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Dissertations / Theses on the topic 'Bizantini'

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1

Lulaj, Violeta <1984&gt. "Bizantini e Ostrogoti: Tecniche militari a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17121.

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Abstract:
La necessità di una riorganizzazione dell'esercito bizantino si pose quando venne meno la struttura dello stato cittadino basata sui contadini-soldati: i piccoli proprietari contadini, divenuti coloni, sfuggirono al servizio militare grazie all'intervento dei loro padroni i quali preferivano pagare allo stato una tassa, la tassa del sangue, in sostituzione della leva. tutto questo provocò la fine dell coscrizione obbligatoria per la popolazione dell'impero. Nel VI secolo l'esercito bizantino era formato da soldati nazionali e da barbari con varie qualifiche. L'esercito bizantino era grande e costoso ed era sempre pronto alle battaglie. i barbari erano considerati dai romani coloro che abitavano fuori dai confini del loro impero. Gli ostrogoti furono il ramo occidentale dei goti, una tribù germanica che influenzò gli eventi politici e sociali del tardo impero. Quando gli ostrogoti erano a contatto con gli unni, equipaggiavano il loro esercito con caratteristiche simili: furono loro a sviluppare la cavalleria più agguerrita, la loro era una cavalleria pesante utilizzata per lo sfondamento. A differenza dei soldati bizantini gli ostrogoti combattevano non solo per arricchirsi, ma anche per ottenere nuove terre.
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Giudetti, Anna <1996&gt. "Il rapporto tra Bizantini e Normanni tra XI e XII secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19480.

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Abstract:
L’indagine presentata analizza il rapporto tra Bizantini e Normanni tra XI e XII secolo. La conquista da parte dei Cavalieri del Nord dell’Italia Meridionale non solo determinò la fine dell’egemonia costantinopolitana nel Mediterraneo ma, soprattutto, comportò la nascita di nuovo ordinamento politico e amministrativo sotto il controllo dei nuovi conquistatori dalla Normandia. Per introdurre questo studio si è deciso di trattare la storiografia che, da fine Ottocento fino agli anni Ottanta del Novecento, si è occupata della relazione tra Bisanzio e i nuovi conquistatori normanni e, attraverso l’analisi degli approcci di ricerca sviluppati negli ultimi vent’anni, si è poi cercato di proporre nuovi indirizzi di studio che analizzino la relazione tra le due componenti dal punto di vista etnico e culturale. Grazie alla disamina delle principali fonti bizantine composte tra XI e XII secolo e al confronto di queste ultime con le fonti precedenti, (VI-X secolo), si è indagato il silenzio della storiografia greca in merito alla genesi della conquista normanna, analizzandone le motivazioni politiche, ideologiche e culturali. Tramite la contestualizzazione delle fonti di XI secolo, redatte dai più importanti e illustri esponenti del ceto aristocratico costantinopolitano, Michele Psello e Michele Attaliate, si è esaminato il motivo del rinnovato interesse bizantino nei confronti dei capi normanni e delle loro vicende in terra orientale, fino alla definitiva capitolazione di Bari nel 1071. Mediante lo studio delle principali fonti storiografiche coeve e posteriori al regno di Alessio I Comneno, sono state, quindi, indagate le ripercussioni politiche e ideologiche dell’annus horribilis e della conseguente espansione normanna nei Balcani, esaminando, infine, le motivazioni alla base della definitiva separazione politica e ideologica tra le due componenti nella prima metà del XII secolo.
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3

GINNASI, A. G. C. M. TORNO. "L'INCORONAZIONE IMPERIALE NEL MONDO BIZANTINO. TESTIMONIANZE STORICHE, ARTISTICHE E NUMISMATICHE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/218952.

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Abstract:
The research deals with the study of the iconographical theme of the divine coronation of the Byzantine Emperor, with particular attention to the luxury art and numismatics of the middle period. The subject represents the translation, in figurative terms, of the political ideas about the celestial origins of kingship. This concept, widespread in the Byzantine sources, reveals an ancient and far tradition: the first chapter is dedicated, in fact, to the Persian and Hellenistic cultural and artistic experiences which influenced the further thought of Constantinople. The second one concerns the early developments in the Byzantine ideology with attention to the period from the foundation of the Capital in 324 to the beginning of the 9th century, and the iconographic premises for the creation of the subject. The third and the fourth chapters deal with the codification of the image during the middle Byzantine period; the last section is dedicated to the review of the main research results with a brief summary of the developments during the last Byzantine age and a further remote fascination which still survives in the oriental tradition. The main aim of the research is the complete sampling of the known art works which present the figurative motif and the examination of all the possible variants, with particular attention to the historical context and implications between image and patronage. Another important aspect is the survey of the Byzantine coronation ceremony and the study of the possible relations with the art production.
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4

Di, Bartolo Francesco <1980&gt. "Abitati rupestri e citta' fortificate nella Sicilia occidentale dai bizantini ai normanni." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6785/1/Di_Bartolo_Francesco_Tesi.pdf.

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Abstract:
La ricerca effettuata, analizza in modo razionale ma contestualmente divulgativo, le dinamiche insediative che hanno caratterizzato il paesaggio della Sicilia occidentale dall'occupazione bizantina al dominio da parte dei Normanni ( 535-1194 d.C. circa ). Il volume presenta una chiara raccolta dei documenti e delle fonti letterarie che riguarda gli abitati rurali ed i borghi incastellati della Sicilia occidentale e pone l’interesse sia per la cultura materiale che per la gestione ed organizzazione del territorio. Attraverso i risultati delle attestazioni documentarie, unite alle ricerche archeologiche ( effettuate nel territorio preso in esame sia in passato che nel corso degli ultimi anni ) viene redatto un elenco dei siti archeologici e dei resti monumentali ( aggiornato fino al 2013-14 ) in funzione della tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio. Sulla base dei documenti rinvenuti e delle varie fonti prese in esame ( letterarie, archeologiche, monumentali, toponomastiche ) vengono effettuate alcune considerazioni sull’insediamento sparso, sull’incastellamento, sulle istituzioni e sulla formazione delle civitates. L’indagine svolta, attraverso cui sono stati individuati i documenti e le fonti, comprende anche una parziale ricostruzione topografica dei principali centri abitativi indagati. Per alcune sporadiche strutture medievali, talvolta raffigurate in fortuite stampe del XVI-XVII secolo, è stato possibile, in aggiunta, eseguire un rilievo architettonico. La descrizione degli abitati rurali e dei siti fortificati, infine, è arricchita da una serie di schede in cui vengono evidenziati i siti archeologici, i resti monumentali ed i reperti più interessanti del periodo bizantino, arabo e normanno-svevo della Sicilia occidentale.
The presented research analyses in a factual and contemporaneously coherent way the dynamic of colonization which characterized the landscape of Sicily’s west beginning with the occupation by the Byzantine and ending with the dominion of the Normans (535-1194 A.D. ca.). The volume presents a precise collection of documents and literary sources, which regards the rural inhabitants and the fortified villages of Sicily’s west and puts the interest both for the material culture and for the administration and organization of the territory. By the results of the documental attestation, related to all archaeological researches (which were made in the reviewed territory both in the past and in the last years) emerges an edited catalogue of the archeological sites and monumental rests (updated to 2013/14) for the purpose of the protection, conservation and enhancement of the landscape. Based on the consulted documents and various reviewed sources ( literary, archaeological, monumental, toponymy ) several considerations are concluded about the spread colonization, about the founding of fortified villages, and about the institution and the formation of the cities.The conducted survey, whereby the documents and the sources were found out, includes also a partial topographical reconstruction of the main researched inhabited centers. For various sporadical medieval structures, occasionally figured on casual prints of the 16th-17th century, it was possible to perform an architectural emphasis in the attachment. The description of the rural area and the fortified sites is finally completed by a series of pages in which are illustrated the archaeological sites, the monumental rests and the most interesting discoveries of the byzantine, arabic and norman-swabian period of Sicily’s west.
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Di, Bartolo Francesco <1980&gt. "Abitati rupestri e citta' fortificate nella Sicilia occidentale dai bizantini ai normanni." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6785/.

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Abstract:
La ricerca effettuata, analizza in modo razionale ma contestualmente divulgativo, le dinamiche insediative che hanno caratterizzato il paesaggio della Sicilia occidentale dall'occupazione bizantina al dominio da parte dei Normanni ( 535-1194 d.C. circa ). Il volume presenta una chiara raccolta dei documenti e delle fonti letterarie che riguarda gli abitati rurali ed i borghi incastellati della Sicilia occidentale e pone l’interesse sia per la cultura materiale che per la gestione ed organizzazione del territorio. Attraverso i risultati delle attestazioni documentarie, unite alle ricerche archeologiche ( effettuate nel territorio preso in esame sia in passato che nel corso degli ultimi anni ) viene redatto un elenco dei siti archeologici e dei resti monumentali ( aggiornato fino al 2013-14 ) in funzione della tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio. Sulla base dei documenti rinvenuti e delle varie fonti prese in esame ( letterarie, archeologiche, monumentali, toponomastiche ) vengono effettuate alcune considerazioni sull’insediamento sparso, sull’incastellamento, sulle istituzioni e sulla formazione delle civitates. L’indagine svolta, attraverso cui sono stati individuati i documenti e le fonti, comprende anche una parziale ricostruzione topografica dei principali centri abitativi indagati. Per alcune sporadiche strutture medievali, talvolta raffigurate in fortuite stampe del XVI-XVII secolo, è stato possibile, in aggiunta, eseguire un rilievo architettonico. La descrizione degli abitati rurali e dei siti fortificati, infine, è arricchita da una serie di schede in cui vengono evidenziati i siti archeologici, i resti monumentali ed i reperti più interessanti del periodo bizantino, arabo e normanno-svevo della Sicilia occidentale.
The presented research analyses in a factual and contemporaneously coherent way the dynamic of colonization which characterized the landscape of Sicily’s west beginning with the occupation by the Byzantine and ending with the dominion of the Normans (535-1194 A.D. ca.). The volume presents a precise collection of documents and literary sources, which regards the rural inhabitants and the fortified villages of Sicily’s west and puts the interest both for the material culture and for the administration and organization of the territory. By the results of the documental attestation, related to all archaeological researches (which were made in the reviewed territory both in the past and in the last years) emerges an edited catalogue of the archeological sites and monumental rests (updated to 2013/14) for the purpose of the protection, conservation and enhancement of the landscape. Based on the consulted documents and various reviewed sources ( literary, archaeological, monumental, toponymy ) several considerations are concluded about the spread colonization, about the founding of fortified villages, and about the institution and the formation of the cities.The conducted survey, whereby the documents and the sources were found out, includes also a partial topographical reconstruction of the main researched inhabited centers. For various sporadical medieval structures, occasionally figured on casual prints of the 16th-17th century, it was possible to perform an architectural emphasis in the attachment. The description of the rural area and the fortified sites is finally completed by a series of pages in which are illustrated the archaeological sites, the monumental rests and the most interesting discoveries of the byzantine, arabic and norman-swabian period of Sicily’s west.
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Pellizzon, Maddalena <1987&gt. "I TESSUTI BIZANTINI CON MOTIVO DECORATIVO A "ROTAE". ANALISI E SVILUPPO STORICO-ICONOGRAFICO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1917.

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Abstract:
Il presente lavoro ha lo scopo di analizzare questa categoria di tessili così preziosi nella storia dell’arte medievale/bizantina, mettendo, nel contempo, in luce come tale motivo decorativo abbia avuto un’enorme fortuna nel corso dei secoli. Con ciò si è voluta analizzare l’influenza che lo stesso ornamento ha avuto sulle altri arti: le “rotae” sono, infatti, presenti in architettura, scultura, nei mosaici e negli affreschi; e tutto ciò grazie all’ampio commercio che, anticamente, ha portato tali preziose sete a diffondersi nel medio e nell’estremo oriente, ma anche in Europa. Per dimostrare tale ampia diffusione che i tessuti rotati hanno avuto, come simbolo di potere e ricchezza tra le classi aristocratiche della società, si è voluto proporre un catalogo sufficientemente ampio, che tenesse conto sia dei vari contesti geografici di ritrovamento e, nello stesso tempo, lo scopo per cui vennero impiegate tali stoffe. È così emerso l’utilizzo in contesti di grande gloria e prestigio come le corti imperiali, e le sepolture di imperatori e corpi santi. La ricerca, che spazia dall’epoca sassanide al periodo tardo-medioevale, mira ad illustrare pure i significati iconografici legati a questo motivo decorativo, ricco di varianti e valori semantici. Il lavoro termina con un glossario tecnico, utile a capire la terminologia utilizzata nell’ambito dell’arte tessile.
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Quarti, Jacopo. "Baroque Syropouliana. Indagini sull'editio vetus e la tradizione recenziore (Redaktion-A) dei Mémoires bizantini (1610-1682)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426321.

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Abstract:
The aim of the dissertation is to outline the historical reception of S. Syropoulos’ byzantine Mémoires, in Europe, during the XVIIth century. Following the notes proposed by V. Laurent in his edition (1971), the research intends to reconsider the previous data collected on the fortune of the text, especially at the age of the editio princeps publication (1660), see Introduction. The episode of the first rediscovery of the manuscript BNF, Paris. gr. 427 will be usefull to delineate the propagandistic climate in which the text was read and excerpted, see Ch. I; a comment on an important epistolary dossier will provide an insight on the publishing iter of the editio, and, above all, about the people involved, see Ch. II; lastly, a philological and historiographical analysis of the latin versio, prohibited by the roman Inquisition in 1682, see Ch. III. In addition, the thesis presents the first transcription of the unpublished latin version (sections II, IV, IX) preserved in the manuscript BNF, Paris. Suppl. gr. 317, with introduction. The results proves how textual criticism and propaganda — for the edition of this byzantine major oeuvre —actively contribuited to established a philological method surprisingly refined, later heightened with the definition of the common criteria typically used by modern literary criticism and historiography.
La tesi ha come obbiettivo la ricostruzione storiografica della ricezione dei Mémoires bizantini di S. Syropoulos in Europa, nel XVII s. Seguendo le indicazioni della monografia di V. Laurent (1971), la ricerca intende rivedere le precedenti nozioni sulla fortuna del testo, in occasione della pubblicazione, nel 1660, dell’editio princeps (Introduzione). Attraverso l’individuazione del primo utilizzo del manoscritto BNF, Paris. gr. 427, (Cap. I), si ricostruirà la vicenda propagandistica da cui nacque l’interesse erudito per la vicenda conciliare fiorentina tramandata nel racconto di Syropoulos; si fornirà dunque commento ad un dossier epistolare utile per comprendere l’iter editoriale della stampa, ed i personaggi coinvolti (Cap. II); si concluderà infine con una analisi storica e filologica della traduzione latina, censurata dall’Inquisizione romana nel 1682 (Cap. III). Ad integrazione, si presenterà una prima trascrizione delle sectiones II, IV, IX della versione latina inedita conservata nel manoscritto BNF, Paris. Suppl. gr. 317, con relativa introduzione. I risultati della ricerca dimostreranno come critica testuale e propaganda, nell’edizione di quest’opera bizantina, abbiano contribuito alla costituzione di un metodo ecdotico raffinato, risultato, più tardi, nella definizione di criteri scientifici propri della pratica filologica ed antiquaria.
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Rocciola, Francesca. "Aspetti della tradizione degli Etymologica bizantini e loro ricezione in Italia meridionale nell'ambiente di Costantino Lascaris." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/3795.

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Abstract:
Il presente lavoro ha come oggetto di ricerca gli Etymologica bizantini: gli studi sull’antica lessicografia greca e sugli etimologici in particolare sono ancora fermi ad uno stato embrionale, per così dire, giacché la materia si presenta piuttosto complessa e intricata. La ricerca nasce dall’esigenza di fare chiarezza sullo status quaestionis della tradizione degli Etymologica, e di provare a stabilirne lo stemma codicum, rivolgendo particolare attenzione al “capostipite” della tradizione etimologica, l’Etymologicum Genuinum, la cui conoscenza risulta attualmente frammentaria. Attraverso un paziente e minuzioso raffronto tra autorevoli ricerche e recensioni precedenti, dopo un’attenta revisione testuale autoptica, si è cercato di recuperare alcune vexatae quaestiones relative al Genuinum e di contribuire, se pur in misura limitata, a fornire ulteriori dati d’indagine circa la provenienza e la datazione dei principali manoscritti vettori dell’etimologico (Vat. gr. 1818 e Laur. San Marco 304), nonché circa le fonti utilizzate per l’allestimento del Genuinum. Infine, si è proceduto ad indagare sulla ricezione e sull’utilizzo degli Etymologica in Italia meridionale nel XV-XVI secolo prendendo in esame in particolare i manoscritti della collezione Uceda (Biblioteca Nacional di Madrid), vettori di testi etimologici appartenuti all’umanista bizantino Costantino Lascaris; sono stati forniti di volta in volta alcuni dati paleografici e codicologici dei manoscritti presi in considerazione, l’indicazione della fonte etimologica dei testi, con relativa trascrizione inedita, e l’analisi dettagliata di alcuni lemmi a scopo esemplificativo. In “appendice” si propone per la prima volta l’edizione dei marginalia di mano otrantina presenti nel Vat. gr. 1818: si tratta di una trascrizione completa di tali note addizionali poste in sinossi con il testo del Barb. gr. 70 (Gudianum). In tale edizione critica ho ritenuto utile porre in sinossi i marginalia di mano otrantina del Vat. gr. 1818 e i lemmi del codice Barb. gr. 70 : per il Gudianum ho preso a riferimento l’edizione di De Stefani fino alla lettera zeta; per il lessico dei sinonimi presente ai fogli 149-155 del codice mi sono attenuta all’edizione di Palmieri , poiché il fascicolo risulta pressoché illeggibile a causa dello stato di deterioramento in cui versa il Barb. gr. 70. L’edizione presenta un apparato dei marginalia articolato in due sezioni; nella prima dedicata ai loci, ho dato conto delle fonti (individuate e dubbie) di cui si è servito il copista otrantino; nella seconda ho segnalato i problemi codicologici e paleografici che si riscontrano nel Vat. gr. 1818. Là dove i marginalia del codice vettore del Genuinum non risultino comprensibili a causa dell’inchiostro evanido o del danneggiamento dei fogli, si è fatto ricorso alla tradizione parallela (in particolare al Gudianum e al Magnum): quando non è stato possibile ricostruire il testo dei marginalia ho segnalato tra parentesi quadre il numero indicativo delle lettere mancanti; si tratta di un numero approssimativo dal momento che il modulo delle lettere può variare considerevolmente anche all’interno di una stessa glossa... [a cura dell'autore]
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Fernández, Jiménez Francisco María. "El humanismo bizantino en san Simeón el nuevo teólogo : la renovación de la mística bizantina /." Madrid : Consejo superior de investigaciones científicas, 1999. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb388498691.

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lo, Presti Eleonora <1977&gt. "La filosofia nel suo sviluppo storico: la prospettiva storiografica di Marsilio Ficino e l'influenza dei dotti bizantini Giorgio Gemisto Pletone e Giovanni Basilio Bessarione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/169/1/tesifile_pdf.pdf.

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lo, Presti Eleonora <1977&gt. "La filosofia nel suo sviluppo storico: la prospettiva storiografica di Marsilio Ficino e l'influenza dei dotti bizantini Giorgio Gemisto Pletone e Giovanni Basilio Bessarione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/169/.

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Armaroli, Lorenzo. "Progettazione, implementazione e valutazione di sistemi per la fault tolerance in simulazioni distribuite." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2699/.

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Leoni, Chiara. "Ravenna che scompare. Uso dell’ICT per lo studio degli effetti della subsidenza su alcuni monumenti del patrimonio UNESCO." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18188/.

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Abstract:
La tesi “Ravenna che scompare. Uso dell’ICT per lo studio degli effetti della subsidenza su alcuni monumenti del patrimonio UNESCO” ha come oggetto di studio il fenomeno della subsidenza nell’area ravennate e i relativi effetti su 10 edifici paleocristiani e bizantini. Dopo aver inquadrato il processo territoriale a livello geologico e storico, il lavoro è proseguito con l’analisi dei 10 casi di studio: per ciascuno di essi, mediante schede di catalogazione, sono state approfondite le vicende storiche, le modifiche e i restauri, gli effetti visibili dell’azione della subsidenza, e sono state poi prodotte rielaborazioni grafiche e schematiche per sintetizzare i dati raccolti. Infine, è stato pianificato un nuovo sistema-percorso per Ravenna, il quale grazie all’uso delle ICT illustra il problema della subsidenza nella sua globalità, in una rete che consente agli edifici si spiegarsi l’un l’altro. Il buon funzionamento di tale sistema è supportato dall’uso dei beacon (piccolo trasmettitori BLE) associati all’app “H&S – Heritage and Subsidence” ideata appositamente per visitare i 10 monumenti ravennati. L’uso congiunto dell’app “H&S” e dei personali dispositivi mobili realizza un supporto Hi-Tech di cui il visitatore potrà usufruire per accedere a specifici contenuti multimediali, in una visita immersiva e interattiva.
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Vianello, Denise <1991&gt. "Memorie dell'Italia bizantina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12107.

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CAPRI, FABIO. "Gli Ostrogoti. Sopravvivenze sociali e culturali nell'Italia medievale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/243.

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Abstract:
Ridefinizione del tema delle origini dei Goti secondo il recente dibattito e indagine storico-prosopografica basata su fonti narrative, documentarie, archeologiche ed epigrafiche sulla fisionomia identitaria e sociale degli Ostrogoti insediati in Italia e sopravvissuti nel periodo successivo alla Guerra Greco-Gotica (dalla seconda metà del VI sec. d.C..), con particolare attenzione alle aree di dominio bizantino. Il lascito della loro memoria etnica, storica e istituzionale nel Regnum longobardo e in alcune fonti narrative italiane medievali.
Redefinition of the Goths-origins them in the recent debate, and historical -prosopographical research based on narrative, documentary, archaeological and epigraphic sources about the identity and social make-up of living and surviving Ostrogoths in Italy after the Greek-Gothic War (from 2nd half of VIth century), particularly for the areas under Byzantine rule. The heritage of their ethnic, historical, and institutional remembrance in the Lombard kingdom and in some Italian middle-age narrative sources.
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CAPRI, FABIO. "Gli Ostrogoti. Sopravvivenze sociali e culturali nell'Italia medievale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/243.

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Abstract:
Ridefinizione del tema delle origini dei Goti secondo il recente dibattito e indagine storico-prosopografica basata su fonti narrative, documentarie, archeologiche ed epigrafiche sulla fisionomia identitaria e sociale degli Ostrogoti insediati in Italia e sopravvissuti nel periodo successivo alla Guerra Greco-Gotica (dalla seconda metà del VI sec. d.C..), con particolare attenzione alle aree di dominio bizantino. Il lascito della loro memoria etnica, storica e istituzionale nel Regnum longobardo e in alcune fonti narrative italiane medievali.
Redefinition of the Goths-origins them in the recent debate, and historical -prosopographical research based on narrative, documentary, archaeological and epigraphic sources about the identity and social make-up of living and surviving Ostrogoths in Italy after the Greek-Gothic War (from 2nd half of VIth century), particularly for the areas under Byzantine rule. The heritage of their ethnic, historical, and institutional remembrance in the Lombard kingdom and in some Italian middle-age narrative sources.
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Illgen, Izquierdo Arantxa. "Formes del Logos en la novel·la grega bizantina. Estudi narratològic de les Διηγήσεις bizantines de l´època Comnena (s. XII) i Paleòloga (s. XIII-XV)." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2016. http://hdl.handle.net/10803/393735.

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Abstract:
El propòsit principal d’aquesta tesi pot ser descrit per mitjà del seu títol: tractem de l’estudi dels particulars usos narratius i lingüístics (logos) en la tradició dels textos de la novel·la bizantina, així com de les formes que caracteritzen aquest tipus de producte literari en el context de la literatura grega medieval a partir del segle XII en l’àmbit de l’imperi romà d´Orient, i en concret al llarg del període que comprèn l’època de la cort dels Comnens fins el temps dels Paleòlegs (s.XIV). En primer lloc, hom recorre el context històric i cultural; després, s’intenta explicar la principal terminologia que el món bizantí tenia per a aquest tipus d’obres, i es repassa la problemàtica que planteja la teoria crítica moderna. A continuació, i tenint en compte la complexitat narrativa, així com les dificultats que ens presenta la llengua grega en un període de contactes multiculturals entre Grècia i la resta del món Occidental, hom proposa l’anàlisi de les formes del Logos, enteses com a base i xarxa estructural que conforma aquestes obres. Les “formes”, sospitosament peculiars en tot el compendi dels textos, suposen unes funcions concretes en la narració que es desenvolupen en diverses circumstàncies comunicatives, i impliquen tant els personatges com el seu entorn comunicatiu. D’alguna manera, ens expliquen com es va conformant la ficció, orienten la trama argumental i els seus resultats. Ens fixem, per tant, en un seguit d’imatges i de representacions de la paraula que es concreten en quatre Formes: el monòleg, com a forma d’expressió d’una sola veu, única però complexa, i el seus desenvolupaments poètics; el diàleg, com la forma de conversa entre dos personatges en escena; la cançó, probablement com la via més lírica de comunicació del discurs dels personatges principals (tot tenint en compte prèviament el “background” de la tradició de les Dimotikà tragoúdia o cançons tradicionals gregues); i finalment, la complexitat de les cartes, inscripcions i missatges com a formes del Logos escrit en la comunicació dels personatges. En relació amb el context narratiu i argumental, intentem definir quin és el tipus de lirisme que hi ha entre discursos i personatges en vistes a donar expressió real al concepte amorós o de l’amor en la narrativa de l’aventura de separació i retrobament final de la parella protagonista. En aquest cas, l’estudi de la veu poètica, així com la de la veu dels personatges principals, els dos enamorats, i la seva literalitat, esdevé necessària per a la comprensió d’aquests materials. S’observa, per exemple, que en el diàleg, la temàtica de l’amor es concreta i desenvolupa en les novel·les en dues tipologies de diàleg: el diàleg d’amor entre els protagonistes, i el diàleg sobre amor o sobre aquest tema. En un altre exemple, des del punt de vista del Logos escrit, la mateixa presència i intercanvi de cartes (ἡ γραφή) genera, a nivell narratiu, una tercera veu narrativa epistolar en el procés comunicatiu dels personatges que requereix una aproximació obligadament literària, en tant que l’escriptura és posada en primer pla en l’expressió pregona del sentiment amorós. De la mateixa manera, en l’anàlisi de les inscripcions (τὰ γράμματα), cada situació narrativa suposa un format i un suport de la transmissió dels missatges que configura, un cop més, un context poètic narratiu molt especial. La present tesi intenta omplir els buits existents en l´estudi de la ficció a Bizanci, alhora que planteja nous termes i límits de definició a través de la teoria del llenguatge i la narratologia, en un intent de concreció, per a totes aquestes novel·les, del rol de les seves formes del Logos.
The main purpose of this dissertation is described by his title himself: this is the study of the particular narrative and linguistic uses (Logos) in the textual tradition of the “bizantine roman”, as well the forms that characterizes this kind of literary product in the context of medieval greek literature throught the Comnenian and Palaiologan periods (s. XII- XIV). The present thesis makes a revision of the historical context and the cultural situation of this textual tradition; then, tries to explain the main terminology that bizantine world had to define this kind of titles, and takes a look on the problematic of modern literary theories. Then, taking account of the complexity of this narrative, as well as the difficulties of the greek language on a period of multicultural contacts between Greece and the rest of the occidental world, we propose the analisis of the “Forms of Logos” as the main basis and structural network that conforms theses narrative materials. We take a look to specific images of “Logos” (representations of the “word”) that are concreted by four forms: monologue, the form of one´s voice expression, and his developments and variations as a complex poetical voice; dialogue, as a form of conversation between two subects acting and performing; the song, probably as the most lirical way to comunicate the speech of the main characters (taking a look previously to the background of the traditional greek folk songs); and finally, the complexity of letters, inscriptions and messages, as forms of the writed “Logos” on comunication. In relation to the argumental and narrative context, we try to define how is this kind of lirism between characters and speeches in order to give expression to a view of love throught the adventure of separation and new meeting and reunion of the protagonist couple. The present thesis tries to fill the gap on the general studies about fiction and fictional narratives in Bizantium, and to define, throught new terms and the theory of language and narratology, the role, for all the novels, of these forms of Logos.
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Cecchi, Andrea <1989&gt. "Lo spazio femminile nella monetazione bizantina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12952.

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Abstract:
Partendo dalle prime imperatrici di Bisanzio analizzerò i loro ritratti presenti nella emissione monetaria imperiale (fornendo un catalogo)descrivendo poi il loro vestiario comparandolo con alcune immagini della cultura bizantina.
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Del, Pup Luca <1993&gt. "Archeologia e storia della Venezia bizantina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16798.

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Abstract:
Dopo aver fornito un contesto storico della X° regio augustea, dalla caduta dell’impero romano d’occidente all’invasione longobarda, si tratteranno le prove del passaggio e della presenza dei Bizantini nella regione. Verranno poi analizzate prove archeologiche ed epigrafiche del passaggio delle truppe bizantine e della presenza di un’amministrazione territoriale della regione. Seguirà l’analisi dal punto di vista archeologico delle città protagoniste di questo periodo, prendendo in esame l’evoluzione delle strutture e degli abitati che testimoniano il periodo storico e le sue trasformazioni. L’obbiettivo di questo lavoro è fornire un punto di vista aggiornato, con le ultime ricerche sul periodo, la presenza bizantina durante e dopo la riconquista giustinianea del nord-est Italia.
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Rezende, Regina Helena. "Formas arquitetônicas clássicas em edifícios religiosos do Período Bizantino." Universidade de São Paulo, 2007. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/71/71131/tde-09052007-122147/.

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Abstract:
Este trabalho tem como objetivo a identificação e o estudo da permanência de formas arquitetônicas greco-romanas, ditas clássicas, nas primeiras igrejas cristãs, em uma fase inicial do seu estabelecimento na região da Palestina, desde o governo de Constantino, na primeira metade do século IV d. C., até o final do século VI d. C. Nesse intervalo de quase três séculos procuramos identificar as formas arquitetônicas essenciais que serão constitutivas das igrejas cristãs em seu momento inicial de organização e estudar de que maneira elementos da cultura clássica foram recuperados e usados nesses espaços. Buscamos ir além da análise estritamente material desses edifícios, que evidenciam em suas formas idéias e valores antigos em contraposição a novos elementos que são adotados nesse momento de mudança, produtos concretos de uma nova cultura que se configura nessa época, conhecida como Período Bizantino.
The goal of this dissertation is the identification and study of Graeco-roman architectural forms - classical forms - that were preserved in early Christian churches built in the Palestinian area. The chronological scope is from the first half of the IVth. century, under Constantine\'s rule, to the end of the VIth. century AD. Studying these three centuries, we tried to recognize which basic architectural shapes had been part of early Christian churches and which classical shapes were preserved. We tried to go beyond the building materials, looking for ancient ideas and values still in use in this age of transformation, called Byzantine Period, when the new concepts of an arising culture were starting to achieve material forms.
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Pomero, Margherita Elena <1980&gt. "L’iconografia dell’imperatore alato nel contesto della teologia politica bizantina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5043/1/Pomero_MargheritaElena_tesi.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca di dottorato si propone di esaminare l’evoluzione della teologia politica bizantina e dei suoi riflessi nella propaganda imperiale nel periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo, attraverso lo studio delle manifestazioni dell'ideologia nell'iconografia e nella numismatica del periodo in esame. L'intreccio interdisciplinare di questi ambiti di ricerca, iconografia e numismatica - con una metodologia innovativa, i cui risultati si profilano estremamente proficui - permette di comprendere i caratteri concreti, ma forse più reconditi, del realizzarsi dell'ideologia politica e della propaganda imperiale nell'impero bizantino ormai ridotto ad una costellazione di potentati particolari di estensione limitata. Il tema specifico di questo studio ha come oggetto alcune iconografie ritenute inedite, o meno tradizionali, nel panorama numismatico bizantino, emesse, in particolare, dalla zecca di Tessalonica tra XIII e XIV secolo, che vengono qui esaminate in funzione dell’evoluzione della rappresentazione imperiale. Tra di esse emerge l’inedita iconografia dell’imperatore pteroforo per la sua valenza di interscambiabilità semantica con l’immagine arcangelica. Lo studio si è proposto l’obiettivo principale di rintracciare elementi iconologici quanto più possibile comuni tra tutti i soggetti iconografici presi in esame, vagliando il substrato ideologico e propagandistico sotteso alla valenza iconologica per ogni tipologia numismatica.
The aim of the present PhD research is to analyze the byzantine political theology evolution and its effects on the imperial propaganda in the period between the XIII and XIV centuries through the study of the ideology’s evidences in iconography and numismatics during the examined period. The interdisciplinary connection of these fields of research - iconography and numismatics - with an innovative methodology, whose achievements are extremely satisfactory, allows to understand the specific characters, and perhaps the most recondite ones, of the political ideology and imperial propaganda development in the Byzantine Empire, now reduced into a constellation of different powers of limited extension. The specific topic of this study is about some iconographies considered unusual in the byzantine numismatic context and they are the subject of peculiar coins struck in the mint of Thessaloniki between the XIII and XIV century. In this study they are analyzed in the light of the imperial image’s evolution. Among them, the peculiar iconography of the winged emperor stands out for its semantic symbolism of interchangeability with the image of the archangel Michael. The study’s main aim is to find iconological elements shared between all the iconographic subjects studied, by analyzing the ideological and propagandistic base subtended to the iconology of each numismatic type examined.
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Pomero, Margherita Elena <1980&gt. "L’iconografia dell’imperatore alato nel contesto della teologia politica bizantina." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5043/.

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Abstract:
La presente ricerca di dottorato si propone di esaminare l’evoluzione della teologia politica bizantina e dei suoi riflessi nella propaganda imperiale nel periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo, attraverso lo studio delle manifestazioni dell'ideologia nell'iconografia e nella numismatica del periodo in esame. L'intreccio interdisciplinare di questi ambiti di ricerca, iconografia e numismatica - con una metodologia innovativa, i cui risultati si profilano estremamente proficui - permette di comprendere i caratteri concreti, ma forse più reconditi, del realizzarsi dell'ideologia politica e della propaganda imperiale nell'impero bizantino ormai ridotto ad una costellazione di potentati particolari di estensione limitata. Il tema specifico di questo studio ha come oggetto alcune iconografie ritenute inedite, o meno tradizionali, nel panorama numismatico bizantino, emesse, in particolare, dalla zecca di Tessalonica tra XIII e XIV secolo, che vengono qui esaminate in funzione dell’evoluzione della rappresentazione imperiale. Tra di esse emerge l’inedita iconografia dell’imperatore pteroforo per la sua valenza di interscambiabilità semantica con l’immagine arcangelica. Lo studio si è proposto l’obiettivo principale di rintracciare elementi iconologici quanto più possibile comuni tra tutti i soggetti iconografici presi in esame, vagliando il substrato ideologico e propagandistico sotteso alla valenza iconologica per ogni tipologia numismatica.
The aim of the present PhD research is to analyze the byzantine political theology evolution and its effects on the imperial propaganda in the period between the XIII and XIV centuries through the study of the ideology’s evidences in iconography and numismatics during the examined period. The interdisciplinary connection of these fields of research - iconography and numismatics - with an innovative methodology, whose achievements are extremely satisfactory, allows to understand the specific characters, and perhaps the most recondite ones, of the political ideology and imperial propaganda development in the Byzantine Empire, now reduced into a constellation of different powers of limited extension. The specific topic of this study is about some iconographies considered unusual in the byzantine numismatic context and they are the subject of peculiar coins struck in the mint of Thessaloniki between the XIII and XIV century. In this study they are analyzed in the light of the imperial image’s evolution. Among them, the peculiar iconography of the winged emperor stands out for its semantic symbolism of interchangeability with the image of the archangel Michael. The study’s main aim is to find iconological elements shared between all the iconographic subjects studied, by analyzing the ideological and propagandistic base subtended to the iconology of each numismatic type examined.
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Zambelli, Valentina <1966&gt. "Yarmuk, Kleidion, Mantzikert: analisi storica di tre battaglie bizantine." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9423.

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Abstract:
L’impero bizantino è stato caratterizzato fin dalle sue origini da un pressoché incessante stato di guerra. Questo ha fatto sì che da sempre vi sia stato uno stretto connubio tra stato ed esercito, data la necessità di mantenere alto il livello di efficienza delle forze amate. La maggior parte delle imposte riscosse era utilizzata per le necessità dell’apparato militare e il sistema fiscale dell’impero era strutturato in modo tale da fornire gli introiti sufficienti al suo mantenimento. L’esigenza di difendere i vasti confini dell’Impero Romano d’Oriente portò i bizantini alla consapevolezza che era indispensabile un esercito forte, preparato e fortemente motivato. Non fu sempre possibile: la Storia riporta molti episodi in cui le truppe si rivelarono inefficaci, poco disciplinate e inadeguate a fronteggiare la situazione. Ma vi furono secoli in cui l’esercito imperiale era il migliore del mondo conosciuto, forte dell’antica tradizione greco-romana arricchita da contributi personali e dalla curiosità bizantina che portava allo studio e all’adozione di valide tecniche apprese dai nemici. Al di là del lato puramente pratico e tecnologico, i bizantini adottarono spesso strategie e astuzie atte a supplire eventuali carenze: l’uso sapiente della diplomazia fu un arma validissima, di cui si avvalsero molti generali, che entrò a fare parte della strategia militare dell’impero fin dai primi secoli. Meno nobile dell’arte diplomatica, ma altrettanto efficace, fu l’uso della corruzione, ampiamente utilizzata nel corso della millenaria storia di Bisanzio. Tutto era lecito, pur di salvare l’impero. La consapevolezza e l’orgoglio di essere gli unici continuatori di Roma, impero universale voluto da Dio, spinsero i sovrani di Bisanzio, secolo dopo secolo e con tutti i mezzi a loro disposizione, ad affrontare innumerevoli, svariati nemici e a tentare fino allo stremo di preservare l’eredità romana. Yarmuk, Kleidion e Mantzikert sono le battaglie analizzate. La prima ebbe luogo nel VII secolo, durante il regno di Eraclio, in un’epoca in cui Bisanzio seguiva una politica difensiva che mirava più alla conservazione dei confini territoriali che all’espansione. Le altre due battaglie esaminate risalgono entrambe all’XI secolo, ma possono essere viste come diametralmente opposte: da un lato Kleidion e la forza militare espressa da Basilio II, lo “sterminatore dei Bulgari”, che guidò personalmente il suo esercito e che fu l’imperatore con il maggior numero di vittorie militari in tutta la storia di Bisanzio. Nemmeno sessant’anni dopo, la battaglia di Mantzikert, “il giorno terribile” della disfatta contro i Turchi Selgiuchidi, che segnò il crollo dell’esercito imperiale. Dopo allora, Bisanzio non riuscì più a riconquistare quella superiorità militare che aveva caratterizzato buona parte della sua storia. Nonostante i diversi esiti di queste battaglie, tutte dimostrano la incrollabile fede di Bisanzio nelle proprie forze e la tenacia nel perseguire i propri obiettivi: la grandezza dell’impero bizantino risiede proprio nella capacità di essere riuscito, nell’arco di un millennio, a sopravvivere a molteplici attacchi su più fronti e di aver mantenuto perfettamente funzionante un apparato statale che per secoli è stato in grado di esprimere una potenza militare straordinaria.
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Bessani, Alysson Neves. "Coordenação desacoplada tolerante a faltas bizantinas." Florianópolis, SC, 2006. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/88816.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico. Programa de Pós-graduação em Engenharia Elétrica
Made available in DSpace on 2012-10-22T13:59:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 244593.pdf: 1082615 bytes, checksum: dd5733a141f9ca60c14f323bf9fda69f (MD5)
Sistemas distribuídos abertos são tipicamente compostos por um número desconhecido e variável de processos executando em um ambiente heterogêneo, onde as comunicações muitas vezes requerem desconexões temporárias e segurança contra ações maliciosas. A coordenação por espaço de tuplas é um modelo de comunicação bastante conhecido para estes ambientes pois provê comunicação desacoplada tanto no tempo (os processos não precisam estar ativos ao mesmo tempo para interagirem) quanto no espaço (os processos não necessitam saber os endereços uns dos outros). Vários trabalhos têm tentado melhorar a segurança de funcionamento dos espaços de tuplas através do uso de replicação e transações para tolerância a faltas ou controle de acesso e criptografia para segurança. Entretanto, muitas aplicações práticas na Internet requerem ambas estas dimensões. Nesta tese, o modelo de coordenação por espaços de tuplas é usado para resolver o problema da coordenação desacoplada em ambientes não confiáveis, i.e., onde os processos estão sujeitos a falhas bizantinas (podem desviar-se arbitrariamente de suas especificações). Os resultados aqui apresentados atacam dois problemas básicos: (1) como construir espaços de tuplas com segurança de funcionamento (seguros e tolerantes a faltas bizantinas), e (2) como usar estes espaços para resolução de problemas fundamentais em computação distribuída. Os resultados referentes a (1) são uma arquitetura para espaço de tuplas com segurança de funcionamento que integra mecanismos de segurança e tolerância a faltas, duas construções eficientes para espaços de tuplas tolerantes a faltas bizantinas baseadas em uma nova filosofia de replicação, e um esquema de confidencialidade para espaços de tuplas replicados. Com relação á (2), é mostrado que um espaço de tuplas aumentado protegido por políticas de granularidade fina pode ser usado para resolver eficientemente vários problemas em computação distribuída mesmo com processos sujeitos a faltas
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Mazrimas, Svajūnas. "Lotynų ir bizantinio rito apeigų diakonato ypatumai Katalikų Bažnyčios teisėje." Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2011. http://vddb.laba.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2011~D_20110622_151750-55504.

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Abstract:
Diakonatas savo istoriją Bažnyčioje skaičiuoja nuo to meto, kai buvo parašyti Apaštalų Darbai, todėl visų pirma tai labai sena tarnystė. Diakonato tarnystės esmė – pagalba vyskupams bei kunigams liturgijoje, pastoracijoje ir karitatyvinėje veikloje. Diplominiame darbe licenciato laipsniui gauti Lotynų ir bizantinio rito apeigų diakonato ypatumai Katalikų Bažnyčios teisėje yra atkreipiamas dėmesys į keletą istorinių aspektų, dėl kurių yra pastebimas skirtumas tarp Rytų ir Vakarų Bažnyčiose tarnaujantiems diakonams suteiktų teisinių galių. Tai tapo Katalikų Bažnyčios vidaus reikalu po to, kai dalis Rytų Bažnyčių susivienijo su Šventuoju Sostu. Gerbdamas šias Bažnyčias, Šventasis Sostas nesiėmė iniciatyvos keisti jų vidaus tvarkos liturginėse tradicijose ir hierarchijoje, todėl jos vadovaujasi sava teise. Šios teisės skirtumai nuo Vakarų bažnytinės teisės yra Rytų ir Vakarų Krikščionybėje vykusių istorinių procesų pasekmė, todėl šiame darbe daug vietos skiriama diakonato raidai, ypač Baltarusijos graikų Katalikų Bažnyčioje bei Ukrainos graikų Katalikų Bažnyčioje. Skirtingai nuo kitų Rytų Katalikų Bažnyčių, šios abi Bažnyčios yra istoriškai tampriai susijusios su Lietuva bei Katalikų Bažnyčia Lietuvoje.
Deaconship has been present in the history of Church from the time The Acts of Apostles were written, therefore, it is regarded a very old service. The essence of this service is helping bishops and priests during liturgy, pastoration, and in caritative activities. The work The Peculiarities of Latin and Byzantine Rite Deaconships in the Law of Catholic Church addresses some historical aspects resulting in the differences between the legal rights awarded to deacons serving in Eastern and Western Churches. This became an internal issue of Catholic Church when a part of Eastern Church has unified with The Holy See. Respecting these Churches, The Holy See had not initiated changes are following their own law. The differences between this law and the law of Western Church is n outcome of historical processes having taken place in Eastern and Western Christianity, therefore, the major focus in this work is put on the development of deaconship, especially in the Greek Catholic Church of Belarus and Greek Catholic Church of Ukraine. As distinct from other Eastern Churches, both these Churches are historically closely related with Lithuania and Catholic Church in Lithuania.
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Salamino, Domenico <1978&gt. "Dominio, città, cattedrale : Terra d'Otranto tra età bizantina ed età normanna." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1105.

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Abstract:
Lo studio intende delineare il panorama storico-sociale, insediativo e architettonico del Salento (Terra d’Otranto) servendosi dell’approfondimento degli ultimi apporti della ricerca, attraverso la rilettura ed il confronto delle fonti scritte e archeologiche, ed infine della raccolta di informazioni d’archivio poco noti o mai studiati. Il fine è quello di comprendere alcune strategie di affermazione nel dominio della componente italo-greca, di continuità e permanenza della tradizione bizantina e quindi del potenziale culturale autoctono. Lo studio della città e della sua chora si è indirizzato verso la comprensione delle problematiche connesse allo spazio vitale afferente al centro di controllo – ossia la città stessa (e più in generale il feudo e e l’Amministrazione) – intesa come luogo di continuità della cultura bizantina anche in età normanna.
The main purpose of this research is the Terra d'Otranto and its settlement seen from an historical, social and architectural point of view throught the study of the latest scientific investigations and the comparison of written sources and archaeological evidences but also on field analysis of unpublished and little known data from archives and in situ investigations. The aim was to understand some strategies for success of the domain of the Italo-Greek component, its continuity and permanence into the Byzantine tradition, and then the indigenous cultural potentiality. The study - aimed to stress the value of urban settlements - has not neglected the chora, here meant as a living space related to the centre of control - "the city" - the feud or more generally the Administration - which was the place of continuity of Byzantine cultur also during the Norman Age.
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Vaz, João. "Tolerância a faltas bizantinas em servidores RMI." Master's thesis, Faculdade de Ciências e Tecnologia, 2011. http://hdl.handle.net/10362/7606.

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Abstract:
Dissertação para obtenção do Grau de Mestre em Engenharia Informática
Os avanços registados recentemente ao nível do hardware tornaram possível melhorar a performance e eficiência da aplicações em geral através da computação paralela. Com este aumento dos recursos disponíveis, os sistemas computacionais evoluíram no sentido de exigir uma maior fiabilidade, disponibilidade e tolerância a falhas arbitrárias (bizantinas). Um componente que exiba comportamentos bizantinos, continua a responder aos pedidos, mas a produzir valores incorrectos. A detecção deste tipo de falhas é um processo complexo, uma vez que estas podem permanecer dormentes durante longos períodos de tempo. A solução passa por implementar algoritmos de tolerância a falhas bizantinas (BFT) robustos, baseados em replicação e em protocolos de consenso que, no entanto, têm um impacto negativo no desempenho. De entre as técnicas que podemos aplicar para limitar esta perda, existem duas que queremos salientar: a introdução de operações concorrentes nos servidores e a utilização de execução especulativa. O mecanismo de invocações remotas da linguagem Java (RMI) permite transportar para as aplicações distribuídas o modelo de programação das aplicações não distribuí- das. Este mecanismo é suportado por uma arquitectura cliente/servidor que, apesar de apresentar uma boa performance, torna estas aplicações pouco tolerantes a falhas. Assim, o nosso objectivo é introduzir tolerância a falhas bizantinas em aplicações RMI, através de um mecanismo de replicação implícito. Para testar o nosso trabalho, efectuámos testes utilizando o JNFS, um sistema de ficheiros distribuído implementado sobre RMI. Os resultados permitem concluir que o uso de execução especulativa minimiza o impacto dos algoritmos de tolerância a falhas bizantinas.
Fundação para a Ciênciafe Tecnologia (FCT/MCTES)- projecto Byzantium (PTDC/EIA/74325/2006)e projecto RepComp (PTDC/EIA-EIA/108963/2008)
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Mainetti, Nicola. "Le simmetrie nell'arte bizantina: progettazione, realizzazione e ridefinizione di un'uscita didattica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18509/.

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Abstract:
In questa tesi propongo un’idea di uscita didattica che ha lo scopo di introdurre il concetto di simmetria dal punto di vista matematico, attraverso l’osservazione di figure artistiche presenti in alcuni monumenti del centro di Ravenna. Questa uscita didattica che ho progettato è stata realizzata il 29 maggio 2019 con due classi seconde di una scuola secondaria di primo grado, l’Istituto Tavelli di Ravenna. Al termine di essa ho effettuato una riflessione su quanto successo per individuare quali sono state le principali problematiche e ho successivamente definito alcune azioni e modifiche per poterle fronteggiare. Per fare questo ho utilizzato la metodologia della ricerca azione. Vengono poi illustrati due sviluppi per l’uscita, il primo riguardante GeCla, un interessante software didattico che contiene attività sui concetti di simmetria, mentre il secondo elenca alcuni possibili monumenti di Ravenna che possono essere aggiunti all’itinerario. In questa tesi riporto anche alcuni approfondimenti teorici sulle tassellazioni e sui gruppi di simmetria di poligoni, fregi e mosaici, che possono essere utilizzati come base teorica dal docente che intende sperimentare l’uscita didattica.
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Rizzo, Marcello <1973&gt. "La cultura architettonica del periodo normanno e l'influenza bizantina in Sicilia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4140/1/Rizzo_Marcello_TESI.pdf.

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Abstract:
The arguments of the thesis is the relationship between the Norman domination and the Greek-speaking people living in Sicily and Southern Italy. Particularly the ascendancy of the greek culture on the norman architecture and his role in the construction of the Norman Kingdom.
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Rizzo, Marcello <1973&gt. "La cultura architettonica del periodo normanno e l'influenza bizantina in Sicilia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4140/.

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Abstract:
The arguments of the thesis is the relationship between the Norman domination and the Greek-speaking people living in Sicily and Southern Italy. Particularly the ascendancy of the greek culture on the norman architecture and his role in the construction of the Norman Kingdom.
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Lacchin, Luca <1987&gt. "L'evoluzione bizantina dell'iconografia paleocristiana: influenze orientali nell'arte musiva veneziana del '200." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4457.

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Moosburger, Théo de Borba. "Tradução comentada dos versos 1-609 do épico bizantino Vasileios Digenis Akritis." Florianópolis, SC, 2008. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/91651.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expresão. Programa de Pós-graduação em Estudos da Tradução
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A presente dissertação de mestrado consiste numa tradução comentada da primeira parte do épico grego medieval Digenis Akritis na versão de Escorial (versos 1-609), texto anônimo. Parte de um estudo da obra e seu contexto histórico e literário. Com base em formulações teóricas acerca da tradução literária, fundamentadas principalmente nas teorias de Antoine Berman e Lawrence Venuti, ela propõe uma tradução que possa simultaneamente apresentar a pouco conhecida literatura grega medieval e oferecer uma nova imagem da cultura grega ao público-leitor brasileiro. O texto traduzido constitui capítulo à parte e o original grego é fornecido em apêndice. This master thesis consists of a commented translation of the first part (vv. 1-609) of the anonymous Medieval Greek epic Digenis Akritis, in the Escorial version. First an analysis of the work and its literary and historical context is made. Based upon theoretical formulations concerning literary translation, which is mainly grounded on Antoine Berman's and Lawrence Venuti's theories, it proposes a translation that can both present the little known medieval Greek literature and offer a new image of the Greek culture to Brazilian readers. The translated text constitutes a separate chapter within the work, and the Greek original is given in the appendix.
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SGANDURRA, MARIAFRANCESCA. "Per la storia di un libro liturgico della Chiesa bizantina: il Pentecostarion." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201770.

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Malaguti, Barbara <1985&gt. "Imperatrici di Costantinopoli e influenza bizantina nelle corti straniere. Secoli X-XIV." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1721.

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Abstract:
Una visione generale della corte imperiale bizantina, con particolare interesse nei confronti della figura dell'imperatrice. Vengono presentati i profili delle varie figure femminili imperiali che si avvicendarono alla corte tra il X e il XIV secolo, per poi approfondire il tema dell-influenza che la corte bizantina ebbe sui territori limitrofi, pertinenti e non all-impero.
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Biasin, Sara <1992&gt. "Tra lessico e florilegio: un inedito bizantino nel codice Marc. Gr. X 3." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9690.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di offrire l'edizione parziale di un florilegio bizantino conservato nel codice miscellaneo Marc. Gr. X 3. La motivazione di questa compilazione e lla ratio con cui è stata condotta la sua stesura, ad oggi non ancora chiare, sono indagate attraverso un' attenta analisi delle fonti con l'obiettivo di delineare, seppur per sommi capi, i testi cui l'anonimo autore ha potuto attingere: nel far questo, si affrontano anche problemi filologici relativi alle peculiarità testuali degli excerpta, e alla spinta “lessicografica” che innerva più o meno esplicitamente molti lemmi. Precede una breve introduzione che, oltre a fornire una sommaria descrizione del codice e un cenno agli altri due testimoni che sembrano trasmettere forme affini di questa raccolta, cerca di collocare il genere subletterario della lessicografia e della schedografia, in cui l'opera può per alcuni tratti rientrare, nel panorama dell'enciclopedismo bizantino.
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Cescon, Fabio <1993&gt. "Le traduzioni in greco dell'Ordo Missae romano e domenicano in età tardo-bizantina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13502.

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Abstract:
Con questo lavoro si mira a ricostruire l’origine e la storia delle traduzioni in greco dell’Ordo Missae romano e domenicano, traduzioni avvenute nel periodo tardo-bizantino in seguito ai tentativi di riunione tra la Chiesa Greca e la Chiesa Latina, con la conseguente nascita di interesse, da parte di teologi e dotti bizantini, verso la liturgia e la teologia occidentale, sia con scopi polemici, sia per sincero interesse, spesso dovuto a conversioni alla fede latina. Vengono quindi presi in esami i testimoni manoscritti delle traduzioni di questi testi liturgici, al fine di ricostruirne filologicamente il testo e confrontarlo poi con gli originali Ordines Missae in lingua latina, verificando eventuali divergenze e influenze derivanti dalla tradizione eucologica bizantina o da traduzioni effettuate nei secoli precedenti.
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CAMPANINI, MONICA. "Filippo, Alessandro e i Macedoni nel lessico Suda: dall'immagine classica alla visione bizantina." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/946303.

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Abstract:
The purpose of this study is to identify, classify and analize all the contributions about Alexander the Great and the Macedonians recovered inside the lexicon Suda, the Xth century Byzantine Greek encyclopedia. The research focalizes also the attention on the sources the lexicon has used, analyzing the connection between the authors used by the encyclopedia and the notices the lexicon has referred, in order to discuss the modifications the lexicon has operated during the transmission of the texts. The discussion on the entries has involved all the aspects of the theme: from the history of the Argeads to the deeds of Alexander in Greece, Asia, India, to the inquiry into the Companions of the king and the women that have shared with him his voyage or that have been part of his family. The results of the inquiry confirm the possibility of a revision of Alexander's image under the byzantine's empire and open up to a new interpretation of his figure in that context.
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MASSARA, Francesca Paola. "MAZARA DEL VALLO. CITTA’ E TERRITORIO IDENTITA’ STORICO-ARTISTICA NELL’ETA’ BIZANTINA E MEDIEVALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90603.

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Abstract:
Il progetto di ricerca “Mazara del Vallo. Città e territorio. Identità storico-artistica nell’età bizantina e medievale” ha avuto per oggetto la città ed il suo hinterland, identificati come fulcro e snodo di realtà monumentali e storico-artistiche particolarmente significative. Mazara è stata riconosciuta, nella sua qualità di capoluogo di Diocesi sin dall’età normanna, come punto di partenza privilegiato per una indagine sistematica sullo sviluppo ed il divenire delle scelte artistiche in un preciso territorio della Sicilia occidentale, in dialogo con le realtà culturali del mondo mediterraneo ma portatore di una identità propria e peculiare che affonda le radici in un periodo, quello tardoantico, paleocristiano e bizantino, spesso sottovalutato e ricco, invece, di testimonianze di valore. L’indagine sul campo ha, infatti, lasciato emergere una realtà antica di grande interesse, sebbene frammentaria nelle sue testimonianze monumentali: le arule-urne funerarie, le epigrafi, i sarcofagi di marmo pregiato riccamente lavorati indicano un contesto sociale e culturale di committenza alta già dall’età romana. Ricordiamo che l’emporio fenicio, citato già da Diodoro (XIII, 9; 54), è l’avamposto costiero e portuale fortificato della potente Selinunte, mentre l’Itinerarium Antonini ricorda la città come Statio, ossia stazione di posta, lungo l’itinerario tra Agrigento e Lilybeo. Inoltre, l’area dei monasteri di San Michele e di Santa Veneranda ha lasciato emergere recentemente, in uno sterro di edilizia civile,un’ampia e significativa evidenza architettonica, oggetto di scavo stratigrafico ma non ancora edita, che avrebbe tutte le caratteristiche di una basilichetta paleocristiana. I rinvenimenti archeologici sparsi nell’area cittadina e nelle zone limitrofe hanno chiarito che l’antica Mazaris aveva una dimensione urbana ed uno spessore socio-culturale anche in età tardoanticapaleocristiana e poi bizantina: lo documentano anche la domus con mosaici sotto la Chiesa di San Nicolò Regale e l’epigrafe paleocristiana in lingua greca, ritrovata nel centro storico ed oggi conservata in Cattedrale. Sono particolarmente significative, poi, le testimonianze architettoniche monumentali e artistiche riferibili alla seconda bizantinizzazione ed alla cultura normanna di Sicilia, visibili in urbe in diversi contesti. Tra i monumenti maggiormente rappresentativi di questo periodo, la Chiesa di San Nicolò Regale, edificata presso il porto, sui bastioni di cinta, e la Chiesa di Santa Maria delle Giummare, su una collina in vista del centro urbano. La Cattedrale, fondata dal Conte Ruggero nell’XI secolo e dedicata al SS. Salvatore, conserva ancora tracce evidenti dell’antica costruzione, al di sotto della ristrutturazione del secolo XVII: le absidi, le croci a rilievo, alcuni inediti elementi e decorazioni architettoniche posti oggi all’esterno costituiscono suggestive preesistenze di valore che i ricostruttori vollero in qualche modo preservare e sopravvivono insieme a documenti artistici conservati o murati all’interno della grande aula, come l’absidiola laterale con il raffinato affresco palinsesto raffigurante il Pantokrator. Un particolare cenno merita la presenza e l’opera del Vescovo Tustino (o Tristano), regnante tra il 1156 ed il 1180: restano il suo sarcofago, murato all’ingresso della Cattedrale, e pregevoli elementi scultorei e decorativi superstiti dell’ambone e della cattedra da lui stesso commissionata, parzialmente inediti o poco noti, rintracciati in sedi diverse e ricomponibili per via ipotetica, sulla base di testimonianze, confronti e paralleli tipologici e stilistici.Presso la Cattedrale, inoltre, è esposta ancora oggi alla venerazione dei fedeli la grande croce dipinta di età federiciana, un unicum per i suoi raffinati caratteri iconografici e stilistici. Nel Tesoro della stessa Cattedrale, inoltre, si segnala un inedito assoluto di rilevante interesse: si tratta di una croce astile in argento sbalzato, afferente alla tipologia delle cruces fiordalisades e databile al secolo XV. Lo stato di conservazione non proprio ottimale del manufatto lo aveva escluso dall’utilizzo fino a provocarne l’oblio; la Croce può oggi idealmente aggiungersi alla preziosa collezione di Croci astili conservate al Museo Diocesano. Esse possono inserirsi in un percorso più ampio, che comprende anche le grandi Croci lignee, dipinte o scolpite, prevalentemente di ascendenza e cultura catalana. La stessa tradizione quattrocentesca del gotico internazionale è parzialmente visibile sui paramenti murari di alcuni edifici di rilievo urbano: sono diversi gli esempi di chiese, monasteri e corpi edilizi di carattere pubblico e privato interessati da ristrutturazioni, aggiunte e riedificazioni, soprattutto d’età barocca, che tra i secoli XVII e XVIII hanno completamente rivoluzionato la propria identità storico-artistica, ma che conservano in aree limitate e spesso poco visibili elementi, talvolta assai pregevoli, appartenenti al contesto storico e storico-artistico del momento fondativo di età medievale. Tra gli esempi più eloquenti, oltre alla citata Chiesa Cattedrale, che presenta componenti estremamente notevoli per numero e qualità, si segnalano la Chiesa e il Monastero di Santa Caterina, quello di Santa Veneranda, la Chiesa di San Nicola in urbe, la Domus c.d. “del Pino” o “della Pigna”, la Chiesa e il grande Convento di San Francesco, i monumentali resti del Castello a mare; solo qualche elemento è sopravvissuto nei contesti architettonici e artistici della Chiesa e del Monastero benedettino di San Michele, di fondazione normanna. Sono stati identificati, inoltre, attraverso un’attenta prospezione, ragguardevoli porzioni di arredo marmoreo, scultura e decorazione architettonica di età tardoantica e medievale dispersi all’interno del tessuto costruttivo della città storica, spesso sopravvissuti a profondi rimodellamenti del tessuto viario o superstiti rispetto a radicali trasformazioni delle strutture monumentali. A questi si aggiungono un congruo numero di manufatti “erratici” di decorazione architettonica, databili invece tra l’XI ed il XV secolo, in gran parte inediti, individuati presso la sede provvisoria del Museo Civico (ex-Chiesa di San Bartolomeo) e presso la Cattedrale, con un abbozzo di musealizzazione. Completamente fuori dai contesti abitativi, invece, sono gli antichi siti di culto rupestri che sono stati censiti lungo il corso del fiume Mazaro, come l’area c.d. “del Miragliano” e la Chiesa di San Bartolomeo in grotta. Altri siti di origine paleocristiana e/o bizantina, adibiti al culto cristiano, sono sparsi nelle aree rurali delle immediate prossimità dell’hinterland mazarese. Di una ricca e colta committenza parlano, in diverso contesto, i ritrovamenti di oreficerie pregiate, preziosi e raffinati manufatti di arti suntuarie, rinvenuti nel sito di Contrada Guardiola / Chiusa del Pellegrino e noti come “Tesoro di Campobello”. Tuttavia, gli storici locali (e non solo) sono concordi nel ritenere questi reperti di diretta pertinenza del territorio di Mazara, sia per la vicinanza territoriale, sia perché il paese di Campobello di Mazara è di recente fondazione; inoltre, la natura e tipologia del “tesoro” si mostra perfettamente integrata e congruente con le caratteristiche storiche e storico-artistiche riscontrate nella coeva cultura del sito. Tra questi pregevoli manufatti si segnala una collana con croce pendente, raffigurante al centro la Vergine in posa orante e accompagnata da un’iscrizione in greco, con una scelta iconografica alquanto inedita per tale tipo di manufatto. Infine, l’attività di ricerca svolta a Mazara ha portato significativi fattori di novità nel percorso di studio programmato: sono emerse, infatti, nella capillare ricerca sul territorio cittadino e durante la catalogazione, una serie di opere e manufatti, diversi per tipologia e caratteristiche, che presentano un notevole interesse storico-artistico, alcuni dei quali assolutamente inediti, come le numerose testimonianze di scultura architettonica, il bel crocifisso ligneo della Chiesa di Santa Maria di Gesù e la croce astile dal Tesoro della Cattedrale.Altri materiali, invece, risultavano poco noti e interessati solo da esigui e brevi riferimenti, o da citazioni ormai datate. All’indagine sul campo è stata accompagnata un’attenta analisi delle fonti bibliografiche, documentarie e archivistiche, nell’intento di ripercorrere contestualmente la storia degli studi storici e storico-artistici su monumenti ed opere d’arte della città. A fronte di un patrimonio di tale importanza, l’indagine delle fonti storiche e bibliografiche ne attesta la relativa esiguità e vetustà, rispetto anche ai nuovi ritrovamenti ed ai nuovi orientamenti delle ricerche storico-artistiche; sembra emergere un quadro bibliografico poco ricco ed estremamente frammentario, concentrato spesso sui singoli monumenti o sui loro aspetti particolari, o piuttosto sullo studio diacronico dello insediamento urbano. Tali studi, inoltre, si presentano talvolta sotto le specie dell’erudizione locale, piuttosto che attestarsi metodologicamente sui moderni parametri scientifici. Sono state consultate le Biblioteche Comunale e Diocesana di Mazara, oltre alle principali Biblioteche generaliste di Palermo, Trapani, Roma; l'Archivio Storico Diocesano ha potuto fornire solo quella documentazione salvatosi dalla distruzione del precedente archivio, prima conservato nella residenza feudale "Casale Bizir" dell'antica Diocesi di Lilibeo e poi trasferitasi a Mazara nel secolo XIV. L’obiettivo era quello di verificare il numero, l’entità, la tipologia, il valore, la collocazione delle opere d’arte in oggetto, nella consapevolezza che esistevano poche opere notissime ed una serie poco nota, o del tutto ignota e da quantificare, di monumenti e testimonianze da indagare e censire. Sono stati presi in esame i manufatti databili tra i secoli III-IV e XV d. C., cioè dalle prime tracce evidenti della cristianizzazione (con un breve excursus nel tardoantico, radice del Medioevo, secondo le ipotesi ormai consolidate di lettura critica del Kitzinger) alle pregevoli manifestazioni dell’epoca normanna, fino alla produzione gotica siciliana, nelle sue declinazioni anche più tarde. Sono stati volutamente esclusi, invece, quei manufatti che, pur potendo essere con maggiore o minore approssimazione ricondotti al secolo XV, si mostravano però già partecipi delle sensibilità umanistiche e rinascimentali. Le schede propongono una sintetica griglia di comprensione dell’opera, fornendone i dati essenziali e le coordinate descrittive ed interpretative, cercando anche di individuare possibili confronti tipologici e stilistici. Il patrimonio censito si mostra interessante e degno di rilievo, di tipologia variegata; assume spesso carattere “sparso” e frammentario, risulta nell’insieme poco indagato e parzialmente inedito, talvolta di difficile individuazione ed ardua lettura. Infatti, si è verificato che i monumenti, le opere ed i manufatti medievali siano stati spesso brutalmente dismessi e disgregati (come l’ambone di Tustino), talvolta per dar luogo a ristrutturazioni posttridentine, soprattutto tra i secoli XVII e XVIII, con interventi miranti a rendere le espressioni architettoniche e figurative cristiane più vicine alle nuove ed urgenti esigenze di carattere liturgico, pastorale ed ecclesiale della Chiesa della Controriforma. E’ il caso delle facies moderne della Cattedrale e di quasi tutte le chiese di fondazione medievale. Più complesso talvolta il riconoscimento degli spolia: riveste particolare importanza, infatti, il fenomeno del riutilizzo di fragmenta del mondo antico, sotto forme diverse ed in fasi cicliche (normanna e moderna). Le opere ed i monumenti, però, esplorati con attenzione, riescono a condurre ad una realistica comprensione della produzione e della circolazione della cultura figurativa e architettonica dell’area, anche in rapporto al più vasto contesto siciliano, mediterraneo ed europeo, prestandosi anche a fornire validi argomenti di riflessione storica e storico-artistica. I riscontri operati attraverso monumenti, opere d’arte e manufatti segnalano una presenza attiva dell’oppidum mazariensis anche dopo la distruzione di Selinunte, che non si spegne in età romana e tardoantica. Emerge con evidenza che non è necessario aspettare l’invasione islamica per fare di Mazara una città dalle risorse umane e commerciali consistenti, anche se certamente, come narrano le fonti, gli Arabi ne fecero un porto di grande traffico per i contatti con l’Africa. Le testimonianze artistiche mostrano che il sito continua ad avere un rilievo in ambito territoriale anche nel periodo normanno, dove una committenza forte e volitiva esprime nella costruzione di nuove chiese, piccole e grandi, la nuova identità cristiana e culturale, particolarmente legata, soprattutto all’inizio, al mondo dell’Impero Bizantino, identificato come modello di riferimento politico e religioso, nonché iconografico, iconologico e stilistico, sia nelle produzioni pittoriche che in quelle scultoree. A questo si aggiunge, evidentemente, una profonda istanza locale di “bizantinità”, che sembra riaffiorare nelle forme e nei contenuti, quasi senza soluzione di continuità con il periodo bizantino pre-arabo. Il Trecento ed il Quattrocento vedono l’espandersi del centro urbano e l’infittirsi della presenza, nel tessuto viario e monumentale, di domus aristocratiche e di edifici di culto, tra cui hanno particolare ruolo quelli fondati dagli ordini religiosi. Frammenti e lacerti sparsi di questa grande Mazara gotica sono visibili negli spolia architettonici, nelle preesistenze integrate, negli erratici. La città si mostra ricca e colta anche attraverso la committenza di significative opere di scultura, come i grandi Crocifissi e le croci astili in materiale prezioso, dove emerge il forte legame con la cultura spagnola e catalana del gotico internazionale, filtrata spesso da una sensibilità locale che ha già conosciuto la lezione artistica peninsulare. Mazara “Inclita Urbs”, come la definiscono le fonti medievali, è dunque pienamente inserita nella circolazione della cultura mediterranea, dai rapporti con le sponde africane a quelli con il mondo orientale, per agganciarsi, infine, alle grandi correnti artistiche europee. *** Nel completare il presente lavoro, desidero manifestare la mia più viva gratitudine a tutti coloro che hanno accompagnato il mio percorso di studio: in primis alla Prof. Maria Annunziata Lima, che ha seguito da Tutor accademico ogni passo della ricerca con vigile affetto e generosa attenzione, sostenendomi con i suoi preziosi consigli; alla Tutor Prof. Laura Bica per il sempre benevolo supporto e la grande disponibilità. Doverosi e sentiti ringraziamenti formulo anche nei confronti di S.E.R. Mons. Domenico Mogavero, Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, per avermi “aperto ogni porta”, consentendo o agevolando l’accesso a luoghi, monumenti ed opere d’arte. Sono grata anche alla Dom.na Gertrude Francesca Giglio, Abbadessa del Monastero di San Michele Arcangelo in Mazara del Vallo; a Don Leo Di Simone, già Direttore dell’Ufficio per l’Arte Sacra, Bb.Cc.Eccl. ed Edilizia di Culto della Diocesi di Mazara ed all’Ing. Bartolomeo Fontana, del medesimo Ufficio; a Don Pietro Pisciotta, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano; alla Dott. Cristina Gallo, Responsabile della Biblioteca Diocesana; al Dott. Rosario Salafia, Direttore della Biblioteca Comunale di Mazara ed al personale tutto; a Don Orazio Placenti; a Don Nicola Misuraca; al maestro fotografo Filippo Serra. Alla cortesia dell’amico Arch. Santi Gallo devo l’elaborazione della grande planimetria della città, in cui mi è stato possibile segnalare i monumenti con indicazione numerica.
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FLAMINE, MARCO. "OPERE D¿ARTE BIZANTINA IN LOMBARDIA. LINEAMENTI PER UN CATALOGO (SECOLI IV-XV)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/266830.

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Abstract:
This research focuses on Byzantine works of art (IV-XV centuries) in public collections in Lombardy. Milan, was connected to Byzantium politically, religiously and commercially since Late Antiquity. New research has been conducted on the metal works of the Museo e Tesoro del Duomo di Monza, on the bronze snake of the Basilica of Sant’Ambrogio in Milan, on the frescoes of Santa Maria Foris Portas at Castelseprio (Varese) and also on illuminated manuscripts. This dissertation is structured with a series of catalogue entries, with particular attention to the sculptures, ivories, jewelry, textiles, and also an astrolabe.
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Alchieri, Eduardo Adilio Pelinson. "Protocolos tolerantes a faltas bizantinas para sistemas distribuídos dinâmicos." Florianópolis , SC, 2011. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/95380.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Engenharia de Automação e Sistemas, Florianópolis, 2011
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As novas tecnologias de comunicação e a maior disponibilidade de recursos em redes de comunicação vêm provocando profundas mudanças na forma de se projetar aplicações distribuídas. Estas mudanças possibilitaram o surgimento dos sistemas distribuídos dinâmicos, que se caracterizam por serem sistemas onde os componentes podem entrar e sair do mesmo em qualquer momento. Sendo assim, os protocolos desenvolvidos para estes sistemas devem detectar e tratar mudanças que ocorrem na composição da aplicação distribuída, permitindo sua reconfiguração em tempo de execução. Desta forma, os participantes destas aplicações são caracterizados principalmente pela heterogeneidade e não confiabilidade. No desenvolvimento de aplicações distribuídas seguras e confiáveis, vários problemas são identificados como peças fundamentais por formarem a base para a maioria das soluções empregadas nestas aplicações. Neste sentido, surge a necessidade do desenvolvimento de protocolos que resolvem estes problemas em sistemas distribuídos dinâmicos. Como os participantes destas computações não são confiáveis, torna-se essencial que estes protocolos suportem os atributos de segurança de funcionamento. Esta tese apresenta estudos e protocolos para a solução dos principais destes problemas fundamentais em sistemas distribuídos dinâmicos, os quais são: o problema do consenso, sistemas de quóruns e replicação Máquina de Estados. O problema do consenso é estudado em redes desconhecidas, onde são definidas as condições necessárias e suficientes para resolver o consenso. Estas condições especificam o grau de conhecimento sobre a composição do sistema dinâmico que deve ser obtido pelos participantes e o nível de sincronia que deve ser observado no mesmo. A segunda contribuição desta tese é formada principalmente por um conjunto de protocolos para reconfiguração de sistemas de quóruns, os quais podem ser divididos em: (1) algoritmos para inicialização da reconfiguração; (2) algoritmos para geração de novas visões do sistema; e (3) algoritmos para instalação das visões atualizadas. Várias combinações destes algoritmos são possíveis, resultando em um sistema com diferentes características e garantias. Estes protocolos são completamente desacoplados dos protocolos de leitura e escrita no registrador, facilitanto a integração dos mesmos com os mais variados sistemas de quóruns encontrados na literatura, além de aumentar o desempenho do sistema. A última grande contribuição desta tese refere-se à adição de suporte à reconfiguração em replicação Máquina de Estados. Nestas reconfigurações, tanto o conjunto de participantes do sistema quanto parâmetros da replicação podem ser alterados, resultando em um sistema bastante robusto e flexível. Todas as soluções propostas nesta tese suportam a presença de participantes maliciosos no sistema e fornecem protocolos que incorporam os atributos de confiabilidade, disponibilidade e integridade para suas aplicações
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Ribeiro, Tulio Alberton. "Mesobi: memória transacional em software tolerante a faltas bizantinas." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2015. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/136337.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Ciência da Computação, Florianópolis, 2015.
Made available in DSpace on 2015-11-10T03:08:42Z (GMT). No. of bitstreams: 1 335943.pdf: 2286813 bytes, checksum: f696d21066655f662d160f31a95f850f (MD5) Previous issue date: 2015
Memória Transacional em Software (STM) é um modelo utilizado para tratar acesso concorrente a dados compartilhados, onde programadores não precisam lidar explicitamente com mecanismos de controle de concorrência, como locks. O programador, apenas delineia qual parte do código necessita ser tratado como concorrente e sua execução seguirá o modelo transacional, respeitando as propriedades: atomicidade, consistência e isolação. É proposto nessa dissertação um modelo denominado Mesobi: Memória Transacional em Software Tolerante a Faltas Bizantinas onde transações somente leitura não abortam. Existem algumas abordagens na literatura que utilizam Memória Transacional em Software, das quais grande parte tolera faltas de parada mas pouco se fala sobre faltas maliciosas. Somente o trabalho de Zhang 2012 faz tolerância a faltas Bizantinas no contexto de STM; sua proposta utiliza dois clusters para alcançar tolerância a faltas Bizantinas.No modelo de Zhang, transações somente leitura podem ser abortadas, não é suportada a execução de transações interativas e não é possível executar transações de forma otimista. O Mesobi permite alcançar tolerância a faltas Bizantinas utilizando (3f+1) réplicas, sendo que, f é o número de faltas toleradas. O modelo consiste em inicialmente tentar executar as transações de forma otimista sem a necessidade de executar o protocolo Bizantino. Transações conflitantes localmente não são iniciadas de imediato com isso evita-se trabalho improdutivo. É possível e viável a execução de transações pré-declaradas e interativas no mesmo ambiente, sendo que, transações interativas têm pior desempenho devido a sua maior troca de mensagens.

Abstract : Software Transactional Memory (STM) is a model to deal concurrent accesses on shared data. With STM developers do not need to cope with explicit concurrency control mechanisms like locks. Instead developers can write parallel portions of code as transactions, which are garanteed to execute atomically and in isolation regardless of eventual data races. In this dissertation we propose a model named Mesobi: Memória Transacional em Software Tolerante a Faltas Bizantinas in which read-only transactions do not abort. There are some approaches in literature that use STM, but most of them treat crash faults, but few deal with arbitrary faults. The work presented by Zhang 2012 mentions Byzantine Fault Tolerance (BFT) in STM context, but two clusters are necessary, one for consensus and another to execute transactions. Zhang's model abort read-only transactions, does not use optimistic execution neither interactive transactions processing. It achieves BFT using (3f+1) replicas where f represents the number of tolerated faults. The model executes in an optimistic fashion the transactions without the BFT protocol. Conflicting local transactions are not executed immediately thereby saving wasted work. Execution and consistency tests showed that execution of interactive and pre-declared transactions on same environment are possible and practical. Interactive transactions have worse performance than pre-declared due to need of more message exchanges.
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Consonni, Federica <1993&gt. "Trasmissione e circolazione dei 'Deipnosofisti' di Ateneo di Naucrati in età bizantina e umanistica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18463.

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Abstract:
La tesi propone uno studio complessivo della tradizione manoscritta dei Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati, al fine di descrivere le fasi della trasmissione e circolazione del testo in età bizantina e, soprattutto, umanistica. L’elaborato è articolato in due parti, cui è premesso un catalogo ‘monografico’ in cui sono raccolte e descritte tutte le testimonianze manoscritte finora note dell’opera (Ateneo plenior, epitome, frammenti) databili entro la fine del s. XVI. La prima parte, dedicata alla tradizione bizantina di Ateneo, è fondata essenzialmente sul vaglio critico dell'ampia e recente bibliografia sul tema. Nella seconda parte, relativa alla trasmissione del testo di Ateneo in età umanistica, si effettua la recensio completa e si traccia lo stemma codicum della tradizione manoscritta dell'Ateneo plenior e della princeps Aldina (1514), nonché delle copie del cosiddetto insigne fragmentum (Ath. XV, 15-50), realizzate nel s. XVI per supplire a un’ampia lacuna testuale presente nelle prime edizioni a stampa. Seguono, infine, alcuni approfondimenti relativi alla circolazione del testo fra XV e XVI secolo: in particolare, si identificano alcuni codici di Ateneo utilizzati o posseduti da umanisti e si avanza un’ipotesi circostanziata sulle fonti, ancora ignote, dell’edizione Aldina.
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MURESU, MARCO. "L’assetto insediativo della Sardegna bizantina (VI-XI secolo) attraverso lo studio dei manufatti numismatici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249632.

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Abstract:
The present thesis, entitled “L’assetto insediativo della Sardegna bizantina (VI-XI secolo) attraverso lo studio dei manufatti numismatici” (“The Byzantine Settlement in Sardinia from VI to XI Century through the Analysis of the Coins”), is the final result of a research developed to reconstruct the peculiarities of the landscape and the territory by the potential of the coin as a marker, relatively to Sardinia when the island was part of the Byzantine Empire or at least it was influenced by the Byzantine culture. The research aims to focus the analysis of the coin on a both archaeological and numismatic perspective. Compared to other kinds and typologies of artifacts, the discovery of one or more coins offers a very large number of interpretation possibilities on social, economic and cultural phenomena of a place or a context, despite it is clear that discovered coins are only a part of the ones which had been lost or hidden in the past, which in turn were only a part of the originally minted ones. While considering those peculiarities, the scenery of coin circulation in Sardinia during the Byzantine centuries and less specifically the High Middle Age reflects a scenery which seems to manifest common points with other Italian local realities (like Rome, Tuscany, Liguria, Emilia-Romagna, Campania) and, less specifically, the Mediterranean (Africa, Spain, Crete), inside the wide economic evolution expressed by demographical, political and cultural changes, starting from the relationship between cities and countryside, which was described by Giorgio Chittolini as a “quasi città” (“almost a city”) for they were huge and interested by large economic interests. The developing of the research has led to the discovery of hundreds of byzantine coins, published and unpublished, connected to more than 70 different contexts, each one of them connoted with specific peculiarities. Aside from the coins clearly identifiable as “Byzantines”, where this definition would indicate those emitted directly from the Byzantine Government, the research also considered coins which were made previously (e.g. Punic or Roman Coins) but archaeologically found with items and artifacts connected to the Byzantine centuries (then, in a sense, potentially considered as Byzantine for they were already used centuries after their mintage). The possibility of having a so much large set of examples and the necessity of their analysis by their relation to the landscape led to develop the structure of the thesis by the Sardinian ancient road organization of the Itinerarium Antonini, which was still in use in the island during the Byzantine centuries.
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Silva, Marcelo Ribeiro Xavier da. "Tolerância a faltas bizantinas através de hibridização do sistema distribuído." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2013. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/123031.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Ciência da Computação, Florianópolis, 2013.
Made available in DSpace on 2014-08-06T17:42:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 322028.pdf: 1354690 bytes, checksum: c2a2cb36693b941c7a191340c76e307e (MD5) Previous issue date: 2013
A ocorrência de faltas e falhas nos sistemas computacionais pode levar a catástrofes e prejuízos humanos, estruturais e financeiros. Recentemente, as faltas em sistemas computacionais têm aparecido mais frequentemente sob a forma de intrusões, que são o resultado de um ataque que obtém sucesso ao explorar uma ou mais vulnerabilidades. Uma questão recorrente é a discussão de quanto podemos confiar no funcionamento destes sistemas, demonstrando a necessidade de uma melhor aplicação de conceitos como dependabilidade, onde é esperado que o sistema funcione conforme suas especificações, ainda que alguns componentes apresentem problemas. Replicação de Máquina de Estados é uma técnica comumente utilizada na implementação de serviços distribuídos que toleram faltas e intrusões. Originalmente as abordagens baseadas nesta técnica necessitavam 3f + 1 servidores para tolerar f faltas. Recentemente, através do uso de modelos híbridos, que possuem componentes confiáveis, algumas abordagens conseguiram reduzir este número para 2f + 1. Para construir estes componentes confiáveis é necessário fazer algumas modificações complexas nos servidores, tanto do ponto de vista de software quanto de hardware. A arquitetura de sistema proposta neste trabalho é baseada em um modelo, chamado de modelo híbrido, em que as suposições de sincronismo, presença e severidade de faltas e falhas variam de componente para componente. O modelo aqui proposto utiliza uma abstração de compartilhamento de dados - os Registradores Compartilhados Distribuídos - e explora o uso de tecnologias de virtualização para simplificar a criação da componente inviolável de tolerância a faltas. Com esta arquitetura é possível diminuir a quantidade de recursos computacionais necessários de 3f + 1 para 2f + 1, além de alcançar uma latência (em números de passos para comunicação) comparável apenas com algoritmos especulativos.

Abstract : The occurrence of faults and failures in computer systems can lead to disastersand damages in human, structural and financial meanings. Recently,faults in computer systems have appeared most often in the form of intrusions,which are the result of an attack that succeeds by exploiting one ormore vulnerabilities. A recurrent issue is the discussion of how much we cantrust in the execution of these systems, demonstrating the need for better implementationof concepts such as dependability, where it is expected that thesystem works according to their specifications, although some componentshave problems. State Machine Replication is a technique commonly usedin the implementation of distributed services that tolerate faults and intrusions.Originally approaches based on this technique needed 3 f +1 servers totolerate f faults. Recently, through the use of hybrid models that have reliablecomponents, some approaches have succeeded in reducing this numberto 2 f +1. To build these reliable components is necessary to make somecomplex modifications in the servers, in meanings of software and hardware.The system architecture proposed in this work is based on a hybrid model, inwhich the assumptions of timing, presence and severity of faults and failuresvary from component to component. The proposed model uses an abstractionof data sharing - Distributed Shared Registers - and explores the use of virtualizationtechnologies to simplify the creation of the fault tolerant tamperproofcomponent. With this architecture it is possible to reduce the amount of computationalresources needed from 3 f +1 to 2 f+ 1, and achieve a latency(in terms of number of communication steps) comparable only to speculativealgorithms.
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Gozzo, Michele <1994&gt. "L'aristocrazia bizantina e l'uso funzionale dell'agiografia e dei monasteri tra il IX e l'XI secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17397.

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Abstract:
Questo lavoro vuole mostrare quale fosse il rapporto che intercorreva tra l’aristocrazia bizantina e la santità cercando di evidenziare come le famiglie aristocratiche avessero sfruttato il rapporto con alcuni santi a loro legati per migliorare il proprio status sociale e la propria posizione economica. Si è poi analizzato il legame tra gli aristocratici e i monasteri, intesi come centri di interesse economico e sociale e gli eventuali motivi per cui una famiglia aristocratica poteva essere interessata nel finanziare un cenobio. Per fare ciò si è deciso di introdurre la questione dell’evoluzione della produzione agiografica bizantina tra il Secondo Concilio di Nicea (787) e l’XI secolo. Si è scelto tale periodo per mettere in evidenza i cambiamenti del genere agiografico durante questo periodo, in cui si vide la compilazione di Vitae non solo dei santi tardo-antichi ma anche dei santi più contemporanei. A tale fenomeno si aggiunse anche la nascita e lo sviluppo di un sentimento di coesione da parte dei gruppi familiari, individuabile nell’apparire dei primi cognomina, e dello sfruttamento da parte delle famiglie della santità tramite la promozione del culto di un determinato santo a loro legato. Si è posta l’attenzione su cinque Vitae, tutte composte tra l’VIII e l’XI secolo, per dimostrare come la pratica di favorire l’espansione dei culti dei santi da parte delle famiglie fosse un fenomeno che interessava l’élite bizantina. Vista l’importanza dei cenobi si è cercato di comprendere come questi e le grandi famiglie aristocratiche si relazionassero tra loro concentrandosi sul ruolo avuto dall'aristocrazia nel fungere da finanziatori laici di monasteri il rapporto tra gli enti monastici e i loro benefattori laici e come questo si sia modificato nel tempo. Abbandonato l’oriente bizantino si è spostata l’analisi sul meridione italiano tra il X e l’XI secolo, domandandosi se anche questo territorio avesse visto i fenomeni precedentemente analizzati evolversi allo stesso modo.
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Dantas, Wagner Saback. "Um arcabouço de avaliação de algoritmos de Sistemas de Quóruns Bizantinos." Florianópolis, SC, 2006. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/88981.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico. Programa de Pós-Graduação em Engenharia Elétrica.
Made available in DSpace on 2012-10-22T15:32:39Z (GMT). No. of bitstreams: 1 240531.pdf: 1093650 bytes, checksum: ef430f683f0d7629c04d7c621f0ecd3a (MD5)
A manutenção da disponibilidade e da integridade das informações é um requisito fundamental em sistemas de armazenamento de dados. Muitos destes sistemas devem manter estas propriedades mesmo em face à ocorrência de faltas acidentais ou intencionais (maliciosas), sendo que estas últimas são particularmente preocupantes uma vez que se originam de ataques bem sucedidos que levam a intrusões no sistema de armazenamento. A fim de prover armazenamento que tolere faltas acidentais e maliciosas, podemos considerar que o sistema está sujeito a faltas bizantinas (a classe mais abrangente de faltas) e, então, empregar técnicas de tolerância a faltas bizantinas em sua concretização. Duas abordagens podem ser utilizadas para implementar sistemas de armazenamento tolerantes a faltas bizantinas: a Replicação Máquina de Estados e os Sistemas de Quóruns Bizantinos. Sistemas de Quóruns Bizantinos (BQS) têm sido apresentados como uma boa abordagem para se construir armazenamento confiável distribuído, havendo muitas propostas para sua implementa\-ção. Escolher a melhor abordagem que satisfaça os requisitos de um ambiente de execução esperado exige uma avaliação minuciosa, que compreende o uso de ferramentas adequadas para modelagem e prototipação tanto do sistema de quóruns como do seu ambiente de execução. Apesar da boa quantidade de trabalhos sobre algoritmos de BQS, não existe uma ferramenta apropriada que viabilize um ambiente de testes para facilmente realizar tal tarefa de análise; ademais, não existem trabalhos que contemplem comparações e discussões entre os algoritmos propostos. Esta dissertação tem como objetivo principal a implementação de um arcabouço de avaliação de algoritmos de Sistemas de Quóruns Bizantinos, denominado BQSNeko. Para mostrar como este arcabouço pode ser usado para avaliação desta classe de algoritmos, o presente trabalho ainda apresenta e analisa casos de experimentos envolvendo algoritmos de BQS usando o próprio BQSNeko, sobretudo em um ambiente de rede local. Estas análises, ao mesmo tempo em que comprovam a utilidade do BQSNeko, servem como meio para discussão e um melhor entendimento dos algoritmos experimentados. Availability and consistency are essencial requirements of data storage systems. Most of such systems must maintain reliable and safe storage despite arbitrary faults (accidental or malicious faults). Malicious faults are particulary most critical than arbitrary ones since successful atacks may appear and cause intrusions on the storage system. In these scenario of faults it is tipical to considerate systems subjected to Byzantine Faults (a broader class of faults) and to employ techniques of byzantine fault-tolerance. Two techniques can be used for implementing data storage systems with byzantine fault tolerate: the Replication State-Machine and the Byzantine Quorum Systems. Byzantine Quorum Systems (BQS) have been presented like a good choice to build reliable distributed storage systems, existing many approaches for implementing them. Choosing the best approach that satisfies the requirements of an expected execution environment requires a careful evaluation which involves the use of adequate tools for modeling and prototyping both the Byzantine quorum system and its associated environment. However, to the best of our knowledge, there is no tool in which these task of analysis can be easily perfomed. In addiction there is no work that presents comparisons or that discusses the existing algorithms. This dissertation mainly aims to present BQSNeko, an useful framework for evaluating algorithms for Byzantine Quorum Systems. To show how BQSNeko can be used for evaluating Byzantine quorum protocols, it will be described results of some experiments envolving algorithms for BQS using the BQSNeko, especially as an execution environment of local network is regarded. At the moment such analyses show how useful the BQSNeko is, they enable also discussions and a better understanding of the experimented algorithms.
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Luiz, Aldelir Fernando. "Protocolos tolerantes a faltas bizantinas para transações em bancos de dados." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2015. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/134660.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Engenharia de Automação e Sistemas, Florianópolis, 2015.
Made available in DSpace on 2015-09-01T04:07:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 334062.pdf: 4102624 bytes, checksum: fcf76323275ca0a4c4b3f1ffd5c92285 (MD5) Previous issue date: 2015
No âmbito de sistemas computacionais, a noção de transações constitui um dos elementos mais fundamentais para a especificação e implementação de aplicações com requisitos de confiabilidade e consistência, quanto à manipulação de dados. Ao longo dos anos, os sistemas de gerenciamento de banco de dados relacionais (SGBDR) têm sido considerados como componentes chave para o processamento de transações em sistemas computacionais; e, embora algumas alternativas aos SGBDRs tenham surgido nos últimos anos, há perspectivas de que um número significativo de sistemas computacionais permaneçam a utilizar os SGBDRs nos anos vindouros. Neste sentido, é imperioso que requisitos como confiabilidade, disponibilidade, desempenho, tolerância a faltas e consistência, sejam mantidos no SGBDR, com vista para o correto processamento de transações. Tais atributos podem ser obtidos por meio de replicação, sendo que a literatura é vasta em termos de soluções que visam a disponibilidade dos dados a despeito de faltas por parada intermitentes ou permanentes. Todavia, faltas oriundas da corrupção de dados em disco ou em memória RAM devido a efeitos físicos, ou decorrente de bugs no SGBDR, não afetam a disponibilidade dos dados, mas sim a integridade e a consistência destes. Estas faltas, que são caracterizadas como bizantinas, historicamente têm sido encontradas em SGBDRs, e elas afetam o processamento de transações comprometendo não apenas a exatidão, mas também o estado do banco de dados. A literatura dispõe de poucas soluções para lidar com faltas bizantinas em SGBDRs, onde algumas são baseadas em hipóteses difíceis de serem substanciadas na prática; ou em modelos de consistência mais relaxados, que podem causar problemas de integridade, consistência ou até mesmo corrupção de dados. Isto posto, elas não atendem plenamente todos os tipos de aplicações. Neste ensejo, esta tese versa sobre problemas relacionados ao processamento e a terminação de transações em SGBDRs e sistemas distribuídos, em ambientes com sujeição a faltas bizantinas. Para isso, esta tese apresenta duas grandes contribuições no âmbito de transações em SGBDRs. A primeira consiste num protocolo que permite o processamento e terminação de transações, a despeito de faltas bizantinas nas réplicas de bancos de dados  o primeiro da literatura a explorar a semântica de consistência mais forte de transações  , a partir de um protocolo de replicação tolerante a faltas bizantinas totalmente distribuído. A segunda investiga o problema da terminação de transações distribuídas em ambientes sujeitos a faltas bizantinas  um problema sem solução pela literatura  , que é conhecido como Validação Atômica Não-Bloqueante (NBAC) e visa assegurar uma decisão uniforme para os participantes da transação acerca da validação ou anulação das operações executadas num ambiente distribuído de banco de dados. A contribuição para este problema se baseia na investigação dos aspectos práticos necessários para resolvê-lo, onde é introduzido o conceito de Gerenciador Colaborativo de Transações em substituição ao Gerenciador de Transações, tradicionalmente empregado como agente num protocolo NBAC. A solução proposta para resolver o NBAC com faltas bizantinas baseia-se num conceito novo, que adota a tecnologia de virtualização como suporte para a especificação de uma arquitetura de sistema distribuído que permite circunscrever o problema. As soluções propostas foram comparadas de maneira analítica com soluções encontradas na literatura, bem como através de ensaios experimentais, a fim de comprovar a viabilidade das mesmas.

Abstract : Within computer systems, the concept of transaction is one of the most fundamental elements for the specification and implementation of applications with reliability and consistency requirements concerning handling of data. Over the years, relational database management systems (RDBMS) have been considered key components for transaction processing in computer systems; and although some alternatives to RDBMSs have emerged in recent years, there are prospects that a significant number of computer systems will continute to use RDBMSs in coming years. In this sense, the need to provide reliability, availability, performance, fault tolerance and consistency, regarding transaction processing in RDBMS is imminent. Such attributes may be obtained through database replication. The literature is extensive in terms of solutions for data availability regardless of crash faults (e.g. intermittent or permanent). However, faults arising from the disk data corruption or RAM data corruption due to physical effects, or due to bugs in the RDBMS, do not affect the availability of data, though they affect their integrity and consistency. These faults, which are known as Byzantine, have historically been found in RDBMSs, and they affect transaction processing undermining not only the accuracy but also the database state. The literature offers few solutions to deal with Byzantine faults in RDBMSs, where some are based on difficult cases to be used in practice; or more relaxed consistency models, which can cause integrity, consistency or even data corruption problems. So, they are not addressed to all types of applications. As it is, this thesis deals with problems related to transaction processing and transaction termination on RDBMS and distributed systems, in environments subject to Byzantine fault. To this end, this thesis presents two major contributions to the transaction level in RDBMSs. The first is a protocol that allows the transaction processing and transaction, despite Byzantine faults in databases replicas  the first in literature that explores the strongest consistency semantics of transactions (e.g. serializability)  , by means of a fully distributed Byzantine fault tolerant database replication protocol. The second investigates the agreement problem related to transaction termination in distributed systems, also in environments subject to Byzantine fault  an unsolved problem in the literature. The Non Blocking Atomic Commitment (NBAC), as it known, aims to ensure a uniform decision for the transaction participants about the operations performed in a distributed database environment, that is, commit or abort them. The contribution to this problem is based on the investigation of practical and necessary conditions, to solve it. So, this thesis introduces the Collaborative Transaction Manager to replace the Transaction Manager, traditionally used as an agent on a NBAC protocol. The solution proposed to solve the NBAC with Byzantine fault is based on a new concept, adopting virtualization technology as a support for the specification of a distributed system architecture which makes the problem feasible. The proposed solutions were compared analytically with solutions found in the literature as well as through experimental tests in order to prove their feasibility.
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Morais, Paulo Henrique de. "Tolerância a faltas bizantinas usando técnicas de introspecção de máquinas virtuais." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2015. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/160736.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico, Programa de Pós-Graduação em Ciência da Computação, Florianópolis, 2015.
Made available in DSpace on 2016-04-19T04:15:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 338166.pdf: 1857792 bytes, checksum: 4e04e177628752ee16754f884df17496 (MD5) Previous issue date: 2015
Atualmente é quase impossível uma pessoa não utilizar direta ou indiretamente um sistema computacional. Ao realizar uma operação bancária ou até mesmo ao fazer compras em uma loja, nós somos auxiliados por sistemas computacionais. Em contrapartida, surgem novos ataques para comprometer o funcionamento correto dos sistemas utilizados. Várias técnicas são utilizadas para que os sistemas funcionem conforme sua especificação, entre elas,destacam-se sistemas tolerantes a faltas bizantinas/intrusões (BFT) através de replicação de máquina de estados (RME). Nessa abordagem, é proposta uma arquitetura de sistema tolerante a intrusões que garante o seu funcionamento correto, mesmo na presença de réplicas faltosas.Este trabalho propõe um algoritmo que une replicação de máquina de estados e sistema de detecção de intrusões (IDS) para tolerar faltas bizantinas. A tecnologia de virtualização é utilizada no algoritmo proposto para replicar o serviço e também para isolar o IDS da aplicação monitorada. Dessa forma, é proposto um detector de intrusões como um componente confiável do sistema BFT. As principais contribuições são: (1) propor um modelo unificado, o qual utiliza replicação de máquina de estados e IDS em conjunto, e faz uso dos recursos da tecnologia de virtualização, (2) detector de intrusões como componente confiável do sistema e (3) elaborar um algoritmo BFT baseado no modelo proposto. Através desta abordagem foi possível reduzir o número de réplicas do sistema de 3f + 1 para 2f + 1 e reduzir o número de passos do protocolo do algoritmo tradicional BFT de Castro e Liskov de 5 para 3 no caso normal de operação e sem precisar da participação do cliente no protocolo.

Abstract : Currently, it is almost impossible for a person not to use a computing system, in a direct or indirect way. When we are using a banking machine, or shopping in a store, we need to use a computing system. On the other hand, there are new attacks to damage the correct workingof the systems. There are several techniques to help the systems to work correctly according to their specification; among them, the Byzantine/intrusions fault tolerant systems (BFT) through the state machine replication (SMR) are important ones. In this perspective, it proposes a system architecture tolerant to intrusions that guarantees its proper functioning, even if there are faulty replicas.This research proposes an algorithm which presents a unified approachby using state machine replication and intrusion detection system in order to tolerate Byzantine faults. The virtualization technology is usedon the proposed algorithm to replicate the service and also to isolate the IDS of the monitored application. Therefore, we propose an intrusion detector as a reliable component of the BFT system. The main contributions are: (1) to propose a unified model, which uses state machine replication together with IDS, using the virtualization technology resources; (2) intrusion detector as a reliable component of the system; and (3) to make a BFT algorithm based on the proposed model. This approach made it possible to decrease the number of the system replicas from the 3f + 1 to 2f + 1, and to reduce the number of steps of the protocol of the BFT traditional algorithm from Castro and Liskov from 5 to 3 in a normal case of operation without the participation of the client in the protocol.
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Carile, Maria Cristina <1976&gt. "The vision of the palace of the Byzantine emperors as a heavenly Jerusalem." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/569/1/carile.pdf.

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Carile, Maria Cristina <1976&gt. "The vision of the palace of the Byzantine emperors as a heavenly Jerusalem." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/569/.

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