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Dissertations / Theses on the topic 'Bassa'

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Rumi, Alberto. "Breakdown nei gas a bassa pressione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Studio della crescita della scarica elettrica nei gas a bassa pressione con trattazioni teoriche, risultati sperimentali e rimandi ai principali studi sull'argomento. Indice: 1 Introduzione 2 Breakdown nei Gas a Bassa Pressione 2.1 Criterio di Townsend e Legge di Paschen 2.2 Tensione di Breakdown in Campi Uniformi 2.3 Scostamenti dalla Legge di Paschen 2.4 Breakdown in Campi Non Uniformi 2.5 Time Lags per il Breakdown 2.6 Breakdown nel Vuoto 2.7 Scariche Intermittenti post-Breakdown 3 Breakdown nei Contatori Geiger 3.1 Contatori Geiger 3.2 Conteggio Proporzionale 3.3 Conteggio Non-Proporzionale 3.4 Propagazione della Scarica A Sviluppi Successivi
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Russo, Giuseppe. "Geotermia a bassa entalpia: Validazione dei software applicativi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6707/.

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Abstract:
Trovare una fonte alternativa ai combustibili fossili non costituisce più una scelta, ma un obbligo. Lo sfruttamento dell’energia geotermica sta diventando una realtà sempre più diffusa, in quanto una forma di energia rinnovabile, pulita, economicamente conveniente, e con una giusta politica energetica potrebbe dare il suo importante contributo all’energia ottenuta da fonte rinnovabile. Ci sono però dei fattori da non sottovalutare, l’installazione e il funzionamento di impianti geotermici per il riscaldamento o raffrescamento di edifici può produrre alterazioni sull’ambiente circostante e nella falda acquifera. Attraverso un attento studio vengono presi in considerazione tutti i fattori che potrebbero provocare un cambiamento dell’equilibrio preesistente, e vengono individuate le soluzioni che permettono la fattibilità del progetto rispettando i parametri imposti dalla legge. Nell’istallazione di sistemi geotermici a bassa entalpia, il principale elemento da tenere sotto osservazione riguarda la previsione e il controllo delle temperature, in modo tale da impedire lo sviluppo di anomalie termiche. Il sistema preso in considerazione in questa tesi è un sistema geotermico open loop: attraverso un pozzo di adduzione viene prelevata acqua direttamente dalla falda acquifera, per il riscaldamento o il raffrescamento di un edificio, e reimmessa, ad una temperatura diversa, attraverso un pozzo di reimmissione. Si valuta l’impatto del sistema nel sottosuolo e le temperature raggiunte a seguito della messa in opera dell’impianto. In particolare, è proposto un modello numerico MODFLOW di un sistema open loop in un acquifero di sabbia e ghiaia, al fine di determinare l’influenza della reimmissione dal punto di vista idrico e termico. I dati risultanti da questo modello saranno confrontati con quelli ottenuti utilizzando un potente software, COMSOL MULTIPHYSICS. Infine si effettua l’analisi e il confronto dei dati ottenuti dai due software nelle diverse configurazioni del sistema e se ne individua la più adatta alle caratteristiche del sito in esame.
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Mariotti, Francesca <1976&gt. "Metrologia dei campi di radiazioni di bassa energia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/884/.

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Abstract:
The conversion coefficients from air kerma to ICRU operational dose equivalent quantities for ENEA’s realization of the X-radiation qualities L10-L35 of the ISO “Low Air Kerma rate” series (L), N10-N40 of the ISO “Narrow spectrum” series (N) and H10-H60 of the ISO “High Air-kerma rate” (H) series and two beams at 5 kV and 7.5 kV were determined by utilising X-ray spectrum measurements. The pulse-height spectra were measured using a planar high-purity germanium spectrometer (HPGe) and unfolded to fluence spectra using a stripping procedure then validate with using Monte Carlo generated data of the spectrometer response. HPGe portable detector has a diameter of 8.5 mm and a thickness of 5 mm. The entrance window of the crystal is collimated by a 0.5 mm thick Aluminum ring to an open diameter of 6.5 mm. The crystal is mounted at a distance of 5 mm from the Berillium window (thickness 25.4 micron). The Monte Carlo method (MCNP-4C) was used to calculate the efficiency, escape and Compton curves of a planar high-purity germanium detector (HPGe) in the 5-60 keV energy. These curves were used for the determination of photon spectra produced by the X-ray machine SEIFERT ISOVOLT 160 kV in order to allow a precise characterization of photon beams in the low energy range, according to the ISO 4037. The detector was modelled with the MCNP computer code and validated with experimental data. To verify the measuring and the stripping procedure, the first and the second half-value layers and the air kerma rate were calculated from the counts spectra and compared with the values measured using an a free-air ionization chamber. For each radiation quality, the spectrum was characterized by the parameters given in ISO 4037-1. The conversion coefficients from the air kerma to the ICRU operational quantities Hp(10), Hp(0.07), H’(0.07) and H*(10) were calculated using monoenergetic conversion coefficients. The results are discussed with respect to ISO 4037-4, and compared with published results for low-energy X-ray spectra. The main motivation for this work was the lack of a treatment of the low photon energy region (from a few keV up to about 60 keV).
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Cortesi, Simone. "Strategie per l’implementazione di combustioni a bassa temperatura (LTC)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Data la necessità di ridurre i consumi e le emissioni inquinanti delle autovetture, mantenendone comunque le prestazioni e il piacere di guida, è stato necessario sviluppare propulsori innovativi e ottimizzati. Uno dei più studiati risulta essere il motore a combustione omogenea HCCI (Homogeneus Charge compression ignition). Questa soluzione, sembrerebbe unire i vantaggi del motore ad accensione comandata e quelli del motore ad accensione per compressione, infatti la combustione HCCI avviene a temperature più basse rispetto a quella del normale ciclo Otto, per compressione e autoaccensione di una carica omogena e presenta una tecnica di regolazione che opera sulla qualità della miscela aspirata, cioè sulla quantità di combustibile iniettato. Queste caratteristiche dovrebbero garantire al nuovo propulsore, emissioni e consumi molto contenuti e un piacere di guida simile, se non superiore a quello delle odierne motorizzazioni Diesel o benzina. La validità di questa tecnologia in termini di prestazioni ed emissioni, è però compromessa dalla difficoltà di controllo della combustione: infatti quest'ultima, non essendo comandata da una candela come nel caso dei normali motori a benzina SI (Spark Ignition), è governata esclusivamente dalle condizioni chimico-fisiche della miscela omogenea presente all'interno della camera di combustione. Questo rende difficoltoso l'utilizzo di questo propulsore in situazioni di accensione a freddo, a bassi carichi e ad alti carichi ed è il motivo per cui non è stato ancora adottato per la motorizzazione di serie. Recentemente, Mazda, seguendo le linee guida del proprio progetto “Sustainable Zoom-Zoom 2030”, lanciato nel 2007, ha annunciato che nel 2019 sostituirà i propulsori a benzina Skyactiv-G, con il primo motore a benzina con accensione per compressione, cioè HCCI, denominato Skyactiv-X o SPCCI (Spark Controlled compression ignition).
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Pronti, Filippo. "Estrazione di minuzie in impronte digitali di bassa qualità." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17128/.

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Abstract:
Nell'ambito dei sistemi biometrici, quelli basati su fingerprint recognition sono ad oggi i più diffusi e i più utilizzati. Tra tutte le operazioni effettuate da un sistema di riconoscimento di impronte digitali, il focus in questo lavoro di tesi viene posto sull'estrazione di minuzie, concentrandosi su immagini di bassa qualità. Nella prima parte della tesi ci si concentra sull'implementazione e sulla valutazione di due algoritmi allo stato dell'arte: nel primo viene introdotta una metrica di qualità che fornisce una valutazione globale sull'immagine considerando la disposizione spaziale delle minuzie, mentre nel secondo ci si focalizza sulla rimozione di minuzie errate sulla base di patterns d'errore ricorrenti. Nella seconda parte della tesi, l'attenzione si sposta sull'analisi delle problematiche relative all'estrattore di minuzie utilizzato nel laboratorio BioLab. I risultati ottenuti sono positivi in rapporto all'applicabilità del primo algoritmo così come concepito, negativi in relazione al tentativo di sfruttare le strategie descritte per effettuare valutazioni locali a livello di singola minuzia. Per quanto riguarda il secondo algoritmo, i test effettuati ne mettono in luce una complessiva inapplicabilità. In una terza fase di test vengono infine individuati combinazioni di parametri in grado di migliorare le prestazioni dell'estrattore del laboratorio BioLab.
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6

Incerti, Parenti Serena <1982&gt. "Effetti del laser a bassa dose su cellule osteoblastiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7414/.

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Abstract:
La modulazione dei processi biologici legati al rimodellamento osseo tramite laser a bassa dose è una strategia promettente perché semplice, non invasiva e senza apparenti effetti indesiderati. L’ampio range di parametri laser proposti in letteratura rende tuttavia impossibile estrapolare linee guida univoche per la pratica clinica. L’obiettivo è stato quindi quello di determinare la dose ottimale di irradiazione laser sugli osteoblasti, cellule chiave nel processo di rimodellamento osseo. Sono stati valutati in vitro gli effetti di diverse dosi di laser su cellule umane simil-osteoblastiche Saos-2, analizzando vitalità cellulare, contenuto di DNA e rilascio di alcune proteine importanti per rimodellamento osseo e neoangiogenesi. Le dosi risultate più biostimolanti sono state poi utilizzate per indagare gli effetti del laser su migrazione e proliferazione di cellule Saos-2 sottoposte ad un protocollo di microferita in vitro, su espressione genica e rilascio di alcune proteine legate al metabolismo osseo, su vitalità cellulare e contenuto di DNA. La vitalità cellulare è stata modulata in maniera dose-dipendente dalla irradiazione singola con laser GaAlAs (915 nm) per 10, 48, 96, 193 e 482 secondi usando dosi di 1, 5, 10, 20 e 50 J∕cm2, rispettivamente. Complessivamente, i dati ottenuti indicavano un effetto biostimolante della dose 10 J/cm2 e uno bioinibitorio delle dosi 20 e 50 J∕cm2. A seguito di irradiazione singola di cellule Saos-2 sottoposte ad un protocollo di microferita in vitro per 0, 48, 96 e 144 secondi, raggiungendo rispettivamente dosi di 0, 5, 10 e 15 J/cm2, le cellule irradiate presentavano una maggiore capacità di guarigione rispetto a quelle non irradiate. La dose 15 J/cm2 risultava però meno stimolante, suggerendo una sua ridotta capacità di indurre la guarigione. Complessivamente, i dati ottenuti indicavano che il laser fosse in grado di stimolare la guarigione di microferite in vitro agendo principalmente su migrazione cellulare e deposizione di collagene.
The modulation of the biological processes underlying bone remodeling by low-level laser irradiation is a highly promising strategy because it is easy to administrate, noninvasive and safe. Several parameters of laser irradiation have been proposed and this makes it difficult to obtain unambiguous clinical guidelines. The aim of the present study was to in vitro apply a wide range of doses in order to identify the laser settings responsible for biostimulatory or bioinhibitory effects on Saos-2 human osteoblast-like cells by means of morphology, viability, DNA synthesis analyses and release of relevant key molecules affecting bone remodeling and neoangiogenesis. The maximally biostimulating doses were also used in an in vitro scratch-wound healing assay in order to analyze the influence of laser irradiation on the migration and proliferation of osteoblast-like cells and to evaluate modulation by laser irradiation of cell viability, DNA synthesis, differential gene expression and release of bone metabolism related proteins. The viability of Saos-2 cells was modulated in a dose-dependent manner by a single GaAlAs laser irradiation (915 nm) for 10, 48, 96, 193 e 482 seconds reaching doses of 1, 5, 10, 20 e 50 J∕cm2, respectively. A dose of 10 J∕cm2 induced a biostimulatory cell response whereas doses of 20 or 50 J∕cm2 determined a bioinhibitory effect. After a single irradiation for 0, 48, 96 e 144 seconds reaching doses of 0, 5, 10, e 15 J∕cm2, respectively, laser significantly improved wound healing compared with non-irradiated controls. The 15 J∕cm2 laser-irradiated group showed a tendency toward increased wound area compared with that of other laser-treated groups at each experimental time, suggesting a decreased healing ability for this dose. Laser irradiation at 915 nm promoted wound healing mainly through stimulation of cell migration and collagen deposition by osteoblasts.
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Romboli, Simone. "Simulazione di protocolli di gossip in territori a bassa connettività." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11959/.

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Abstract:
I mondi di Smart City e Internet-of-Things si stanno ampliando notevolmente grazie all'evoluzione continua delle tecnologie. Tuttavia risultano escluse dall'ambito di interesse le zone rurali e decentralizzate perché spesso prive di un'infrastruttura di rete ben definita. A fronte di questo problema, i dispositivi che si trovano in queste zone potrebbero auto-organizzarsi per comunicare instaurando collegmenti di tipo peer-to-peer e utilizzando protocolli di disseminazione di informazioni basati su gossip. In questa tesi sono trattate le seguenti questioni e mediante alcune simulazioni al calcolatore sono riprodotti alcuni scenari per valutare le prestazioni degli algoritmi di Gossip with Fixed Probability e Conditional Broadcast e la diffusione delle informazioni tra i nodi all'interno di una rete creata in maniera opportunistica.
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Graziani, Filippo. "Modulazioni "Time-reversal" con codifiche a bassa profondità per comunicazioni ultrasoniche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22625/.

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Abstract:
Nel presente elaborato viene affrontata la tematica relativa alla comunicazione mediante onde ultrasoniche guidate. Nel dettaglio, l'attenzione viene rivolta alla propagazione delle onde di Lamb, le quali sono in grado di propagarsi su strutture molto sottili con bassa attenuazione, dando luogo alla possibilità di realizzare questo schema di comunicazione. La tecnica "time-reversal" sfrutta le proprietà di queste onde, ovvero la focalizzazione spaziale e temporale, per portare dei picchi accentuati al ricevitore in corrispondenza dell'informazione utile. Questa tecnica, accoppiata con la Pulse Position Modulation, consente la realizzazione di sistemi di comunicazione con più nodi sensori contemporaneamente attivi in trasmissione e uno o più nodi sensori in ricezione. Viene inoltre considerata la possibilità di sfruttare algoritmi di quantizzazione, intesa come capacità di generazione del segnale in uscita su un numero limitato di livelli, al fine di rendere il sistema di comunicazione semplice ed economico. Le prestazioni del sistema sono verificate mediante simulazioni, realizzate in ambiente di sviluppo Matlab.
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Barberio, Serena. "Analisi del comportamento dinamico dei pannelli radianti a bassa inerzia e convenzionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22454/.

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Abstract:
L’obiettivo della presente Tesi è l’analisi delle condizioni di comfort termico in un locale dotato di un impianto di riscaldamento di tipo radiante. Attraverso simulazioni numeriche sono esaminate le condizioni di benessere termico e i consumi energetici di tre diversi pavimenti radianti: un pavimento con stratigrafia classica e due di tipo innovativo a bassa inerzia (privi di massetto), distinti da diversi spessori di isolante termico. Viene simulato il funzionamento dell’impianto in condizioni stazionarie di regime e in situazioni di transitori termici e vengono eseguite simulazioni dinamiche dell’intera stagione di riscaldamento, ottenendo la distribuzione tridimensionale di temperatura radiante sull’intero volume della zona termica. I risultati conseguiti dai diversi sistemi in termini di reattività a variazioni di carico termico e conseguenti condizioni di comfort interno sono confrontati sia fra di loro, sia con quelli di un pannello radiante a soffitto, sia con quelli di un impianto a radiatore. I modelli sono realizzati su ALMABuild, software per la simulazione dinamica di sistemi edificio-impianto sviluppato in ambiente Simulink (MATLAB) presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna. I risultati ottenuti evidenziano come la minore inerzia dei pavimenti radianti innovativi renda tali sistemi molto più veloci rispetto al pavimento radiante classico nell’adeguare la potenza termica emessa alle mutate esigenze del locale e nel ripristinare le ottimali condizioni di comfort interno. La tipologia di pavimento radiante innovativo dotato di un alto spessore di isolante termico determina il minor consumo energetico stagionale, disperdendo la minore energia termica verso l’ambiente sottostante e mantenendo la temperatura dell’aria interna entro la banda di regolazione per un tempo maggiore, con conseguenti migliori condizioni di benessere termico.
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Vigorito, Christian. "Implementazione di algoritmi di stima della distanza con segnali a bassa frequenza." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3534/.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di definire degli algoritmi in grado di comprendere le prestazioni raggiungibili dalla tecnica NFER alternativa in termini di ranging e accuratezza e, di conseguenza, dedurre se il sistema sia utilizzabile o meno.
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Bagnoli, Alessandro. "Analisi degli errori di estrazione di minuzie in impronte di bassa qualita." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9152/.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare i casi in cui un particolare algoritmo di estrazione delle minuzie da immagini di impronte digitali compie notevoli errori, e di migliorarne le prestazioni.
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Garimberti, Giovanni. "Modellazione dinamica di sistemi per il recupero termico di sorgenti a bassa entalpia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Negli ultimi anni, a causa delle sempre maggiori preoccupazioni per l’impatto ambientale e la reperibilità dei combustibili fossili, è andato aumentando l’interesse per l’efficientamento energetico e i sistemi a fonte rinnovabile. I sistemi ORC (Organic Rankine Cycle), in particolare, emergono in questo contesto come una delle tecnologie più mature per il recupero di calore da sorgenti a bassa entalpia. Questo elaborato di tesi si colloca nella campagna di studio in corso presso il laboratorio DIN dell’Università di Bologna, dove è stato installato un banco prova ORC sperimentale di piccola taglia (la potenza elettrica nominale è pari a 3 kW, con un rendimento termodinamico del 10%). Si sono voluti approfondire in particolare gli aspetti legati al comportamento dinamico e al controllo di questi sistemi, con l’obiettivo di migliorare un modello dell’impianto di laboratorio realizzato in un precedente lavoro di tesi. L’analisi dinamica, una volta che un sistema è stato dimensionato e caratterizzato dal punto di vista termodinamico, risulta un elemento fondamentale per prevedere il comportamento in condizioni diverse da quelle di progetto e per studiare la logica di controllo più adeguata. Naturalmente questo richiede la costruzione di modelli più accurati, in grado di tenere conto anche delle inerzie dei vari componenti. La prima parte dell’elaborato riporta i principali risultati emersi dallo studio della letteratura, in cui si sono indagati sia gli aspetti matematici che quelli legati alla regolazione. La seconda parte è dedicata invece alle prove fatte per estendere la validazione di un modello realizzato in precedenza in ambiente AMESim. Oltre a testare il modello in diverse configurazioni riconducibili a prove sperimentali realizzate in laboratorio si è usato lo strumento informatico per simulare una logica di controllo automatico, di cui il banco prova è attualmente sprovvisto.
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Cappelli, Giacomo. "Progetto preliminare e modellazione CAD di motore Stirling a bassa differenza di temperatura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L’obbiettivo di questo elaborato di tesi è verificare la fattibilità di una macchina di Stirling a basso costo e stimare a livello preliminare possibili rendimenti e potenze erogabili. Si è prevista una alimentazione con scarti termici di processi di lavorazione o di centrali elettriche, dove si ipotizza che l’acqua venga scaricata a pressione ambiente a temperature prossime ai 90°C. Perciò, il motore è progettato considerando una differenza di temperatura di 80°C fra sorgente calda e fredda (in prima approssimazione si assume una temperatura esterna media di 10°C) e si ricava la potenza erogata e il rendimento. Come prima fase di lavoro ho visionato dispense e libri disponibili in rete, per documentarmi su questa macchina di cui non avevo sentito parlare durante il mio ciclo di studi; dai documenti trovati ho potuto comprendere la storia ed il ciclo termodinamico del motore inventato dai fratelli Stirling. Dopo aver capito il funzionamento del motore ho definito il modello matematico di studio, scegliendo l’approccio isotermico, proposto dal Professor Urieli della Ohio University. Oltre alla spiegazione dell’analisi di Schimdt, utile per rilevare le capacità termodinamiche del motore sotto esame, sul sito sono disponibili anche codici di simulazione utili a comprendere i principi di funzionamento di questi motori. Osservando questi programmi e studiando l’architettura tipica dei motori Stirling a bassa differenza di temperatura ho realizzato due funzioni che permettono l’ottimizzazione su base statistica e l’analisi della macchina da me progettata. Terminata la definizione dei parametri dimensionali del motore, ho proceduto con la realizzazione di un modello semplificato CAD 3D del motore, utilizzando il programma di disegno Solidworks. Completati i disegni di tutti i singoli componenti, essi sono stati assemblati ed è stato testato virtualmente il movimento reciproco delle parti.
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Quadrelli, Tommaso. "Sviluppo di un firmware per un sistema di sensing impedenziometrico a bassa potenza." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10162/.

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Abstract:
Il progetto vuole realizzare un sistema ultra low power, in grado di monitorare variabili fisiche quali temperatura e conducibilità dell'acqua nelle profondità marine in autonomia, per una durata complessiva di due anni. Il salvataggio dei dati raccolti nel periodo di utilizzo avrà come fine ultimo lo studio dei cambiamenti climatici relativi all'ambiente marino. Volendo collocare il sistema di monitoraggio sul dorso di pesci o in profondità oceaniche non facilmente accessibili è necessario garantire dimensioni ridotte e un funzionamento autonomo duraturo al termine del quale sarà possibile scaricare i dati raccolti. Nel tentativo di rispettare la specifica relativa al ciclo di lavoro autonomo del sistema è stato importante adottare una politica rigorosa riguardante i consumi estremamente ridotti, senza però venir meno alle ulteriori specifiche di progetto, riportate in dettaglio nei paragrafi successivi. Dalla progettazione circuitale alla realizzazione del firmware, passando per una minuziosa scelta della componentistica a minor consumo, ho avuto la possibilità di dar vita all'intero progetto in autonomia, confrontandomi con tutti gli aspetti e le problematiche che la realizzazione di un simile progetto porta con se.
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Gentilini, Thomas. "Tecniche di analisi di power quality in reti di bassa tensione con generazione distribuita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il lavoro di tesi è suddiviso in due parti: studio e creazione di modelli di rete BT con generazione distribuita e analisi dei risultati ottenuti, con particolare attenzione nei confronti del range di frequenze in cui si hanno emissioni da parte degli inverter presenti. Le forme d'onda acquisite sono state valutate attraverso le indicazioni degli standard IEC 61000-4-7 e IEC 61000-4-30 e successivamente con un algoritmo di interpolazione in frequenza, in ogni caso si è cercato di stabilire vantaggi, svantaggi e comportamento in situazioni di leakage. Nella parte conclusiva della tesi si è proposto un nuovo metodo di applicare lo standard IEC 61000-4-7
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Rossi, Filippo. "Studio dell'applicazione di tecniche di navigazione GPS a missioni Cubesat in orbita bassa terrestre." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Elaborato finale di laurea sviluppato in continuità con l’attività di tirocinio curriculare, svolta in modalità telematica presso l’Università di Bologna nel campo dei microsatelliti e dei microsistemi spaziali. L’Università di Bologna, negli ultimi anni, ha intensificato la ricerca nel campo dei microsatelliti e dei microsistemi, studiando e sviluppando componenti, sistemi e strutture sempre più all’avanguardia del processo tecnologico. Lo scopo di questo elaborato è proseguire il percorso di ricerca nel campo dei cubesat, analizzando la possibilità di ridurre ulteriormente le dimensioni dei componenti del payload. Partiremo studiando i sistemi di navigazione satellitare GNSS, nello specifico i sistemi GPS. In seguito, si studierà l’evoluzione dei satelliti sotto l’aspetto tecnico-scientifico, approfondendo il funzionamento e lo sviluppo dei piccoli satelliti, quali i Cubesat. Verranno descritti i sottosistemi principali e le loro funzioni, con un occhio di riguardo per il sottosistema GPS, analizzando le tre componenti principali del sistema: antenna, ricevitore e computer di bordo. Successivamente, con l’utilizzo di KiCad, un software per il design dei circuiti stampati (Printed Circuit Board – PCB), si tenterà di sviluppare le varie componenti del sottosistema. L'elaborato è volto all’analisi di microcomponenti, con l’ambizione di sviluppare nuove tecnologie per la navigazione satellitare.
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Di, Fiore Giorgio <1984&gt. "Evoluzione Morfotettonica delle Aree Alpine "Sempione" e "Brennero" attraverso Studi Termocronologici di bassa temperatura." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4528/.

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Abstract:
E’ mostrata l’analisi e la modellazione di dati termocronologici di bassa temperatura da due regioni Alpine: il Sempione ed il Brennero. Le faglie distensive presenti bordano settori crostali profondi appartenenti al dominio penninico: il duomo metamorfico Lepontino al Sempione e la finestra dei Tauri al Brennero. I dati utilizzati sono FT e (U-Th)/He su apatite. Per il Sempione i dati provengono dalla bibliografia; per il Brennero si è provveduto ad un nuovo campionamento, sia in superficie che in sotterraneo. Gli attuali lavori per la galleria di base del Brennero (BBT), hanno consentito, per la prima volta, di raccogliere dati di FT e (U-Th)/He in apatite in sottosuolo per la finestra dei Tauri occidentale. Le analisi sono state effettuate tramite un codice a elementi finiti, Pecube, risolvente l’equazione di diffusione del calore per una topografia evolvente nel tempo. Il codice è stato modificato per tener conto dei dati sotterranei. L’inversione dei dati è stata effettuata usando il Neighbourhood Algorithm (NA), per ottenere il più plausibile scenario di evoluzione morfotettonico. I risultati ottenuti per il Sempione mostrano: ipotetica evoluzione dello stile tettonico della faglia del Sempione da rolling hinge a low angle detachment a 6.5 Ma e la cessazione dell’attività a 3 Ma; costruzione del rilievo fino a 5.5 Ma, smantellamento da 5.5 Ma ad oggi, in coincidenza dei cambiamenti climatici Messiniani e relativi all’inizio delle maggiori glaciazioni; incremento dell’esumazione da 0–0.6 mm/anno a 0.6–1.2 mm/anno a 2.4 Ma nell’emisfero settentrionale. I risultati al Brennero mostrano: maggiore attività tettonica della faglia del Brennero (1.3 mm/anno), maggiore attività esumativa (1–2 mm/anno) prima dei 10 Ma; crollo dell’attività della faglia del Brennero fra 10 Ma e oggi (0.1 mm/anno) e dell’attività esumativa nello stesso periodo (0.1–0.3 mm/anno); nessun aumento del tasso esumativo o variazioni topografiche negli ultimi 5 Ma.
This work concerns the uplift and exhumation history of Simplon and Brenner Alpine regions by means of low-temperature thermochronological analysis (apatite FT and U-Th/He) and modeling. Simplon and Brenner normal faults border deep crustal sectors belonging to the Penninic domain: Lepontine dome core complex for Simplon; ophiolitic units and Penninic basement and covers units for Brenner. Data were collected from literature for the Simplon, whereas a surface and subsurface sampling was provided for the Brenner. In the latter case the realization of the Brenner tunnel (BBT) allowed, for the first time, to collect underground apatite FT and (U-Th)/He data for the western Tauern window. Modeling was made using: a finite elements code that computes the solution of the heat diffusion equation for a time varying topography, Pecube (whose code was modified during this thesis in order to take into account underground data; an inversion procedure by the Neighbourhood Algorithm (NA), with the aim to obtain the most plausible morphotectonic scenario. Results for the Simplon region show: an hypothetic change of the tectonic style of the Simplon fault from rolling hinge to low angle detachment at 6.5 Ma, and the cessation of its activity at 3 Ma; relief construction until 5.5 Ma followed by dismantle between 5.5 and 0 Ma, during the climatic changes of Messinian age and related to glacial cycles onset on the northern hemisphere; increment of exhumation activity (0–0.6 mm/yr to 0.6–1.2 mm/yr) when glaciations on the northern hemisphere began. Brenner results show: major fault (1.3 mm/yr) activity of the Brenner line as well as a major exhumation (1 - 2 mm/yr) before 10 Ma; fault activity (0.1 mm/yr) and exhumation (0.1–0.3 mm/yr) decrease between 10 and 0 Ma; no exhumation rate increase or evident topographic changes during the glacial cycles.
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Tufano, Ermanno. "Evidenze dell'induzione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza da parte di Dna in soluzione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4199/.

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Cafaggi, Sara. "Ricostruzione della morfologia mediante processo fotogrammetrico da volo a bassa quota con low cost UAV." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di confrontare il movimento del sedimento costituente la duna a sud di Foce Bevano nell’arco di tre mesi invernali; realizzato tramite la ricostruzione tridimensionale della superficie da fotogrammetria aerea a bassa quota. Sono stati effettuati due rilievi fotografici (Ottobre e Dicembre, 2017) tramite UAV (Unmanned aerial vehicle) e questi sono stati confrontati con un simultaneo rilievo tramite TLS (Terrestrial Laser Scanner), si sono discussi i risultati del rilievo tramite UAV mettendo a confronto le ricostruzione dei DEM che sono stati restituiti dal programma Pix4D. Questo metodo è risultato rapido e preciso, producendo risultati con un errore medio dell’ordine del millimetro. Riferito al rilievo di ottobre i risultati registrati di errore medio in metri sui tre assi X,Y,Z sono (-0.000077, 0.00013, -0.000027), dicembre, sempre riferito ai tre assi abbiamo i seguenti valori di errore medio in metri: ( 0.000032, -0.000108, 0.000068). Dal confronto con la ricostruzione TLS vediamo come la differenza tra i due modelli sia di pochi millimetri potendo quindi affermare che queste due tecniche sono entrambe efficaci in termini di precisione. Dal confronto fra le due superfici è risultato quindi come si sia creata una zona di sostanziale equilibrio sulla spiaggia prospiciente la duna, zona dominata da dinamiche marine, con lieve accumulo nella zona meridionale. La zona interna alle Ganivelles è fondamentalmente stabile o in lieve accumulo specialmente nella parte più a sud. Il fatto che ci siano zone di accumulo è indice dell’efficacia del sistema di ripristino ganivelles adottato sul sito bevano sud.
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Bulzaga, Stefano. "Studio dell'invecchiamento termico di LDPE utilizzato per i cavi in bassa tensione nelle centrali nucleari." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
I sistemi di sicurezza e controllo delle centrali nucleari fanno affidamento sull’utilizzo di cavi in bassa tensione (I&C cables) i quali nel corso della loro vita operativa sono sottoposti a sollecitazioni di natura diversa. Le alte temperature e gli elevati livelli di radiazione causano infatti la degradazione dell’isolamento, costituito da materiale polimerico.. Per l’analisi del polimero si è scelta una temperatura di invecchiamento termico pari a 90°C, siccome questa risulta essere la tipica temperatura di lavoro dei cavi in bassa tensione all’interno delle centrali nucleari. L’invecchiamento termico è stato condotto in una stufa ad aria ed in una stufa da vuoto in maniera tale da mettere in evidenza le differenze in termini di fenomeni di degradazione ossidativa. L’analisi delle proprietà elettriche del polimero studiato sono state condotte mediante tecniche di spettroscopia dielettrica, la quale permette di determinare grandezze come la permettività immaginaria, correlata alle perdite dielettriche dei cavi.Sono state analizzate inoltre le proprietà meccaniche del LDPE attraverso prove di trazione effettuate con l’UTM (Universal test machine) del Dipartimento “Giacomo Ciamician” di Bologna così da ricavare grandezze come lo sforzo a rottura, il modulo di Young e l’allungamento a rottura in funzione del tempo di invecchiamento. Quest’ultimo, tra le proprietà meccaniche risulta essere uno dei migliori indicatori per la determinazione del grado di invecchiamento. Infine è stata realizzata anche una caratterizzazione chimica attraverso la realizzazione di una spettroscopia infrarossa IR in trasformata di Fourier (FTIR) per l’analisi delle variazioni di concentrazione dei diversi gruppi chimici, ed analisi di Oxidation Induction Time(OIT) per studiare il contributo dell’ossidazione, principale fenomeno di degradazione in ambiente atmosferico.
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Pietrangeli, Marco. "Analisi e caratterizzazione di isolanti polimerici per cavi di bassa tensione utilizzati nelle centrali nucleari." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi ha l'obbiettivo di studiare gli effetti dell’invecchiamento termico e radiativo sui parametri elettrici dell’isolante polimerico, utilizzato nei cavi di bassa tensione nelle centrali nucleari. Il materiale studiato è il polietilene crosslinkato (XLPE), additivato in diverse concentrazioni tra antiossidanti a base fenolica, antiossidanti a base tioeterica e ritardanti di fiamma (ATH). Le tecniche di misura impiegate sono state la spettroscopia dielettrica, la conducibilità e il voltage breakdown in AC.
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Bucci, Maria Rita. "Analisi idro - morfologica dell'evoluzione del litorale indotta da opere a cresta bassa a Punta Marina." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/730/.

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Ballarini, Davide. "Progetto, realizzazione e validazione di uno strumento per misure di campo magnetico in bassa frequenza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6408/.

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Vieira, Rui Fernando Miranda. "Cahora Bassa no desenvolvimento de Moçambique e na política portuguesa de cooperação para o desenvolvimento." Master's thesis, Instituto Superior de Economia, 1990. http://hdl.handle.net/10400.5/13339.

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OUM, NDIGI. "Les basa du cameroun et l'antiquite pharaonique egypto-nubienne : recherche historique et linguistique comparative sur leurs rapports culturels a la lumiere de l'egyptologie." Lyon 2, 1997. http://www.theses.fr/1997LYO20096.

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Abstract:
A l'instar des travaux scientifiques de c. A. Diop relatifs a la reconstruction de l'histoire des peuples africains, l'etude soutient l'existence de liens historiques etroits et multiformes, d'un fond et d'un continuum culturels communs, ainsi que d'une parente linguistique de type genetique entre les basa, groupe bantu du sud-cameroun, et l'ancienne civilisation pharaonique egypto-nubienne, en termes non pas de diffusion, mais de foyer commun. Cette conclusion, qui resulte d'une demarche pluridisciplinaire, s'appuie sur un faisceau de preuves concordantes, a savoir des faits culturels et linguistiques saillants etablis a partir de sources aussi diverses que l'ethnonymie, la toponymie, les traditions orales, la mythologie comparee, l'histoire, la linguistique comparative, l'archeologie, l'art prehistorique saharien, la critique litteraire et l'egyptologie. L'etude est articulee en trois parties. Premierement, l'histoire et la geographie des contacts qui, aussi bien dans le cadre general du peuplement de la vallee du nil et de l'afrique subsaharienne que specifique des migrations bantu, revelent des populations en mouvement. Deuxiemement, la linguistique comparee ou l'auteur se prevaut tout d'abord des travaux precurseurs et peu cites de certains linguistes et egyptologues (k. Meinhof, j. Capart, r. Cottevieille-giraudet, h. P. Blok, f. Daumas, entre autres) pour legitimer la comparaison entre l'egyptien ancien et les autres langues africaines modernes, avant de preciser sa methode qui, differente de celles de th. Obenga et de j. Greenberg, consiste a conjuguer les rapprochements directs et indirects (a l'aide du proto-bantu), tout en etablissant des correspondances regulieres a partir d'un large echantillon comportant le vocabulaire de base, le lexique culturel et les lexiques specialises. Les resultats probants ainsi obtenus (lexicaux et grammaticaux), nettement superieurs (en quantite et en qualite) a ceux habituellement invoques en faveur d'une parente egypto-semitique etroite, impliquent et fondent la remise en cause de la pertinence de la famille dite afro-asiatique, tout autant que la pretendue non-representation des voyelles dans l'ecriture hieroglyphique. Troisiemement, les faits de civilisation et les phenomenes de pensee (techniques, institutions, loisirs, etc) ou sont mises en evidence de nombreux paralleles et d'etroites parentes
Like c. A. Diop's scientific works devoted to the reconstruction of african peoples'history, the thesis defends the reality of close and multi-faceted historical relations, a common cultural foundation and continuum and genetic linguistic relationship between the basa people, a bantu group of southern cameroon, and the ancient pharaonic civilization of egypt and nubia, in terms of common homeland rather than diffusion. As a result of a multi-disciplinary approach, this argument is based on a large body of concordant proof and evidence such as striking cultural and linguistic features provided by various sources, ethnonymy, toponymy, oral traditions, comparative mythology, history, comparative linguistics, archaeology, saharan prehistorical art, textual criticism and egyptology. The study is divided into three parts. Firstly, the history and geography of contacts which reveal populations on the move, both within the general framework of the peopling of the nile valley and subsaharan africa and the special one of bantu migrations. Secondly, comparative linguistics where the author, first of all, avails himself of the writings of some precursors, linguists and egyptologists (k. Meinhof, j. Capart, r. Cottevieille-giraudet, h. P. Blok, f. Daumas, etc. ), but hardly mentioned in literature, to justify the comparison between ancient egyptian and modern african languages and then, makes clear his method, quite different from th. Obenga's and j. Greenberg's, which combines direct and indirect comparison (through proto-bantu data) while establishing regular correspondences from a large corpus consisting of basic, cultural and special vocabularies. The convincing results achieved (both lexical and grammatical) turn out to be far more important than those usually referred to for a close egyptian-semitic relationship, and consequently question the pertinence of the so-called afro-asiatic family as well as the alleged absence of vowels in hieroglyphic writing. Thirdly, civilization features and ways of thinking (techniques, institutions, leisure, etc. ) where numerous parallels are drawn and close relationships put forward (common queen's name in meroitic and basa : kandake / kindak, iron metallurgy, health care, political and legal systems, coronation rites, cosmovision, with characteristic symbolic figures such as the human-headed bird and the falcon-headed lion
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Grasso, Antonio. "Sviluppo di un modello debolmente supervisionato a bassa complessità per la ricerca di anomalie in immagini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20024/.

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Abstract:
Il lavoro di questa tesi nasce dall’esigenza di rilevare difetti di produzione in ambito industriale tramite sensori di visione intelligenti, che si traduce in un problema di anomaly detection nelle immagini. Le tecniche allo stato dell’arte, come gli autoencoder convoluzionali, garantiscono ottimi risultati a fronte tuttavia di un’alta complessità. In questa tesi viene dunque proposto un modello di apprendimento supervisionato compatibile con i requisiti del contesto industriale. In particolare, ci si è posti l’obiettivo di sviluppare un modello in grado di essere addestrato con un numero limitato di esempi in tempi rapidi e con un basso consumo di risorse computazionali, capace di funzionare senza la presenza di parametri di configurazione. Tale modello si compone di un descrittore efficiente ed efficace per l’estrazione di feature dalle immagini e di un classificatore a valle. La scelta del classificatore è ricaduta sulla one-class SVM per via delle sue molteplici caratteristiche vantaggiose, tra cui la possibilità di essere addestrata in tempi rapidi. Per migliorare le performance del modello nella ricerca di anomalie, è stato prima messo a punto un metodo di data augmentation in grado di riprodurre le feature estratte dal descrittore tramite tecniche statistiche di sampling da distribuzioni discrete. In secondo luogo, sono state proposte nuove funzioni kernel per la one-class SVM in grado di sfruttare la struttura delle feature del descrittore al fine di avvicinare gli esempi simili e allontanare gli esempi diversi nello spazio delle feature. I risultati ottenuti dimostrano che il modello e le modifiche del modello proposte rappresentano una buona soluzione al problema di ricerca di anomalie nelle immagini capace di rispettare i requisiti di bassa complessità del contesto industriale.
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Palermo, Idone Elvira. "Modellizzazione della vita di cavi a bassa tensione per applicazioni nucleari attraverso prove elettriche non distruttive." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il modello predittivo si basa sulla simulazione delle condizioni ambientali tramite test accelerati. In questo studio, i differenti materiali, accomunati da una matrice di XLPE, sono stati invecchiati a tre differenti condizioni di radiazione in modo da simulare l’invecchiamento tipico di una centrale nucleare. Lo scopo della modellizzazione delle proprietà del cavo con l’invecchiamento è quello di stimare la vita residua del cavo in servizio o di uno nuovo. In particolare, la modellizzazione delle proprietà elettriche, aumenta la possibilità di valutare lo stato dei cavi attraverso tecniche non distruttive gettando le basi per un metodo diagnostico per cavi in situ. Tramite il Modello si arriva a conoscere le proprietà ricercate conoscendo i valori delle costanti (proprie del materiale) provenienti dall’imposizione della legge di potenza e della legge di potenza inversa. Idealmente, se conoscessimo i valori delle costanti in questione per tutti i materiali allora avremmo la possibilità di costruire una curva di vita (direttamente tramite la caratterizzazione elettrica) per ogni cavo, permettendo la diagnosi degli interi cavi in una maniera semplice, veloce e non invasiva.
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Vescovi, Carlo Andrea. "A CONFRONTO - strategie di rigenerazione del tessuto industriale, il caso studio della Bassa Valle del Foglia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21434/.

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Abstract:
Il tessuto industriale sta iniziando oggi un percorso di deterioramento e abbandono, dettato dall’obsolescenza delle strutture e dall’evoluzione dell’economia. Tali processi hanno ricadute negative sull’ambiente limitrofo ma rappresentano una possibilità di rigenerazione che la società contemporanea può sfruttare a suo favore. Questa tesi dimostra come sia possibile trasformare le aree industriali creando nuovi spazi urbani. Gli obiettivi principali del lavoro sono: 1. connettere, creare nuovi rapporti tra ambiti industriali e quelli naturali; 2. percepire, collegare visivamente attraverso elementi riconoscibili in modo coerente l’immagine della città; 3. adattare, aumentare la resilienza degli ambiti urbani permettendo allo stesso tempo un’elevata fruizione dell’ambito fluviale. La tesi tratta principalmente un carattere urbano: il limite, ossia quell’elemento che delimita un luogo, ne identifica la sua fine. Partendo da un’analisi generale della Bassa Valle del Foglia la tesi si concentra sull’area studio dell’area produttiva zona Tombaccia, una delle più antiche della città e vicina al centro urbano. La demolizione selettiva degli edifici a basso indice di trasformazione e l’innesto di nuovi dispositivi naturali nel tessuto antropico permettono la completa trasformazione dell’area. Viene proposta una strategia multi temporale che tiene conto sia di dinamiche territoriali sia di dinamiche locali. Nello specifico il lavoro di tesi si concentra sul progetto compositivo dell’area, capendone le dinamiche esistenti e plasmandone le nuove. Il progetto dell’area studio è fondamentale per estrapolare dei principi generali applicabili poi a vasta scala e presenta delle linee guida, dei principi strategici, applicabili a aree con caratteristiche simili. Quella che viene qui proposta è una possibilità concreta e pragmatica di trasformazione delle aree industriali che tiene conto delle necessità attuali senza mai trascurare la coerenza che la città contemporanea richiede.
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Siliotto, Matteo. "Valutazione analitica delle aree di delaminazione in materiali compositi avanzati soggetti ad impatti a bassa velocità." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6005/.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi è stato elaborato un modello analitico al fine di ottenere una stima dell’ampiezza di delaminazione a seguito di impatti a bassa velocità in laminati in composito, in particolare carbon/epoxy. Nel capitolo 2 è descritto il comportamento meccanico di tali laminati (equazioni costitutive della singola lamina, dell’intero laminato e costanti ingegneristiche dell’intero laminato per qualsiasi sistema di riferimento). Nel capitolo 3 viene descritta la filosofia di progettazione damage tolerance per tali materiali sottoposti a low-velocity impact (LVI) e richiamato il concetto di structural health monitoring. In particolare vengono descritti i tipi di difetti per un laminato in composito, vengono classificati gli impatti trasversali e si rivolge particolare attenzione agli impatti a bassa velocità. Nel paragrafo 3.4 sono invece elencate diverse tecniche di ispezione, distruttive e non, con particolare attenzione alla loro applicazione ai laminati in composito. Nel capitolo 4 è riportato lo stato dell’arte per la stima e la predizione dei danni dovuti a LVI nei laminati: vengono mostrate alcune tecniche che permettono di stimare accuratamente l’inizio del danno, la profondità dell’indentazione, la rottura delle fibre di rinforzo e la forza massima di impatto. L’estensione della delaminazione invece, è difficile da stimare a causa dei numerosi fattori che influenzano la risposta agli impatti: spesso vengono utilizzati, per tale stima, modelli numerici piuttosto dispendiosi in termini di tempo e di calcolo computazionale. Nel capitolo 5 viene quindi mostrata una prima formula analitica per il calcolo della delaminazione, risultata però inaffidabile perché tiene conto di un numero decisamente ristretto di fattori che influenzano il comportamento agli LVI. Nel capitolo 6 è mostrato un secondo metodo analitico in grado di calcolare l’ampiezza di delaminazione mediante un continuo aggiornamento della deflessione del laminato. Dal confronto con numerose prove sperimentali, sembra che il modello fornisca risultati vicini al comportamento reale. Il modello è inoltre fortemente sensibile al valore della G_IIc relativa alla resina, alle dimensioni del laminato e alle condizioni di vincolo. É invece poco sensibile alle variazioni delle costanti ingegneristiche e alla sequenza delle lamine che costituiscono il laminato. La differenza tra i risultati sperimentali e i risultati del modello analitico è influenzata da molteplici fattori, tra cui il più significativo sembra essere il valore della rigidezza flessionale, assunto costante dal modello.
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Bonora, Sara. "Sistemi di monitoraggio per la bassa e media intensita di cura: stato dell'arte e sviluppi futuri." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7558/.

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Abstract:
La suddivisione in aree assistenziali per intensità di cura e non in reparti e unità operative, consente al personale medico e sanitario una migliore gestione del paziente, ponendolo al centro del suo percorso di cura, evitando dispersioni, sprechi di tempo, di spazio, di risorse e consentendo una ottimizzazione del proprio lavoro. I settori su cui questo elaborato tende a focalizzarsi maggiormente, sono le aree a media e bassa intensità. Tali aree ospitano pazienti i quali necessitano di monitoraggio dei propri parametri fisiologici vitali, ma non in modo invasivo e costante come al contrario avviene in aree assistenziali ad intensità più alta. Si tratterà in particolare di quali dispositivi sono i più adatti per essere impiegati all’interno di tali aree. Si vuole sottolineare l’importanza della “modularità” di questi dispositivi, ovvero la possibilità di rilevare solo ed esclusivamente i parametri che realmente servono al medico per comprendere il quadro clinico del paziente in fase di stabilizzazione. I dati rilevati vengono poi generalmente trasmessi a un accentratore attraverso Bluetooth o altri standard a corto raggio. La cartella clinica del paziente viene aggiornata automaticamente e il personale sanitario può accedere in qualsiasi momento allo storico dei dati, ottimizzando il proprio lavoro. Per descrivere lo stato dell’arte dei dispositivi ne vengono riportati due esempi: Win@Hospital dell’azienda pisana Winmedical e EverOn dell’azienda israeliana EarlySense. L’integrazione dei dati medicali di questi dispositivi, così come per tutte le apparecchiature biomedicali presenti all’interno degli ospedali, avviene per mezzo di standard quali HL7 e sulla base di profili di integrazione definiti da IHE.
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Dentico, Daniela <1975&gt. "Mappe funzionali nervose delle modificazioni del ciclo veglia-sonno indotte da esposizione a bassa temperatura ambientale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/250/.

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Langone, Antonio <1979&gt. "Metamorfismo ercinico di bassa-pressione: evoluzione tettonico-metamorfica del complesso di mandatoriccio (massiccio della Sila - Calabria)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1062/.

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Abstract:
Low-pressure/high-temperature (LP/HT) metamorphic belts are characterised by rocks that experienced abnormal heat flow in shallow crustal levels (T > 600 °C; P < 4 kbar) resulting in anomalous geothermal gradients (60-150 °C/km). The abnormal amount of heat has been related to crustal underplating of mantle-derived basic magmas or to thermal perturbation linked to intrusion of large volumes of granitoids in the intermediate crust. In particular, in this latter context, magmatic or aqueous fluids are able to transport relevant amounts of heat by advection, thus favouring regional LP/HT metamorphism. However, the thermal perturbation consequent to heat released by cooling magmas is responsible also for contact metamorphic effects. A first problem is that time and space relationships between regional LP/HT metamorphism and contact metamorphism are usually unclear. A second problem is related to the high temperature conditions reached at different crustal levels. These, in some cases, can completely erase the previous metamorphic history. Notwithstanding this problem is very marked in lower crustal levels, petrologic and geochronologic studies usually concentrate in these attractive portions of the crust. However, only in the intermediate/upper-crustal levels of a LP/HT metamorphic belt the tectono-metamorphic events preceding the temperature peak, usually not preserved in the lower crustal portions, can be readily unravelled. The Hercynian Orogen of Western Europe is a well-documented example of a continental collision zone with widespread LP/HT metamorphism, intense crustal anatexis and granite magmatism. Owing to the exposure of a nearly continuous cross-section of the Hercynian continental crust, the Sila massif (northern Calabria) represents a favourable area to understand large-scale relationships between granitoids and LP/HT metamorphic rocks, and to discriminate regional LP/HT metamorphic events from contact metamorphic effects. Granulite-facies rocks of the lower crust and greenschist- to amphibolite-facies rocks of the intermediate-upper crust are separated by granitoids emplaced into the intermediate level during the late stages of the Hercynian orogeny. Up to now, advanced petrologic studies have been focused mostly in understanding P-T evolution of deeper crustal levels and magmatic bodies, whereas the metamorphic history of the shallower crustal levels is poorly constrained. The Hercynian upper crust exposed in Sila has been subdivided in two different metamorphic complexes by previous authors: the low- to very low-grade Bocchigliero complex and the greenschist- to amphibolite-facies Mandatoriccio complex. The latter contains favourable mineral assemblages in order to unravel the tectono-metamorphic evolution of the Hercynian upper crust. The Mandatoriccio complex consists mainly of metapelites, meta-arenites, acid metavolcanites and metabasites with rare intercalations of marbles and orthogneisses. Siliciclastic metasediments show a static porphyroblastic growth mainly of biotite, garnet, andalusite, staurolite and muscovite, whereas cordierite and fibrolite are less common. U-Pb ages and internal features of zircons suggest that the protoliths of the Mandatoriccio complex formed in a sedimentary basin filled by Cambrian to Silurian magmatic products as well as by siliciclastic sediments derived from older igneous and metamorphic rocks. In some localities, metamorphic rocks are injected by numerous aplite/pegmatite veins. Small granite bodies are also present and are always associated to spotted schists with large porphyroblasts. They occur along a NW-SE trending transcurrent cataclastic fault zone, which represents the tectonic contact between the Bocchigliero and the Mandatoriccio complexes. This cataclastic fault zone shows evidence of activity at least from middle-Miocene to Recent, indicating that brittle deformation post-dated the Hercynian orogeny. P-T pseudosections show that micaschists and paragneisses of the Mandatoriccio complex followed a clockwise P-T path characterised by four main prograde phases: thickening, peak-pressure condition, decompression and peak-temperature condition. During the thickening phase, garnet blastesis started up with spessartine-rich syntectonic core developed within micaschists and paragneisses. Coevally (340 ± 9.6 Ma), mafic sills and dykes injected the upper crustal volcaniclastic sedimentary sequence of the Mandatoriccio complex. After reaching the peak-pressure condition (≈4 kbar), the upper crust experienced a period of deformation quiescence marked by the static overgrowths of S2 by Almandine-rich-garnet rims and by porphyroblasts of biotite and staurolite. Probably, this metamorphic phase is related to isotherms relaxation after the thickening episode recorder by the Rb/Sr isotopic system (326 ± 6 Ma isochron age). The post-collisional period was mainly characterised by decompression with increasing temperature. This stage is documented by the andalusite+biotite coronas overgrown on staurolite porphyroblasts and represents a critical point of the metamorphic history, since metamorphic rocks begin to record a significant thermal perturbation. Peak-temperature conditions (≈620 °C) were reached at the end of this stage. They are well constrained by some reaction textures and mineral assemblages observed almost exclusively within paragneisses. The later appearance of fibrolitic sillimanite documents a small excursion of the P-T path across the And-Sil boundary due to the heating. Stephanian U-Pb ages of monazite crystals from the paragneiss, can be related to this heating phase. Similar monazite U-Pb ages from the micaschist combined with the lack of fibrolitic sillimanite suggest that, during the same thermal perturbation, micaschists recorded temperatures slightly lower than those reached by paragneisses. The metamorphic history ended with the crystallisation of cordierite mainly at the expense of andalusite. Consequently, the Ms+Bt+St+And+Sill+Crd mineral assemblage observed in the paragneisses is the result of a polyphasic evolution and is characterised by the metastable persistence of the staurolite in the stability fields of the cordierite. Geologic, geochronologic and petrographic data suggest that the thermal peak recorded by the intermediate/upper crust could be strictly connected with the emplacement of large amounts of granitoid magmas in the middle crust. Probably, the lithospheric extension in the relatively heated crust favoured ascent and emplacement of granitoids and further exhumation of metamorphic rocks. After a comparison among the tectono-metamorphic evolutions of the different Hercynian crustal levels exposed in Sila, it is concluded that the intermediate/upper crustal level offers the possibility to reconstruct a more detailed tectono-metamorphic history. The P-T paths proposed for the lower crustal levels probably underestimate the amount of the decompression. Apart from these considerations, the comparative analysis indicates that P-T paths at various crustal levels in the Sila cross section are well compatible with a unique geologic scenario, characterized by post-collisional extensional tectonics and magmas ascent.
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Fragai, Marco. "Analisi e simulazione di un ciclo Rankine organico per il recupero di energia a bassa entalpia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10691/.

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Abstract:
Questo lavoro è incentrato sull'analisi e la simulazione di un ciclo Rankine a fluido organico (ORC) per la produzione di energia da calore a bassa entalpia. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con l'università di Gent, in Belgio, in particolare grazie al Prof. De Peape e all' Ing. Steven Lecompte; il lavoro in Italia è stato coordinato dal Prof. De Pascale. L'obiettivo principale della tesi è stata la creazione un modello computazionale in grado di descrivere le prestazioni dell'impianto a carico parziale. Ogni elemento dell'impianto è stato analizzato e modellizzato secondo un approccio di simulazione originale in Matlab. I componenti ottenuti sono stati poi combinati a formare la simulazione dell'intero sistema; questa è in grado di prevedere la potenza prodotta ed il rendimento del ciclo al variare delle condizioni esterne. I risultati ottenuti dalle simulazioni sono stati poi confrontati con i dati sperimentali raccolti sull'impianto di prova dell'Università. Questo confronto dimostra un buon accordo dei risultati previsti con quelli misurati. L'errore relativo massimo ottenuto per la potenza elettrica è sotto il 7%, così come quello sul rendimento; Gli errori relativi a pressione ed entalpie sono in genere sotto il 5%. Il modello può perciò dirsi validato e rappresenta un valido strumento di analisi per comprendere la risposta ai carichi parziali anche al di fuori del range di calibrazione. Il modello è stato infine utilizzato per costruire delle mappe del carico parziale e analizzare l'influenza delle variabili del ciclo. Ulteriori applicazioni delle mappe prodotte sono proposte a fine del lavoro.
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Colella, Giorgio. "Confronto tra diversi catalizzatori a base di rodio per lo steam reforming del metano a bassa temperatura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16681/.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi è basato sullo sviluppo e la valutazione di catalizzatori a base di Rh, supportati da Ce0.5Zr0.5O2 e ZrO2 sintetizzati tramite microemulsione inversa, impiegati per un processo di produzione di idrogeno attraverso steam reforming del metano a bassa temperatura per applicazioni in reattori catalitici integrati con membrana al Pd per la separazione di idrogeno. Lo studio si è incentrato sull’analisi delle prestazioni e dell’attività di catalizzatori del tipo Rh cluster e Rh IWI, effettuando diversi test in un reattore a letto fisso in modo da trovare le migliori condizioni operative. Tali condizioni sono state trovate confrontando le due tipologie di catalizzatori, supportati con Ce0.5Zr0.5O2, aventi una quantità di rodio dello 0,58% in peso ciascuno. Tuttavia dal confronto non si osservano differenze sostanziali riguardo l’attività catalitica e non è possibile affermare quale dei due catalizzatori risulti il migliore, per cui si è scelto di effettuare ulteriori test a bassa concentrazione di rodio (0,05%), per monitorare la disattivazione, e successivamente anche con supporto di ZrO2. Da questi test risulta una rapida disattivazione del cluster rispetto all’IWI, ma con il supporto di zirconia tale disattivazione non avviene infatti il cluster presenta inizialmene una conversione di metano lievemente maggiore rispetto all’IWI.
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Konika, Valentin. "Interpretazione dei profili dell'ipertonia muscolare nei pazienti in condizione di bassa responsivita dopo una grave cerebrolesione acquisita." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19345/.

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Abstract:
Introduzione: La presente tesi, che pone le basi per uno studio osservazionale di coorte prospettico, ha l’obiettivo di interpretare il profilo di ipertonia muscolare, in particolare spasticità e distonia, nei pazienti a bassa responsività dopo GCA. Gli strumenti da applicare sono stati scelti tramite l’analisi della letteratura scentifica. E’ stata fatta un’analisi dei dati, rilevati settimanalmente, dalla quale vengono tratte ipotesi per eventuali nuovi studi. Soggetti dello studio: 11 pazienti reclutati dal 16/04/19 al 31/07/19 presso l’U.O. di Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione degli Ospedali Maggiore e Bellaria di Bologna. Range dell’età 21-77 anni. Sesso: 8 maschi e 3 femmine. Eziologia: 7 TBI, 1 TBI+ESA, 1 ESA, 2 ABI. 7 pazienti erano in MCS, 3 in VS e uno ha avuto una evoluzione rapida verso disabilità severa/moderata nel corso di una settimana. Materiali e metodi: L’inquadramento del disturbo ipertonico avviene con l’applicazione della HAT. La valutazione della spasticità avviene con MAS e MTS. La valutazione della distonia avviene con UDRS e BADS. Tutte le rilevazioni si effettuano con cadenza settimanale. Vengono monitorate e registrate anche le attività di fisioterapia incluse nel Progetto Riabilitativo Individuale. Risultati: La HAT identifica il quadro ipertonico persistente nei soggetti, ma presenta limiti di somministrazione per l’item 2 e 6, condizionati dal livello di coscienza del paziente. Con l’aumento della spasticità vi è una riduzione della distonia e viceversa. L’aumento della spasticità accompagna l’aumento della distonia e viceversa. La correlazione è molto forte tra UDRS e BADS, forte tra MAS e MTS e moderata tra MAS con UDRS e BADS. Conclusioni: Gli strumenti scelti non sono nati per essere applicati sui pazienti a bassa responsività dopo GCA. Tuttavia, essi presentano alcuni limiti e singolarmente rilevano fenomeni diversi per cui si potrebbe pensare, con la realizzazione di ulteriori studi, di costruire un item bank.
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Pandolfini, Martino. "Valutazione del potenziale geotermico (bassa entalpia) dell'acquifero freatico costiero e di quello semiconfinato della Provincia di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3227/.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è la caratterizzazione termica e la definizione del potenziale geotermico dell’acquifero freatico costiero e quello semiconfinato della provincia di Ravenna. L'area di studio si estende dalla foce del fiume Reno sino alla foce del Fiume Savio, per una lunghezza complessiva pari a 30 km circa ed una larghezza di 10 km nel punto di massima distanza dal mare. Il lavoro svolto per il raggiungimento dello scopo suddetto si compone di diverse fasi. Innanzitutto è stato necessario misurare le temperature dell’acquifero. Per tale motivo sono state effettuate due campagne di monitoraggio (giugno e dicembre 2010) durante le quali, mediante apposite sonde, sono stati reperiti i dati di temperatura della falda freatica. Queste operazioni sono state possibili grazie a una rete di 56 piezometri omogeneamente distribuita sull’area di studio. In un secondo momento, si è organizzato un database in cui raccogliere tutti i valori registrati. Tale documento è stato il punto di partenza per la fase successiva, l’elaborazione dei dati. Mediante i software Excel ed EnviroInsite sono stati realizzati profili di temperatura, mappe e sezioni di temperatura dell’acquifero, le quali mostrano efficacemente le condizioni termiche dell’acquifero. Diverse le anomalie termiche riscontrate. Queste risultano giustificabili solo parzialmente dai consueti fattori proposti in letteratura quali: il clima, i corsi fluviali, la litologia, la copertura vegetale. Si è evidenziata, infatti, una particolare interazione tra il drenaggio superficiale (gestito dalle idrovore) e gli scambi di calore tra i diversi orizzonti dell’acquifero. Considerata la condizione di bassa entalpia in cui si trova l’acquifero ravennate, la valutazione del potenziale geotermico non è stata eseguita mediante il metodo proposto da Muffler & Cataldi (1977); si è determinato, invece, il rendimento potenziale di una pompa di calore geotermica. La pompa di calore risulta essere, infatti, l’unica tecnologia (attualmente in commercio) in grado di sfruttate il calore presente nell’acquifero. Possiamo concludere che nonostante i rendimenti calcolati risultino lievemente al di sotto delle soglie di rendimento consigliate in bibliografia, l’installazione della suddetta tecnologia può risultare economicamente vantaggiosa.
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Galizia, Francesco Giovanni. "Modellazione numerica del flusso e del trasporto per l’applicazione integrata di geotermia a bassa entalpia e bonifica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11881/.

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Abstract:
L’obbiettivo che si pone questo lavoro è quello di combinare in un unico impianto due tecnologie utilizzate per scopi differenti (impianto integrato): un impianto di climatizzazione geotermico a bassa entalpia di tipo open-loop ed un impianto di bonifica delle acque di falda di tipo Pump&Treat. Il sito selezionato per lo studio è ubicato in via Lombardia, nell’area industriale di Ozzano dell’Emilia (BO), ed è definito “Ex stabilimento Ot-Gal”: si tratta di una galvanotecnica con trattamento di metalli, dismessa alla fine degli anni ’90. Durante una precedente fase di caratterizzazione del sito condotta dalla ditta Geo-Net Srl, sono stati rilevati in falda dei superamenti delle CSC previste dal D.lgs. 152/2006 di alcuni contaminanti, in particolare Tricloroetilene (TCE) e 1.1-Dicloroetilene (1.1-DCE). Successivamente, nel 2010-2011, Geo-net Srl ha eseguito una parziale bonifica delle acque di falda attraverso l’utilizzo di un impianto Pump and Treat. Grazie a tutti i dati pregressi riguardanti i monitoraggi, le prove e i sondaggi, messi a disposizione per questo studio da Geo-Net Srl, è stato possibile eseguire una sperimentazione teorica, in forma di modellazione numerica di flusso e trasporto, dell’impianto integrato oggetto di studio. La sperimentazione è stata effettuata attraverso l’utilizzo di modelli numerici basati sul codice di calcolo MODFLOW e su codici ad esso comunemente associati, quali MODPATH e MT3DMS. L’analisi dei risultati ottenuti ha permesso di valutare in modo accurato l’integrazione di queste due tecnologie combinate in unico impianto. In particolare, la bonifica all’interno del sito avviene dopo 15 dalla messa in attività. Sono stati anche confrontati i costi da sostenere per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto integrato rispetto a quelli di un impianto tradizionale. Tale confronto ha mostrato che l’ammortamento dell’impianto integrato avviene in 13 anni e che i restanti 7 anni di esercizio producono un risparmio economico.
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Baruffini, Giacomo. "Analisi preliminare tramite simulazioni CFD di sistemi di combustione SACI." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
In questa tesi ci si occupa di presentare lo scenario motoristico attuale, le normative vigenti e la ricerca di sistemi più efficienti per poi fare un’analisi preliminare, basata su simulazioni termofluidodinamiche, di sistemi di combustione a bassa temperatura di tipo SACI, in modo da comprendere come i vari parametri influenzino la formazione della miscela in camera di combustione. In particolare vengonono usati i software OpenWAM e FIRE per studiare la fase di aspirazione e l’iniezione.
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Copelli, Alessia. "Il ritrovamento delle origini: l'architettura rurale della bassa reggiana. Un progetto per la "casa rossa" di Claudio Parmiggiani." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15344/.

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Abstract:
Il lavoro affronta il tema del rapporto tra architettura e campagna, e propone come soluzione un intervento che riesca ad inserire un’architettura contemporanea all’interno del mondo rurale. La campagna copre la maggior parte del suolo mondiale ed è quindi essenziale studiare e comprendere i suoi mutamenti, e trovare una maniera per intervenirvi. Lo studio svolto si concentra sul patrimonio rurale della bassa pianura reggiana, considerato paradigmatico di un lavoro che potrebbe essere svolto per molte altre zone agresti. Sono state ricercate l’immagine e la composizione della campagna emiliana, del paesaggio e delle architetture che la abitano, le corti rurali. Si è inoltre indagata l’opera dell’artista contemporaneo Claudio Parmiggiani, originario delle stesse zone, la cui poetica è profondamente radicata nelle origini, per trovare la relazione tra arte, architettura e campagna. Il progetto nasce quindi dalla rilettura critica di regole e principi compositivi precedentemente estrapolati, per arrivare ad un intervento contemporaneo, che si integra nel contesto senza sconvolgerlo e rispettandolo, con un linguaggio puro e minimale ma efficacie.
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Monti, Matteo. "Analisi dell'evoluzione morfologica indotta ad Igea Marina (RN) da opere a cresta bassa mediante rilievi topobatimetrici ed aviotrasportati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/77/.

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Starni, Michele. "Simulazione numerica di un sistema geotermico a bassa entalpia open-loop in presenza di un gradiente geotermico anomalo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/8059/.

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Abstract:
Il lavoro svolto nella presente tesi di laurea magistrale consiste nella modellazione e simulazione numerica, tramite il software commericale COMSOL MULTIPHYSICS, di un reservoir geotermico a bassa entalpia sfruttato mediante un impianto di teleriscaldamento a pompa di calore accoppiato ad un sistema open-loop.
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Bastardi, Tommaso. "Valutazione della resistenza all’impatto di laminati compositi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18572/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi è stato studiato il comportamento all’impatto di laminati compositi di varia natura, valutando il danneggiamento ad impatti a bassa velocità. Il comportamento dei diversi campioni è stato osservato prendendo come riferimento un laminato in fibra di carbonio e resina epossidica. Al fine di studiare e migliorare la risposta dei materiali a questo tipo di sollecitazioni sono stati utilizzati diversi approcci: introduzione di strati eterogenei di natura differente e uso di tessuti ibridi (fibre di carbonio e fibre polimeriche). I campioni sono stati quindi sottoposti ad impatti a diversa energia, con lo scopo di valutare l’energia assorbita e la loro deformazione. I provini danneggiati sono stati quindi sottoposti ad analisi di caratterizzazione microscopica, termica e meccanica.
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Bikay-Nyounay, Jean-Marc. "Conceptions africaines de la maladie et rites de guérison (le cas des Basaa-Bantu du Sud Cameroun)." Paris 4, 1992. http://www.theses.fr/1992PA040182.

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Abstract:
Les populations du sud-Cameroun que sont les Basaa-Bantu, ont eu tour à tour une conception traditionnelle de la maladie-guérison, une conception occidentale moderne dédoublée d'une conception chrétienne. Apres cent ans d'évangélisation, ces populations associent d'une part la médecine traditionnelle à la médecine moderne, et manifestent d'autre part des signes d'une réelle appropriation du message évangélique au point qu'elles peuvent à partir de ces diverses conceptions, d'un nouvel examen de l'écriture et de la tradition de l’Église, proposer à l'Église universelle, une transition sémantique du sacrement des malades au sacrement de guérison. Une transition qui s'adapte à la conception africaine de la maladie et de la thérapie. Cette guérison est à prendre moins dans un sens magique que biblique. En effet, la guérison proposée par Jésus-Christ à l'homme de tous les temps et de tous les lieux, est une guérison totale de l'homme. Elle comporte une dimension spirituelle qui peut entrainer une guérison corporelle en vue de la réalisation de son salut. Une dimension en fait très proche de la conception africaine
The Basaa-Bantu, population of south Cameroon, have had in turn, a traditional conception of disease -cure, a western and modern conception, to which was added a Christian conception. After 100 years of Christianism, these populations associate on the one hand the traditional medicine with modern medicine and demonstrate, on the other hand, signs of a real adaptation of the evangelical message to the extent that they can, from these various conceptions of a new examination of the scriptures and the tradition of church, propose to the universal church a semantic transition from the sacrament of the sick to the sacrament of recovery. A transition which is adaptable to the African conception of disease and cure. This recovery should be taken less in magical sense then biblical. In effect, the cure propose by Jesus Christ to man of all time and all places, is a total cure of man. It comprises a spiritual dimension which can bring about a bodily cure with a view to the realization of its salvation. A dimension in reality, very close to the African conception
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Grano, Francesco. "Analisi termodinamica di varianti di un sistema ORC a bassa pressione di condensazione e alimentato da collettori solari termici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Scopo di questo lavoro di tesi risulta essere quello di cercare di studiare e verificare la fattibilità dell’utilizzo della tecnologia ORC per un’applicazione differente, in linea con i principi di funzionamento e le peculiarità che caratterizzano questo tipo di tecnologia: si è cercato di progettare un impianto ORC alimentato da fonte solare, per mezzo di collettori termici, capace di produrre potenza meccanica utile da sfruttare non più per la semplice generazione elettrica (generatore elettrico azionato dalla rotazione dell’albero collegato all’espansore), ma da trasferire ad un compressore calettato sullo stesso albero che può così alimentare una sorta di gruppo frigo a compressione; in questo modo si riesce ad utilizzare il calore prodotto dalla fonte solare per produrre un effetto frigorifero utile da poter sfruttare, similmente alle varie applicazioni di solar cooling esistenti. Questo ciclo moto-operatore solare riesce ad auto-alimentarsi senza bisogno di energia elettrica dall’esterno, sfruttando solamente la potenza meccanica sviluppata dall’espansione del fluido organico in turbina, capace di trascinare compressore e pompa e dare un effetto frigorifero in uscita, configurandosi così come impianto da poter utilizzare potenzialmente anche in remoto e in grado di apportare un effetto utile essenzialmente in maniera “gratuita”, sfruttando solamente la radiazione solare incidente sui collettori.
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Bartolini, Elena. "Tutela dei Range of Motion articolari nella persona in stato di bassa responsività in seguito a Grave Cerebrolesione Acquisita." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19337/.

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Abstract:
Introduzione: questa tesi si colloca all’interno di uno studio che ha come oggetto la tutela dei R.O.M. nella persona in stato di bassa responsività in seguito a Grave Cerebrolesione Acquisita. Esso si pone come obiettivo quello di individuare le attività fisioterapiche per la tutela dei R.O.M. articolari e di osservarne gli effetti nella prevenzione e nel trattamento di contratture e deformità articolari. Obiettivo di questa tesi è inoltre la valutazione dell’applicabilità del metodo “Zero Naturale” per il monitoraggio del parametro del R.O.M. articolare. Materiali e metodi: lo studio si basa sull’osservazione di una popolazione di 9 pazienti ricoverati all’interno dell’U.O. di Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione degli Ospedali Maggiore-Bellaria di Bologna. I pazienti presentano LCF ≤ 4 ed eziologia del danno cerebrale di tipo: traumatico, da emorragia sub-aracnoidea o intracranica oppure da danno cerebrale ipossico. Si esegue il monitoraggio settimanale del parametro del R.O.M. articolare polidistrettuale e delle attività fisioterapiche svolte. Il monitoraggio del parametro del R.O.M. avviene attraverso l’applicazione di un metodo denominato “Zero Naturale”. Risultati: il metodo “Zero Naturale” presenta criticità legate alla normalizzazione in intervalli di n, che viene esclusa dall’analisi dei dati riguardanti il R.O.M. Le attività svolte per la tutela dei R.O.M. sono: mobilizzazione/stretching (4 ore a settimana a paziente) e verticalizzazione assistita (1 ora a settimana a paziente). Il R.O.M. rimane costante tra quadro in ingresso e quadro in dimissione. Conclusioni: il metodo “Zero Naturale”, disgiunto dall’utilizzo della normalizzazione in intervalli di n, descrive l’andamento del R.O.M. articolare in modo fedele all’andamento reale e di esprimere la funzionalità globale di ogni articolazione. Il R.O.M. polidistrettuale della popolazione di pazienti è rimasto globalmente costante tra ingresso e dimissione, in relazione alle attività fisioterapiche.
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Genchi, Francesco <1977&gt. "Analisi del popolamento e delle dinamiche culturali del Neolitico nella Puglia Centrale : un approccio territoriale per la Bassa Murgia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5066/.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca condotta dal candidato è stato sin dal principio la proposta di un’analisi del popolamento e delle dinamiche culturali dell’età neolitica nella Puglia Centrale. Tale aspirazione derivava dal fatto che il territorio oggetto di tale ricerca è stato, negli ultimi decenni, assai meno investigato rispetto alle limitrofe aree, come la piana del Tavoliere ed il Salento in particolare. Questa mancanza di informazioni rendeva necessaria una rivisitazione delle ricerche e degli studi, attraverso la costruzione di un atlante del popolamento, al fine di colmare questo vuoto. Infatti, una valutazione del popolamento dell’età neolitica nell’Italia sud-orientale non può essere considerata per aree culturali distinte e geograficamente limitate. Nonostante vi siano importanti differenziazioni di facies archeologiche, è solo attraverso una visione complessiva e con un controllo articolato delle informazioni che è possibile descrivere i processi e le dinamiche che hanno portato ad un popolamento così imponente, dalla sua espansione al repentino collasso, causando la trasformazione del paesaggio pugliese. La scelta di guardare alla complessità neolitica di questo versante della Puglia si lega culturalmente, oltre che geograficamente, alla ricerca già effettuata sulla grande diffusione del neolitico nella piana del Tavoliere di Puglia, unico esempio europeo in quanto a colonizzazione capillare del territorio..Ciò ha permesso di disegnare un quadro globale, che al momento esclude solo la penisola salentina, del popolamento neolitico della Puglia settentrionale e centrale. Le caratteristiche che differenziano i due complessi, sono strettamente legate sia all’habitat insediativo, inteso come scelte insediamentali, che nella regione indagata appare organizzato su diversi livelli (area costiera adriatica, area prospiciente antichi alvei torrentizi, propaggini dell’altopiano delle Murge), che alle forme culturali, intese come produzione artigianale e soprattutto aspetti rituali connessi alla frequentazione delle grotte naturali.
The objective of the research conducted by the candidate was from the beginning the proposal for an analysis of the population and of the cultural dynamics of the Neolithic age in Central Puglia. Such aspiration came from the fact that the object of this research was, in recent decades, much less investigated than the surrounding areas, such as the plain of Tavoliere and the Salento. This lack of information made it required a review of research and studies, through the construction of an Atlas of population, in order to bridge (or at least start doing it) this vacuum. In fact, an assessment of population of Neolithic age in southeastern Italy cannot be regarded as distinct cultural areas and geographically limited. Although there are important archaeological facies differentiation, it is only through a global vision and articulated with the information that you can describe processes and dynamics that have led to a population so impressive, since its expansion to sudden collapse, causing the transformation of the Apulian landscape. The choice to look at the complexity of this side of the Neolithic Puglia binds culturally, geographically, as well as looking great already made on the spread of the Neolithic in the plain of Tavoliere of Puglia, only in European colonization of capillary ...This has made it possible to draw a global framework, which currently excludes only the Salento peninsula, Neolithic Peopling of Northern and Central Puglia. The features that differentiate the two complexes, are closely linked to both the habitat settlement as insediamentali, choices in the region concerned is organized at different levels (the Adriatic coastal area facing the ancient riverbeds, torrentizi area, offshoots of the Murge plateau), the cultural forms, as handicraft production and especially aspects related to rituals of frequentation natural caves.
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Paoloni, Michel. "Analisi della sicurezza del protocollo WPS ed offline cracking basato su generatori di numeri pseudo-casuali a bassa entropia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9560/.

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Abstract:
In questa tesi si analizza in parte il Wi-Fi Protected Setup (WPS), standard creato con l’obiettivo di configurare in maniera semplice, sicura e veloce reti Wi-Fi. Dopo avere introdotto lo standard ne vengono presentate le vulnerabilità progettuali ed anche quelle relative a problematiche implementative. In seguito viene mostrato il programma che si è sviluppato per eseguire una delle tipologie di attacchi presentati.
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Banze, Félix Eusébio. "Avaliação do conflito entre o controle de cheias e geração de energia : caso da Barragem de Cahora Bassa - Moçambique." reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2014. http://hdl.handle.net/1884/37372.

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Abstract:
Orientador : Prof. Dr. Heinz Dieter O. A. Fill
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Tecnologia, Programa de Pós-Graduação em Engenharia de Recursos Hídricos e Ambiental. Defesa: Curitiba, 15/12/2014
Inclui bibliografia
Resumo: Quando num reservatório utilizado para geração de energia é associada à função de controlar cheias, gera-se, potencialmente, um "conflito de interesses", uma vez que o operador do reservatório pretende tê-lo sempre cheio para garantir a geração futura de energia, enquanto, a jusante e/ou montante do reservatório, os atingidos pelas cheias querem que, no início do período chuvoso, o reservatório esteja o mais vazio possível para poder absorver uma eventual onda de cheia. Tendo em vista que a maioria dos aproveitamentos hidrelétricos não foi projetada explicitamente para o controle de cheias, o planejamento da operação deve procurar minimizar este conflito, através de uma alocação criteriosa e geralmente sazonal de espaços vazios nos reservatórios para o controle de cheias, denominados "volumes de espera". A presente pesquisa pretende cotejar os benefícios proporcionados por um reservatório para o controle de cheias e para a geração de energia. A avaliação desses benefícios foi feita por meio de simulações de Monte Carlo usando séries sintéticas de vazões naturais afluentes. Para a geração das séries sintéticas utilizaram-se estatísticas da série histórica de vazões afluentes de 1955-2012. Os resultados encontrados permitiram concluir que no geral a consideração de volumes de espera associados a vários tempos de recorrência em um reservatório, indica um decréscimo na energia garantida. Considerando uma queda média constante e um período de retorno de 100 anos para as cheias e 50 anos para a energia garantida, observa-se um acréscimo na perda de energia para uma redução na vazão de restrição sendo de 4 MWméd para a vazão de restrição de 15000 m3.s-1 e 196 MWméd para a vazão de restrição igual a 8000 m3.s-1. A consideração da sazonalidade na alocação do volume de espera resulta num decréscimo considervel da perda de energia. Para os período de retorno de 100 anos e 50 anos respectivamente para cheias e energia garantida resulta uma perda de 2 MWméd para a vazão de restrição de 15000 m3s-1 a 152 MWméd para a vazão de restrição igual 8000 m3s-1. Considerando na simulação a queda líquida variável e a sazonalidade resulta uma adicional redução na perda de energia garantida. Palavra chave: Controle de Cheias. Energia Firm. Curva de Regularização.
Abstract: Conflicts often arise for reservoirs with multiple water uses, such as power generation, combined with flood control. While high reservoir water levels are desired to store water for power generation, low levels at the beginning of the flood season may reduce flood damages. As most hydropower reservoirs are not explicitly designed for flood control, operation planning usually seeks to minimize this conflict with careful allocation of appropriate space in the reservoirs for flood control or for power generation. This research aims to compare benefits provided by a reservoir either for flood control or for power generation. The evaluation of these benefits was done using Monte Carlo simulations with synthetic series of natural inflows. The synthetic series were generated using inflow statistics from 1955 to 2012 at Cahora Bassa dam. It was concluded that generally the consideration of spaces at the reservoir for flood control associated to diferent return periods results in a reduction of guaranteed energy. Using a constant average head and a return period of Tr.C=100 years for flood control and Tr.E=50 years for dependable energy at Cahora Bassa reservoir, it was observed an increase in energy loss for a decrease of restriction flow. The loss in dependably energy was 4 avg MW for a restricion flow of 15000 m3.s-1 and 196 avg MW for a restricion flow of 8000 m3.s-1. The loss of guaranteed energy is reduced by consideration of seasonality. For Tr.C=100 years and Tr.E=50 years result a loss of 2 avg MW for restricion flow of 15000 m3.s-1 and 152 avg MW for a restricion flow of the 8000 m3.s-1. The consideration of variable net head combined with seasonality result in an adicional reduction of the guaranteed energy loss. Key words: Flood Control. Firme Energy. Curve Regularization.
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Balossino, Simone. "Forme del potere nei comuni della bassa valle del Rodano (secoli XII - metà XIII) : l'esempio di Arles e Avignone." Paris, EHESS, 2007. http://www.theses.fr/2007EHES0034.

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Abstract:
Cette recherche examine le rapport existant entre identité sociale et systèmes politiques dans les principales villes de la basse vallée du Rhône, notamment Avignon et Arles, à partir des années 1120-1130 jusqu'à la moitié du XIIlème siècle. Une grande partie de l'analyse se concentre autour de quatre axes de recherche différents mais complémentaires: l'étude des pratiques documentaires, l'observation des protagonistes de l'essor communal dans les villes (à partir de leurs stratégies d'affirmation et de leur fondements économiques), l'examen des profils institutionnels des communes, et enfin la mise en valeur des langages politiques, dans leurs différentes déclinaisons (sociales, politiques, juridiques), ainsi que de la représentation du pouvoir, de la propagande et de l'identité politique. Tout cela a été examiné en multipliant les points de vue comparatistes avec d'autres paysages documentaires semblables, notamment celui des communes italiennes
This study examines the existing relationship between social identity and political systems in the principal cities of the southern Rhone valley, in particular A vignon and Arles, from the years 1120-1130 to the middle of the XlIIth century. Most of the analysis concentrates around four different complementary research orientations: the study of the documentary practicles, the observation to the protagonists of communal rise in the cities (starting from their strategies to assertion and their economic bases), the examination of the institutional profiles of the communes, and finally the development of the political languages, in their different variations (social, political, legal), as well as representation of the capacity, "propaganda" and political identity. All that was examined by multiplying the specialists in comparative literature points of view of other similar documentary landscapes, in particular the Italian communes
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Coffa, Giulio. "Valutazione e confronto dell'evapotraspirazione attuale determinata tramite tecnica Eddy Covariance e analisi di immagini telerilevate a bassa ed alta risoluzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La crescente disponibilità di dati telerilevati e di dataset meteorologici globali consente di stimare l'evapotraspirazione (ET) con un buon grado di dettaglio. Il presente lavoro ha come scopo la validazione del modello SSEBop, che risolve in maniera semplificata l'equazione di bilancio energetico ed utilizzando immagini satellitari fornisce stime di ET. Tale validazione è stata effettuata confrontando i risultati forniti dal modello stesso con le misurazioni registrate da due torri Eddy Covariance: una ubicata su un campo di erba medica a Twitchell (California, USA), con misure relative agli anni 2013 e 2014, ed una su un campo coltivato a panico a Cadriano (Bologna, Emilia Romagna, Italia), con misure relative all'anno 2014. Mentre per quest’ultimo sito sono state utilizzate solo immagini Landsat, ad alta risoluzione spaziale, per quello americano, sono stati confrontati i risultati che il modello genera a partire sia da immagini ad alta risoluzione spaziale che da immagini MODIS a bassa risoluzione spaziale, allo scopo di verificare la differente accuratezza della stima.
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