Academic literature on the topic 'Amici per la pelle'

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Journal articles on the topic "Amici per la pelle"

1

Buccoliero, Elena. "Gurinder Saini, per gli amici Guri." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (April 2010): 262–64. http://dx.doi.org/10.3280/mg2009-004033.

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2

Pavan, Luca. "“Falsi amici” nella lingua lituana e italiana: uno studio statistico tra gli apprendenti della lingua italiana." Verbum 1 (February 6, 2010): 106–13. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2010.1.4945.

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Abstract:
Il seguente studio intende mostrare i risultati di un sondaggio effettuato tra gli apprendenti della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. La letteratura specialistica sul tema dei “falsi amici”, seppure non vastissima, è reperibile per alcune lingue, ma al momento è pressoché inesistente per tutto quello che concerne le false analogie tra la lingua lituana e quella italiana. Lo scopo di questo studio è quello di introdurre al problema dei “falsi amici” tra l’italiano e il lituano attraverso la stesura di una lista che, seppure incompleta, può essere utilizzata come base per future ricerche. Un altro aspetto originale dello studio è il sondaggio effettuato tra vari gruppi di studenti lituani: agli apprendenti è stato fornito un test contenente un certo numero di termini da tradurre nella propria lingua madre. Una parte dei termini proposti sono stati scelti all’interno di una lista di “falsi amici”. Gli apprendenti erano di tre livelli diversi, dal principiante all’avanzato. Lo scopo del sondaggio è dimostrare che il problema dei “falsi amici” non riguarda solo la professione del traduttore, ma anche e soprattutto l’apprendimento stesso della lingua. I risultati vengono mostrati con diagrammi che riassumono la situazione dei tre livelli di apprendimento considerati e la situazione complessiva. Dai diagrammi risulta quanto possano pesare i “falsi amici” nello studio della lingua italiana da parte di apprendenti la cui lingua madre, avendo un’origine differente dalle lingue romanze, presenta ambiguità nell’interpretazione di alcune parole che spesso non derivano dal latino.
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3

Ott, Christine. "La vesta, ch’al gran dì sarà sì chiara: Dante, Michelangelo und das Jüngste Gericht." Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no. 1 (September 28, 2018): 3–24. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0002.

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Abstract:
RiassuntoDopo un’introduzione al dibattito medievale sul giudizio universale e la risurrezione dei corpi, il contributo analizza l’immaginario della »vesta« all’interno della concezione dantesca della risurrezione. Sebbene l’ammonizione di Catone, che in Purg. II esorta le anime a »spogliarsi« di un involucro ingombrante, sembri propagare una condanna del corpo come fonte di peccato, la concezione dantesca vede la felicità ultraterrena (e risurrezionale) in una riunione di corpo e anima, la »doppia vesta« di Par. XXV. Anche in Michelangelo si incontra spesso l’immaginario del vestito o della pelle come simboli di una condizione peccaminosa di cui l’uomo deve »spogliarsi« per accedere alla felicità ultraterrena. La pelle del peccatore ha trovato una concretizzazione pittorica impressionante nel celebre autoritratto che Michelangelo ha nascosto nella pelle di san Bartolomeo, nel Giudizio universale della Sistina. Impossibile decidere se essa raffiguri l’involucro dell’uomo »vecchio«, che va eliminato per accedere alla via eterna, oppure un qualcosa che »va salvato«. Altrettanto impossibile dire se l’artista volesse esprimere una sorta di auto-condanna oppure la speranza di poter risorgere lasciando dietro di sé la propria natura di peccatore. Nella lirica michelangiolesca il discorso non è affatto più semplice. Accanto alle liriche improntate a un dualismo neoplatonico di anima e corpo, vi sono altre che trattano la tematica della risurrezione in maniera frivola, concettistica, celebrando la bellezza di un giovane amato, che anche dopo la morte dovrà risorgere tale quale e che darà conforto alle altre anime – in paradiso oppure in inferno. Il tono spirituale e quello amoroso possono anche essere intimamente connessi, come si mostrerà infine in base al sonetto D’altrui pietoso. In questo testo segnato da reminiscenze dantesche e petrarchesche, un’io lirico esprime il desiderio di lasciare la propria pelle per rivestirne l’amato – che a sua volte appare contemporaneamente come essere terreno e come figura di Dio.
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4

Pavan, Luca. "Una nuova lista di “falsi amici” e di “interferenze onomastiche” nella lingua italiana e lituana." Verbum 5 (February 6, 2015): 238–46. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2014.5.5012.

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Abstract:
In un precedente studio (Pavan 2010 ) si è messa in rilievo l’influenza dei “falsi amici” tra gli apprendenti lituani della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. I “falsi amici”, cioè i termini di una lingua che somigliano a quelli di un’altra ma che producono significati diversi, sono presenti in numero ridotto anche tra la lingua lituana e quella italiana. Nello stesso studio era stata anche fornita una lista di “falsi amici”, molti dei quali utilizzati per valutarne l’influenza nell’apprendimento dell’italiano. Questo studio intende da un lato ampliare la lista di “falsi amici” proponendone e commentandone una nuova serie, dall’altro introdurre un nuovo tipo di interferenza linguistica che viene qui definita “interferenza onomastica”. L’onomastica in questo caso è quella dei nomi propri di persona, tralasciando in questo caso l’onomastica geografica dei nomi propri di luogo. Viene evidenziato un nuovo problema di false analogie linguistiche che, in certi casi, potrebbe influire in senso negativo sulla comprensione della lingua, soprattutto ai livelli più bassi di apprendimento. Alcuni nomi propri di persona lituani, infatti, producono termini con un significato nella lingua italiana, generando una possibile interferenza nella comprensione linguistica ai livelli più bassi di apprendimento. Lo scopo principale delle liste di termini qui esposti è quello di contribuire alla auspicabile stesura di un dizionario di “falsi amici” per la lingua lituana e quella italiana, che possa tornare utile agli studenti e agli studiosi delle due lingue.
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MESCHIARI, ALBERTO. "PER UN ARCHIVIO DELLA CORRISPONDENZA DEGLI SCIENZIATI ITALIANI." Nuncius 18, no. 1 (2003): 201–42. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00611.

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Abstract:
Abstracttitle SUMMARY /title William Henry Fox Talbot, pioneer of photography and discoverer of the negative-positive method, was in intermittent correspondence with Giovanni Battista Amici from 1822 to 1844. His original letters, kept by the Biblioteca Estense in Modena together with Amici's copies, are published here completely for the first time.
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Casale, Achille. "Giuseppe Vachino (1912-2008)." Memorie della Società Entomologica Italiana 88, no. 1 (June 30, 2009): 13. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2009.13.

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7

FAUQUE, DANIELLE. "AMICI ET LE PRINCIPE DE DUPLICATION D'IMAGE: LE MICROMETRE D'AMICI." Nuncius 5, no. 1 (1990): 71–77. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x00688.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Amici applicò il principio della duplicazione dell'immagine ad alcuni strumenti astronomici. Tra le numerose invenzioni, in particolare egli costruì un nuovo micrometro basato sul principio della duplicazione dell'immagine fornita da un telescopio.Egli conosceva l'invenzione del micrometro obiettivo di Dollond, del micrometro prismatico di Rochon e del micrometro oculare di Ramsden, ma il suo presentava alcune differenze che egli definì in numerose pubblicazioni.Il micrometro di Amici può venire applicato ad un telescopio a rifrazione con una lunghezza focale molto grande, e veniva utilizzato per misurare la distanza tra stelle doppie. Perciò il vetro, che proveniva dalle manifatture di Fraunhofer, doveva essere di ottima qualità.Sarebbe interessante ricollocare il micrometro di Amici tra quelli simili del suo periodo. In questo modo potremmo precisare le cause e le consequenze dello spirito con cui la ricerca attiva per perfezionare gli strumenti costituiva una emulazione intellettuale e favoriva lo sviluppo di un positivismo relativo.
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TAGLIAFERRI, G., A. MANDRINO, and P. TUCCI. "G. B. AMICI'S TELESCOPES FOR BRERA OBSERVATORY." Nuncius 4, no. 2 (1989): 147–64. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00707.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Da ricerche in archivi a Milano e a ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?Modena risulta che G. B. Amici forn due telescopi all'Osservatorio astronomico di Brera, uno nella primavera e l'altro nell'autunno del 1811. Specialmente interessante questo secondo telescopio, per via delle sue grandi dimensioni: 17 piedi (parigini) di distanza focale e 11 pollici di apertura. Tuttavia proprio le dimensioni impedirono la piena utilizzazione delle sue capacit, essendo negati all'Osservatorio milanese i finanziamenti necessari per la sua collocazione e per una montatura stabile e versatile. Nel 1839 il telescopio fu modificato da Amici, che ne ridusse la lunghezza a 12 piedi, ma dovettero trascorrere ancora quattro anni prima che esso fosse collocato in una apposita torretta. Tuttavia l'equipaggiamento ausiliario rimase insoddisfacente, e il telescopio non fu mai adeguatamente sfruttato.
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9

Caputo, Irma. "Inventare una pelle per tutto: traduzione italiana di un estratto de Cujo, di Nuno Ramos." Rónai – Revista de Estudos Clássicos e Tradutórios 5, no. 2 (December 22, 2017): 114–17. http://dx.doi.org/10.34019/2318-3446.2017.v5.23224.

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Abstract:
O texto aqui apresentado é a tradução de um trecho do livro de Nuno Ramos Cujo (1993, p. 19-37) para o italiano, que nasce como acompanhamento de uma pesquisa de doutorado na área de tradução do livro Ó (2008) do mesmo autor. A pesquisa, além de uma análise sobre a visão de linguagem emergente da obra de Nuno Ramos e sua interseção com as práticas das artes-plásticas, parte, para a tradução, de uma análise dos elementos formais recorrentes da prosa poética do autor. Portanto na tradução do seguinte texto foram levados em conta: aspectos da prosa poética como reiteração de células sonoras, tais que rimas, assonâncias, consonâncias e aliterações, especialmente as com afinidades semânticas. Tentou-se reproduzir no estilo de escrita uma das técnicas que autor parece mutuar das artes plásticas, a justaposição, que, em entrevista inédita (abril 2017), ele define com “limites borrados”.
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MESCHIARI, ALBERTO. "PER UN ARCHIVIO DELLA CORRISPONDENZA DEGLI SCIENZIATI ITALIANI LE CARTE DEL «FONDO GIOVANNI BATTISTA AMICI» E DELLA «RACCOLTA AMICI GROSSI» NELLA BIBLIOTECA ESTENSE DI MODENA1." Nuncius 16, no. 1 (January 1, 2001): 237–300. http://dx.doi.org/10.1163/221058701x00077.

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Dissertations / Theses on the topic "Amici per la pelle"

1

Ceccaroni, Giacomo. "Geofriends - app per la geolocalizzazione di amici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7764/.

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Abstract:
L’app in questione si pone l’obbiettivo di rispondere alla domanda: “Dove ti trovi?”. Grazie all'alta frequenza di utilizzo dei dispositivi mobili che si ha oggigiorno, è stato possibile pensare, progettare e creare un software in grado di tracciare periodicamente gli utenti in modo da far visualizzare ai loro amici in rete la propria posizione. Il servizio sfrutta le conoscenze acquisite in Mobile Web Design e basi di dati.
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Balducci, Cristian. "Tecniche di 3D bioprinting per la stampa di tessuto cutaneo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21004/.

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Abstract:
Ogni anno 11 milioni di persone necessitano di cure legate alle ustioni il cui trattamento (in caso di lesioni estese) comporta l'asportazione chirurgica della pelle danneggiata e la ricostruzione della lesione con l'aiuto di sostituti della pelle. La creazione di un tessuto cutaneo 3D in vitro deve considerare la presenza delle diverse componenti del tessuto nativo (vasi sanguigni ecc.) e delle sue funzioni primarie biologiche e biomeccaniche. Attraverso un adeguato trattamento sarà possibile creare modelli di tessuto malato per studiare patologie come tumori o malattie cutanee. I costrutti potranno essere utilizzati anche per effettuare test in vitro di farmaci e cosmetici. Le tecniche tradizionali per realizzarli presentano limiti come l’impossibilità di avere un controllo preciso sulla porosità degli scaffold e sulla distribuzione cellulare in essi, o il rischio di incorrere in stress fisico/chimici sui biomateriali. Possono essere implementate solo in vitro. La 3D bioprinting ha le potenzialità per colmare tali limiti, portando ad ottenere un tessuto sempre più fisiologicamente simile a quello nativo e adatto ad essere impiantato. Questa tecnologia gode di altri benefici come la possibilità di stampare costrutti su misura, con struttura identica al sito della ferita e disposizione cellulare omogenea, che consente una maggiore vitalità cellulare in tutte le zone del costrutto. Consente anche una notevole riduzione dei tempi di generazione del costrutto. Vengono presentate le principali tecniche di 3D bioprinting attualmente utilizzate, i metodi di pre- e post-processing, pregi e difetti di ogni tecnica evidenziando i risultati migliori ottenuti con esse. Inoltre, ci si focalizzerà su alcuni lavori presenti in letteratura, che propongono varie modifiche apportate ai bioinchiostri o alle stampanti, per stampare un tessuto cutaneo strutturalmente completo. Si discutono infine le sfide future alle quali si andrà incontro e le innovazioni possibili in questo ambito.
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3

Novaga, Francesco. "Biostampa 3D in situ: una tecnologia per la riparazione post-traumatica dell’apparato tegumentario." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La cura e il trattamento delle ferite cutanee è oggi oggetto di studio e ricerca sperimentale in numerosi ambiti scientifici. Grazie alla convergenza fra ingegneria tissutale e medicina rigenerativa, è stata presentata una bio-stampante 3D in grado di realizzare dei sostituti epiteliali da impiantare in situ, ovvero direttamente nella zona danneggiata, per agevolare la guarigione di lesioni estese. La tecnologia è in fase di sviluppo, ma le prove sperimentali eseguite con successo in laboratorio sono numerose, alimentando la speranza che l’approccio possa essere utilizzato sull’essere umano. Il dispositivo consente di rilasciare “layer by layer” cellule e biomateriali in modo preciso e accurato, a dare origine a un tessuto ingegnerizzato che riproduce la struttura di una cute sana migliorando il processo di guarigione in termini di rapidità di intervento, accresciuta funzionalità del tessuto e superiore estetica del risultato dell’intervento riparativo.
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Books on the topic "Amici per la pelle"

1

Tre film da Le grand Meaulnes. Bari: Edizioni di Pagina, 2014.

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2

Wadia, Laila. Amiche per la pelle. Roma: E/o, 2007.

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3

Verzé, Luigi. Pelle per pelle: L'avventura del San Raffaele raccontata dal suo fondatore. Milano: Mondadori, 2004.

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4

Per Giovanni Romano: Scritti di amici. Savigliano (Cuneo): L'Artistica, 2009.

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5

Coslovich, Marco. Nemici per la pelle: Trieste terra di confine. Milano: Mursia, 2004.

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6

Castellani, Alessandra. Ribelli per la pelle: Storia e cultura dei tatuaggi. Genova: Costa & Nolan, 1995.

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7

Chiesa, Nando Dalla. Dizionario del perfetto mafioso: Con un breve corso di giornalismo per gli amici degli amici. Milano: A. Mondadori, 1990.

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8

Nicolai, Paynter Maria, and Garzonio Marco, eds. La mia vita per gli amici: Vocazione e resistenza. Milano: Mondadori, 2001.

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9

Raffaella, Piva, ed. Lontananze capovolte: Nuovi scritti di amici per Raffaella Piva. Saonara (Padova): Il prato, 2009.

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10

honoree, Varni Angelo, ed. Per continuare il dialogo...: Gli amici ad Angelo Varni. Bologna: Bononia University Press, 2014.

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Book chapters on the topic "Amici per la pelle"

1

Cavazzini, Andrea. "«A Parigi da tempo non avevo più amici»." In «Per voci interposte». Fortini e la traduzione, 117–34. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1cdxfwj.12.

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