiale, il danneggiamento delle superfici, l’usura e l’alto attrito influenzano la qualità superficiale del componente, la durabilità degli stampi e l’interno processo. Uno sguardo alla letteratura rivela che lo studio dei fenomeni di attrito di acciai alto resistenziali rivestiti e non rivestiti sono valutati utilizzando principalmente l’apparato sperimentale “strip drawing”. L’influenza dei differenti parametri di processi sul coefficienti di attrito – quali temperatura e pressione normale – è stata individuata, ma i risultati non sono completi e poco comparabili tra loro. Lo studio dei fenomeni di usura che caratterizzano gli stampi usati nello stampaggio a caldo si è invece rivelato essere un campo per numerosi aspetti ancora inesplorato. I principali studi presenti in letteratura hanno focalizzato l’attenzione su test di usura convenzionali, molto utili per ottenere conoscenze sui fondamenti dell’evoluzione dell’usura, ma incapaci di riprodurre le stesse condizioni meccaniche e termiche a cui sono realmente sottoposti gli stampi durante il processo industriale. Infatti, nel corso di questi test non vengono solitamente applicati cicli termici al materiale, mantenendo la temperatura costante. In alternativa, lo studio dei fenomeni di usura viene eseguito con costose e lunghe prove industriali, che non consentono però di controllare separatamente alcun parametro di processo. L’obbiettivo di questa tesi di dottorato è dunque rivolto principalmente allo sviluppo di approcci innovativi, basati sulla progettazione sia di apparati sperimentali che di procedure, per descrivere e studiare accuratamente i fenomeni tribologici sulle superfici di scorrimento durante i processi di stampaggio a caldo di acciai alto resistenziali rivestiti. Per raggiungere questo scopo, è stata progettata una nuova macchina di prova simulativa che consente di valutare l’influenza dei differenti parametri di processo sul coefficiente di attrito durante lo stampaggio a caldo. Inoltre, è stato implementato un nuovo approccio basato sul pin-on-disc test, al fine di: • valutare i principali meccanismi responsabili dell’usura degli stampi durante lo stampaggio a caldo; • applicare stress meccanici e termici controllati sul materiale del pin durante la prova. Al fine di validare le procedure proposte sono stati eseguiti test di diffusione e di attrito in condizioni di stampaggio a caldo utilizzando lamiere alto resistenziali rivestite con Al-Si e Zn (applicati con processi di deposizione galvanica a caldo). I risultati ottenuti hanno dimostrato l’efficacia del nuovo apparato sperimentale e l’influenza dei parametri di processo sui coefficienti di attrito e sui fenomeni diffusivi nel rivestimento. Inoltre è emerso che il rivestimento a base di Zn permette l’ottenimento di coefficienti di attrito inferiori rispetto a quello a base di Al-Si. Il nuovo approccio per test di usura in condizioni di stampaggio a caldo è stato validato in termini di replicazione degli stress termo-meccanici applicati sulla superficie del pin e, successivamente, sono stati testati anche tre differenti materiali per stampi. Utilizzando specifici mezzi di investigazione delle superficie, è stato possibile analizzare i principali meccanismi di usura, permettendo una migliore comprensione di principi che stanno alla base dei fenomeni di attrito e usura nello stampaggio a caldo di acciai alto resistenziali rivestiti. Infine è stato individuato il materiale più performante in termini di resistenza all’usura.
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D’Onofrio, Vincenzo. "Ciclo produttivo dell´acciaio: l´altoforno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3158/.

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Venegas, Ramos Luis. "Gestión de la acción tutorial en la universidad chilena." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666801.

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Abstract:
Las universidades chilenas vienen desarrollando hace algunos años programas de acción tutorial con foco en los estudiantes de nuevo ingreso, dado el perfil de las nuevas generaciones que en general se caracteriza por dificultades de adaptación académica y abandonos prematuros de los estudios superiores. El reto de implementar y desarrollar programas de acción tutorial, dependen de un conjunto de procedimientos de gestión [diseño, planificación, organización y evaluación], que garanticen resultados estratégicos y permitan enfrentar aquellos problemas más recurrentes de las organizaciones educativas de nivel superior: la deserción, la reprobación, la baja eficiencia terminal y la escasa titulación. En este contexto, el objeto de la presente tesis doctoral ha sido analizar las formas de gestión de planes y programas de acción tutorial implementados en universidades chilenas. El logro de este objetivo ha sido posible gracias a la delimitación de las características principales de la acción tutorial en el ámbito universitario, la distinción de las funciones de gestión aplicadas al desarrollo de la acción tutorial, el análisis de la evolución del fenómeno en universidades chilenas y el análisis de aquellos elementos que favorecen u obstaculizan su gestión. A partir de ello, la tesis se posiciona bajo un enfoque mixto de investigación con diseño de integración múltiple [DIM], partir de estudios de caso [multi casos] desarrollados en dos momentos: i) etapa de pre campo en universidades españolas [para establecer un marco referencial del objeto de estudio], y ii) profundización analítica del fenómeno y su gestión en universidades chilenas. En ambas etapas se utilizó la entrevista en profundidad como medio de recolección de datos, ya que aportan descripciones específicas sobre cómo perciben los responsables institucionales el desarrollo de la gestión de la acción tutorial, con una visión directa y profunda que sitúa al investigador en una posición de observación privilegiada. En el caso de la etapa de pre campo se contó con la participación de nueve agentes relevantes con experiencia en la conducción y desarrollo de la acción tutorial de seis universidades de España pertenecientes a las Comunidades Autónomas de Valencia, Cataluña, Aragón y País vasco. Posteriormente y en el estudio de campo en Chile, participaron diecisiete universidades del país –que representan proporcionalmente cuatro de las cinco macro zonas establecidas por el Ministerio de Educación [Norte Grande, Norte Chico, Zona Central, Zona Sur]–, mediante cuarenta y siete sujetos vinculados a la gestión de la acción tutorial en sus respectivas instituciones. Adicionalmente en la etapa de estudio de campo, se aplicó un cuestionario a 226 tutores pertenecientes a 13 del total de las instituciones participantes de la investigación, para establecer el estado de desarrollo de la acción tutorial en las universidades chilenas y así comparar sus resultados con las percepciones obtenidas de los responsables institucionales respecto de dicha gestión. En forma general los resultados del estudio permiten comprender que el contexto actual de la educación superior en Chile, es un punto de partida que condicionaría la conceptualización de la acción tutorial como intervención educativa, y por ende, su gestión y su desarrollo, en donde se destaca: i) un modelo de tutoría vinculado al currículum del primer año universitario, bajo el acompañamiento de tutores pares; ii) tres formas de estructuras organizativas con distinta complejidad que dan soporte a los programas tutoriales ; iii) distintos niveles de implicación de autoridades [centrales y locales] y del profesorado; iv) logros y cambios a nivel político, cultural, organizativo y técnico-pedagógico que permitirían una mayor integración de la acción tutorial en el quehacer universitario; y v) desafíos en la consolidación de herramientas de gestión [planificación y la evaluación] aplicadas al desarrollo de la acción tutorial.
Chilean universities have developed tutorial action programs for some years, focusing on new students given the profile of the new generations that is generally characterized by having difficulties in academic adaptation and dropping out from higher education prematurely. The challenge to implement and develop tutorial action programs, depends on a set of management procedures [design, planning, coordination and evaluation] that guarantees strategic results, and allows tackling the most recurrent problems of higher education organizations: desertion, grade failure, low terminal efficiency and low graduation rates. In this context, the main goal of this doctoral thesis is to analyze the different management plans and programs of tutorial action implemented in Chilean universities. This goal was achieved by defining the main features of the tutorial actions; the identification of applied management functions for the development of the tutorial action, the analysis of the evolution of the phenomenon in Chilean universities, and by the analysis of the elements that favor or hinder its management. To characterize the main features of tutorial action in Chilean universities, this thesis used a mixed research approach with multiple integration design [DIM], used multi-case studies and it was developed in two phases: i) pre-field stage in Spanish universities [to establish a frame of reference for the object of study], and ii) in-depth analysis of the phenomenon and its management in Chilean universities. In both stages, in-depth interview was used as a mean of data collection, as it provides specific descriptions of how institutional managers perceive the development of tutorial action management with a direct and profound vision that placed the researcher in a privileged observation position. The pre-field study involved the participation of nine relevant agents, with experience in leading and developing tutorial action, from six different Spanish universities that belonged to the autonomous regions of Valencia, Catalonia, Aragon and País Vasco. Next, in the field study in Chile, forty-seven subjects that had a relation with tutorial action management from seventeen Chilean universities were interviewed. With this number of participating universities, a proportion of the four out of five macro regions established by the Ministry of Education [Norte Grande, Norte Chico, Zona Central, Zona Sur] was achieved. Additionally, in the field study stage, a questionnaire was answered by 226 tutors that belonged to 13 out of the total number of institutions participating in this research. This was done in order to establish the state of development of the tutorial action in the Chilean universities and to compare their results with the perceptions obtained from the institutional administrators regarding management. In general, the results of this study allowed us to understand that in the current context of higher education in Chile, the tutorial action as an educational intervention is at a starting point, which conditions the conceptualization of it and therefore, its management and development. In addition, the results show us: i) a model of tutoring linked to the first year of university curriculum that is under the guidance of peer tutors; ii) three forms of organizational structures with different complexity that support the tutorial programs; iii) different levels of involvement from authorities [central and local] and academic staff; iv) political, cultural, organizational and technical-pedagogical achievements and changes, that would allow greater integration of the tutorial action within universities; and v) problems in the consolidation of managerial tools [planning and evaluation], used in the development of the tutorial action.
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Rosetti, Federico. "Saldatura su acciaio superduplex ad elevato spessore." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5326/.

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Sayas, Ferrer José. "Las acciones del art.1843 y su relación con el art.1852 del Código Civil." Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2009. http://hdl.handle.net/10803/7309.

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Abstract:
La tesi doctoral "Les accions de l'art. 1843 i la seva relació amb l'art. 1852 del Codi civil" analitza les accions que corresponen al fiador abans del pagament davant al deutor.

S'examina, en primer lloc, els antecedents històrics de les accions contingudes en l'art. 1843 Cc; també com és regulada la qüestió pel Dret comparat. En segon lloc, s'estudia la relació existent entre l'art. 1843 i 1852 Cc, en el sentit de resoldre si és preceptiu l'exercici de les accions de rellevament de la fiança per a poder oposar les accions protectores de la subrogació.

Les conclusions bàsiques de la tesi es dirigeixen a què no sembla defensable la commixtió entre l'art. 1843 i 1852 Cc. Així mateix, es proposen una sèrie de mesures que pot utilitzar el fiador a l'empara de la nova Llei Concursal i que el concepte d'insolvència que sembla acollir l'art. 1843 Cc és el corresponent al perjudici del dret de crèdit.
La tesis doctoral "Las acciones del art. 1843 y su relación con el art. 1852 del Código civil" analiza las acciones que corresponden al fiador antes del pago frente al deudor.

Se examina, en primer lugar, los antecedentes históricos de las acciones contenidas en el art. 1843 Cc; también como es regulada la cuestión por el Derecho comparado. En segundo lugar, se estudia la relación existente entre el art. 1843 y 1852 Cc, en el sentido de discernir si es preceptivo el ejercicio de las acciones de relevación de la fianza para poder oponer las acciones protectoras de la subrogación.

Las conclusiones básicas de la tesis apuntan a que no parece defendible la conmixtión entre el art. 1843 y 1852 Cc. Asimismo, se proponen una serie de medidas que puede utilizar el fiador al amparo de la nueva Ley Concursal y que el concepto de insolvencia que parece acoger el art. 1843 Cc es el correspondiente al perjuicio del derecho de crédito.
The doctoral thesis "The actions of art. 1843 and its relation to art. 1852 Civil Code "examines the actions of the guarantors before payment against the debtor.

The tesis examines, first, the historical background of actions contained in art. 1843 cc, as well as the matter is regulated by the comparative law. Secondly, it studies the relationship between art. 1843 and 1852 cc, and if necessary the exercise of the shares the relief of the bail to exercising the protective actions of the subrogación.

The basic conclusions of the thesis suggests that it does not seem defensible conmixtión between the art. 1843 and 1852 of the Civil Code. It also proposes a series of measures that can use the guarantor under the new Bankruptcy Act and that the concept of insolvency seems that hosting the art. 1843 cc is the corresponding prejudice to the right of credit.
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González, Barrera Bárbara. "Acción Rizoma." Tesis, Universidad de Chile, 2007. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/101659.

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Fulladosa-Leal, Karina. "Mujeres en movimiento: ampliando los márgenes de participación social y política en la acción colectiva como trabajadoras del hogar y el cuidado." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/455567.

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Abstract:
La actual configuración global ha llevado a una serie de reordenamientos en múltiples dimensiones (económicas, sociales, políticas, territoriales y de cuidados). Esta investigación se centra en uno de los aspectos que emergen a partir de este nuevo reordenamiento y que tiene que ver la división sexual, social e internacional de los trabajos de reproducción. Lo que ha llevado a la feminización de la migración y la inserción de las mujeres en múltiples circuitos de cuidados, atravesados por un contexto complejo de discriminación caracterizado por la explotación, la pobreza, la desigualdad, los prejuicios y la informalidad. Estos ejes de desigualdad son los que vulneran a hombres y mujeres en el ejercicio pleno de sus derechos, sociales, políticos, laborales y económicos entre otros. La pregunta de esta investigación tiene que ver con la posibilidad de consolidación y fortalecimiento de la acción colectiva (sindicato) de las trabajadoras del hogar y el cuidado (Sindihogar) en la ciudad de Barcelona, con el objetivo de ampliar los márgenes de participación social y política. Y cómo construirlo a través de un trabajo colaborativo dentro de la investigación-activista-feminista. Para llevar a cabo este abordaje se plantearon cuatro objetivos específicos que pudieran dar cuenta de este proceso, desde una perspectiva colaborativa y a partir del posicionamiento de la investigadora dentro del colectivo. En primer lugar, hay un acercamiento a comprender la problemática de las trabajadoras del hogar y el cuidado a través de su trayectoria en la acción colectiva. En segundo lugar, se propone analizar y dialogar sobre los modos organizativos con el sindicato, identificando las posibilidades y límites respecto a otras formas de organización. En tercer lugar, se impulsa la creación de alianzas del sindicato con otros actores sociales, para el fortalecimiento de la participación de las trabajadoras/es del hogar y del cuidado. Por último, se contribuye a la visibilización y sensibilización respecto de las condiciones de estos trabajos, a través de la difusión de actividades temáticas, políticas y recreativas construidas desde la acción colectiva. A partir de la concreción de estos objetivos se ha señalado la apuesta política desde Sindihogar por subvertir las lógicas de dominación, a través de traspasar el escenario privado de los cuidados, y hacer una acción colectiva que promueva su dignificación y socialización. En segundo lugar, se construyó formas de conocer y producir conocimiento a través de una propuesta desde la investigación activista feminista, cuestionando un pensamiento único y universal que no considera sistemas de opresión articulados como son el sexismo, el racismo, la heterosexualidad obligatoria, el clasismo y el neoliberalismo, Estas orientaciones posibilitan generar disidencias temáticas a través de elaborar críticas a injusticias normalizadas (racismo, patriarcado, exclusión); así como disidencias metodológicas a través de investigaciones posicionadas, horizontales y participativas. Por último, se propuso otras formas de relación en la acción colectiva (Sindihogar) que apuestan por la construcción de prácticas “mimopolíticas” generando espacio en nuestros quehaceres cotidianos (en nuestras prácticas activistas, académicas, vitales) que permitan comprometernos, apasionarnos, crear, prestar atención a los detalles, sostenernos afectivamente, confraternizar y generar apoyo, reconstruyendo la ligazón y/o el vínculo del tejido social. Sin obviar los retos y dificultades que el tejido de relaciones en este sentido pueda implicar (desgastes, fricciones, intensidades) pero de las cuales se hacen una apuesta en común para construir vidas dignas para todas.
The current global configuration has led to a series of rearrangements in multiple dimensions (economic, social, political, territorial and care). This research focuses on one of the aspects that emerge from this new rearrangement and that has to do with the sexual, social and international division of reproductive work. This has led to the feminization of migration and the insertion of women into multiple care circuits, which are traversed by a complex context of discrimination characterized by exploitation, poverty, inequality, prejudice and informality. These axes of inequality make men and women vulnerable in the full exercise of their rights, social, political, labor and economic, among others. The question of this research has to do with the possibility of consolidating and strengthening the collective action (union) of the domestic workers and care (Sindihogar) in the city of Barcelona, ​​with the aim of expanding the margins of social participation and politics . And how to build it through a collaborative work within research-activist-feminist. In order to carry out this approach, four specific objectives were proposed that could account for this process, from a collaborative perspective and from the positioning of the researcher within the collective. First, there is an approach to understand the problem of domestic workers and care through their activism in collective action. Secondly, it is proposed to analyze and discuss organizational modes with the union, identifying the possibilities and limits with respect to other forms of organization. Thirdly, the creation of alliances of the union with other social actors is promoted, in order to strengthen the participation of the workers of the household and of the care. Finally, it contributes to the visibility and awareness of the conditions of these works, through the dissemination of thematic, political and recreational activities built from collective action. From the concretion of these objectives has been indicated the political commitment from Sindihogar to subvert the logics of domination, through crossing the private sphere of the care, and to make a collective action that promotes their dignification and socialization. Second, we constructed ways to know and produce knowledge through a proposal from the activist feminist research, questioning a unique and universal thought that does not consider systems of articulated oppression such as sexism, racism, compulsory heterosexuality, classism And neoliberalism. These orientations make it possible to generate dissent through thematic critiques of normalized injustices (racism, patriarchy, exclusion); As well as methodological dissent through horizontal, participatory and positioned research. Finally, other forms of relationship in collective action (Sindihogar) were proposed, which aim to construct "mimopolitics" practices, generating space in our everyday activities (in our activist, academic and vital practices) that allow us to commit ourselves, support us affectively, fraternize and generate support, rebuilding the bond and / or the link of the social fabric. Without neglecting the challenges and difficulties that the fabric of relationships in this sense can imply (wear, friction, intensities) but to make them a common bet to build dignified lives for all.
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Morales, Morales Ernesto. "Empoderamiento y transformación de las relaciones de poder. Un análisis crítico de los procesos institucionales de participación ciudadana." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2016. http://hdl.handle.net/10803/400078.

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Abstract:
La presente es una tesis doctoral por compendio de publicaciones que tiene como objetivo conocer si los procesos institucionales de participación ciudadana —aquellos que la Administración promueve— pueden contribuir al empoderamiento de la ciudadanía y a la transformación de las relaciones de poder. Para ello, a través de cuatro artículos, se muestran los resultados de una investigación fundamentada en los estudios de caso de dos experiencias consolidadas y de largo recorrido, los Presupuestos Participativos de Porto Alegre en Brasil y los Planes de Desarrollo Comunitario de Barcelona en España. El problema de investigación parte de la paradoja de si quién sustenta el poder estará dispuesto a generar un empoderamiento que le supondría ser cuestionado o perder poder. Para abordar este tema se hace una aproximación pluridisciplinar y compleja, incorporando visiones y conceptos de la ciencia política, la sociología, la psicología comunitaria, el trabajo social o la pedagogía. El marco de análisis pone en relación cuatro conceptos clave: poder, empoderamiento, participación ciudadana y democracia. El poder se nos presenta desde dos acepciones. Por una parte el poder sobre (el que permite definir e incidir sobre las políticas), y por otra parte el poder para (el que permite desarrollar acciones o ejecutar políticas). El empoderamiento se nos presenta como un proceso y como un estado. Y la participación ciudadana se nos muestra como un mecanismo de mejora de la democracia. La metodología se basa en dos estudios de caso de experiencias de largo recorrido, los presupuestos participativos de Porto Alegre y la acción comunitaria institucional de Barcelona. Se combinan métodos de investigación etnográficos con análisis documental, aportando un análisis complejo de las relaciones de poder entre los actores de las experiencias y de la evolución de las políticas públicas. La tesis concluye que la participación ciudadana contribuye a la transformación de las relaciones de poder y al empoderamiento ciudadano, aunque con claros condicionantes y límites. Por último se aportan recomendaciones para fortalecer la dimensión transformadora y empoderadora de la participación ciudadana: diseñar la participación ciudadana como procesos educativos a largo plazo, la generación de “ecosistemas facilitadores del empoderamiento”, la incorporación de estrategias de concienciación y la incorporación de mecanismos de autoevaluación en base a las transformaciones y al empoderamiento al que se aspira.
This is a doctoral thesis by compendium of publications. Its aim is to determine whether institutional participation processes can contribute to the empowerment of citizens and the transformation of power relations. To do this, the four articles of the compendium show the results of an investigation based on the case studies of two consolidated and long-term practices: Porto Alegre’s Participatory Budgeting in Brazil, and the Barcelona’s Community Development Plans in Spain. The research problem tackles the paradox of whether people upholding the power will be ready to generate an empowerment that would end up questioning this power or make them lose it. To address this issue, a multi-disciplinary and complex analysis is made, incorporating visions and concepts of political science, sociology, community psychology, social work or pedagogy. The framework of analysis is based on the relationship between four key concepts: power, empowerment, citizen participation and democracy. The notion of power is approached from two perspectives: power over – which allows the definition and influence on policies; and power to – which allows developing or implementing policy actions. Empowerment is presented as a process and as a state. Eventually, citizen participation is seen as a mechanism for improving democracy. The methodology of case studies combines ethnographic research methods and documentary analysis, which provides a complex analysis of power relations between the actors and the making of public policies. The conclusions of this thesis show that public participation contributes to the transformation of power relations and citizen empowerment, but with strong conditions and limits. Finally, recommendations to strengthen the transformative dimension and empowering citizen participation are provided, such as: designing citizen participation as an educational long-term process; the generation of ecosystems that facilitate empowerment; the adoption of awareness raising strategies; and the incorporation of mechanisms of self-assessment based on the transformation and empowerment that is pursued.
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Montecroci, Riccardo. "Analisi della vulnerabilità sismica di serbatoi atmosferici in acciaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi riguarda l’analisi della vulnerabilità sismica di serbatoi atmosferici in acciaio. I serbatoi sono strutture di varie forme e dimensioni, utilizzate per lo stoccaggio di liquidi come l’acqua, il petrolio e il gas naturale. La loro importanza non deriva solamente dal loro valore economico e da quello della sostanza contenuta, ma anche dalle conseguenze disastrose causate da un loro collasso strutturale. Risulta quindi fondamentale progettare sistemi che siano efficienti ed affidabili, soprattutto nei confronti di azioni sismiche. In questo campo, in particolare negli ultimi decenni, sono state condotte numerose campagne sperimentali, grazie alle quali si è compreso meglio il comportamento dei serbatoi. Le normative, inoltre, hanno introdotto al loro interno indicazioni riguardo all’analisi dinamica, fornendo un valido strumento per i progettisti. In questo lavoro di tesi si è analizzata la vulnerabilità sismica di varie tipologie di serbatoi e si sono confrontati i risultati ottenuti. Sono stati studiati in particolare due modelli: il primo considera il serbatoio come rigido, il secondo, invece, come deformabile. L’analisi è stata automatizzata creando degli script che permettono, variando solamente alcuni parametri (caratteristiche del serbatoio, del liquido contenuto e del terreno presente), di giungere in tempi rapidi ad una soluzione accettabile per verificare le possibili rotture. Per modellare il problema si è scelto di seguire l’approccio fornito dalle raccomandazioni neozelandesi NZSEE, mentre per le verifiche di instabilità sono state prese in considerazione anche le normative europee. L’obiettivo è dunque quello di analizzare, attraverso un modello semplificato ed automatizzato, la vulnerabilità di serbatoi cilindrici in acciaio contenenti liquido sottoposti ad un’azione sismica.
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Spagnoli, Francesco. "Progetto di consolidamento di un ponte ferroviario in acciaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il seguente lavoro di Tesi ha come oggetto lo studio e la progettazione di un sistema di rinforzo finalizzato al miglioramento statico e dinamico dell'attuale sovrastruttura ferroviaria del ponte sul fiume Reno (loc. Poggio Renatico), alternativo a quello realmente realizzato fra il biennio 2014-2016. Il lavoro è stato condotto con lo scopo di dimostrare che mediante il sistema di rinforzo proposto si ottengono dei benefici in termini di incremento della rigidezza alla traslazione verticale della sovrastruttura metallica migliori di quelli ottenuti con il rinforzo realmente realizzato. Nella Tesi viene proposto un intervento di consolidamento strutturale indipendente dall'impalcato esistente, all'interno del quale non si prevede alcuna interferenza diretta con gli elementi costitutivi le singole travature reticolari e non si prevede la necessità di interruzione dell'esercizio ferroviario nelle successive fasi di attuazione dell'intervento. A tal fine viene proposta una struttura di rinforzo esterna di tipo strallato, collegata rigidamente alle sottostrutture costituite dalle spalle e dalle pile, e collegata con l'impalcato esistente mediante appoggi semirigidi, in modo da ridurre le sollecitazioni gravanti sulle travature reticolari indotte dal traffico ferroviario. Lo sviluppo della tesi viene organizzato in modo da descrivere le varie fasi attuate nella modellazione del comportamento sia del ponte esistente che del ponte consolidato. In particolare, nell'ambito della modellazione del comportamento del ponte consolidato, viene simulata la modalità costruttiva mediante la quale si intende porre in opera il sistema di rinforzo strallato. Vengono svolte successivamente le verifiche di resistenza e di deformabilità richieste dalla normativa vigente. Lo sviluppo della Tesi viene infine integrato dal confronto fra la risposta strutturale del ponte rinforzato con il sistema strallato proposto e di quello rinforzato con il sistema a cavi sospesi realmente realizzato.
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Huelmo, Regueiro Josefina-Coromoto. "La acción rescisoria concursal." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/319705.

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Abstract:
Este trabajo tiene por objeto estudiar la acción rescisoria concursal desde la óptica del derecho procesal, poniendo especial atención en los aspectos procesales y en el análisis de las resoluciones judiciales y la doctrina contenida en ellas. Primero, se analizan los presupuestos materiales legalmente exigidos para el ejercicio de la acción, y la interpretación que la doctrina y la jurisprudencia han hecho de los mismos. Seguidamente se examina el concepto y la naturaleza jurídica de esta acción, su tramitación y sus efectos desde una perspectiva propiamente procesal. Asimismo se señalan las principales lagunas, incoherencias y problemas que la práctica ha permitido detectar en la regulación y tramitación del incidente rescisorio concursal, y las diferentes soluciones, a veces contradictorias, dadas por la jurisprudencia, proponiéndose por ello algunas reformas legales. Finalmente, se defiende la necesidad de aplicar la regulación aplicable a esta acción partiendo del origen y la finalidad de la misma, evitando interpretaciones extensivas que la desvirtúen. El trabajo se ha dividido en cuatro Títulos. En el Título Primero, titulado “La acción de reintegración concursal en el proceso concursal”, se analiza el concepto y la finalidad de esta acción, el marco normativo precedente y actual de la rescisoria concursal, y la naturaleza jurídica de la acción. En el Título Segundo, denominado “Requisitos para el ejercicio de la acción”, se analizan los requisitos materiales para su ejercicio, especialmente el requisito temporal y el objetivo de perjuicio para la masa. En el título Tercero, titulado “Actos objeto de la acción”, analizamos los actos y negocios jurídicamente rescindibles, y los no rescindibles, con una especial reseña de los acuerdos de refinanciación. Por último, en el Titulo Cuarto, titulado “Aspectos procedimentales de la acción rescisoria concursal” se estudian las cuestiones propiamente procesales: la jurisdicción y la competencia judicial para conocer de esta acción, el plazo para su ejercicio, la legitimación, la disponibilidad de la acción, las medidas cautelares, el incidente rescisorio concursal, y los efectos de la acción y los problemas que plantean. Finalmente exponemos las conclusiones de este trabajo. El estudio se ha intentado realizar desde una perspectiva global, ponderando los intereses y derechos de todas las posibles partes implicadas.
This thesis studies the rescission action in insolvency proceedings from the point of view of procedural law, especially focusing on the procedural aspects of the action and the analysis of the judicial resolutions and the doctrine derived from it. Firstly, the substantive requirements legally established in order to use the action will be analyzed as well as the interpretation courts of law and academics have made on this point. Subsequently, the concept, legal nature, processing and effects of the action will be examined from a procedural perspective. Further, the main gaps, inconsistencies and problems regarding the regulation and processing that the practical application of the proceeding to annul the transactions has made possible to identify will be highlighted. Moreover, different solutions, often contradictory, have been offered by jurisprudence and subsequently been proposed as legal reforms. Finally, this thesis aims to defend the need to apply the regulations of this action straight from its origin and according to its main aim, thus avoiding the distortion caused by extensive interpretation. This work has been divided in four Titles. In the First Title, named “The rescission action in insolvency proceedings”, the concept, the main goal, the previous and current regulatory framework and the legal nature of this action are examined. In the Second Title, named “Requirements for the use of the action”, the substantive requirements needed in order to use the action, especially the temporal requirement and the objective requirement consisting of damaging the value of the insolvency estate will be studied. In the Third Title, named "Acts affected by the action", the acts and legal businesses which are rescindable and those who are not are analysed, taking special note of refinancing agreements. Lastly, in the Fourth Title, named “Procedural aspects of the rescission action in insolvency proceedings”, the main procedural questions are studied, which are: jurisdiction and legal competence to deal with this action; the period for its exercise; legitimation; the availability of the action; the precautionary measures; the proceeding to annul the rescindible transactions; and the effects of the action and the problems they pose. Finally, the conclusions of this thesis are presented. This study was made taking into account a global perspective, keeping in mind the interests and rights of all the possible parties involved.
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Sumar, Gilt Paul. "Acción popular en cifras." Derecho & Sociedad, 2015. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/119140.

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Cabezas, Cotaquispe Marisol. "Pequeños Reporteros en Acción." Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2018. http://hdl.handle.net/20.500.12404/14482.

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Abstract:
El proyecto de innovación educativo se denomina “Pequeños reporteros en acción”, surge de una problemática identificada en la Institución Educativa No. 2058 “Virgen de la Medalla Milagrosa” donde los estudiantes del nivel Inicial presentan dificultades en la expresión oral. Esta situación repercute en la baja comprensión y producción de textos y aprendizaje en otras áreas curriculares. El objetivo central de este proyecto es que las docentes apliquen estrategias innovadoras para mejorar la expresión oral de los niños y niñas. Los conceptos que sustentan la innovación son, las estrategias metodológicas innovadoras alusivas a las tareas que realizan los reporteros como son las entrevistas, los relatos, descripciones, noticias, asambleas, etc. Para la construcción del presente proyecto se opta por la siguiente ruta: se elabora una matriz FODA de la Institución Educativa para abordar el problema, el mismo que se plasma en el árbol de problemas en donde se consigna las causas y efectos del problema, luego se elabora el árbol de objetivos donde se define el objetivo central y los resultados. Se elabora la matriz de consistencia consignando el fin último, el propósito, el objetivo central, los resultados para lo cual se asigna indicadores, medios de verificación y supuestos. Se investiga bibliográficamente a los teóricos más apropiados que sustenten la propuesta del proyecto planteado y la solución seleccionada. El presente trabajo académico está organizado en tres partes: en la primera, encontrará la caracterización de la realidad educativa, en la segunda, va el marco conceptual que sustenta la propuesta y en la tercera parte, el proyecto de innovación y anexos. Al finalizar la implementación del proyecto, se espera lograr que los niños y niñas mejoren la capacidad de expresarse en forma oral. Los resultados esperados con la implementación del proyecto en mención, son docentes capacitadas en el enfoque comunicativo; docentes aplican estrategias innovadoras para desarrollar la expresión oral y docentes diseñan las sesiones de aprendizaje. Como conclusión, frente al problema de aprendizaje identificado en la institución educativa, la incorporación de estrategias metodológicas innovadoras en las prácticas pedagógicas de las maestras, mejorará la expresión oral de los niños y niñas.
Trabajo académico
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Bonesso, Gianluca. "Caratterizzazione meccanica di un incollaggio acciaio-CFRP per applicazione automotive." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10262/.

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Abstract:
Nella tesi viene caratterizzato meccanicamente un giunto incollato acciaio-CFRP usato nella produzione di un componente automotive. In particolare viene analizzata l'influenza data da trattamenti termici di invecchiamento e sono messe a confronto diverse tipologie di adesivi.
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Quarta, Andrea. "Verifica al fuoco di edificio industriale con struttura in acciaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14405/.

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Abstract:
Nel presente elaborato, si mostrerà come il fine ultimo della fire safety engineering sia una progettazione che garantisca la capacità portante delle strutture nelle condizioni d’incendio, difendendo l’incolumità umana, l’ambiente e l’edificio esaminato, riuscendo, oltretutto, ad ottimizzarne i costi. Si procederà analizzando dettagliatamente il fenomeno della combustione in ogni sua parte, mostrando come l’incendio sia un evento estremamente pericoloso, capace di sfuggire facilmente al controllo dell’uomo. Successivamente, saranno passate in rassegna le varie fasi caratteristiche dell’incendio, anche attraverso un’adeguata analisi termica in funzione del tempo, per poi evidenziare, inoltre, come la definizione di un opportuno scenario d’incendio di progetto risulti fondamentale per un progetto d’ingegneria strutturale antincendio. Si provvederà anche a riportare le varie metodologie di progettazione strutturale antiincendio, fornendo adeguati strumenti per il calcolo e delineando l’importanza delle condizioni di vincolo e dei carichi per l’analisi della capacità portante di una struttura esposta all’incendio. Subito dopo tale analisi meccanica, si passerà ad illustrare il metodo degli elementi finiti (FEM), oltre che l’importanza di quest’ultimo per ciò che concerne i software d’analisi attualmente in vendita, quali Straus7, utilizzato anche nello sviluppo della presente Tesi. Infine, si analizzerà il caso di studio in questione, ovvero la valutazione del comportamento al fuoco di un deposito intensivo verticale per lo stoccaggio di farina in sacchi, un materiale altamente infiammabile, riportando anche una dettagliata analisi globale della struttura.
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Bertoncelli, Alice. "Verifiche a fatica di un ponte ad arco in acciaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14164/.

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Abstract:
La tesi tratta le verifiche a fatica di alcuni elementi strutturali (in acciaio e in c.a.) di un ponte ad arco a via inferiore di imminente costruzione. E' stato studiato il fenomeno della fatica prima dal punto di vista teorico e poi dal punto di vista operativo: si sono identificati, relativamente alle resistenze, le curve di Wöhler per l'acciaio e specifici diagrammi di resistenza per il calcestruzzo, e, relativamente alle sollecitazioni, i modelli di carico a fatica e le opportune combinazioni di carico. Successivamente si è entrati nel merito dell’analisi del ponte dal punto di vista geometrico, della concezione strutturale e del suo comportamento statico come sistema combinato arco-trave. Infine, una volta delineata la procedura da seguire passo a passo per condurre le verifiche, essa è stata applicata al caso studio, sviluppando un metodo per la creazione delle linee di influenza "speciali". Queste ultime, derivanti dalla sommatoria, ascissa per ascissa, delle linee di influenza tradizionali opportunamente traslate della distanza relativa dei singoli assi del veicolo convenzionale viaggiante, sono fondamentali per poter portare a termine le verifiche a danneggiamento nei casi in cui non si abbia a disposizione una registrazione reale dello stato di sollecitazione effettuata tramite misurazioni in situ. Gli elementi strutturali su cui si sono eseguite le verifiche sono: soletta di impalcato in c.a. (flessione), pendini in acciaio (trazione), travi longitudinali principali a cassone in acciaio (sforzo normale + flessione, taglio, momento torcente). Per quanto riguarda l’acciaio, sono state condotte sia verifiche a vita illimitata sia a danneggiamento cumulativo col metodo di Palmgren-Miner. Relativamente agli elementi strutturali studiati, tutte le verifiche risultano soddisfatte, ad eccezione di quelle relative all’acciaio di armatura della soletta in c.a. (sia in mezzeria, che sull’appoggio).
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Ghermandi, Edoardo. "Ottimizzazione della soletta nei ponti in struttura mista acciaio-calcestruzzo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si concentra sullo studio delle problematiche connesse all'ottimizzazione, analisi e progettazione avanzata di solette in calcestruzzo armato nei ponti in struttura mista acciaio-calcestruzzo. Viene applicato in particolare il metodo di Wood-Armer per il calcolo delle sollecitazioni tenendo in conto della presenza dei momenti torcenti. I risultati sono utilizzati per il caso di studio reale di un viadotto di nuova costruzione sulla SS36 tra Grosseto e Siena.
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Ricci, Ilaria. "Progettazione sismica di tipo prestazionale di una struttura in acciaio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/268/.

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Lepore, Alberto. "Progettazione sismica di edifici in acciaio con e senza smorzatori." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4191/.

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Abstract:
Il progetto degli edifici privi di smorzatori viscosi eseguito adottando un fattore di riduzione delle forze R5 (fattore di struttura q del D.M.14/01/08) relativo ad uno smorzamento ξ = 5%, mentre per quelli equipaggiati con smorzatori viscosi il fattore di riduzione delle forze adottato sarà R30 = α R5 relativo ad uno smorzamento ξ = 30%, dove il parametro α è un valore tale da garantire un uguale o maggiore livello di sicurezza della struttura ed è assunto pari a 0,9 da analisi precedenti. Quello che in conclusione si vuole ottenere è che la richiesta di duttilità delle strutture con R30 e ξ = 30% sia minore o uguale di quella richiesta dalle strutture con R5 e ξ = 5%: μd30 ≤ μd5 Durante il percorso di tesi è stata anche valutata una procedura di definizione delle curve di Pushover manuale; la procedura indaga un modo rapido e concettualmente corretto per definire un ordine di grandezza della curva di capacità della struttura.
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Giner, Gil Marta. "Role of allyl esters in pest control." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2012. http://hdl.handle.net/10803/94147.

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Abstract:
Les propietats insecticides d’una sèrie d’esters d’al•lil va ésser avaluada en diferents insectes mitjançant diferents modes d’aplicació. L’acció per aplicació tòpica va variar en funció de l’ester d’al•lil aplicat. El cinamat i el naftoat d’al•lil van ser els compostos més actius front a ous i larves neonates de C. pomonella, G. molesta i L. botrana, mentre que el salicilat d’al•lil no va produir mortalitat a la major dosi assajada (10 mg/mL). El cinamat d’al•lil va ser l’únic ester actiu per aplicació tòpica en adults de A. pisum, mentre que tots els esters d’al•lil testatsvan ser actius en adults de T. castaneum. Els esters d’al•lil assajats van produir una pèrdua de la viabilitat cel•lular en les línees cel•lulars d’insectes quan va èsser mesurda mitjançant dos metodologies diferents (MTT i Blau de tripà), degut a una disrupció de les membranes cel•lulars. El cinamat d’al•lil va ser el compost més actiu i les cèl•lules procedents de l’aparell digestiu de Choristoneura fumiferana (Lepidòpter) les més sensibles. L’acció insecticida per ingestió va ser confirmada en larves de S. littoralis i C. pomonella, i en nimfes de A. pisum, senyalant l’aparell digestiu com a principal punt d’acció dels esters d’al•lil. Els corresponents àcids i dicloropropilesters van mostrar una menor o igual acció insecticida que els corresponents esters d’al•lil, deguda també, a una acció en la membrana cel•lular. Les diferències en l’acció dels compostos seria deguda a diferències en les propietats lipofíliques dels compostos i la seva interacció amb les membranes cel•lulars. Pel que fa a l’efecte dels esters d’al•lil en la comunicació química dels insectes, aquesta va tenir lloc en T. castaneum però no en A. pisum, el que es podria utilitzar per a mantenir els productes enmagatzemats lliures de T. castaneum. Pel que fa a C. pomonella i a L. botrana, tots els esters d’al•lil assajats van produir una resposta en les antenes dels mascles de C. pomonella, però tan sols el cinamat d’al•lil la va provocar en les femelles de C. pomonella i en mascles i femelles de L. botrana. Aquesta acció no es va veure reflexada en un increment de l’atracció de mascles cap a fonts amb l’ester d’al•lil i feromona en assajos en túnel de vent, però si en l’atracció de femelles. Aquest fet podria utilitzar-se per a incrementar el nombre de captures de femelles en trampes de feromona. Aquests resultats suggereixen un paper dels esters d’al•lil en el control de plagues, especialment del cinamat d’al•lil.
La acción insecticida de varios esteres de alilo fue testada en diversos insectos y mediante distintos modos de aplicación. La actividad por aplicación tópica varió en función del éster de alilo. El cinamato de alilo y el naftoato de alilo fueros los compuestos más activos en huevos y larvas neonatas de C. pomonella, G. molesta y L. botrana, mientras que el salicilato de alilo no produjo mortalidad a la dosis más alta testada (10 mg/mL). El cinamato de alilo fue el único éster activo por aplicación tópica en A. pisum mientras que todos los esteres testados lo fueron para T. castaneum. Los esteres de alilo estudiados produjeron pérdida de viabilidad celular en todas las líneas celulares de insectos cuando dicha viabilidad fue analizada mediante dos metodologías distintas (MTT y Azul de Tripano), y siendo ésta debida a la disrupción de la membrana celular. El cinamato de alilo fue el producto más activo, y las células del aparato digestivo de Choristoneura fumiferana (Lepidoptera) las más sensibles. La acción insecticida por ingestión en larvas de S. littoralis y C. pomonella, y en ninfas de A. pisum, fue confirmada y el aparato digestivo fue señalado como principal punto de acción de los esteres de alilo. Los correspondientes ácidos y dicloropropilesteres presentaron una menor o igual acción insecticida que los esteres de alilo siendo dicha acción también debida a un efecto en la membrana celular. Las diferencias en la acción de los distintos compuestos podrían ser debidas a diferencias en las propiedades lipofílicas de los compuestos y su interacción con las membranas celulares. Los esteres de alilo produjeron un efecto en la comunicación química de T. castaneum pero no en A. pisum, lo que podría utilizarse para mantener los productos almacenados libres de T. castaneum. En cuanto a C. pomonella y L. botrana, todos los esteres de alilo probados produjeron una respuesta en las antenas de los machos de C. pomonella, mientras que tan solo el cinamato de alilo la produjo en las antenas de hembras de C. pomonella y en machos y hembras de L. botrana. Esta respuesta no se tradujo en un aumento de la atracción de machos hacia cebos con mezclas de ester de alilo y feromona en ensayos de túnel de viento, pero si aumentó el número de hembras atraídas. Este hecho podría utilizarse par incrementar el número de hembras capturadas en trampas de feromona. Estos resultados, sugieren el papel de los esteres de alilo en el control de plagas, especialmente del cinamato de alilo.
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