Academic literature on the topic 'Acqua reflua di processo'

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Journal articles on the topic "Acqua reflua di processo"

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Triuzi, F. "Anatomia funzionale RM dell'encefalo neonatale." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 9–18. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s103.

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Abstract:
Diversi autori hanno già ampiamente dimostrato i vantaggi della RM nella valutazione morfologica dell'encefalo neonatale, tuttavia non è tanto nello studio della morfologia, ma in quello della struttura che la RM evidenzia le caratteristiche di maggior interesse. Essa è difatti l'unica tecnica in grado di seguire in vivo il processo di mielinizzazione. Le fibre mielinizzate presentano un segnale diverso da quelle non mielinizzate e possono di conseguenza essere riconosciute, separando fra loro sistemi funzionali diversi. Si realizza di conseguenza una anatomia che non è più semplice forma, ma che definisce nel contempo il percorso di una funzione. Tecnica di esecuzione dell'Esame RM Lo studio dell'encefalo neonatale con RM presenta alcune problematiche tecniche peculiari riguardanti la sedazione, le bobine, le sequenze. Da un punto di vista biochimico l'assenza di mielina comporta due fattori principali: un aumento del contenuto in acqua e una diminuzione del contenuto in grasso della sostanza bianca. In particolare il contenuto in acqua della sostanza bianca è maggiore di quello della sostanza grigia e quello in grasso è minore. In linea generale il processo di mielinizzazione va di pari passo con lo sviluppo di una funzione; lo sviluppo delle funzioni del sistema nervoso centrale nel feto e nel neonato segue un criterio filogenetico e un cristerio di priorità nei confronti degli «pacchetto» sensitivi. In conclusione utilizzando tecniche di studio idonee la valutazione dell'anatomia normale dell'encefalo mediante RM si arricchisce nel neonato di informazioni funzionali non ottenibili nei soggetti adulti.
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Pontrandolfi, Antonella. "Sistema agroalimentare e sostenibilitŕ ambientale: scenari e sfide." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 91–110. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002006.

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Abstract:
La sostenibilitŕ ambientale č un concetto da sviluppare maggiormente nel settore agroalimentare per le implicazioni su suolo, acqua e biodiversitŕ e per l'impatto ambientale della produzione agroindustriale. Per aumentare il livello di sostenibilitŕ appare importante applicare un nuovo approccio, territoriale e di filiera e va an- che considerata la coerenza con gli obiettivi di sicurezza alimentare e gli effetti dei cambiamenti climatici, cioč la sfida per il settore agroalimentare č assicurare un adeguato livello produttivo incidendo perň sul grado generale di sostenibilitŕ e l'autore ritiene che questo possa avvenire adottando approcci e strumenti pianificatori integrati che considerino tutte le fasi del processo produttivo lungo le filiere e nei piani di settore dell'agroalimentare.
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Coleman, Lucinda. "Performing Water: Site-specific dance-making as liquid art." Choreographic Practices 11, no. 1 (July 1, 2020): 101–22. http://dx.doi.org/10.1386/chor_00014_1.

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Abstract:
The Remnant Dance Project, Culaccini, developed site-specific dance movement in response to the waters of the Taleggio Valley, Italy, during the Nature, Art and Habitat Residency (NAHR) (2018). The intention was to respond to the Enna River system through documenting dance movement made in the region via film, photography and reflective writing. The practice-led research process was shared on the daily blog, ‘The drop of the day’. At the close of the NAHR, a short dance film, Performing Water, was made to further interrogate the nature of site-specific dance-making in water and the notion of what constitutes ‘site-dance’ in this context. In our journey of water-dance discovery, unique marks have remained on each other, the site and on things we have made, like the traces of a water vessel: culaccini. The dance made for the project was immersive and focused, constructed to invite interpretation through the use of symbolism and imagery. Progetto Culaccini sviluppa un movimento di danza site-specific in risposta alle acque dei torrenti della Val Taleggio, Italia (2018). L’intenzione è quella di rispondere al sistema del torrente Enna documentando il movimento di danza fatto sul luogo attraverso film, fotografia e scrittura riflessiva. Questo processo di ricerca guidato dalla pratica venne condiviso quotidianamente sul blog: La goccia del giorno. Al termine della residenza Natura, Arte e Habitat, la produzione di un cortometraggio di danza ha permesso l’analisi e approfondimento della danza site-specific in acqua e la nozione di ciò che costituisce la ‘danza’ in questo contesto. Nel nostro viaggio di scoperta della danza nell’acqua, segni unici rimangono impressi uno sull’altro, il luogo e le cose che abbiamo fatto, come le tracce di un vessello d’acqua: i culaccini. La danza fatta in questo contesto è stata immersiva e focalizzata; costruita per invitare l’interpretazione attraverso l’uso di simbolismo e immagini.
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Dissertations / Theses on the topic "Acqua reflua di processo"

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Mazzacani, Valentina. "La gestione delle acque nell'industria ceramica: il caso di studio della Florim Ceramiche SpA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L'acqua non è solo un bene essenziale, è anche una risorsa molto versatile in grado di procurare un'ampia gamma di benefici ma al tempo stesso è importante avere la consapevolezza che si tratti di una risorsa esauribile. Uno dei suoi maggiori utilizzi è quello industriale nel quale non è di fondamentale importanza solo il quantitativo di risorsa idrica sfruttata ma anche le sue caratteristiche qualitative. Obiettivo della tesi è quello di indagare la gestione della risorsa idrica nel contesto dell'industria ceramica cercando di capire quali sono gli utilizzi principali, i quantitativi e lo standard qualitativo dell'acqua al termine del processo industriale. Un ruolo principale nell'ambito della sostenibilità ambientale è svolto dalle aziende ceramiche del territorio che sempre più acquisiscono know-how ambientale e si adottano di procedure e tecnologie in grado di salvaguardare il territorio in cui operano. A tal fine ho condotto uno studio su una delle maggiori aziende del distretto ceramico di Sassuolo: Florim ceramiche s.p.a. analizzando il processo produttivo, quello depurativo e i quantitativi utilizzati cercando di capire gli ambiti di miglioramento attraverso la definizione di interventi sostenibili.
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Dibello, Genny. "Studio di processi di recupero dell'ammonio da acque reflue tramite adsorbimento: materiali e strategie innovative." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21703/.

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Abstract:
Questo studio di tesi magistrale nasce dall’esigenza di contrastare il fenomeno dell’eutrofizzazione, accelerato dalla presenza di azoto ammoniacale (NH4+-N) nei fiumi e nei laghi. I processi biologici utilizzati per rimuovere l’ammonio dalle acque, ossidandolo a N2, sono ad alta intensità energetica e hanno difficoltà a raggiungere le concentrazioni di effluenti richieste inferiori a 1 mg∙L-1. Un obiettivo del recupero dell’ammonio è quello di trasformare questo nutriente in altri composti e fertilizzanti a partire da materiali di scarto, riducendo così significativamente la dipendenza dal processo Haber-Bosch per l'ottenimento di ammoniaca e urea, il quale utilizza ogni anno l’1-2 % della fornitura di energia mondiale. L’adsorbimento per scambio ionico è risultato un metodo interessante per la rimozione dell’ammonio dalle acque reflue a bassa concentrazione. Sono stati valutati diversi materiali adsorbenti tramite il confronto tra gli esperimenti riportati in letteratura, ovvero test in batch (isoterme), in continuo (breakthrough) e tramite la rielaborazione dei dati sperimentali con il modello cinetico di Thomas. Le zeoliti naturali e sintetiche, tra cui rispettivamente la Cabasite e la MesoLite, hanno mostrato le migliori proprietà come adsorbenti, ovvero buona capacità di adsorbimento ma soprattutto selettività, abbondanza, basso costo, resistenza a NaOH, resistenza meccanica e a compressione. La rigenerazione rappresenta un grande ostacolo per l’utilizzo del trattamento delle acque reflue a base di zeolite su vasta scala e in modo economicamente fattibile: alternative valide discusse sono lo stripping con membrana e la precipitazione tramite struvite. I possibili futuri candidati come materiali adsorbenti, sui quali si sta focalizzando la letteratura più recente, sono i materiali ceramici e in particolare i compositi di geopolimeri, che vantano proprietà di scambio ionico molto vicine a quelle delle zeoliti, data anche la somiglianza delle loro strutture.
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Zanca, Caterina. "Separazione e recupero di ammonio da acque reflue municipali: sviluppo di un processo a scambio ionico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Lo sfruttamento efficiente delle acque reflue municipali (MWW), generalmente considerate solo come un rifiuto, consentirebbe di far fronte all’importante crisi idrica globale in atto. L’ammonio è il composto azotato più presente nelle MWW, dalle quali deve essere rimosso perché causa di eutrofizzazione degli ambienti acquatici. Allo stesso tempo, l’ammonio è alla base della produzione della maggior parte dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura, la cui filiera è responsabile di enormi consumi energetici ed emissioni di gas serra. Il presente lavoro di tesi si concentra su una tecnologia non convenzionale di rimozione ma anche di recupero dell’ammonio dalle MWW, il processo a scambio ionico. Data l’ampia varietà di materiali a scambio ionico disponibili, questa ricerca si focalizza sulla valutazione delle prestazioni della zeolite naturale (NZ) Cabasite/Phillipsite, condizionata in forma potassio e utilizzata nel trattamento di una MWW a forte concentrazione salina. La sperimentazione a piccola scala ha previsto prima l’esecuzione di test in batch per determinare la capacità di adsorbimento all’equilibrio della zeolite: i risultati sono stati interpolati tramite i modelli di Freundlich e Langmuir e confrontati con quelli relativi alla stessa NZ ma condizionata in forma sodio. La NZ è stata poi sottoposta a test in continuo in colonna, con lo scopo di definire le curve di breakthrough degli ioni presenti nella MWW trattata e il comportamento del materiale quando sottoposto a cicli ripetuti di adsorbimento/desorbimento. Il prodotto desorbito è una soluzione concentrata di NH4+, utilizzabile come base per la produzione di fertilizzanti, e K+, che rispetto al sodio non crea salinità nel suolo. Un altro materiale, il geopolimero G13, è stato testato con prove in batch, per verificare che le sue prestazioni fossero tali da giustificare un proseguimento della sperimentazione, quindi un confronto con la NZ e un’analisi economica del processo più approfondita.
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Laaouaj, Khadija. "Sviluppo e ottimizzazione di un processo di scambio ionico per il recupero di ammonio da acque reflue municipali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’aumento della popolazione e la conseguente intensificazione della produzione di fertilizzanti che dipende dall’uso di energia non rinnovabile hanno richiesto lo sviluppo di tecnologie per il loro recupero. I fertilizzanti a base di azoto sono vitali per la crescita agricola ma il loro uso incontrollato porta all’inquinamento da sostanze nutritive che colpisce specialmente gli ecosistemi acquatici; per questo motivo le normative sugli scarichi idrici prevedono un controllo del contenuto di azoto nelle acque reflue municipali (MWW). Il presente lavoro di tesi ha l’obiettivo di illustrare un processo di scambio ionico indirizzato alla rimozione e recupero selettivo di ammonio dalle MWW per un riutilizzo agricolo come fertilizzante. È stata inizialmente testata una zeolite naturale Cabasite/Phillipsite (CP) condizionata in forma potassio in test batch (prove cinetiche e isoterme d’adsorbimento) per valutarne la capacità di adsorbimento verso l’ammonio. Tutte le prove sono state condotte sia in soluzione sintetica di ammonio che in una MWW ad alto contenuto salino per confrontare le prestazioni della CP in assenza e in presenza di ioni competitori e determinare quanto diminuisce la capacità d’adsorbimento del materiale. Confrontando i dati ottenuti con quelli della CP condizionata in forma sodio non sono risultate particolari differenze ma la sperimentazione è proseguita con la CP in forma potassio dato l’utilizzo agricolo che si vuole fare del prodotto desorbito ricco di ammonio, che necessariamente deve contenere il minor sodio possibile per non aumentare la salinità del terreno e ridurne la fertilità. Sono stati poi condotti test in continuo, sottoponendo la CP a cicli di adsorbimento/desorbimento ripetuti per monitorarne le prestazioni. È stato infine testato il Geopolimero G13, anch’esso attivato in forma potassio, eseguendo test in batch per confrontarne i risultati con la CP e determinare il materiale adsorbente più promettente per la rimozione di ammonio.
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Gallini, Emma. "La fitodepurazione per il trattamento di acque reflue: analisi dei meccanismi di rimozione di inquinanti e influenza dei principali parametri di processo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il lavoro si prefigge di analizzare in dettaglio i sistemi di fitodepurazione, investigando tra diverse esperienze, anche in corso di esecuzione, riportate in letteratura, e analizzando, quindi, le rese (in termini di rimozione dei contaminanti dalle acque) associabili a questo tipo di trattamento, i meccanismi di rimozione ed i principali parametri che influenzano il processo. Lo studio ha previsto anche una fase di attività sperimentale atta alla definizione delle procedure di start-up per un nuovo impianto pilota, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca FIT4REUSE, finanziato dall’Unione Europea, che ha l’obiettivo principale “di fornire modalità di approvvigionamento idrico sicure, sostenibili a livello locale e accettate per il settore agricolo mediterraneo, sfruttando risorse idriche non convenzionali, ovvero acque reflue trattate e acqua desalinizzata” [https://fit4reuse.org]. L’impianto pilota è stato installato all’interno di un’area dedicata dell’impianto di depurazione di Granarolo dell’Emilia in provincia di Bologna (Italia), con lo scopo principale di trattare un refluo reale e quindi di investigare sulle potenzialità dell’implementazione della fitodepurazione in applicazioni reali.
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Puccio, Christian. "Monitoraggio tramite segnali indiretti per il controllo del processo di denitrificazione in un impianto a f.a. in scala di laboratorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/124/.

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Labate, Stefano. "Il controllo di processo degli impianti di depurazione di acque reflue urbane: efficacia di alcuni trattamenti chimico-fisici e biologici nell’abbattimento del fosforo e dei tensioattivi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12035/.

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Abstract:
Metodiche sperimentali per l'abbattimento del fosforo, mediante precipitazione chimica, con l'utilizzo di una miscela di PAC/Poliammina e degradazione dei tensioattivi, con l'impiego di un bioreattore, utilizzando ceppi batterici selezionati. L'applicazione in campo è stata effettuata sugli impianti di Sammichele di Bari, Noci e Castellana Grotte ricadenti nella provincia di Bari e gestiti dalla società Acquedotto Pugliese S.p.A.
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Tiboni, Andrea. "Modellazione matematica dei sistemi ad acqua nebulizzata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’incendio è uno dei principali scenari incidentali sia in ambito civile che in ambito industriale; per tale motivo è opportuno implementare misure di sicurezza che riducano la frequenza di accadimento e gli effetti derivanti da un incendio; tali misure possono dividersi in passive ed attive, e la loro implementazione nei diversi campi di applicazione è gestita da un ramo specifico dell’ingegneria, l’ingegneria della sicurezza antincendio. In questo lavoro di Tesi è stata studiata la tecnica antincendio che impiega getti di acqua nebulizzata; essa si colloca tra le misure di protezione attive e contribuisce all’estinzione dell’incendio grazie all’iniezione nella zona interessata di uno spray d’acqua formato da gocce molto fini, in grado di contribuire alla soppressione del fuoco sia per il raffreddamento dei gas di combustione, sia per diluizione della sostanza comburente. In particolare, nel lavoro di Tesi è stata applicata la tecnica della fluidodinamica computazionale (CFD) per modellare la soppressione di un incendio con i sistemi ad acqua nebulizzata; a tal fine sono stati innanzi tutto individuati i codici in grado di svolgere tale simulazione, applicandoli poi ad un caso di studio.
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Tarentini, Carlo. "Inattivazione termica di Saccharomyces cerevisiae in sistema modello e bevande commerciali: effetto di condizioni di processo e della presenza di olio essenziale di Satureja montana ed estratto di Cotinus coggygria." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12813/.

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Abstract:
Le caratteristiche chimico-fisiche e compositive dei succhi e di bevande a base di frutta li rendono suscettibili allo sviluppo di molti microrganismi inclusi lieviti come Saccharomyces cerevisiae o Zygosaccharomyces bailii con conseguente perdita di qualità ed alterazioni delle proprietà organolettiche. Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse da parte dei consumatori verso prodotti che siano percepiti come naturali; ciò deriva dalla convinzione che i prodotti di sintesi possano avere effetti negativi sulla salute umana. L’obiettivo della sperimentazione è stato quello di utilizzare estratti a partire da piante e prodotti vegetali come antimicrobici per prevenire o ritardare lo sviluppo microbico negli alimenti. In particolare si sono usati l’olio essenziale di Satureja montana e l’estratto di Cotinus coggygria. Tali composti sono stati caratterizzati mediante analisi gascromatografica abbinata a microestrazione in fase solida, e se ne è valutata in vitro l’attività antimicrobica nei confronti di S. cerevisiae. Successivamente si è considerato l’effetto combinato di trattamenti termici blandi e dell’olio essenziale o dell’estratto sulla vitalità del lievito inoculato in un sistema modello a differenti valori di pH, adottando diverse temperature e tempi di trattamento; le curve di morte termica sono state inoltre ottenute in sistemi reali rappresentati da due bevande commerciali: acqua di cocco e succo di kiwi/mela. I risultati del sistema modello hanno evidenziato il forte effetto del pH sull’abbattimento cellulare. Dai risultati ottenuti sia nel sistema modello, sia con le bevande commerciali, si può inoltre affermare che S. montana e C. coggygria possono essere utilizzati come antimicrobici naturali da impiegare per la stabilizzazione di alimenti in combinazione con trattamenti termici superiori a 60°C e tempi di trattamento prolungati. Ciò è confermato anche dallo scarso impatto che hanno sulle caratteristiche organolettiche del prodotto dopo il trattamento.
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Santarsiero, Nicola. "Analisi delle prestazioni di contattori a membrana ceramici per applicazioni di distillazione a membrana con gas di trasporto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Questo elaborato ha come oggetto di studio l’analisi, dal punto di vista teorico, dei fenomeni di trasporto e delle prestazioni che regolano le operazioni di contattori a membrana, in particolare le SGMD. La configurazione scelta è quella Shell & Tube a fibre cave ceramiche multistrato. A tale scopo, sono stati considerati due differenti tipi di alimentazione: soluzione di acqua e soluto non volatile (NaCl), e soluzione di acqua e VOC (etanolo). La tesi si divide in quattro capitoli. Nel primo capitolo, vengono menzionati i concetti principali dei contattori a membrana e mostrate le quattro configurazioni più note della distillazione a membrana. Il capitolo due è incentrato sullo studio dei fenomeni di trasporto in SGMD, effettuato tramite l'utilizzo del software Matlab. Per i due differenti tipi di alimentazione, vengono mostrati i flussi e le forze motrici del processo, al variare delle condizioni operative. In questo modo, si ha un'idea di quali siano le resistenze controllanti del processo, sia per quanto riguarda il trasporto di calore che per quello di materia. Infine, si esaminano in modo critico, per i due casi distinti, alcune ipotesi semplificative al problema che solitamente vengono applicate in letteratura. Il terzo capitolo si occupa dell’analisi delle performances del modulo, per corrente di gas e liquido in equi-corrente. Viene utilizzato quindi il modello a parametri distribuiti. Per i due casi, si confrontano i risultati ricavati da tale modello con quelli ottenuti con un modello a parametri concentrati (fase perfettamente miscelata); vengono mostrati poi i profili di alcune variabili lungo un ipotetico impianto costituito da moduli di lunghezza fissata. L'ultimo capitolo, relativo alle conclusioni dell'intero elaborato, presenta un grafico che evidenzia le zone di operabilità e di efficienza del processo in funzione della lunghezza dell’impianto, al variare del rapporto tra la velocità del liquido e quella del gas.
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