Academic literature on the topic 'Aree industriali dismesse'

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Journal articles on the topic "Aree industriali dismesse"

1

Tonin, Stefania, Margherita Turvani, and Anna Alberini. "Bonifica, recupero e valorizzazione delle aree industriali dismesse e contaminate: percezioni e preferenze dei cittadini." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (October 2009): 53–75. http://dx.doi.org/10.3280/rest2009-003003.

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Abstract:
- The aim of this paper is to investigate people's perception and preference for the remediation and reuse of industrial brownfields sites. Other main objectives are to investigate if people know about abandoned and contaminated sites and if they understand the potential beneficial effects deriving from cleanup and reuse of these sites. Moreover we want to understand if people perceive soil and water contamination and if they consider themselves exposed to environmental risks caused by contaminated sites. Do they support remediation and reuse initiatives? What are their preferred reuse options? Method and Results In order to understand people's opinions we have administered a questionnaire to the residents in the surroundings of Venice. The questionnaire was selfadministered by the respondents using computers and we collected 400 questionnaires. Conclusions We find that people are very familiar with the problem of contaminated and abandoned sites and they are mainly worried about the effects of contamination on human health and on the general environment. Furthermore, they strongly support future public reuse programs like green parks, cultural and other recreational facilities. They don't appreciate industrial and other productive reuse alternatives.JEL: Q53, R52, I18
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2

Petrini, Giovanni. "Made in Mage, la scommessa della moda sostenibile per riattivare spazi sottoutilizzati." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 74–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056008.

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Abstract:
Il contributo ragiona sulle opportunitŕ dell'intrecciare domanda di spazi per il settore emergente della moda sostenibile con la grande offerta data dalle aree ed edifici dismessi o sottoutilizzati in Milano ed area metropolitana. L'occasione č il progetto di riuso temporaneo ‘Made in Mage'. Attivazione di un polo della produzione creativa e sostenibile per la valorizzazione del patrimonio industriale degli ex magazzini generali Falck' che ha come obiettivo quello di promuovere e sostenere le realtŕ artigianali e creative legate ai temi della moda e design sostenibile, incentivare il riuso di edifici e spazi vuoti o sottoutilizzati, coniugare nuove attivitŕ produttive con la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale sestese.
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3

Pettenati, Giacomo. "La Bicocca: centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ?" ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Abstract:
Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Coscia, Cristina. "Paesaggi elettrici e nuove economie: valori, patrimoni, responsabilità sociali e management." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 436. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651197.

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Abstract:
A fronte di imponenti operazioni di ristrutturazione industriale -in particolare di ripensamento di tutto il processo economico di produzione dell’energia- che coinvolgono molte aree dell’Occidente (e non solo), una questione emergente è quella dei patrimoni “elettrici” dismessi e della riqualificazione dei contesti su cui sono localizzati. Il percorso della valorizzazione –di fatto consolidato disciplinarmente- per questo comparto offre suggestioni di ricerca e di dibattito con alcuni elementi di innovazione: 1) una reinterpretazione della teoria del valore e delle sue componenti classiche; 2) la sinergia tra interventi architettonici e interventi economici strutturali; 3) l’urgenza di operazioni di censimento, di costruzione di conoscenza attraverso banche dati e nuovi flussi di informazioni; 4) il control management dei processi. Il contributo ha l’intento di ripercorrere lo stato dell’arte sul tema e di rileggerlo alla luce dei nuovi approcci di valorizzazione uniti ad un’ottica ambientale e di economia circolare. Fanno da supporto a tale analisi critica, la lettura di casi nazionali italiani (a partire dalle operazioni condotte da Enel) ed internazionali, dove si stanno già generando esternalità, intangibile e benefici attesi oltre che plusvalori economici.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra, and Marco Pietrosante. "Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano: a remarkable case of territorial branding." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Abstract:
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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6

Modica, Marcello. "Aree industriali dismesse nelle Alpi. Una prima panoramica quantitativa e potenziali implicazioni per lo sviluppo regiona." Revue de géographie alpine, no. 107-1 (April 6, 2019). http://dx.doi.org/10.4000/rga.5298.

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Dissertations / Theses on the topic "Aree industriali dismesse"

1

Falconeri, Andrea Stefano. "L'edificio di elettrolisi dello zinco a Monteponi." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/392.

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Abstract:
In the late seventies and early eighties, the issue of divestment, particularly concerning the areas and industrial buildings, has begun to arouse a strong interest in the scientific world, winning the mid-nineties, the focus of debate and research on the transformations of European urban areas, investing also the issue of economic and environmental regeneration of the area and the city. The words "humble area" and "building discharged" are used to define those spaces and those containers that are not used for the purposes for which they were designed and implemented and that now we can use for purposes entirely different from the original. The rehabilitation of land and buildings resigned allowed in many European and Italian cities, to reshape and redefine large portions of their local system, allowing the initiation of a restructuring of its urban structure and changing its economic base. Actions also give back to communities large portions of territory attacked and exploited, sometimes buildings of great architectural value, allow to return to the city a large margin of flexibility to the new demands of space, and represent a resource and an opportunity for rehabilitation intervention of highly structured urban areas, they represent, ultimately, a key potential economic, social and environmental transformation of urban and metropolitan. The research, which has as object of study the disposal industry, is focused on the definition of a decision support tool to identify the range of possible transformations and compatible uses that could trigger wider processes of development of the urban system and territorial.
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2

MARTELLI, AMALIA. "Sulle condizioni che influenzano la trasformabilità e ostacolano la riqualificazione delle aree industriali dismesse." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917200.

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3

MEDORI, Silvia. "Aree industriali dismesse: quale tema di Architettura? Conservare, Ri-fare, Ri-formare: riprogettare la dismissione industriale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2011. http://hdl.handle.net/11581/401847.

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4

Mancini, Michela. "Architettura Lo-Fi, riqualificazione di aree industriali dismesse il caso "Fabbrichina" a Colle Di Val D'Elsa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’esistenza di ex aree strutture industriali dismesse sul nostro territorio è un fenomeno noto. Quei vuoti problematici per un paese che deve la sua fama all’aspetto unico delle proprie città sono considerati risorsa dai progettisti, che ne apprezzano lo stimolo creativo, dai promotori pubblici o privati, che ne colgono il potenziale strategico e dai cittadini, per i quali questi scheletri racchiudono una memoria. Tuttavia l’esito dei tentativi di riqualificazione risulta variabile: le dimensioni e le criticità che spesso caratterizzano questi siti comportano difficoltà nell’elaborazione di metodi di approccio univoci ed efficaci e rendono incerte le modalità di intervento, la valutazione di tempi, di costi e soprattutto, le prospettive di successo a lungo termine. Da questa indagine nasce l’idea di riqualificazione basata sulla architettura Lo-Fi che permetta di esplorare le potenzialità degli spazi e la loro relazione con il contesto urbano, liberi dalle restrizioni pratiche imposte dalla progettazione del dettaglio. L’architettura a bassa definizione sposta l’attenzione sulle fasi intermedie del processo, sul possibile cambio di necessità o risorse nel tempo e, svuotata dal tentativo di controllo (intrinseco nel concetto di progettazione), si concretizza in uno sviluppo tra gli infiniti possibili, riconoscendo ed evidenziando scenari interessanti diversamente inesplorabili. L’enorme quantità di variabili, inseribili in via ipotetica nel processo, è ridotta dal vincolo di compatibilità con gli strumenti di tipo organizzativo proposti e le molteplici possibilità sono limitate dall’opinione del progettista, regolata da parametri, scelti per rendere comprensibile e quantificabile il ragionamento compiuto.Il modello teorico è accompagnato dal caso di studio “Fabbrichina” di Colle di Val d’Elsa, la cui scelta intenzionale è dovuta alla sua criticità: il duplice abbandono di due esempi di archeologia industriale ed in seguito del cantiere di riqualificazione stesso.
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5

CORSARO, Emilio. "DISMISSIONE: DA ANOMALIA A REGOLA. Caratteri, criticita' e ruoli delle aree industriali dismesse per Adriapolis: teoria per una agenda strategica di indirizzo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2010. http://hdl.handle.net/11581/401780.

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Abstract:
The present doctoral dissertation introduces a less auto-centred approach in the recovery of brownfield sites in the medium-Adriatic area which is rooted in a reading of contextual peculiarities and a taxonomic analysis of their main features. The analytical step is given by the epistemological assessment of the Italian expression ‘dismissione' firstly as anomaly and, secondly, as a rule (i.e. measure) for leading transformative processes of the Adriatic City. In this line, a double taxonomy has been developed: the first one identifies the main features of the Medium-Adriatic territory and classifies it according to five categories; the second taxonomy focuses on the relationships connecting brownfield sites and the specific territories in which they are embedded. The reading of the local and contextual data has lead to the identification of new possible roles, synergies and strategies for the territory. In contrast to those projects in which the recovery of brownfield sites has been very often limited to a ‘formalistic exercise', where architecture was simply aiming at reshaping the form of the space, this doctoral dissertation shows that architecture can be a ‘generator of meaning' for a context. Brownfield sites can be interpreted as the primary fixed capital of those territories in which they are embedded: one of the main determinant keys for defining new lines of development. Within this framework, the mechanism through which a urban narrative is constructed is presented as a powerful tool for rethinking cities' histories; at the same time, the adaptive design process is introduced as a sustainable approach in the recovery of brownfield sites in the medium-Adriatic region. In order to stress the potentialities of this approach, the adaptive design process is analysed by decomposing it into its main phases of elaboration. In this respect, the charrette is presented as a particular codified case of adaptive design process. The use of this approach for brownfield sites is discussed drawing from an operative experience of the author in the Westerholt charette directed by landscape architect Prof. Peter Latz (Technische Universita'¤t Ma'¼nchen).
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6

BUONOCORE, FRANCESCA. "La rigenerazione urbana alla prova della governance multi-livello." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/35024.

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Abstract:
La tesi approfondisce il concetto di governance multilivello, applicandolo in maniera originale all’analisi di processi decisionali relativi alle politiche urbane. Il carattere multi-scalare e multi-attore di tale prospettiva ha consentito di esplorare il ruolo svolto nelle politiche locali da attori sia pubblici che privati, sia collettivi che individuali posti a diverse scale geografiche, evidenziando così le connessioni tra il contesto locale e quello nazionale ed europeo e il modo in cui i governi e gli attori locali attivano e usufruiscono di reti verticali e della struttura di opportunità politiche offerte dai cambiamenti degli equilibri nei rapporti fra i diversi livelli di governo. Il lavoro di ricerca è stato quindi volto ad analizzare il modo in cui si strutturano i processi decisionali nel contesto urbano verificando se esiste uno spostamento da modelli di government a modelli di governance nella programmazione ed attuazione di politiche di carattere prevalentemente locale come le politiche urbanistiche e in particolare nei processi di rigenerazione urbana di aree industriali dismesse. La ricerca si è avvalsa dell’analisi dei processi decisionali relativi alle trasformazioni dell’area ex Breda Siderurgica a Sesto San Giovanni e dell’area Ex Federconsorzi a Bagnoli, quartiere industriale nell’area occidentale di Napoli. L’esito positivo delle due trasformazioni, dal punto di vista della realizzazione del progetto, ha permesso di cogliere con maggiore chiarezza le logiche di azione dei vari attori all’interno del processo decisionale e di indagare gli aspetti formali e informali delle relazioni intercorse fra i vari attori, le linee lungo le quali si sono articolate alleanze e contrapposizioni, il consolidamento e il declino della posizione dei diversi attori, le risorse economiche e relazionali che sono state utilizzate, le modalità di affermazione di una determinata agenda politica rispetto alle alternative in campo, il dibattito urbanistico e politico. La presenza di processi di governance è stata messa in relazione all’ampliamento del numero e della tipologia degli attori coinvolti, al ridimensionamento del ruolo del governo locale e ad un’accentuazione di caratteri di entrepreneurialism, la presenza di relazioni fondate su un modello di interazione negoziale, stabilità e formalizzazione delle reti. Sulla base di questi elementi è stata osservata l’assenza di una tendenza univoca verso processi di governance che è stata messa in relazione ai caratteri dei contesti locali in cui le due aree sono inserite.
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7

Sazzini, Jacopo, and Blerta Koci. "La città europea come modello. Progetto per l'area della stazione di Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Qual’ è il volto della città di domani? Può la città compatta essere antidoto al consumo di territorio e alla dispersione degli insediamenti? Questi sono i quesiti che accompagnano l’intero lavoro di ricerca condotto all’interno del percorso di tesi. Percorso che ritiene l’analisi del fenomeno urbano momento conoscitivo obbligato e fondamentale a fini progettuali. In questo senso è stato condotto un ampio lavoro di ricerca articolato su due livelli: l’analisi della città di Rimini dal punto di vista urbanistico, culturale, e sociale; e, parallelamente, un’indagine sul tema della città europea e della propria cellula costitutiva: l’isolato urbano. Il tema è sviluppato attraverso l’analisi dei passaggi fondamentali che hanno portato alla definizione del fenomeno urbano contemporaneo, con particolare attenzione al passaggio tra il modello della città industriale del XIX e la concezione Moderna di urbanistica. Ulteriore articolazione del lavoro è rappresentata da una sezione di analisi delle proposte progettuali contemporanee che rileggono, e, reinterpretano l’isolato urbano. Il tema di ricerca è declinato inoltre, a livello progettuale, all’interno dell’area della stazione di Rimini, liberata attraverso la dismissione di strutture inutilizzate appartenenti a Ferrovie dello Stato. Il progetto a scala urbana prevede l’elaborazione di linee guida verificate attraverso la composizione di un Masterplan ed un successivo approfondimento a scala architettonica dei comparti residenziali. Il progetto riflette sul delicato equilibro tra spazi aperti e chiusi, tra sfera pubblica e privata, proponendo un nuovo sistema di residenze in grado di dialogare con la città e, allo stesso tempo, assolvere ai bisogni spaziali della società contemporanea. Obiettivo che si intende raggiungere non dimenticando gli aspetti di sostenibilità dell’intervento, in ambito ecologico, economico e sociale.
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8

MATERAZZI, GIULIA. "Metodologie per la riqualificazione e la valorizzazione delle aree industriali dismesse. Un sistema di indicatori a sostegno dell'analisi." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/918309.

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Books on the topic "Aree industriali dismesse"

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Se i vuoti si riempiono: Aree industriali dismesse, temi e ricerche. Firenze: Alinea, 2001.

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2

Antoniadis, Stefanos, Luigi Stendardo, and Luigi Siviero. Progettare tra i relitti: Cinque scenari per cinque aree industriali dismesse. Padova: Il poligrafo, 2020.

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3

Sul recupero delle aree industriali dismesse: Tecnologie, materiali, impianti ecosostenibili e innovativi. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy]: Maggioli, 2012.

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4

Spaziante, Agata, and Angelica Ciocchetti. La riconversione delle aree dismesse: La valutazione, i risultati. Milano: F. Angeli, 2006.

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Barosio, Michela. L'impronta industriale: Analisi della forma urbana e progetto di trasformazione delle aree produttive dismesse. Milano: FrancoAngeli, 2009.

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Imbesi, Paola Nicoletta. Il riqualificar facendo e le aree dismesse: Il senso di un'esperienza di progettazione partecipata. Roma: Gangemi, 2012.

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