Academic literature on the topic 'Arte e architettura'

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Journal articles on the topic "Arte e architettura"

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Souza, Maria Luiza Zanatta de. "repercussão na arquitetura e nas artes do Tratado das Ordens de Iacomo Barozzi da Vignola (1562)." Risco Revista de Pesquisa em Arquitetura e Urbanismo (Online) 19 (July 28, 2021): 62–79. http://dx.doi.org/10.11606/1984-4506.risco.2021.166889.

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Abstract:
Após passar por uma etapa de estudo e levantamentos dos vetustos monumentos romanos, acompanhando leituras e discussões teórico-artísticas promovidas pela Accademia della Virtú (c.1542) em Roma, Iacomo Barozzi da Vignola redigiu duas obras que permitem situá-lo entre os importantes teóricos do período. A exemplo de Sebastiano Serlio (1475-1554) e Guillaume Philandrier (1505-1563) que partiram do estudo do De Architettura de Vitrúvio (I séc. a. C.) e da observação das ruinas para compor os seus tratados, Barozzi deu sua contribuição à Teoria das Ordens com seu Regole delli Cinque ordine d’ Architettura, 1562. Diferentes estudos sobre as raízes da Arte têm levado àcompreensão de o Brasil não esteve alheio à difusão do Livro de Figuras de Vignola.
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Guidarini, Stefano. "Progetto e ricerca." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095001.

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Abstract:
Qui si riprende una riflessione, che è in corso nelle Scuole di Architettura italiane all'interno delle discipline della progettazione, con l'obiettivo di fare il punto sul progetto come strumento di conoscenza e come prodotto di ricerca scientifica, senza dimenticare la doppia natura dell'architettura da sempre divisa tra scienza e arte, tra sapere tecnico-scientifico e cultura umanistica, tra necessità pratiche (stabilità, funzionalità, durata, sicurezza, economia) e aspirazioni che si rivolgono a soddisfare necessità umane più ampie e sfumate (utilità, bellezza, figuratività e rappresentatività, comodità, riconoscibilità, creatività).
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Francis Ghirardo, Diane Yvonne. "Il marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento: Architettura, città, committenti. Silvia Beltramo. I libri di Viella Arte; Studi lombardi 8. Rome: Viella, 2015. xii + 576 pp. €60." Renaissance Quarterly 70, no. 2 (2017): 660–62. http://dx.doi.org/10.1086/693200.

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Piva, Antonio. "Architettura, politica, progetto." TERRITORIO, no. 55 (January 2011): 55–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-055009.

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Pedemonte, Orietta. "Architettura e Matematica: Metodi analitici, metodi geometrici e rappresentazione in architettura." Nexus Network Journal 2, no. 1-2 (June 2000): 208–10. http://dx.doi.org/10.1007/s00004-999-0032-6.

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Clarke, Georgia. "Vitruvian Paradigms." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 319–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002191.

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Abstract:
PARADIGMI VITRUVIANIQuesto articolo esamina la diffusione e la conoscenza del De archittctura di Vitruvio in Italia nel quindicesimo secolo e dimostra come l'interesse verso di esso sia aumentato nel corso del secolo, come attestato dal numero di copie di manoscritti realizzato dalla metà del secolo in poi, dall'influenza vitruviana sulla scrittura e la traduzione di altri trattati di architettura, e dalla stampa del De architettura nel 1487/8. Questo tipo di attenzione va messo in relazione con il contemporaneo interesse nei confronti dell'architettura da parte di mecenati, studiosi ed architetti. Nei primi decenni del sedicesimo secolo, Vitruvio occupava di già una posizione centrale in rapporto alla teoria architettonica tanto che fu prodotta nel corso del secolo tutta una serie di edizioni del testo. In alcuni testi, ma sopratutto nella pubblicazione sull'architettura del 1537 di Sebastiano Serlio, gli ordini vennero enfatizzati come la parte più importante dell'architettura e a Vitruvio fu concessa la massima autorità. In seguito, riferimenti a Vitruvio furono usati per giustificare teorie che dipendevano sia dalle idee e formulazioni del sedicesimo secolo che dal De architettura stesso.
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Ferlenga, Alberto, and Fernanda De Maio. "Indistruttibili architetture illuminano le cittŕ: arte, energia, nuovi parchi tra bunker e caserme." TERRITORIO, no. 62 (September 2012): 54–57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062010.

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Abstract:
Military areas and establishments are interesting spaces for contemporary towns and cities. For example they store memories which have now been lost in the urban structure, like walls or gates, or a sense of secrecy and emptiness increased by their inaccessibility. As soon as the availability of these places starts to manifest as a concrete opportunity for redevelopment, problems of different types arise. This paper addresses important aspects of design and proposes a series of examples and references to the European context.
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Trabattoni, Luca, Carlo Berizzi, Alessio Battistella, and Sonia Luisi. "Le tecnologie appropriate nell'architettura d'emergenza." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 139–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093021.

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Abstract:
Negli ultimi decenni molti studi di architettura che operano in contesti di crisi umanitaria secondo l'approccio delle ‘tecnologie appropriate' stanno provando a sviluppare soluzioni alternative al progetto d'emergenza: partendo da una attenta riflessione su tecnologia e materiali, non solo ricercano soluzioni efficienti e sostenibili ma anche un'estetica e un linguaggio capaci di trarre linfa vitale dalla specificità dei luoghi. Attraverso l'analisi dell'approccio progettuale di ARCò - architettura & cooperazione, studio di Milano che opera da più di dieci anni in contesti di guerra e povertà, si intende riflettere sulle tematiche specifiche dell'architettura d'emergenza: la sostenibilità, la ricerca formale, il linguaggio e la comunicazione sono i campi entro cui si ricercano risposte adeguate, sia tecnologiche sia progettuali.
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Fontanella, Elena. "Figure dell'ibridazione. La dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 106–14. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056018.

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Abstract:
Al fine di comprendere in che termini si possa parlare di ibridazione nel campo architettonico, in ‘Figure dell'ibridazione: la dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano' si ripercorrono casi studio, appartenenti a diversi tempi e contesti, nei quali si evidenzia la compresenza di diverse categorie spaziali, di caratteri tipologici e livelli tecnologici, come il risultato di un'operazione assimilabile a quella dell'ibridazione, per come questa viene definita in ambito scientifico. Si riconosce all'ibrido la capacitŕ di conciliare gli opposti, di integrarli in un risultato arricchito proprio dalla dialettica tra condizioni antitetiche, e, attraverso una selezione di riferimenti alla cultura di progetto, si ragiona sulle coppie dialettiche individuate: sull'ibridazione di spazio aperto ed edificato, pubblico e privato, sulla mixité funzionale in opposizione alla separazione e alla specializzazione delle funzioni, sul rapporto tra architettura e natura e infine su quello tra architettura e scultura.
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Coppetti, Barbara. "Architettura e paesaggio tra prossimità e distanza." TERRITORIO, no. 63 (December 2012): 91–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-063018.

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Abstract:
The paper starts from the idea of the architectural nature of the landscape with the intention or revealing the figurative quality of mediocre contemporary landscapes, in relation to the search for meaning which design must confer on specific and close places. It is possible through architecture, even in a rarefied urban context, to research and propose new dynamic and changeable rules for urban planning. The scenarios proposed for the use of public land at Tor Bella Monaca are intended to highlight the relationship between the dimensions of architecture and those of the landscape: by reconsidering the density of the gap between Tor Bella Monaca and Torre Angela along the western edge; by designing new transverse areas to connect the neighbourhood internally; by working on the dialogue between the open courtyards along the eastern edge and the landscape of the Agro Romano countryside which runs into it.
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More sources

Dissertations / Theses on the topic "Arte e architettura"

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Bonini, Gianluca <1967&gt. "Contaminazioni tra arte e architettura." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4979/.

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Abstract:
Il concetto di contaminazione fra architettura ed arti plastiche e figurative è molto antico. La dicotomia arte-architettura, sancita in via definitiva con il moderno museo di spoliazione napoleonica, non può che essere considerata una variazione neo-tecnicista sulla quale, non sempre giustamente, sono andati assestandosi gli insegnamenti delle scuole politecniche. Non così è sempre stato. Come il tempio greco può essere considerato un’opera plastica nel suo complesso, esempio tra i primi di fusione tra arte e architettura, moltissimi sono gli esempi che hanno guidato la direzione della ricerca che si è intesa perseguire. Molti sono gli esempi del passato che ci presentano figure di architetto-artista: un esempio fra tutti Michelangelo Buonarroti; come per altro non è nuovo, per l’artista puro, cimentarsi nella progettazione dello spazio architettonico o urbano, o per l'architetto essere coinvolto dalle indagini della ricerca artistica a lui contemporanea dalla quale trarre suggestioni culturali. Le rappresentazioni dei linguaggi visivi sono il frutto di contaminazioni che avvengono su diversi livelli e in più direzioni. Spesso le ricerche artistiche più significative hanno anticipato o influenzato il mondo del design, dell’architettura, della comunicazione. L’intenzione della ricerca è stata quindi approfondire, attraverso un viaggio nel Novecento, con particolare attenzione al Secondo Dopoguerra, i fenomeni culturali che hanno prodotto i più significativi sviluppi stilistici nell’ambito della ricerca e del rinnovo del linguaggio architettonico. Il compito, parafrasando Leonardo Benevolo, non è stato quello di elencare le singole battute della discussione ma di riconoscere gli interventi fruttuosi a lunga scadenza. Mutuando gli insegnamenti della scuola del Bauhaus, arte e architettura sono state affiancate perché considerate espressioni strettamente relazionate di coevi fenomeni culturali. L’obiettivo ha puntato all’individuazione dei meccanismi delle interazioni tra discipline, cercando di delineare il profilo della complessità dell’espressione del contemporaneo in architettura.
The concept of contamination between visual and figurative arts and architecture is very old. The dichotomy of art and architecture, sanctioned definitively with the modern museum of Napoleonic looting, can only be considered a variation on the neo-technicism who, not always rightly, have been settling the teachings of the polytechnics. It has not be the same during the time. As the greek temple can be seen as a plastic work as a whole, as one of the first fusion between art and architecture, many are the examples that have guided the direction of the pursued research. There are many example from the past which introduce the figure of artist-architect: an exemple of all Michelangelo Buonarroti; is not unusual, for pure artist, to engage in the design of architectural or urban space, as well as, for architect to be involved by the investigation of his own contemporary artistic research and to draw inspiration from it. The representation of visual languages are the result of contaminations occurring at different levels from different directions. Often the most significant artists research have put forward and influenced the world of design, architecture, or communication. Therefore the inner intention of the research was to deepen, through a travel into the twentieth century, with particular attention to the Second World War period, the cultural phenomena which produced the most significant stylistic developments in research and the renewal of architectural language. The task, paraphrasing Leonardo Benevolo, was not to list individual steps of the discussion but to identify that contributions which follow active development. Starting from Bauhaus school lesson, art and architecture have been joined because considered closely related expressions of contemporary cultural phenomena. The target was to identify mechanisms and interactions between disciplines, trying to delineate the complex profile of contemporary architecture.
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Ori, Eva <1982&gt. "Enrico Prampolini tra arte e architettura. Teorie, progetti e Arte Polimaterica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6275/.

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Abstract:
Obiettivo principale della ricerca è quello di aggiungere un tassello mancante, attraverso una nuova chiave di lettura, alla complessa attività artistico-teorica dell’artista futurista Enrico Prampolini (1894-1956). Questa tesi, oltre a riordinare e raccogliere tutto ciò che riguarda l’architettura e il rapporto di quest’ultima con le arti nell'opera di Prampolini, coglie l’occasione per puntualizzarne aspetti ancora poco esplorati, grazie anche all'analisi inedita dei documenti originali dell'artista conservati presso il CRDAV del Museo d’arte contemporanea di Roma. Partendo dall'analisi dei rapporti dell’artista modenese con le avanguardie straniere, la ricerca prosegue con la presa in esame dei manifesti, degli scritti e degli articoli noti e inediti legati alla teoria architettonica nella produzione dell’artista modenese. Il nucleo centrale della ricerca è costituito dagli elementi inediti emersi presso l’Archivio Prampolini consistenti in relazioni di progetti architettonici per un Piano urbanistico del Centro Alberghiero di Castel Fusano (1938) e per due alberghi nel centro di Roma (1938-1939). La seconda parte della ricerca si concentra sull'analisi del rapporto tra arte e architettura nel Futurismo e sul fondamentale contributo dato in tal senso da Prampolini, in particolare attraverso la “plastica murale”, come completamento dell’architettura futurista e fascista e la concezione dell’Arte Polimaterica. Nell'ultima parte della ricerca si affronta infine l'analisi del rapporto tra arte e architettura gestito in ambito istituzionale in Italia tra le due guerre, con l’emanazione, nel 1942, della legge detta “del 2%”. Aspetto finora inedito delle vicende legate alla “legge del 2%” è l'emergere del ruolo centrale di Prampolini nel contribuire al dibattito che portò alla sua approvazione, e non secondariamente nella ricerca di migliori condizioni economiche e maggiori occasioni di lavoro per gli artisti. La figura di Enrico Prampolini emerge dunque, da questa ricerca, come un nodo fondamentale per comprendere alcuni degli aspetti ancora inesplorati della cultura artistico-architettonica italiana degli anni Venti-Quaranta.
The main objective of this research is to add a missing piece, through a new interpretation, to the artistic and theoretical activity of the futurist Enrico Prampolini (1894-1956). This thesis , wants collect everything related to architecture and the relationship of the latter with the arts in the work of Prampolini and takes the opportunity to point out this aspects still poorly explored, thanks also to the analysis of unpublished documents’ artist kept at the CRDAV of the MACRO. The core of the research consists in the new elements emerged at the Prampolini Archives consisting in a descriptive reports of architectural plans for a development of the Centre of Hospitality of Castel Fusano (1938) and two hotels in the center of Rome (1938-1939). The second part of the research focuses on the analysis of the relationship between art and architecture in Futurism and the fundamental contribution in this direction by Prampolini, particularly through the "plastica murale" as completion of Futurist and Fascist architecture and the conception of the Polymaterials Art. In the last part of the research we deal with the analysis of the relationship between art and architecture managed in Italy in the institutional context, between the two Wars, with the enactment, in 1942, of the law known as the "2%". Appearance of until now unpublished events related to the "law of 2%" is the emergence of the central role of Prampolini in contributing to the debate that led to its approval, and not secondarily for search of better economic conditions and more job opportunities for artists. The figure of Enrico Prampolini therefore emerges from this research as a crucial question to understand some of the unexplored aspects of the Italian architectural and artistic culture of the Twenties-Forties.
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Misirolli, Michela. "Arte e architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1288/.

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Abstract:
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Lazzarini, Giulia. "Arte e Architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1287/.

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Abstract:
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Serrau, Andrea. "Arte e architettura : progetti di restauro e valorizzazione delle pitture murali a Rimini tra XIII e XIV secolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1284/.

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Abstract:
Il progetto di percorso urbano ‘S’intende per restauro qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare’ (G.Carbonara) Celate all’interno di edifici privati, ritrovate quasi sempre fortuitamente, ai più sconosciute, le pitture murali del Trecento riminese necessitano un processo di valorizzazione. Si tratta di portarle alla luce una seconda volta creando un percorso di riscoperta di queste opere nascoste, di cui raramente si è più sentito parlare dopo il clamore sollevato dalla mostra del 1935 organizzata da Brandi. Si parla quindi di un percorso conoscitivo. Un percorso urbano che tocchi i luoghi dove queste sono ancora conservate: l’antica chiesa di San Michelino in foro (oggi divisa tra più proprietari privati), la chiesa di Sant’Agostino, la cappella del campanile della chiesa di Santa Maria in Corte, la cappella del Crocifisso in San Nicolò al porto. Le chiese costituiranno le tappe di un percorso che si articolerà attraverso le strade medievali della città. Si verrà a creare quindi un percorso non solo alla scoperta delle pitture murali del XIII e XIV secolo, ma alla scoperta della Rimini del Trecento, delle sue vie, del suo sviluppo urbano. Si affronterà il problema del restauro delle pitture murali, ma sempre preoccupandosi della buona conservazione e del mantenimento del monumento nel suo insieme. Pittura murale e architettura sono, come sostiene Philippot, inscindibili: trattando una pittura murale, il restauratore tratta sempre e solo una parte di un insieme più vasto, che costituisce il tutto al quale egli si dovrà riferire, tanto dal punto di vista estetico e storico, quanto dal punto di vista tecnico . Per ogni chiesa si prevederà quindi, oltre al progetto di restauro della pittura, anche un progetto di fruizione dello spazio architettonico e di riconfigurazione dello stesso, quando necessario, ragionando caso per caso. Si è deciso di porre come origine del percorso l’antica chiesa di San Michelino. La motivazione di questa scelta risiede nel fatto che in questo edificio si è individuato il luogo adatto ad ospitare uno spazio espositivo dove raccontare la Rimini del Trecento. Uno spazio espositivo al servizio della città, con la progettazione del quale si cercherà di restituire unità agli ambienti dell’antica chiesa, oggi così frazionati tra troppi proprietari. Da San Michelino si continuerà verso la chiesa di Sant’Agostino, dove si trovano affreschi del Trecento riminese già molto noti e studiati. Ciò che si rende necessario in questo caso è la riconfigurazione architettonica e spaziale degli affreschi della parte bassa della cappella del campanile, staccati e trasferiti su pannelli negli anni ’70, oltre alla previsione di un sistema di monitoraggio degli affreschi stessi. La terza tappa del percorso sarà la chiesa di Santa Maria in Corte. Il ciclo di affreschi si trova all’interno della cappella del campanile, oggi chiusa al pubblico ed esclusa dallo spazio della chiesa dopo gli interventi barocchi. Abbiamo quindi pensato di proporre una soluzione che permetta una più agevole fruizione della cappella, progettando un’illuminazione e un percorso d’accesso adeguati. Più complesso è il caso di San Nicolò al porto, individuata come ultima tappa del percorso. Si tratta in questo caso della riconfigurazione di un intero isolato, che nel tempo ha perso totalmente il suo significato urbano riducendosi ad una sorta di spartitraffico. Qui si rendeva necessaria inoltre la progettazione di una nuova chiesa, presentando quella attuale seri problemi statici.
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Copelli, Alessia. "Il ritrovamento delle origini: l'architettura rurale della bassa reggiana. Un progetto per la "casa rossa" di Claudio Parmiggiani." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15344/.

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Abstract:
Il lavoro affronta il tema del rapporto tra architettura e campagna, e propone come soluzione un intervento che riesca ad inserire un’architettura contemporanea all’interno del mondo rurale. La campagna copre la maggior parte del suolo mondiale ed è quindi essenziale studiare e comprendere i suoi mutamenti, e trovare una maniera per intervenirvi. Lo studio svolto si concentra sul patrimonio rurale della bassa pianura reggiana, considerato paradigmatico di un lavoro che potrebbe essere svolto per molte altre zone agresti. Sono state ricercate l’immagine e la composizione della campagna emiliana, del paesaggio e delle architetture che la abitano, le corti rurali. Si è inoltre indagata l’opera dell’artista contemporaneo Claudio Parmiggiani, originario delle stesse zone, la cui poetica è profondamente radicata nelle origini, per trovare la relazione tra arte, architettura e campagna. Il progetto nasce quindi dalla rilettura critica di regole e principi compositivi precedentemente estrapolati, per arrivare ad un intervento contemporaneo, che si integra nel contesto senza sconvolgerlo e rispettandolo, con un linguaggio puro e minimale ma efficacie.
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Parlapiano, Antonella. "Il palazzo del Podestà in Bologna: restauro e valorizzazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La presente tesi si propone un duplice obiettivo: rendere omaggio alla grandezza di un’opera così prestigiosa, riportando nella sua legittima dimora gli affreschi che ne adornavano il grande Salone, e farla dialogare con le più recenti problematiche legate alla fruizione e accessibilità, nel pieno rispetto di quella che è sempre stata la sua indole, tra glorioso passato e futuro ambizioso. Il primo argomento trattato è la naturale conseguenza di una ampia ricerca condotta sul complesso formato dal Palazzo del Podestà, di Re Enzo e del Capitano. Il primo, grande edificio votato alle assemblee cittadine e all’amministrazione della giustizia, è stato privato, ingiustamente, della sua veste più preziosa, delle rappresentazioni delicate e vibranti delle sue vicende più importanti e dei suoi uomini più illustri. Un’amministrazione poco ponderata e attenta all’universo dell’arte ha strappato il suo decoro al Salotto di Bologna per antonomasia, lasciando dietro di se’ un soffitto spoglio, un capolavoro mutilato. Quello che si intende operare è un’attenta analisi della decorazione, della sua storia, delle sue tecniche e della sua decaduta, affinché, come un mitologico eroe, questa possa tornare dal mondo dell’oblio, facendo mostra di sé in quella che è sempre stata la sua casa, vittoriosa su un tempo che le è stato troppo a lungo avverso. In secondo luogo, un ciclo decorativo-narrativo di tale levatura merita non solo un posto dove alloggiare, ma anche un pubblico. Si apre così la vasta tematica riguardante l’accessibilità, legata a problematiche e variabili sempre attuali, cui ci si approccia in senso architettonico, normativo, bibliografico, con il fine di trasformare la difficoltà in possibilità. Solo così l’operazione di restauro può considerarsi davvero completa: la cultura e l’arte non sono più solo appannaggio di pochi “eletti”, ma beni irrinunciabili tenuti in vita dalla divulgazione.
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Gustinelli, Gregorio. "Pieve del vescovo - riqualificazione strutturale, artistica e sociale di una residenza fortificata." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12302/.

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Abstract:
L'elaborato analizza due interventi di restauro strutturale necessari alla completa fruizione del Castello di Pieve del Vescovo, un'antica residenza vescovile fortificata nel comune di Corciano (PG). Gli interventi riguardano il ripristino delle coperture in due parti significative del castello e il consolidamento della volta superiore alla Chiesa di San Giovanni, fulcro del complesso fortificato. Dal momento che il complesso ospita i corsi di formazione della Scuola Edile di Perugia, lo studio propone anche un'estensione del progetto di restauro, al fine di garantire sia il regolare svolgimento dei corsi, sia il completamento degli interventi di recupero di cui la struttura necessita.
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Guess, Alice C. "The machines of Francesco Di Giorgio : demonstrations of the world." Thesis, McGill University, 1998. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=21340.

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Abstract:
This thesis is an exploration of the chapters of Francesco Di Giorgio's Trattati di Architettura, Ingegneria e Arte Militare, that pertain to mechanical devices. While it is difficult to imagine actually constructing Di Giorgio's machines from the drawings and descriptions in his treatises, given their apparent inefficiencies and ambiguities, the Aristotelean science and philosophy referenced throughout the Trattati provides a basis for looking at them as demonstrations of concepts beyond their immediate applications for architecture and engineering. By considering these devices in Di Giorgio's own terms, terms suggested by his own experiences, as well as his writings and paintings, strong associations can be made to the science, philosophy and the theology of his time.
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Vacirca, Silvia <1981&gt. "Stanley Kubrick: architetture dello spazio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3058/.

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Books on the topic "Arte e architettura"

1

Antonella, Guzzon, ed. Cadore: Architettura & arte. [Maserà di Padova]: Tamari montagna, 2008.

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Guzzon, Maria Silvia. Cadore: Architettura & arte. [Maserà di Padova]: Tamari montagna, 2008.

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Giannessi, Barbara. Valdinievole: Storia, arte, architettura. Firenze: Octavo, Franco Cantini editore, 1997.

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4

XXI Secolo (1994 Silvi Marina, Italy). XXI Secolo: Arte e architettura. Paliano: Zerynthia, 1995.

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Bottero, Maria. Frederick Kiesler: Arte, architettura, ambiente. Milano: Electa, 1996.

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6

Arte e architettura in Lombardia. Bergamo: Grafica & arte, 2004.

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Teresa, Donati Maria, ed. Lombardia medievale: Arte e architettura. Milano: Skira, 2002.

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8

Lodola, Paola. Arte e architettura a Milano. Bergamo [Italy]: Grafica & arte, 2006.

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9

Bertelli, Carlo. Lombardia medievale: Arte e architettura. Milano: Skira, 2002.

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10

Angelini, Laura. Montecarlo: Arte, architettura, storia, cultura. Firenze: Medicea, 2002.

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Book chapters on the topic "Arte e architettura"

1

Pérez-Gómez, Alberto. "Stato d’animo e significato in architettura." In La mente in architettura, 213–29. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.13.

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Abstract:
Explores the role of mood and meaning in architectural experience via the German no-tion of stimmung, relating to the central questions of temperance and harmony in music and architecture. Motor resonance and attunement are under-acknowledged ways that architecture shapes experience. Pedagogical skills that acknowledge the complexity of an embodied and situated consciousness, emphasising qualitative, experiential and em-bodied approaches.
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2

Mallgrave, Harry Francis. "“Conosci te stesso”: o quello che i progettisti possono imparare dalle scienze biologiche contemporanee." In La mente in architettura, 16–37. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.03.

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Abstract:
Wherein resides the ‘art’ in the ‘art of building’? Throughout history, architects have generally viewed their field as a craft informed by the human body, a creative sense of play, and technical science. Theory in the second half of the 20 th century departed from this direction by reducing art to the visual and semiotic understanding of form. The remarkable discoveries of the biological sciences in recent decades have opened an entirely new perspective for designers, based on our profound insights into human soci-ality, empathy, emotion, mirror systems, and design’s inherent powers of “tactility and kinesis.” The dictum “know thyself,” once inscribed in stone at the entrance of the Temple of Apollo at Delphi, in many ways holds the key to locating the missing ‘art’ of design.
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3

Arbib, Michael. "Verso le neuroscienze del processo progettuale." In La mente in architettura, 78–101. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.06.

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Abstract:
Introduces some key notions of cognitive (neuro)science including mirror neurons and perceptual and motor schemas. Much important processing may be subconscious. Af-fordances link multi-modal perception and action. Three linkages of architecture and neuroscience are noted: neuroscience of experience; neuroscience of design; and neuro-morphic architecture, “brains” for buildings. Examples are offered from Zumthor’s Therme at Vals (linking memory and imagination) and a case study of group creativity in choreography (illustrating four-dimensional planning).
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4

Pallasmaa, Juhani. "Corpo, mente e immaginazione: l’essenza mentale dell’architettura." In La mente in architettura, 57–77. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.05.

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Abstract:
In our culture, dominated by shallow rationality and reliance on the empirical, measur-able and demonstrable, the embodied, experiential and mental dimensions of design are supressed. Yet, there is an interest in the possibilities of neuroscience to reveal the roles of space, form, materiality, memory and imagery in our sensory experiences and mind. Neuroscience supports the mental objectives in design, which are in danger of being eliminated in the crudely rationalized, quantified and functionalized processes of de-sign. The task of architecture extends beyond its utilitarian purposes to the existential and mental sphere. Articulating lived existential space, architecture constitutes our sys-tem of externalized order, hierarchy, memory and meaning. Neuroscience will reveal how the external and internal, material and mental, utilitarian and poetic dimensions constitute an integrated existential experience. The interest in the mental dimensions of architecture will confirm the significance of intuition, empathy and imagination.
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Robinson, Sarah. "Corpi annidati." In La mente in architettura, 139–58. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.09.

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Abstract:
We are bodies start from other bodies. Yet, we rarely consider how our bodies extend into our surroundings. Discusses our body schema, peripersonal and extra personal space. Considers buildings as extensions of our bodies and minds and develops the con-cept of nested bodies that engage the senses, spatial cognition and a sense of place, audi-tory system and acoustic architecture, the haptic system and texture, tasting, smelling and the imagination, visual perception and chronobiology, atmospheric space.
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6

Gallese, Vittorio, and Alessandro Gattara. "Simulazione incarnata, estetica e architettura: un approccio estetico sperimentale." In La mente in architettura, 160–75. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-286-7.10.

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Abstract:
This chapter, written by a cognitive neuroscientist and an architect, endeavors to suggest why and how cognitive neuroscience should investigate our relationship with aesthetics and architecture—framing this empirical approach as experimental aesthetics. The term experimental aesthetics specifically refers to the scientific investigation of the brain-body physiological correlates of the aesthetic experience of particular human symbolic expressions, such as works of art and architecture. The notion “aesthetics” is used here mainly in its bodily connotation, as it refers to the sensorimotor and affective aspects of our experience of these particular perceptual objects.
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7

Cristallini, Elisabetta. "Zevi e il dialogo tra arte e architettura negli anni Cinquanta." In Bruno Zevi e la didattica dell’architettura, 175–86. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvsf1p1z.19.

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Bevilacqua, Livia, and Giovanni Gasbarri. "Percorsi di architettura armena a Roma Le missioni di studio e la mostra fotografica del 1968 tra premesse critiche e prospettive di ricerca." In Eurasiatica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-469-1/003.

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Abstract:
In 1966 a team of Italian scholars coordinated by Géza de Francovich inaugurated a series of study trips to the historic regions of Armenia, with the aim of collecting extensive photographic documentation of medieval churches and monasteries. The first result of these study trips was the photographic exhibition Architettura medievale armena (Rome, June-July 1968), a pioneering event that helped in spreading knowledge of Armenian art and architecture among a broader public in Italy and that became a springboard for new research projects in the eastern Mediterranean territories. This paper provides a critical reconstruction of the context and circumstances that led to the organisation of this exhibition.
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Conference papers on the topic "Arte e architettura"

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Arena, Marinella, and Paola Raffa. "Architetture difensive nelle valli dello Ziz e del Todhra in Marocco." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11385.

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Abstract:
Defensive architecture in the Ziz and Todhra valleys in MoroccoThe earthen architecture of the Todhra and Ziz Valleys in Southern Morocco takes us back to the basic and archetypal forms of building in the Mediterranean. Architectural typology and language together form a cultural background that is strongly rooted in the territory and its inhabitants: the Berbers. The architectures, fragile and in constant decay, represent a treatise of living architecture in which the shapes, proportions and decorations are repeated over time with continuity.This research tries to verify, with data coming from direct and instrumental surveys, the quality and diffusion of the architectures that dot the valleys of the Todhra and the Ziz which, at same time, host the population and defend the most precious asset: water. Along the valleys, united by the same language, we find: igherm, fortified citadels; tighremt, fortress houses.
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2

Ficarelli, Loredana, and Valentina Vacca. "Torri difensive e territori fluviali: architetture d’acque nel bacino del fiume Zhujiang, Guangdong." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11529.

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Abstract:
Defensive towers and river territories: water architecture in the Zhujiang river basin, GuangdongThe contribution intends to provide a reading and an in-depth study of the defensive heritage located in the Zhujiang river basin and its delta in Guangdong, China. The paper focuses on the case of diaolou, defensive towers already listed as UNESCO since 2007, built from the sixteenth century until the first half of the twentieth century in Kaiping country. These buildings show an interesting mixture of some local models and typologies and specific characters and styles borrowed from western examples. The research takes as a privileged point of view the relationships that these settlement systems forge with the hydrographic resource, which generates a territorial groove that determines the morphology of the territory and constitutes a historical vehicle of crossings. The arrangement of the fortified towers with respect to the river line is influenced by centripetal and centrifugal actions aimed at responding to defensive needs in the geography of this territory. The heritage of the diaolou seems to respond to two types of defensive demands: one linked to historical facts and the frequent bandit raids that took place in the Guangdong area in the nineteenth century; the other connected to geographical and hydraulic data, as the protection from the phenomenon of inundation and the consequent placement of the towers in the floodplain of the Zhujiang river. The course of the river gets in shape through the architectural technique, in the construction of towers and defensive works and, in the same way, some aspects of the design of this territory are defined through the description of the forms of the river. Architecture, hydraulic engineering and geography work together in defining the form of the settlement and invest the scale of the buildings, generating specific architectural types and morphological characters suitable for responding to the problem of water control, conservation and distribution.
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Brusa, Enrica, and Chiara Stanga. "Architettura fortificata tra conservazione e riuso: i progetti di restauro novecenteschi del forte di Castelfranco a Finale Ligure." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11501.

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Abstract:
Fortified architecture between preservation and reuse strategies: the twentieth century restoration projects of Castelfranco in Finale LigureThe town of Finale Ligure, situated on the western coast of Liguria, was the site of the Del Carretto Marquisate until the sixteenth century. After that, it was under the control of the Spanish Crown (seventeenth century) and it has been an independent territory of the Republic of Genoa for a long time. The three castles were built on the top of Finale hills and they were the symbol of its independence. Gavone castle, established on the top of the historical town, has been the site of the Marquisate since the twelfth century. S. Giovanni castle was built by the Spanish in order to improve the town defensive system in the second half of the seventeenth century. Castelfranco, built by the Genoese in the fourteenth century, was rehashed many times by the Spanish and in the nineteenth century by the Savoia family. The three castles still recall these historical events and are therefore witnesses of the Finale present and past history. They are the result of the different transformations occurred over the centuries. In recent times, Castelfranco has been opened to the public and today it houses art exhibitions and cultural events. The restoration of the castle is the last step of a long-lasting rehabilitation project history that has been developed since the 1900s, when the Municipality suggested to turn it into a hotel. The article analyses the restoration projects of Castelfranco that have been carried out in the first half of the twentieth century, which had different methodologies and approaches. Though this study the article highlights the perception that the town had about the castle, identifying the changes in the balance between reuse and conservation strategies after the first Italian preservation laws.
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Davico, Pia. "Fortificazioni della Tunisia contese tra Spagnoli e Turchi a metà del secolo XVI, documentate dall’iconografia coeva. Un’analisi dal ter-ritorio all’architettura." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11347.

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Abstract:
Tunisian fortifications disputed between Spaniards and Turks in the mid-sixteenth century, documented by coeval iconography. An analysis from the territory to the architectureThe five volumes of the precious archival collection of drawings called Architettura Militare (Military Architecture), kept at the Archivio di Stato di Torino (Turin State Archive), propose documents made mostly by military engineers from the half of the sixteenth to the following first decade. The tomes collect mostly drawings of places under the aegis of the Duchy of Savoy, apart from the second one, dedicated to documents of Spanish military interest (Mediterranean Sea and Lombardy maps). As I pointed out at Fortmed Convention 2018, the reason why these documents are kept at the Turin State Archives is because of their belonging to Catherine of Aragon, daughter of the Spanish king and wife of Carlo Emanuele I di Savoia. In the volume Architettura Militare II (Military Architecture II) 26 tables, all datable from 1522 (Rhodes) to 1596 (Cadiz), concern territories, walled cities and fortifications, of islands and Mediterranean coasts, disputed by Christians and Turks for the supremacy on the sea. In the previous study I had examined drawings about Egypt, eastern Ottoman territories and Holy Land coasts, Spanish possessions as Perpignan and Cadiz bay. In this new study instead, I would like to examine in depth the iconography about Tunisia. Those drawings, so different from each other for scale and graphic quality, document those phases in which the Spanish control is characterized by alternate situations: the Iberian presidio dates back to 1535, reconquered by Ottomans in 1570, it is taken back in three years by Christians who keep it until 1574 only, when the whole Tunisian territory, precious bastion for the control of routes and trades, definitely returns in the hands of the Turks.
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Mussari, Bruno. "Architettura e vicende costruttive della Rocca di Capalbio (GR): un modello di torrione quattrocentesco ai confini della Repubblica senese." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11488.

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Abstract:
Architecture and construction events of the fortress of Capalbio (GR): a fifteenth century tower model on the borders of the Republic of SienaCapalbio (GR) is located in the heart of the southern Maremma, along the border strip that in the second half of the fifteenth century marked the line between the Republic of Siena –became part of the Grand Duchy of Tuscany with the peace of Cateau-Cambrésis of 1559– and the Papal State. The historic center, built around the hill on which it stands, enclosed by a double circle of walls, emerges in the skyline of the surrounding landscape. The fortified structure of Capalbio has a non-simple construction history, especially for the remote phases, but that gradually becomes simpler from the second half of the sixteenth century. The reasons why the defence structure was built were exhausted in a relatively short period of time. The advent of firearms and the evolution of the tools and techniques to which the art of war used, as is well known, imposed a radical transformation of military architecture, which only in some cases, responding to a necessarily changed strategy, they were updated or completely renewed. The fortress of Capalbio was not part of the renovation program and this decision allowed the Maremma village to maintain its historic medieval core until the modern era. The results of this research derive from the identification and study of fifteenth century construction accounting documents, compared with the structures that still exist. It was thus possible to retrace the main construction and transformation phases of the fortified complex, identifying the period in which it was built. Finally, it is not by chance that in that context the fortress of the Rocca replicates a reiterated model, probably due to the widespread use of Ticino and itinerant Lombard workers, also documented on this site.
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Vita, Gianluca, and Irene Ruiz Bazan. "CortonaOpen3d. Aprender a proyectar in situ en un contexto histórico con la utilización de software opensource." In IN-RED 2019: V Congreso de Innovación Educativa y Docencia en Red. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/inred2019.2019.10370.

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Abstract:
En esta comunicación presentamos la experiencia docente realizada durante las siete ediciones realizadas del Workshop COrtonaOPend de la Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politécnico de Milán, de la Accademia di Belle Arti di Brera (Milán) y otras entidades colaboradoras, que este año llega a su octava edición en la ciudad histórica de Cortona (Arezzo, Italia). En el mismo se ponen en campo dos fuertes ideas docentes: la enseñanza del software opensource Blender 3D como instrumento de proyecto, que se aprende contemporáneamente al proceso cognitivo de desarrollo de las ideas y la importancia de proyectar dentro del mismo contexto donde se realiza el proyecto, es decir, de proyectar “tocando” el lugar. Así, todas las “desventajas e incomodidades” que a priori podría considerar que conlleva el trasladar a un numeroso grupo de estudiantes a una localidad histórica para aprender un programa de diseño por ordenador se convierten en puntos clave y estrategias de aprendizaje.
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Como, Alessandra, Luisa Smeragliuolo Perrotta, and Carlo Vece. "Agro-Urban Landscape: the case study of Monteruscello-Naples." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6288.

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Abstract:
If the morphology and the studies on the urban form are closely related to the social aspects and are responsibility of architects and policy makers, the issue becomes even more complicated if we're talking about cities with a high number of buildings under public ownership or urban fragments with important dimensions. In Italy there is a very rare case of recent foundation that is the neighborhood Monteruscello in the city of Pozzuoli. Built in the 80s to face the bradisism events that had made uninhabitable other city areas, Monteruscello today, for its dimension, can be considered a "city in the city" where the 90% of the buildings are under public ownership. The neighborhood's project is designed by Agostino Renna who had built Monteruscello through analogical composition with fragments of spatial references of other places and cities. The architect has put in the neighborhood - mainly made up of rural areas - its urban model adapting it to the specific geography of places. During the years the neighborhood has never built an own identity becoming one of the most degraded areas of the city. The paper deals with the issue of urban form and morphology today starting from the study of Monteruscello - as imagined by its creator through the critical issues that underlie its design - and through an experimental design of a new agro-urban landscape for the neighborhood that involves three hectares of public green spaces - now abandoned - turning them into agricultural lands to urban use and growth resource. References Renna, A. (ed.) (1980) L’illusione e i cristalli : immagini di architettura per una terra di provincia (Clear, Roma) Giglia, A. (1997) Crisi e ricostruzione di uno spazio urbano : dopo il bradisismo a Pozzuoli : una ricerca antropologica su Monteruscello (Guerini, Milano) Capozzi, R. (ed.) (2016) Agostino Renna : la forma della città (Clean, Napoli) Pagano, L. (ed) (2012) Agostino Renna : rimontaggio di un pensiero sulla conoscenza dell’architettura : antologia di scritti e progetti 1964-1988 (Clean, Napoli)
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Gironi, Roberta. "The Diagonal City: crossing the social divisions." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6266.

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Abstract:
Roberta Gironi Departamento de Proyectos Arquitectónicos, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia Joint Doctorate Dipartimento di Architettura – Teorie e Progetto. “Sapienza” Università degli Studi di Roma. Via Gramsci, 53. 00100 Roma E-mail: roberta.gironi@gmail.com Keywords (3-5): Informal processes, dynamic transformation, new planning approach, flexible space, self-organization Conference topics and scale: Reading and regenerating the informal city Contemporary cities are affected by transformations that put in discussion the claim of control and stability to which the urban project aspires. All those gradual adjustments are manifested according to the demand, bring toward a less formal and more flexible spatial order, for which the traditional forms of the "static" city become the background of the "kinetic" landscape of informal cities. On the contrary of the formal processes of urban planning, informality process is configured as an organic development model and a flexible dynamic system opened to changes. The informal space is produced according to principles of spontaneity and self-organization. A consideration on the possibility to assume different approaches can be proposed. Those approaches should integrate in the design reasoning all the dynamics usually excluded by the discourse on the urban project, which processes can become catalysts to enrich the methods of planning and design of the urban space. Through the analysis of the case-study Previ Lima and the Living Room at the Border of St. Ysidro, the aim is to delineate in which way the contemporary architecture can absorb and metabolize these processes, triggering a different approach to a different method to intervene in the spaces of relationship among formal and informal. It is believed that the informal urban qualities cannot be eliminated and is impossible to ignore the inhabitants' practices, but rather to work on the intersection between collective and individual actions. References Brillembourg A., Feireiss K., Klumpner H. (2005), Informal City (Prestel Publishing, Munich) Cruz T. (2008), "De la frontière globale au quartier de frontière: pratiques d'empiètement", Multitudes, 31(1). Davis M. (2006), Planet of Slums (Verso, London). Hernandez F., Kellett P., Allen L.K. (2010), Rethinking the informal city: critical perspectives from Latin America (Berghahn books, New York, Oxford). McFarlane C., Waibel M., (2012), Urban Informalities: Reflections on the Formal and Informal (Ashgate, Farnham). Jacobs J. (1961), The death and life of great American cities(Random House, New York- Toronto). Roy A., Alsayyad N., (2004) Urban Informality: Transnational Perspectives from the Middle East, Latin America, and South Asia (Lexington Books, Lanham)
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