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Journal articles on the topic 'Carotide'

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1

Puglioli, M., R. Padolecchia, P. L. Collavoli, G. Parenti, G. Orlandi, and C. Paoli. "Angioplastica carotidea." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 4 (August 1998): 431–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100402.

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Abstract:
L'endoarteriectomia, come confermano i risultati degli studi multicentrici NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial), ECST (European Carotid Surgery Trial) ed ACAS (Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study), rappresenta il trattamento di elezione delle stenosi aterosclerotiche interessanti il distretto extracranico dell'arteria carotide, sia nei pazienti sintomatici (stenosi > 70%) che asintomatici (stenosi > 60%). L'intervento chirurgico è gravato da un rischio cumulativo di morbilità-mortalità (stroke/morte) che il NASCET, l'ECST e l'ACAS segnalano, rispettivamente, nel 5,8%, 7,5% e 2,3%, insieme ad altre possibili complicanze: infarto miocardico (0,9%), paralisi di nervi cranici (7,6%), ematoma del collo (5,5%), infezioni (3,4%). Qualora, per ragioni cliniche od anatomiche, il rischio chirurgico sia troppo elevato, come nei pazienti cardiopatici, diabetici, con insufficienza polmonare o renale, con restenosi, con stenosi post-attiniche o fibrodisplastiche, con stenosi carotidee prossimali o distali, con lesioni «tandem», l'angioplastica transluminale percutanea (PTA) e/o lo Stenting carotideo possono rappresentare una valida alternativa terapeutica all'endoarteriectomia. In questo articolo presentiamo la nostra casistica relativa a 41 procedure (36 PTA; 5 Stenting), eseguite su 33 pazienti negli ultimi due anni. I trattamenti sono stati rivolti a 28 arterie carotidi interne, 4 arterie carotidi esterne, 2 arterie carotidi comuni, 2 tronchi anonimi; gli stents sono stati rilasciati in 4 arterie carotidi interne e in 1 arteria carotide comune. Le procedure regolarmente portate a termine sono state 37 (32 PTA; 5 Stents), con un ottimo risultato anatomico in 36 casi. Nei controlli a 6 mesi abbiamo riscontrato una ristenosi (< 60%), asintomatica. In questo articolo illustriamo il nostro protocollo, gli insuccessi tecnici, i risultati e le complicanze.
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2

Manfrè, L., R. Angileri, G. Caruso, V. D'Antonio, M. De Maria, and R. Lagalla. "Calibro dei sifoni carotidei e asimmetria del poligono di Willis: Studio Angio-RM." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 148. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s260.

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Abstract:
A differenza dell'Angiografia, l'esame Angio-RM consente la simultanea visualizzazione dei vasi del poligono. Si è valutata la correlazione esistente tra calibro dei sifoni e asimmetrie di sviluppo del poligono nella popolazione normale. Sono stati esaminati 3 casi di occlusione totale di una carotide. 120 pazienti privi di patologie vascolari o neoplastiche sono stati sottoposti ad esame Angio-RM 3DTOF con Magnetization Tranfer e TONE. Sono state valutate le immagini di sorgente e 3DMIP, prima e dopo sottrazione dei pixel non vascolari. I pazienti sono stati suddivisi in 5 gruppi: I = aplasia di A1, II = ipoplasia di A1, III = lieve asimmetria di A1, IV ? arteria comunicante posteriore fetale, V = poligono simmetrico. Inoltre i pazienti sono stati suddivisi in base al calibro della carotide interna in: A (simmetrico), B (lieve asimmetria), e C (marcata asimmetria). è stata calcolata la percentuale di differenza di calibro (PDC) tra carotide destra e sinistra (Cmin/Cmax). Sono stati posti in correlazione PDC e simmetria dei vasi del poligono. I pazienti del gruppo C sono stati sottoposti a color Doppler dei vasi al collo, per escludere vasculopatia a monte. Una differenza statisticamente significativa in termini di PDC tra sifone carotideo destro e sinistro è stata osservata unicamente nei pazienti di gruppo I e II. I pazienti affetti da occlusione del sifone carotideo con compenso via Al dimostravano un calibro di Al superiore rispetto ai gruppi III, IV e V. Per quanto una asimmetria di calibro dei sifoni carotidei possa suggerire l'esistenza di una patologia vascolare a monte, è necessario considerare le varianti anatomiche correlate all'asimmetrico del poligono di Willis. Il bilancio dei rami collaterali esistenti a livello del poligono di Willis mediante Angio-RM è importante per la valutazione dei possibili circoli di compenso.
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3

Nuzzaci, G., and I. Nuzzaci. "Carotide extracranica: Inquadramento clinico." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 5–10. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s202.

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Abstract:
La malattia occlusiva della carotide interna rappresenta la causa di almeno il 30% degli ictus ischemici. La lesione maggiormente a rischio è rappresentata dalla stenosi emodinamica. La amaurosi ipsilaterale e la emiplegia controlaterale alla stenosi costituiscono i sintomi patognomonici della malattia. Sono i deficit neurologici transitori emisferici, recenti e subentranti quelli che più frequentemente preludono all'ictus. L'esame Eco-color Doppler consente lo screening più affidabile e la tromboendoarterectomia carotidea costituisce la miglior profilassi dell'ictus nel paziente sintomatico.
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4

Guidetti, G., M. Dazzi, A. Santoro, M. C. Piattella, and G. P. Cantore. "Aneurismi giganti: Trattamento combinato neurochirurgo-neuroradiologo." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 176. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s275.

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Abstract:
Gli autori presentano due casi di aneurismi giganti intracranici esclusi dal circolo mediante trattamento combinato neurochirurgico-endovascolare. Entrambi gli aneurismi sono stati riempiti con spirali di Guglielmi, la carotide sacrificata, il circolo intracranico preservato mediante by-pass con vena safena tra carotide e cerebrale media. I due casi riguardano un aneurisma intracavernoso sinistro ed un aneurisma di biforcazione di carotide sinistra. è sempre stato eseguito balloon occlusion test. In un caso è residuato lieve deficit alla mano destra in regressione. Caso 1 P. M. aa. 45 femmina. La paziente in seguito a disturbi del visus eseguiva risonanza magnetica che evidenziava la presenza di un aneurisma intracavernoso sinistro. La diagnosi veniva confermata angiografiamente; al ballon occlusion test, eseguito in carotide interna, oltre ad un modesto impaccio della parola, si osservava un parziale riempimento dell'aneurisma attraverso l'oftalmica. Veniva allora eseguito un by-pass con la safena e subito dopo la paziente veniva riportata in sala agiografica dove si riempiva l'aneurisma e la porzione sottostante di carotide con spirali GDC. L'angiografia di controllo mostrava la perfetta permeabilità del by-pass. Caso 2 T.I. aa. 42 femmina. La paziente, portatrice di aneurisma di biforcazione di carotide sinistra, in altra sede veniva sottoposta a craniectomia e veniva protetto il fondo dell'aneurisma con colla. Giunta alla nostra osservazione, veniva embolizzata con spirali GDC ottenendo una quasi completa esclusione dal circolo dell'aneurisma. Al controllo a sei mesi la situazione risultava immodificata, mentre a dodici mesi si osservava la riabilitazione del terzo medio dell'aneurisma con ulteriore sfiancamento della sacca. Veniva praticato allora intervento di by-pass carotide cerebrale media con safena e l'aneurisma con il moncone sottostante di carotide riempiti con GDC; la cerebrale anteriore di sinistra era nutrita tramite comunicante anteriore.
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5

D'Aprile, P., A. Nella, P. Spagnolo, G. Tripoli, and A. Carella. "Dissecazione della arteria carotide interna." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (December 1994): 935–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700613.

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Abstract:
Gli autori descrivono due casi di dissecazione spontanea della arteria carotide interna studiati, in fase subacuta, con RM di base ed Angio-RM dei vasi del collo e del poligono del Willis, con tecnica 3D-TOF. L'Angio-RM ha permesso un'accurata visualizzazione delle alterazioni del decorso dei vasi, del profilo delle pareti e del lume vasale; inoltre una valutazione comparativa del segnale del flusso tra le immagini FISP di base e Spin Echo ha consentito una più accurata diagnosi di tale patologia potendo differenziare il segnale del trombo da quello relativo al flusso ematico residuo. In accordo con la più recente letteratura, gli autori ritengono che la Angio-RM, insieme all'Eco-Doppler, possa ritenersi metodica di prima scelta nello screening e nello studio diagnostico dei pazienti affetti da sospetta dissecazione carotidea e/o vertebrale, riservando lo studio con angiografia tradizionale a casi selezionati in cui le metodiche suddette non abbiano consentito una diagnosi accurata. La metodica Angio-RM è inoltre da considerarsi ottimale in controlli in tale patologia.
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Spaziante, R. "Carotide intracranica: Inquadramento clinico." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 85–88. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s210.

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Spaziante, R. "Carotide intracranica: Terapia chirurgica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 95–99. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s212.

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Scarabeo, F., G. La Tessa, F. Briganti, S. Cirillo, D. Noviello, and R. Spaziante. "L'approccio anteriore venoso nel trattamento delle fistole carotido-cavernose durali." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 159–62. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s221.

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Abstract:
Gli autori riferiscono sulla propria esperienza di embolizzazione delle fistole carotido-cavernose attraverso l'approccio venoso anteriore: tale procedura prevede l'esposizione chirurgica della vena oftalmica superiore, la sua cateterizzazione ed il posizionamento di un microcatetere il cui estremo viene collocato nel seno cavernoso. All'interno del seno cavernoso vengono rilasciate le spirali «embolizzanti» fino alla scomparsa angiografica della fistola. Con questo approccio sono state trattate 5 fistole durali ottenendo la completa risoluzione del quadro. La via venosa anteriore è stata inoltre impiegata per il trattamento di due fistole carotido-cavernose dirette: in un caso il cateterismo della carotide interna era impossibile per la tortuosità del vaso, nell'altro per la ostruzione trombotica.
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Cicchetti, N., P. D'Aprile, and A. Carella. "Diagnosi con RM di aneurisma gigante dell'arteria carotide interna extracranica. Revisione della letteratura. Segnalazione di un caso." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 1 (February 1989): 85–90. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200110.

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Abstract:
Gli autori descrivono il caso di una paziente portatrice di aneurisma gigante dell'arteria carotide interna di destra a livello di C1-C2. La paziente giunta al ricovero in ambiente specialistico dopo ripetuti episodi di faringo-tonsillite, con l'obiettività di una tumefazione latero-cervicale, pulsante a destra, è stata sottoposta ad uno studio neuroradiologico comprendente TC, RM ed angiografia digitalizzata per via venosa che hanno portato alla diagnosi di aneurisma gigante della arteria carotide interna di destra. Gli autori nel presente studio sottolineano la grande importanza ai fini diagnostici della nuova metodica RM, la possibilità di una valutazione di flusso ematico all'interno dell'aneurisma, gli scarsi rischi ed invasività. Propongono pertanto la RM come metodica di prima scelta nella diagnosi e nello studio degli aneurismi giganti della carotide extracranica.
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Mas, J. L. "Le stenting carotide en 2010." Journal des Maladies Vasculaires 35, no. 2 (March 2010): 94. http://dx.doi.org/10.1016/j.jmv.2010.01.070.

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Cirillo, S., F. Briganti, L. Simonetti, G. Sirabella, and R. Elefante. "Carotide intracranica: La diagnostica neuroradiologica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 89–94. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s211.

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Mlynski, Amélie, Nicolas Mocellin, Marc Imperato, Benoît Molimard, Emmanuel Bordier, Paul Menguy, and Bernard Baranger. "Traitement d’une blessure ballistique de l’artère carotide commune révélée par une fistule carotide-jugulaire spontanée." Annales de Chirurgie Vasculaire 25, no. 2 (February 2011): 288.e5–288.e8. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2011.11.017.

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PELLICCIA, P., M. BARTOLOMEO, G. IANNETTI, A. BONAFÉ, and M. MAKEIEFF. "Pseudoaneurisma di origine traumatica localizzato in un seno sfenoidale fratturato." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 149–52. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-192913.

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Abstract:
Descriviamo il caso di un pseudoaneurisma di origine traumatica dell’arteria carotide interna destra localizzato all’interno di un seno sfenoidale fratturato che si è sviluppato in un paziente che aveva riportato delle fratture dell’osso frontale e della base cranica che coinvolgevano le pareti del seno sfenoidale e il canale della carotide malgrado l’angio-TC precoce fosse negativa. Il paziente ha presentato due episodi di epistassi ritardata massiva potenzialmente letale prima di essere trattato con successo con tecniche endovascolari utilizzanti spirali metalliche e uno stent non ricoperto. Questo caso sottolinea il fatto che i pazienti con trauma cranico che presentano fratture nel seno sfenoidale con o senza epistassi massiva dovrebbero essere studiati il più presto possibile alla ricerca dello sviluppo di uno pseudoaneurisma postraumatico della carotide interna. Se la prima angio-TC è negativa, un’epistassi ricorrente dovrebbe condurre alla realizzazione di una seconda angio-TC poiché lo pseudoaneurisma richiede tempo per svilupparsi. Un trattamento endovascolare precoce con uno stent non ricoperto può impedire il decesso del paziente.
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Lecoules, S., G. Coutant, P. Verdalle, B. Ceccaldi, J. P. Algayres, and J. P. Daly. "Dissection spontanée de l'artère carotide interne." La Revue de Médecine Interne 20, no. 5 (May 1999): 427–30. http://dx.doi.org/10.1016/s0248-8663(99)83095-1.

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Thomassin, J. M., A. Branchereau, P. É. Magnan, S. Malikof, P. Dessi, A. Bailhache, and J. B. Danvin. "Accesso chirurgico all’arteria carotide interna intrapetrosa." EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare 16, no. 1 (January 2011): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0801(11)70583-0.

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Elias, A. "Sténose asymptomatique de l’artère carotide interne." Journal des Maladies Vasculaires 33 (September 2008): S67—S68. http://dx.doi.org/10.1016/j.jmv.2008.07.028.

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Leseche, G., Y. Castier, F. Francis, and M. Besnard. "Optimisation des résultats de l’endartériectomie carotide." Journal des Maladies Vasculaires 30, no. 2 (May 2005): 88–93. http://dx.doi.org/10.1016/s0398-0499(05)83813-2.

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Leys, Didier, and Jean-Louis Mas. "Indications de revascularisation d’une sténose carotide." La Presse Médicale 33, no. 16 (September 2004): 1104–7. http://dx.doi.org/10.1016/s0755-4982(04)98860-4.

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Thomassin, J. M., A. Branchereau, P. É. Magnan, S. Malikof, P. Dessi, A. Bailhache, and J. B. Danvin. "Accesso chirurgico all’arteria carotide interna intrapetrosa." EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale 13, no. 1 (January 2009): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1292-3036(09)70116-6.

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De Luccia, Nelson, Erasmo Simão da Silva, Marta Aponchik, Fernanda Appolonio, and Luiz Alberto Benvenuti. "Anévrysme congénital de l’artère carotide externe." Annales de Chirurgie Vasculaire 24, no. 3 (April 2010): 457.e7–457.e10. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2010.09.036.

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Pratesi, C., M. Gatti, and R. Pulli. "La patologia stenosante della carotide extracranica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 59–74. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s208.

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Mascalchi, M., C. Moroni, M. Bartolucci, C. Gavazzi, and C. Bortolotti. "Diagnostica neuroradiologica nella patologia della loggia cavernosa." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 375–86. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300308.

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Abstract:
Il seno cavernoso può essere interessato da patologia neoplastica (primitiva e secundaria), infiammatoria e vascolare. Tutte queste entità, ad esclusione delle fistole carotido-cavernose dirette, si manifestano con una clinica analoga, rendendo la diagnosi dipendente fondamentalmente dalle tecniche di imaging. Attualmente le metodiche più utili nello studio del seno cavernoso sono la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica che, con le tecniche di angio-TC ed angio-RM, permettono anche uno studio simil-angiografico della regione di interesse. L'arteriografia selettiva rimane tuttora la tecnica gold standard nello studio delle patologie vascolari (aneurismi della carotide interna e fistole carotido-cavernose). La flebografia sovraorbitaria trova attualmente utilizzo esclusivo nella diagnosi della sindrome di Tolosa Hunt con RM negativa e talvolta nella terapia endovascolare di fistole artero-venose. I tumori primitivi più frequenti sono i meningiomi, mentre i neurinomi del seno cavernoso sono estremamente rari. I meningiomi insorgono dal rivestimento durale del seno e si manifestano, sia alla TC che alla RM, come lesioni ben delimitate con un'impregnazione precoce, intensa ed omogenea. I neurinomi del seno cavernoso possono derivare dal III, dal IV, dal V o dal VI nervo cranico e possono insorgere primitivamente nel seno cavernoso o, più frequentemente, negli spazi cisternali interessando il seno sviluppandosi lungo il nervo. La diagnosi differenziale deve essere posta soprattutto tra il meningioma ed il macroadenoma ipofisario a sviluppo laterosellare (il più frequente tumore secondario). Il principale criterio riguarda l'interessamento della carotide interna che viene frequentemente stenotizzata dai meningiomi, mentre può essere circondata e dislocata dai macroadenomi, senza però apprezzare significative riduzioni del suo lume. Il seno cavernoso può essere interessato per contiguità anche da due neoplasie della base cranica: il carcinoma del rinofaringe ed il cordoma. Le metastasi del seno cavernoso si possono instaurare per via ematogena, liquorale o perineurale. Determinano generalmente aumento di volume del seno, non hanno un segnale RM caratteristico e devono essere messe in diagnosi differenziale con le patologie infiammatorie. Queste comprendono la sindrome di Tolosa Hunt e le affezioni granulomatose croniche (sarcoidosi, granulomatosi di Wegener). La prima è caratterizzata da dolore retroorbitario, paralisi dell'oculomotore ed iperestesia trigeminale sostenute da un'infiammazione del seno ad eziologia sconosciuta. Le immagini di RM possono essere del tutto negative ed in tali casi può essere utile per raggiungere la diagnosi la flebografia. Un valido criterio diagnostico per le patologie infiammatorie è rappresentato dalla drammatica remissione della sintomatologia e del quadro radiologico in seguito a terapia steroidea. Gli aneurismi della carotide interna sono classificati in base alle dimensioni: se di diametro superiore ai 2,5 cm vengono definiti giganti. Questi hanno parete trombizzata, scarsa tendenza alla rottura e si manifestano clinicamente con sintomi da compressione dei nervi che decorrono nella parete od all'interno del seno cavernoso. Nella diagnosi di queste formazioni la semeiotica TC e RM, tra loro complementari, rivestono un ruolo importante. Il criterio fondamentale è però dato dalla dimostrazione della natura vascolare della lesione, ottenibile con le tecniche di angio-TC e angio-RM e l'arteriografia selettiva. Le fistole carotido-cavernose dirette sono anomale comunicazioni ad alto flusso tra la carotide interna ed il seno cavernoso Sono caratterizzate da una presentazione clinica improvvisa ed imponente e sono facilmente valutabili con TC, angio-TC, RM, angio-RM ed arteriografia digitale. Le fistole carotido-cavernose indirette corrispondono a fistole arterovenose durali ed hanno di solito una clinica sfumata ed un decorso subdolo. La loro diagnosi con TC, angio-TC, RM ed angio-RM è più difficile essendo spesso i reperti suggestivi di tali condizioni rappresentati solo da una dilatazione della vena orbitaria di drenaggio. L'arteriografia oltre a confermare la diagnosi rappresenta anche l'indagine indispensabile per la programmazione terapeutica endovascolare o chirurgica.
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Tonarelli, A. "Diagnostica per immagini della carotide extracranica: Ecografia ed Eco-Doppler." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 11–26. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s203.

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Abstract:
L'esplorazione funzionale della carotide extracranica è venuta ad assumere un rilievo clinico sempre maggiore di pari passo al progredire delle conoscenze sulla fisiopatologia della insufficienza cerebrovascolare. Parallelamente alla profilassi primaria, volta al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, è stata sottolineata l'importanza di una efficace profilassi secondaria della malattia, intesa come diagnosi precoce, in fase iniziale o preclinica, in modo da assicurare non solo un adeguato controllo farmacologico nel tempo, ma anche una efficace selezione ed un ampliamento delle indicazioni chirurgiche, per i malati considerati a rischio. In quest'ambito, lo studio non invasivo dei vasi cerebroafferenti con metodiche ad ultrasuoni è tuttora da considerarsi il momento base dell'iter diagnostico. Alla sede favorevole, che consente una valutazione ecotomografica fine ed attendibile della patologia parietale, si aggiunge la possibiltà della esplorazione dei fenomeni dinamici di flusso mediante effetto Doppler. Le apparecchiature Eco-Color-Doppler di ultima generazione consentono insieme un'analisi strutturale delle caratteristiche della placca ateromasica, la determinazione del grado di emodinamicità di una lesione, misure discretamente attendibili di velocità e di portata mediante campionamenti mirati endovascolari, o sull'intero campo di scansione. Esistono tuttavia alcuni limiti nelle possibilità diagnostiche delle metodiche ad ultrasuoni, alcuni dei quali di natura intrinseca (l'elevata operatore-dipendenza, l'attenuazione del fascio determinata dal calcio tissutale), altri legati alla esplorabilità individuale del soggetto che si sottopone all'indagine ed alla sede del distretto in esame: in particolare, la impossibilità di studiare la carotide distalmente all'angolo della mandibola. Tuttavia, nel ruolo di screening e di controllo, nella definizione della patologia aterosclerotica carotidea e degli aspetti emodinamici di una lesione, l'indagine Eco-Doppler è da ritenersi tuttora insostituibile.
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Ricco, Jean Baptiste, T. Lemonnier, F. Koskas, and C. Marchand. "Traitement d’une sténose carotide : chirurgie, la référence." La Presse Médicale 33, no. 16 (September 2004): 1108–12. http://dx.doi.org/10.1016/s0755-4982(04)98861-6.

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Bulbuc, I., P. Bordei, H. Varlam, and C. Stici. "Aspects particuliers de la carotide interne fœtale." Morphologie 89, no. 287 (December 2005): 185. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-0115(05)83289-8.

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Thomassin, J. M., A. Branchereau, P. É. Magnan, S. Malikof, P. Dessi, A. Bailhache, and J. B. Danvin. "Abord chirurgical de l'artère carotide interne intrapétreuse." EMC - Techniques chirurgicales - Tête et cou 3, no. 1 (January 2008): 1–8. http://dx.doi.org/10.1016/s1624-5849(08)73242-9.

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Patel, Shonak B., Zubair A. Hashmi, Gregory G. Smaroff, John C. Cardone, and Pyongsoo D. Yoon. "Absence congénitale de l'artère carotide interne gauche." Annales de Chirurgie Vasculaire 24, no. 3 (April 2010): 454.e9–454.e11. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2010.09.027.

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Shah, Parth S., Anil Hingorani, Enrico Ascher, Alexander Shiferson, Nirav Patel, and Kapil Gopal. "Recanalisation spontanée d’une artère carotide interne occluse." Annales de Chirurgie Vasculaire 24, no. 7 (October 2010): 1037.e15–1037.e18. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2011.02.024.

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Marina, R. "STENT-PTA delle stenosi di carotide “Estreme”." Rivista di Neuroradiologia 16, no. 1 (February 2003): 101–4. http://dx.doi.org/10.1177/197140090301600112.

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Abstract:
To date, our series of PTA-STENT interventions to treat carotid artery stenosis comprises 170 consecutive patients. Of these, 30% had a degree of carotid stenosis between a residual lumen < 15% and virtual pre-occlusion. The overall historical mortality/morbidity of 3.4% in our series is deemed acceptable for selection in our series which includes only high surgical risk patients. In view of this, the paper gives a detailed description of the interventional technique routinely used to treat this subgroup of patients.
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Hynes, Brian, Richard D. Goodenough, and David P. Slovut. "Stenting de l'artère carotide après endartériectomie carotidienne." Annales de Chirurgie Vasculaire 25, no. 8 (November 2011): 1217.e7–1217.e11. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2013.02.015.

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Beltramello, A., G. Mansueto, G. Taddei, R. Cerini, M. Pregarz, G. Mazzilli, A. Scuro, and G. Morana. "Circoli collaterali da occlusione dell'arteria carotide comune." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 1 (February 1993): 35–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600105.

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Abstract:
L'occlusione spontanea dell'arteria carotide comune è rara; lo sviluppo della circolazione collaterale recluta vasi intra- od extra-cranici. A livello extra-cranico la rivascolarizzazione avviene sfruttando i rami dell'arteria carotide esterna (aa. occipitale e tiroidea superiore) percorsi in via retrograda dal flusso ematico proveniente dai principali tronchi dell'a. succlavia: aa. vertebrale, cervicale ascendente e profonda, tiroidea inferiore. L'Angio-RM, pur dotata di minor risoluzione rispetto all'angiografia digitale, consente una buona visualizzazione del tipo e dell'entità dei circoli collaterali, talora invece non ben rilevabili – se non adeguatamente ricercati – con angiografia convenzionale. La RM, accoppiata all'Angio-RM, è esame fondamentale nel paziente affetto da insufficienza cerebro-vascolare ischemica; essa si colloca tra l'ecotomografia/Doppler e l'angiografia digitale; quest'ultima è da considerarsi esame pre-operatorio nei pazienti giudicati possibilmente chirurgici alla luce degli esami incruenti prima espletati; avvalendosi dei reperti Angio-RM, lo studio angiografico può essere eseguito in maniera mirata, più rapidamente e con maggior efficacia diagnostica.
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Pelliccioli, G. P., P. Floridi, P. F. Ottaviano, S. Campanella, G. Guercini, F. Leone, P. Chiarini, and G. Bocciarelli. "La RM nella dissecazione della carotide interna." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 1 (February 1994): 103–8. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700114.

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Abstract:
Gli autori riportano la loro esperienza su 10 casi di dissecazione della carotide interna (DCI) studiati con RM in varie fasi evolutive, effettuando sequenze angiografiche TOF 2D e sequenze assiali T1 dipendenti associate alla soppressione del segnale del grasso. L'angio-RM ha fornito informazioni analoghe all'angiografia tradizionale con lieve tendenza alla sovrastima della stenosi, dimostrando anche una complicanza aneurismatica. Nella fase subacuta della DCI le sequenze assiali hanno dimostrato l'aumento di volume del vaso e, grazie alla sottrazione del segnale del grasso, hanno dato risalto ottimale alla patognomonica iperintensità del trombo murale. L'entità della stenosi è stata meglio valutata con le sequenze assiali che con le sequenze angiografiche. Nei controlli la RM ha documentato esaurientemente le possibili evoluzioni. A giudizio degli autori l'uso combinato di angio-RM e sequenze tradizionali è in grado di fornire tutte le necessarie informazioni in ogni fase evolutiva della DCI.
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Juvene, E., M. Laureys, and L. Postelmans. "Carotid rete mirabile in pseudoxanthoma elasticum, just a coincidence ?" Revue Medicale de Bruxelles 41, no. 5 (2020): 263–71. http://dx.doi.org/10.30637/2020.20-004.

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Caputo, N., M. Hamam, R. Scatolini, G. Giordano, and E. Ciorba. "Ruolo delle lesioni carotidee tandem nell'incidenza dell'ictus perioperatorio e nella recidiva dell'ictus." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 1 (February 1996): 53–58. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900106.

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Abstract:
Gli autori riferiscono i risultati relativi ad uno studio effettuato su una casistica di 45 pazienti vascolari sintomatici, sottoposti ad intervento di TEA carotideo e controllati clinicamente per 5 anni con lo scopo di verificare se la presenza di lesioni ateromasiche intracraniche associate a quelle delle biforcazioni carotidee era in grado di condizionare l'incidenza dell'ictus perioperatorio o della recidiva dell'ictus. Sugli 85 assi carotidei valutati angiograficamente in fase preoperatoria 53 erano portatori di lesioni tandem; 55 assi carotidei sono stati operati e 30 non sono stati operati; dei casi operati 7 hanno presentato complicanze neurologiche (un solo caso aveva lesioni tandem) e 7 complicanze non neurologiche (5 avevano lesioni tandem). Gli autori concludono che le lesioni tandem non influenzano l'incidenza dell'ictus perioperatorio o della recidiva dell'ictus nei pazienti operati. Severe stenosing atheromatous lesions in the intracranial vessels constitute a significant perioperative risk factor and are commonly considered a major exclusion criterion for carotid endarterectomy.
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Merigeaud, S., J. F. Bonneville, F. Cattin, P. Desainte Marie d’agneau, and J. C. Chobaut. "Acouphènes et sténose de l’artère carotide interne intracaverneuse." Journal of Neuroradiology 32, no. 4 (September 2005): 273–77. http://dx.doi.org/10.1016/s0150-9861(05)83150-5.

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Long, A., J. N. Albertini, S. Muller, and C. Clément. "Chirurgie carotide conventionnelle : mise AU point des indications." Journal of Neuroradiology 33, no. 3 (June 2006): 147–51. http://dx.doi.org/10.1016/s0150-9861(06)77251-0.

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Ouldsalek, E., R. El Idrissi, B. Elfatemi, O. Zahdi, S. El khaloufi, B. Lekehal, Y. Sefiani, A. El Mesnaoui, and Y. Bensaid. "Un anévrisme de l’artère carotide interne d’origine dysplasique." Journal des Maladies Vasculaires 39, no. 6 (December 2014): 439–42. http://dx.doi.org/10.1016/j.jmv.2014.10.002.

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Bouferrouk, A., S. Boutamine, and A. Mekarnia. "Thrombose suspendue de la carotide commune gauche asymptomatique." Journal des Maladies Vasculaires 40, no. 5 (September 2015): 322. http://dx.doi.org/10.1016/j.jmv.2015.07.063.

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39

Bekaert, M., F. Fortin, C. Oppenheim, S. Lion, S. Pierrefitte, N. Assaf, J. M. Debaets, J. F. Meder, and D. Fredy. "IRM haute résolution de la plaque d’athérosclérose carotide." Journal of Neuroradiology 31, no. 2 (March 2004): 95. http://dx.doi.org/10.1016/s0150-9861(04)96929-5.

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40

Beyssen, Bernard. "Traitement d’une sténose carotide : angioplastie, un choix raisonné." La Presse Médicale 33, no. 16 (September 2004): 1113–15. http://dx.doi.org/10.1016/s0755-4982(04)98862-8.

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41

Reslan, Ossama M., James L. Ebaugh, and Joseph D. Raffetto. "Anévrysmes bilatéraux asymptomatiques de l’artère carotide extra-crânienne." Annales de Chirurgie Vasculaire 24, no. 5 (July 2010): 755.e11–755.e16. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2011.01.003.

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42

Gerevini, S., N. Anzalone, F. Scomazzoni, R. Scotti, A. Iadanza, R. Castellano, C. Righi, F. Simionato, R. Chiesa, and G. Scotti. "Valutazione Angio-TC dell'arteria carotide trattata con stent." Rivista di Neuroradiologia 16, no. 1_suppl (May 2003): 215–16. http://dx.doi.org/10.1177/19714009030160s184.

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43

Al-robaie, Basim, Matthew Stephenson, George H. Evans, and Andrew J. P. Sandison. "Angiosarcome imitant un anévrysme récidivant de l'artère carotide." Annales de Chirurgie Vasculaire 25, no. 8 (November 2011): 1217.e1–1217.e5. http://dx.doi.org/10.1016/j.acvfr.2013.02.014.

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Apolito, R., E. Cianciulli, L. Delehaye, C. Navarro, P. Vassallo, and G. De Rosa. "Origine anomala delParteria faringea ascendente dalla carotide interna." Rivista di Neuroradiologia 3, no. 1 (February 1990): 133–36. http://dx.doi.org/10.1177/197140099000300116.

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Mansilla Lizardi, Alejandra, Sofía Martinez Ventura, Sofía Mansilla Rud, Matilde Lissarrague Blanco, and Alejandro Russo Cousté. "DISPOSICIÓN DE LA VENA FACIAL EN EL TRIÁNGULO CAROTIDEO E IMPLICANCIAS EN CIRUGÍA DE CARÓTIDA." Revista Argentina de Anatomía Clínica 14, no. 1 (March 25, 2022): 22–30. http://dx.doi.org/10.31051/1852.8023.v14.n1.36834.

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Abstract:
Introducción: En la cirugía de carótida, el conocimiento anatómico resulta fundamental para disminuir el tiempo quirúrgico y las complicaciones. El objetivo del presente trabajo es estudiar la disposición de la vena facial respecto a la bifurcación carotídea y sus características anatómicas. Materiales y Métodos: 20 hemicuellos de cadáveres adultos fijados en solución de formaldehído. Se registró: longitud del “eje carotideo” (distancia en cm siguiendo el eje longitudinal de la carótida común e interna desde la clavícula hasta el borde superior del vientre posterior del digástrico) (L1); distancia de la bifurcación carotídea en el eje carotídeo (L2); distancia de la vena facial en el eje carotídeo (L3); distancia de la vena facial a la bifurcación carotídea (L4); cantidad de afluentes que recibía la vena facial y sitio de desembocadura. Resultados: L1 promedio 14 cm (rango 9.6-15); L2 promedio 10.1 cm (rango 7.5-12.5); L3 promedio 8.6 cm (rango 5-12.6). L4 promedio 1.3 cm (0.2-3.1). Discusión: en la mayoría de casos estudiados la vena facial se encontró por debajo a la bifurcación carotidea, no obstante, la distancia entre ambos fue en promedio 1,3cm, por lo cual podemos afirmar que se encuentran en proximidad la una con la otra. Conclusión: la proximidad entre la vena facial y la bifurcación carotídea encontrada en el presente estudio permite concluir que la vena facial es potencialmente útil como reparo anatómico para localizar la bifurcación carotidea en cirugía de carótida. Así también por su proximidad, la vena facial puede verse lesionada y dar así a complicaciones durante dicho procedimiento.
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Tutta. "La mesure échographique de l'épaisseur de l'Intima-Media de l'artère carotide commune: Marqueur précoce de l'athérosclérose." Praxis 96, no. 21 (May 1, 2007): 851–57. http://dx.doi.org/10.1024/1661-8157.96.21.851.

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Abstract:
Depuis 1986, après les travaux du groupe de Pignoli en Italie, la mesure échographique de l'épaisseur de l'intima-media (IMT) de l'artère carotide est considérée comme un outil très important pour la stratification du risque cardiovasculaire dans les études tant épidémiologiques que pharmacologiques. Après 20 ans d'améliorations technologiques dans le domaine des ultrasons et des techniques d'acquisition informatisées semiautomatiques, la mesure standardisée de L'IMT est actuellement possible et bien codifiée grâce au consensus élaboré et ensuite publié suite aux réunions d'experts à Mannheim-Brussels 2004–2006. L'analyse in vivo de l'IMT de l'artère carotide est certainement la première étape pour la détermination précoce de la formation de l'athérosclérose même avant que des lésions telles que les plaques soient identifiables. Tout particulièrement dans les situations de sujets à haut risque cardiovasculaire la mesure de l'IMT peut aider à la décision de l'introduction de traitements médicamenteux «aggressifs» même en prévention primaire.
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Bonaldi, G. "La Neuroradiologia interventistica nella patologia del basicranio." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 495–507. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300317.

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Abstract:
Il basicranio è sede di una grande varietà di eventi patologici; la sua complessità anatomica condiziona una difficile accessibilità terapeutica, in particolare chirurgica. La neuroradiologia interventistica diviene quindi strumento di grandi utilità e versatilità, potendo da un lato intervenire a supporto del chirurgo, con tecniche di embolizzazione preoperatoria, dall'altro potendo realizzare trattamenti definitivi di lesioni non altrimenti aggredibili. Le lesioni neoplastiche di interesse neurointervenzionistico che più frequentemente coinvolgono tale distretto sono: - i meningiomi, tendenzialmente meno ipervascolari rispetto a quelli della volta, possono beneficiare di un'embolizzazione preoperatoria, in tal caso solitamente realizzata con particelle solide di piccole dimensioni. L'obiettivo è quello di ottenere una devascolarizzazione il più radicale e il più distale possibile; per tale motivo vengono utilizzate particelle anche di diametro medio inferiore ai cento micron, le particelle più usate sono di P.V.A. (gelatina di alcol di polivinile), la tecnica è quella della microcateterizzazione iperselettiva dei rami durali afferenti. Spesso l'asportazione radicale di neoplasie della base cranica (tipicamente i meningiomi della regione cavernosa) non può prescindere da una dissecazione del tumore dalle pareti dall'arteria carotide interna, con conseguente rischio intraoperatorio di lesione od occlusione della stessa. In questi casi diventa importante l'esecuzione preoperatoria di un test d'occlusione per valutare i circoli di compenso. - I chemodectomi sono tumori ipervascolari, pressoché ubiquitari ma la cui sede più frequente è rappresentata dalla regione timpano-giugulare. Una loro asportazione chirurgica totale, che può condurre alla completa guarigione, non può assolutamente prescindere da una devascolarizzazione preoperatoria mediante embolizzazione. Quest'ultima può essere realizzata sia con particelle solide, sia con colle acriliche. - L'angiofibroma giovanile naso-faringeo è una lesione neoplastica benigna, modicamente vascolarizzata, originante a livello del forame sfeno palatino, spesso con coinvolgimento verso l'alto delle regioni etmoidali e del basicranio anteriore, con apporti al circolo patologico neoformato originanti dai sifoni carotidei o dalle arterie oftalmiche, di difficile embolizzazione per via endovascolare con tecnica di microcateterismo; la neoplasia può quindi essere embolizzata mediante puntura diretta (attraverso orifici naturali o per via percutanea) e successiva iniezione di colla acrilica. Alcune malformazioni vascolari che coinvolgono il basicranio sono di particolari interesse terapeutico mediante gli approcci endovascolari della neuroradiologia interventistica. Gli aneurismi del sifone carotideo intracavernoso, che solitamente si rendono evidenti clinicamente quando raggiungono le dimensioni dell'aneurisma gigante, possono essere trattati mediante embolizzazione selettiva con spirali di Guglielmi e risparmio dell'arteria portante; più frequentemente per il loro trattamento è necessario il sacrificio dell'asse carotideo interno, mediante occlusione con palloncini staccabili previo test d'occlusione. Le fistole carotido cavernose dirette sono più spesso di natura post-traumatica, meno frequentemente da rottura di aneurisma intracavernoso, da collagenopatia, da displasia fibro-muscolare. Il trattamento endovascolare è particolarmente elegante, e uno dei primi trattamenti eseguiti a livello intracranico per via endovascolare. La tecnica consiste nel ripristinare la normale pervietà dell'arteria carotide interna, occludendo il tramite patologico, mediante gonfiaggio di un palloncino staccabile nel versante venoso. Solo nelle lesioni traumatiche più gravi, con lacerazioni irregolari o multiple della parete arteriosa, può essere necessario il sacrificio della stessa. È possibile in casi selezionati anche un trattamento per via venosa, mediante stipamento del seno cavernoso con spirali staccabili di Guglielmi. Le fistole durali più frequenti sono a livello della loggia cavernosa e delle regioni dei seni trasverso e sigmoideo. Esse possono essere trattate mediante embolizzazione degli apporti arteriosi durali, con particelle solide oppure con con colle acriliche; è possibile anche un approccio per via venosa a livello di un seno durale di scarico, solitamente occluso per pregresso evento trombotico, e successivo stipamento con spirali metalliche. Nei casi ritenuti chirurgici, con clippaggio dell'origine delle vene di scarico intracraniche, l'embolizzazione preoperatoria può ridurre il rischio dell'intervento diminuendo la pressione nelle strutture venose.
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Becquemin, J. P., and J. Marzelle. "Chirurgia della carotide: tecniche endovascolari e strategia di trattamento." EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare 20, no. 4 (December 2015): 1–17. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0801(15)74062-8.

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Magnan, P. E., M. Bartoli, G. Lerussi, and G. Sarlon-Bartoli. "Risque opératoire des techniques de revascularisation (carotide, AAA, AOMI)." Journal des Maladies Vasculaires 38, no. 5 (October 2013): 305–6. http://dx.doi.org/10.1016/j.jmv.2013.07.106.

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Bouly, S., A. Le Bayon, J. M. Blard, E. Touzé, D. Leys, J. L. Mas, J. P. Neau, et al. "Thrombus endoluminal de l’artère carotide sans lésion sous-jacente." Revue Neurologique 161, no. 1 (January 2005): 61–66. http://dx.doi.org/10.1016/s0035-3787(05)84974-4.

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