Academic literature on the topic 'Artificiali'

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Journal articles on the topic "Artificiali"

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Martini, M. C. "Autoabbronzanti o abbronzanti artificiali." EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei 7, no. 1 (January 2010): 1–4. http://dx.doi.org/10.1016/s1776-0313(10)70238-0.

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Martini, M. C. "Autoabbronzanti e abbronzanti artificiali." EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei 13, no. 1 (July 2016): 1–5. http://dx.doi.org/10.1016/s1776-0313(15)76314-8.

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Conte, Rosaria. "Societŕ artificiali. Il caso delle norme." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 98 (October 2012): 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/sr2012-098006.

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Abstract:
This article is inspired by Joshua Epstein's generativist paradigm, according to which to possibility of explaining a phenomenon and of influencing its process of existence depend on the availability of instruments that can artificially reproduce it, or in other words simulate its «generation». «Agent based simulation » possesses the requirements that enable the development of a similar cognitive program. The essay describes this instrument's characteristics, from the modeling to the cellular automaton used in biology, of which the «agent based simulation» in an exemplary heir. The second part of the article focuses on applications of generative simulation, with reference to the interpretation of interdependant dynamics in complex situations as useful resources for sociological analysis of micro and macro phenomena.
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Verdolini, Valeria. "I lupi artificiali e la panne del diritto." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (October 2015): 190–99. http://dx.doi.org/10.3280/sd2015-002008.

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Sartori, Samuele. "L’epistemologia dell’incorporazione attraverso la storia materiale degli arti artificiali." Chiasmi International 22 (2020): 317–32. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20202230.

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Abstract:
The aim of this article is to enrich the concept of technological incorporation, as thematized by Merleau-Pontian phenomenology and post-phenomenology, through a study of the material history of artificial prostheses. We will see in the first section that post-phenomenology, by discussing the plasticity of the corporeal schema, did not recognize the importance of technological transformations; that is, it has given little importance to the inorganic, material correlate through which hybridization is possible. Secondly, we will show how Merleau-Ponty, through a reading of Marx, contributes to phenomenology a naturalistic dialectic between material history and corporeity. This relation appears central to our understanding of the constitutively plastic and performative essence of the corporeal schema. The dialectics that technologies institute, however, do not necessarily lead to an increase in one’s perceptive-agentive capacities. The last section of this article investigates this claim through an analysis of the pathology of phantom limbs, in light of the evolution of prosthetic technologies between the two World Wars.
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Capecchi, Vittorio. "Matematica e sociologia. Da Lazarsfeld alle reti neurali artificiali." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 87 (May 2009): 5–90. http://dx.doi.org/10.3280/sr2008-087001.

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Abstract:
- This essay proposes a historical reconstruction in three phases of the relationship between sociology and mathematics: (a) P.F. Lazarfeld's choices regarding theory, methodology and mathematics within the objectivity paradigm; (b) the relationship between mathematics and sociology, from statistic models and artificial societies to social simulation; (c) the new possibilities that Artificial Neural Networks offer sociology.
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Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

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Abstract:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
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Cantiani, P., U. Di Salvatore, and R. Romano. "Silvicultural aspects of artificial black pine plantations: analysis of Italian regional laws." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 15, no. 1 (December 31, 2018): 99–111. http://dx.doi.org/10.3832/efor2985-015.

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Nocentini, S. "A possible approach to evaluate the ecological restoration potential of artificial conifer stands." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 2, no. 3 (September 21, 2005): 275–77. http://dx.doi.org/10.3832/efor0309-002.

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Martinelli, Luigi and Bardaro, Leopoldo. "L’impianto di corde tendinee artificiali per via transapicale nel trattamento dell’insufficienza mitralica degenerativa." Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (June 30, 2018): 131–38. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2018-2-6.

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More sources

Dissertations / Theses on the topic "Artificiali"

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Baldacci, Francesco. "Sostituenti sanguigni artificiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7346/.

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Abstract:
L'elaborato ha lo scopo di esporre la ricerca condotta in campo dei sostituenti sanguigni artificiali. Viene presentata una prima parte di introduzione al tessuto sanguigno spiegando la sua composizione e la sua funzione. Si passa poi ai sostituenti acellulari derivati dall'emoglobina spiegando le loro caratteristiche e i loro impieghi; infine si introducono le cellule artificiali con la rispettiva evoluzione in campo tecnologico e le possibili applicazioni in ambito terapeutico.
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Monaldi, Jessica. "neuroni artificiali e loro applicazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21371/.

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Abstract:
Trattazione teorica dei neuroni artificiali, con analisi di come questi sono stati sviluppati a partire dall'analisi di un neurone biologico e dal modello matematico di Hodgkin-Huxley, con un approfondimento riguardante gli ipotetici utilizzi.
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Lasagni, Nicola. "Reti neuronali artificiali e composizione musicale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9615/.

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Castrignano, Paola. "Modularità: Dai sistemi biologici ai sistemi artificiali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7072/.

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Abstract:
I sistemi di intelligenza artificiale vengono spesso messi a confronto con gli aspetti biologici riguardanti il cervello umano. L’interesse per la modularità è in continua crescita, che sta portando a risultati davvero interessanti attraverso l’utilizzo di sistemi artificiali intelligenti, come le reti neuronali. Molte reti, sia biologiche sia artificiali sono organizzate in moduli, i quali rappresentano cluster densi di parti interconnesse fra loro all’interno di una rete complessa. Nel campo dell’ingegneria, si usano design modulari per spiegare come una macchina è costituita da parti separate. Lo studio della struttura e delle funzioni di organismi/processi complessi si basa implicitamente su un principio di organizzazione modulare, vale a dire si dà per acquisito il fatto che siano modulari, cioè composti da parti con forma e/o funzioni diverse. Questo elaborato si propone di esporre gli aspetti fondamentali riguardanti la modularità di reti neuronali, le sue origini evolutive, le condizioni necessarie o sufficienti che favoriscono l’emergere dei moduli e relativi vantaggi. Il primo capitolo fornisce alcune conoscenze di base che permettono di leggere gli esperimenti delle parti successive con consapevolezza teorica più profonda. Si descrivono reti neuronali artificiali come sistemi intelligenti ispirati alla struttura di reti neurali biologiche, soffermandosi in particolare sulla rete feed-forward, sull’algoritmo di backpropagation e su modelli di reti neurali modulari. Il secondo capitolo offre una visione delle origini evolutive della modularità e dei meccanismi evolutivi riguardanti sistemi biologici, una classificazione dei vati tipi di modularità, esplorando il concetto di modularità nell’ambito della psicologia cognitiva. Si analizzano i campi disciplinari a cui questa ricerca di modularità può portare vantaggi. Dal terzo capitolo che inizia a costituire il corpo centrale dell’elaborato, si dà importanza alla modularità nei sistemi computazionali, illustrando alcuni casi di studio e relativi metodi presenti in letteratura e fornendo anche una misura quantitativa della modularità. Si esaminano le varie possibilità di evoluzione della modularità: spontanea, da specializzazione, duplicazione, task-dependent, ecc. passando a emulare l’evoluzione di sistemi neurali modulari con applicazione al noto modello “What-Where” e a vari modelli con caratteristiche diverse. Si elencano i vantaggi che la modularità produce, soffermandosi sull’algoritmo di apprendimento, sugli ambienti che favoriscono l’evoluzione della modularità con una serie di confronti fra i vari tipi, statici e dinamici. In ultimo, come il vantaggio di avere connessioni corte possa portare a sviluppare modularità. L’obiettivo comune è l’emergere della modularità in sistemi neuronali artificiali, che sono usati per applicazioni in numerosi ambiti tecnologici.
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Cielo, Michele. "Rilevamento di malattie oculari mediante reti neurali artificiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19750/.

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Abstract:
Il presente elaborato illustra l'applicazione delle reti neurali artificiali nel rilevamento, a fini di screening, di malattie oculari. Di particolare interesse in questo ambito sono le reti neurali convoluzionali, generalmente usate nel riconoscimento delle immagini, che vengono impiegate per rilevare i sintomi delle malattie oculari fornendo loro foto di occhi. Nell'elaborato verranno analizzate le applicazioni delle reti neurali artificiali nel rilevamento di malattie oculari nell'infanzia, nel rilevamento del glaucoma e nel rilevamento della retinopatia diabetica. La tesi sarà suddivisa in capitoli: nel primo capitolo, saranno analizzati i concetti base dietro al funzionamento di una rete neurale artificiale, partendo dal machine learning, branca dell'intelligenza artificiale a cui appartengono le reti neurali artificiali; nel secondo capitolo saranno esposte le malattie trattate nell'elaborato, spiegando i sintomi che dovranno essere rilevati dalle reti neurali; nel terzo capitolo saranno esposti alcuni esempi di applicazioni delle reti neurali artificiali nel rilevamento delle malattie oculari esposte, di cui saranno analizzate sensibilità e specificità, parametri importanti nello screening.
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Ciliegi, Federico. "Topologie non convenzionali per reti di neuroni artificiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19497/.

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Abstract:
Le reti neurali sono uno strumento informatico che si è progressivamente affermato dalla sua nascita, e si è distinto per le sue grandi potenzialità. Pur non essendo ancora presente una teoria matematica formale che le descriva, esse sono state approfonditamente studiate da ingegneri e informatici, rendendo il loro studio una branca tanto ampia quanto preziosa. In questa tesi presento alcuni modelli di rete neurale e ne illustro le caratteristiche a livello di topologia, elaborazione e addestramento.
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Bernardini, Alberto. "Classificazione di brani musicali mediante reti neuronali artificiali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3408/.

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Abstract:
L'informatica musicale è una disciplina in continua crescita che sta ottenendo risultati davvero interessanti con l'impiego di sistemi artificiali intelligenti, come le reti neuronali, che permettono di emulare capacità umane di ascolto e di esecuzione musicale. Di particolare interesse è l'ambito della codifica di informazioni musicali tramite formati simbolici, come il MIDI, che permette un'analisi di alto livello dei brani musicali e consente la realizzazione di applicazioni sorprendentemente innovative. Una delle più fruttifere applicazioni di questi nuovi strumenti di codifica riguarda la classificazione di file audio musicali. Questo elaborato si propone di esporre i fondamentali aspetti teorici che concernono la classificazione di brani musicali tramite reti neuronali artificiali e descrivere alcuni esperimenti di classificazione di file MIDI. La prima parte fornisce alcune conoscenze di base che permettono di leggere gli esperimenti presenti nella seconda sezione con una consapevolezza teorica più profonda. Il fine principale della prima parte è quello di sviluppare una comparazione da diversi punti di vista disciplinari tra le capacità di classificazione musicale umane e quelle artificiali. Si descrivono le reti neuronali artificiali come sistemi intelligenti ispirati alla struttura delle reti neurali biologiche, soffermandosi in particolare sulla rete Feedforward e sull'algoritmo di Backpropagation. Si esplora il concetto di percezione nell'ambito della psicologia cognitiva con maggiore attenzione alla percezione uditiva. Accennate le basi della psicoacustica, si passa ad una descrizione delle componenti strutturali prima del suono e poi della musica: la frequenza e l'ampiezza delle onde, le note e il timbro, l'armonia, la melodia ed il ritmo. Si parla anche delle illusioni sonore e della rielaborazione delle informazioni audio da parte del cervello umano. Si descrive poi l'ambito che interessa questa tesi da vicino: il MIR (Music Information Retrieval). Si analizzano i campi disciplinari a cui questa ricerca può portare vantaggi, ossia quelli commerciali, in cui i database musicali svolgono ruoli importanti, e quelli più speculativi ed accademici che studiano i comportamenti di sistemi intelligenti artificiali e biologici. Si descrivono i diversi metodi di classificazione musicale catalogabili in base al tipo di formato dei file audio in questione e al tipo di feature che si vogliono estrarre dai file stessi. Conclude la prima sezione di stampo teorico un capitolo dedicato al MIDI che racconta la storia del protocollo e ne descrive le istruzioni fondamentali nonchè la struttura dei midifile. La seconda parte ha come obbiettivo quello di descrivere gli esperimenti svolti che classificano file MIDI tramite reti neuronali mostrando nel dettaglio i risultati ottenuti e le difficoltà incontrate. Si coniuga una presentazione dei programmi utilizzati e degli eseguibili di interfaccia implementati con una descrizione generale della procedura degli esperimenti. L'obbiettivo comune di tutte le prove è l'addestramento di una rete neurale in modo che raggiunga il più alto livello possibile di apprendimento circa il riconoscimento di uno dei due compositori dei brani che le sono stati forniti come esempi.
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Moruzzi, Letizia. "Risposta del Meiobenthos all'input di detrito da barriere artificiali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1419/.

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Abstract:
Le aree costiere hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo economico, sociale e politico della maggior parte dei paesi; esse supportano infatti diversi ecosistemi produttivi che rendono disponibili beni e servizi. L'importanza economica delle aree costiere è destinata a una considerevole crescita a causa del costante aumento delle popolazioni, delle industrie e delle attività  ricreazionali che si concentrano sempre di più sulle coste e ciò può provocare un'alterazione delle linee di costa, imputabile a più fattori e un deterioramento delle condizioni naturali. E' necessario anche tenere da conto dei processi erosivi, sia imputabili a cause naturali (correnti oceaniche, movimenti di marea; azione del vento) sia a cause antropiche (subsidenza del terreno indotta dall'uomo, dragaggio al largo, riduzione del rifornimento di sedimento dai fiumi, distruzione di letti algali, paludi e dune sabbiose). A questo panorama va poi aggiunto il problema dell'innalzamento del livello del mare e dell'aumento delle frequenze di tempeste, come conseguenza del cambiamento climatico globale. In questo contesto quindi, le strutture rigide di difesa contro l'erosione e le mareggiate sono diventate molto comuni nelle aree costiere, coinvolgendo in alcune regioni più della metà della linea di costa. Il meccanismo di difesa attuato dalle barriere consiste nel provocare una riduzione dell'energia delle onde e conseguentemente in una limitazione della quantità di sedimento che viene da loro rimosso dalla spiaggia. La presenza di strutture rigide di difesa generalmente comporta una perdita di habitat di fondale molle e, a causa delle variazioni idrodinamiche che la loro presenza comporta, anche delle comunità ad esso associate, sia su scala locale, che su scala regionale. Uno dei problemi che tali strutture possono indurre è l'eccessiva deposizione di detrito prodotto dalle specie che si insediano sul substrato duro artificiale, che normalmente non fanno parte delle comunità "naturali" di fondo molle circostanti le strutture. Lo scopo di questo studio è stato quello di cercare di evidenziare gli effetti che la deposizione di tale detrito potesse avere sulle comunita meiobentoniche di fondale molle. A tale fine è stata campionata un'area antistante la località di Lido di Dante (RA), la quale è protetta dal 1996 da una struttura artificiale, per fronteggiare il problema dell'erosione della zona, in aumento negli ultimi decenni. La struttura è costituita da una barriera semisoffolta e tre pennelli, di cui uno completamente collegato alla barriera. A circa 50 m dalla barriera, e alla profondità di 4 m circa, è stato allestito un esperimento manipolativo in cui è stato valutato l'effetto della deposizione delle due specie dominanti colonizzanti la barriera, Ulva sp. e Mitili sp. sull'ambiente bentonico, e in particolare sulla comunità  di meiofauna. Ulva e Mitili sono stati posti in sacche di rete che sono state depositate sul fondo al fine di simulare la deposizione naturale di detrito, e tali sacche hanno costituito i trattamenti dell'esperimento, i quali sono stati confrontati con un Controllo, costituito da sedimento non manipolato, e un Controllo Procedurale, costituito da una sacca vuota. Il campionamento è stato fatto in tre occasioni nel giugno 2009 (dopo 2 giorni, dopo 7 giorni e dopo 21 giorni dall'allestimento dell'esperimento) per seguire la dinamica temporale degli effetti del detrito. Per ogni combinazione tempo/trattamento sono state prelevate 4 repliche, per un totale di 48 campioni. Successivamente sono stati prelevati ulteriori campioni di meiofauna in condizioni naturali. In particolare sono stati raccolti in due Posizioni diverse, all'Interno e all'Esterno del pennello posto più a Sud, e su due substrati differenti, rispettivamente Ulva proveniente dalle barriere e sedimento privo di detrito. Per ogni combinazione Posizione/Substrato sono state prelevate 3 repliche, ottenendo un totale di 12 campioni. Tutti i campioni prelevati sono stati poi trattati in laboratorio tramite la procedura di filtratura, pulizia e centrifuga indicata dal protocollo. A questa fase è seguito il sorting al microscopio, durante il quale la meiofauna è stata identificata ed enumerata a livello di taxa maggiori. Per quanto riguarda il taxon più abbondante, quello dei Nematodi, si è proceduto anche all'analisi della distribuzione della biomassa per classi di taglia, in quanto descrittore funzionale delle comunità. Per la costruzione degli spettri di biomassa per classi di taglia sono state misurate la lunghezza e larghezza dei primi 100 Nematodi presenti nei campioni. A partire da tali valori dimensionali è stata calcolata la biomassa di ogni individuo, usata poi per la costruzione dei size spectra, tramite tre metodiche messe a confronto: "Nematode Biomass Spectra" (NBS), "Normalised Nematode Biomass Spectra"(NNBS), "Mean Cumulative Biomass Spectra" (MC-NBS). Successivamente la composizione e la struttura della comunità meiobentonica, in termini di consistenza numerica e di rapporti reciproci di densità degli organismi che la compongono e variabili dimensionali, sono state analizzate mediante tecniche di analisi univariate e multivariate. Ciò che emerge generalmente dai risultati dell'esperimento è la mancanza di interazione significativa tra i due fattori, tempi e trattamenti, mentre sono risultati significativi i due fattori principali, considerati singolarmente. Tali esiti sono probabilmente imputabili all'elevata variabilità fra campioni dei trattamenti e delle patches di controllo. Nonostante ciò l'analisi dei risultati ottenuti permette di effettuare alcune considerazioni interessanti. L'analisi univariata ha mostrato che nel confronto tra trattamenti non ci sono differenze significative nel numero medio di taxa rinvenuti, mentre il livello di diversità e di equidistribuzione degli individui nei taxa differisce in maniera significativa, indicando che la struttura delle comunità varia in funzione dei trattamenti e non in funzione del tempo. Nel trattamento Ulva si osservano le densità più elevate della meiofauna totale imputabile prevalentemente alla densità dei Nematodi. Tuttavia, i valori di diversità e di equiripartizione non sono risultati più elevati nei campioni di Ulva, bensì in quelli di Mitili. Tale differenza potrebbe essere imputabile all'inferiorità numerica dei Nematodi nei campioni di Mitili. Questo andamento è stato giustificato dai differenti tempi di degradazione di Mitili e Ulva posti nelle sacche durante l'esperimento, dai quali emerge una più rapida degradazione di Ulva; inoltre la dimensione ridotta della patch analizzata, i limitati tempi di permanenza fanno sì che l'Ulva non rappresenti un fattore di disturbo per la comunità analizzata. Basandosi su questo concetto risulta dunque difficile spiegare l'inferiorità numerica dei Nematodi nei campioni del trattamento Mitili, in quanto i tempi di degradazione durante l'esperimento sono risultati più lenti, ma è anche vero che è nota l'elevata resistenza dei Nematodi ai fenomeni di ipossia/anossia creata da fenomeni di arricchimento organico. E' possibile però ipotizzare che la presenza delle valve dei Mitili aumenti la complessità dell'habitat e favorisca la colonizzazione da parte di più specie, tra cui specie predatrici. Tale effetto di predazione potrebbe provocare la riduzione dell'abbondanza media dei Nematodi rispetto a Ulva e al Controllo, in quanto i Nematodi costituiscono circa l'85% della meiofauna totale rinvenuta nei campioni. A tale riduzione numerica, però, non corrisponde un decremento dei valori medi di biomassa rilevati, probabilmente a causa del fatto che l'arricchimento organico dovuto ai Mitili stessi favorisca la permanenza degli individui più facilmente adattabili a tali condizioni e di dimensioni maggiori, oppure, la colonizzazione in tempi successivi delle patches a Mitili da parte di individui più grandi. Anche i risultati dell'analisi multivariata sono in accordo con quanto rilevato dall'analisi univariata. Oltre alle differenze tra tempi si evidenzia anche un'evoluzione della comunità nel tempo, in particolar modo dopo 7 giorni dall'allestimento dell'esperimento, quando si registrano il maggior numero di individui meiobentonici e il maggior numero di taxa presenti. Il taxon che ha risentito maggiormente dell'influenza dei tempi è quello degli Anfipodi, con densità maggiori nei campioni prelevati al secondo tempo e sul trattamento Ulva. E'importante considerare questo aspetto in quanto gli Anfipodi sono animali che comprendono alcune specie detritivore e altre carnivore; le loro abitudini detritivore potrebbero quindi aumentare il consumo e la degradazione di Ulva, spiegando anche la loro abbondanza maggiore all'interno di questo trattamento, mentre le specie carnivore potrebbero concorrere al decremento del numero medio di Nematodi nei Mitili. Un risultato inatteso della sperimentazione riguarda l'assenza di differenze significative tra trattamenti e controlli, come invece era lecito aspettarsi. Risultati maggiormente significativi sono emersi dall'analisi del confronto tra sedimento privo di detrito e sedimento contenente Ulva provenienti dal contesto naturale. Relativamente all'area esterna alla barriera, sono stati confrontati sedimento privo di detrito e quello sottostante l'Ulva, nelle condizioni sperimentali e naturali. Globalmente notiamo che all'esterno della barriera gli indici univariati, le densità totali di meiofauna, di Nematodi e il numero di taxa, si comportano in maniera analoga nelle condizioni sperimentali e naturali, riportando valori medi maggiori nei campioni prelevati sotto l'Ulva, rispetto a quelli del sedimento privo di detrito. Differente appare invece l'andamento delle variabili e degli indici suddetti riguardanti i campioni prelevati nell'area racchiusa all'interno della barriera, dove invece i valori medi maggiori si rilevano nei campioni prelevati nel sedimento privo di detrito. Tali risultati possono essere spiegati dall'alterazione dell'idrodinamismo esercitato dalla barriera, il quale provoca maggiori tempi di residenza del detrito con conseguente arricchimento di materia organica nell'area interna alla barriera. Le comunità dei sedimenti di quest'area saranno quindi adattate a tale condizioni, ma la deposizione di Ulva in un contesto simile può aggravare la situazione comportando la riduzione delle abbondanze medie dei Nematodi e degli altri organismi meiobentonici sopracitata. Per quel che riguarda i size spectra la tecnica che illustra i risultati in maniera più evidente è quella dei Nematode Biomass Spectra. I risultati statistici fornitici dai campioni dell'esperimento, non evidenziano effetti significativi dei trattamenti, ma a livello visivo, l'osservazione dei grafici evidenzia valori medi di biomassa maggiori nei Nematodi rilevati sui Mitili rispetto a quelli rilevati su Ulva. Differenze significative si rilevano invece a livello dei tempi: a 21 giorni dall'allestimento dell'esperimento infatti, le biomasse dei Nematodi misurati sono più elevate. Relativamente invece ai size spectra costruiti per l'ambiente naturale, mostrano andamento e forma completamente diversi e con differenze significative tra l'interno e l'esterno della barriera; sembra infatti che la biomassa nella zona interna sia inibita, portando a densità maggiori di Nematodi, ma di dimensioni minori. All'esterno della barriera troviamo invece una situazione differente tra i due substrati. Nel sedimento prelevato sotto l'Ulva sembra infatti che siano prevalenti le classi dimensionali maggiori, probabilmente a causa del fatto che l'Ulva tende a soffocare le specie detritivore, permettendo la sopravvivenza delle specie più grosse, composte da predatori poco specializzati, i quali si cibano degli organismi presenti sull'Ulva stessa. Nel sedimento privo di detrito, invece, la distribuzione all'interno delle classi segue un andamento completamente diverso, mostrando una forma del size spectra più regolare. In base a questo si può ipotizzare che la risposta a questo andamento sia da relazionarsi alla capacità di movimento dei Nematodi: a causa della loro conformazione muscolare i Nematodi interstiziali di dimensioni minori sono facilitati nel movimento in un substrato con spazi interstiziali ridotti, come sono nel sedimento sabbioso, invece Nematodi di dimensioni maggiori sono più facilitati in sedimenti con spazi interstiziali maggiori, come l'Ulva. Globalmente si evidenzia una risposta della comunità  bentonica all'incremento di detrito proveniente dalla struttura rigida artificiale, ma la risposta dipende dal tipo di detrito e dai tempi di residenza del detrito stesso, a loro volta influenzati dal livello di alterazione del regime idrodinamico che la struttura comporta. Si evince inoltre come dal punto di vista metodologico, le analisi univariate, multivariate e dei size spectra riescano a porre l'accento su diverse caratteristiche strutturali e funzionali della comunità. Rimane comunque il fatto che nonostante la comunità scientifica stia studiando metodiche "taxonomic free" emerge che, se da un lato queste possono risultare utili, dall'altro, per meglio comprendere l'evoluzione di comunità, è necessaria un'analisi più specifica che punti all'identificazione almeno delle principali famiglie. E'importante infine considerare che l'effetto riscontrato in questo studio potrebbe diventare particolarmente significativo nel momento in cui venisse esteso alle centinaia di km di strutture artificiali che caratterizzano ormai la maggior parte delle coste, la cui gestione dovrebbe tenere conto non soltanto delle esigenze economico-turistiche, e non dovrebbe prescindere dalla conoscenza del contesto ambientale in cui si inseriscono, in quanto, affiancati a conseguenze generali di tali costruzioni, si incontrano molti effetti sitospecifici.
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De, Paoli Davide. "Reti neurali artificiali e apprendimenti basati sulla biofisica dei neuroni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22983/.

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Frank Rosenblatt, padre del percettrone, nel 1962 sottolineò che l’ obiettivo ultimo della ricerca nel campo delle reti neurali artificiali doveva essere “indagare le strutture fisiche ed i principi neurodinamici che stanno alla base dell’intelligenza naturale”. A differenza di quel che desiderava Rosenblatt, i metodi maggiormente utilizzati e di conseguenza studiati sono quelli supervisionati, non biologicamente plausibili, ritenuti maggiormente efficaci rispetto alle reti che sfruttano metodi di apprendimento ispirati dalla biofisica dei neuroni. L’ obiettivo della tesi è quello di analizzare due metodi di apprendimento non supervisionati basati su sistemi neuronali biologici: il modello di L.Bienenstock, N.Cooper e W. Mundro del 1982 (BCM) ed il modello di D.Krotov e J.Hopfield del 2019, e comprenderne le reali capacità. La prima parte della tesi rappresenta un’ introduzione al concetto di rete neurale artificiale, al significato di rete multistrato e all’ algoritmo di apprendimento della retro propagazione dell’ errore, tipico delle reti supervisionate. La seconda parte della tesi illustra il funzionamento della BCM e della rete di Hopfield e Krotov. Nei risultati riguardanti la rete del 2019, viene riportato un confronto tra questo modello ed un modello addestrato tramite retro propagazione dell’ errore, con cui riesce a competere nel riconoscimento delle immagini appartenenti a due data set: il MNIST ed il CIFAR-10. Per quanto riguarda la BCM, vengono riportati e discussi i risultati di alcune simulazioni effettuate con la rete modello BCM della libreria Plasticity. Lo scopo delle simulazioni era quello di portare i pesi della rete a memorizzare il maggior numero di pattern differenti possibili, appartenenti al data set MNIST.
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Baronti, Mattia. "Identificazione e localizzazione del danno in strutture reticolari mediante modi di vibrare e reti neurali artificiali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente elaborato è finalizzato a determinare un metodo di indagine che consenta l’identificazione e la valutazione di danneggiamenti in strutture reticolari, mediante l’utilizzo di modi di vibrare e reti neurali artificiali. Nell’ambito dell’ingegneria civile, con il termine Structural Health Monitoring, si identificano le metodologie di monitoraggio che permettono l’individuazione di anomalie strutturali, consentendo la valutazione, in modo continuo ed automatizzato, dello stato di salute di un’opera. Metodologie Deep Learning, applicate allo SHM, sono al centro della ricerca scientifica degli ultimi anni, grazie ai progressi tecnologici e all’introduzione di strumenti di calcolo dalle notevoli capacità computazionali, in grado di elaborare grandi quantità di dati. In questo contesto, la metodologia di apprendimento supervisionato proposta si basa sull’utilizzo di una rete neurale convoluzionale (CNN), capace, sulla base di un dataset di informazioni dinamiche relative alle configurazioni di danno previste, di riconoscere e classificare la condizione strutturale di un’opera, identificando, localizzando e quantificando un eventuale danneggiamento. La classificazione della condizione strutturale avviene sulla base del training specifico della rete realizzato su grandi quantità di informazioni generate analiticamente da un modello strutturale. L’elaborazione dei dati di esempio, consente alla rete di identificare automaticamente le caratteristiche di interesse del problema, e di prevedere la condizione strutturale per dati in input non ancora visionati. In questa analisi, il parametro Modal Assurance Criterion (MAC), strumento di confronto tra modi di vibrare, viene utilizzato come indicatore dello stato di salute strutturale. Il problema di identificazione del danno viene valutato, ponendo le basi per ulteriori analisi, mediante l’applicazione del metodo su due casi studio, relativi, rispettivamente, ad un modello piano e ad uno spaziale.
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Books on the topic "Artificiali"

1

Tagliasco, V. Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali. Milano: Mondadori, 1999.

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2

Grassi, Silverio. I nascituri concepiti e i concepiti artificiali. Torino: G.Giappichelli, 1995.

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3

Maturo, Antonio. La società bionica: Saremo sempre più belli, felici e artificiali? Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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4

I fabbricanti di uomini: Storia delle prime fecondazioni artificiali sul genere umano. Bologna: Pendragon, 2012.

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5

Malerba, Tommaso. Messina e Reggio asismiche: Nuovo sistema di costruzione in béton armato e pietre artificiali. Mariano del Friuli (Gorizia): Edizioni della Laguna, 2008.

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6

Malerba, Tommaso. Messina e Reggio asismiche: Nuovo sistema di costruzione in béton armato e pietre artificiali. Mariano del Friuli (Gorizia): Edizioni della Laguna, 2008.

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7

Paesaggi del tempo: Documenti archeologici e rovine artificiali nel disegno di giardini e paesaggi. Firenze: Alinea, 2009.

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8

Dallo Sputnik ai giorni nostri: La scienza, la tecnica e l'utilizzo dei moderni satelliti artificiali. Roma: IBN, 2011.

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9

Mazzoli, G. Profili sociali della comunicazione e nuove tecnologie: Mondi vitali e mondi artificiali, dalla polarizzazione all'interfaccia? Milano, Italy: F. Angeli, 1992.

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10

Gianluca, Padovan, ed. Bibliografia archeologica, speleologica e tecnica delle cavità artificiali italiane ed estere: Primo contributo (2000 titoli con abstract). Oxford: John and Erica Hedges Ltd., 2008.

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Book chapters on the topic "Artificiali"

1

Kroll, L. "Artificial Intelligence and Artificial Architecture." In Architectural Design and CAD, 83–85. Boston, MA: Springer US, 1986. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4684-8387-1_9.

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2

Annesini, Maria Cristina, Luigi Marrelli, Vincenzo Piemonte, and Luca Turchetti. "Artificial and Bio-Artificial Liver." In Artificial Organ Engineering, 219–53. London: Springer London, 2016. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-4471-6443-2_8.

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3

Ettorre, Giovanni Carlo. "L’intelligenza artificiale." In Elementi di informatica in diagnostica per immagini, 197–210. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1667-5_16.

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4

Chang, T. M. S. "Artificial Cells for Artificial Liver Support." In Artificial Liver Support, 261–70. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-77359-4_21.

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5

Sasaki, Kotaro. "Artificial Oocyte and Artificial Ovary Development." In Diminished Ovarian Reserve and Assisted Reproductive Technologies, 301–14. Cham: Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-23235-1_25.

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6

Chiao, Joan Y. "Artificialism." In Philosophy of Computational Cultural Neuroscience, 125–34. New York, NY : Routledge, 2020.: Routledge, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9780429327674-13.

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7

La Canna, Giovanni, Iside Scarfò, and Philippe Pibarot. "Artificial Valves." In 3D Echocardiography, 158–75. Third edition. | Boca Raton : CRC Press, 2020.: CRC Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1201/9780429287534-15.

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8

"Consequenter queritur utrum artifex faciat aliquid novum in re artificiata vel artificiali." In Nicole Oresme, Questiones super Physicam (Books I-VII), 204–10. BRILL, 2013. http://dx.doi.org/10.1163/9789004250253_030.

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9

"Anonymus: De memoria artificiali secundum Parisienses (Inc.: Attendentes nonnulli)." In Zentrale Gedächtnislehren des Spätmittelalters, edited by Sabine Seelbach and Angelika Kemper, 187–258. Berlin, Boston: De Gruyter, 2018. http://dx.doi.org/10.1515/9783110575231-005.

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10

"Terremoti artificiali. La sismologia aristotelica nella guerra sotterranea del Rinascimento." In Material World, 133–62. BRILL, 2021. http://dx.doi.org/10.1163/9789004461376_008.

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Conference papers on the topic "Artificiali"

1

di San Lio, Eugenio Magnano, Maria Teresa Galizia, and Cettina Santagati. "Difese naturali e artificiali nella Catania del secolo XVII." In FORTMED2015 - International Conference on Modern Age Fortifications of the Western Mediterranean coast. Editorial Universitat Politècnica de València, 2015. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2015.2015.1711.

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2

Cristaudo, A., G. Bevilacqua, and G. Maugeri. "Studio della vegetazione in popolamenti boschivi artificiali della Sicilia." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.021.

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3

La Mela Veca, Donato Salvatore. "Ecologia e selvicoltura dei boschi artificiali di conifere dei Monti Sicani (Sicilia)." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.026.

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4

Chandra, Shalini, Anuragini Shirish, and Shirish C. Srivastava. "Artificially Intelligent or Humanly Artificial?" In SIGMIS-CPR '20: 2020 Computers and People Research Conference. New York, NY, USA: ACM, 2020. http://dx.doi.org/10.1145/3378539.3393839.

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5

Santos de Araujo, Rennan, Felipe Sadami Oiwa da Costa, Moisés Arthur Pereira Borges, and Luiz Alberto Luz de Almeida. "Estudo de Excitações em um Neurônio Memristivo de Dióxido de Vanádio." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1151.

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Abstract:
A economia energética é um coeficiente de suma relevância para o correto funcionamento de uma rede neural artificial. Alicerçando-se na recente proposta de um modelo de neurônio artificial cuja memristência fundamenta-se nas dinâmicas não-lineares de transição de fase do composto inorgânico dióxido de vanádio (VO2), este trabalho tenciona, além de efetuar um maior detalhamento matemático dos fenômenos físicos que embasam as idiossincrasias do VO2, analisar, mais acuradamente, as diferentes formas de excitação do neurônio. Os resultados obtidos, através de simulações computacionais, mostraram-se promissores e, potencialmente, contribuirão positivamente para o avanço da área de redes neurais artificiais energeticamente eficientes.
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6

De Sousa, Jonathan, Juliana Antunes, Ícaro Alencar, Júnior Leite, Thayná Martins , and Thays Santos. "Python e predição de dados usando redes neurais multicamadas." In Escola Regional de Informática de Mato Grosso. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2019. http://dx.doi.org/10.5753/eri-mt.2019.8621.

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Abstract:
Este artigo descrever uma abordagem de predição usando redes neurais multicamadas (MLP) que são grafos em redes de neurônios artificiais, onde recebem entradas para gerar saídas baseadas nas deferências anteriores, processo conhecido como aprendizado ou treinamento, sugerindo que a Inteligência Artificial seja aperfeiçoada nesses processos, até que se torne perfeita, inerrável, para aquele mesmo ambiente. Para simulação foi utilizada a tabela verdade da porta lógica XOR (Ou Exclusiva) para 3 entradas e suas respectivas predições implementadas na linguagem Python.
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7

Trancossi, Michele. "Testing Performance, Weathering and Aging of Photovoltaic Modules." In ASME 2011 5th International Conference on Energy Sustainability. ASMEDC, 2011. http://dx.doi.org/10.1115/es2011-54625.

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Abstract:
This paper presents the ASTM WK22010 proposed standard on testing of photovoltaic modules. It aims to become a general framework that defines objective parameters regarding output production and lifecycle of modules and includes: - quantifying the PV module performance decay from the global effects of extended outdoor weather exposure and induced fatigue stress; - determine the mechanical resistance of modules to weathering from exposure to real outdoor or artificially created conditions, including extreme weather events; - determine the mechanical resistance and decay of optical characteristics of glasses from exposure to real outdoor or artificially created conditions, including extreme weather events; - determine the effective output production of modules and the resulting decay, during the expected module lifetime in real operating conditions and/or predefined artificial weather conditions; in order to predict performance in different real weather conditions from test result parameters.
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8

Chan, Lok, Kenzie Doyle, Duncan McElfresh, Vincent Conitzer, John P. Dickerson, Jana Schaich Borg, and Walter Sinnott-Armstrong. "Artificial Artificial Intelligence." In AIES '20: AAAI/ACM Conference on AI, Ethics, and Society. New York, NY, USA: ACM, 2020. http://dx.doi.org/10.1145/3375627.3375870.

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9

Künas, Cristiano Alex, Leandro Perius Heck, and Edson Luiz Padoin. "Implementação de Rede Neural Artificial em Plataforma GPU Aplicada na Análise de Sentimentos em Textos." In Escola Regional de Alto Desempenho da Região Sul. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2020. http://dx.doi.org/10.5753/eradrs.2020.10751.

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Abstract:
Este artigo apresenta uma proposta de paralelização de uma Rede Neural Artificial em Plataforma GPU para aplicação na análise da polaridade de sentimentos expressado em textos e/ou postagens. Na implementação será utilizado Redes Neurais Recorrentes do tipo Long Short-Term Memory uma vez que Redes Neurais Artificiais podem auxiliar na extração automática de sentimentos ou sensação de sentenças. Com a aplicação da proposta em caso reais a partir do treinamento com o IMDb Review Dataset, que possui 50.000 registros espera-se uma boa precisão nos resultados.
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10

Requena Ruíz, Ignacio, and Daniel Siret Soleil. "Construcciones ambientales para el hábitat moderno: Le Corbusier y André Missenard (1937-57)." In LC2015 - Le Corbusier, 50 years later. Valencia: Universitat Politècnica València, 2015. http://dx.doi.org/10.4995/lc2015.2015.659.

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Abstract:
Resumen: Desde final de los años 30, la formulación de una nueva sensibilidad cultural, tecnológica y política hacia el clima, entendido en un sentido amplio, replanteó la relación entre el cuerpo humano y su entorno. El presente artículo confronta la obra de Le Corbusier ante dicha hipótesis de evolución del paradigma higienista previo. A partir de una investigación original en los archivos de la Fondation Le Corbusier, el objeto principal es el estudio de los intercambios teóricos y los aportes técnicos entre el arquitecto y André Missenard. El ingeniero, referente en el entorno científico, industrial y político de la época, resulta una pieza clave para entender la relevancia de la dimensión ambiental del hábitat propugnado por Le Corbusier durante los años 50. En particular, este trabajo aborda tanto los métodos de ideación (Grille Climatique) como su materialización espacial, técnica y sensorial (Unités d’habitation y Maison du Brésil). Las conclusiones del artículo muestran la evolución de los postulados habitacionales de Le Corbusier, que partiendo de la “Ville Radieuse”, acabó por integrar las ideas de la “Science des climats artificiels” en el proyecto arquitectónico, buscando “Rétablir les conditions nature” en el hábitat moderno. Abstract: Since the late-1930s, the emergence of a renewed cultural, technological and political approach towards the notion of climate reformulated the relationship between bodies and their milieux. This article analyses the works of Le Corbusier through the lens of this hypothesis of the hygienist paradigm’s evolution. Based on an original research at the archives of the Fondation Le Corbusier, this paper focuses on the theoretical discussions and the technical collaboration of the architect with André Missenard. This engineer, a key figure in the scientific, industrial and political environment of his time, played a main role to understand the relevance of the ambient dimension in Le Corbusier’s housing proposals in the 1950s. In particular, this paper deals with the design methods (Grille Climatique), as well as their spatial, technical and sensory materialization (Unités d'habitation and Maison du Brésil). The conclusions of the article show the evolution of Le Corbusier’s postulates, which beginning from his early proposal for the “Ville Radieuse”, managed to integrate the contributions of the “Science des climats artificiels” in architectural design looking for “Rétablir les conditions nature” in modern housing. Palabras clave: André Missenard; climas artificiales; control ambiental; Le Corbusier. Keywords: André Missenard; artificial climates; thermal ambiances; Le Corbusier. DOI: http://dx.doi.org/10.4995/LC2015.2015.659
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Reports on the topic "Artificiali"

1

Alesina, Alberto, William Easterly, and Janina Matuszeski. Artificial States. Cambridge, MA: National Bureau of Economic Research, June 2006. http://dx.doi.org/10.3386/w12328.

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2

Fitzgerald, Robert F., Gordon F. Jones, and Kenneth J. Stalder. A Comparison of Intrauterine and Cervical Artificial Insemination Catheters on Farrowing Rate and Litter Size in Artificially Mated Sows. Ames (Iowa): Iowa State University, January 2007. http://dx.doi.org/10.31274/ans_air-180814-676.

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3

Chin, Jik. Artificial Metallo-Phosphoesterase. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, May 2001. http://dx.doi.org/10.21236/ada394524.

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4

Novak, Jr, Simmons Gordon S., Porter Robert F., Kumar Bruce W., Causey Vipin, and Robert L. Artificial Intelligence Project. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, January 1990. http://dx.doi.org/10.21236/ada230793.

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5

Lesser, Victor R., Paul Cohen, and Wendy Lehnert. Center for Artificial Intelligence. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, March 1992. http://dx.doi.org/10.21236/ada282272.

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6

Marín García, Sergio, and Cátedra CaixaBank de Responsabilidad Social Corporativa. Ética e inteligencia artificial. Servicio de Publicaciones de la Universidad de Navarra, September 2019. http://dx.doi.org/10.15581/018.st-522.

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7

Boros, E., P. L. Hammer, and F. S. Roberts. Optimization and Artificial Intelligence. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, July 1996. http://dx.doi.org/10.21236/ada311365.

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8

Lessor, Victor R., Paul Cohen, and Wendy Lehnert. Center for Artificial Intelligence. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, March 1992. http://dx.doi.org/10.21236/ada275812.

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9

Gowens, J. W. Applied Artificial Intelligence Seminar. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, July 1989. http://dx.doi.org/10.21236/ada268571.

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10

Tucker, S. D., and L. P. Ray. Artificial awareness for robots using artificial neural nets to monitor robotic workcells. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), April 1997. http://dx.doi.org/10.2172/469142.

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