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Journal articles on the topic 'Calcolo strutturale'

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1

Ammannati, F., D. Petacchi, G. P. Giordano, L. Bordi, P. Marini, A. E. Scotto Di Luzio, C. Pandolfo, et al. "Calcolo trigonometrico delle coordinate stereotassiche TC nel morbo di Parkinson." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 1 (February 1998): 43–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100105.

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Abstract:
Nella Neurochirurgia stereotassica, ed in quella «funzionale» in particolare, è basilare la massima accuratezza nel calcolo delle coordinate che identificano la posizione della struttura-bersaglio prescelta: la precisione necessaria è dell'ordine di 1 mm. Viene presentato un originale metodo matematico di calcolo delle coordinate di un target (T) posto ad una distanza nota da un sistema di riferimento. Quest'ultimo è costituito dal piano sagittale passante per la linea bicommissurale (CA-CP) ed il recesso infundibolare (I) del 3° ventricolo e risulta determinato in modo univoco da tre punti (CA, CP, I) le cui coordinate cartesiane sono ricavate direttamente su sezioni assiali TC. L'accuratezza di questo metodo, intrinsecamente valido, è stata valutata preliminarmente su fantoccio. Si tratta di una semplice e rigorosa procedura matematica che può essere adottata in Neurochirurgia funzionale, per il reperaggio di bersagli «invisibili» in interventi di tipo lesivo o di stimolazione su strutture cerebrali profonde. Gli autori hanno impiegato questo metodo di calcolo nel trattamento del morbo di Parkinson con stimolazione cerebrale profonda in cinque pazienti.
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Procesi, Claudio. "Algebra Calcoli, formule o strutture?" Lettera Matematica Pristem 100, no. 1 (January 2017): 6–11. http://dx.doi.org/10.1007/s10031-017-0002-1.

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Turfa, Jean MacIntosh, and Alwin G. Steinmayer. "The comparative structure of Greek and Etruscan monumental buildings." Papers of the British School at Rome 64 (November 1996): 1–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010333.

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Abstract:
LA STRUTTURA COMPARATIVA DEGLI EDIFICI MONUMENTALI GRECI ED ETRUSCHISe esaminati da un punto di vista ingegneristico, gli edifici monumentali greci presentano sostanziali differenze con quelli di origini etrusco/italica. La tecnica greca comprendeva l'uso di imponend architravi in pietra atti a resistere al carico imposto lateralmente dai pesand tetti in tegole di terracotta. Gli Etruschi risolsero lo stesso problema grazie all'uso di travi su cui veniva scaricata la tensione. L'uso di travi di tensione in Italia rese possible la copertura a tetto di strutture con campate molto ampie (senza colonne interne) e con ampi aggetti, stabilendo così la caratteristica configurazione del tempio toscano. Calcoli basati sulle misure dei tempi greci ed etrusco/italici hanno evidenziato come la trave di tensione toscana fosse più efficiente rispetto alle tecniche greche dell'epoca. Gli architetti greci, in virtù dell'abbondanza di utile materiale da costruzione e di lavoro stagionale, non erano forse stimolati allo sviluppo di nuove tecniche, o forse non riuscirono mai a risolvere il problema delle giunture di tensione.In contrasto con i metodi moderni, che fanno uso intensivo del metallo, gli antichi ingegneri etruschi erano costretti ad usare giunture di collegamento in legno nelle strutture di legno del tetto, al fine di porre una resistenza al carico laterale dei tetti in tegole. Questa pratica potrebbe già essere stata introdotta nell'VII secolo a.C., quando le tegole di terracotta furono introdotte nelle città etrusche. Tale tecnica è attestata dalle campate di grandi edifici quali l'edificio sudest di Murlo (c. 630–600 a.C), il tempio Portonaccio a Veii ed il tempio A di Pyrgi, e viene data per scontata per il Capitolium a Roma (dedicate nel 509 a.C). Le travi di tensione continuarono ad essere usate per vari secoli, rendendo possibile la costruzione delle basiliche romane della media e tarda repubblica, nonché i tipi successivi.
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Betti, Gianni, Maria Luisa Maitino, and Nicola Sciclone. "A che cosa servono i modelli di microsimulazione? Tre applicazioni usando microReg." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2012): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002006.

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Abstract:
MicroReg č un classico modello di microsimulazione, tax-benefit, costruito per la Regione Toscana dall'Irpet. L'obiettivo č quello di garantire al policy maker regionale un adeguato strumento di valutazione e programmazione delle politiche fiscali e di welfare, siano esse attuate a livello nazionale e/o regionale. Diversamente da tutti gli altri modelli di microsimulazione sviluppati nel nostro paese, microReg ha un campo di applicazione multiregionale. Esso fornisce una adeguata base di calcolo, a seguito di un qualche intervento di natura pubblica, dei seguenti aspetti: i) distribuzione dei guadagni e delle perdite fra individui e famiglie; ii) impatto sulle misure di povertŕ e disuguaglianza; iii) differenze nei costi e nei benefici tra le regioni; variazioni di gettito nazionali e regionali. Il lavoro presenta la struttura del modello e tre applicazioni empiriche.
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5

ANSELMO, MARCELLA, and ANTONIO RESTIVO. "ON LANGUAGES FACTORIZING THE FREE MONOID." International Journal of Algebra and Computation 06, no. 04 (August 1996): 413–27. http://dx.doi.org/10.1142/s0218196796000246.

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Abstract:
A language X⊂A* is called factorizing if there exists a language Y⊂A* such that XY = A* This work was partially supported by ESPRIT-EBRA project ASMICS contact 6317 and project 40% MURST “Algoritmi, Modelli di Calcolo e Strutture Informative”. and the product is unambiguous. First we give a combinatorial characterization of factorizing languages. Further we prove that it is decidable whether a regular language X is factorizing and we construct an automaton recognizing the corresponding language Y. For finite languages we show that it suffices to consider words of bounded length. A complete characterization of factorizing languages with three words and explicit regular expression for the corresponding language Y are also given. Finally we prove a more general result stating that, given two regular languages X and T, it is decidable whether there exists a language Y such that XY=T and the product is unambiguous.
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Pompili, Tomaso. "Valutazione Strategica Comparativa di Strategie Alternative di Reti tramite il Metodo VIT." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 27–54. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043004.

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Abstract:
Tema del lavoro č la valutazione economica strategica (ex-ante) di investimenti pubblici, sotto forma di progetti di investimento o di piani/programmi complessi. Obiettivo del lavoro č valutare l'affidabilitŕ normativa degli esiti dei metodi multi-obiettivi rispetto all'analisi costi-benefici. La metodologia consiste nell'applicare al caso dello sviluppo di reti infrastrutturali di trasporto un metodo multi-obiettivi (sei) e multi-criteri (trentadue), il metodo VIT (Valutazione di Impatto Territoriale). Sono elementi originali: la sostituzione della rilevazione quantitativa degli impatti attesi con una tecnica di tipo Delphi, la tecnica di quantificazione dei giudizi, il calcolo degli esiti in base a differenti ipotesi di preferenze della popolazione, la modalitŕ di raffronto fra benefici e costi. Il principale risultato č la capacitŕ del metodo di fornire un ordinamento di differenti alternative (sette) trasparente e robusto rispetto a diverse strutture di preferenze della popolazione. Il caso specifico riguarda il cosiddetto Corridoio del Brennero.
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Giannini, Marco, Alessio Gori, and Valentina De Feo. "Un primo contributo allo studio della dimensionalitŕ dell'Early Intervention Gambling Health Test (EIGHT), uno strumento di misura per la valutazione del grado di coinvolgimento nel gioco d'azzardo." S & P SALUTE E PREVENZIONE, no. 55 (December 2010): 69–81. http://dx.doi.org/10.3280/sap2010-055004.

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Abstract:
La presente ricerca si propone di verificare le proprietŕ psicometriche dell'(EIGHT), uno strumento costituito da otto item, utilizzato per misurare il grado di coinvolgimento nel Gioco d'Azzardo Patologico (GAP).. Il campione oggetto di studio č formato da 158 soggetti, per lo piů di sesso maschile (98,7%), con etŕ media di 45,51 anni (D.S.= 11.8). Ai 79 soggetti individuati nelle diverse sale da gioco č stata somministrata una batteria di test composta dall'(EIGHT), dalla quinta versione della(SSS-V), dal(LOT-R) e dalla(SES), con l'aggiunta di una scheda informativa sulle abitudini di gioco (tempo dedicato ai diversi giochi, preferenze dei luoghi da gioco). Ai rimanenti 79 soggetti č stato somministrato l'EIGHT insieme alla scheda informativa.. L'Analisi Fattoriale Esplorativa (AFE), effettuata con il Metodo degli Assi Principali, ha permesso di individuare una struttura unifattoriale dell'EIGHT. La coerenza interna ottenuta attraverso il calcolo dell'č pari a .82. L'Analisi della Varianza (ANOVA) ha permesso di individuare una differenza significativa tra il gruppo di giocatori (M=4.18, D.S.=2.20) e il gruppo di non giocatori (M=.81, D.S.=1.12) rispetto al coinvolgimento nel gioco d'azzardo (F = 146.3, p<.01).. I primi risultati su un campione italiano suggeriscono che l'EIGHT possiede buone proprietŕ psicometriche e puň essere utilizzato nel contesto italiano per la misura del grado di coinvolgimento nel Gioco d'Azzardo Patologico (GAP).
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Hörnschemeyer, Jörg. "„Möchten Sie das Programm wirklich löschen?“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 491–501. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0019.

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Abstract:
Riassunto Nucleo centrale dei digital humanities (DH) è lo sviluppo e l’analisi di metodi digitali che sono finalizzati a risolvere quesiti posti nell’ambito delle scienze umanistiche. La creazione di software ne costituisce un elemento fondamentale. Mentre i dati raccolti sono di regola punto di partenza e d’arrivo della ricerca, i processi trasformativi che, basati su calcoli algoritmici, conducono dall’uno all’altro, rappresentano lo sforzo intellettuale decisivo e vanno considerati il vero risultato scientifico. Il software dedicato alla ricerca scientifica nasce di solito nel corso di un processo creativo e combinatorio molto complesso che dipende da molteplici legami con altre risorse. Il ciclo di vita del software in questione è molto più breve e molto più soggetto a influenze esterne rispetto a quello dei classici dati di ricerca. Come forma particolare dei dati di ricerca, il software pone pertanto sfide particolari al processo di sviluppo e a una gestione sostenibile dei dati. Il riconoscimento del software come risultato di ricerca, la creazione di strutture istituzionali che offrono opportunità di carriera agli sviluppatori e alle sviluppatrici, e l’integrazione del software in infrastrutture sostenibili di dati di ricerca sono la chiave per un’attività di ricerca più trasparente e più qualificata.
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Torrigiani, Claudio. "La visita all'Acquario di Genova: definizione di un indice di efficacia educativa." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 93–117. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049007.

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Abstract:
Questo saggio illustra un percorso di ricerca valutativa, richiesto dall'Acquario di Genova e sviluppato dal Dipartimento di Scienze Antropologiche, finalizzato alla costruzione di un indice di efficacia educativa della visita, che consentisse al management aziendale di avere un'indicazione sintetica e di individuare piů facilmente i punti di forza e di debolezza del percorso dal punto di vista educativo. A questo scopo, dopo una preliminare ricognizione della bibliografia di riferimento, il primo passo č consistito nella chiarificazione concettuale dell'evaluando, ricercata attraverso focus group e interviste in cui i dirigenti e gli operatori della struttura sono stati invitati a definire in maniera piů puntuale gli obiettivi educativi della visita. Trovato un accordo dei partecipanti su questo punto focale della ricerca, a partire dagli indicatori cosě individuati sono stati costruiti dei questionari somministrati ai visitatori sia prima della visita, per assicurarsi che gli obiettivi individuati dal management aziendale collimassero con le aspettative dei visitatori, sia dopo la visita, per valutarne l'efficacia. In fase conclusiva il personale della struttura č stato coinvolto nel processo di ponderazione degli indicatori di efficacia educativa precedentemente individuati, consentendo di rivalutare i punteggi ottenuti sui diversi indicatori con la somministrazione dei questionari e di calcolare cosě un indice di efficacia educativa, su una scala 0- 100, che rispettasse le prioritŕ relative degli obiettivi educativi come definiti da manager e esperti dell'Acquario. Il pregio dell'indice, cosě calcolato, č che esso rispecchia le prioritŕ assegnate ai diversi obiettivi educativi dal management aziendale e su queste basi restituisce un feed-back sintetico sull'efficacia educativa della visita. Il suo limite intrinseco consiste nella non necessaria coincidenza tra le prioritŕ assegnate agli obiettivi da dirigenti e operatori, da un lato, e la prioritŕ relativa delle aspettative degli utenti, dall'altro, e questo rappresenta un importante elemento di incertezza per la definizione di strategie aziendali appropriate.
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Scienza, R., and G. Pavesi. "MAV cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 119–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500111.

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Abstract:
Vi sono 2 motivi per cui la MAV cerebrali si pongono come un problema neurochirurgico particolarmente difficile da affrontare. In primo luogo l'indicazione al trattamento (e con quali metodiche); e in secondo luogo l'obiettiva difficoltà tecnica che queste lesioni presentano alla chirurgia. Quali sono le MAV che si giovano di un trattamento chirurgico? Questa decisione si basa sulla storia naturale, la cui previsione è tuttora deducibile più dalle modalità d'esordio clinico che dagli aspetti morfologici. Sulla base dei dati della letteratura sono state redatte delle tabelle di calcolo per il rischio individuale di emorragia nell'arco di una vita che sono uno strumento imprescindibile per affrontare questi delicati problemi terapeutici in maniera razionale. Per quanto concerne il rischio chirurgico sono stati identificati precisi fattori di rischio morfo-funzionali che permettono una quantificazione preoperatoria del rischio di mortalità e morbilità cui può andare incontro il paziente, una volta operato. Inoltre, la terapia delle MAV è oggi un intervento multidisciplinare, in quanto nel percorso decisionale si inseriscono anche le opzioni di tecniche alternative quali il trattamento endovascolare e la radiochirurgia. Attualmente il nostro orientamento è quello di riservare alle tecniche di embolizzazione un ruolo di ‘preparazione’ al trattamento definitivo, sia esso chirurgico o radioterapico. Le nostre osservazioni sulla terapia chirurgica delle MAV cerebrali si basano su 175 casi personalmente operati. La chirurgia delle MAV cerebrali richiede una alta specializzazione nella microchirurgia vascolare affiancata da una adeguata struttura organizzativa. L'esperienza personale può orientare nella indicazione al miglior trattamento possibile, senza tuttavia pretendere di rappresentare un algoritmo decisionale assolutamente attendibile e standardizzabile. Infatti, mancano studi randomizzati di terapia radiochirurgica, endovascolare o microchirurgica, in grado di definire i criteri di trattamento. Questi studi, che richiedono una collaborazione multicentrica, sono necessari per stabilire la prognosi dei pazienti portatori di MAV cerebrali.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas, and A. Carella. "Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive: Gli astrocitomi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Spinozzi Monai, Liliana. "Ipotesi di un calco paradigmatico slavo-romanzo: (l'imperativo-congiuntivo, uno studio fondato sul Glossario del dialetto del Torre di Jan Baudouin de Courtenay)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 295–308. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.295-308.

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Abstract:
Muovendo dal presupposto, teorizzato da Baudouin de Courtenay, secondo il quale il mutamento linguistico è costitutivo del linguaggio umano e pertanto la nozione di monolinguismo andrebbe superata, i dialetti sloveni di area friulana, esposti alla millenaria azione del romanzo, rappresentano un terreno ideale per gli studi sull'interferenza, in quanto rendono perspicui fenomeni da contatto altrimenti difficili da individuare. Il primo ad aver colto una tale opportunità fu lo stesso Baudouin, che visitò ripetutamente le vallate snodantisi lungo (l'attuale) confine italo-sloveno, raccogliendovi materiali dialettologici solo in parte pubblicati. Uno dei complessi più notevoli rimasti inediti per oltre un secolo è costituito dal Glossario del dialetto del Torre, le cui schede risalgono agli anni 1873 e 1901. Esso registra un gran numero di prestiti e calchi romanzi, alcuni dei quali risultano del massimo interesse, perché documentano da un lato la forza incisiva di un sistema sull'altro in presenza di condizioni di natura strutturale e storico-culturale particolarmente favorevoli; dall'altro, la capacità di elaborazione originale del modello forestiero ad opera del sistema ricevente. Il contributo si concentra su un fenomeno di calco assai complesso compiuto sul friulano, che investe il sistema dell'imperativo, estraendone in maniera originale un paradigma di congiuntivo, ignoto alla grammatica slovena. Il mutamento viene seguito nelle sue varie fasi, a iniziare dalle motivazioni di ordine generale che ne stanno a monte, per passare a quelle specifiche di natura morfosintattica, connesse con l'interlingua sloveno-friulana.
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Tonarelli, A. "Diagnostica per immagini della carotide extracranica: Ecografia ed Eco-Doppler." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 11–26. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s203.

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Abstract:
L'esplorazione funzionale della carotide extracranica è venuta ad assumere un rilievo clinico sempre maggiore di pari passo al progredire delle conoscenze sulla fisiopatologia della insufficienza cerebrovascolare. Parallelamente alla profilassi primaria, volta al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, è stata sottolineata l'importanza di una efficace profilassi secondaria della malattia, intesa come diagnosi precoce, in fase iniziale o preclinica, in modo da assicurare non solo un adeguato controllo farmacologico nel tempo, ma anche una efficace selezione ed un ampliamento delle indicazioni chirurgiche, per i malati considerati a rischio. In quest'ambito, lo studio non invasivo dei vasi cerebroafferenti con metodiche ad ultrasuoni è tuttora da considerarsi il momento base dell'iter diagnostico. Alla sede favorevole, che consente una valutazione ecotomografica fine ed attendibile della patologia parietale, si aggiunge la possibiltà della esplorazione dei fenomeni dinamici di flusso mediante effetto Doppler. Le apparecchiature Eco-Color-Doppler di ultima generazione consentono insieme un'analisi strutturale delle caratteristiche della placca ateromasica, la determinazione del grado di emodinamicità di una lesione, misure discretamente attendibili di velocità e di portata mediante campionamenti mirati endovascolari, o sull'intero campo di scansione. Esistono tuttavia alcuni limiti nelle possibilità diagnostiche delle metodiche ad ultrasuoni, alcuni dei quali di natura intrinseca (l'elevata operatore-dipendenza, l'attenuazione del fascio determinata dal calcio tissutale), altri legati alla esplorabilità individuale del soggetto che si sottopone all'indagine ed alla sede del distretto in esame: in particolare, la impossibilità di studiare la carotide distalmente all'angolo della mandibola. Tuttavia, nel ruolo di screening e di controllo, nella definizione della patologia aterosclerotica carotidea e degli aspetti emodinamici di una lesione, l'indagine Eco-Doppler è da ritenersi tuttora insostituibile.
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Benini, Stefania. "Tra Mogadiscio e Roma: Le mappe emotive di Igiaba Scego." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 27, 2014): 477–94. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814543246.

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Abstract:
Il gesto di tracciare una mappa è atto di ordinamento cognitivo e di organizzazione dell’immaginazione, ma è anche atto fondante dell’identità e del suo posizionamento in relazione ai luoghi. Il saggio rintraccia le dinamiche affettive del vissuto della scrittrice italo-somala Igiaba Scego nella struttura di un libro – La mia casa è dove sono (2010) – pensato come mappa di due luoghi in dialogo l’uno con l’altro, Roma e Mogadiscio, fra memoria individuale ed epos familiare, fra scrittura autobiografica e narrazione orale, fra genealogia femminile e soggettività nomade, fra ex impero ed ex colonia, in senso letterale e in senso esistenziale. Tuttavia, il progetto benjaminiano di una mappa del vissuto di Igiaba si accompagna alla sua ironia e alla sua saudade, a un’appartenenza italiana che va dalla letteratura al calcio, e a un’appartenenza somala che non cessa di ricordare al pubblico italiano i crimini coloniali dell’età fascista e l’ancor più criminale amnesia che è seguita loro. Memorie auratiche e memorie funebri di Mogadiscio traspaiono dietro le sagome di monumenti e luoghi mitici di Roma, dal teatro Sistina all’elefantino del Bernini, dalla stele di Axum alla stazione Termini, in una condizione che va dalla diaspora alla rivendicazione di un’identità ibrida e in movimento, dove la mappa è luogo ma è anche, soprattutto, corpo.
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Paradiso, Michele, and Eleonora Conte. "L’EX CHIESA DI SAN LORENZO IN PISTOIA: UN MONUMENTO DA RESTITUIRE ALLA CITTA’." Revista M 17 (January 25, 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v17i0.2518.

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Abstract:
L’articolo proposto fa riferimento ad uno studio approfondito incentrato sul tema di analisi ed ipotesi di recupero dell’Ex Chiesa di San Lorenzo, situata nel centro storico di Pistoia, in Toscana (Italia). Questo lavoro nasce dalla richiesta, da parte della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le provincie di Pistoia e Prato, di un’analisi sullo stato di degrado dell’edificio, con indicazioni di interventi necessari per il consolidamento ed una rapida rifunzionalizzazione. A partire da una base di dati esistenti si sono aggiunti ulteriori elementi analitici e tecnologici come, ad esempio, un rilievo totale del fabbricato tramite l’utilizzo della tecnologia del laser scanner. Si è inoltre provveduto ad una minuziosa descrizione dello stato di degrado e meccanico, ad un’analisi strutturale approfondita, statica e dinamica con l’ausilio del software di calcolo Straus7 e ad una valutazione di massima sui possibili interventi per un sostanziale miglioramento strutturale. Il lavoro svolto ha permesso di raggiungere una conoscenza del monumento nei suoi aspetti più intimi, così da poterne valutare lo stato generale a scopo di un rapido recupero, tale da dare coscienza alla città dell’importanza di questo monumento e di preservare un tassello fondamentale del suo patrimonio storico costruito.
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Galimberti, Andrea. "I contesti di apprendimento sottesi al sentire e al performare nel capitalismo contemporaneo." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00142.

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Abstract:
L’articolo si propone di affrontare la riflessione sulla relazione tra pedagogia ed economia ancorandola a due focalizzazioni. La prima è rappresentata dall’agire razionale come calcolo fondato sulla competizione (come, ad esempio, nella teoria dei giochi) che invita a strutturare una certa fisionomia di homo oeconomicus. La seconda, che problematizza e in parte contraddice la prima, porta in primo piano la dimensione del “sentire” inteso come macchina – in senso deleuziano - che forma e con-forma gusti e habitus, intercettando e plasmando l’immaginario. Nel primo caso viene fondata una visione economica strettamente razionale e antagonista, nel secondo si mettono in gioco forze differenti che Lyotard riassumeva nell’espressione di “economia libidinale”. Lo sguardo pedagogico ha la possibilità di mettere in luce i contesti di apprendimento che vengono proposti, incentivati e implicitamente convalidati da entrambe queste premesse di fondo, misurandosi con la loro diffusione, a volte sottile e inattesa, nella sfera educativa
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Sousa, André Laurent Souza Lopes, Ana Lucia Prado Reis dos Santos, Carla Viana Dendasck, Euzébio de Oliveira, and Mirleide Chaar Bahia. "Ben oltre il gancio: scienza e calcio nella copertura sportiva del Pará." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 26, 2020, 135–67. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/comunicazione-it/ben-oltre-il-gancio.

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Abstract:
Le relazioni relative alla scienza e al calcio non sono frequenti nella copertura sportiva del Pará. Comprendere le cause di questo problema è l’obiettivo principale di questo studio. Dalla rassegna letteraria delle scienze sportive nel calcio, l’interdisciplinarietà che per decenni contribuisce a studi rilevanti che hanno portato non solo alla comprensione dei problemi dello sport, ma anche all’aumento delle prestazioni dei calciatori e delle squadre. In un secondo momento, il lavoro porta il dialogo tra cultura scientifica (VOGT, 2003) e giornalismo, dal punto di vista scientifico (BUENO, 2009) e del giornalismo sportivo (BUENO, 2005; MALULY, 2005), al fine di evidenziare la provocazione di Messa (2005), che attribuisce al giornalismo sportivo di carattere scientifico, al giornalismo sportivo-scientifico, la possibilità di andare oltre lo spettacolo per gli appassionati-spettatori. Tuttavia, è necessario comprendere, da interviste semi-strutturate, i fattori limitanti della copertura sportiva a Pará e le ragioni per cui la scienza ha poco spazio. Una possibilità di ampliare i contenuti che coinvolgono la scienza e il calcio è la competenza e il rapporto tra giornalisti e membri dei comitati tecnici delle squadre di calcio di Pará.
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