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Academic literature on the topic 'Calcificazione'
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Journal articles on the topic "Calcificazione"
Lombardi, A., R. Anghinetti, C. Capone, E. Sani, and P. Piazza. "Intossicazione da monossido di carbonio: Coinvolgimento cerebellare." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 675–78. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900608.
Full textCammisa, M., M. G. Bonetti, G. M. Giannatempo, and G. Guglielmi. "I segni elementari della degenerazione articolare del rachide." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 37–52. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s306.
Full textRepetto, U., M. Lillo, R. Pizzorno, M. Schenone, A. De Rose, P. Audino, and M. Medica. "Idronefrosi da anomalia giuntale con voluminosa calcificazione della parete pielica." Urologia Journal 61, no. 1_suppl (January 1994): 145–47. http://dx.doi.org/10.1177/039156039406101s43.
Full textJeffcoate, W., and Vincenza Spallone. "Calcificazione vascolare e osteolisi nella neuropatia diabetica — il legame mancante è il RANK-L?" L'Endocrinologo 6, no. 1 (March 2005): 42–45. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344511.
Full textCozzolino, M., S. Pasho, C. Crovetto, and E. Missaglia. "I meccanismi patogenetici alla base del processo di calcificazione vascolare in corso di insufficienza renale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 19, no. 3-4 (July 1, 2007): 34–40. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2007.1519.
Full textCozzolino, M., S. Pasho, C. Crovetto, and E. Missaglia. "I meccanismi patogenetici alla base del processo di calcificazione vascolare in corso di insufficienza renale." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 19, no. 3-4 (July 2007): 34–40. http://dx.doi.org/10.1177/039493620701903-407.
Full textBerni, Luca. "Giacomo Puccini (1858–1924): un malato di musica e di altro." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (February 7, 2014): 187–91. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.886.
Full textBasekim, C. C., E. Kizilkaya, A. M. Kutlay, and A. F. Karsli. "Proteinosi lipidica con calcificazioni ippocampali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 4 (August 1995): 589–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800415.
Full textGiuffrida, S., F. Le Pira, R. Saponara, V. La Spina, P. Milone, and G. Politi. "Epilessia, calcificazioni occipitali bilaterali e morbo celiaco." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 3 (June 1996): 345–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900313.
Full textDe Maria, G., M. P. Pasolini, B. Guarneri, L. Antonini, G. Pelliccioli, A. Tiberti, V. Scipione, and M. Bonetti. "Sindrome di Sturge-Weber." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 105–9. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s121.
Full textDissertations / Theses on the topic "Calcificazione"
Benassi, Marica. "Studio di macromolecole associate alla calcificazione in organismi marini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1582/.
Full textGentili, Lorenzo. "Valutazione delle calcificazioni valvolari: nuove prospettive diagnostiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13990/.
Full textDe, Toni Luca. "Espressione e rilascio di osteocalcina da parte delle piastrine: ruolo nella calcificazione delle placche aterosclerotiche?" Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422588.
Full textBackground: I meccanismi di calcificazione vascolare sono noti solo parzialmente, è però sempre più evidente il ruolo delle cellule osteogeniche circolanti e delle proteine della matrice ossea non collagenosa. Nonostante le piastrine abbiano un precursore mieloide e costituiscano un'interfaccia cellulare tra emostasi, l'infiammazione e l'aterosclerosi, un loro eventuale coinvolgimento nella modulazione della calcificazione vascolare è stato scarsamente studiato. In questo studio è stata valutata l'ipotesi di rilascio di osteocalcina (OCN) delle piastrine e la sua espressione nei vasi dei pazienti affetti da patologia occlusiva dell'arteria carotide. Metodi: L’espressione e il rilascio di OCN sono stati determinati mediante ELISA, immunofluorescenza, citometria a flusso e Western blot, nei megacariociti e nelle piastrine umane attivate e non attivate. La co-localizzazione di OCN con aggregati piastrinici, macrofagi, ed aree di calcificazione è stato studiato in campioni di tessuto non patologico ed in reperti di carotide da endoarterectomia. Risultati: Si è potuto evidenziare che le piastrine esprimono OCN nei granuli-delta CD63-positivi. In seguito ad l'attivazione con stimoli fisiologici, le piastrine rilasciano OCN nel mezzo extracellulare. Espressione di OCN nei megacariociti midollari suggerisce una specificità espressione nella linea differenziativa. Inoltre i trombociti circolanti da pazienti con patologia occlusiva dell'arteria carotide contengono e rilasciano significativamente più OCN rispetto alle piastrine dei controlli sani (P < 0,0001), nonostante simili livelli sierici della proteina. Nelle placche aterosclerotiche, ma non nei tessuti normali, il segnale per OCN risultava fortemente sovrapposto alle piastrine CD41-positive nelle aree di calcificazione precoce. Macrofagi CD68-positivi esprimenti OCN, erano presenti alla periferia delle aree calcifiche. Conclusioni: Considerando il ruolo svolto dalle piastrine nel processo aterosclerotico, il coinvolgimento delle piastrine nel rilascio di OCN nelle lesioni aterosclerotiche, i risultati ottenuti suggeriscono l’approfondimento dell’impatto dei fattori di rischio cardiovascolare e genetici nel precondizionamento del microambiente midollare osseo
IANNOTTI, NATHALIE. "Associazione tra calcificazione aortica addominale, patologia cardiovascolare e patologia ossea in una coorte di pazienti con infezione da HIV-1." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/393457.
Full textRattazzi, Marcello. "Contribution of Interstitial Valve Cells to Aortic Valve Calcification." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425639.
Full textIntroduzione. Tradizionalmente la calcificazione valvolare aortica viene considerata un processo distrofico, ad evoluzione lenta e non modificabile. Tale visione è stata recentemente messa in discussione da evidenze che sottolineano l’importanza, nel corso della calcificazione vascolare, di un bilanciamento fra fattori promuoventi ed inibenti, nonché del ruolo svolto da processi cellulo-mediati. I lembi valvolari aortici sono popolati da cellule interstiziali valvolari (VIC) fenotipicamente eterogenee, il cui contributo specifico nel corso dei processi degenerativi della valvola è solo parzialmente conosciuto. Scopo. Scopo del presente studio è quello di ricercare e caratterizzare una sottopopolazione aortica di VIC in grado di acquisire un fenotipo pro-calcifico in seguito ad esposizione a fattori patogeni (quali endotossina [LPS] e fosfato inorganico [Pi]). Metodi e Risultati. VIC ottenute da espianti di valvole aortiche bovine (BVIC) sono state sottoposte ad un processo di clonazione, mediante tecnica di diluizione limite. I cloni di BVIC sono stati caratterizzati sotto il profilo morfologico ed immunofenotipico mediante l’utilizzo di marcatori tipici per cellule mesenchimali, cellule muscolari lisce (SMC), cellule endoteliali, cellule ematopoietiche e cellule di derivazione ossea. Fra i 40 cloni di BVIC ottenuti sono stati selezionati 4 cloni, morfologicamente rappresentativi delle diverse popolazioni isolate, che mostravano diverse caratteristiche di crescita e di profilo immunofenotipico. Sia la popolazione cellulare di VIC non clonate che i cloni non mostravano la tendenza a fenomeni spontanei di calcificazione in vitro. Le cellule sono state quindi trattate con diverse combinazioni di LPS (100 ng/ml) e Pi (2.4 mmol/L concentrazione finale) per 12 giorni. La popolazione non clonale di BVIC ha mostrato un progressivo incremento nei livelli di espressione della fosfatasi alcalina (ALP) dopo trattamento con LPS, mentre la deposizione di calcio è stata osservata solo nelle cellule trattate con la combinazione di LPS e Pi. Fra i diversi cloni solo il Clone 1 (fenotipo simil-fibroblasto) ha mostrato un significativo incremento nei livelli di espressione dell’ALP. Tale incremento si accompagnava ad un’aumentata espressione di osteocalcina (OC) e ridotto accumulo di ?-actina muscolare liscia (SMA), come documentato da studi in western blotting e citofluorimetria. Il trattamento con LPS non è stato in grado di indurre modifiche simili nel profilo fenotipico del Clone 4 (fenotipo muscolare liscio differenziato). Nonostante il significativo incremento nell’espressione di ALP ed OC, il Clone 1 non ha prodotto fenomeni di calcificazione della matrice dopo trattamento con la combinazione di LPS ed Pi. Tuttavia, aspetti di calcificazione sono stati osservati in esperimenti di co-coltura del Clone 1 e Clone 4, quando trattati con la combinazione di LPS e Pi. Inoltre, dopo semina su spugne di collagene di tipo I, il Clone 1 si è dimostrato in grado di produrre estesi fenomeni di calcificazione della matrice, in seguito a trattamento per 12 giorni con LPS e Pi. Tale combinazione ha indotto solo minimi aspetti di calcificazione nella matrice di collagene popolata dal Clone 4. Fenomeni apoptotici sono stati osservati nel Clone 1 seminato nelle spugne di collagene e trattato con LPS e Pi. Viceversa, nel caso del Clone 4 non sono stati documentati aspetti apoptotici. L’analisi proteomica della frazione citosolica del Clone 1 ha permesso di identificare 34 proteine i cui livelli di espressione si modificano con l’acquisizione del profilo pro-calcifico. Fra queste proteine è stata documentata una significativa riduzione nei livelli di molecole antiossidanti, come la superossido dismutasi [Cu-Zn] e la tioredoxina. Un significativo decremento è stato osservato anche per i livelli di dimetilarginina dimetilaminoidrolase (DDAH), un enzima intracellulare che degrada la dimetilarginina asimmetrica (ADMA) (inibitore dell’ossido nitrico sintetasi [NOS]). In linea con questi dati è stato osservato un aumento della produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) da parte del Clone 1 trattato con LPS. Conclusioni. I risultati di questo lavoro dimostrano che le popolazioni clonali di BVIC sono dotate di un diverso potenziale pro-calcifico quando stimolate con uno stesso fattore patogeno. In particolare, è stata identificata una specifica sottopopolazione di BVIC, caratterizzata da un profilo fenotipico simil-fibroblasto, che si è dimostrata in grado di esprimere marcatori osteogenici e di calcificare matrice di collagene, in risposta a trattamento con endotossina ed alti livelli di fosfato inorganico.
Mezzabotta, Federica. "Nefrocalcinosi e placche di Randall: un processo di biomineralizzazione a livello renale? Studio cellulare e molecolare di un processo di calcificazione spontanea di cellule papillari in vitro." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426127.
Full textLa patogenesi della calcolosi renale ossalico-calcica è oggetto di discussione. Le placche di Randall originano nella membrana basale dell’ansa di Henle e agiscono come siti di ancoraggio per la formazione di calcoli. La presenza di idrossiapatite (chimicamente simile alla componente minerale dell’osso) in queste strutture potrebbe deporre per un processo di biomineralizzazione attiva. Studi sulle calcificazioni vascolari hanno dimostrato che cellule di origine mesenchimale (periciti, cellule vascolari calcificanti, cellule vascolari muscolari lisce) possono differenziare in cellule con fenotipo osteoblastico, con conseguente sintesi di proteine tipiche dell’osteoide (osteopontina, osteocalcina, osteonectina) in un processo di biomineralizzazione simile all’osteogenesi. Con queste premesse si ipotizza che cellule della papilla possano differenziare verso la linea osteogenica, determinando la sintesi di proteine tipiche dell’osso e mineralizzazione in apatite del tessuto renale. Questo fenomeno potrebbe aver luogo in patologie renali associate a nefrocalcinosi, come il rene con midollare a spugna (MSK). Recentemente il nostro gruppo di ricerca ha trovato che in alcuni pazienti con nefrolitiasi e MSK bilaterale sono presenti mutazioni del gene GDNF (glial derived neurotrophic factor), che potrebbero essere correlate con la malattia. Da biopsia chirurgica da polo indenne per carcinoma renale in una paziente con MSK e portatrice di una mutazione in eterozigosi di GDNF sono state allestite colture primarie di cellule papillari renali. L’analisi della biopsia renale ha evidenziato nefrocalcinosi papillare e una piccola placca di fosfato di calcio. Abbiamo osservato la crescita spontanea in vitro delle cellule fino al passaggio p4, notando nelle cellule la capacità di organizzarsi in noduli, a partire dal passaggio p2, con una modalità simile a quella descritta per i periciti calcificanti. E’ stata condotta un’analisi immunocitochimica (ICH) per tipizzare i vari tipi cellulari con marcatori per cellule endoteliali (von Willebrand), cellule muscolari lisce (?SMA), cellule epiteliali (citocheratina, E-caderina, ZO-1), cellule mesenchimali (vimentina e desmina) e periciti (3G5). L’analisi ha evidenziato eterogeneità cellulare al p1 e, a partire dal p2, la comparsa di un fenotipo mesenchimale. La presenza di depositi di fosfato di calcio nelle cellule e/o nei noduli è stata rivelata mediante colorazione con il reagente di Von Kossa e analisi al microscopio elettronico a scansione (SEM); il saggio della fosfatasi alcalina ha evidenziato alcune cellule positive nelle vicinanze dei noduli. Lo studio ICH dei marcatori osteogenici ha rivelato una positività per osteocalcina e osteonectina e una negatività per osteopontina nelle cellule e nei noduli. Questi risultati sono stati confermati attraverso studi di RT PCR nei quali i livelli di espressione di osteonectina e di Cbfa1 (fattore trascrizionale regolatore dell’espressione dei geni osteogenici) aumentavano a partire dal p1 fino al p4, in parallelo allo sviluppo dei noduli; al contrario i livelli di osteopontina diminuivano durante gli stessi passaggi. Lo studio dei livelli di espressione di GDNF nelle cellule MSK ha mostrato una down-regolazione del gene, suggerendo un suo possibile coinvolgimento nel fenomeno osservato. Sono state allestite come controllo colture primarie di cellule renali papillari provenienti da un soggetto di sesso ed età comparabili, senza MSK né nefrolitiasi. Le cellule al passaggio p3 sono state incubate con glicerolfosfato e dexametazone per la possibile induzione di un fenotipo osteogenico ma non hanno presentato crescita nodulare né spontanea né indotta. I dati raccolti depongono un processo attivo e spontaneo di calcificazione nelle cellule MSK in coltura, suggerendo che nella papilla renale sono presenti cellule in grado di differenziare verso la linea osteoblastica. Se questo processo sia dovuto al transdifferenziamento di cellule renali residenti o al differenziamento di progenitori renali verso il lineaggio osteogenico non è ancora noto e dovrà essere approfondito. La presenza della mutazione di GDNF potrebbe svolgere un ruolo nella differenziazione osteogenica, conferendo alle cellule un’immaturità che potrebbe renderle maggiormente suscettibili ad un possibile fenomeno di transdifferenziamento. I nostri risultati suggeriscono un nuovo meccanismo patogenetico per la nefrocalcinosi in MSK e probabilmente anche in altre nefrolitiasi.
Perugini, Enrico. "Lˊimaging 3D per la quantificazione della stenosi mitralica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textVolpi, E. M. "STUDIO DEI MECCANISMI PATOGENETICI COINVOLTI NELLA PROGRESSIONE DELLE CALCIFICAZIONI VASCOLARI INDOTTE DA ELEVATI LIVELLI DI FOSFORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171328.
Full textLOFARO, FRANCESCO DEMETRIO. "Il ruolo del microambiente nei meccanismi patologici delle calcificazioni ectopiche: approfondimenti genetici e cellulari dal modello Pseudoxanthoma elastiscum." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278837.
Full textEctopic calcification (EC) is a progressive deposition of calcium-phosphate salts actively involving cells and the extracellular matrix. Aberrant mineralization is responsible for the severe impairment of the mechanical properties of soft connective tissues and takes place in several acquired and genetic conditions. Despite the number of studies performed so far, the following issues are still unresolved: 1) the genetic complexity and heterogeneity of EC; 2) the role of mesenchymal cells and/or of the extracellular environment in modulating mineral deposition; 3) the identification of molecular pathogenetic pathways; 4) the mechanisms controlling the localization of mineral deposits in specific areas within a tissue. Pseudoxanthoma elasticum (PXE) is a genetic disorder characterized by a progressive mineralization of elastic fibers within soft connective tissues, being considered a paradigm of EC diseases, is frequently used as a model to understand the complexity of EC. Rare pathogenic sequence variants in the ABCC6 gene are mostly responsible for the onset of PXE. A large cohort of Italian PXE patients was retrospectively investigated to better evaluate the occurrence of clinical manifestations (from the most frequent affecting skin, eyes, and the cardiovascular system, to the less frequent as stroke, gastrointestinal hemorrhages, and nephrolithiasis) depending also on age, gender, and type of mutations. Moreover, to improve PXE patients’ counselling, the clinical score system (i.e., Phenodex index), was updated by adding ophthalmological findings, which characterize either very early or late manifestations. Since, it has been proposed that the heterogeneity of the PXE phenotype can be related to modifiers genes, whole exome sequencing analysis were performed on several PXE patients. Data highlighted the: i) occurrence of a digenic inheritance of ABCC6 and GGCX or of ABCC6 and ENPP1; ii) presence of pathogenic variants in inherited retinal diseases genes (i.e., ABCC4, IMPG1), thus widening the spectrum of genes potentially involved in the disease progression; iii) involvement of genes contributing to the assembly, maintenance and stability of elastic fibers which create a more favorable local environment to mineral deposition and iv) participation of genes encoding mitochondrial proteins. Consistently, by a multidisciplinary approach, it was demonstrated that PXE mitochondria were morphologically modified and characterized by an altered proteome affecting redox balance, oxidative phosphorylation, and calcium homeostasis. Moreover, the mitochondrial-dependent oxidative stress can lead to the activation of SMAD signaling pathways as inducer of the expression of calcifying genes. This pathway was also investigated in control skin and in both clinically affected (CAS) and unaffected (CUS) PXE skin biopsies from the same patient. Compared to control skin, SMAD signaling was activated in PXE regardless of the skin area (i.e., CUS or CAS). However, the activated SMAD signaling is not sufficient to induce the calcification of elastic fiber, because CUS elastic fibers appear degraded, but not calcified, suggesting that additional local factors can contribute to the pro-osteogenic environment. An in vitro model system was therefore fine-tuned to investigate the mineralization of elastin fibrillar structures hydrolyzed and incubated in cell-free environmental milieu of different ionic composition. Results demonstrated that mineral deposition on insoluble elastin depends on type of hydrolysis, on the presence of specific ionic species and on their concentration, thus explaining why, in vivo, non-calcified and calcified elastic fibers can coexist within the same tissue.
Puglisi, Carmelo Gabriele. "Patologie di confine: patologie addominali associate a calcificazioni prostatiche. Osservazioni alla TC addome richiesta in PS per patologie addominali acute." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/4014.
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