Academic literature on the topic 'Amputazione'

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Journal articles on the topic "Amputazione"

1

Lamandé, F., J. C. Dupré, P. Talbot, M. Gillet, T. Januscevics, and M. Dréjas-Zielinska. "Amputazione dell’arto superiore." EMC - Medicina Riabilitativa 21, no. 2 (June 2014): 1–19. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(14)67249-7.

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2

Cavallari, G., and C. Costantino. "Riabilitazione in esiti di amputazione degli arti superiori." EMC - Medicina Riabilitativa 15, no. 2 (January 2008): 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(08)70223-2.

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3

Luchetti, Martina, Andrea Giovanni Cutti, Ornella Montebarocci, Gennaro Verni, and Nicolino Cesare Franco Rossi. "Reazioni psicologiche in soggetti con amputazione di arto: una rassegna della letteratura." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2013): 49–70. http://dx.doi.org/10.3280/pds2013-001003.

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4

Davaine, J. M., R. Renard, and J. B. Ricco. "Amputazione degli arti inferiori nel corso dell’evoluzione dell’arteriopatia obliterante degli arti inferiori." EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare 24, no. 2 (June 2019): 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0801(19)42047-5.

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5

Mancini, A., V. Di Donna, D. Milardi, E. Giacchi, L. De Marinis, and M. L. Di Pietro. "Bioetica clinica. Amputazione dell’arto superiore a seguito di stimolazione ovarica nell’ambito di un programma FIVET." Medicina e Morale 49, no. 3 (June 30, 2000): 505–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.782.

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Abstract:
Viene illustrato il caso di una donna di 42 anni, che nell’ambito di una sindrome da iperstimolazione ovarica verificata durante un programma FIVET ha presentato complicanze coagulative gravi, che hanno comportato l’amputazione di un avambraccio. Risulta particolarmente importante la discussione etica del caso, che coinvolge i valori del desiderio di maternità, di salute e di vita, ma anche una riflessione sul ruolo stesso della medicina. In particolare, ci soffermiamo su diverse interpretazioni del concetto di “terapia”, quando applicato alla fecondazione assistita, con le implicazioni sul bilancio dei rischi/benefici e sul consenso informato in questo delicato settore della medicina.
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6

Villa, G., M. Cappellini, V. Scardigli, P. Simonelli, S. Mangiafico, G. P. Giordano, A. Nori, et al. "La Mielo-TC nelle lesioni post-traumatiche del plesso brachiale." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 445–52. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500405.

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Abstract:
Lo scopo del nostro lavoro è quello di valutare l'efficacia diagnostica della mielo-TC nello studio delle lesioni post traumatiche del plesso brachiale, per indirizzarne l'approccio terapeutico. Ai fini di una corretta programmazione terapeutica è importante poter stabilire il livello di lesione pregangliare o postgangliare; infatti, mentre un'interruzione dei rami del plesso brachiale a livello postgangliare può essere trattata chirurgicamente mediante ricostruzione con innesti nervosi, una lesione pregangliare non può invece essere trattata se non con interventi palliativi come ad esempio di neurotizzazione per trasferimento nervoso con nervi intercostali o altri nervi periferici. Nell'arco di un anno abbiamo sottoposto ad esame mielo-TC 7 pazienti che presentavano paralisi del plesso brachiale. Dalla revisione critica dei quadri di semeiotica mielo-TC, in accordo con i dati della letteratura, abbiamo valorizzato i seguenti reperti presuntivi di lesione traumatica pregangliare: 1) mancata visualizzazione dell'immagine in negativo della radice all'interno della tasca radicolare, 2) perdita della classica forma ad imbuto con amputazione della tasca radicolare, 3) dilatazione marcata della tasca radicolare o pseudomeningocele, determinata dalla lacerazione del manicotto meningeo che riveste la radice.
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Raito, Marika. "Moderne biotecnologie per la cura delle “lesioni difficili”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (January 15, 2014): 323–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1066.

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Abstract:
Il diabete mellito è una delle patologie a maggior impatto socio-sanitario. Circa il 15% degli oltre 200 milioni di pazienti affetti da diabete nel mondo sviluppa lesioni ulcerative degli arti inferiori di varia natura: ischemica pura, neuro ischemica, neuropatica o dovute ad infezione locale; il 50% di esse portano ad amputazione. Una caratteristica tipica del diabetico è spesso la mancanza del sintomo più precoce dell'arteriopatia periferica: la claudicatio “intermittens” spesso presente in concomitanza con la neuropatia sensitiva che produce un'alterata percezione del dolore: per questo motivo la prevenzione primaria e secondaria dell'ulcera del piede è uno degli obiettivi principali del sistema sanitario. In questa revisione vengono presentate le diverse tipologie di medicazioni avanzate che vengono utilizzate nella nostra struttura per la cura delle ferite difficili, ricordando che la multidisciplinarietà e la multi professionalità sono imprescindibili per l'organizzazione sanitaria che intenda affrontare la gestione delle sempre più presenti lesioni difficili nei pazienti ospedalizzati. La creazione di centri d'assistenza specializzati nella cura delle ulcere del piede diabetico in pazienti emodializzati che dispongano di figure professionali complementari - dermatologo, chirurgo vascolare, diabetologo, chirurgo plastico, nefrologo e personale infermieristico specializzato - rappresenta la soluzione più completa alle problematiche descritte grazie ad una crescente sensibilizzazione dei professionisti sanitari coinvolti e ad un apprezzabile miglioramento dello stile di vita dell'assistito.
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Kalsched, Donald, Emanuela Pasquarelli, and Luisa Zoppi. "In dialogo con Donald Kalsched. Nel mondo orrifico di Hänsel e Gretel. Riflessioni su amputazione, sopravvivenza e il Sabotatore Interno nell'esperienza analitica." STUDI JUNGHIANI, no. 41 (September 2015): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/jun2015-041009.

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Zenti, Maria Grazia. "La LDL-aferesi nella PAD." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S37—S40. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1089.

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Abstract:
La vasculopatia periferica (PAD) rappresenta una delle manifestazioni cliniche della malattia arteriosclerotica sistemica. I fattori di rischio per la PAD sono gli stessi della malattia coronarica (CAD): età, sesso maschile, fumo di sigaretta, dislipidemia e ipertensione arteriosa. Le comuni tecniche di rivascolarizzazione risultano inefficaci in una larga porzione di pazienti diabetici e in pazienti in trattamento emodialitico cronico. Inoltre, l'associazione di macro e microangiopatia con la neuropatia del paziente diabetico favorisce lo sviluppo di ulcere (piede diabetico). La LDL-aferesi (LA) oltre alla riduzione del colesterolo determina anche una serie di effetti pleiotropici (riduzione di sostanze protrombotiche e pro-inflammatorie, modificazioni Teologiche, miglioramento della funzione endoteliale), che promuovono la funzione del microcircolo con un aumento della perfusione dei tessuti periferici oltre che del microcircolo coronarico. In alcuni studi osservazionali e case-report la LA è stata utilizzata come opzione terapeutica nei pazienti con PAD. Tuttavia, le attuali evidenze non ci permettono di arrivare a conclusioni definitive sul ruolo della LA nella PAD, essendo necessari studi clinici con una maggiore casistica, con precisi criteri di inclusione e con un adeguato follow -up. Lo Studio Italiano, Randomizzato, Controllato, Multicentrico e Prospettico: “La LDL-aferesi nel trattamento del Piede Diabetico Ischemico Error! Hyperlink reference not valid. Identifier: NCT01518205; HELP-Apheresis in Diabetic Ischemic Foot Treatment, HADIF) si propone di definire se la LA possa essere una valida opzione terapeutica in questi pazienti a elevato rischio di amputazione.
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Firmin, F., and A. Marchac. "Otopoiesi dopo amputazioni traumatiche. Amputazioni parziali e totali o subtotali." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica¸ Ricostruttiva ed Estetica 11, no. 2 (June 2013): 1–22. http://dx.doi.org/10.1016/s1769-6704(13)64589-1.

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More sources

Dissertations / Theses on the topic "Amputazione"

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Alati, Nicole. "Il fenomeno dell'arto fantasma a seguito di amputazione: revisione dei meccanismi proposti e possibili trattamenti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21376/.

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Abstract:
L’amputazione dell’arto è un intervento che implica la rimozione di un segmento, sezionando lo scheletro nella sua continuità e rimuovendo tutte le componenti. Essa crea disabilità in donne, uomini e bambini in tutto il mondo e il fenomeno dell’arto fantasma è tanto diffuso quanto poco conosciuto. L’obiettivo dell’elaborato è raccogliere i risultati che la ricerca ha conseguito fino ad oggi e metterli insieme per fornire un quadro clinico e terapeutico del fenomeno. L’elaborato fornisce una descrizione clinica della sensazione dell’arto fantasma (PLS), del dolore dell’arto fantasma (PLP) e dolore al moncone. Vengono in seguito illustrati i principali meccanismi e trattamenti per il dolore. Di particolare interesse sono l’utilizzo della protesi e l’illusione visiva per ingannare il cervello della presenza dell’arto. Lo sviluppo della reinnervazione muscolare mirata e la sua implementazione nel controllo protesico intuitivo hanno permesso la progettazione protesi mioelettriche più avanzate, facilmente utilizzabili anche per gli amputati di alto livello.
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Giuzio, Antonio. "Machine Learning per la predizione dell’outcome riabilitativo e per la scelta della componentistica protesica in pazienti con amputazione transfemorale: alberi decisionali e alberi causali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il protocollo clinico circa le indicazioni sull’assegnazione di protesi per amputati di arto inferiore con amputazione transfemorale risulta insufficiente e non è sostenuto da criteri di appropriatezza clinica basati sull’evidenza. L’assegnazione delle protesi è, sinora, soggetta ai criteri stabiliti da un’equipe multidisciplinare. Oltre a ciò, non esiste nessun tipo di strumento capace di prevedere l’evoluzione della performance fisica del paziente nel percorso di riabilitazione. Il progetto MOTU - nato dalla collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la Fondazione Don Gnocchi di Firenze e il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi” dell’Università di Bologna – ha consentito la realizzazione di un data set per uno studio retrospettivo sul patrimonio informativo a disposizione del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio. Tale data set costituisce la base ideale su cui implementare un recommender system capace di predire outcome riabilitativi e specifici criteri di assegnazione dei diversi sistemi protesici. Nell’ambito di questa tesi sono stati implementati tre recommender systems diversi, basati sugli algoritmi CART, albero causale adattivo e albero causale onesto. Il mean squared error (MSE) riferito all’albero CART ha ottenuto valori ottimali utilizzando come features tutti i valori dei test e le diverse categorie di ginocchio. Tramite i due alberi causali sono stati ricavati risultati sugli effetti dei trattamenti considerati (protesi elettronica e protesi non elettronica). L’albero causale adattivo ha prodotto eterogeneità dei trattamenti su tutti i data set diversi utilizzati, mostrando un MSE minimo per il modello creato tramite l’amputee mobility predictor (AMP) in ingresso come feature. L’albero causale onesto però, non è riuscito a individuare sottogruppi utilizzando tutti i diversi data set in ingresso, non specificando nessuna eterogeneità dei trattamenti.
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Stravato, Stefano. "Rischio di caduta in pazienti amputati all'arto inferiore. Sviluppo di un modello di previsione e di una web application." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di realizzare un'applicazione web in grado di prevedere il rischio di caduta in pazienti con amputazione all'arto inferiore. La realizzazione si articola in due fasi: la prima comprende lo sviluppo di un modello di previsione e la seconda l'implementazione su web application tramite i framework Spring MVC e Bootstrap. Il lavoro comprende un'analisi del problema clinico dell'amputazione, uno studio sulla biomeccanica del cammino degli amputati e sui principali componenti delle protesi e una review dei principali fattori di rischio per la caduta. Lo scopo è quello di fornire uno strumento che possa individuare i soggetti esposti a rischi maggiori per consentire di effettuare interventi preventivi che possano evitare le gravi conseguenze che le cadute hanno su questa categoria di pazienti.
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Chiudioni, Annalisa. "Studio e sviluppo di una protesi cinematica per amputazioni parziali di mano mediante prototipazione rapida." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9608/.

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Abstract:
Questo elaborato descrive il lavoro svolto nell'Area ricerca e formazione del Centro Protesi INAIL volto all'integrazione della tecnologia di stampa 3D con i processi produttivi dell'azienda stessa al fine di ottenere una protesi cinematica e funzionale per pazienti con amputazioni parziali di mano (a livello metacarpale e transmetacarpale) che risulti economica e in grado di restituire la funzionalità di grasping della mano.
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Gnisci, Solidea Taryn Renza. "Stato dell'arte delle Protesi d'Arto Superiore: Focus sulle Protesi Cosmetiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10247/.

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Abstract:
La trattazione si sviluppa in quattro parti essenziali. La prima verifica le patologie che possono condurre alla richiesta di prescrizione di una protesi artificiale per arto superiore. Mostra come ne sia variata nel tempo l'epidemiologia senza trascurare le problematiche fisiche, psicologiche ed economiche strettamente connesse alla decisione del soggetto amputato di ricorrerne all'uso. Nella seconda parte, lo studio fornisce informazioni dettagliate sulle diverse soluzioni protesiche con riferimenti ai possibili sviluppi per attuare un confronto con quanto in commercio. La descrizione verte inizialmente sulle protesi attive per passare alle passive cosmetiche, eso ed endo- scheletriche, che mirano a ripristinare l'integrità corporea del soggetto e per ognuna vengono definiti i campi di applicazione in base al particolare livello di amputazione. La terza parte considera esclusivamente le protesi cosmetiche e come queste siano destinate a trasformarsi in futuro, con un opportuno dimensionamento interno, nel più appropriato rivestimento per protesi attive. L'ultima parte vaglia le sfide proposte nel settore protesico tutto e, attraverso le date di immissione sul mercato, cerca di stabilire quanto gli sforzi tesi a ridurne ulteriormente tempi di realizzazione e costi, abbiano raggiunto risultati soddisfacenti.
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Ognisanto, Edoardo Filiberto Antonio. "Sviluppo di un applicativo software per la pianificazione chirurgica di protesi osteointegrate transfemorali personalizzate costruite tramite stampa 3D." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23444/.

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Abstract:
Le protesi con invasatura imperversano nel mercato mondiale della protesica ancora al giorno d’oggi, tuttavia, lo studio di nuove soluzioni che sostituiscano le protesi con invasatura ha compiuto passi da gigante a partire da metà del secolo scorso, cioè dalla scoperta del concetto di osteointegrazione; il mercato ha perciò assistito all’avvento di protesi rivoluzionarie e uniche nel loro genere: gli impianti protesici osteointegrati. La trattazione offre una panoramica di quelli che sono i limiti di utilizzo delle protesi con invasatura, nonché una fotografia dello stato dell’arte dei pochi impianti protesici osteointegrati, principalmente transfemorali, disponibili sul mercato ed i rispettivi pregi e limiti. Lo scopo del lavoro svolto è stato quello di ideare un software di pianificazione chirurgica in ambiente Grasshopper (un plug-in di Rhinoceros) usufruibile dai chirurghi ortopedici in fase preliminare di studio di fattibilità e parametri di progettazione dell’impianto osteointegrato per pazienti con amputazioni transfemorali. Prima della fase di progettazione del software vera e propria, è stato necessario effettuare uno studio preliminare qualitativo tramite la piattaforma di programmazione Matlab©. I risultati ottenuti dal test pilota spalancano le porte a quello che viene chiamato approccio patient specific, soluzioni protesiche di impianti osteointegrati che si adattano alla fisionomia del distretto anatomico del paziente amputato e preservano il più possibile l’osso residuo sano, garantendo al contempo stabilità ed affidabilità dell’impianto stesso.
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