Dissertations / Theses on the topic 'Birra'

L'elaborato, partendo da una breve descrizione della birra, dalla sua storia e da una panoramica delle materie prime che la compongono, si concentra in particolar modo sui sottoprodotti derivanti dal suo ciclo produttivo. Descrivendone gli usi più comuni e le loro caratteristiche, viene studiato come gli esuberi derivanti dal processo di realizzazione della bevanda vengano valorizzati all'interno dei grandi e dei piccoli birrifici. Infine, è stata raccontata una piccola esperienza personale, nell’ambito della quale si è cercato di impiegare le trebbie derivanti dalla produzione domestica.

Lo scopo della presente Tesi di Dottorato è stato mettere a punto e ottimizzare il processo di produzione di una nuova tipologia di birra artigianale prodotta a partire da malto di farro dicocco biologico al posto del comune malto d’orzo nell’ambito Progetto di Ricerca e sperimentazione L.R. 37/99 – D.G.R. 1234/05 (Progetto n. 1) finanziato dalla Regione Marche. L’obiettivo è stato quello di valorizzare un cereale della tradizione, dotato di ottime caratteristiche nutrizionali, fortemente legato alla storia ed alle tradizioni rurali del territorio regionale, ma relegato fino a pochi anni fa ad un ruolo marginale nel panorama degli usi alimentari, per via della sua scarsa competitività in termini produttivi. Il progetto ha perseguito obiettivi di ordine scientifico-tecnologico, ma anche carattere commerciale e sociale. Considerata la crescente consapevolezza dei consumatori verso il consumo della birra, utilizzare il farro dicocco come materia prima nel processo di produzione di questo alimento consente di valorizzare gli aspetti salutistici della materia prima e nello stesso tempo dare rilievo al lavoro dei produttori marchigiani. fornendo nuove opportunità economiche agli agricoltori, alle aziende dell’entroterra ed in particolare alle piccole birrerie artigianali alla ricerca di un prodotto capace di differenziarle dai grandi marchi industriali. Nel corso dei tre anni di studio sono state condotte quattro prove sperimentali, in cui è stato messo in atto e monitorato l’intero processo produttivo dalla maltazione del cereale alla conservazione del prodotto finito. Tutto il processo produttivo, ad esclusione della produzione del luppolo, è avvenuto nell’ambito del territorio della Regione Marche; in particolare è stato impiegato farro dicocco delle varietà Rosso Rubino, Zefiro (Prometeo, PU), Monterosso Select (Monterosso, PU). La fase di maltazione del farro è stata condotta presso il maltificio consortile di Ancona (una struttura particolarmente adatta al trattamento di pochi quintali di cereale, a differenza degli altri maltifici esistenti in Italia, la maggior parte dei quali opera solo su scala industriale). La birrificazione è avvenuta presso lo stabilimento dell’azienda Boccale d’Oro di Cingoli (MC). Sono state effettuate analisi preliminari per valutare l’attitudine dei diversi ecotipi di farro alla tallitura, al termine delle prove preliminari sono stati individuati tre ecotipi rispondenti in maniera adeguata alle esigenze del processo produttivo. Gli ecotipi idonei sono stati maltati ed è stata valutata l’attitudine alla birrificazione del malto di farro prodotto. Sono stati valutati dal punto di vista chimico i principali macro e microcomponenti, sia nel corso della produzione che durante la conservazione del prodotto. I risultati sono stati confrontati con le analisi effettuate su birre tradizionali. La discussione dei dati preliminari ha permesso di individuare i punti critici del processo produttivo emersi nella sperimentazione, al fine di intervenire con misure correttive nelle successive prove di produzione. È stato inoltre oggetto di valutazione l’influenza di alcune operazioni unitarie quali la rifermentazione in bottiglia, microfiltrazione e la pastorizzazione sulla composizione e sulla conservazione della birra da farro prodotta sperimentalmente. Unitamente alle tecniche analitiche sono state condotte indagini di tipo sensoriale, mettendo sempre a confronto la birra da farro con la birra commerciale, cercando di individuare dei nessi tra le percezioni olfattive e gustative e le caratteristiche compositive della birra da farro. Dal punto di vista tecnologico è necessario sottolineare che la produzione di birra artigianale ha presentato le difficoltà tipiche delle piccole realtà produttive: dal rispetto delle condizioni igienico-sanitarie durante tutte le fasi della produzione, alla formazione in materia di corretta prassi igienica e HACCP, necessaria affinché gli operatori siano consapevoli dei rischi e siano in grado di mettere in atto misure correttive adeguate al superamento delle criticità; all’investimento tecnologico necessario all’ottenimento di un prodotto stabile nel tempo. È emersa infatti l’esigenza di effettuare l’imbottigliamento in condizioni isobariche, per garantire una maggiore conservabilità del prodotto e nel contempo per salvaguardare la sovrassaturazione di CO2 all’interno delle bottiglie, fondamentale nella formazione di una schiuma corposa e persistente. Un ulteriore aspetto che non deve essere sottovalutato è rappresentato dalla valutazione della materia prima, data la sua elevata variabilità, sia in relazione alla varietà, alla zona di produzione, ma anche in relazione all’annata produttiva. La valutazione analitica dei parametri di qualità del farro dicocco permette quindi di definire la migliore destinazione d’uso del cereale e di utilizzare nella produzione di birra solo i lotti con buona attitudine birrificatoria, o di modulare le successive scelte tecnologiche in relazione alle peculiarità del farro impiegato (es. utilizzare il farro in miscela con orzo qualora il potere enzimatico non sia sufficiente a garantire una saccarificazione ottimale in fase di ammostamento). Oltre agli aspetti tecnologici e chimico analitici rientrano nelle attività svolte nel corso del Dottorato di Ricerca la formazione e la divulgazione dei risultati ottenuti nell’ambito del progetto Regionale “Birra da Farro” LR37/99. Nello svolgimento del progetto di Dottorato è stato infatti profuso un forte impegno per l’addestramento degli operatori agricoli, per le aziende di trasformazione e per gli operatori coinvolti nell’analisi della qualità della birra da farro. È stata fornita assistenza durante la fase di produzione alle piccole e medie imprese che hanno collaborato al progetto. Particolare attenzione è stata rivolta al micro birrificio che ha messo in atto il processo produttivo, attraverso la valutazione e l’attuazione di tutte le misure correttive volte al superamento delle criticità emerse nell’ambito del progetto stesso. In conclusione è possibile affermare che la birra da farro dicocco rappresenta un prodotto interessante, innovativo e vantaggioso, purché siano rispettati gli accorgimenti necessari a salvaguardare gli aspetti qualitativi che permettono garantire la stabilità del profilo chimico, microbiologico e sensoriale della birra prodotta.
The aim of this PhD thesis was to develop and optimize the processing technology of a new type of craft beer obtained by using emmer wheat malt as a substitute of barley malt. Emmer wheat is a cereal commonly spread in the central Apennines area including the Marche Region. The objective was to allow the valorization of a cereal with excellent nutritional properties and strongly linked to the history and traditions of the rural region, but relegated to a marginal role until a few years ago, due of its low production performance. The project objectives were thus scientific-technological, commercial and social ones. Using emmer wheat as raw material in the brewing process allows to enhance the health aspects of raw material, to emphasize the work of Marche producers, provide new economic opportunities to farmers and small and medium enterprises, such as small breweries looking for a product that can be differentiated from industrial brands. During the three years of activity four experimental brewing tests were conducted, in which the brewing process was implemented and monitored from the malting step to the beer storage. The production process, excluding the hops production, was developed in the Marche Region. Different ecotypes of emmer wheat (Monterosso Select, Rosso Rubino and Zefiro) were used as raw material. The malting process was conducted in a local small malthouse, where small amounts of cereals (in the order of 100 kg) could be processed, unlike other Italian industrial malt factories. The whole brewing process took place in a local microbrewery. Preliminary analysis were performed to assess the germinative properties of the different ecotypes of emmer wheat. After that, three suitable ecotypes were chosen. The suitable ecotypes were malted in a pilot scale and the brewing attitude of the resulting emmer wheat malt was evaluated. The main macro and microcomponents of the beers and the intermediates were evaluated from the chemical point of view both during production and storage. The results of the chemical analysis of experimental beers were compared with commercial beers. The main critical points identified in the production process were described and the corrective measures adopted to improve the process were critically discussed. The effects of bottle fermentation, microfiltration and pasteurization were evaluated on the composition and conservation of the different beers experimentally produced from emmer wheat malt. Sensory analysis were conducted by a trained and untrained panel and the results were compared with the chemical charaterization of the beer samples made with emmer wheat and commercial ones. From the technological point of view the production of emmer wheat malt beer presented difficulties typical of a small enterprise. First, the observance of sanitary conditions was essential during all processing steps. The training about good manufacturing practice (GMP), good hygiene practices (GHP) and HACCP were necessary to make operators aware of the risks and implement appropriate corrective measures to overcome the critical points particularly from the technological point of view. Finally, technology investment is required to obtain a stable product in the time. To ensure a longer shelf life of the product and to preserve the over-saturation of carbon dioxide in the bottles (essential in the formation of a dense and persistent foam), the main critical point was the bottling under isobaric conditions. The evaluation of the attitude of emmer wheat for brewing is an aspect that should not be underestimated, due to the high variability of the different cereal batches which is affected by the variety, the production area, but also the harvest year. The analytical evaluation of the quality parameters of emmer wheat allows to define the best use of the cereal used in brewing and/or to modify the technological choices in relationship to the characteristics of the cereal batch (eg. use the emmer wheat mixed with barley when the diastatic power was not sufficient to ensure optimal saccharification during mashing). In addition to the technological and analytical aspects, the PhD activity was completed by the training offered to the stakeholders and the dissemination of the results in the framework of the Regional Project “Birra da Farro (Beer from emmer wheat)” LR37/99. During the experimental beer production, assistance was provided to small and medium enterprises that cooperated in the project, particularly the micro brewery, through the evaluation and implementation of all corrective actions to overcome criticalities emerging within the project. It can be concluded that emmer wheat malt beer is an interesting, innovative and promising alternative to industrial beers, provided the chemical, microbiological and sensory quality and stability of this artisanal product are assured through standardized processing and control procedures.

L'elaborato proposto vuole affrontare ed evidenziare le varie sfaccettature della bevanda nota come birra con un'inclinazione biochimica ed enzimatica. Nel primo dei quattro capitoli presenti nella tesi ho analizzato l'evoluzione di tale bevanda sin dai popoli sumeri ed egizi cercando di capire le radici e le funzioni sociali della birra. Successivamente ho dedicato una sezione alle materie prime per comprendere al meglio la composizione e il ruolo di ogni ingrediente nel prodotto finale. Infine le ultime due parti della tesi sono strettamente correlate e rappresentano il cuore dell'elaborato; infatti, in questi capitoli ho definito ed evidenziato le caratteristiche principali degli enzimi valorizzando l'area dell' attività enzimatica al fine di gettare le basi di una migliore comprensione del processo di produzione; processo di produzione definito e trattato con estrema specificità, approfondendo il ruolo e l'impatto degli enzimi idrolitici presenti naturalmente, in ogni fase del processo.

Il mercato della birra in Italia è in fermento, da un lato le grandi multinazionali controllano il mercato, dall'altro sempre più appassionati si lanciano nell'avventura di avviare una propria attività scegliendo di investire in un birrificio. Ma in tutto ciò, il consumatore è pronto per godere dei cambiamenti che il mercato sta subendo? Questa tesi vuole cercare di chiarire la storia del prodotto dando anche qualche spiegazione su differenze tra stili diversi e la sua evoluzione nel tempo con un chiaro riferimento al mercato italiano e alla sua legislazione, confrontandolo per quanto possibile con alcuni mercati esteri. Infine, vengono riportati i risultati di un questionario quantitativo proprio sul modo di consumare con le mie relative conclusioni.

Nel campo delle tecnologie alimentari, sempre di più le problematiche di scambio termico stanno evidenziandosi come una frontiera di studi e analisi in quanto poco o per niente considerate fino ad oggi. In particolare, lo scambio termico tra sistemi di condizionamento degli alimenti (refrigerazione, essicazione, pastorizzazione, abbattimento della temperatura) ed alimenti stessi presenta livelli di difficoltà molto elevati a causa delle proprietà dei materiali, della modalità di scambio termico e della presenza contemporanea di più fasi di processamento. Uno dei settori a maggiore interesse è quello dei liquidi imbottigliati. Questi, al loro interno scambiano calore tramite il fenomeno della convezione naturale ma all’esterno scambiano calore tramite convezione forzata. L’influenza sul processo di questi fenomeni viene condizionata dalla natura del fluido stesso che può presentare comportamento diverso se si dovesse trattare di fluidi con caratteristiche del tutto simili all’acqua, fluido dal comportamento noto in molte condizioni diverse, o di fluidi alimentari ottenuti come soluzioni acquose di polpe di frutti diversi. Essendo nell’ambito alimentare, tutti i trattamenti devono rispettare le condizioni igienico sanitare richieste dalle normative che richiedono anche la verifica sperimentale della realizzazione del trattamento termico come ad esempio la verifica delle unità di pastorizzazione dopo il trattamento di pastorizzazione in uno dei prodotti più consumati al mondo, la birra. Il progetto intende affrontare le principali problematiche legate ai trattamenti di pastorizzazione degli alimenti tramite macchine a tunnel con strumenti analitici (VEM) e numerici (CFD) e con prove sperimentali condotte presso un laboratorio esterno all’Università degli Studi di Ferrara dove si svolge il corso del Dottorato. Il progetto, infatti, è il frutto della collaborazione tra l’università e una azienda leader mondiale nella produzione di macchina a tunnel per il trattamento termico di prodotti alimentari di nome Sidel che ha sede a Verona e che mette a disposizione i laboratori e tutta la conoscenza sviluppata e accumulata nel corso degli anni.
In the field of food technologies, heat exchange problems are increasingly emerging as a frontier of studies and analyzes as they are little or not considered to date. In particular, the heat exchange between food conditioning systems (refrigeration, drying, pasteurization, temperature reduction) and food itself presents very high levels of difficulty due to the properties of the materials, the heat exchange method and the simultaneous presence of more processing phases. One of the sectors of greatest interest is that of bottled liquids. These, inside them exchange heat through the phenomenon of natural convection but outside they exchange heat through forced convection. The influence on the process of these phenomena is conditioned by the nature of the fluid itself which can exhibit different behavior if it were to deal with fluids with characteristics very similar to water, fluid with a behavior known in many different conditions, or food fluids obtained as aqueous solutions of pulps of different fruits. Being in the food sector, all treatments must comply with the sanitary conditions required by the regulations which also require experimental verification of the realization of the heat treatment such as the verification of the pasteurization units after the pasteurization treatment in one of the most consumed products at the world, beer. The project aims to address the main problems related to food pasteurization treatments using tunnel machines with analytical (VEM) and numerical (CFD) instruments and with experimental tests conducted at a laboratory outside the University of Ferrara where the course takes place of the Doctorate. The project, in fact, is the result of the collaboration between the university and a world leader in the production of tunnel machines for the heat treatment of food products named Sidel which is based in Verona and which provides the laboratories and the whole knowledge developed and accumulated over the years.

La tesi si occupa della storia e del metodo produttivo artigianale della birra e delle differenze con il metodo industriale. Il processo produttivo è stato analizzato in tutti i suoi aspetti partendo dalla maltazione fino alla produzione del mosto e dalla fermentazione alla fase finale di imbottigliamento. Viene inoltre analizzato il movimento che nel 1999, da uno piccolo gruppo di birrifici artigianali ha portato nel 2015 l'attestazione del primo stile brassicolo tutto italiano: Italian Grape Ale (IGA); stile che unisce il malto d’orzo al mosto d’uva unendo la tradizione vinicola italiana alla birra tedesca.

Il presente lavoro ha avuto lo scopo di identificare le caratteristiche di filtrabilità della birra attraverso lo svolgimento di prove tecnologiche di filtrazione in scala di laboratorio e su scala pilota, utilizzando diverse tipologie di sistemi filtranti e sperimentando diversi materiali di membrana. La fase preliminare della caratterizzazione della filtrabilità della birra è stata condotta presso i laboratori del Campden-BRI – The Brewing Research International, Inghilterra, mentre le prove tecnologiche su scala pilota si sono svolte presso il CERB – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra. Le prove di filtrazione e le analisi sui campioni hanno permesso di verificare le performance delle diverse membrane utilizzate in risposta alla variazione dei principali parametri del processo di filtrazione tangenziale. Sono stati analizzati diversi parametri di qualità della birra filtrata attraverso il monitoraggio del processo e lo svolgimento di prove analitiche sul prodotto volte ad evidenziare gli effetti delle differenti tecnologie adottate. Per quanto riguarda le prove di laboratorio per la caratterizzazione della filtrabilità della birra, l’analisi della PCS (Photon Correlation Spectroscopy) è stata utilizzata per verificare l’influenza di diversi trattamenti enzimatici sulla efficienza del processo di filtrazione e la loro influenza sulla stabilità colloidale della birra filtrata. Dai risultati ottenuti è emerso che il PCS è un valido strumento per determinare la distribuzione in classi di diametro e il diametro medio effettivo delle particelle solide in sospensione nella birra e può essere utilizzato sia per predire la stabilità della birra filtrata, sia per monitorare il processo di filtrazione in tempo reale.
The purpose of this work was to identify the characteristics of filterability of beer throughout different filtration tests on a laboratory scale and on a pilot scale, using different types of filter systems and experimenting with different membrane materials. The preliminary characterization of beer filterability with the particle size analysis was conducted at the laboratories of Campden-BRI - The Brewing Research International, United Kingdom, while the pilot-scale filtration tests were conducted at the CERB – The Italian Brewing Research Centre, Italy. The filtration tests and the analysis on the samples allowed to verify the performance of the different membranes used in response to the variation of the main process parameters of cross-flow filtration. Several quality parameters were monitored on both filtered and unfiltered beer samples, to highlighting the effects of the different technologies used. With regard to the laboratory tests for the characterization of beer filterability, the analysis of the PCS instrument (Photon Correlation Spectroscopy) was used to verify the influence of various enzymatic treatments (Protease and Cellulase) on the efficiency of the filtration process and their influence on the colloidal stability of filtered beer The results showed that the PCS instrument is a reliable tool for determining the size distribution of suspended particles in beer and can be used to predict the colloidal stability of the filtered beer and to monitor the process filtration in real time.

Il presente lavoro ha avuto lo scopo di identificare le caratteristiche di filtrabilità della birra attraverso lo svolgimento di prove tecnologiche di filtrazione in scala di laboratorio e su scala pilota, utilizzando diverse tipologie di sistemi filtranti e sperimentando diversi materiali di membrana. La fase preliminare della caratterizzazione della filtrabilità della birra è stata condotta presso i laboratori del Campden-BRI – The Brewing Research International, Inghilterra, mentre le prove tecnologiche su scala pilota si sono svolte presso il CERB – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra. Le prove di filtrazione e le analisi sui campioni hanno permesso di verificare le performance delle diverse membrane utilizzate in risposta alla variazione dei principali parametri del processo di filtrazione tangenziale. Sono stati analizzati diversi parametri di qualità della birra filtrata attraverso il monitoraggio del processo e lo svolgimento di prove analitiche sul prodotto volte ad evidenziare gli effetti delle differenti tecnologie adottate. Per quanto riguarda le prove di laboratorio per la caratterizzazione della filtrabilità della birra, l’analisi della PCS (Photon Correlation Spectroscopy) è stata utilizzata per verificare l’influenza di diversi trattamenti enzimatici sulla efficienza del processo di filtrazione e la loro influenza sulla stabilità colloidale della birra filtrata. Dai risultati ottenuti è emerso che il PCS è un valido strumento per determinare la distribuzione in classi di diametro e il diametro medio effettivo delle particelle solide in sospensione nella birra e può essere utilizzato sia per predire la stabilità della birra filtrata, sia per monitorare il processo di filtrazione in tempo reale.
The purpose of this work was to identify the characteristics of filterability of beer throughout different filtration tests on a laboratory scale and on a pilot scale, using different types of filter systems and experimenting with different membrane materials. The preliminary characterization of beer filterability with the particle size analysis was conducted at the laboratories of Campden-BRI - The Brewing Research International, United Kingdom, while the pilot-scale filtration tests were conducted at the CERB – The Italian Brewing Research Centre, Italy. The filtration tests and the analysis on the samples allowed to verify the performance of the different membranes used in response to the variation of the main process parameters of cross-flow filtration. Several quality parameters were monitored on both filtered and unfiltered beer samples, to highlighting the effects of the different technologies used. With regard to the laboratory tests for the characterization of beer filterability, the analysis of the PCS instrument (Photon Correlation Spectroscopy) was used to verify the influence of various enzymatic treatments (Protease and Cellulase) on the efficiency of the filtration process and their influence on the colloidal stability of filtered beer The results showed that the PCS instrument is a reliable tool for determining the size distribution of suspended particles in beer and can be used to predict the colloidal stability of the filtered beer and to monitor the process filtration in real time.

L'elaborato prevede una panoramica generale del mercato europeo della birra, senza fare alcuna distinzione tra birra artigianale e industriale, per poi passare a quello italiano. L'intento è quello di capire dove si posiziona l'Italia in quanto produttore di birra. Si passa poi ad analizzare il solo comparto artigianale, prima europeo e poi italiano, per vedere come sia cresciuto negli ultimi anni. Ai fini di dare una visione ancor più generale del fenomeno della birra artigianale, l'ultima parte dell'elaborato sarà caratterizzata dall'analisi delle risposte di un questionario somministrato alla popolazione italiana, per capire le loro abitudini di consumo riguardo alla birra artigianale.

La tesi tratterà il tema del social network advertising nel settore della birra in Italia, partendo dall'evoluzione dell'advertising online, proseguendo con le campagne sui social Media delle aziende e quindi sulla loro comunicazione multicanale nei vari social. Infine l'elaborato presenterà alcuni casi concreti sui grandi gruppi che vendono birra in Italia e la loro comunicazione online attraverso i vari canali, soprattutto social media e nello specifico l'advertising.

La birra è un prodotto, che come molti altri, può presentare la contaminazione di prodotti secondari di alcuni funghi: le micotossine. Queste sostanze sono tossiche o potenzialmente tossiche per l'uomo, rappresentando un importante ostacolo per la sicurezza alimentare. In particolare nella birra, si ha una trasmissione delle micotossine prevalentemente da un ingrediente: il malto, in genere d'orzo. Questo ingrediente che deriva dall'orzo, essendo coltivato in campo, subisce le condizioni ambientali del luogo in cui è coltivato il cereale, determinando lo sviluppo o meno delle micotossine. Per limitare lo sviluppo di tale sostanze è necessario effettuare trattamenti preventivi sia in campo che in fase di stoccaggio; prevalentemente lo sviluppo delle micotossine avviene in quest'ultima fase. Sono stati studiati anche metodi innovativi diretti per la detossificazione da applicare sul cereale ancora non maltato, per ridurre il contenuto di queste sostanze in grado anche di accumularsi nell'organismo umano, determinando la comparsa di sintomatologie croniche anche mortali. Nel processo di brassatura vi sono diverse operazioni in grado di rimuovere, eliminare e ridurre la tossicità delle micotossine; mentre ve ne sono altre che in caso di vi sia presente un cereale particolarmente contaminato dai funghi produttori di micotossine, determina una ulteriore sintesi di micotossine. In questo elaborato vengono riportate in dettaglio quali lavorazioni sono responsabili dell'aumento o della riduzione di micotossine nella birra, dai trattamenti in campo fino alla fasi finali di produzione.

La birra è una delle bevande alcoliche più diffuse al mondo e viene ottenuta dalla fermentazione di malto d’orzo in ambiente acquoso per azione di lieviti del genere Saccharomyces. La birra è amaricata e aromatizzata con luppolo, sottoforma di coni freschi, coni essiccati, pellet o estratto. Il processo di birrificazione genera grandi quantità di sottoprodotti, 20 kg ogni 100 litri di birra, di cui: trebbie, torta e lieviti. La composizione dei sottoprodotti può variare a seconda del tipo, delle materie prime e delle condizioni durante il processo produttivo. In generale, tutti presentano un alto livello di umidità ed un alto contenuto di carbonio. Poiché risultano ricchi in carboidrati, proteine, fibre, vitamine e composti fenolici, questi sottoprodotti presentano un significativo potenziale per applicazioni in processi biotecnologici. Il contenuto proteico, in particolare, risulta significativo, e considerando la notevole quantità di sottoprodotti generata ogni giorno nel mondo, il recupero di questa frazione proteica potrebbe essere di interesse per gli stessi birrifici, per ridurre sprechi. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di valutare le potenzialità dei tre sottoprodotti (trebbie, torta e lieviti esausti) come fonte di proteine, da recuperare e riutilizzare come ingredienti per l’alimentazione umana o animale. Sono state eseguite prove analitiche per la determinazione del contenuto proteico totale (metodo Kjeldahl) e della frazione proteica solubile (saggio Bradford), sia dei tre sottoprodotti che di tre estratti proteici ottenuti tramite metodo chimico (trattamento con una base forte, seguito da precipitazione isoelettrica). I tre estratti proteici sono stati inoltre sottoposti a digestione enzimatica per produrre un idrolizzato proteico e valutarne l'attività antiossidante. L’efficacia della reazione idrolitica è stata verificata tramite elettroforesi su gel di poliacrilammide in condizioni denaturanti (SDS-Page).

Abbiamo scelto come lavoro di tesi la produzione di questo caratteristico stile di birra perché relativamente recente e ancora poco studiato, il settore brassicolo è sempre stato un settore innovativo e la tendenza, oggi, è quella di sviluppare nuovi stili e nuove tecnologie in grado di migliorare sia le caratteristiche finali del prodotto sia l’efficienza di produzione. Anche grazie al ritrovato interesse nelle birrerie artigianali oggi si contano innumerevoli stili di produzione con l’utilizzo di un grande numero d’ingredienti diversi. Le Italian Grape Ale sono uno stile che si identifica nelle birre di frutta e, grazie all’utilizzo di mosto d’uva, ci può permettere di produrre uno stile di birra fortemente legato al territorio e alla tradizione italiana. L’utilizzo di questi due ingredienti, malto e uva, storicamente fermentati nella produzione di bevande alcoliche ma comunque molto diversi, nella stessa ricetta, ci è parsa un’opportunità interessante per valutare come la produzione sarebbe stata influenzata, dalle caratteristiche sensoriali del prodotto finito fino al comportamento del nostro ceppo di lievito in questo substrato modificato dall’aggiunta del mosto d’uva. Come primo studio ci siamo limitati a studiare i parametri generali chimici e fisici e l’analisi sensoriale tramite panel e tramite gascromatografia. Anche i metodi d’analisi sono stati ottimizzati e selezionati sia tra quelli relativi alla birra sia tra quelli relativi al vino. In futuro sarebbe interessante valutare anche aspetti tecnologici legati alla shelf-life e alla capacità antiossidante di questa birra, oppure approfondire la cinetica fermentativa. Inoltre, nella ricerca della miglior ricetta possibile, anche lo studio di ulteriori combinazioni di malti, ceppi di lievito e varietà di uva potrebbe sviluppare risultati interessanti.

La tesi magistrale prende il nome di “Innovazione nel processo produttivo della birra: possibile ruolo dei lieviti non convenzionali e delle fermentazioni spontanee”, in quanto dopo aver descritto la convenzionale produzione del mosto e la fermentazione primaria di quest’ultimo, da parte delle seguenti specie di lievito: Saccharomyces cerevisiae (birre ale – alta fermentazione) o Saccharomyces pastorianus ( birre lager – bassa fermentazione), che porta alla produzione di green beer, la quale subisce una maturazione finale o fermentazione secondaria per divenire birra come la conosciamo, si focalizza nella parte finale (capitolo 4) sul possibile utilizzo di lieviti non convenzionali e di fermentazioni spontanee per la produzione di birra. I lieviti non convenzionali nella convenzionale produzione sono considerati dei microrganismi alteranti, tuttavia, se impiegati correttamente, come viene descritto nella tesi, possono portare numerose innovazioni nel processo produttivo, il quale porta alla realizzazione di prodotti davvero diversificati e unici. I lieviti non convenzionali di maggior interesse sono: Brettanomyces bruxellensis, Wickerhamomyces anomalus, Torulaspora delbrueckii, Saccharomycodes ludwigii e Lachancea thermotolerans. Per quanto concerne le fermentazioni spontanee, queste possono portare alla produzione di diversi stili birrai antichi, come ad esempio il Lambic (e derivati). In questo stile belga (industriale o tradizionale) vi è un core microbiota caratterizzato dalle seguenti specie di lieviti e batteri: S. cerevisiae, S. pastorianus, Pediococcus damnosus e D. bruxellensis, i quali, insieme alle Enterobacteriaceae (non voluti nel prodotto industriale), batteri acetici (attività limitata per evitare eccessive ossidazioni) e lieviti ossidativi, sono soggetti ad un’evoluzione microbiologica nelle diverse fasi di fermentazione -/- produzione che portano alla realizzazione di queste birre uniche dal sapore acidulo e dal profilo aromatico ineguagliabile.

This study has characterized beer samples taken from two different Finnish beer: Claudia’s Citra Stout (Mustialan Kartano Panimo) and Thunder Chief (Hopping Brewsters Panimo). Both of them have been analyzed from several steps of the brewing process, in order to characterize the final product (4.) and the metabolites change (1. after mashing, 2. after Whirlpool and 3. after secondary fermentation). The aim of this research was to discover how each compound changed during the beer making process, how this could be useful to characterize different styles of beers and if there was any by-product, in the liquids extract discarded, that could be valorized. The beermaking process has been followed from a metabolomics perspective, based on 1H NMR (Nuclear Magnetic Resonance) . In order to get a representative result, 33 NMR spectra have been analyzed, which we obtained by experimenting with different samples preparation methods [(a),(b),(c),(d)], to get the best characterization possible. The majority of the metabolites identified decreased in concentration from the steps before fermentation to post-secondary fermentation. In particular, it has been possible to distinguish 73 metabolites in unfiltered and unpasteurized beer (artigianal), and in commercial beer (Viktor), which has been used as reference. All of them were different in quantitative terms and through their characterization it was possible to identify exactly their presence in others beer samples. Furthermore was possible to obtain an objective opinion on the specific molecules and metabolisms acting on them, in order to optimize a recipe or to modify one that presents problems. Just for this last purpose, it was useful to verify changes that occur during the main steps (1-2-3-4), in order to identify not only the problem, but also in which step this is presented, and consequently how to intervene.

La tesi in esame ha indagato le caratteristiche fisico-chimiche e sensoriali di diverse birre ottenute con diverse percentuali di succo di melograno partendo da una base comune (una birra weiss artigianale di un birrificio emiliano-romagnolo). Si sono evidenziati cambiamenti fisico-chimici ma anche sensoriali sia rispetto al controllo sia tra i diversi campioni. Sono state indagate eventuali correlazioni tra analisi sensoriali ed analisi strumentali. I parametri maggiormente influenzati dalle aggiunte sono stati le sostanze volatili, l'acidità, il colore, e la schiuma. Aggiunte di succo di melograno comprese fra il 5% ed il 10% sono apparse idonee alla produzione di birre di frutta giudicate positivamente dal panel di degustatori

L’elaborato fornisce una panoramica sulla produzione birraria e sul mercato della birra in Cina, supportato da un repertorio terminografico italiano-cinese relativo alla birra, ai relativi criteri di classificazione e al processo di produzione birraria. Nella Sezione I, le fasi di produzione della birra sono analizzate nel dettaglio, con riferimento alle materie prime, ai processi biochimici fondamentali e agli impianti utilizzati nella produzione. Sono inoltre presentati i criteri di classificazione della birra, i principali stili birrari e i diversi birrifici. Segue poi la sezione dedicata alla produzione e al consumo della birra in Cina. Il mercato birrario cinese contemporaneo è qui analizzato nei suoi aspetti principali di produzione, distribuzione, consumo, marketing e advertising. La Sezione II presenta un repertorio terminografico italiano-cinese relativo al processo di produzione della birra e ai criteri di classificazione. Le schede terminografiche contengono le informazioni fondamentali relative ad ogni termine, ricavate attraverso lo studio e la comparazione di testi tecnici e specialistici, in lingua cinese e italiana. Le schede bibliografiche contengono la raccolta sistematica delle fonti utilizzate nella stesura delle schede terminografiche. La totalità dei termini analizzati è raccolta in due tavole di consultazione rapida.

Since the eighties, the subject of brand equity has been one of the best-known and discussed concepts in the academic literature of marketing. Due to this, on one hand it has allowed to increase its importance, but on the other hand, it also meant a proliferation of definitions, conceptualizations and theories, without a unique and universally accepted ones (Keller, Busacca, & Ostillio, 2005). In particular, a major area of concern within this academic strand is related to methods and models of measuring brand equity, because this analysis can be a very important tool, not only for the marketing management, but also, and especially, for the whole business management. The objective of this doctoral thesis is threefold. First, it offers a detailed review of the literature about methods and measurement models of customer-based brand equity, starting with an overview of the definitions of brand and brand equity, as well as the advantages of a positive brand equity and the potential uses of this parameter within the business management. Moreover, it allows analyzing which product categories and communication tools have already been presented in the literature, in relation to the impacts of these tools on brand equity. In this context, particular attention is paid on the issue of communication 2.0, on its peculiarities and the new challenges that brand equity is taken to address through these media. In fact, the impact of social media on business performance remains an issue a little bit explored (Bruhn, Schoenmueller, & Schaefer, 2012; Schivinski & Dabrowski, 2015). Subsequently, I intend to present an innovative model for measuring customer-based brand equity 2.0. More in details, through the literature review it is possible to identify assumptions, measurement scales, items and methods useful for the formulation of a measurement model of customer-based brand equity. Specifically, it has been identified the methodology of structural equation modeling, which allow to check for any relationships between components (brand equity and communication mix), and the direction and size of these ties (Anderson & Gerbing, 1988). In particular, the reference model for comparing the results of the analysis has been identified in the one proposed by the authors Yoo, Donthu and Lee, which studied the impact of the main elements of the marketing mix on the components of consumer-based brand equity conceptualized by Aaker (Aaker, 1997; Yoo, Donthu, & Lee, 2000). Finally, the above model is integrated with the items proposed by the authors Brhun and Schivinski, which analyzed the impact of social media on consumers-based brand equity (Bruhn et al., 2012; Schivinski & Dabrowski, 2015). The third and last objective of this work is to verify the validity of the model within the competitive dynamics of a specific product category, the beer ones. To this end, the analysis is developed through a survey to fans and followers of the major social media of some beer brands among the best known, both at international level, and of both national one. In this way, it is possible to test the existence of the hypothesized relations between the most modern communication tools 2.0 and the major components of customer-based brand equity.

L’uso della pasta madre mostra un continuo interesse in ambito scientifico, commerciale e privato a causa dei miglioramenti che il suo uso apporta al prodotto finito. L’uso artigianale della pasta madre naturale è un processo che richiede attenzioni, cure e passione. Abbiamo avuto l’occasione di seguire processi produttivi di pane artigianale con l’uso della pasta madre e ne abbiamo potuto apprezzare tutti gli aspetti più importanti. Inoltre, abbiamo campionato 41 paste madri tradizionali e le abbiamo caratterizzate microbiologicamente attraverso l’uso di diversi metodi molecolari (DGGE; sequenziamento del 16S e del 28S). Abbiamo analizzato la popolazione batterica per verificare se vi fossero ceppi capaci di produrre EPS, oltre che portatori del gene pdc capace di codificare per l’enzima che decarbossila gli acidi fenolici. La degradazione degli acidi fenolici nella farina genera fenoli volatili che rendono il pane più appetibile. I ceppi pdc+ sono stati impiegati in terreni sintetici con aggiunta di acido ferulico e in impasti modello, per valutare la reale capacità di degradare gli acidi fenolici. Abbiamo, poi creato da zero, secondo metodi tradizionali, alcune nuove paste madri, denominate da noi “ex novo”, utilizzando diversi materiali vegetali come fonte di inoculo iniziale. Abbiamo così potuto valutare come la popolazione microbica si è selezionata nel tempo e se questa possa essere stata influenzata dal materiale di partenza utilizzato. A tale scopo, inoltre, abbiamo impiegato una nuova tecnica molecolare (HRMqPCR) e abbiamo messo a punto il primo metodo HRMqPCR per le analisi di una popolazione fungina a partire dal DNA totale estratto dalle paste madri ex novo. Utilizzando 4 paste madri, due delle quali collezionate e le altre due ottenute ex novo, abbiamo inoculato del mosto d’orzo per ottenere birre acide di tipo Lambic. Di esse abbiamo monitorato alcuni parametri tecnologici e altri microbiologici. Le analisi gascromatografiche delle paste madri e delle birre, infine, hanno messo in luce risultati molto interessanti.
Interest in sourdoughs has been steadily growing in recent years, whether biologically, technologically, commercially or family oriented. Handcrafted natural sourdoughs require care, concern and dedication. Here we describe handcrafted baking processes, making use of natural sourdoughs, investigated from a microbiological point of view. After sampling 41 traditional sourdoughs, we characterized them microbiologically, by different molecular methods (DGGE; sequencing). We then analyzed our bacterial populations, in order to evaluate if EPS+ strains, as well as their related pdc genes were present. Phenolic acid degradations in flour generates volatile phenolic acids, yielding more desirable bread aromas. pdc+ strains have been used in synthetic-media + ferulic acid, and in model-doughs, in order to evaluate the actual phenolic-acid degrading capacity of each pdc+ strain. According to traditional methods, various dough samples were prepared from scratch, and denoted “ex novo” sourdoughs (PMEN), always making use of various plant materials and organs (natural microbial sources, SNM). We have been able to evaluate microbial population dynamics, and to reflect on possible relations between SNM and final populations. A recent quantitative PCR technique (HRMqPCR) has been optimized for our PMEN microbial populations, possibly for the first time so far. Utilizing 4 sourdoughs (2 collected and 2 ex novo), we also inoculated some malt barley must, in order to obtain sour beers. These fermentations, monitored microbiologically and technologically, showed very interesting results.

I lieviti hanno un impatto significativo sugli alimenti, migliorando le loro proprietà organolettiche e promuovendo benefici sulla salute. D’altro canto, essi sono un importante causa di deterioramento degli alimenti ed è necessario incrementare le conoscenze sui lieviti alterativi attraverso lo studio e lo sviluppo di tecniche volte a rilevare e quantificare questi microorganismi in un modo rapido e veloce. Inoltre, è importante lo sviluppo di strategie, come l’utilizzo di conservanti naturali, atte ad ostacolare la crescita di tali lieviti. Lo scopo di questa tesi di Dottorato di Ricerca è lo studio dei lieviti sotto due punti di vista: i) lieviti con un ruolo pro-tecnologico nell’industria alimentare e ii) lieviti con un effetto dannoso sugli alimenti. All’interno del primo argomento, è stato condotto uno studio sul ruolo attivo di Saccharomyces cerevisiae e del luppolo nella produzione di nicotinamide riboside, una forma di vitamina B3, nelle birre artigianali. Questo studio potrebbe essere il primo passo per produrre una birra a basso contenuto alcolico, con un alto contenuto di vitamina B3. Inoltre, è stata effettuata una caratterizzazione microbica dei grani di kefir provenienti dalla Bosnia ed Erzegovina e sul loro utilizzo per la produzione di kefir nei metodi tradizionale e backslopping. I grani di kefir consistono in un consorzio simbiotico di batteri lattici, lieviti e batteri acetici, incorporati in una matrice di polisaccaridi. È stata valutata anche la diversità delle dinamiche microbiche, dei profili nutrizionali e dei volatilomi del kefir tradizionale e backslopped. È stata inoltre eseguita una correlazione tra il microbiota rilevato e i profili nutrizionali e volatilomi al fine di comprendere meglio il ruolo di ciascun gruppo microbico nella produzione di kefir. Nell'ambito del secondo argomento di questa tesi, è stata valutata l'attività antifungina di sette diversi oli essenziali nei confronti di diversi ceppi di lieviti alterativi, appartenenti a generi diversi, e isolati da diverse matrici alimentari. In particolare, l'attenzione è stata focalizzata sul ruolo potenziale di questi oli essenziali come conservanti naturali contro lieviti alterativi nello yogurt. Questa attività è stata valutata sia in vitro che in vivo producendo uno yogurt su scala di laboratorio. Infine, è stato condotto uno studio sull'uso di metodi cultura dipendenti e cultura indipendenti volti a rilevare e quantificare Brettanomyces spp. come agenti alterativi in diversi vini albanesi.
Yeasts have a significant impact on foods by improving their organoleptic properties and promoting health benefits. On the other hand, yeasts are an important cause of spoilage in food industry and it is necessary to enhance the knowledge about yeast spoilage through study and development of techniques aiming to detect and quantify these microorganisms in a quick and easy way. Furthermore, the development of strategies, as the use of natural preservatives, aimed to hamper yeast spoilage are important too. The aim of this Ph.D. thesis is the study of yeasts from two points of view: i) yeasts with a pro-technological role in food industry and ii) yeasts with a detrimental effect on food. Within the first topic, a study about the active role of Saccharomyces cerevisiae and hop in production of nicotinamide riboside, a form of vitamin B3, in craft beers was carried out. This study could be the first step to produce a low alcohol beer with a high vitamin B3 content. Furthermore, a microbial characterization of kefir grains from Bosnia and Herzegovina and their exploitation in traditional vs backslopping methods for kefir production was explored. Kefir grains consist in a symbiotic consortium of lactic acid bacteria, yeasts and acetic acid bacteria embedded within a polysaccharide matrix. The diversity in microbial dynamics, nutritional and volatilome profiles of traditional and backslopped kefir was evaluated too. A correlation among the microbiota detected and the nutritional and volatilome profiles has been also performed in order to better understand the role of each microbial groups within the kefir production. Within the second topic of this thesis the antifungal activity of seven different essential oils was evaluated against several yeast spoilage isolates belonging to different genera and isolated from different food matrices. In particular, the attention has been focused on the potential role of these essential oils as natural preservatives against yeasts spoilage in yogurt. This activity was evaluated both in vitro and in vivo by producing a yogurt in a laboratory scale. Lastly, a study was carried out on the use of culture-dependent and culture-independent methods aimed to detect and quantify Brettanomyces spp. as spoilage agents of several Albanian wines.

Birka är en av de äldsta fornlämningar som upptäckts i Sverige, och har gett historiker möjlighet att få en tydligare bild av hur det var att leva i en bosättning som har haft funktionen att vara en central punkt för handel under den tid då människor valt att kalla det sin hemvist. Denna inblick i historien är vad som hjälpt till att forma en besöksnäring vid denna destination som har haft som målsättning att utbilda människor om dess historia. De kulturella och historiska resurserna vid platsen har värdesatts av bland annat UNESCO, som utnämnt Birka till ett världsarv.  Det har även lett till att aktörerna bakom Birka har bytt ansvarsroller med tiden. Under senare tid så har även Riksantikvarieämbetet som aktör lämnat över ansvaret för Birka till andra aktörer inom den offentliga sektorn. Vår fallstudie kommer därför att fokusera på att titta närmare på Birka och de aktörer som ansvarar för destinationen, för att få en bild av hur destinationen marknadsförs och om detta sker enligt en tematisering som går att finna, samt om den tar hjälp av destinationens status som världsarv. Vidare visar majoriteten av forskningen att det saknas en tydlig planering för hur världsarven i Sverige ska behandlas, som alla de svenska världsarven kan använda sig av vid planering kring ett världsarv.

The focus for this study is the illumination of the function of loom weights and their purpose within the warp-weighted loom. This study deals with Iron Age loom weights excavated at Birka, within the area known as the Garrison. This category of objects was originally classified as being fragments of bellow shields, an interpretation seemingly more corresponding with the site’s traditional interpretation. In order to give a fuller depiction of the textile production as a whole, spindle whorls found within the same defined area have also been included in this study. The main goal for the analyses of these two groups of fragmented finds has been to establish and re-create the functioning variables of these objects, that is, foremost their original shape and weight. Furthermore the objective has been to enhance the understanding of the functional parameters of the textile production in this area. This is partly achieved with the aid of comparing data regarding textile implements found in other areas of Birka. The results can confirm that the area held a capacity to manufacture a variety of different textiles, including very fine threads and weaves.

Sverige står inför en rad utmaningar i och med omställningen till ett elsystem med helt förnybar elproduktion. År 2040 ska 100 % av Sveriges producerade el komma från förnybara källor vilket innebär en succesiv avveckling av kärnkraften som, enligt Svenska Kraftnäts systemutvecklingsrapport från 2018, troligt kommer ersättas av vindkraft. En större andel väderberoende elproduktion kommer leda till att elsystemet blir mer volatilt och att svängmassan minskar, vilket resulterar i ökad risk för effektbrist och svårigheter med frekvensregleringen. Därtill råder det konsensus över att Sverige ska ha en fossilfri fordonsflotta år 2030. För att det ska kunna bli verklighet behöver antalet elbilar öka, men då måste en pålitlig samt utbyggd infrastruktur för laddning komma till stånd. Dessutom måste de ökande utmaningarna för elsystemet som kommer med ökat andel eldrivna bilar tacklas. Blockkedjeteknik är våren 2018 ett ord på mångas läppar. Tack vare att tekniken möjliggör decentraliserad och distribuerad handel i en transparent, pålitlig och säker handelsmiljö undersöks i den här rapporten teknikens eventuella möjlighet att adressera de utmaningar som kommer med energiomställningen för Sveriges elsystem. I kartläggningen av Sveriges rådande elsystem har följande fyra utmaningar, som möjligt kan tacklas med hjälp av en implementering av blockkedjeteknik, identifierats: För det första behöver Sverige en effektivare belöning av förnybar elproduktion. Ett blockkedjebaserat system som tillhandahåller och kartlägger utsläppsrätter, elcertifikat och ursprungsgarantier kan effektivisera de processer som idag är präglad av långa ledtider, osäkerhet och kostsam byråkrati. För det andra identifieras ökande antalet prosumenter och en mer decentraliserad struktur på elsystemet. En blockkedjelösning kan kapa mellanhänder och därmed göra det mer lönsamt för småskalig elproduktion, men affärsnyttan kan trots detta vara svårmotiverad då Sveriges solinstrålning är relativt låg och solcellsproduktionen från hushåll är en liten del av den totala elproduktionen. För det tredje innebär ett ökat antal elbilar att möjligheterna för laddning måste tillgängliggöras och underlättas. Om elbilar skulle kunna laddas via privatpersoners eluttag skulle detta bidra till att skapa tillgänglig laddning. En annan lösning är att implementera vägar som laddar bilar medan de kör. För att dessa två lösningar ska ske enkelt, säkert och med integritetskyddande betalningssystem är blockkedjeteknik att föredra. Slutligen är den fjärde identifierade utmaningen att använda efterfrågeflexibilitet som resurs för att tackla det rådande elsystemets minskade svängmassa. Efterfrågeflexibiliteten är idag begränsad till viss elintensiv industri, och är en outnyttjad resurs när planeringsmöjligheterna minskar på produktionssidan. Blockkedjan kan ha en nyckelroll för kontroll av information och automatiserade beslut genom att smarta kontrakt sköter kommunikation mellan olika enheter, och på så sätt bidra till att göra Sveriges elsystem mer robust.
Sweden is facing numerous challenges as a result of the transition towards a renewable electricity system. In 2040, 100 % of Sweden’s produced electricity will come from renewable energy sources which means a successive decommission of the nuclear power and that, according to Svenska Kraftnät’s system development report from 2018, most likely will be replaced by wind power. A greater proportion of by wind power produced electricity, will lead to a more volatile electricity system and a lower inertia, which will result in increased risk of power shortage. Furthermore, there is consensus according Sweden’s determination to have a fossil free fleet of vehicles in 2030 which will mean an increase in number of electric vehicles and consequently a greater requirement for electric power and a reliable and expanded infrastructure for charging. Blockchain technology has in the beginning of 2018 been a word on almost everyone’s lips. Due to the technology enabling decentralized and distributed trade in a transparent, reliable and safe trading environment this report investigates the possibility of addressing the challenges that comes with Sweden’s energy transition through blockchain. In the mapping of Sweden’s current electricity system following four challenges, that possibly can be tackled with an implementation of blockchain technology, has been identified: Firstly, Sweden needs a more effective reward system for renewable electricity production. A blockchain based system that provides and records greenhouse gas emissions, certificates and guarantees of origin will streamline the current processes that are characterized by long lead times, uncertainty and expensive bureaucracy. Secondly, a growing number of prosumers and the decentralized structures that they result in is identified. A solution with blockchain technology could cut out intermediaries, for example electricity trading companies, although it’s hard to motivate the business value due to Sweden’s relatively low insolation and due to that the current infrastructure for prosumers is well functioning. Thirdly, an increased number of electric vehicles means that the infrastructure around charging has to be developed and be more available. If electric vehicles could be charged at private households’ power outlets it would contribute to more available charging. Another solution is to implement roads that charge the vehicle as it drives. If these two solutions are to be realized efficiently, securely, simply and with an integrity safe payment system the blockchain is to prefer. Finally, the forth challenge is to use demand flexibility as a resource to address the current electricity systems decreasing inertia. Today demand flexibility is limited to certain electricity intensive industry, however it is a completely unexploited resource in Sweden’s households, thus clear incentives have to be created to enable this. The blockchain could have a key position in control of information and automatization of decisions through smart contracts that runs the communication between various units, and in that way, contribute in making Sweden’s electricity system more solid.

La ricerca di microrganismi fermentanti in grado di migliorare le proprietà microbiologiche, fisiche, chimiche, sensoriali e organolettiche delle bevande alcoliche fermentate come vino, birra, idromele, sidro, è considerata ad oggi un punto chiave per lo sviluppo del settore. Negli ultimi anni, l'aumento della domanda al consumo di nuove bevande fermentate ha causato un enorme bisogno di tecnologie di produzione innovative al fine di ottenere diverse tipologie di prodotti caratterizzati da proprietà sensoriali peculiari. Per raggiungere tale obiettivo, l’impiego di nuovi microrganismi, sia fermentanti che non fermentanti, in grado di conferire al prodotto caratteristiche organolettiche peculiari ed uniche, può rappresentare una valida alternativa ai classici ceppi attualmente in commercio. Il settore vitivinicolo-enologico risulta quello in cui la ricerca ha sviluppato conoscenze sufficienti ad applicare nuove specie e nuovi ceppi di lieviti su scala industriale. La ricerca di lieviti non convenzionali applicabili alle bevande alcoliche che nell’Europa meridionale sono considerate secondarie rispetto al vino, ovvero birra, sidro ed idromele, risulta essere ancora poco investigata, essendo scarsi gli studi disponibili sulla fermentazione di queste bevande. In particolare, il settore birrario sta riscoprendo un rinnovato interesse nei confronti di lieviti isolati da matrici territoriali, considerati responsabili del miglioramento e della creazione di bouquet particolari, che consentono di ottenere produzioni legate al territorio e differenziate su un mercato in forte espansione. Analogamente alla produzione di birra artigianale, la produzione di idromele sta attualmente vivendo un interesse a livello amatoriale e professionale in tutto il mondo. Sebbene non sia una bevanda molto popolare, il suo consumo in Europa è in costante crescita. Anche in questo settore la letteratura scientifica risulta limitata, specialmente in ambito microbiologico, dato che per condurre le fermentazioni alcoliche sono spesso usati ceppi di S. cerevisiae di origine enologica. Diversamente dal mosto d’uva, il mosto-miele risulta carente in fattori nutrizionali che limitano la crescita microbica. Per tale motivo, la ricerca di lieviti appropriati in grado di crescere e fermentare queste matrici risulta essere un punto cruciale per mantenere un elevato standard qualitativo di questa bevanda. Sulla base di queste premesse, durante il triennio di Dottorato di ricerca è stata condotta uno studio inerente: l’ecologia microbica di matrici zuccherine; l’isolamento, la caratterizzazione genotipica e tecnologica di lieviti, sia Saccharomyces che non-Saccharomyces; la loro applicazione, sia singolarmente che in combinazione, durante le fermentazioni sperimentali di mosto di birra e mosto-miele; la valutazione della cinetica di fermentazione, metaboliti secondari, composti organici volatili ed analisi sensoriale dei prodotti ottenuti.

The purpose of this paper was to identify the elements and the alloys that five objects found in Birka consist of and to examine whether there are any significant differences between the presumably imported and domestic objects. The material was analyzed using a scanning electron microscope (SEM) which was equipped with an energy dispersive X-ray spectrometer (EDS) in order to identify the elements that are present and the alloys that the objects are made of. Then the SEM results were compared with the results of previous analyzes that have been performed on finds from Birka in order to investigate how the objects differ in elemental composition and to find out if there are any significant differences between them. The results showed that the objects’ content of the elements analyzed varies as the copper alloys the objects are made of. Only a few objects are made of the same type of copper alloy. A sword chape included in the material and a bridle mount that was analyzed in 2006 are both made of lead bronze. Two oriental mounts included in the material and a sword chape which was analyzed in 2006 are all made of lead bronze in which zinc has been added. There are no significant differences in composition between the presumably imported and domestic objects, but overall lead seems to be a metal that was used more in the domestic production.

Denna undersökning är en fallstudie av Birka en del av världsarvet Birka och Hovgården. Birka tros ha varit en aktiv köpstad under vikingatiden och är en betydelsefull del av Sveriges historia. Ett världsarv är ett natur- eller kulturminne som anses så värdefullt att det har betydelse för hela mänskligheten. Själva platsen och mötet med kulturmiljön är en viktig del av studien. Det finns idag tre huvudaktörer som förvaltar och driver Birka. Utmaningen med studien består av två delar, aktörernas olika intressen och relationen mellan att skydda känslig kulturmiljö samtidigt som platsen ska levandegöras för besökare.  Syftet är att med en fallstudie av Birka undersöka möjligheter och begränsningar vid informationsgestaltning i känslig kulturmiljö. Studien riktar sig till besökare som på egen hand vill upptäcka och förstå platsen. Den specifika frågeställningen handlar om Vilka informationsbehov uppstår för den besökare som på egen hand vill utforska en kulturmiljö och hur kan dessa behov mötas? Empirin består av observationer, utprovning och platsanalys på Birka. Intervjuer har genomförts med aktörerna och nuvarande informationsmaterial har samlats in. Analysen är kvalitativt tolkande med hermeneutisk angreppsätt. Då studien inte har någon uppdragsgivare har en viktig del av undersökningen varit att identifiera informationsbehov för att sen kunna ge ett förslag till framtida informationsinsatser. Informationsbehoven som identifierats åt den enskilde besökaren är: kunna förstå var fornlämningsområdet börjar och dess utformning. Möjligheten till att orientera sig inom området och att det finns information om Birka och dess historia tillgänglig oavsett tid på dygnet eller året. Möjlighet till fördjupning är också önskvärt. Framtida informationsinsatser kan bestå av vandringsstråk utformade efter olika teman som gör att besökaren själv kan påverka valet av information, detta i form av en mobilapplikation. Möjligheten till en folder bör finnas som tar upp intressanta platser och erbjuder en grundläggande förklaring av Birka. Den passar bra till enskilda besökare som besöker platsen för första gången. För att orientera sig till den plats som kartan i foldern avser placeras platsmarkeringar i landskapet. Förslagsvis kan fornlämningsområdets entré markeras och ha ett liknande formspråk som Birkamuseet. En skylt vid entrén kan presentera världsarvsområdet och visualisera området på en karta.

This essay reports from a study using XRF of thirteen glass fragments found in the harbour of the Viking town of Birka some interesting observations were made. Two fragments are coloured using antimony and manganese. One fragment could have been made using wood ash glass. Two fragments contain chromium which might imply provenance from Lorraine- Alsace.

The genus Evides Dejean, 1833 (Coleoptera: Buprestidae) belongs to the family of woodboring beetles commonly known as jewel beetles. This comparative study was undertaken on the morphological characteristics of three species from field specimens, private collections and collections at the Transvaal Museum of Natural History. The genus Evides consists of eleven species and one subspecies in total worldwide. Nine species and one subspecies are endemic to Sub-Saharan Africa. One species is recorded from India and further species from Laos and Vietnam: Bellamy (World Catalogue, in prep.) The objective of the study was to quantify morphological differences between species representing the genus in South Africa. Specimens of E. gambiensis (Laporte & Gory, 1835), E. interstitialis (Obenberger, 1924) and E. pubiventris (Laporte & Gory, 1835) were collected in the Waterberg (Limpopo Province) and additional specimens of E. pubiventris were collected at Ezemvelo Nature Reserve (Gauteng Province). All three species are related, difficult to differentiate in the field and occur on the same host plants, marula (Sclerocarya birrea (A. Rich.) Hochst.) and false marula (Lannea discolor (Sonder) Engl.). Results indicate that there are morphological differences and species can be differentiated according to elytra length, total elytron width, eye size, frons length, frons width and abdomen length.

Birka contains a lot of rich graves and tombs with weapons and warriors, one of these has beeninterpreted as a male in the late 1900-th century but now confirmed as a woman according to anew study of her aDNA. In her grave there where a lot of objects that´s been interpreted asmasculine before but now we can see that they were used by a woman. The warrior womanfrom Birka has raised a lot of questions whether of the aDNA was correct. This paper is goingto look through the critics by a gender perspective and see if its reasonable.

Antalet intranät växer ständigt, samtidigt som allt fler människor känner att de inte kan ta till sig all den information som de erhåller. Intranäten innehåller en mängd användbar information som alla anställda kan ta del av. För att kunna använda intranätet effektivt krävs det att användarna sorterar bland all den information som finns på intranätet. Med hjälp av användarprofiler kan detta ske på ett enkelt sätt. Syftet med detta arbete var att behandla frågan om användarprofiler kan bidra till att bättre beslut tas genom att information overload reduceras. För att besvara arbetets frågeställning har telefonintervjuer med sju respondenter genomförts. Litteraturen som studerats inom detta arbete visar på att information overload kan leda till en mängd konsekvenser så väl för de anställda som företaget som helhet. Resultatet av telefonintervjuerna visar att användarprofiler används ute på företag samt att flera av respondenterna anser att dessa kan bidra till kvalitet i beslutfattandet genom reducering av information overload.

There is a growing awareness that multinational companies have opportunities to influence political conditions. Ethical activities made by multinational companies and “Corporate Social Responsibility” (CSR) can therefore function as a positive input in society. The primary purpose of this master thesis is to investigate CSR´s contribution to strengthen human rights, and thereby to democratization. The research questions are listed below:

1. How can the CSR-phenomenon be analyzed in relation to constructivism, legitimacy and democratization through external pressure and civil society?

2. What initiatives have been undertaken by nonstate- and intergovernmental actors for companies´ implementation of human rights?

3. How can CSR-principles be organized in future?

4. How can the CSR-phenomenon be exemplified and related to current human rights-issues in the case of Russia?

The theoretical approach represents a somewhat untraditional view on democratization and its origins. Multinational companies are traditionally not analyzed as strengtheners of human rights. The theoretical framework of this thesis is developed from theories of constructivism, legitimacy and democratization through external pressure and civil society and aims to be a tool in analyzing CSR´s contribution to democratization.

The study builds on primary as well as secondary sources, and the method is of a qualitative character. The explorative and descriptive nature of the study can shape a ground for further research, perspectives, and debates on CSR and democratization. The case of Russia gives a concrete exemplification of CSR. An analytical instrument is developed to summarize and illustrate how CSR can be studied.

The results of the study give an analytical approach to CSR´s contribution to strengthen the situation for human rights in states. The analytical framework was useful to make an analytical description of important aspects regarding the phenomenon. There are limitations in showing correlations in real empirical effects. As a consequence, the study shows its strength in the theoretical debate. On the other hand, the empirical results show that CSR could contribute to development and improvements in human rights-related issues in general and in Russia.

Samhället har ett ökande energibehov och en energiomställning från de ändliga till förnybara energikällorna är ett måste. Detta på grund av klimatpåverkan då människan, sedan den industriella revolutionen, använt sig av den linjära ekonomiska metoden. I en linjär ekonomi, även kallat linjär konsumtion, råder ett dominerande engångstänk gällande användning av resurser vilket är ohållbart. För att motverka detta kan en cirkulär ekonomi appliceras med fokus på att bruka produkter på ett effektivt sätt snarare än att förbruka dem. På detta sätt önskas det uppnås en sluten produktlivscykel, vilken inom cirkulär ekonomi kan delas upp i en biologisk och teknisk cykel. Syftet med denna studie är att visa på eventuella skillnader vid uppvärmning av småhus med eldningsolja respektive pellets. De använda värmepannorna i studien är avsedda för inomhusbruk med ett energibehov på 15 000 kWh vilket avser endast uppvärmning och ej elförbrukning. Undersökning har genomförts med avseende på den biologiska och tekniska cykeln vid omställning mellan energikällorna. Den biologiska analysen har fokuserat på de emissioner, utsläpp, som uppkommer vid förbränningen. I denna studie har en emissionsanalys utförts gällande gaserna koldioxid, metan och lustgas, vilka skapar en global påverkan på klimatet. Mängden utsläpp vid förbränning beror bland annat på mättid, geografiska faktorer och säsongsvariationer. Den tekniska analysen representeras i en kostnadskalkyl över de skillnader som uppkommer vid omställning av energikälla med hjälp av en cirkulär- och en linjärekonomisk metod. För att genomföra detta användes tre scenarios, vilka varierades utifrån val av brännare och pannor. Anledningen till valet av delarna brännare och panna beror på att de båda tillhör en större del av grundinvesteringen för en värmepanna. Kostnadskalkylens syfte är att kunna avgöra vilken metod som är mest lönsamt för småhusägaren. För att jämföra de olika scenariernas styrkor, svagheter, möjligheter och hot genomfördes en SWOT-analys. Denna användes för att kunna stärka de beräknade resultat ytterligare med argument. Resultatet av kostnadskalkylen presenterade för varje scenario bland annat återbetalningstiden i antal år tills grundinvesteringen lönat sig. Förutom detta presenterades även besparingen per år vid användning av pellets jämfört med eldningsolja. Vid applicering av den cirkulära ekonomiska metoden gavs en total årskostnad per år på 11953 kr med en besparing på 9844 kr/år jämfört med utgångspunkten. För den linjära ekonomiska metoden blev motsvarande resultat 18081 kr respektive 3716 kr/år. Återbetalningstiden för grundinvesteringen för den cirkulära ekonomiska metoden beräknades till 2,54 år och för den linjära 21,5 år. Detta beräknades utifrån en antagen avskrivningstid på 10 år och kalkylräntan 5 %. Utifrån de genomförda emissionsberäkningarna gavs resultatet att pellets har ett koldioxidutsläpp på 0 kg medan eldningsolja har utsläpp på 3675 kg per år. Övriga resultat för pellets blev 0,2 kg per år för metan och 3,5 kg per år för lustgas. Motsvarande resultat för eldningsolja blev 0,05 kg per år och 9,9 kg per år.
The energy need of the society is constantly increasing and a conversion from non-renewable energy sources to renewable ones is a must. This is due to the climate impact that humans are responsible for by using the linear economy since the industrial revolution. A linear economy, or also referred to as linear consumption, works according to a “take-make-dispose” extractive industrial model. This way of consumption is untenable in the aspects of the earth’s resources and in order to counteract this, a circular economy can be applied. In circular economy focus is on using products more efficient rather than consuming them, thus achieving a closed product life cycle. By creating the cycle circular economy aims to eliminate unnecessary use of resources. Within circular economy, a product's biological and technical cycles are separated. The purpose of this study is to show possible differences in heating of self-contained houses by comparing heating oil and pellets. The used furnaces in the study are intended for indoor use with an energy requirement of 15,000 kWh. The energy requirement is referred to only heating of the household with the exception of electricity consumption. Studies have been carried out with regard to the biological and technical cycle of conversion between the different energy sources. The biological analysis has focused on the emissions that occur during combustion. Each source has individual emissions during combustion due to inter alia, measurement time, geographical factors and seasonal variations among other parameters. In this study, emission analysis has taken place of the gases carbon dioxide, methane and nitrous oxide, all of which create a global impact on the climate. The technical analysis is represented in a cost-estimate where the difference that may exist in the conversion of energy source is shown. This is based on a linear and circular economic method. To implement this, three scenarios were used based on the choice of different burners and furnaces. Why these factors were chosen and studied is due to the reason that both are a large part of the basic investment of purchasing a furnace. The purpose of the cost calculation is to determine which method is most profitable for the homeowner. In order to compare the strengths, weaknesses, opportunities and threats of the different scenarios, a SWOT analysis was conducted. The intention of the analysis was to strengthen the calculated results with arguments. The result of the cost-estimate is presented in the form of payback time of the scenarios. When applying the linear economy, a total annual cost per year was given at SEK 18,081 with a saving of SEK 3716 per year compared to the starting-point. For the circular economy, the corresponding result was SEK 11,953 and SEK 9844 per year. The payback time for the basic investment in the scenario where the linear economy was applied to, was calculated at 21.5 years and for the circular 2.54 years. The results were calculated on the basis of an assumed depreciation period of 10 years and the calculation rate 5%. The impact of the calculated emissions resulted in pellets having a carbon footprint of 0 kg while fuel oil has a discharge of 3675 kg per year. Other results for pellets were 0.2 kg per year for methane and 3.5 kg per year for nitrous oxide. Corresponding results for fuel oil were 0.05 kg and 9.9 kg per year.

I mitt examensarbete undersöker jag hur jag som möbelsnickare och produktutvecklare kan bidra i en designprocess. I samarbete med arkitekt- och designkontoret Claesson Koivisto Rune har vi utvecklat en trästol från en första skiss till färdig produkt, där jag har fungerat som produktutvecklare hela vägen igenom designprocessen. Examensarbetet visar på produktutvecklarens roll i en designprocess. ”Från idén om en förenklad konstruktion och sammansättning till en produktionsfärdig trästol med perfekt sittkomfort. Endast tre grunddelar – ben, sits och ryggstöd som gör stolen till en stabil helhet. En alternativ designprocess utan inblandning av industriell produktutvecklingsavdelning.”