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Journal articles on the topic 'Architettura di età imperiale'

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1

Dareggi, Gianna. "A proposito di un ritratto virile di età imperiale." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 100, no. 1 (1988): 321–30. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1988.1594.

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2

Coarelli, Filippo. "Munigua, Praeneste e Tibur i modelli laziali di un municipio della Baetica." Lucentum, no. 6 (December 15, 1987): 91. http://dx.doi.org/10.14198/lvcentvm1987.6.06.

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Abstract:
Il santuario a terrazze di Munigua, scavato a partire dal 1957 dall'Istituto Archeologico Germanico, costituisce un'eccezionale ripresa, in età imperiale (tardo-flavia) di modelli architettonici sviluppatisi nel Lazio in età tardo-repubblicana. I motivi di questa ripresa vanno identificati nella volontà di collegarsi idealmente al contesto laziale da parte di una città che aveva ricevuto da poco lo ius Latii. La scelta del santuario di Hercules Victor a Tibur (accanto a quello della Fortuna Primigenia a Praeneste) si spiega con la funzione che questa divinità assunse nel culto imperiale a partire da Augusto; con gli evidenti legami mitistorici con l'Ercole di Cadice; infine, con la presenza a Tivoli di un notevole gruppo di senatori spagnoli.
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3

GASPARRI, CARLO. "UNA OFFICINA DI COPISTI IN ETÀ MEDIO-IMPERIALE." Bulletin of the Institute of Classical Studies 36, Supplement_55 (January 1, 1989): 96–101. http://dx.doi.org/10.1111/j.2041-5370.1989.tb02055.x.

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4

Di Benedetto, Paolo. "Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

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Abstract:
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
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5

Gassner, Verena. "Daniela Baldoni: Vasi a matrice di età imperiale a Iasos." Gnomon 79, no. 4 (2007): 340–42. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2007_4_340.

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6

Aresi, Laura. "PER UNA STORIA DELLA ‘LEPIDITAS’: IL CASO PERIPLECTOMENO NEL MILES GLORIOSUS E LE SUE RISONANZE DA TERENZIO A APULEIO." Argos 2, no. 39 (May 13, 2020): 61–90. http://dx.doi.org/10.14409/argos.v2i39.9218.

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Abstract:
L’articolo si propone di investigare l’uso dell’aggettivo lepidus nel Miles gloriosus, a partire dalla figura del senex lepidus Periplectomeno e della sua aristia in 3.1. L’indagine farà emergere due accezioni del termine: da una parte, lepidus è laparola chiave per indicare il meccanismo del comico su cui si regge la commedia; dall’altra, esso definisce uno stile di vita –e, implicitamente, un modello educativo– fondato sulla ‘lepiditas’. A partire da Plauto, tale modello verrà ripreso attivamente in età repubblicana, per poi venire meno, invece, in età imperiale, dove lepidus va incontro ad un impoverimento semantico e viene usato solo come marcatore di un genere comico minore e disimpegnato
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7

Ricci, Cecilia. "Africani a Roma. Testimonianze epigrafiche di età imperiale di personaggi provenienti dal Nordafrica." Antiquités africaines 30, no. 1 (1994): 189–207. http://dx.doi.org/10.3406/antaf.1994.1225.

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8

BARBERA, Mariarosaria. "Il tema della caricatura in alcune forme vascolari di età imperiale." BABESCH - Bulletin Antieke Beschaving 67 (January 1, 1992): 169–82. http://dx.doi.org/10.2143/bab.67.0.2005975.

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9

Gilliver, C. M. "A mercator bovarius from Veii in a new inscription from the Mola di Monte Gelato." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 193–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011648.

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Abstract:
UN MERCATOR BOVARIUS VEIENTE DA UNA NUOVA ISCRIZIONE DALLA MOLA DI MONTE GELATOAmpie parti di un'iscrizione appartenente a un rilievo funerario marmorea dell'inizio del I secolo d.C. sono venute alla luce da una calcara durante gli scavi alla Mola di Monte Gelato, nell'Etruria Meridionale. Il rilievo, tipico fra quelli realizzati da gruppi di liberti durante la tarda fase repubblicana e la prima età imperiale, risente nelle caratteristiche di un'influenza urbana. Uno dei liberti menzionati, C. Valerius Faustus, fu un mercator bovarius, probabilmente legato al commercio di bestiame a Roma, e sacerdote del culto imperiale nel limitrofo municipio di Veio. La sola donna commemorata nel monumento, forse la moglie di Faustus, ha anch'essa un nesso con Veio come si evince dall'evidenza epigrafica. Questo complesso appare utile per illustrare, dunque, i legami presenti fra il sito di Mola di Monte Gelato, in rapporto al municipio veiente e alla non lontana città di Roma.
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Grasby, R. D. "Latin Inscriptions: Studies in Measurement and Making." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 151–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002130.

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Abstract:
ISCRIZIONI LATINE: STUDI SULLA MISURAZIONE E LA REALIZZAZIONEQuesto articolo costituisce una continuazione ed una revisione della ricerca pubblicata in ‘A comparative study of five Latin inscriptions: measurement and making’, Papers of the British School at Rome 64 (1996). I cinque studi lì pubblicati hanno indicato la presenza di molte coincidenze nella composizione e nell'uso dei caratteri tra le iscrizioni formali di tardo primo e secondo secolo d.C., e hanno dimostrato come ogni aspetto della loro costruzione fosse regolato da un sofisticato sistema di misurazione. Lo scopo di questo secondo articolo, basato su iscrizioni di età repubblicana e di prima età imperiale — e che inoltre presenta i risultati di un sesto studio formale — è di determinare se si possano o meno identificare anche per questo periodo precedente simili principi nella composizione e nell'uso dei caratteri. Inoltre costituisce un'opportunità di aggiornare gli aspetti teorici degli studi precedenti e di dimostrare alcuni processi nell'uso dei caratteri nelle iscrizioni.
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Perini, S., P. Zampieri, L. Rosta, E. Piovan, G. Barone, P. Ruatti, and A. Benati. "MAV cerebrale di tipo piale in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 743–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900619.

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Abstract:
La nostra casistica comprende 29 pazienti sottoposti a trattamento endovascolare per la presenza di una MAV di tipo piale. I pazienti sono stati trattati con varie metodiche (embolizzazione a «flusso libero» 2 casi, embolizzazione particolata con micro-emboli di filo da sutura -17 casi, embolizzazione con colla acrilica- 10 casi). È stato fatto un confronto tra la serie trattata in età pediatrica e quella dei pazienti adulti evidenziando alcune significative differenze di angio-architettura e sede della MAV: in età pediatrica sono risultate più frequenti le MAV mono o pauci- peduncolari, le fistole dirette e quelle a nido plessiforme fistoloso ad alto flusso e le malformazioni giganti a sede sottotentoriale e centrale profonda. Nel primo caso il trattamento di elezione è risultato essere quello con colla acrilica associato a radiochirurgia con guarigione definitiva in 3 casi. Nelle FAV dirette e nelle MAV ad alto flusso abbiamo impiegato come agenti embolizzanti filo da sutura e colla acrilica con risultato definitivo. Il trattamento delle MAV sottotentoriali e a sede centrale profonda rappresenta il problema di più difficile soluzione in età pediatrica. In due pazienti l'embolizzazione con colla ha consentito di effettuare la radio-chirurgia (MAV giganti cerebellari). Non riteniamo che attualmente alcuna tecnica endovascolare consenta un trattamento sicuro delle estese MAV centrali profonde. Ogni trattamento, nei bambini ancor più che nell'adulto, deve richiedere una attenta valutazione del rapporto rischio/ beneficio della metodica con riferimento ai dati della storia naturale.
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Pia Muzzoli, Maria. "Le ripae di Roma in età imperiale: qualche evidenza dalla pianta marmorea severiana." Riparia 4 (2018): 28–45. http://dx.doi.org/10.25267/riparia.2018.v4.02.

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Serafina, Pennestrì. "Distribuzioni di denaro e viveri su monete e medaglioni di età imperiale : i protagonisti, gli scenarî." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 101, no. 1 (1989): 289–315. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.1635.

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Lazzarini, Lorenzo, and Bruno Turi. "Studio archeometrico dei marmi usati nella scultura e architettura di età arcaica a Cirene." Rendiconti Lincei 15, no. 3 (September 2004): 189–204. http://dx.doi.org/10.1007/bf02904460.

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PASETTI, Lucia. "Appunti per la semantica di vicarius (dall’età arcaica alla prima età imperiale)." Giornale Italiano di Filologia 73 (January 2021): 61–89. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.126008.

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Hannah, Robert. "Praevolante nescio qua ingenti humana specie … a reassessment of the Winged Genius on the base of the Antonine Column." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 90–105. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009107.

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Abstract:
PRAEVOLANTE NESCIO QUA INGENTI HUMANA SPECIE… UNA RICONSIDERAZIONE DEL GENIO ALATO ALLA BASE DELLA COLONNA ANTONINASulla base della colonna eretta in onore di Antonino Pio dopo la sua morte, nel 161 d.C, è scolpita una scena che rappresenta l'apoteosi dell'imperatore defunto e di sua moglie Faustina I, morta venti anni prima. Mentre Roma e il Campo Marzio stanno a guardare e acclamano i nuovi divi la coppia imperiale è trasportata in cielo da una grande figura alata maschile. Tale figura è ora interpretata generalmente come Aion, personificazione del tempo inteso nella sua infinita continuità, nella forma greco-romana piuttosto che in quella mitraica; secondo un'altra opinione si tratterebbe invece del Saeculum Aureum, personificazione della età dell'oro. In questo studio entrambe le interpretazioni sono prese in considerazione dal punto di vista iconografico e particolare attenzione è rivolta al significato dei tre segni zodiacali (dei Pesci, Ariete e Toro) raffigurati sul globo tenuto in mano dal genio alato. Viene respinta l'ipotesi di Turcan, per la quale questi segni zodiacali starebbero a rappresentare l'oroscopo corrispondente alia nascita del mondo, il thema mundi così come presentato da Firmico Materno e viene di conseguenza rigettata l'associazione di questo oroscopo con Aion. Al contrario si cerca qui di dimostrare come i tre simboli rappresentino la stagione primaverile e che insieme ad altri elementi relativi al genio alato essi sono intesi a rappresentare l'idea di un rinnovamento. Pur senza arrivare alia identificazione del giovane alato in se stesso con una stagione, viene però proposta una connessione tra quest'ultimo e le rappresentazioni delle stagioni su sarcofagi romani di età più tarda. L'idea di rinnovamento presente negli attributi della figura è inoltre vista come connessa con le opinioni relative alia vita dopo la morte, espresse dall'imperatore e co-dedicante della Colonna, Marco Aurelio. Questo potrebbe far pensare che un certo grado di influenza da parte imperiale abbia agito sulla committenza ed il contenuto del rilievo.
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MASTROCINQUE, GIANLUCA. "Le città della Calabria tra l’età repubblicana e la prima età imperiale: aggiornamenti per uno sguardo d’insieme." Anales de Arquelogía Cordobesa 30 (December 15, 2019): 77–104. http://dx.doi.org/10.21071/aac.v30i.12435.

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Abstract:
Nell’area della Puglia meridionale, un tentativo di leggere insieme le testimonianze sulle città di età romana, permette di ricostruire, almeno in parte, il ruolo di riferimento che nell’organizzazione dello spazio urbano e rurale è svolto dalle due colonie più antiche, Brundisium (Brindisi, 244 a.C.) e Neptunia a Taranto (123 a.C.). L’analisi rivela, oltre alle specificità locali, significative affinità nel modo in cui, tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C. e soprattutto nell’età di Augusto, nelle città meglio documentate si potenzia la rete delle strade e delle infrastrutture, si organizzano gli spazi della vita collettiva, anche come luoghi privilegiati per esprimere il consenso verso la casa imperiale, si promuovono i culti orientali, si riqualificano i settori residenziali, con uno specifico rapporto tra le dimore aristocratiche e i principali complessi monumentali.
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Acerbo, Stefano. "Mito e storia nella mitografia di età imperiale: Lico πολέμαρχος (Apollod., Bibl. III 41)." Emerita 87, no. 2 (December 12, 2019): 285. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2019.13.1915.

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Abstract:
[it] Il racconto della conquista del potere a Tebe da parte di Lico, fornito dalla Biblioteca, presenta alcuni elementi che sembrano far riferimento a istituti propriamente politici. L’elezione a polemarco, in particolare, può alludere a eventi storici della Beozia di IV secolo a. C. Tale allusione rappresenta un chiaro anacronismo rispetto all’universo che fa da sfondo ai racconti del mitografo, ma, in questo caso, non risulta estranea allo sviluppo narrativo della sezione in cui si trova inserita. Evidenziando una differenza qualitativa tra la sovranità legittima dei Cadmei e quella illegittima di Lico, Zeto e Anfione, il riferimento alla polemarchia contribuisce al piano compositivo dello ps. Apollodoro, che si fonda sulla continuità genealogica. Per tale ragione, l’anacronismo può essere qui considerato il risultato di una scelta autoriale, che mostra come anche i mitografi abbiano giocato un ruolo nell’iterazione tra tempo mitico e passato storico che si riscontra all’interno delle loro opere.
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Cassanelli, Roberto. "Il complesso monastico di S. Maria d’Aurona. Architettura e liturgia a Milano tra età longobarda e carolingia." Hortus Artium Medievalium 23, no. 1 (January 2017): 114–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.113710.

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Cifarelli, Francesco Maria. "Il criptoportico periforense di Segni. Attività edilizia ed evergetismo municipale fra tarda repubblica e prima età imperiale." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 104, no. 2 (1992): 755–85. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1992.1774.

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Heller, Anna. "Filippo Canali De Rossi: Filius publicus. υἱὸς τῆς πόλεος e titoli affini in iscrizioni greche di età imperiale." Gnomon 82, no. 3 (2010): 240–43. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2010_3_240.

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Walters, D. B. "Lucia Fanizza: L'Assenza dell' Accusato nei Processi di Età Imperiale. (Studia Juridica, 85.) Pp. 139. Rome: Università di Bari/Bretschneider, 1992. Paper." Classical Review 44, no. 2 (October 1994): 412. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00289816.

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Derow, P. S. "C. Carsana, La teoria della “costituzione mista” nell’ età imperiale romana (Biblioteca di Athenaeum XIII). Como: Edizioni New Press, 1990. Pp. 124. L. 35,000." Journal of Roman Studies 84 (November 1994): 274–75. http://dx.doi.org/10.2307/300947.

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Henig, Martin. "L. Pirzio Biroli Stefanelli, L’oro dei Romani: Gioelli di età imperiale. Rome: ‘L'Erma’ di Bretschneider, 1992. Pp. 294, 309 illus, 1 map. ISBN 88-7062-773-X. L 200,000." Journal of Roman Studies 83 (November 1993): 231. http://dx.doi.org/10.2307/301020.

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Alonso-Núñez, J. M. "Chiara Carsana: La teoria della ‘costituzione mista’ nell' età imperiale romana. (Biblioteca di Athenaeum, 13.) Pp. 124. Como: Edizioni New Press, 1990. Paper, L. 35,000." Classical Review 42, no. 2 (October 1992): 467. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00285077.

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Tucci, Pier Luigi. "Il tempio di Giove Capitolino e la sua influenza sui templi di età imperiale - JOHN W. STAMPER, THE ARCHITECTURE OF ROMAN TEMPLES: THE REPUBLIC TO THE MIDDLE EMPIRE (Cambridge University Press2005). Pp. xv + 287, ills. 162. ISBN 0 521 81068 X. $85." Journal of Roman Archaeology 19 (2006): 386–92. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400006498.

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Klauck, Hans-Josef. "Giancarlo Rinaldi, Biblia gentium. Primo contributo per un indice delle citazioni, dei riferimenti e delle allusioni alla Bibbia negli autori pagani, Greci e Latini, di età imperiale, Rom (Libreria Sacre Scritture) 1989, 752 S., geb. Lire 130.000,-; ISBN 88-237-8100-0." Biblische Zeitschrift 45, no. 1 (September 6, 2001): 151–53. http://dx.doi.org/10.30965/25890468-04501034.

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de Chaisemartin, Nathalie, and Monica Livadiotti. "Dal Tempio A del Santuario di Apollo a Hierapolis di Frigia, una nuova messa a punto sull’architettura e la decorazione architettonica dell’Asia Minore di età ellenistico-romana - TOMMASO ISMAELLI, HIERAPOLIS DI FRIGIA X. IL TEMPIO A NEL SANTUARIO DI APOLLO. ARCHITETTURA, DECORAZIONE E CONTESTO (MAIER - Missione Archeologica Italiana a Hierapolis; Ege Yayinlari/ Zero Prod. Ltd., Istanbul 2017). Pp. xvi + 572, figs. 671, many in colour, 8 tav. (folding plates) in end pocket, 2 DVDs. ISBN 978-605-9680-56-1." Journal of Roman Archaeology 32 (2019): 891–900. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759419000953.

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Bloomer, W. Martin. "The Elder Seneca - (E.) Berti Scholasticorum Studia. Seneca il Vecchio e la cultura retorica e letteraria della prima età imperiale. (Biblioteca di ‘Materiali e Discussioni per l'Analisi dei Testi Classici’ 20.) Pp. 408. Pisa: Giardini, 2007. Paper, €84 (Cased, €168). ISBN: 978-88-427-1476-7 (978-88-427-1477-4 hbk)." Classical Review 59, no. 2 (September 15, 2009): 469–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x09000663.

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Mazzilli, Giuseppe. "Il settore extra muros di Tiro in età imperiale: per una rilettura di alcuni dei suoi monumenti - HANY KAHWAGI-JANHO, LES MONUMENTS ROMAINS DE TYR EXTRA MUROS. ÉTUDE ARCHITECTURALE DE LA ROUTE ANTIQUE, DE L‘ARC MONUMENTAL ET DE L‘AQUEDUC (Ausonius Mémoires, 45; Bordeaux2016). Pp. 204, figs. 65 + 44 + 126, pls. 32, dépliants 4. ISSN 1283-2995; ISBN 978-2-35613-162-1. EUR 55.00." Journal of Roman Archaeology 33 (2020): 894–902. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420000690.

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Hilhorst, A. "G. RINALDI, Biblia Gentium. Primo contributo per un indice delle citazioni, dei riferimenti e delle allusioni alla Bibbia negli autori pagani, greci e latini, di età imperiale. -A First Contribution towards an Index of Biblical Quotations, References and Allusions Made by Greek and Latin Heathen Writers of the Roman Imperial Times, Roma, Libreria Sacre Scritture 1989, 752 pp. ISBN 88 237 8100 0." Journal for the Study of Judaism 21, no. 2 (1990): 272–75. http://dx.doi.org/10.1163/157006390x00423.

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Sommaini, Fabrizio. "IL LAVORO E L'ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE NELLA ROMA PAPALE E IMPERIALE. LA BASILICA DI SAN PIETRO E IL COMPLESSO DI DOMIZIANO: FONTI MODERNE PER RICOSTRUIRE PROGETTI ANTICHI." Papers of the British School at Rome, July 27, 2021, 1–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246221000052.

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Abstract:
Sin dai primi studi sul cantiere e sul processo costruttivo delle architetture antiche, esempi storicamente ben documentati di età medievale e moderna sono stati presi come riferimento e termine di paragone, al fine di comprendere più approfonditamente l'industria delle costruzioni nell'antica Roma. Questo contributo riflette circa la possibilità di utilizzare due casi di studio parzialmente simili per dimensioni, ubicazione e tecniche costruttive: la Basilica di San Pietro, di età rinascimentale e barocca, in comparazione con l'antico complesso di Domiziano, estensione dei Palazzi Flavi sul Palatino. I primi risultati, che si iscrivono in un progetto di studio sul Complesso domizianeo, aggiungono nuovi elementi alla ricostruzione teorica del cantiere e del ciclo costruttivo. Si analizzano diversi aspetti di questi due progetti architettonici di grandi dimensioni (XXL structures) – la committenza, la forza lavoro, l'approvvigionamento dei materiali da costruzione, l'allestimento del cantiere – evidenziando analogie e differenze, nel tentativo di ovviare alle lacune nella documentazione antica.
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Li Causi, Pietro. "I leoni provavano gratitudine? La mirabolante storia di Androclo (e di altri) e il dibattito antico sugli animali." HABIS, 2021, 89–113. http://dx.doi.org/10.12795/habis.2021.i52.05.

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Abstract:
Prima di trasformarsi, nei secoli successivi, in ‘racconto popolare’, il motivo dell’uomo che guarisce il leone era stato uno degli argomenti chiave all’interno del dibattito filosofico di età imperiale sullo status degli animali. Nel quadro delle versioni antiche esistenti, ad occupare una posizione di rilievo è senza dubbio il racconto di Androclo e del leone di Apione, che, tradotto in latino da Gellio, è già pronto a diventare canonico proprio perché privo di molte delle implicazioni ‘animalistiche’ e filosofiche che saranno poi aggiunte dagli autori latini delle età successive.
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Castoldi, Marina. "Attività metallurgica nell’area del Teatro alla Scala a Milano." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, July 25, 2022, 85–90. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/18431.

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Abstract:
Il contributo è dedicato alla presentazione di alcuni stampi per la fusione di piccoli oggetti in bronzo, rinvenuti in un’area artigianale della Mediolanum romana, scoperta casualmente durante i lavori di ristrutturazione del Teatro alla Scala. Il ritrovamento di crogioli, realizzati con olle di ceramica comune ricoperte da uno spesso strato di argilla, consente una datazione alla prima età imperiale.
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Becerra Fernández, Daniel. "Marmora presso il Traianeum di Italica: un paesaggio sacro in policromia." Anales de Historia Antigua, Medieval y Moderna 55, no. 2 (January 17, 2022). http://dx.doi.org/10.34096/ahamm.v55.2.9571.

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Abstract:
In questo articolo scientifico presentiamo i tipi di marmora rinvenuti nel monumento del tempio di età adrianea che conosciamo con il nome di Traianeum de Italica (Andalusia, Spagna). È un santuario dedicato al culto imperiale che presenta una grande varietà di tipologie di marmora, provenienti dalle diverse regioni del territorio romano. L’identificazione tipologica è stata effettuata mediante analisi macroscopiche, per rocce ornamentali colorate, e l’applicazione di tecniche archeometriche per marmi bianchi e per varietà litiche che possono indurre confusione. In questa ricerca ci concentriamo su pezzi che presentano singolarità, l’enumerazione dei tipi di marmora trovati, la proporzione dei materiali in cui sono stati realizzati i pezzi conservati e catalogati, e le regioni di origine dei diversi materiali lapidei.
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Zamboni, Lorenzo. "Ceramiche d’impasto decorate in Cisalpina tra seconda età del Ferro e romanizzazione – appunti per una ricerca." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, January 17, 2022, 118–48. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/17090.

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Abstract:
Come già intuito da Maria Teresa Grassi, le classi ceramiche domestiche decorate sono un aspetto sottovalutato ma cruciale per decifrare la complessità delle interazioni culturali nelle regioni della Cisalpina centrale (Piemonte orientale, Lombardia, Emilia e Veneto occidentale). Il periodo considerato è compreso tra la metà del I millennio a.C. e la prima età imperiale, quando la pianura padana è un mosaico di culture e attori sociali in movimento che lasciano tracce nella cultura materiale che sfuggono alle categorie interpretative tradizionali. In questo lavoro si pongono le basi – tecniche e teoriche – per una riconsiderazione di quelle ceramiche d’impasto, realizzate a mano o al tornio lento, che vengono decorate con tecniche che traggono ispirazione da diverse regioni e culture (Liguria, Europa centrale), andando a formare un aspetto culturale che caratterizza abitati e necropoli dell’Italia settentrionale.
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Romagnolo, Miriam. "Le sfumature del lusso a Bedriacum. Note su alcuni vetri preziosi di prima età imperiale dal Quartiere degli Artigiani." LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, April 8, 2022, 227–45. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/17692.

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Abstract:
Questo articolo prende in considerazione alcuni reperti in vetro di notevole pregio, provenienti dal vicus romano di Bedriacum (attuale Calvatone, CR), scoperti durante le campagne di scavo svoltesi tra 2005 e 2013 nell’area del Quartiere degli Artigiani (scavi diretti dalla prof. Maria Teresa Grassi, Università degli Studi di Milano). I reperti analizzati si collocano cronologicamente tra la fine del I sec. a.C. e il pieno I sec. d.C., periodo che corrispose a una particolare fioritura del vicus stesso. Si è deciso pertanto di focalizzare l’attenzione su alcuni preziosi reperti ottenuti con la tecnica del vetro mosaico, della colatura e modellazione su forma capovolta (una coppa tipo Is.20, un unicum finora a Bedriacum, un fr. di coppa tipo Is.1/18 e due coppe costolate tipo Is.3), della soffiatura entro stampo (due frr. di coppe ispirate alla produzione di Ennione e un fr. di bicchiere troncoconico tipo Is.31) e tramite soffiatura libera (coppette costolate tipo Is.17 e frr. decorati a macchie).
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"Auctis populi Romani finibus: lo ius proferendi pomerii in età imperiale e il pomerio romuleo di Claudio in Tac. Ann. XII." Studi Classici e Orientali, 2017. http://dx.doi.org/10.12871/978886741791913.

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Corso, Antonio. "Praxitelian Dionysi." EULIMENE, December 31, 2000, 25–53. http://dx.doi.org/10.12681/eul.32682.

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Abstract:
Si percorre l'evoluzione dell'interpretazione statuaria di Dioniso nel Santuario di Dioniso Eleutereo ad Atene, dallo xoanon arcaico del dio alla statua criselefantina di Alcamene, ai tipi Hope, alcamenico, e Sardanapalo, cefisodoteo. Questa tradizione figurativa, e l'Ermete con Dioniso di Cefisodoto il Vecchio, stanno alla base della ridefinizione del dio operata da Prassitele. L'immagine di Dioniso accreditata nelle 'Baccanti' di Euripide ebbe pure un rilevante impatto nelle cultura figurativa tardoclassica. Alla bottega di Prassitele è riconducibile la base di monumento coregico, con Dioniso e due Vittorie, che si trova ad Atene, Museo Archeologico Nazionale, n. 1463. Il Dioniso di Prassitele ricordato da Plinio e descritto da Callistrato può esser riconosciuto, grazie alla descrizione di questi, nel tipo Sambon/Grimani. Il Dioniso d'Elide, pure di Prassitele, è raffigurato su monete di questa città e riconoscibile nel tipo Tauromorfo Vaticano/Albani. L'Ermete con Dioniso di Olimpia è forse un donario degli Elei del 343 A. C. ed è quasi certamente un'opera originale di Prassitele. Ai figli di Prassitele è ascrivibile il Dioniso WoburnAbbey/Castle Howard, rimeditazione del tipo Sambon/Grimani. Il tipo Richelieu/Prado pare dipendere da una variante protoellenistica del tipo Woburn Abbey/Castle Howard, il tipo Jacobsen sembra essere un adattamento dello stesso alla temperie barocca, il tipo Terme pare costituire una rimeditazione del medesimo in chiave Rococo. Il tipo Cirene offre una soluzione tardorepubblicana dello stesso schema compositivo, rispondente all'esigenza eclettica di valorizzare le soluzioni ritenute migliori di Prassitele, Policleto e Lisippo. Il tipo Borghese/Colonna sembra un adattamento del ritmo Woburn Abbey alla predilezione neoattica per ritmi frontali. Il tipo Horti Lamiani/Holkham Hall pare un adattamento del tipo Woburn Abbey alla posizione di quinta architettonica destra di un ambiente. Il tipo Copenhagen/Valentini risponde al bisogno, tipico del classicismo romano, di dare movimento e vita alla creazione statuaria. Altri due Dionisi, che si trovano a Digione e a Cirene, sono variazioni del tipo Jacobsen. La documentazione raccolta dimostra che l'immagine del dio elaborata nella corrente prassitelica divenne quella consueta nella cultura iconografica di età ellenistica e imperiale.
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