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Journal articles on the topic 'Affetto e rappresentazione'

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Lazzarini, Ivana. "ICONA: la percezione dell'adozione da parte degli italiani, un progetto di ricerca nazionale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 198–207. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001021.

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Abstract:
In questo articolo si presentano i risultati preliminari della ricerca ICONA - Italy and Current Opinion oN Adoption - realizzata da ItaliaAdozioni in collaborazione con il gruppo di ricerca nazionale sulle adozioni di minori. L'indagine ha lo scopo di comprendere che cosa pensano gli italiani dell'adozione e delle famiglie adottive. È stato somministrato un questionario a un campione rappresentativo della popolazione per analizzare la percezione rispetto a tre dimensioni strettamente coinvolte nella strutturazione di atteggiamenti positivi o negativi nei confronti dell'adozione: la conoscenza, la rappresentazione e la comunicazione mass mediale sui temi adottivi. I dati ottenuti hanno rilevato che la percezione dell'adozione è sostanzialmente positiva, a riprova della capacità di accoglienza e di affetto della popolazione italiana. ICONA ha messo in evidenza quanto l'informazione e la narrazione che si costruiscono attorno al mondo dell'adozione, possono fare la differenza e configurare nuove aperture. Dal punto di vista operativo, la promozione della narrazione dell'universo adottivo può quindi rappresentare un fattore chiave per contrastare le stereotipie e favorire una comunicazione sull'adozione aperta e rispettosa. Allo stesso tempo, occorre informare sull'istituto giuridico, in particolar modo l'adozione nazionale, perché la conoscenza non derivi unicamente dal racconto personale e particolare dell'esperienza adottiva.
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2

Crozzoli, Aite Livia. "Il luttto nell'esperienza analitica con il gioco della sabbia"." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003002.

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Abstract:
Attraverso le testimonianze verbali e le rappresentazioni per immagini realizzate con il "gioco della sabbia" da persone in lutto vengono descritte nel testo le risonanze emozionali per la perdita di una persona con cui si era condivisa la vita e il processo elaborativo di chi intraprende un'esperienza terapeutica. Nel clima partecipativo della relazione analitica le persone possono condividere la loro sofferenza e la ricerca di sé, scoprendo il significato simbolico racchiuso nella sofferenza: l'aprirsi di uno spazio mentale e affettivo, aperto alla presenza dei processi interiori e all'importanza della componente relazionale. Segue la presentazione di un caso clinico e l'analisi di alcune scene del "gioco della sabbia", che evidenziano la peculiaritŕ del "pensare per immagini", un punto teorico di fondo del pensiero junghiano. Dal confronto tra i vissuti espressi nella comunicazione verbale e quelli nelle scene del "gioco della sabbia" si puň cogliere che la rappresentazione per immagini favorisce l'emergenza di contenuti profondi e simbolici, non prevedibili dalla coscienza e non ancora esprimibili con le parole.
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3

Cardone, Vito. "Il successo di EGA presso gli studiosi italiani." EGA Revista de expresión gráfica arquitectónica 23, no. 34 (November 27, 2018): 206. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2018.10852.

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Abstract:
<p class="ListParagraph">Da molti anni sono convinto che EGA sia la migliore rivista di rappresentazione dell’architettura – se non addirittura di tutte quelle che si interessano di rappresentazione grafica – e non ne faccio mistero. È ovvio che non tutti condividono e qualcuno si arrabbia quando lo affermo, ma si tratta di opinione meditata, suffragata da dati inoppugnabili, svincolati dal mio personale rapporto con la rivista e i colleghi che la curano.</p>
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4

Moro, Valentina, Renato Avesani, Giulia Cristofoli, Federica Pezzini, and Simone Pernigo. "La rappresentazione corporea dopo grave danno cerebrale." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 113–34. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026008.

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Abstract:
Molti interrogativi sull'esistenza di strutture cerebrali implicate nella percezione e organizzazione dello schema corporeo nascono giŕ nel diciannovesimo secolo dall'osservazione clinica di pazienti affetti da "turbe" dell'immagine corporea. Dalle prime descrizioni di Gerstmann, Pick, Babisnski e altri, molti studi successivi hanno aggiunto informazioni e hanno chiarito aspetti fondamentali di sindromi quali l'autotopoagnosia, la sindrome del giro angolare, l'anosognosia o la somatoparafrenia. Questo studio mira a verificare se gli strumenti neuropsicologici utilizzati in queste sindromi possono essere efficacemente applicati ai pazienti dopo un periodo di coma.
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5

Colì, Elisa, Giada Pavanello, and Rino Falcone. "La relazione tra paziente con artrite reumatoide e reumatologo durante la pandemia da Covid-19. Una ricerca esplorativa su rappresentazione sociale e ruolo della fiducia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 137–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001008.

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Abstract:
Lo studio ha indagato la relazione tra paziente con artrite reumatoide e reumatologo durante la pandemia da Covid-19, con particolare attenzione alla rappresentazione sociale di questa relazione, alla fiducia riposta nel proprio reumatologo ed ai cambiamenti introdotti dalla pandemia. La ricerca, realizzata con un questionario ad hoc somministrato online, ha coinvolto 135 persone affette da artrite reumatoide (età M = 49). I risultati evidenziano che la rappresentazione sociale della relazione tra i due è strutturata attorno alla disponibilità del reumatologo ed alla fiducia riposta nei suoi confronti, elementi che compongono il nucleo centrale della rappresentazione. Aspetti quali la competenza e la profes-sionalità sembrano invece rivestire un ruolo marginale in questo particolare periodo, essendo collocati nella periferia lontana. Nel complesso la fiducia sembra basarsi sul riconoscimento di competenze relative al pa-tient engagement e di disponibilità in termini di invio verso altri specialisti, rivestendo un ruolo di primo piano in termini di adesione alle cure mediche. La pandemia, che ha fatto registrare per poco più della metà del campione un aumento di fiducia verso il reumatologo, sembra aver rafforzato rapporti di fiducia già esistenti e corroso rapporti di fiducia già precari. All'aumento di fiducia avrebbe contribuito, tra l'altro, il mantenimento dello status quo in termini di fre-quenza di contatti con il proprio reumatologo (contatti meno frequenti comportano invece una riduzione della fiducia) e di accesso alle visite reumatologiche, nonché la percezione di una maggiore disponibilità del proprio reumatologo e di un miglioramento delle proprie capacità comunicative e relazionali.
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Filosofi, Fabio, Angela Pasqualotto, and Paola Venuti. "Representation of disability within the school textbook: primary school teachers’ attitudes." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 106–19. http://dx.doi.org/10.36253/form-12559.

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Abstract:
The school textbook is a cultural artefact capable of conveying a particular cultural and social imagery that clearly affects the attitudes of teachers and learners towards disability. This paper presents an exploratory-descriptive study that aims to investigate the attitudes of primary school teachers towards the representation of disability within the school textbook. Correlation between attitudes and teaching qualifications and experience were also sought. For this purpose, a questionnaire was constructed starting from macro-themes that emerged from semi-structured interviews during the previous qualitative phase. Findings have shown that teachers, while aware of the low educational value of the textbook and the scarcity of images and texts related to disability, have positive attitudes towards inclusive representation, use and design of materials related to special needs. Finally, teachers with the specialization for support activities were found to have more positive attitudes towards the representation and management of materials representing the reality of disability. Rappresentazione della disabilità nei libri di testo: gli atteggiamenti degli insegnanti della scuola primaria. Il libro di testo scolastico costituisce un artefatto culturale che veicola un particolare immaginario destinato ad influenzare le percezioni di insegnanti e alunni. L’articolo presenta uno studio esplorativo-descrittivo che mira ad investigare gli atteggiamenti dei docenti nei confronti della rappresentazione della disabilità all’interno dei libri di testo scolastici. A tale scopo è stato costruito un questionario ad hoc a partire dai macro-temi emersi dalle interviste semi-strutturate durante la precedente fase qualitativa. La ricerca mostra che gli insegnanti, pur consapevoli dello scarso valore educativo del libro di testo e della scarsità di immagini e testi relativi alla disabilità, hanno atteggiamenti positivi nei confronti della rappresentazione inclusiva e delle competenze personali nella gestione di materiali relativi alla realtà dei bisogni speciali. Gli insegnanti in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, infine, tendono ad avere atteggiamenti più positivi nei confronti della rappresentazione della e dell’utilizzo di immagini e testi disabilità all’interno dei libri di testo rappresentanti la disabilità.
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7

Gatti, Elena, Emanuela Confalonieri, and Chiara Ionio. "Percezione e rappresentazione dell'immagine corporea in adolescenti con e senza disturbo alimentare." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002002.

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Abstract:
Lo sviluppo puberale si configura come un processo critico per l'adolescente. Numerosi cambiamenti puberali comportano una continua e necessaria ri-organizzazione mentale ed affettiva della propria immagine corporea. L'accettazione di tali cambiamenti sembra essere piů faticosa per le adolescenti femmine che sono piů vulnerabili di fronte ai cambiamenti puberali. Proprio nei gruppi femminili si riscontrano infatti maggiori comportamenti volti ad a modificare il proprio aspetto fisico e il proprio peso. Il presente studio si propone di indagare la percezione e soddisfazione dell'immagine corporea in due gruppi di adolescenti femmine di etŕ compresa tra i 12 e i 17 anni (M = 14.8; d.s. = 1.7) attraverso l'impiego di strumenti quantitativi self-report combinati con il "Mi disegno", un strumento qualitativo in cui si chiede una riproduzione grafica del proprio corpo. Il gruppo clinico č composto da 60 ragazze affette da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), mentre il gruppo normativo da 60 ragazze non affette da alcun disturbo alimentare (Non-DCA). I risultati ricavati dai questionari confermano la maggiore insoddisfazione e percezione negativa per il proprio corpo e peso da parte del gruppo clinico. I disegni mostrano evidenti differenze tra i due gruppi, offrendo uno sguardo piů approfondito e qualitativamente ricco di aspetti affettivi/emotivi che caratterizzano la raffigurazione del corpo, non emersi con i questionari. Questi primi risultati invitano a proseguire nell'impiego del disegno come uno strumento che puň affiancarsi ad altre misure piů quantitative al fine di ottenere un quadro sempre piů esaustivo di un costrutto quale la percezione dell'immagine corporea che ha un carattere multidimensionale
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Lora, Antonio, Marianna Cavazza, and Vittorio Mapelli. "Capitolo 5: Diagnosi e gravità." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 38–52. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000228.

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Abstract:
Gli elementi di cui si dispone per descrivere le caratteristiche cliniche dei pazienti arruolati nello studio sono la diagnosi e la valutazione del livello di gravità del paziente. Entrambe le informazioni sono rilevate dalla scheda HoNOS.La compilazione delle schede HoNOS richiede agli operatori di riportare la diagnosi principale del paziente, adottando i codici F della classificazione ICD 10. Per questa fase dello studio, si è ritenuto opportuno fare riferimento alla sola prima cifra della diagnosi, limitandosi pertanto a menzionare i gruppi diagnostici dei pazienti arruolati.La quota principale di assistiti arruolati (tabella 5.1), risulta essere affetta da schizofrenia (F2), rappresentando più di un terzo del totale; seguono gli utenti con sindromi nevrotiche (F4) ed affettive (F3); infine, i pazienti affetti da disturbi della personalità (F6) rappresentano l'ultimo gruppo diagnostico consistente.Disponendo poi delle diagnosi della popolazione in carico presso le 10 UOP nel 2000 (grazie al sistema informativo regionale) è possibile effettuare un confronto per indagare sulla rappresentatività, anche dal punto di vista clinico, dei pazienti coinvolti nello studio. Dal confronto fra gli utenti arruolati e quelli in carico presso i servizi, emerge una leggera sovra-rappresentazione nel campione di pazienti affetti da patologie considerate più gravi, rispetto agli utenti in carico. Ciò a causa dei pattern di trattamento più continuativi per i pazienti gravi (come i pazienti affetti da schizofrenia), che ha portato ad intercettare un maggior numero di essi nel campione. Il fenomeno opposto riguarda i pazienti con patologia nevrotica. Per i restanti gruppi diagnostici, si registra invece una notevole sovrapposizione fra le due popolazioni confrontate.
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Bertocchi, Sabrina, Francesca Emiliani, Silvia Potě, and Laura Palareti. "Diversi regimi terapeutici nel trattamento di bambini affetti da malattia emorragica congenita: processi di scelta e ricadute sul benessere psicosociale del paziente e della sua famiglia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 65–90. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003005.

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Abstract:
Un tratto caratteristico delle malattie emorragiche congenite (di cui la piů diffusa č l'emofilia) č l'imprevedibilitŕ dell'evento emorragico, della sua durata e della sua severitŕ, da cui consegue una condizione di continua incertezza sulle modalitŕ e la tempestivitŕ necessarie per l'intervento. Il superamento di questa condizione č oggi possibile attraverso l'infusione del fattore di coagulazione mancante. Quest'ultima puň essere attuata tramite due modalitŕ: profilassi e terapia al bisogno. Questo studio ha come obiettivo la comprensione approfondita delle condizioni che favoriscono o che invece ostacolano l'adesione a forme diverse di trattamento terapeutico, in particolare profilassi e terapia al bisogno, in famiglie con bambini affetti da emofilia. Sono stati intervistati congiuntamente i genitori di 11 famiglie con figli emofilici in etŕ evolutiva, residenti a Bologna e provincia che aderivano a trattamenti differenziati (profilassi o terapia al bisogno). I risultati mostrano come le due diverse forme di terapia siano collegate a differenti rappresentazioni della malattia e a diverse modalitŕ di funzionamento familiare. La profilassi si conferma la terapia che maggiormente si accompagna ad uno stile di vita normalizzato sia per il bambino che per l'intera famiglia.
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Boatti, Leonardo. "Dalla mentalitŕ talebana alla democrazia degli affetti in un gruppo di bambini." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 63–73. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001006.

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Abstract:
La psicoterapia analitica dell'etŕ evolutiva viene a trovarsi in questi ultimi anni in una fase di profondo rinnovamento dal punto di vista metodologico e operativo. Viviamo in una societŕ "narcisistica", improntata sulla soddisfazione immediata del bisogno e delle mete pulsionali. Ciň comporta un'ipotrofia dell'area preconscia-transizionale, dello sviluppo della capacitŕ di pensiero e del mantenimento dei legami. Kaës sottolinea l'importanza di un buon sviluppo dell'area transizionale o preconscia, indispensabile per tollerare l'attesa, la frustrazione, necessaria per lo sviluppo della capacitŕ riflessiva. Lebovici afferma che «molti adolescenti della generazione attuale non sanno che agire e sono condannati a non elaborare le loro emozioni, che non sanno rappresentare». In parallelo sempre piů bambini non sanno giocare: "presentano" piů che rappresentano i propri vissuti. Il terapeuta dell'etŕ evolutiva si trova ad affrontare gruppi di bambini la cui modalitŕ di comunicare le proprie emozioni č prevalentemente sensoriale-corporea. Viene messa a dura prova la capacitŕ contenitiva e conservativa il pensare. Il faticoso lavoro del terapeuta consiste nel permanere in una situazione bioniana di K- e nel tradurre in parole e pensieri, attraverso rappresentazioni e gioco (play), espressione di ciň che sta avvenendo in quel momento nel gruppo, le comunicazioni affettive ed emotive espresse con la sensorialitŕ e il corpo. Ciň permette nel tempo la creazione di una membrana preconscia (membrana di contatto bioniana) capace, come la membrana cellulare, di favorire lo scambio fra dentro e fuori, fra conscio e inconscio. Nell'abstract la esemplificazione clinica tratta un gruppo di bambini il cui cambiamento della composizione ha determinato lo scontro anche violento fra i rappresentanti delle due modalitŕ di comunicazione degli affetti. In particolare l'arrivo di due femmine favorisce il faticoso e doloroso cambiamento della struttura e soprattutto della mentalitŕ del gruppo: da una mentalitŕ talebana a una mentalitŕ democratica degli affetti. Si assiste a un conflitto fra una modalitŕ maschile improntata sull'azione e sul gioco (game) come veicolo delle emozioni e una modalitŕ femminile improntata sulla parola e sul pensiero.
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Sparano, Ausilia, Paola Epifani, Daniela de Berardinis, and Rosa Ferri. "La costruzione di un servizio per le famiglie dei bambini nati pretermine: un'esperienza di promozione della salute." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 123–37. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002008.

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Abstract:
La nascita pretermine č un evento che puň compromettere sia la salute che lo sviluppo cognitivo ed affettivo del bambino ed incidere sulla relazione tra bambino e genitori. L'esperienza descritta riguarda la costruzione di un servizio di accoglienza e consulenza psicologica dedicato alle famiglie dei bambini nati con grave prematuritŕ. Il servizio, nato dalla collaborazione tra psicologi e neonatologi dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma, č basato sul monitoraggio dello sviluppo globale dei nati con etŕ gestazionale &lt; 32 settimane fino ai 5 anni. Questo ha come obiettivi: valutare lo sviluppo del bambino, facilitare l'elaborazione dell'evento traumatico e fornire consulenza alla coppia genitoriale sulle problematiche legate allo sviluppo. I colloqui prevedono quattro fasi: a) Accoglienza dei vissuti e delle rappresentazioni dei genitori; b) Osservazione dell'interazione genitori-bambino; c) Interazione tra psicologo e bambino attraverso il gioco strutturato; d) Restituzione e confronto sulle risorse e le competenze del bambino e dei genitori. Nella nostra esperienza l'intervento precoce favorisce l'integrazione e il benessere globale del pretermine e della famiglia.
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Baldacci, Maria Cristina. "Bioetica dell’esercizio della sessualità nel portatore di handicap fisico geneticamente trasmissibile." Medicina e Morale 46, no. 3 (June 30, 1997): 503–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.879.

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Abstract:
Nella maggioranza dei casi la corporeità dell'handicappato viene relegata ad una semplice rieducazione e indirizzata principalmente verso una migliore socializzazione, i sentimenti di tipo erotico sono ridotti alla sfera spirituale e sostituiti da un'affettività e da un amore platonico dettati da ideologie sociali. Per un handicappato avere un'immagine del proprio corpo è sicuramente più difficile che per altri: il corpo è concepito come luogo di sentimenti ambivalenti. Perchè sede della propria diversità, rappresentazione di una parte di sè che non risponde ai desideri personali, sia di ordine funzionale sia relazionale. Le persone portatrici di handicap hanno bisogno di un aiuto approppriato nella valorizzazione estetica della propria immagine data la disabilità fisica. E' necessario, quindi, aiutarli a scoprire di sè aspetti "diversamente belli" e gratificanti, non solo patinati. Nell'ambito di questa problematica, l'autrice si sofferma particolarmente, per i problemi morali che sollevano, sulle situazioni patologiche geneticamente trasmissibili. In questi casi è necessario far comprendere la giusta possibilità di evitare un danno altamente probabile, forse anche certo, ad una terza persona. In altre parole secondo l'autrice si deve collaborare con Dio a non generare dolore, e l'unico modo per farlo è attraverso l'educazione. E' auspicabile, infatti, che una persona affetta da patologia fonte di handicap fisico geneticamente trasmissibile non eserciti la propria genitalità, ma viva ed "inventi" l'esercizio della propria sessualità in modo sublimato e trascendente, mantenendo intatta e, se è possibile migliorando, la propria "salute sessuale" e mentale.
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Barcellona, Pietro. "Elogio del discorso inutile." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 114 (May 2010): 28–40. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-114003.

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Abstract:
La nostra epoca tecnico-scientifica sembra ossessionata dalla risoluzione di problemi, pratici o teorici che siano. Saggisti, opinionisti e persino filosofi non resistono al richiamo delle sirene. Il dramma č che ai consulenti predicatori che forniscono ricette e soluzioni, fa da contraltare una schiera sempre piů vasta di individui disorientati e incapaci di prendere decisioni autonome. La ricerca della veritŕ, perň, č ben diversa dalla ricerca di rimedi efficaci, perché implica la creazione di un nuovo spazio mentale, dove pensieri ed emozioni si trasformano in nuovi pensieri ed emozioni. Di qui la scelta dell'elogio del discorso "inutile", che attiene alle trasformazioni soggettive, alle relazioni affettive, liberando lo spazio mentale dai vincoli del conformismo sociale e dall'etica del successo. Sono "inutili" tutti quei discorsi che riguardano la sfera psichica, che producono rappresentazioni mentali diverse e creano scenari differenti da quelli consueti. Si tratta di dialoghi interattivi, creativi, dove non č possibile distinguere chi dona da chi riceve e richiamano le riflessioni sul radicamento di Simone Weil, secondo cui sapere č comprendere e non apprendere. L'efficacia del comprendere ha a che vedere con la trasformazione del soggetto, attraverso il suo sguardo sul mondo. Il discorso "inutile" usa il linguaggio dell'eccedenza, che ci aiuta ad appezzare l'incalcolabile significato degli affetti, dell'amicizia, di tutto ciň per cui vale la pena di perdere la vita per ritrovarla piů ricca. Come la conversione di Paolo, ogni nuova visione del mondo č un'irruzione dell'impensato nella vita quotidiana. E l'impensato sta a testimoniare l'eccedenza. Possiamo considerare i percorsi psicoanalitici delle conversioni, perché si strutturano nel tempo attraverso la creazione di nuovi significati, che retroagiscono sulla storia del soggetto, rilanciandola in avanti.
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Dondona, Adriana. "Mimčsi e rito: tra ripetizione e creativitŕ. Dare forma al non espresso: trasformazioni creative in gruppi di bambini e di adolescenti." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 49–62. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001005.

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Abstract:
Si descrive l'esperienza di gruppi terapeutici ed esperienziali, condotti in scuole elementari e medie ed in un servizio ASL romano di neuropsichiatria infantile, per bambini e adolescenti con problemi d'apprendimento e di condotta spesso legati all'ambiente sociofamiliare. Gli esempi clinici illustrano come la mimčsi e la ritualitŕ siano utilizzate dai ragazzi, nel campo gruppale, per sperimentare rappresentazioni di sé meno ripetitive ed imbastire una narrazione soggettiva, originale, del proprio mondo emotivo e relazionale. La mimčsi genera contagi di emozioni e fantasie, rappresenta una forza magnetica che avvia il pensiero gruppale, la socialitŕ sincretica, il formarsi di alleanze, complicitŕ e antagonismi, stimola il rispecchiamento, l'empatia e la costruzione di "oggetti sé" transizionali, produce sia fenomeni di conformismo, che occasioni di trasformazione, aiutando a superare l'imitazione passiva, per cercare il proprio modo originale di ri-produrre la realtŕ. La mimčsi creativa, che il gruppo scopre, coglie dell'esperienza l'ambiguo e l'indifferenziato, per offrirgli una nuova espressione, che contiene parti di sé inesplorate, insieme a ciň che accade e incontriamo. Cosě le azioni rituali dei gruppi, pur riproducendo forme sociali conosciute e spesso subite, creano una cornice simbolica evocativa, che rompe il flusso indistinto dell'esistere e stimola a "giocare" con la ricerca di significati, con le aspettative, i paradossi e i punti oscuri dell'esperienza, destrutturando e ristrutturando l'abitudinario. Per questi bambini e adolescenti, troppo condizionati da modelli omologanti, spesso esposti ad esperienze traumatiche o profondamente ambivalenti sul piano psico-affettivo, tali da farli sentire riempiti proiettivamente di bisogni, desideri altrui, ed espropriati di aree vitali di espressivitŕ, č importante sperimentare una mimčsi che non copia, ma re-interpreta l'alteritŕ, in una tensione costante tra alienazione e soggettivitŕ, per costruire un processo autonomo e creativo di crescita individuale e collettivo.
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Serra, A., G. Spinato, S. Cocuzza, L. Licciardello, P. Pavone, and L. Maiolino. "Adaptive psychological structure in childhood hearing impairment: audiological correlations." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 175–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1291.

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Abstract:
La presente ricerca affronta i problemi clinici e sociali che riguardano lo sviluppo linguistico e cognitivo nei bambini sordi. Attualmente, lo sviluppo della “Teoria della mente” rappresenta un importante campo di ricerca nello studio della sordità. Questi studi internazionali hanno evidenziato nei bambini sordi una significativa alterazione nello sviluppo della “Teoria della Mente”, soprattutto in caso di perdita congenita o preverbale dell’udito. In particolare, la ricerca si concentra sulle competenze dei bambini sordi nel riconoscere emozioni e desideri, attraverso metodi sia cognitivi che percettivi, per la valutazione delle capacità psico-cognitiva attraverso una serie di domande composte da alcuni test adeguati, da somministrare ai pazienti con perdita uditiva. L’esperimento è stato condotto su un gruppo composto da 10 bambini (5 maschi e 5 femmine), di età compresa tra 4 e 9 anni e tra 54 e 108 mesi), affetti da perdita uditiva congenita bilaterale (da grave a cofosi), o da perdita uditiva preverbale sviluppata sia in bambini che attendono l’ultimo anno prima di frequentare la scuola elementare, sia in quelli che frequentano il quarto anno di scuola elementare. I criteri di selezione sono stati basati su: valutazione audiologica, somministrazione di test neuropsicologici al fine di valutare, in generale, le capacità cognitive e percettive e osservazioni cliniche effettuate, al fine di valutare la psicopatologia del campione, attraverso dei test che valutano più facilmente lo sviluppo sia della percettività visiva (Coloured Progressive Matrices), sia della rappresentazione grafica (Test di disegno sulla figura umana e il Test di disegno sulla famiglia). Lo strumento di misurazione “cognitiva” è stato il “Deaf Children Series”, test strutturato da noi, che consiste in un esame dello stato mentale (MSE), capace di valutare: il livello di capacità cognitiva (conoscenza-correlato), l’umore e modelli di discorso e di pensiero di un paziente al momento della valutazione. I bambini sordi mostrano sul lato percettivo una sensibilità ridotta alle espressioni di tristezza. Nel test possiamo osservare un meccanismo di difesa psicodinamico per quanto riguarda la prestazione percettiva. Al contrario, per quanto riguarda i bambini normoudenti, la paura è l’emozione più difficile da identificare. I bambini sordi sembrano essere maggiormente predisposti al riconoscimento di emozioni visive. Inoltre, i bambini sordi presentano notevoli capacità di “problem solving”, capacità di riconoscimento emotivo, probabilmente a causa del loro problema.
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Picarelli, Enrica. "L’avventura della percezione tra rappresentazione e affetto." Observatorio (OBS*) 6, no. 3 (September 5, 2012). http://dx.doi.org/10.15847/obsobs632012536.

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Abstract:
Italiano: Questo saggio esplora il rapporto tra soggettivazione e comunicazione, adoperando un paradigma teoretico stratificato che adotta analisi di stampo tanto rappresentativo che affettivo. Assumendo la soggettivazione nel senso attribuito a questo concetto da Foucault, come un processo storico collegato una configurazione epistemologica e spaziotemporale ben definita, il saggio sostiene che la comunicazione audiovisuale operi come un dispositivo di posizionamento sociale e di mobilitazione percettiva. Inoltre, esso avanza la proposta teorica di analizzare le dinamiche di interazione e socializzazione, che sempre più spesso vengono generate dai cosiddetti nuovi media, in relazione alla New Economy al fine di evidenziare in che modo la produzione sociale sia sfruttata come valore di mercato. English: This essay addresses the relationship between subjectivation and communication, employing a stratified theoretical paradigm based on representational and affective analyses. Taking subjectivation in the Foucaultian sense, as a historical process embedded in a specific spatio-temporal and epistemological configuration, the essay argues that audiovisual communication acts as a dispositif of social positionality and perceptual mobilization. It also advances the theoretical proposal to study the dynamics of interaction and socialization, that increasingly take place through audiovisual technologies such as new media, against the background of the New Economy in order to highlight how social production is harnessed and exploited as market value.
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Frisone, Fabio, Salvatore Settineri, and Emanuele Maria Merlo. "La relazione fraterna come dimensione paritaria dei rapporti umani." Revista Encontros Teológicos 33, no. 1 (May 9, 2018). http://dx.doi.org/10.46525/ret.v33i1.831.

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Abstract:
Il tema della fraternità risulta essere un fatto fondativo nella relazionalitàmatura, nella misura in cui coinciderebbe con la avvenuta maturazionepsichica. Nell’articolazione delle figure affettive di riferimento e nella loro successioneintegrativa, infatti, si esplica l’ammissione dell’Altro nel passaggio dallaprimità alla secondità e alla terzeità e, dunque, nel superamento delle criticità diogni fase. Ciò comporta che l’ammissione delle necessità dell’Altro, la comprensionee la riconciliazione, possano essere considerate come l’esito di maturazionidi immagini e rappresentazioni intrapsichiche legate ad un tema affettivo. Lafenomenologia delle immagini e dell’affettività, le loro successioni e, con riferimentoagli esiti patologici, la loro immaturità consentono la comprensione. Conun ponte tra la letteratura teologica e la clinica psicologica risulta comprensibilel’esplicarsi di processi che si ripercuotono su di noi a partire dalla vita quotidianaper finire alla vita politica. In tal senso, un tema così fine come l’ottica della considerazione dell’Altro attraverso la lente della fraternità, consente di chiarirecome alla maturità psichica corrisponda una matura considerazione dell’alterità,comprensiva al contempo della uguaglianza nel diritto e delle evidenti differenze.Parole chiave: Fraternità. Psicologia della fraternità. Rapporti umaniResumo: O tema da fraternidade acaba sendo um fato fundador da relacionalidadehumana, na medida em que coincide com a completa maturidade psíquica. Naarticulação das figuras afetivas de referência e na sua sucessão integrativa, defato, se explica a admissão do Outro na passagem da primidade à secundidadee, então, à terceidade e, portanto, na superação dos pontos críticos de cadafase. Isso implica que a integração de necessidades do Outro, a compreensão ea reconciliação, podem ser consideradas como o resultado do amadurecimentode imagens e representações intrapsíquicas ligadas a um tema afetivo. A fenomenologiadas imagens e da afetividade, as suas sucessões e, com referênciaaos êxitos patológicos, a sua imaturidade consentem a compreensão. Com umaponte entre a literatura teológica e a clínica psicológica torna-se compreensívela explicação de processos que repercutem sobre nós desde a vida cotidianaaté a vida política. Neste sentido, um tema como a ótica da consideração doOutro através da lente da fraternidade, permite esclarecer como à maturidadepsíquica corresponda uma madura consideração da alteridade, que compreendeao mesmo tempo a igualdade de direitos e as evidentes diferenças.Palavras-chave: Fraternidade. Psicologia da fraternidade. Relacionamentoshumanos.
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