Dissertations / Theses on the topic 'Archeologia romana'
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Buroni, Alice, and Elena Zonga. "Musealizzazione della citta romana di Suasa. Archeologia del paesaggio e archeologia urbana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9994/.
Full textZonga, Elena, and Alice Buroni. "Musealizzazione della citta romana di suasa. Archeologia del paesaggio e archeologia urbana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9995/.
Full textGianiculi, Valentina, and Giulia Birarelli. "Gubbio:identità romana. Musealizzazione del nuovo parco archeologico della Guastuglia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15619/.
Full textCairo, Giambattista <1974>. "Roma, tra storia ed archeologia: religione, istituzioni, territorio nell'epoca delle origini." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2173/1/cairo_giambattista_tesi.pdf.pdf.
Full textCairo, Giambattista <1974>. "Roma, tra storia ed archeologia: religione, istituzioni, territorio nell'epoca delle origini." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2173/.
Full textVarvarà, Valentina <1993>. "I bacini di Santa Francesca Romana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14130.
Full textCacciaguerra, Giuseppe Andrea. "Archeologia del territorio tra Siracusa e Catania in età romana e medievale." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1610.
Full textAgostini, Federico, Laura Graziani, and Ilaria Tadei. "Claterna civitas romana : un disegno in evoluzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2204/.
Full textRosatti, Elisabetta <1997>. "I porti fluviali d'età romana: un approccio topografico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20968.
Full textPagan, Monica <1989>. "Scultura funeraria romana dei Musei Archeologico e Lapidario di Verona." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22072.
Full textTricomi, A. R. "L'archeologia tessile nella Venetia romana. Testimonianze materiali per una sintesi storica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423682.
Full textLa ricerca di dottorato nasce sulla scorta di un precedente Progetto di Ateneo dal titolo “Archeologia della lana: allevamento, produzione e commercio nella Cisalpina romana” conclusosi nel 2011 condotto dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova (M.S. Busana). Il lavoro ha preso avvio con il censimento sistematico dei reperti mobili, indicatori di attività tessile presenti nei Musei e nei depositi archeologici delle province di Rovigo, Venezia, Treviso e Belluno. Nella fattispecie, sono stati censiti 1630 manufatti appartenenti alle classi di cesoie, fusarole, fusi, rocche, uncini da fuso, pesi da telaio e rocchetti, datati tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C. La schedatura si è avvalsa di un database relazionale collegato ad una piattaforma GIS, che ha consentito una migliore gestione dei dati, lo sviluppo di analisi statistiche e territoriali. Dopo i primi capitoli di inquadramento sull’archeologia tessile, si procede all’analisi dettagliata dei manufatti, con particolare attenzione ai parametri quantitativi e qualitativi di ciascun esemplare, applicando anche metodologie derivate dalla ricerca sperimentale, elaborata recentemente in ambito europeo. L’analisi dei reperti ha permesso di avanzare alcune ipotesi circa la tipologia dei filati e dei tessuti realizzati nella Venetia e ha evidenziato un grado di standardizzazione dei manufatti che denuncia un certo livello di organizzazione nella produzione tessile. L’indagine sui contesti ha messo in luce una diversificazione sia a livello di strumenti che di qualità di prodotti tra l’ambito cittadino e quello rurale, testimoniando la presenza di committenze e mercati differenti, oltre che una diversa dinamica produttiva. Ulteriore aspetto indagato corrisponde all’orizzonte simbolico sotteso agli strumenti per filatura, spesso presenti nei corredi funerari femminili, non solo indicatore di attività, ma anche emblema di virtù e doti morali muliebri. In un ottica più generale il lavoro si pone come possibile modello per lo studio di questi materiali da estendere potenzialmente ad altri contesti territoriali e cronologici.
Grazioli, Valeria <1984>. "La sfinge funeraria: diffusione del modello nella Cisalpina romana." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17792.
Full textFrontori, I. "L'ACQUA A MEDIOLANUM. CONTROLLO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN ETÀ ROMANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/488876.
Full textRossi, Tatiana. "indagine gravimetrica su antica strada romana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textPreviato, Caterina. "Archeologia dell'edilizia in Aquileia romana: i materiali da costruzione e le tecniche edilizie." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422125.
Full textIl presente elaborato è dedicato ai materiali da costruzione e alle tecniche edilizie utilizzate ad Aquileia in età romana. Esso si propone di affrontare tutte le numerose problematiche legate ai sistemi costruttivi antichi, allo scopo di aumentare le conoscenze, in uno specifico contesto urbano, sugli aspetti tecnici dell’architettura romana, sulle dinamiche artigianali e produttive, sui luoghi e i sistemi di approvvigionamento delle materie prime, sulle capacità tecniche dei costruttori e sul loro rapporto con le risorse presenti nel territorio. Per quanto riguarda i materiali da costruzione, particolare attenzione è dedicata ai materiali lapidei. Le informazioni ad essi relative derivano sia da dati bibliografici, sia dai risultati dello studio petrografico condotto su alcuni campioni lapidei prelevati da strutture ed edifici della città. Lo studio petrografico si è rivelato di fondamentale utilità in quanto ha permesso di identificare i diversi litotipi utilizzati ad Aquileia in età romana e i relativi bacini di provenienza. Particolare attenzione è stata rivolta anche allo studio del territorio circostante la città, e dei bacini di approvvigionamento di materiale lapideo sfruttati in età romana. Sono state effettuate numerose ricognizioni del territorio, che hanno permesso di effettuare uno studio topografico delle cave dislocate nei pressi della città. Nell'elaborato, ampio spazio è dedicato anche all'analisi delle tecniche edilizie. La classificazione presentata deriva dalla rielaborazione dei dati ottenuti tramite la ricerca bibliografica e tramite il lavoro sul campo.
Silani, Michele Giovanni <1983>. "Citta' e territorio: La formazione della citta' romana nell'ager gallicus." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6709/1/Silani_Michele_Giovanni_tesi.pdf.
Full textThe present research focuses on the formation of the urban realities in the ancient area of the ager Gallicus, corresponding to the actual territory of the northern Marche region. In fact, within the framework of the Roman colonization, the urban phenomenon represents the pivotal element for the organization of the territory. For this reason, the study is aimed at the comprehension of the dynamics and settlement choices at the basis of the structural forms of the Roman occupation. The final goal of the analysis of the genesis and development of the urban phenomenon in the ager Gallicus is to contribute to the general knowledge about the colonization and romanization processes in the entire medium-Adriatic area. The study is articulated in: state of the art of the most recent historiographic interpretations; a synthesis of the so-called “forms of the conquest"; a detailed and updated analysis, from the historical-archaeological and urban-topographical point of view, of the single urban realities of the ager Gallicus; a conclusive part where, confronting the elements at the basis of the urban definitions of the several examined realities, the main models for the formation of the cities are defined and described (coloniary foundation; coloniary foundation preceded by a pre-colonial presence in the form of a conciliabulum; previous nucleus of aggregation selected as reference pole for the spread settlements, scattered over the territory during the viritane distributions; centre of service created in function of the lands assignments to the colonists). Finally, a wider framework about the romanization in the ager Gallicus is outlined. In synthesis in this territory, the romanization appears as a progressive process of occupation, directly reflected by the development of the urban phenomenon, but which differs from what attested in the bordering areas or in the Cisalpina for some important ethnic and demographic dynamics.
Silani, Michele Giovanni <1983>. "Citta' e territorio: La formazione della citta' romana nell'ager gallicus." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6709/.
Full textThe present research focuses on the formation of the urban realities in the ancient area of the ager Gallicus, corresponding to the actual territory of the northern Marche region. In fact, within the framework of the Roman colonization, the urban phenomenon represents the pivotal element for the organization of the territory. For this reason, the study is aimed at the comprehension of the dynamics and settlement choices at the basis of the structural forms of the Roman occupation. The final goal of the analysis of the genesis and development of the urban phenomenon in the ager Gallicus is to contribute to the general knowledge about the colonization and romanization processes in the entire medium-Adriatic area. The study is articulated in: state of the art of the most recent historiographic interpretations; a synthesis of the so-called “forms of the conquest"; a detailed and updated analysis, from the historical-archaeological and urban-topographical point of view, of the single urban realities of the ager Gallicus; a conclusive part where, confronting the elements at the basis of the urban definitions of the several examined realities, the main models for the formation of the cities are defined and described (coloniary foundation; coloniary foundation preceded by a pre-colonial presence in the form of a conciliabulum; previous nucleus of aggregation selected as reference pole for the spread settlements, scattered over the territory during the viritane distributions; centre of service created in function of the lands assignments to the colonists). Finally, a wider framework about the romanization in the ager Gallicus is outlined. In synthesis in this territory, the romanization appears as a progressive process of occupation, directly reflected by the development of the urban phenomenon, but which differs from what attested in the bordering areas or in the Cisalpina for some important ethnic and demographic dynamics.
Saitta, Agata Valentina <1983>. "la lavorazione e commercializzazione delle risorse ittiche nella Sicilia romana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12980.
Full textScalco, Luca. "RITRATTI DI FAMIGLIA SUI MONUMENTI FUNERARI ROMANI: COMMEMORAZIONE E RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DI LEGAMI AFFETTIVI." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3425357.
Full textLa tesi affronta lo studio delle raffigurazioni a soggetto familiare su monumenti funerari di epoca romana – rilievi, altari, stele, gruppi statuari –. Vengono considerati i segnacoli già editi provenienti dai territori tra Roma e l’arco alpino (Roma, Regiones V-XI), nel periodo compreso tra il I secolo a.C. e l’inizio del IV d.C. Il lavoro si pone l’obiettivo di indagare la famiglia del tempo ed il suo rapporto con l’ambito funerario, attraverso il riconoscimento dei criteri di codificazione dei legami di parentela nell’immagine sepolcrale, nel loro sviluppo crono-geografico. Dopo una breve disamina del concetto di famiglia in epoca romana, lo studio affronta l’evoluzione dei supporti monumentali, tratteggiando una complessa distribuzione che ricalca da vicino quella delle diverse varianti iconografiche. Le immagini sono caratterizzate, infatti, da un’ampia variabilità, che ha reso necessaria una classificazione degli schemi sulla base del numero di persone ritratte, dell’età, del sesso e della posizione reciproca: in tal modo si delinea non solo l’evoluzione complessiva delle iconografie, ma anche se ne definiscono i significati parentali ricorrenti. Successivamente si analizza il valore familiare di vesti, attributi e prossemica, riconoscendone i criteri di distinzione generazionale e di genere. Infine si indaga il valore sociale della raffigurazione e si individuano i criteri iconografici generali del ritratto funerario di famiglia, correlandoli successivamente alla realtà “quotidiana” dei nuclei domestici romani.
FLORISSI, VALENTINA. "Gli altari figurati di età ellenistica e romana dalla Beozia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201963.
Full textGOBBO, BEATRICE. "LE NECROPOLI DI AQUILEIA ROMANA. ANALISI TOPOGRAFICA E MONUMENTALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/766.
Full textIn this work we analyse the organisation of the Roman necropolis of Aquileia, by considering both topographical and monumental aspects. We consider spatial organisation of the sepulchral system, typology of the monuments, social status of the owners. Only attestations with a certified location are taken into account. The tombs are found to be positioned along the six main ways leading out from the city, but also along a secondary road, north-east from the city walls. All necropolis show a larger density of monuments within the first km from the city gates. The monumental development of these areas has to be ascribed to the beginning of the Imperial age. Wide sepulchral enclosures spread out in that period, with great tombs built up in a preminent and visible location. At the same time, most of space dedicated to burial purposes is partitioned in regular plots: near city walls this mainly concern the in agro dimension. A concentration of noteworthy monuments is observed in the vicinity of bridges (via Annia necropolis) and crossroads (north-eastern necropolis). Several aediculae and mausoleums of late Republican age and early Imperial age are found in areas at about 1-1,5 km from the city along north- and south-west ways. The largest number ot attentations is found in the necropolis along the road to Pannonia. Hence, we infer that this necropolis was the most exploitated one from the first decades of I century A.D. up to Trajan’s age. Great funerary altars with depictions at their sides are raised especially by soldiers and traders, whose professional activities gravitate around this road. Concerning the period of exploitation, we note differences between necropolis. The north- and north- eastern ones show a decrease of attestations after first two decades of II century A.D., maybe related to the changed political situation of the northern provinces. On the contrary, necropolis of via Annia (restored by Maximinus Thrax) and along southern ways (probably as consequence of the increasing importance of the neighboring town of Grado) appear to be used up to the beginning of IV century A.D. The most common types of monuments in this period are stelae (that were widely used in Aquileia from I century A.D.) and sarcophagi.
GOBBO, BEATRICE. "LE NECROPOLI DI AQUILEIA ROMANA. ANALISI TOPOGRAFICA E MONUMENTALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/766.
Full textIn this work we analyse the organisation of the Roman necropolis of Aquileia, by considering both topographical and monumental aspects. We consider spatial organisation of the sepulchral system, typology of the monuments, social status of the owners. Only attestations with a certified location are taken into account. The tombs are found to be positioned along the six main ways leading out from the city, but also along a secondary road, north-east from the city walls. All necropolis show a larger density of monuments within the first km from the city gates. The monumental development of these areas has to be ascribed to the beginning of the Imperial age. Wide sepulchral enclosures spread out in that period, with great tombs built up in a preminent and visible location. At the same time, most of space dedicated to burial purposes is partitioned in regular plots: near city walls this mainly concern the in agro dimension. A concentration of noteworthy monuments is observed in the vicinity of bridges (via Annia necropolis) and crossroads (north-eastern necropolis). Several aediculae and mausoleums of late Republican age and early Imperial age are found in areas at about 1-1,5 km from the city along north- and south-west ways. The largest number ot attentations is found in the necropolis along the road to Pannonia. Hence, we infer that this necropolis was the most exploitated one from the first decades of I century A.D. up to Trajan’s age. Great funerary altars with depictions at their sides are raised especially by soldiers and traders, whose professional activities gravitate around this road. Concerning the period of exploitation, we note differences between necropolis. The north- and north- eastern ones show a decrease of attestations after first two decades of II century A.D., maybe related to the changed political situation of the northern provinces. On the contrary, necropolis of via Annia (restored by Maximinus Thrax) and along southern ways (probably as consequence of the increasing importance of the neighboring town of Grado) appear to be used up to the beginning of IV century A.D. The most common types of monuments in this period are stelae (that were widely used in Aquileia from I century A.D.) and sarcophagi.
DI, MAURO Simone. "La colonia romana di Allifae (Alife, CE). Aspetti storico-topografici e archeologici." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/91401.
Full textThe research presented below is the result of a wider program of study conducted by the University of Molise in the south-eastern Samnium, aimed to understanding the forms of occupation of this area in ancient times and the relationship with the central part of the Samnium. The choice of the topic responds to the need to deepen some problems of the economic and social history of Allifae, one of the most important crossroads in the trades between ancient Campania and Samnium. In the first chapter the historical data related to the city are exposed and a topographical description of its territory and its forms of occupation in ancient times is provided, through an analytical reading of the archive and bibliographic sources. The second one deals with the problems related to the deduction of the colony of veterans and the agrarian division of the ager. The issue has been studied both from the topographical point of view, suggesting a different hypothesis compared with those known from the specialist literature; the problem was also analysed from the historical point of view, trying to understand when the confiscations that led to the establishment of the public ager took place in the area, when the territory was materially divided in centuriae and when the assignments were made. The third chapter examines a ceramic context, coming from an urban site near the southern gate of the city, datable in the first half of the first century. A.D.; this offers a clear picture of the material culture of the colony in its early stages of life. The last chapter contains the conclusions of the thesis, in which the hypotheses of dating of the limitatio and of the colony's deduction are offered, as well as the statistical analysis of the previously illustrated materials and the identification of the ceramic forms.
Zentilini, Elisa <1983>. "Larinum: sviluppo, produzioni e commerci di una città romana sulle sponde dell'Adriatico." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10352.
Full textSerafini, Alice <1994>. "Paesaggi urbani di Corinto romana: sculture ed elementi architettonici del centro monumentale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17429.
Full textMASSARA, DANIELA. "L¿EDILIZIA ABITATIVA DI MILANO IN ETÀ ROMANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/616907.
Full textTamburrino, Eugenio <1987>. "'Aquae Alpinae': l'acqua nell'arco alpino orientale in età romana : approvvigionamento, deflusso, gestione, aspetti sociali." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14993.
Full textSalmaso, Rachele <1994>. "Ἀρετή e virtus al femminile. La gravidanza e il parto nell’arte greca e romana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16590.
Full textFerretti, Laura, and Elisabetta Pedrelli. "Claterna Civitas Romana : Narrazione di una città sull'Aemilia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2192/.
Full textCOLZANI, GIOVANNI. "SCHEMA E DIMENSIONE. 'SCULTURA IDEALE' IN PICCOLO FORMATO DI ETÀ ELLENISTICA E ROMANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/819329.
Full textFabbri, Thomas, and Sara Salvigni. "Rileggere le tracce: Valorizzazione e musealizzazione della città romana di Suasa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8684/.
Full textSalvigni, Sara, and Thomas Fabbri. "Rileggere le tracce: Valorizzazione e musealizzazione della citta romana di Suasa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8686/.
Full textGRASSI, ELISA MARIA. "L'artigianato metallurgico nella Cisalpina romana: i casi di Milano e Verona. Aspetti insediativi e tecnologici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/848.
Full textGRASSI, ELISA MARIA. "L'artigianato metallurgico nella Cisalpina romana: i casi di Milano e Verona. Aspetti insediativi e tecnologici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/848.
Full textLOBIETTI, ANTONELLA. "RICOSTRUZIONE DEL PAESAGGIO VEGETALE NATURALE E CULTURALE NEL NORD ITALIA TRA ETA’ ROMANA E MEDIOEVO SU BASI ARCHEOBOTANICHE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488144.
Full textThis work intends to define the ancient landscape in the Po Valley area in early Middle Age with a look at the ancient Roman period up to the advanced Middle Age, through archaeobotanical investigations. In total, 13 archaeological sites were examined, 6 of which of a settlement type, and 7 of a naturalistic type located in Emilia Romagna, southern Lombardy and Veneto. The analysis, processing and interpretation of the data obtained from the archaeobotanical investigations, were carried out at the Palynology – Archaeo - Environmental Laboratory of C.AA. "G. Nicoli" srl, San Giovanni in Persiceto (Bologna). The reconstruction of landscape, is based on the data from 102 palynological study samples and from the investigations on 518 wood macroremains found in the buried ancient woods sites. The emerging data from the archaeobotanical investigations were compared with the available archaeological results and, for each site, some Vegetational Zones were identified to describe the environmental evolution through main homogeneous series. It was possible to take over the reconstruction of events that shaped the landscape of the Po Valley, the progressive succession of climatic and historical phases and the local human choices, made by local communities, aimed to increase and diversify primary products and their storage. An innovative aspect of this work is the comparison of archaeobotanical data referred to anthropic contexts with those obtained from "off-site" research areas, such as woods and wetlands far from human action, which complete and define the image of the ancient landscape, allowing a clear vision on the evolution of the North Italy Po plain area over the centuries.
Drago, Eleonora <1989>. "Il collezionismo di antichità di Isabella Stewart Gardner: i rilievi funerari di epoca romana a Boston." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12946.
Full textDrago, Eleonora <1989>. "Il collezionismo di antichità di Isabella Stewart Gardner: i rilievi funerari di epoca romana a Boston." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12947.
Full textFlamini, Filippo. "Progetto di copertura della domus romana dei coiedii a suasa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10047/.
Full textDi, Silvestre Stefano <1986>. "Dall'Africa romana all'Ifriqiya musulmana, un territorio in transizione. Analisi delle trasformazioni urbane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2385.
Full textCentola, V. "I sistemi di copertura nelle domus di età romana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421937.
Full textIl sistema di copertura delle abitazioni di età romana è uno degli aspetti meno studiati dell’architettura antica; una delle ragioni è sicuramente da ricercare nelle poco numerose o quasi nulle attestazioni archeologiche: se infatti generalmente nel corso degli scavi sono recuperate consistenti informazioni sulle fondazioni delle strutture e su parte degli alzati, non a caso oggetto di studi approfonditi, i solai e i tetti sono in assoluto le parti architettoniche più difficilmente conservabili e rinvenute raramente in stato di crollo. La carenza di dati archeologici si riflette, di conseguenza, nei manuali dedicati all’architettura o all’edilizia di età romana nei quali sono scarsi i riferimenti alle tecniche costruttive relative alle coperture e si riferiscono soprattutto ad edifici pubblici. Lo studio delle fonti antiche (letterarie, epigrafiche, iconografiche), l’analisi delle attestazioni archeologiche (provenienti soprattutto dall’area vesuviana) lo studio delle soluzioni adottate nella costruzione dei tetti in legno in età moderna (prima dell’avvento del legno lamellare) e lo studio del legno, principale materiale adoperato per le coperture, ha permesso di comprendere quanto fosse noto sulle coperture delle abitazioni di epoca romana, capire quali fossero le tipologie costruttive certamente adoperate in antico, identificare i parametri tecnici e dimensionali necessari per proporre ricostruzioni corrette da un punto di vista filologico, ma anche statico, comprendere la relazione tra le diverse tipologie di coperture e le grandezze-planimetrie degli ambienti. La creazione del programma di calcolo Domus 3D permette infine di dimensionare le travi delle coperture e individuare gli angoli di inclinazione possibili sulla base del numero di piani supposti nell’edificio e dello spessore e tipologia delle strutture murarie.
Taverni, Federico <1985>. "Atlante digitale sulla diffusione del culto di Serapide nella cultura greco-romana. Testi, documenti, oggetti; luoghi e cronologie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9201/1/Taverni_Federico_tesi.pdf.
Full textThe aim of my research project is to analyze, using a cutting edge methodology, the penetration of Serapides’s cult in the Greek-Roman culture in a period of time from the end of VI century b.c. to the beginning of the IV century a.c. The cult, born at the beginning of the ptolemaic era, has had a wide development in the Mediterranean area, playing a key a role in the dissemination of the Egyptian culture within the Greeks and Romans. After a first preliminary phase of study using material and literary sources, the study has leaded to the creation of georeferentiated digital atlas using a GIS system, populated with different cult proofs ( classical literature sources proving geographical notions, museum artifacts with a sure provenance, archaeological sites, sites where have been detected temples and sanctuaries, coins, inscriptions and, generally speaking all the material culture referred to the serapide‘s cult.) The digital atlas allows a pioneering approach to heterogeneous and not structured variety of data and therefore is really useful to reconstruct thanks to a new graphical and visual interface, the geographical areas where the cult had a big diffusion, the ways which helped the penetration and overall chronological data. The atlas contents are organized in order to be questioned, also through Boolean researches, offering different ways of visualization in diachronic, synchronic and semantic modes, focusing on specific aspects of the cult.
Didonè, Alessandra. "La pittura romana nella Regio X: dalla schedatura informatizzata all'analisi degli aspetti artistici e culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424290.
Full textLa presente ricerca si inserisce nel progetto TECT, nato dalla sinergia tra le Università di Padova e di Bologna, rivolto alla creazione di una banca dati della documentazione pittorica dell'area cisalpina. Servendosi dello strumento informatico e del glossario terminologico elaborato nell'ambito del progetto, di cui la scrivente è stata parte attiva, la ricerca è consistita nella catalogazione informatizzata delle pitture messe in luce nella Regio X all'interno di un arco cronologico esteso tra il II sec. a.C. e il IV sec. d.C. L'obiettivo è stato quello di verificare la validità della banca dati, che nel panorama nazionale si rivela uno strumento innovativo, raccogliendo e mettendo in sistema una mole di dati che non era mai stata analizzata complessivamente. La catalogazione sistematica delle attestazioni pittoriche ha costituito il presupposto indispensabile per far luce sulla specificità della produzione pittorica della regione, della quale sono stati indagati i caratteri di originalità e, al contrario, quelli che hanno permesso di individuare rapporti con altre aree geografiche, in particolare con l'area centro-italica, imprescindibile termine di confronto per abbondanza di documentazione, ma anche con le aree limitrofe transalpine e altoadriatiche
ORIOLO, FLAVIANA. "LA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1411.
Full textThe subject of this research project is the study of Roman wall-painting in eastern Cisalpine Gaul, more specifically dealing with the aspects of the creation and development of the local workshops and their peculiar characteristics. The area taken into consideration is set between Altino and Trieste: within this territory Aquileia and Altino have represented the two privileged research fields, given the possibility to analyse thoroughly all the wall-painting evidence preserved in the Archaeological Museums. Direct examination, conducted with a specific attention to the plaster bearer and the painted surface, has been combined with the analysis of unpublished documentation which, in the case of Aquileia, has represented an indispensable instrument for the reconstruction of the original contexts. In this way it has been possible to re-define topographically some well known examples of wall-paintings which, together with many yet unpublished examples, contribute to give a new image of the private houses excavated during the last century. This research has revealed an outline very rich in respect of the quantities and which has offered interesting starting points for the analysis of the different aspects of the production, specifically aimed to the recognition of local peculiarities developed by the workshops operating in this area.
ORIOLO, FLAVIANA. "LA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1411.
Full textThe subject of this research project is the study of Roman wall-painting in eastern Cisalpine Gaul, more specifically dealing with the aspects of the creation and development of the local workshops and their peculiar characteristics. The area taken into consideration is set between Altino and Trieste: within this territory Aquileia and Altino have represented the two privileged research fields, given the possibility to analyse thoroughly all the wall-painting evidence preserved in the Archaeological Museums. Direct examination, conducted with a specific attention to the plaster bearer and the painted surface, has been combined with the analysis of unpublished documentation which, in the case of Aquileia, has represented an indispensable instrument for the reconstruction of the original contexts. In this way it has been possible to re-define topographically some well known examples of wall-paintings which, together with many yet unpublished examples, contribute to give a new image of the private houses excavated during the last century. This research has revealed an outline very rich in respect of the quantities and which has offered interesting starting points for the analysis of the different aspects of the production, specifically aimed to the recognition of local peculiarities developed by the workshops operating in this area.
Mazzocchin, Stefania. "Traffici commerciali a Vicenza in epoca romana: i dati delle anfore." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427473.
Full textLa ricerca ha come obiettivo la ricostruzione dei traffici commerciali a Vicenza, in età romana, attraverso lo studio delle anfore, che si rinvengono assai numerose e spesso integre nelle città della Venetia perché reimpiegate, una volta svuotate del loro contenuto, come materiale di drenaggio per il risanamento dei suoli e il recupero di aree umide. Dopo un breve inquadramento sulla morfologia del territorio e sulla topografia della città antica, sono stati analizzati sei contesti dai quali provengono particolari concentrazioni di contenitori (capitolo 1): per ciascun sito, posizionato su una carta archeologica della città creata in questa occasione, sono state esaminate la documentazione di scavo, per gli interventi più recenti, quella di archivio per gli scavi del XVIII e degli inizi del XIX secolo, e la composizione del deposito di anfore (sono stati schedati 738 contenitori), per giungere a stabilire la cronologia degli insiemi. Sono state analizzate anche tutte le anfore conservate nel Museo Naturalistico Archeologico e nei palazzi della città, con l'intento di recuperare il luogo di ritrovamento, nonostante fosse perduta l'indicazione precisa. Segue (capitolo 2) l'interpretazione funzionale degli apprestamenti con anfore, alcuni dei quali si sono rivelati veri e propri drenaggi per il contenimento dell'escursione della falda, messi in opera per recuperare terreno alla pianificazione urbana in particolare delle aree destinate a necropoli. In un caso le anfore servirono per strutturare nella sua parte inferiore e nel contempo isolare dall'umidità un possente terrapieno, che difendeva i quartieri a sud est dalle piene dei corsi d'acqua; infine le anfore furono impiegate per stabilizzare il terreno e per alleggerire riempimenti di strutture sotterranee e poderosi livellamenti con lo scopo di aumentare la superficie dello spazio edificabile nell'area urbana. Sono state analizzate le tipologie di anfore presenti (capitolo 3), di cui la maggiore percentuale è risultata di produzione italica, in particolare Dressel 6A e Dressel 6B, una parte orientale, tra cui le tardo rodie e le Dressel 25 sono le più numerose, mentre un piccolo apporto viene dalla penisola iberica, con le Dressel 7-11. All'interno delle tipologie italiche, si sono potuti distinguere, sia per le anfore olearie, sia per quelle vinarie, diversi gruppi con caratteristiche morfologiche e di impasto comuni, collegabili all'area cisalpina, a quella istriana e alla picena. Trattandosi inoltre per la maggioranza di anfore di produzione adriatica, che presentano un'articolata bollatura, particolare attenzione è stata dedicata all'apparato epigrafico (capitolo 4), spesso più eloquente delle caratteristiche tipologiche per quanto riguarda cronologia e origine dei contenitori: sono stati analizzati 121 bolli, 26 su Dressel 6A e 94 su Dressel 6B, 13 graffiti e due tituli picti. Segue infine (capitolo 5) una approfondita analisi degli elementi caratterizzanti l'economia di Vicenza tra la tarda età repubblicana e quella claudia, quando la città mostra di richiedere soprattutto olio e vino da mercati cisalpini, istriani e medio adraitici, qualità particolari di vino dall'Egeo, mentre le salse di pesce giungono dalla penisola iberica (il rinvenimento all'interno di una Dressel 6A di lische di pesce (capitolo 3) ha costretto a riflettere sulla presenza di garum di produzione locale, che sembra commercializzato a breve raggio in anfore riutilizzate). Si è messa a confronto quindi la città di Vicenza con le realtà già ben studiate di Verona, Padova, Altino e Oderzo, dal quale emerge che Vicenza gioca un ruolo economico al pari di quello delle altre città della Venetia, e mostra di avere una vivacità commerciale notevole, poiché è in contatto con tutte le aree produttive del bacino del Mediterraneo, dall'Egeo alla Baetica, oltre che una certa autonomia degli scambi, dialogando ora con il polo economico di Verona, ora con quello di Padova.
Rossi, Cecilia. "Le necropoli urbane di Padova romana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3425327.
Full textIl lavoro è nato per colmare il vuoto conoscitivo venutosi a creare nel tempo sulle necropoli urbane della città di epoca romana rispetto alla crescente mole di documentazione portata alla luce dai più recenti scavi. Le necropoli si disponevano attorno all’abitato, racchiuso dall’ansa e dalla controansa fluviale, in aree di suburbio che per praticità sono state convenzionalmente ripartite in quattro settori, settentrionale, orientale, meridionale e occidentale. Il lavoro di analisi parte dall’inquadramento topografico dei singoli settori, con la ricostruzione del processo evolutivo, dalle prime testimonianze di frequentazione in età protostorica alle ultime trasformazioni subite in anni recenti. Segue la carta archeologica dei siti di rinvenimento, realizzata attraverso la rilettura critica delle vecchie pubblicazioni, il recupero di dati dai lavori più recenti e l’analisi di contesti inediti. Per alcuni ritrovamenti all’inquadramento del sito si affianca l’analisi delle sepolture con ricostruzione della struttura tombale e del rituale di deposizione e catalogo dei materiali. Al lavoro di schedatura fa seguito l’interpretazione dei dati comprendente da un lato l’analisi dei materiali, suddivisi per categoria funzionale e classe di appartenenza, con quadro di sintesi sulle produzioni locali e le importazioni, dall’altro lo studio delle modalità di sepoltura e dei rituali funerari nel loro evolversi. Dalla visione complessiva di questi aspetti, unita al dato epigrafico fornito dalle stele e dai monumenti funerari, è derivata una ricostruzione dello sviluppo diacronico di ciascun settore sepolcrale, in relazione alle vicende dell’abitato e al livello socio-economico degli individui ivi sepolti.
CORTI, Carla. "Uomini, Insediamenti e Traffici lungo il corso del Po in età romana." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2389236.
Full textMatteazzi, Michele. "Dinamiche insediative e organizzazione territoriale a sud di Padova in età romana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423383.
Full textQuesto lavoro di tesi propone lo studio di un ampio tratto di bassa pianura esteso a sud della città di Padova, tra i Colli Euganei e la Laguna di Venezia. Quest'area si caratterizza per un'alta variabilità e instabilità morfologica, dovuta principalmente al complesso sistema idrografico che la definisce e che trova nei fiumi Adige e Brenta i suoi attori principali; ma, soprattutto, un forte elemento destabilizzante è costituito dalla presenza della laguna, dove tale sistema va (e andava) naturalmente ad esaurirsi e che fin dall’antichità ha offerto quegli sbocchi portuali che sono risultati fondamentali per lo sviluppo economico della città di Padova. Lo scopo principale dello studio era quello di affrontare una sistematica ricerca del complesso rapporto tra uomo e paesaggio che si è sviluppato in questo comprensorio durante l'età romana (considerata tra il II sec. a.C. e il VI sec. d.C.), cercando, da una parte, di identificare le dinamiche ambientali che al contempo favorirono e condizionarono l'occupazione umana e, dall'altra, di giungere ad una migliore definizione e comprensione delle forme che questa occupazione assunse e del reale impatto che essa ebbe sul paesaggio naturale. L'indagine si è pertanto fondata sui principi teorici e metodologici espressi dall’Archeologia del Paesaggio e si è sviluppata attraverso un approccio di tipo archeomorfologico, che considera l'analisi delle diverse morfologie di origine antropica che contribuiscono a definire l'aspetto attuale del paesaggio (come strade, morfologie agrarie, sistemi di parcellario), permettendo di attestare l’esistenza di cambi avvenuti nella sua strutturazione. Punto centrale dello studio è stato quindi lo studio archeomorfologico della rete itineraria di epoca moderna. La prima fase si è concentrata nella restituzione dei diversi elementi che la compongono che, a partire da un lavoro di foto- e carto-interpretazione, ha permesso di stabilire una sequenza stratigrafica relativa alla dinamica evolutiva della strutturazione del territorio. In un secondo momento, i dati archeologici raccolti e lo studio della documentazione scritta hanno fornito elementi utili per inquadrare cronologicamente le diverse forme strutturali restituite e, quindi, la sequenza evolutiva precedentemente individuata. In questo modo si sono potute definire le principali fasi strutturanti del territorio e, soprattutto, analizzare da una nuova prospettiva l'impatto che ebbe la presenza romana sul paesaggio, alla quale si deve la prima impostazione di una complessa rete viaria che venne a coprire l'intero comprensorio. L’applicazione di una tale strategia di studio ha anche suggerito nuove ipotesi per la ricostruzione dell'antico assetto idrografico e permesso di contestualizzare e di meglio definire il popolamento di epoca romana, che è stato analizzato a partire dalla sua diretta relazione con l'ambiente naturale e con le infrastrutture territoriali individuate. A livello più propriamente tecnico, l'indagine è stata effettuata attraverso un lavoro di fotointerpretazione e cartointerpretazione e l'analisi integrata di dati geomorfologici, archeologici e storici, oltre ad una serie di analisi topografiche effettuate sfruttando le ampie possibilità oggi offerte dai Sistemi di Informazione Geografica (GIS). Questi, che negli ultimi anni sono stati ampiamente incorporati negli studi archeologici sul paesaggio, hanno anche fornito una struttura in cui tutte le informazioni geograficamente referenziate necessarie a condurre la ricerca archeomorfologica hanno potuto essere incluse e analizzate in un ambiente multilivello e multiscala, permettendo inoltre una facile ed effettiva gestione dei dati, un eccellente output grafico e, soprattutto, un’alta accuratezza spaziale. Abbiamo così potuto osservare che, dopo una sporadica presenza nel corso del III sec. a.C., a partire dal II sec. a.C. l'influenza romana ne territorio a sud di Padova si fa più preponderante, notandosi con evidenza nell'introduzione di nuove tecniche e materiali da costruzione (come l'uso del laterizio e dell'intonaco) che convivono accanto a metodiche tradizionali, così come la compresenza, nelle aree necropolari, di elementi culturali caratteristici del mondo dei Veneti e di pratiche rituali tipicamente latine. In questo momento le fonti storiche ed epigrafiche ci indicano anche della costruzione, da parte dei Romani, di importanti vie consolari, quali la "via di Lepido" (174 a.C.?), l'Annia (153 a.C.) e la Popillia (132 a.C.), volte a collegare la colonia di Aquileia (fondata nel 181 a.C. in una fascia territoriale al confine orientale della Venetia) con le altre importanti colonie di Bononia (189 a.C.) e Ariminum (268 a.C.). Questa evidenza aumenta ancor più durante il I sec. a.C., quando si attesta la ormai completa romanizzazione della popolazione veneta e la comparsa nel territorio, verso la metà del secolo, di una tipologia d'insediamento di carattere residenziale-produttivo di origine italica, ovvero la villa. Inoltre, proprio in questo momento, i dati archeologici suggerirebbero di datare un primo intervento di centuriazione a nord di Adria, molto ben leggibile attraverso le foto aeree e caratterizzato da una modulazione di 27x27 actus. Non sembra casuale che questi cambiamenti nell'occupazione del territorio avvengano in corrispondenza di due eventi molto importanti per la storia della Venetia e della Cisalpina: la concessione del diritto latino a principali centri indigeni nell'89 a.C. e, soprattutto, la loro elevazione al rango di municipia nel 49 a.C. per opera di Giulio Cesare. Con la successiva epoca augustea hanno luogo invece una serie di cambi strutturali importanti, soprattutto nella zona a sud di Padova. Qui si sono infatti individuate le tracce riferibili ad un intervento di centuriazione, caratterizzato da un modulo di 15x20 actus e strettamente connesso con i centri di Patavium e Ateste. Si deve anche segnalare la creazione, in questo momento, di una complessa rete viaria che si inscrive perfettamente nella trama centuriata, funzionando sia come kardines e decumani, sia come assi diagonali. A questi cambi strutturali corrisponde anche un cambiamento a livello dei modelli d'insediamento: a partire, infatti, dalla fine del I sec. a.C., si assiste all'inizio di una occupazione capillare del territorio, che avviene soprattutto attraverso l'impianto di nuove villae e nuovi luoghi di culto. Questo sistema rimane vitale fino alla fine del II sec. d.C., quando si assiste alla graduale diminuzione del numero degli insediamenti rurali, che vengono a concentrarsi maggiormente lungo le principali direttrici viarie o nell'area più prossima alla città di Padova. La situazione sembra assestarsi tra III e IV sec. d.C., ma con il V e, ancor più, con il VI anche gli ultimi insediamenti rimasti sembrano perdere completamente la loro antica vitalità. A partire da questo momento si definisce infatti un periodo caratterizzato per cambiamenti, sia a livello storico (in particolare, la guerra greco-gotica tra 535 e 553 e la calata dei Longobardi nel 568) che climatico-ambientale, con l'instaurarsi di un periodo di piogge intense che, unito con la mancanza di manutenzione della rete idrografica e infrastrutturale, porta molti fiumi a rompere i propri argini per fluire in aree più depresse. Il risultato è che molte di tali aree rimangono, a lungo, coperte dalle acque stagnanti che non di rado facilitano il formarsi di aree palustri. In questa fase i sistemi centuriati precedenti vengono probabilmente a destrutturarsi, permanendo solo quegli assi che continuano a svolgere una funzione viaria importante. Questa situazione permarrà inalterata fino almeno all'VIII-IX sec., quando le fonti scritte iniziano a raccontare di interventi di riconquista del territorio che culmineranno, tra fine IX e X sec., con la nascita di nuovi poli di attrazione del popolamento (quali castelli, pievi e monasteri) e che porteranno alla formazione di nuove forme di strutturazione territoriale (in primis, la configurazione di sistemi radiali incentrati sui nuovi nuclei di popolamento).
PISANI, MARCELLA. "Le terrecotte figurate di età ellenistico-romana della necropoli nord-orientale di Tebe." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/32257.
Full textForin, Claudia. "Ville e fattorie nell'Italia settentrionale in epoca romana (II sec. a.C. - V sec. d.C.): architettura, economia e società." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3425372.
Full textLa ricerca di dottorato nasce con l’obiettivo principale di fornire un quadro d’insieme delle attestazioni relative a fattorie e ville di epoca romana indagate archeologicamente in Italia settentrionale. Il lavoro ha previsto il censimento sistematico dei siti a partire dalla documentazione edita e l’implementazione di un database relazionale, creato ad hoc, che ha consentito una migliore gestione ed elaborazione dei dati. Parallelamente è stata realizzata una piattaforma GIS, finalizzata alla contestualizzazione topografica e all’analisi distributiva dei siti. Sono stati selezionati e schedati 203 siti, suddivisi nelle regioni moderne di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ascrivibili all’arco cronologico compreso tra il II secolo a.C. e il V secolo d.C. La prima parte della tesi mira a fornire un consistente inquadramento dell’argomento e a presentare il progetto, chiarendone i criteri utilizzati, i limiti e gli aspetti innovativi. La documentazione raccolta è stata quindi elaborata attraverso lo strumento informatico, costituendo la base delle successive analisi. Innanzi tutto sono stati indagati gli aspetti tipologici, formulando ipotesi ricostruttive sull’organizzazione generale degli edifici e sulle caratteristiche architettoniche e tecniche dei diversi settori e spazi funzionali, avvalorando lo studio con puntuali confronti. Ad un approccio più oggettivo segue l’analisi critica del ruolo funzionale dei complessi, che ha consentito di individuare dei Tipi funzionali, distinti sulla base di precisi criteri di valutazione. Ne è risultato un quadro insediativo caratterizzato da complessi isolati con forme e funzioni molto varie, che dal punto di vista cronologico sono generalmente attivati a partire dall’età augustea e si caratterizzano per una lunga continuità di frequentazione, che spesso si protrae fino al V-VI secolo d.C., comportando ristrutturazioni, variazioni planimetriche e frazionamenti interni. La ricerca vuole quindi fornire una compiuta sintesi dei dati finora noti sugli insediamenti isolati extraurbani dell’Italia settentrionale, ponendosi come solida base di riferimento per i futuri studi sull’argomento.