Academic literature on the topic 'Balcani occidentali'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Balcani occidentali.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Balcani occidentali"

1

Milošević, Ante. "Scultura ornamentale del VII e VIII secolo nei Balcani occidentali." Hortus Artium Medievalium 9 (January 2003): 357–82. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.2.305280.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Aceñolaza, Florencio, and Slavcho Yanev. "Ordovician of the western area of Stara Planina (Balkan Mountain), Bulgaria: Trace fossils and palaeogeographic implications." Revista del Museo Argentino de Ciencias Naturales 3 (2001): 55–72. http://dx.doi.org/10.22179/revmacn.3.110.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Nagy, Sándor Gyula, and Dzenita Siljak. "Convergencia económica de los Balcanes Occidentales hacia la ue-15." Revista Finanzas y política económica 11, no. 1 (2019): 41–53. http://dx.doi.org/10.14718/revfinanzpolitecon.2019.11.1.3.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Barbulescu, Iordan Gheorghe. "La nueva Comunidad Política Europea y la reconstrucción del continente más allá de la Unión Europea, ¿un déjà vu, político?" Revista Española de Desarrollo y Cooperación 49, no. 2 (November 10, 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.5209/redc.82769.

Full text
Abstract:
Emanuel Macron, presidente de Francia, en su comparecencia ante el Parlamento Europeo el 9 de mayo de 2002 habló sobre un nuevo instrumento complementario/una nueva estrategia complementaria y no sustitutivo/sustitutiva aplicable a los países candidatos a la Unión Europea y lo llamó Comunidad Política Europea. En este trabajo mostramos que la situación actual del continente europeo es similar a la existente con la caída del Muro de Berlín y que, en aquella ocasión, la Unión Europea desarrolló dos estrategias para su ampliación hacia Países de Europa Central y Oriental (PECO). Una denominada “preadhesión”, con el fin de que estos países lograran la adhesión formal a la Unión. Otra denominada “Espacio Político Europeo”, con el fin de conseguir una integración paralela y progresiva de los mismos en las otras organizaciones democráticas occidentales, como el Consejo de Europa, la Organización para la Seguridad y la Cooperación en Europa (OSCE) o la Organización del Tratado del Atlántico Norte (OTAN). En este sentido, se encuentran similitudes entre lo que pasó en aquel momento y lo que pasa ahora con la Comunidad Política Europea. Se trata de demostrar que lo que sirvió hace 30 años a los PECO, pueden servir ahora a los países de los Balcanes Occidentales (Serbia, Montenegro, Macedonia del Norte, Albania Bosnia-Herzegovina y, algún día, Kosovo), y a los países que funcionan bajo las reglas de la Política de Vecindad (Moldavia, Ucrania o Georgia).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Bonavita, Paolo, and Augusto Vigna Taglianti. "Ocydromus subg. Nepha Motschulsky, 1864: revisione tassonomica, filogenesi e biogeografia (Coleoptera Carabidae)." Memorie della Società Entomologica Italiana 89, no. 1 (June 30, 2010): 7. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2010.7.

Full text
Abstract:
La revisione del subg. <em>Nepha</em> Motschulsky, 1864 (Carabidae, Bembidiina, gen. <em>Ocydromus</em> Clairville, 1806), basata sullo studio di un ricco materiale (oltre 7000 esemplari delle collezioni di 29 istituzioni pubbliche e di 37 privati) ha implicato numerosi cambiamenti nomenclatoriali e tassonomici. Dei 64 nomi di taxa presi in considerazione, riferiti a <em>Nepha</em>, 23 sono validi a livello specifico (di essi 2 sono ridenominazioni per omonimia), e 12 a livello sottospecifico (di essi 3 sono ridenominazioni per omonimia), mentre i rimanenti 24 sono semplici sinonimi. Nel presente lavoro vengono inoltre descritte 3 nuove specie e 3 nuove sottospecie. Sulla base di questa revisione, <em>Ocydromus</em> (<em>Nepha</em>) comprende 26 specie, di cui 22 monotipiche e 4 politipiche (una con 8 sottospecie, una con tre e due con quattro sottospecie). Vengono forniti sia il catalogo delle specie che una chiave dicotomica di identificazione. Ai fini della ricostruzione filogenetica sono stati studiati numerosi caratteri morfologici e la loro possibile evoluzione: 31 caratteri sono stati presi in considerazione per l’analisi cladistica, utilizzando il software Paup 4.0. Come sister group è stato inviduato il subg. <em>Testediolum</em> Ganglbauer, 1891, rappresentato esclusivamente da specie europee. Le specie asiatiche ad esso attribuite da altri autori, vengono considerate appartenenti al subg. <em>Peryphidium</em> Tschitschérine, 1895, che qui viene rivalutato. Dal punto di vista dell’analisi cladistica, <em>Nepha</em> non risulterebbe monofiletico, in quanto il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> viene a porsi come sister group sia di Testediolum che delle altre specie di <em>Nepha</em>, che presentano come unica sinapomorfia l’assenza della stria apicale, con conseguente isolamento della setola apicale. La variabilità di questo carattere e l’analisi dei dati di distribuzione di <em>Nepha</em> e di <em>Testediolum</em> ci permette però di includere anche il clado <em>armeniacus-pinkeri</em> nel sottogenere <em>Nepha</em>. Il gruppo caucasicus è formato dalle specie basali di <em>Nepha</em>, mentre i gruppi <em>callosus</em>, <em>ibericus</em> e <em>tetragrammus</em> risultano essere quelli di origine più recente. L’elaborazione dei modelli di distribuzione di <em>Nepha</em> ci fa ritenere che l’area di origine di questo sottogenere sia rappresentata dal Ponto orientale. Quest’area presenta infatti il maggior numero di specie, con maggiore diversità morfologica ed ecologica, appartenenti sia ai gruppi basali (gr. <em>caucasicus</em>) sia a quelli più specializzati (gr. <em>menetriesii</em> e gr. <em>tetragrammus</em>). È possibile ipotizzare la presenza del progenitore del clado <em>Testediolum</em> + <em>Nepha</em> nell’Egeide (Balcani + Anatolia), tra i 13 ed i 14 Myr, quando l’Egeide non era in contatto con il Caucaso e il suo lembo N-occidentale si prolungava nelle Alpi. La presenza di un maggior numero di taxa nel Ponto orientale, e non nel Caucaso, potrebbe essere un indizio dell’origine e presenza di Nepha nella zolla egeica prima della sua connessione con la catena caucasica, avvenuta soltanto 6-5.5 Myr, nel Miocene superiore. In base alle attuali conoscenze non si può risalire agli eventi causali dell’origine delle specie del gr. caucasicus e di rufimacula e retipennis. I due gruppi composti da <em>Ocydromus menetriesii</em>,<em> O. hauserianus, O. syropalaestinus</em> e <em>O. delia</em>e il primo, ed <em>O. ibericus</em>, <em>O. grisvardi </em>e <em>O. fortunatus </em>il secondo, sarebbero invece il risultato di eventi cladogenetici pleistocenici, verificatisi durante uno o più periodi glaciali, a partire da un comune antenato presente in Anatolia per il primo gruppo e in Europa occidentale per il secondo. I progenitori del gruppo callosus sarebbero stati i primi a colonizzare l’Europa, ed i loro attuali discendenti (<em>O. callosus </em>e <em>O. schmidti</em>) presentano un’ampia distribuzione nell’area mediterranea, comunque fortemente rimodellata dagli eventi pleistocenici. Infine, il gruppo <em>tetragrammus</em> si sarebbe insediato in Europa più recentemente, colonizzandola attraverso due differenti strade; a N del mar Nero con <em>O. genei</em> e lungo le coste del Mediterraneo orientale con <em>O. vseteckai.</em>
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Audisio, P., and A. De Biase. "Gli elementi faunistici balcanici e ponto-pannonici nel popolamento delle Alpi Occidentali: casistica, congruenze, possibili interpretazioni biogeografiche." Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 16 (1992). http://dx.doi.org/10.21426/b616110320.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Vučković, Vladimir. "política de ampliación de la Unión Europea hacia los Balcanes Occidentales: ¿movimiento sin objetivo o adhesión con una perspectiva de membresía creíble?" Ayer. Revista de Historia Contemporánea, January 10, 2023. http://dx.doi.org/10.55509/ayer/1175.

Full text
Abstract:
El objetivo de esta investigación es ofrecer una visión general del desarrollo estratégico comunitario con respecto a Albania, Bosnia y Herzegovina, Croacia, Macedonia del Norte, Montenegro, Kosovo y Serbia durante toda la fase de adhesión, de 1997 a 2018, seguida del análisis empírico de las políticas de ampliación más relevantes. Aunque la Unión Europea (UE) ha introducido continuamente diferentes recompensas de asistencia financiera y técnica en el marco de diversas políticas de ampliación de la UE, es reticente a ofrecer una perspectiva de adhesión creíble mediante el establecimiento de una fecha límite para la adhesión de los Balcanes Occidentales.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Lukic, Marija. "Juego de lengua(s) en los Balcanes. Serbocroata entre el recuerdo y el anhelo." Revista de Paz y Conflictos 12, no. 1 (July 5, 2019). http://dx.doi.org/10.30827/revpaz.v12i1.6058.

Full text
Abstract:
Este artículo pretende desvelar la problemática sociopolítica y lingüística de la región occidental balcánica, refiriéndose territorialmente a cuatro países: Bosnia-Herzegovina, Croacia, Montenegro y Serbia (BCMS). El objetivo es mostrar el hilo de un anhelo y una lucha por la paz lingüística, como tendencia natural de estos pueblos, a través de las regulaciones de la lengua como estándar en dichos estados. Hace más de 150 años que éstos alcanzaron la unificación lingüística (que no la uniformidad), compartiendo oficialmente la denominación serbocroata o croataserbio dentro del unitarismo político estatal en la(s) Yugoslavía(s) durante el siglo XX, que luego se desintegró en cuatro idiomas nacionales (bosnio, croata, montenegrino, serbio (bcms)). Esta división “resucitó” de una manera particular en 2017 como un proyecto interestatal ciudadano, la "Declaración sobre la lengua común”, que se convirtió en el centro de las polémicas lingüístico-políticas. Presentamos un recorrido histórico de las pautas transformadoras de este conflicto utilizando las metodologías irenológicas al analizar el campo de batalla de la función simbólica versus la comunicativa de la lengua. Aludiremos al papel de la comunicación lingüística en la satisfacción de las necesidades humanas y sociales básicas como son la participación, el entendimiento y, sobre todo, la identidad nacional, cultural y lingüística.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Balcani occidentali"

1

Cavaliere, Salvatore <1985&gt. "L’italiano nei Balcani occidentali : tra comunicazione interculturale e didattica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10302.

Full text
Abstract:
L’obiettivo della presente ricerca di dottorato è indagare, in riferimento a un’ampia area dell’ex Jugoslavia composta dagli stati nazionali della Bosnia ed Erzegovina, della Croazia, del Montenegro e della Serbia, aspetti di natura didattica legati al processo di insegnamento-apprendimento dell’italiano come lingua straniera e le principali problematiche di natura comunicativa interculturale in grado di emergere nelle interazioni tra italiani da una parte e bosniaci, croati, montenegrini e serbi dall’altra. Riguardo a quest’ultimo aspetto, è stata condotta un’indagine, che si è giovata della collaborazione di 19 informant, finalizzata a far luce sui principali aspetti di natura culturale, legati nello specifico ai valori di fondo che influenzano la comunicazione, all’uso dei linguaggi verbali e non verbali e alla gestione di determinati eventi comunicativi, che, se non tenuti adeguatamente in considerazione dagli interlocutori, potrebbero creare problemi di comunicazione interculturale anche di notevole entità tra italiani e slavi del sud. Inoltre, la progressiva messa a fuoco nel corso degli anni di ricerca dottorale di uno specifico focus di indagine più classicamente legato alla realizzazione di interventi didattici nella classe di italiano come lingua seconda o straniera ha portato alla progettazione e alla realizzazione di un’indagine focalizzata sul trattamento dell’errore orale, condotta, nel caso specifico della presente ricerca, con apprendenti di madrelingua serba dell’università di Banja Luka (Bosnia ed Erzegovina). In particolare, la finalità di tale studio era quella verificare l’impatto sull’apprendimento linguistico del modo congiuntivo di due diverse mosse correttive: il feedback metalinguistico e la correzione esplicita unita alla presentazione di un’informazione metalinguistica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Sorrentino, C. "FILODINAMICA E FILOGEOGRAFIA DEI PRINCIPALI SOTTOTIPI DI HCV NEI BALCANI OCCIDENTALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/331196.

Full text
Abstract:
ABSTRACT Hepatitis C virus (HCV) is the leading cause of liver disease and causes both acute and chronic infection. 130-170 million people are chronically infected worldwide. It is characterized by an high degree of genetic heterogeneity due to the lack of proofreading activities of viral RNA polymerase. HCV is classified into 7 genotypes, which are subdivided into 67 epidemiologically diverse subtypes. The main 7 HCV genotypes vary in their geographical distribution and their level of genetic diversity. Genotype 1, 2 , 3 e 4 are endemics because circulating for a long time in restricted regions of the world. While subtype 1a, 1b, 3a, 2a, 2c and 4d are epidemics because they have spread rapidly in the last century through blood, unsafe medical injections and injection drug use. The aim of this study was to investigate HCV sub/genotype distribution in Montenegro e Albania and estimate the phylodynamics and phylogeography of the most prevalent subtype in order to reconstruct the origin and diffusion of the virus on a local regional scale, using a Bayesian approach. To this aim, we analyzed the NS5B gene sequences of a total 162 HCV-positive Montenegrin patients and 67 Albanian subjects HCV chronic infected. The Montenegrin patients are stratified into two populations: intra-venus drug users (IVDUs) and the general population. Our study showed that the prevalent HCV subtype in Montenegrin general population was 1b (45%) followed by 4d (19%), 3a (17%), 1a (16%) and 2a/c (1%). While in the IVDU Montenegrin population, the most prevalent subtype was 3a (47%), followed by 1a (25%), 4d (20%) and 1b (8%). The subtype 3a was common among subjects who used injecting drug (47%), while the subtype 1b was common related with iatrogenic transmission (53.3%). Likewise the 67 Albanian patients was stratified into two populations: intra-venus drug users (IVDUs) and the general population. The main subtype in the general population was 1b (60%) followed by 2a/c (27%), 3a and 1a (4%) while genotype 4 was present in the 4%. In the IVDU Albanian population the prevalent subtype was 3a (67%), followed by 1a (25%) and 4d (8%). In order to estimate the phylodinamics and phylogeography of HCV subtypes, three separate datasets were prepared that include 227 sequence of HCV 1b, 271 of HCV 3a and 106 of HCV 4d. The phylogeographical analysis of HCV-1b revealed two main clades: clade A included sequence from Montenegro, Albania, Germany, Italy, Greece and Cyprus; clade B included the majority of the Asian isolates (Turkey and Uzbekistan). The origin of the tree root is dated back to the year 1912 in Cyprus (state probability, sp= 0.78). The analysis of population dynamics of entire dataset shows an exponential growth of the 1b epidemics between 1960-1980, after the curve reached a plateau that still continuing. Phylogeographic analysis of HCV-3a showed that the most probable location of the tree root was Pakistan (sp=0.57). The tree showed many significant clade. Clade A and B comprise Asian and East European isolates (Bulgaria, Azerbaijan, Cyprus, Estonia) (pp=0.86 and 0.98); the clade C included 21 Pakistan isolates (pp=0.88); clade D, E, F and G included Montenegrin isolates. The time of most recent common ancestor (tMRCA) of the tree root went back to about 144 years ago, the clade A and B origin in Azerbaijan about 22 years ago (1992). The four Montenegrin clade dated back between 6-17 year ago corresponding to 1997-2007. The phylodinamics analysis of 54 Montenegrin and Albanian sequence revealed segregation between the two locations. The tree showed many recent Montenegrin clade dating back 10-11 years ago. The skyline plot suggest that subtype 3a was present in the population in the 1980, after occur a biphasic exponential growth between 1980-1990 and mid of XXI century. Phylogeographic analysis of HCV-4d shows two main significant clade: clade I included Turkish isolates; whereas the clade II included European sequences (Italian, Montenegrin, Albanian, French and Dutch). The Montenegrin isolates segregates in an unique significant clade. The root had a tMRCA of 125 years ago corresponding to 1888; the Turkish clade had a tMRCA of 48 years ago (1966) whereas the European clade had an origin of 65 years ago (1948). The Montenegrin sequences had a tMRCA of 50 years ago dating back 1964. This study suggests that HCV in Western Balkans present an high heterogeneity regarding subtype distribution through different transmission routes. In particular, HCV-1b penetrated in the XX century in the Aegean area and spread in Europe through two entrance; one in the Eastern Europe and the other in the Eastern Mediterranean probably related to unsafe iatrogenic procedure in the area after the 1950s. HCV-3a showed an old origin about 144 years ago in Pakistan but a recent increase in Central Asia and Eastern Europe about 20 years ago with rapid spread in Montenegro among IVDUs living in this area. HCV 4d entered in Europe probably through Italy in 1930 and spread in Western Balkans in the 1960s showing a clear segregation of the infection in Turkey. Nevertheless, further studies an larger group of samples are needed to clarify the phylodynamics of HCV-4d. In conclusion, the Western Balkans are an area of encounter of various ethnic groups where the virus can be spread and diversified.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Omari, Elda. "Storia e sviluppo dei rivestimenti pavimentali nell'area sud occidentale dei Balcani. L'Albania." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426500.

Full text
Abstract:
This research is part of a larger project to comprehensively study and catalogue all the mosaics and pavements found in modern Albania, an area corresponding to ancient Illyria, Epiros and Macedonia. To date, only a few studies have been conducted on Albanian art and we only have the work of two Albanian researchers, namely S. Anamali e S. Adhami. Their study was published in 1974, and although still very valuable, this needs to be updated with all the findings of the recent years. By taking advantage of its geographic position, Illyria established relations with both ancient Greek and Roman cultures. Also, thanks to the biggest port of the Adriatic sea at the time, the port of Dyrrachium, and to the via Egnatia, Illirya had cultural and economic contacts with both the East and the West. To date, 43 sites with prestige pavements (mosaics, opus sectile, cementitium etc.) have been found, of which some of the most important are those at Durazzo, Bylis, Butrinto, Elbasan, Antigonea, Apollonia and Saranda. These sites contain 265 pavements which are likely to date back to the period between the 3th century B.C. and the 6th century A.D. The ultimate goal of this research is to carry out a critical re-analysis of the Albanian mosaics during this period. In particular, it will focus on their topographic and architectural features, as well as on the socio-cultural aspects of their production. The goal is to promote interest in Albanian history and archaeology, in order to stimulate activities aimed at raising public awareness and the preservation of the cultural inheritance of this country.
Questo studio è parte di un più ampio progetto di ricerca nell’ambito delle attività del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova, che ha per oggetto l’analisi della cultura musiva in età romana. Seguendo la metodologia dell’inserimento dei dati in un database per quanto riguarda i mosaici dell’odierna Albania, che corrisponde ad un territorio compreso in età antica tra l’Illirico, l’Epiro e la Macedonia, fino ad oggi sono stati individuati circa 43 centri, tra cui i più importanti sono: Durazzo, Tirana, Bylis, Butrinto, Elbasan, Antigonea, Apollonia, Saranda, Vrina, Diaporit, i quali complessivamente restituito circa 265 rivestimenti pavimentali inquadrabili tra il IV secolo a.C. e il VI secolo d.C. Il motivo principale della ricerca è stato lo studio della storia e dello sviluppo della cultura musiva di questa parte dell’impero romano dalle origini al tardo antico. Pochi sono gli studi fatti su questo repertorio dell’arte albanese. Esiste soltanto il testo di due studiosi albanesi, S. Anamali e S. Adhami, del 1974, che manca di aggiornamenti su molti mosaici rinvenuti negli anni successivi. Sfruttando la sua posizione, l’Illirico antico, parte dell’Albania odierna, instaurò legami sia col mondo greco sia col mondo romano. Grazie al porto più grande dell’Adriatico orientale, il porto di Dyrrachium, e la via Egnatia, fu infatti terra di vivi contatti commerciali e culturali tra Oriente e Occidente. L’obiettivo finale della ricerca, condotta seguendo il metodo dell’analisi attraverso la raccolta dei dati nel database, è stato lo studio e la rivisitazione critica dei mosaici dell’Albania tra il IV-III sec.a.C. e il VI sec.d.C. In questa ricerca l’attenzione è stata focalizzata sugli aspetti relativi al contesto topografico e architettonico e sulle problematiche socio culturali connesse con la produzione musiva.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Anceschi, Stefano. "Progettazione della nuova banchina per attracco di navi Ro-Ro del porto di Valona (Albania) e inquadramento all'interno dei piani di sviluppo TEN-T." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

Find full text
Abstract:
All’inizio del mese di luglio del 2015 prendono avvio a Valona i lavori previsti nell’ambito del progetto “Riabilitazione del porto di Valona”, finanziato dalla Cooperazione italiana con un contributo di oltre 15 milioni di euro a credito d’aiuto. Nella seguente Tesi di Laurea si analizza l’iniziativa che mira a modernizzare il complesso portuale della città in un’ottica di sviluppo integrato della regione, per supportare i crescenti flussi turistici e commerciali in entrata ed in transito. Il potenziamento del porto permetterà all’Albania di dotarsi di un porto moderno ed efficiente in linea con le normative UE, permettendo l’attracco di ben quattro navi contemporaneamente, con notevoli vantaggi sia a livello turistico che economico, principalmente nell’area Sud del Paese, ma in generale in tutta l’Albania. Si propone, progetta e dimensiona poi un ulteriore ampliamento futuro consistente nell’inserimento di un frangiflutti a massicciata con banchina interna atta ad accogliere navi Ro-Ro di dimensioni maggiori a quelle che attualmente possono attraccare nel porto. Se ne analizzano i vantaggi sia dal punto di vista materiale, ovvero in termini di protezione dal moto ondoso, che dal punto di vista economico, ossia come opera utile allo sviluppo commerciale e turistico del Sud dell’Albania. Il programma di riabilitazione e il progetto riguardante il frangiflutti mirano infatti a contribuire al piano nazionale dell’Albania di potenziamento delle infrastrutture e dei Trasporti marittimi e si inquadrano nelle previsioni di potenziamento di connessione degli Stati Balcanici alla rete TEN-T europea, rappresentandone, il porto di Valona, una delle possibili parti terminali sull’Adriatico. Si descrive inoltre come sviluppo del settore dei trasporti è considerato un catalizzatore per lo sviluppo economico, in quanto crea un potenziale di crescita stabilendo connessioni che non esistevano prima o migliorando la qualità delle connessioni esistenti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Ballan, Eleonora <1981&gt. "La diffusione della ceramica decorata in area adriatica e balcanica occidentale nell'ultimo quarto del III millennio a.C." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4629.

Full text
Abstract:
La ricerca ha lo scopo di presentare i dati relativi allo studio di una particolare classe ceramica decorata, datata all’ultimo quarto del III millennio a.C., attestata in un’area geografica ampia che include la Grecia, i Balcani occidentali e l’Adriatico orientale. Questa particolare classe ceramica è documentata nel periodo Antico Elladico III (2200/2150-2050/2000) nel Peloponneso, dopo un orizzonte di distruzioni che segnano la fine della fase precedente. Al fine di chiarire le relazioni tra le varie aree, è stata effettuata una revisione cronologica tentando di correlare la ceramica, ai materiali dalla Grecia. I dati archeologi sono stati comparati a quelli del Peloponneso allo scopo di comprendere la possibile presenza di elementi allogeni o, al contrario, di valutare come la popolazione già insediata nel territorio si sia sviluppata.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

HILA, ADRIAN. "La CEDU negli ordinamenti costituzionali dei Balcani occidentali. I casi di Albania, Macedonia e Montenegro." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/939659.

Full text
Abstract:
Lo studio si cimenta sui rapporti tra la CEDU e gli ordinamenti costituzionali di alcuni paesi dei Balcani occidentali, in particolare Albania, Macedonia e Montenegro. L'obiettivo della tesi sarà l’analisi e la riflessione sullo status e sull’attuazione della CEDU negli ordinamenti di questi Paesi. Tale indagine non può prescindere dall’esame dell'attuazione, da parte di questi Stati, del pacchetto di raccomandazioni del 2004 adottato da Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa al fine di incentivare gli Stati membri ad assicurare una protezione adeguata dei diritti sanciti dalla CEDU a livello nazionale. In particolare le raccomandazioni da un lato incoraggiano gli Stati al miglioramento della legislazione domestica e all’effettività dei rimedi nazionali, compresa la riapertura del giudicato in esecuzione delle sentenze della Corte EDU, dall’altro mirano a garantire, a livello nazionale, una adeguata formazione universitaria e professionale in merito alla CEDU. Dopo una breve analisi del sistema di tutela dei diritti previsto dalla CEDU (capitolo 1), della ratifica della CEDU da parte degli Stati membri nonché della necessità di una protezione nazionale dei diritti e della libertà garantiti dalla CEDU (capitolo 2), lo studio si concentra sullo stato e sull'attuazione della CEDU in Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Montenegro (capitoli 3, 4 e 5). Si analizza in particolare l'evoluzione costituzionale, i sistemi giudiziari, le relazioni tra sistemi costituzionali e il diritto internazionale con particolare riferimento alla CEDU, la collocazione della Convenzione nella gerarchia delle fonti del diritto, le violazioni della CEDU, l'esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo e l'attuazione delle raccomandazioni del 2004. L’obiettivo finale è una valutazione comparativa sull’impatto della CEDU in questi ordinamenti (capitolo 6), confrontandoli alla luce dell’atteggiamento nei confronti del diritto internazionale, del ruolo della CEDU, della disciplina interna dei procedimenti, dell’esecuzione delle sentenze della Corte EDU e delle principali disposizioni della CEDU oggetto di violazione. Tale indagine è funzionale al tentativo di far emergere le similitudini e le differenze da parte degli ordinamenti in oggetto nell’attuare la CEDU e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo. Questo approccio è fondamentale per comprendere i rapporti tra ordinamenti dell’area balcanica e CEDU e il funzionamento dei sistemi nazionali di tutela dei diritti in questi ordinamenti ponendo attenzione sia alla “law in book” che al diritto in azione.
The study explores the relationships between the ECHR and the constitutional systems of some Western Balkan countries, particularly Albania, Macedonia and Montenegro. The aim of the thesis will be the analysis on the status and the implementation of the ECHR in the constitutional systems of these countries. Said investigation cannot be separated from the analysis of the implementation by those States of the recommendations of the 2004 package adopted by Committee of Ministers of the Council of Europe with a view to encouraging the Contracting Parties to ensure adequate protection to the rights enshrined in the ECHR at national level. In particular the recommendations in question, on one hand, encourage the improvement of domestic legislation of Contacting Parties and the effectiveness of domestic remedies, including the reopening of the proceedings to comply with the judgment of the ECtHR and, on the other one, aim at ensuring at national level an appropriate academic and professional know-how on the ECHR. After a brief analysis of the protection of fundamental rights provided by the ECHR (Chapter 1), the ratification of the ECHR by the Contracting Parties as well as the necessity of national protection of the rights and freedom guaranteed by the ECHR (Chapter 2), the study focuses on the status and the implementation of the ECHR in Albania, FYROM and Montenegro (Chapters 3, 4 and 5). It analyzes in particular the constitutional evolution, the judicial systems, the relations between constitutional and international law with particular reference to the ECHR, the placement of the Convention in the hierarchy of sources of law, the violations of the ECHR, the execution of the judgments of the Strasbourg Court and the implementation of the recommendations of the 2004. The ultimate goal is a comparative assessment on the effects of the ECHR in these jurisdictions (Chapter 6) comparing the same in light of the attitude towards international law, the role and the rank of the ECHR, the domestica regulation of proceedings, the execution of judgments of the ECtHR, the main provisions of the ECHR violated. This survey is an attempt to bring to light the similarities and differences of legal systems concerned in the implementation of the ECHR and the case-law of the Strasbourg Court. This approach is fundamental to understanding the relationships between jurisdictions in the Balkan area and the functinong of the domestic systems of protection of rights in the concerned jurisdictions, paying attention to the "law book" and the “law in action”.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Balcani occidentali"

1

La sicurezza nella terra dell'odio: L'integrazione europea dei Balcani occidentali : il caso Kosovo. Civitavecchia (Roma): Prospettiva, 2008.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Favale, Gilberto. La sicurezza nella terra dell'odio: L'integrazione europea dei Balcani occidentali : il caso Kosovo. Civitavecchia (Roma): Prospettiva, 2008.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

La federazione perduta: Cronache e riflessioni sulla dissoluzione della Jugoslavia e sui Balcani occidentali. Perugia: Morlacchi editore U.P., 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

L' Unione europea e i Balcani occidentali: La prospettiva europea della regione (1996- 2007). Soveria Mannelli, Catanzaro: Rubbettino, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Balcani occidentali, Adriatico e Venezia fra XIII e XVIII secolo: Der westliche Balkan, der Adriaraum und Venedig 13. - 18. Jahrhundert. Wien: Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Ortalli, Gherardo, and Oliver Jens Schmitt. Balcani occidentali, Adriatico e Venezia fra XIII e XVIII secolo / Der westliche Balkan, der Adriaraum und Venedig (13.-18. Jahrhundert). Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2009. http://dx.doi.org/10.1553/0x001d4fb9.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Balcanes occidentales. Lonely Planet, 2019.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography