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Journal articles on the topic 'Centri di salute mentale'

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Nigro, Nicoletta, and Michael Fanizza. "Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Abstract:
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Gallo, Eugenio, and Paola Rucci. "Supply, demand and predictive factors of psychotherapies in 10 community mental health services in Emilia Romagna." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 103–12. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008290.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - La ricerca si propone di determinare la domanda e l'offerta di psicoterapia in 10 Centri di Salute Mentale della Regione Emilia Romagna e di identificare i fattori che predicono l'inizio della psicoterapia, impiegando i dati raccolti di routine con il Sistema Informativo Psichiatrico della Emilia Romagna (SIPER). Disegno - Studio prospettico longitudinale su tutti i «nuovi» utenti del 1995 seguiti per un anno dal primo contatto. Analisi univariata (rischio relativo) e multivariata (regressione logistica) di 18 variabili cliniche ed extracliniche. Setting - 10 Centri di Salute Mentale della Emilia Romagna. Risultati - La percentuale dei nuovi utenti che intraprende una psicoterapia è stata del 11.5%, corrispondente ad una incidenza annuale di 5./10000 abitanti ≥18 anni (range 0.9-14.8 tra i Centri). La domanda di psicoterapia è stata del 16.1% (range tra 0.6-33%) includendo le richieste dei pazienti e dei committenti. I fattori predittivi dell'inizio di una psicoterapia sono stati: la presenza dello psicologo nel primo incontro, la richiesta del paziente di psicoterapia, l'età < di 48 anni, una scolarità elevata, essere studenti, vivere con la famiglia d'origine, il Centro a cui ci si rivolti, una diagnosi del raggruppamento diagnostico delle «nevrosi». Ma l'analisi multivariata non ha permesso d'individuare un modello predittivo sufficientemente sensibile. Conclusioni - L'imprevedibilità dell'impiego della psicoterapia sembra dovuta alia mancanza di una chiara scelta sull'uso della psicoterapia nei CSM, come testimonia, in particolare, l'estrema variabilità dell'offerta, e alia mancanza di definite indicazioni.
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Spera, Mariangela, Elisa Colě, and Antonella Rissotto. "La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma: un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

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Abstract:
Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
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Amaddeo, F., M. Bacigalupi, G. de Girolamo, W. Di Munzio, A. Lora, and D. Semisa. "Strutture del Dipartimento di Salute Mentale." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S2 (August 1998): 31–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000721.

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Abstract:
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) comprende tutti i presidi psichiatrici pubblici, ospedalieri ed extraospedalieri per adulti, gestisce tutte le attività concernenti la tutela della salute mentale per adulti esistenti nel territorio di competenza e possiede un organico pluriprofessionale a direzione unica. Può comprendere o meno le attività di neuropsichiatria infantile, anche se é auspicabile che le comprenda.II DSM comprende le seguenti unità organizzative:1.Centra di Salute Mentale (CSM)2.Ambulatorio3.Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)4.Day Hospital (DH)5.Centra Diurno (CD)6.Strutture Residenziali
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Gallo, Eugenio, and Gino Targa. "Quality evaluation in psychiatric services: a regional system of quality indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Pozzi, Euro. "La diagnosi di Disturbo di Personalitŕ nella pratica dei CSM." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002004.

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Abstract:
Le diagnosi formulate nelle cartelle cliniche presso i Centri di Salute Mentale non corrispondono quasi mai con la diagnosi che ha in mente lo psichiatra che ha in carico il caso. L'articolo sviluppa alcune ipotesi su tale discrepanza. Ci si sofferma in modo particolare sul fatto che se paragoniamo la letteratura sull'epidemiologia dei Disturbi di Personalitŕ e sui Disturbi Gravi di Personalitŕ con i dati a nostra disposizione risalta quanto tali disturbi siano assolutamente sottodiagnosticati. L'articolo sviluppa le ragioni di questa differenza e le conseguenze che ne derivano per la mancata terapia: i Disturbi dell'Asse II infatti richiedono che venga messa al centro della prassi terapeutica la psicoterapia con tecniche e modalitŕ specifiche e mirate. Il mancato trattamento dei Disturbi Gravi di Personalitŕ porta alla cronicizzazione dei Disturbi di Asse I. L'articolo si conclude ipotizzando una prassi di lavoro che potrebbe integrarsi con le strutture Dipartimentali giŕ disponibili.
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Martelli, Pompeo. "Premessa." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 12–14. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000459.

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Abstract:
Sono grato al dr. Benedetto Saraceno per aver accolto la richiesta del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di pubblicare in Italia il rapporto realizzato dal dr. Alex Cohen per l'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'ambito del programma Nations for Mental Health.L'autore offre in modo conciso ma puntuale una panoramica sulla condizione della salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Come l'autore, chi scrive non è mosso dalla mera curiosità per gli inquieta limina delle alterità esotiche bensì dalla consapevolezza che anche nel nostro Paese sia necessario promuovere programmi interculturali di ricerca e di formazione, nonché realizzare servizi di salute pubblica e di salute mentale culturalmente sensibili.Sono ancora pochi i colleghi italiani che hanno intrapreso questo faticoso percorso (tra loro desidero ricordare il dr. Roberto Beneduce con il Centro Frantz Fanon a Torino) ed è pertanto necessario intensificare i momenti di incontro e di verifica delle nostre attività.L'approccio con persone provenienti da altre culture che chiedono assistenza ai servizi di salute mentale è sempre una circostanza problematica per l'avvio di un buon ascolto, di una eventuale presa in carico e di una adeguata relazione terapeutica.Sui fruitori dei servizi, sul loro mental health seeking behavior e sulle ragioni delle loro scelte sappiamo ancora poco; ancor meno conosciamo sull'interazione fra operatori e utenti immigrati ed in particolare sulle difficoltà che gli operatori sperimentano nel corso di questa interazione e che sono alla base di una forte richiesta di formazione.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti, and Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Abstract:
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Allegrini, Francesca. "Un gruppo esperienziale in un centro di salute mentale." GRUPPI, no. 3 (May 2015): 31–41. http://dx.doi.org/10.3280/gru2014-003005.

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Bassetti, Paolo, Moreno Dezaiacomo, Mara Ferraris, Michela Leoni, and Roberto Ponchiroli. "Esperienze di gruppalità nel centro di salute mentale. Il Gruppo Familiari." GRUPPI, no. 2 (June 2019): 13–21. http://dx.doi.org/10.3280/gru2018-002003.

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Nava, Felice Alfonso, Giulia Bassetti, Maria Bianco, Mauro Filippi, Stefano Kusstatscher, Giuseppe Imperadore, Marcello Mazzo, et al. "Substance use disorders and psychiatric co-morbidity in the public healthcare services of Veneto Region. State of art and epidemiological data." MISSION, no. 57 (August 2022): 8–11. http://dx.doi.org/10.3280/mis57-2022oa12976.

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Abstract:
Italy has two different public healthcare services taking in care patients with dual diagnosis: (1) the mental health services (Centri di Salute Mentale - CSM) and (2) and the drug abuse services (Servizi per le Dipendenze - Ser.D.). We collected and analyzed data regarding the frequency of the co-morbidities in Veneto Region during 2019. Our study shows that only the 1% of the patients in treatment in the mental health services and the 8.7% of those in drug abuse services are recognized as dual diagnosed subjects. In drug abuse services the most frequent substance use disorders (SUD) correlated with a psychiatric disease were the alcohol and opioids use disorders, while the most prevalent psychiatric disorders associated with a SUD were the personality disorders and the schizophrenia, schizotypal and delusional disorders. Our data indicate that the diagnosis of co-morbidity should be improved in both services and that integrated programs between the above services should be developed to improve the best practices.
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Grassi, Aldrigo, Rosella Bruni, Francesca Pileggi, Marco Chiappelli, Massimo Boldrini, Elisa Franceschi, and Daniela Scarafoni. "Analysis and comparative evaluations of the costs of supports and treatments of schizophrenia, affective psychosis, paranoia and neurosis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005194.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo scopo dello studio era quello di verificare, tramite la rilevazione dei costi diretti dei trattamenti terapeutico-riabilitativi, la presenza di associazioni tra quattro gruppi diagnostici (schizofrenia, psicosi affettive, paranoia e disturbi nevrotici) e i loro costi, complessivi e per specifici fattori di costo (assistenza territoriale, attività di riabilitazione e assistenza ospedaliera). Setting – Dipartimento di Salute Mentale e Centro di Salute Mentale (CSM) "Scalo", Azienda USL della Città di Bologna, Emilia-Romagna. Disegno – Sono stati calcolati i costi diretti annui di un campione (n = 75) di tutti i pazienti (n = 745) che durante l'anno hanno avuto più di quattro contatti con il CSM e quelli dei quattro gruppi randomizzati per diagnosi (n = 30 pazienti per gruppo). Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i costi medi unitari di 15 tipi di prestazioni, selezionate sulla base del numero annuo delle prestazioni erogate e del tempo impiegato da ciascuna figura professionale e rilevati i costi dell'assistenza ospedaliera (pubblica e privata). Risultati – Le analisi statistiche effettuate, tramite il Kruskal-Wallis test, hanno evidenziato costi complessivi significativamente più elevati nei pazienti schizofrenici rispetto a quelli del campione e a quelli con diagnosi di disturbo nevrotico; inoltre, i costi delle attivita di riabilitazione dei pazienti schizofrenici sono risultati differire significativamente da quelli rilevati nel campione e nei gruppi diagnostici "paranoia" e "disturbi nevrotici", mentre nessuna differenza significativa tra i gruppi è emersa nei costi dell'assistenza ospedaliera ed in quelli relativi al consumo di farmaci. Conclusioni – I risultati della nostra ricerca dimostrano che i costi dei trattamenti differiscono a seconda della diagnosi (costi diretti più alti nel caso dei pazienti schizofrenici e più bassi in quelli con disturbi nevrotici) e che l'analisi dei costi può consentire di pervenire all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie ai Dipartimenti di Salute Mentale per i trattamenti terapeutico-riabilitativi di una vasta gamma di disturbi psichiatrici.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja, and Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Munk-Jørgensen, Povl. "Perspectives for psychiatric epidemiology: are we measuring the right things?" Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 190–97. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004176.

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RIASSUNTOScopo - In questi ultimi anni l'epidemiologia è al centro dell'attenzione. La psichiatria è stata all'avanguardia nello sviluppo dei metodi epidemiologici e nella loro applicazione alia ricerca è alia pianificazione. La psichiatria epidemiologica si è occupata prevalentemente del servizi sanitari di secondo livello, cioè dei servizi ospedalieri. Scopo del presente lavoro è discutere quali sistemi di monitoraggio e quali tipi di dati saranno necessari in futuro. Metodo - La discussione e basata sull'esperienza e sui risultati ottenuti dai registri psichiatrici esistenti, principalmente dal Registro Psichiatrico dei Casi danese, presso il Dipartimento di Psichiatria demografica di Aarhus. Risultati - Alcuni Paesi hanno sviluppato sistemi di monitoraggio per la registrazione routinaria dei dati riguardanti il settore ospedaliero, la qualcosa comporta rilevanti benefici per garantire la qualita, per la ricercà e per la pianificazione. Peraltro, dopo l'introduzione della psichiatria decentratà, si deve riconoscere l'urgente necessita di spostare il punto focale affinche l'impiego dell'epidemiologia possa giovare anche alle attivita nel campo della psichiatria territoriale e della salute mentale fornita dai servizi di primo livello. Sebbene cio comporti grandi difficolta, devono essere sviluppati sistemi di monitoraggio per raccogliere informazioni valide e attendibili relative a tali mezzi di cura. E inoltre necessario sviluppare metodi epidemiologici da impiegare nella ricerca e nella garanzia di qualita in questo campo. Tali metodi di ricerca dovrebbero essere utilizzati non solo nell'indagine sull'eziologia. il decorso ed i risultati clinici dei disturbi mentali, ma anche, per esempio, nell'osservazione del funzionamento sociale e della disabilita dei pazienti psichiatrici, del bisogno di cura, della soddisfazione dei bisogni, dell'economia sanitaria e del flusso dei pazienti tra i differenti livelli del sistema di trattamento. Cio provoca numerose domande relative alia sicurezza dei dati, alia legislazione ed a problemi etici legati alia raccolta e all'impiego di dati nei modelli epidemiologici. Conclusioni - Si raccomanda di dare priorità ad un ampia utilizzazione dei dati dei registri esistenti; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di secondo livello nei Paesi che ne sono privi; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di primo livello; all'introduzione di sistemi di monitoraggio della disabilità; all'introduzione di sistemi per monitorare le risorse dei pazienti; ad una larga collaborazione in questo lavoro tra epidemiologi in campo psichiatrico, amministratori, economisti e tecnici.
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Vari, Roberto. "La psicoterapia nel centro di salute mentale: analisi critica e nuovi orizzonti di sviluppo." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2014): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2014-001003.

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Condò, Franco. "Presentazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 7–8. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000435.

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Abstract:
Accolgo con favore l'iniziativa del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di realizzare un'edizione italiana del rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Questa pubblicazione, ottimamente curata dal dr. Pompeo Martelli, è motivo d'orgoglio per la nostra Azienda impegnata nel miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e delle prestazioni offerte alla cittadinanza per la promozione della salute, la prevenzione, la cura e la riabilitazione.Gli operatori della salute pubblica del nostro paese si confrontano sempre più spesso con cittadini provenienti da altre culture.Le regole per l'assistenza sanitaria agli immigrati indirizzate dal Ministero della Salute agli operatori del SSN e ai cittadini che provengono da paesi non appartenenti all'Unione Europea e le “Linee guida per l'assistenza sanitaria agli stranieri” pubblicate dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio pur caratterizzandosi come iniziative molto avanzate nel panorama normativo europeo hanno altresì bisogno di un valido e collaudato modello di servizio sanitario “culturalmente sensibile”, obiettivo questo che la nostra Azienda si è impegnata a percorrere considerando che lo sviluppo di nuove procedure di accesso per utenti stranieri conduce a cambiamenti significativi nell'attuale organizzazione dei servizi.
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Gater, Richard. "WHO study of psychological problems in general health care. Baseline findings and implications for primary care." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 172–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004152.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Indagare la forma, la frequenza, la gestione e l'esito dei disturbi psichici comuni in pazienti della medicina generale. Disegno - Campionamento a due-stadi di coloro che si rivolgono ai servizi di medicina generale seguito da una valutazione longitudinale a 3 e 12 mesi dello stato mentale, della disabilità e del trattamento, eseguiti utilizzando gli stessi metodi in 15 Centri nel mondo, sotto il coordinamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanita. Principali misure utilizzate - General Health Questionnaire, la versione per la medicina generale della Composite International Diagnostic Interview utilizzata per ricavare diagnosi secondo i criteri dell'ICD-10, la Groningen Social Disability Schedule, ed una valutazione da parte del medico di medicina generale dell'attuale stato fisico e mentale insieme ad un riassunto della loro gestione del caso. Risultati - Sono stati sottoposti a screening 25.916 pazienti e sono stati sottoposti a dettagliate interviste 5.438 pazienti. I disturbi psichici tra i pazienti degli ambulatori di medicina generale sono risultati frequenti (in media il 24% di pazienti visti consecutivamente, range 7.3%-52.5%). La disabilità è risultata più elevata nei pazienti con disturbi psichici: quanto più gravi erano i disturbi psichici, tanto pià grave era la disabilità. Il problema principale lamentato dai pazienti era spesso un sintomo somatico, mentre solo una minoranza di essi lamentava un chiaro sintomo psichico. Il riconoscimento dei disturbi da parte dei medici è risultato essere molto diverso tra i diversi Centri e in tutti i Centri metà dei casi ICD-10 non è stata identificata dai medici. I medici operand nell'area di Verona hanno messo in evidenza una particolare distorsione nei riguardi dei disturbi psichici. Un trattamento e stato prescritto a quasi tutti i pazienti che secondo i medici presentavano disturbi psichici, per cui i trattamenti sono risultati simili, indipendentemente dalla diagnosi. Conclusioni - La frequenza dei disturbi psichici nel setting della medicina generale e la disabilità ad essi associata sottolineano la loro importanza per la salute pubblica. Questi sono pazienti che si rivolgono agli ambulatori di medicina generale; la maggior parte di essi continua ad essere trattata in tale setting senza ricorrere ai servizi psichiatrici specialistici. È pertanto importante potenziare il training per il riconoscimento, la diagnosi ed il trattamento dei disturbi psichici comuni sia nelle Facolta di medicina che nei corsi di formazione dei medici di medicina generale.
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Ancora, Alfredo. "Famiglie migranti e terapeuti stanziali." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 43–54. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031004.

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Abstract:
L'autore, psichiatra e psicoterapeuta, descrive la sua esperienza clinica acquisita presso un centro di salute mentale alla periferia di Roma, con famiglie di migranti. Sostiene che la terapia familiare, sulle tracce di Gregory Bateson, deve ritrovare il suo rapporto con gli altri livelli di lettura in modo da condurre a diversi pensieri/azioni che la complessitŕ della famiglia dei migranti richiede. A questo proposito introduce il termine "terapie contaminate" per indicare questo aspetto della realtŕ alla quale i paradigmi scientifici devono essere in grado di adattarsi.
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Zambianchi, Manuela, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Benessere soggettivo, stili di coping, salute fisica e mentale percepite nella terza e nella quarta etŕ." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (April 2010): 135–50. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002007.

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Abstract:
In ambito gerontologico, le principali teorie sull'invecchiamento positivo evidenziano come tra i fattori che concorrono a determinarlo il benessere soggettivo rivesta un ruolo centrale (Rowe, Khan, 1987; Freund, Baltes, 2002; Gerstorf, Smith, Baltes, 2006). Secondo Ryff (1995), il benessere psicologico si definisce come un costrutto multidimensionale comprendente sei dimensioni: Autonomia, Controllo ambientale, Crescita personale, Relazioni positive con gli altri, Scopo di vita, Accettazione di sé. La ricerca ha investigato le caratteristiche ed il livello di benessere psicologico nell'anziano, l'influenza delle seguenti variabili sociodemografiche sul benessere psicologico: etŕ, sesso, titolo di studio, composizione del nucleo familiare, residenza in centro o area rurale, il rapporto tra il benessere psicologico e le seguenti variabili: stili di coping; valutazione soggettiva della salute fisica e mentale. Hanno partecipato 142 soggetti (etŕ media 73 anni, 55 maschi, 80 femmine, suddivisi poi in Terza Etŕ (65-79 anni, n° 107) e Quarta Etŕ (80 anni8 e oltre, n° 28). I fattori predittivi del benessere psicologico nell'anziano risultano essere il coping di controllo, la salute mentale percepita, la composizione del nucleo familiare, l'etŕ. Questi risultati pongono in evidenza la necessitŕ di considerare, nelle ricerche future, anche le dimensioni attive individuali e le loro interazioni con quelle sociali nella determinazione del benessere nella persona che invecchia.
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Ferrannini, Luigi, and Paolo F. Peloso. "La psichiatria di comunitŕ e i nuovi profili di pericolositŕ. Obiettivi di cura e domanda di sicurezza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001007.

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Abstract:
La questione del rapporto tra psichiatria e sicurezza ha radici antiche, e per coglierne i punti essenziali sembra indispensabile ricostruirne l'evoluzione individuando i pregiudizi che di volta in volta hanno ingombrato questo campo di riflessione condizionando pesantemente le soluzioni adottate. Oggi, la psichiatria di comunitŕ attraversa una situazione difficile a questo riguardo, perché si trova ad affrontare esigenze che paiono tra loro contraddittorie: da lato una crescente domanda sociale di sicurezza, dall'altro l'esigenza di razionalizzare i propri modelli organizzativi per rispondere alla drammatica contrazione delle risorse di cura e di assistenza. Lo sforzo di un centro di salute mentale volto ad affrontare questi problemi, individuando di volta in volta soluzioni compatibili con i propri strumenti, viene proposto per esemplificare come la complessitŕ delle questioni trattate impatta sulla pratica quotidiana dei servizi, sul lavoro degli operatori condizionando pesantemente il loro operare.
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Tinti, Maria Rosa, and Graziano Valent. "L'arte della formazione in psichiatria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 47–75. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001003.

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Abstract:
Parlare di formazione in ambito psichiatrico significa affrontare un insieme di questioni che riguardano l'identità della psichiatria come espressione di un sapere e di una pratica che si riferiscono all'uomo, precisamente all'uomo che soffre. In altre parole, una riflessione sui contenuti e i principi metodologici che si ritengono idonei a formare gli operatori chiama in causa la domanda su quale sia la prima vocazione della psichiatria, quali siano, o debbano essere, i suoi presupposti e i suoi scopi. C'è da chiedersi anzitutto se l'oggetto di studio e di intervento di questa disciplina sia tale da giustificare la sua collocazione nel campo della medicina; se il compito della psichiatria si esaurisca nell'esercizio della competenza clinica o se non debba contemplare una responsabilità di carattere etico e politico, nel senso di una tensione a includere nel proprio campo d'azione e di ricerca il rapporto tra follia e normalità, tra le forme di cura della sofferenza mentale e i linguaggi di una cultura della salute mentale. Senza alcuna intenzione di fissare dei limiti a un discorso che necessita di rimanere aperto e fluente, si vuole riflettere sulle potenzialità della formazione intesa come esperienza di trasformazione che coinvolge il singolo operatore e l'intero gruppo curante. Partendo dalla domanda sul destino della psichiatria al cospetto delle sfide congenite alla relazione con la follia, la riflessione interroga il valore di un dialogo con la filosofia per uscire dal recinto angusto della clinica e restituire alla psichiatria il senso originario di un punto di vista privilegiato sull'essere umano. In ultimo, viene data testimonianza di un'esperienza di ricerca e formazione connaturata alla pratica terapeutica, quella che negli anni Novanta ha preso corpo dall'incontro tra la psichiatria di matrice basagliana del Centro di salute mentale di Orzinuovi e l'originale filosofia dialettica di Italo Valent.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini, and Arturo Campana. "Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Angelici, Giovanni. "Hic sunt leones. Quale posto occupa la pericolosità sociale nel lavoro di un Centro di Salute Mentale?" GRUPPI, no. 1 (November 2017): 50–62. http://dx.doi.org/10.3280/gru2017-001004.

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Sposato, Valentina, Dario Catania, Floriana Caccamo, and Alessandro Antonucci. "Outcome e rete sociale in terapia di gruppo: uno studio esplorativo di esito presso un centro di salute mentale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (May 2017): 235–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2017-002004.

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Romeo, Giuseppina, Rossana Borsi, Karen Di Prisco, and Paolo F. Peloso. "Cosa resta sotto il Ponte Morandi di Genova. Gli esiti di un trauma collettivo nell'operatività di un Centro di Salute Mentale." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2020): 585–600. http://dx.doi.org/10.3280/pu2020-004006.

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Di Paola, Ludovica, Annalaura Nocentini, Patricia Monica Bettini, and Roberto Leonetti. "Nurse Home Visitation Program per la riduzione del rischio di maltrattamento infantile: una prima valutazione dell'intervento dell'Unità Funzionale Complessa Salute Mentale Infanzia e Adolescenza e Centri Consulenza Giovani dell'Azienda Usl Toscana Centro-Firenze." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (January 2021): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003008.

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Abstract:
Interventi di home visiting nei contesti familiari a rischio di maltrattamento sui minori sono fondamentali per ridurre i fattori di rischio e promuovere quelli di protezione. Lo studio propone una prima valutazione del programma di intervento fiorentino "Home Visiting: Percorsi di Sostegno alla Genitorialità" condotto dagli operatori dell'Azienda Usl Toscana Centro di Firenze. Hanno partecipato allo studio 20 madri. È stata condotta un'analisi retrospettiva delle cartelle cliniche e delle schede del progetto. I risultati mostrano che il 70 % delle madri non è stato segnalato per rischio di maltrattamento sui minori in seguito all'intervento e che la presa in carico tardiva costituisce un indice di rischio che aumenta la probabilità di segnalazioni per il rischio di maltrattamento. Lo studio indica la necessità che futuri interventi di home visiting tengano di conto del momento di presa in carico come fattore capace di garantire la riuscita dell'intervento e la sua efficacia.
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Rezzonico, Raffaele, Ivano De Simone, Wauder Garramboneº, Viola Ghidelli, Monica Luraschi, Annalisa Radice, and Germana Mosconi. "Riflettere nella tempesta: la relazione tra arte, benessere e innovazione in un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 89–103. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002007.

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Abstract:
L'articolo presenta una ricerca che esplora il nesso tra arte, benessere e innovazione a partire da un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale, prendendo a riferimento il progetto Apprendisti Teatrali/INGIOCO, sviluppatosi dalla collaborazione tra il Centro Diurno di Riabilitazione Psichiatrica/Centro Psicosociale di Garbagnate Milanese - ASST Rhodense e l'Associazione culturale Mirmica. La ricerca mira a far emergere e articolare i fattori che nella storia decennale del progetto, e in particolare modo nella fase pandemica, hanno favorito oppure ostacolato la realizzazione di una agentività distribuita e di dinamiche co-evolutive che hanno a loro volta supportato processi di innovazione e adattamento personale, istituzionale e comunitario. Le possibilità di cambiamento e resilienza offerte dall'arte performativa in ambito psicosociale sembrano potersi attuare con più forza entro un progetto condiviso che si orienti al benessere territoriale e sappia mantenere viva la capacità di riformulare, a tutti i livelli, le prassi riguardanti i flussi di conoscenza, la presa di decisione e l'attribuzione di significati.
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Cheli, Mariagnese, Michela Campieri, Andrea Fini, Maria Elena Montenegro, Alessandra Piccioni, Francesca Pincanelli, and Cosimo Ricciutello. "Esperienze traumatiche in etŕ evolutiva e fattori di rischio familiari: un'indagine sugli esiti nello sviluppo." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (February 2013): 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003006.

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Abstract:
Il contributo esamina le conseguenze pervasive del maltrattamento precoce alla luce della prospettiva teorica del Trauma Complesso come Disturbo dello Sviluppo (Courtois & Ford, 2009) e del Modello Process Oriented (Di Blasio, 2005) sui fattori di rischio familiari. L'indagine qualitativa, condotta tramite una revisione socio-anamnestica delle cartelle e un'intervista strutturata al clinico referente del minore, riguarda un campione di 87 soggetti in etŕ evolutiva tra i 3 e i 18 anni, in carico al centro specialistico contro i maltrattamenti all'infanzia "Il Faro" di Bologna. I dati indicano una generale compromissione delle principali funzioni psichiche esplorate, associata a specifici fattori di rischio distali e prossimali nell'ambiente familiare. I risultati sollecitano un'attenta valutazione multidimensionale (psicosociale e clinica) delle variabili cruciali per la futura salute mentale.
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Bolognini, Gemma, Bruno Chipi, Ingrid Hugnet, Daniela Marcucci, and Paola Pedrotti. "Aspetti di criticità e drop out in un gruppo di psicoterapia per adolescenti. L'esperienza in un Centro di Salute Mentale." GRUPPI, no. 3 (October 2013): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-003004.

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Chiappelli, Marco, and Sabina Berardi. "Pattern of intervention and patients' satisfaction with Community Mental Health Service in Bologna." Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no. 4 (December 2000): 272–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000840x.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Verificare se il grado di soddisfazione per i servizi offerti dal CSM sia collegato ad alcune caratteristiche (sociodemografiche, cliniche, assistenziali) dell'utenza, concentrando l'attenzione sulle situazioni più “critiche”, al fine di acquisire elementi per i progetti di miglioramento. Disegno – Studio trasversale con rilevazione delle prestazioni fruite e somministrazione di uno strumento di valutazione ai pazienti con almeno un accesso ogni due mesi nel corso del 1998 e in carico al Centro di Salute Mentale. Setting – Il Centro di Salute Mentale (CSM) del Distretto Saragozza-Porto dell'Azienda USL Città di Bologna. Principali misure utilizzate – Dati del sistema informativo relativi alle caratteristiche sociodemografiche, cliniche, assistenziali di ciascun soggetto e Verona Service Satisfaction Scale (VSSS— 32). Risultati – I risultati relativi a 145 soggetti (24% della popolazione) hanno mostrato come su tre dimensioni principali (soddisfazione globale, professionalità, informazione) e quattro sottodimensioni (colloqui, aiuto economico, aiuto domiciliare, farmacoterapie) oltre il 70% degli intervistati si è dichiarata soddisfatta, giudicando sostanzialmente sufficiente il servizio. L'analisi dei punteggi meno elevati, attraverso il confronto con le variabili sociodemografiche, cliniche ed assistenziali, ha evidenziato quattro aree nelle quali, in modo differenziato, vi sono aspetti suscettibili di miglioramento della qualità del servizio: 1) accessibilità dei servizi: gli assistiti meno soddisfatti lamentano costi assistenziali troppo elevati (spese per i farmaci) e mal tollerano la frequentazione ambulatoriale con persone più gravemente disturbate; 2) coinvolgimento dei familiari: il problema è diffusamente avvertito e la critica sembra vertere sulla scarsa incisività degli interventi presso i familiari; 3) colloqui individuali: l'insoddisfazione sembra derivare dalla scarsa incisività dei trattamenti o dalla “dipendenza” dal CSM che un pattern assistenziale complesso può indurre; 4) contributi economici: gli “insoddisfatti” sono prevalentemente assistiti ai quali il CSM eroga aiuti economici diretti, spesso nell'ambito di programmi che comportano un intenso lavoro di collegamento con altre agenzie sociali e sanitarie. Conclusioni – Il grado di soddisfazione si differenzia significativamente in relazione ad alcune caratteristiche sociodemografiche e cliniche degli assistiti e in funzione a tipo e quantità di assistenza prestata, sebbene emergano aspetti apparentemente incoerenti (ad una maggior assistenza pare corrispondere un diminuzione della soddisfazione) che devono forse far ripensare al tipo di risposta assistenziale fornita a certe categorie di assistiti.
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Pellegrini, Pietro. "Ancora sulla responsabilitŕ in psichiatria." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2010): 207–28. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002005.

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Abstract:
Dopo la sentenza del 14-11-2007 (n. 10795/2008) di condanna di uno psichiatra per l'omicidio di un operatore ad opera di un paziente (vedi Pozzi, 2008), vi č stato un crescente interesse degli psichiatri italiani nel difendere la funzione di cura. Ma in seguito sono avvenute ulteriori condanne di psichiatri, infermieri e un medico generico per omicidi o suicidi commessi da pazienti. Inquietante č la condanna di una psichiatra perché un paziente che da mesi non accedeva al Centro di Salute Mentale (CSM) aveva provocato lesioni a una minore. Dopo aver esaminato alcuni procedimenti giudiziari, viene discussa la "posizione di garanzia" e il ruolo di linee guida e Raccomandazioni ministeriali. La psichiatria deve informare, documentare ed esplicitare nella cura co-costruita ciň che č appropriato ed esigibile, condividendo aspettative, rischi e benefici, colmando alcuni ritardi nell'adozione di buone pratiche e di misure di sicurezza ambientale e organizzativa.
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Vitale, Francesca, and Bruno Chipi. "Riflessioni sulla valutazione di un'esperienza di psicoterapia di gruppo a tempo limitato in un centro di salute mentale: un ponte tra clinica e ricerca." GRUPPI, no. 1 (May 2017): 41–62. http://dx.doi.org/10.3280/gru2016-001004.

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Leveni, Daniela, Damiano Mazzoleni, and Daniele Piacentini. "Cognitive-behavioural group treatment of panic attacks disorder: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 270–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008186.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - In questo lavoro vengono presentati i risultati, a breve termine e dopo sei mesi di follow-up, ottenuti con un trattamento intensivo di tipo cognitivo-comportamentale di gruppo in soggetti affetti da Disturbo da Attacchi di Panico con o senza Agorafobia secondo i criteri del DSM IV. Disegno e Setting - I risultati si riferiscono ad un campione di 22 soggetti trattati presso il Centro Psico Sociale di Zogno (BG) e valutati attraverso strumenti obiettivi di autovalutazione, inerenti sia la soddisfazione di vita (SF/36) che l'and amento sintomatologico (PAAAS, MSPS, STAI-X1, STAI-X2). I dati ottenuti sono indicativi di significativi miglioramenti al termine del trattamento. Sono in corso ulteriori follow-up per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti. Conclusioni -Il risultato più importante appare comunque la dimostrazione che anche in un Servizio pubblico italiano di salute mentale, come in molti paesi esteri, è stato possibile trattare pazienti affetti da Disturbi d'Ansia con tecniche di dimostrata efficacia e relativamente a basso costo e soprattutto che è possibile introdurre nell'attività clinica routinaria indicatori obiettivi di esito.
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Oasi, Osmano, Chiara Rossi, Antonella Barlocco, and Roberto Bezzi. "Intervento precoce nella psicosi. In che modo pu&ograve; essere utile? Uno studio catamnestico in un centro di salute mentale i." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–7. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13393.

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Abstract:
Scopo: L'intervento precoce nell'ambito della psicosi dimostra che, intervenendo immediatamente in presenza di sintomi psicotici, &egrave; possibile osservare un tasso di successo terapeutico elevato. Inoltre, questo tipo di trattamento massimizza l'efficacia degli interventi terapeutici includendo non solo la figura dello psichiatra, ma anche quella dello psicologo e di altre figure socio-sanitarie. Questo studio si propone di identificare trattamenti terapeutici e assistenziali innovativi e di indagare gli effetti di un trattamento integrato e multidimensionale a distanza di un anno su soggetti con stato mentale a rischio. Metodi: Il presente studio catamnestico ha osservato 30 giovani pazienti (suddivisi in due gruppi da 15) durante un anno di trattamento, confrontando il protocollo di cura standard con un intervento precoce specializzato, denominato Programma TR-43. Il trattamento terapeutico e i risultati sono stati valutati attraverso le consultazioni delle cartelle cliniche dei soggetti e della Scala di Valutazione Globale del Funzionamento (GAF) da parte dei clinici. Risultati: Il gruppo che ha partecipato al Programma TR-43 ha presentato un aumento del punteggio GAF statisticamente significativo. Tale gruppo ha visto una presenza pi&ugrave; consistente di professionisti complementari allo psichiatra come lo psicologico, l'infermiere, l'assistente sociale e/o l'educatore di riferimento.Conclusioni: L'esito positivo osservato in tutto il gruppo del Programma TR-43 si basa su un'appropriata gestione del paziente. Un trattamento integrato e multidimensionale, come quello proposto, pu&ograve; quindi produrre risultati clinici migliori rispetto ad uno generico che coinvolga principalmente la figura dello psichiatra. Una riduzione della sua presenza, come nel caso del Programma TR-43, pu&ograve; permettere al paziente di sentirsi meno medicalizzato e pi&ugrave; coinvolto nel suo percorso di cura.&nbsp;
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Di Michele, Vittorio, Francesca Bolino, Gabriella Di Zio, and Paola Pincini. "Symptoms and social functioning features in chronic schizophrenia are aggregate in a tripartite structure." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 186–93. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005315.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Verificare l'esistenza di correlazioni fra sintomatologia schizofrenica e variabili multidimensionali del funzionamento sociale e se tali correlazioni possano condurre ad una precisazione classificativa orientata sull'esito attraverso una metodica empirica. Disegno – Quaranta pazienti affetti da schizofrenia cronica con diagnosi accertata clinicamente e attraverso criteri diagnostici sono stati arruolati. Setting – I pazienti erano in carico ad un Centro di Salute Mentale ed erano in fase stabilizzata di malattia definita con criteri operativi. Principali misure utilizzate – Per la valutazione psicopatologica è stata utilizzata la Positive And Negative Syndrome Scale e la Clinical Global Impression. Il funzionamento sociale è stato valutato con la Life Skills Profile e la Scala di Valutazione del Funzionamento Globale. Risultati – Esiste una correlazione fra variabili sintomatologiche e psicosociali che suggerisce un costrutto unitario. A tali variabili soggiaciono 2 fattori principali in grado di spiegare il 79% della varianza che consentono di differenziare il campione in tre gruppi sulla base della Cluster analysis. Sia i sintomi positivi che negativi risultano embricati con alcune aspetti del funzionamento sociale, ma non con tutti. Conclusioni – I sintomi e le variabili psicosociali dei pazienti si aggregano in una struttura omogenea tripartitica. Tale dato suggerisce l'esistenza, nell'ambito di un concetto unitario, di una differenziazione sindromica derivabile con criteri empirici e orientata prognosticamente.
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Muraccini, Renzo. "Come il sale, le azioni "fuori dall'ordinario" sono ingredienti indispensabili nel trattamento dei pazienti borderline." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001008.

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Abstract:
L'autore focalizza l'attenzione sulla particolare modalitŕ di presa in carico di pazienti con disturbo borderline di personalitŕ in un Centro di Salute Mentale. A partire da tre diverse storie cliniche viene sottolineata l'importanza di alcune "azioni" che spesso possono apparire come una "fuoriuscita dal setting istituzionale" ma che si rendono necessarie per la presa in carico di questi pazienti: portatori di storie "traumatiche" nelle loro relazioni primarie, instancabili, faticosi, in una parola "stabili nella loro instabilitŕ". Queste azioni costituiscono il sale - inteso come ingrediente necessario nella relazione terapeutica - e rispondono alla necessitŕ, insita nell'organizzazione borderline, di sperimentare sia in modo ambivalente e contradditorio la "presenza concreta e agita" del terapeuta e la "prova" della fiducia nei suoi confronti. Questa particolare modalitŕ di relazione richiama il concetto di "now moment" che Stern individua come "elementi" indispensabili di "svolta" nella relazione terapeutica, co-creati e co-vissuti e che aprono ad un nuovo orizzonte terapeutico perché contengono implicitamente l'esperienza della "fiducia" e della "comprensione empatica" da parte del terapeuta. Questa modalitŕ di presa in carico che pone al centro la "ricerca attiva di questo tipo di esperienza" si realizza non solo attraverso una relazione individuale ma richiede un Gruppo multidisciplinare che operi pur nelle diversi funzioni in modo analogo e condivida una idea comune del paziente e del modo di prenderlo in cura: il "sale" viene contenuto in ogni tipo di relazione e pone l'operatore e i servizi davanti al problema sia delle caratteristiche della sua persona che dell'organizzazione dei Servizi come elementi indispensabili per poter realizzare una siffatta presa in carico.
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Shepherd, Geoff. "System failure? The problems of reductions in long-stay beds in the UK." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 127–34. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007260.

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RIASSUNTOScopo — Esaminare la letteratura riguardante gli effetti della riduzione del numero di letti per lungodegenti nei Servizi di Salute Mentale della Gran Bretagna. Metodo — Revisione selettiva della letteratura, con particolare riferimento a ricerche condotte dall'autore e dai suoi colleghi presso il Sainsbury Centre for Mental Health.Risultati — Le evidenze suggeriscono che gli effetti della riduzione dei letti dei lungodegenti dovrebbero essere esaminati separatamente, distinguendo i «vecchi» dai «nuovi» lungodegenti. Mentre i «vecchi» lungodegenti, che sono stati più direttamente toccati da questi cambiamenti, hanno avuto generalmente risultati positivi, lo stesso non può dirsi per i «nuovi» lungodegenti. Questi pazienti vengono correntemente accumulati in Unità per pazienti gravi, spesso in reparti di ospedali generali o entrano nel meccanismo della «porta girevole», che è rappresentato dai trattamento dei pazienti acuti a cui segue un inadeguato supporto sociale. Nonostante sia evidente la scarsita di letti per acuti, specialmente nelle aree centrali delle città, molti di questi letti sono attualmente occupati da pazienti che sarebbero curati meglio (e con minore spesa) in strutture territoriali alternative, se esse fossero disponibili. Le evidenze suggeriscono che e possibile migliorare gli esiti per questo gruppo di «nuovi» lungodegenti, se fossero utilizzabili specifici team territoriali che si occupino di reperire alloggi e lavoro e di assicurare adeguato sostegno. Conclusioni — Gli effetti della riduzione dei letti di pazienti lungoassistiti dovrebbero essere considerati in una prospettiva sistemica. Si possono organizzare servizi sociali efficaci, ma, per ottenere una efficace sostituzione di un tipo di servizio con un altro, ci deve essere un sistema ben coordinato, con obiettivi definiti e tecnicamente efficiente. Attualmente tali tipi di servizi sono rari. Comunque è improbabile che mettere a fuoco semplicemente un singolo elemento del sistema (ad esempio, il numero di letti) produca soluzioni efficaci ed efficienti.
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Maccaro, Alessia. "Matto da slegare. Bioetica tra rispetto della prassi tradizionale e diritti umani / Madmen to untie. Bioethics between respect of cultural practices and human rights." Medicina e Morale 65, no. 2 (September 21, 2016): 155–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.432.

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Abstract:
Demonologia, culti, ritualità e miti religiosi molto spesso in territorio africano si congiungono con questioni relative alla cura. Ad oggi ancora diffusissima è la sovrapposizione tra insanità mentale e possessione diabolica, tipica della mentalità animista che conduce al gravoso problema dell’emarginazione e della contenzione del paziente psichiatrico. Il malato mentale incute paura alla comunità che ne teme il contagio, sicché il più delle volte, si affida il malato a sette religiose o a centri di preghiera, in cui i sedicenti guaritori, sciamani e santoni si fanno pagare cifre molto elevate per imprigionare all’interno di tronchi di albero o incatenare a ceppi o blocchi di cemento l’ammalato, così da neutralizzare la potenza maligna. La vita in catene rende gli ammalati storpi, talvolta li porta alla morte per malnutrizione ed incuria. In questo modo questioni relative alla salute, alla cura, incrociandosi con ritualità religiose, chiamano irrimediabilmente in causa la bioetica ed i diritti rispetto ad un problema non più posponibile. Si tratta di una barbarie che avviene nel completo disinteresse dell’OMS e delle grandi organizzazioni internazionali che conoscono l’incubo di questi “prigionieri” almeno da 30 anni, da quando il beninese Gregoire Ahongbonon, il “Basaglia nero” ha fondato in Costa d’Avorio la sua “Saint Camille de Lellis di Bouaké” e ha cominciato – letteralmente – a liberare i malati di mente dalle catene. L’analisi proposta intende precisare che, pur nel rispetto delle differenti culture, c’è un limite che non è possibile valicare: quello del rispetto dei diritti umani che è la base ed alla base di ogni discorso sul pluralismo e sull’Intercultura. ---------- In Africa, demonology, cults, rituals and religious myths are very often combined with issues related to health care. Today the overlap between insanity and demonic possession is still widely widespread. It is typical of the animist mentality that leads to the serious problem of psychiatric patient marginalization and restraint. The mentally ill arouses dread in the community that fears the contagion, so in most cases, the patient commits herself/himself to religious sects or to prayer centers, where the healers, shamans and gurus charge very high prices to imprison the patient in tree trunks or to chain up the patient to stumps or concrete blocks, in order to neutralize the evil force. Life in chains makes the sick patients lame, and sometimes leads them to death for malnutrition and neglect. In this way, issues related to health and health care, intersecting with religious rituals, involve bioethics and rights compared with a problem that cannot be postponed any further. It is a matter of barbarity that takes place in the complete disregard of WHO and of the major international organizations, aware of the nightmare experienced by these “prisoners” since at least 30 years, when Gregoire Ahongbonon from Benin, the “black Basaglia”, established in the Ivory Coast his “Saint Camille de Lellis of Bouaké” and – literally – began to release the mentally ill patients from the chains. The proposed analysis aims to clarify that, even if respecting the different cultures, there is a limit that cannot be crossed: the respect of human rights that is the basis and the foundation of every discourse on pluralism and interculture.
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Saraceno, Benedetto. "Un Programma per la salute mentale nelle popolazioni meno favorite." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 9–11. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000447.

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Abstract:
Nations for Mental Health è un Programma dell'Organizzazione Mondiale della Sanità istituito di recente, dopo la pubblicazione, nel maggio 1995, di un rapporto sulla salute mentale nel mondo da parte di un gruppo di studio della Harvard Medical School.Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha accolto con entusiasmo la pubblicazione, riconoscendo che l'obiettivo globale delle Nazioni Unite “*è quello di promuovere la salute mentale e il benessere di tutti gli abitanti del pianeta”.Il Programma delle Nazioni per la Salute Mentale si fa carico di questa missione.Il suo scopo principale consiste nel migliorare la salute mentale e il benessere psicosociale delle popolazioni meno favorite del mondo.Il Programma mira ad aumentare la consapevolezza delle conseguenze dei problemi di salute mentale e di abuso di sostanze sul benessere sociale e sulla salute fisica, a coordinare gli sforzi internazionali per combattere le malattie mentali e ad attuare i progetti di salute mentale a livello nazionale. Avviare un certo numero di progetti pilota in ognuna delle sei regioni OMS del mondo.Tali progetti sono intesi a illustrare il potenziale degli sforzi collaborativi a livello nazionale, con l'intenzione di sviluppare poi progetti su più vasta scala.Intende anche sviluppare a livello internazionale un processo di sensibilizzazione tale da ottenere una forte volontà politica e un forte impegno da parte dei policy makers e dei leader nei confronti delle questioni di salute mentale, riconoscendola come un importante problema di sanità pubblica e affrontando il problema della stigmatizzazione e della discriminazione.
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Philo, Chris, and Jennifer Wolch. "The ‘three waves’ of research in mental health geography: a review and critical commentary." Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no. 4 (December 2001): 230–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005406.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Valutare la ricerca condotta nel campo della geografia della salute mentale, concentrandosi sui lavori pubblicati in lingua inglese.Metodi — L'articolo offre una lettura globale, approfondita e critica della letteratura relativa alia geografia della salute mentale, a partire dal sorgere di questo settore di ricerca nei primi anni '70.Risultati — L'articolo identifica tre fasi di ricerca all'interno dei lavori sulla geografia della salute mentale. Queste fasi sono descritte in dettaglio; inoltre, sono interpretati punti di forza e di debolezza delle prime due fasi, che sono ben consolidate, e vengono forniti suggerimenti su importanti problemi che dovranno essere affrontati in una futura terza fase della ricerca.Conclusioni — Molte eccellenti ricerche sono state finora condotte nel campo della geografia della salute mentale, è tuttavia necessario aumentare la rilevanza di queste ricerche, mediante un ampliamento del focus ed un collegamento più diretto della ricerca con le politiche sulla salute mentale.
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Jenkins, Rachel. "England's policy on severe mental illness." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 31–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003912.

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Abstract:
RIASSUNTOLa Gran Bretagna ha messo a punto una comprovata strategia sulla salute mentale che include dove e come le persone sono curate e con quali obiettivi. Ha assicurato che la politica sanitaria sia basata sull'epidemiologia dei disturbi psichici e che sia incentrata non solo sui disturbi psichici gravi, che necessitano di trattamenti specifici, ma anche sui disturbi meno gravi in medicina di base, nelle carceri e sul posto di lavoro ed inoltre sull'integrazione e interfaccia tra i servizi di salute mentale ed altre agenzie.Ha basato la politica sanitaria su un quadro coerente di promozione della prevenzione della salute mentale (prevenzione primaria, secondaria e terziaria e prevenzione della mortalita) conduce questa politica quantificando l'esito in termini di salute mentale, nonche gli imputs ed i processi.
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Martini, Paolo, and Franco Domenici. "Assistenza psichiatrica e monitoraggio dei servizi. Il Registro dei casi di Arezzo 1987–1990." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no. 1 (April 1992): 29–43. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006527.

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Abstract:
RiassuntoSono descritte, con la stessa metodologia impiegata in altre 4 aree italiane, sedi di registri psichiatrici dei casi (RPC), le caratteristiche della catchment-area, del RPC, della struttura e dei principi del Servizio di Salute Mentale di Arezzo. II monitoraggio della domanda su 4 anni evidenzia che i tassi di prevalenza annua (1537/100000 15 + ) e un giorno (714/100000 15 + ), specie per le psicosi funzionali, hanno valori vicini ai RCP europei. Con la incidenza (256/100000 15 + ), i tassi indicano un coverage e una presa in carico dei principali bisogni psicopatologici di popolazione di area. II monitoraggio dei servizi offerti evidenzia la chiusura dell'OP nel 1989 con dimissione dei lungodegenti e 1'espansione considerevole delle attivita e degli utenti in molteplici strutture e servizi a differente gradiente assistenziale, residenziali (66/100000 15 + ospitati nel 1990), diurni (205/100000 15 + utenti nel 1990), di inserimento lavorativo, domiciliari, ambulatoriali e ospedalieri, che ruotano intorno a un Centro con équipe in mobilita e aperto 24h/24 e 7 gg./7. II rapporto tra prevalenza annua non ospedaliera e ospedaliera e nel 1990 di 20:1; l'intervento precoce e alternativo consente un tasso medio di ammissioni ospedaliere di 86/100000 15 + con SPDC ma senza reparto e senza nuovi lungodegenti. II tasso di lungoassistiti (541/100000 15 + ) e il pattern di utilizzo dei servizi indicano una risposta continuativa, flessibile e integrata ad utenti per il 90% viventi nel proprio ambiente. II costo del Servizio e pari alia spesa storica dell'OP, rapportato alia popolazione e all'indice di costo ISTAT.Parole chiaveservizi psichiatrici territoriali, registri psichiatrici dei casi, utilizzazione dei servizi.SummaryThe principles, structure, Psychiatric Case Register (PCR) and catchment-area of the Community Mental Health Service (CMHS) of Arezzo are described, using the same methodology employed in 4 other Italian PCRs. The monitoring of the demand over 4 years shows that the mean year prevalence (1537/100000 15 +) and day prevalence (714/100000 15 +) rates, especially for functional psychoses, are statistically close to European PCRs. Together with incidence (256/100000 15 +), those rates indicate full coverage and response to the principal psychopathological needs of the population of the area. The monitoring of the service shows: the closure of the psychiatric hospital in 1989 with the discharging of long-stay patients; the considerable expansion of activities and the number of users in multiple structures and services, offering different degrees of care; i.e. residential (66/100000 15+ users in 1990), day-centres (205/100000 15+ users in 1990), work emplacement, domiciliary care, out and in-patients. Those services revolve around the Centre (open round the clock, 7 days a week) with a mobile crisis intervention team. The ratio between hospitalized and non-hospitalized users is 1:20, for 1990; early and alternative intervention gives an average rate of hospital admissions of 86/100000 15+ in clinical and psychiatric beds but with no psychiatric ward and no new long-stay patients. The rate of long-term patients (541/100000 15 +) and the pattern of use of the services indicate an ongoing, flexible and integrated response to users needs, 90% of whom live in their own home environment. The costs of the CMHS work out equal to the former expenses of the psychiatric hospital, in ratio to inflation and the cost of living.
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Gibertoni, Giancarlo, Michael Fanizza, Stefano Brunello, Sebastiano Pace, Alessio Saponaro, and Fabrizio Starace. "Salute mentale digitale oltre la pandemia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 139–58. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003008.

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Il periodo di emergenza sanitaria ha costretto gli operatori, soprattutto in un primo periodo, all'utilizzo degli strumenti della telemedicina per vicariare l'impossibilità della relazione in presenza. Tale periodo di crisi ha fornito però anche la possibilità di rivedere alcuni modelli di intervento e di verificare l'introduzione della Telemedicina all'interno dei percorsi clinici assistenziali esistenti. L'articolo si propone di affrontare l'inserimento di tale modalità innovativa nei Servizi di Salute Mentale evidenziandone le caratteristiche, le specificità, i limiti e i vantaggi al fine di aprire la possibilità a percorsi che prevedano una "ibridazione" degli interventi e che considerino la Telemedicina come un ulteriore strumento in dotazione al clinico per un miglioramento complessivo dei percorsi di cura.
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Tomov, Toma. "Multiple perspectives on the evaluation of outcome in Eastern Europe." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 173–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007363.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare la capacità dei sistemi di salute mentale dell'Europa Orientale di attuare reali riforme nel campo della salute mentale.Metodi - Partendo dalle ipotesi della scuola delle relazioni di gruppo, è stata messa in evidenza la tendenza delle organizzazioni ad abbandonare i principali compiti che esse dichiarano di avere, sotto influenze di tipo ideologico, politico e altre influenze legate al contesto. Lo stato della salute mentale dell'Europa orientale è discusso in questa prospettiva.Risultati - È stato accertato che i cambiamenti ed i progressi sono impediti dai ruoli che proibiscono la curiosita e che mettono in discussione le pratiche routinarie.Conclusioni - L'emergere in Europa orientale di una rete di operatori orientati verso la riforma è ritenuto un segno positivo. Un ulteriore importante obiettivo e la sostituzione delle strutture defunte di salute mentale (servizi, ricerca e training) con muove strutture. La sfida al sistema ereditato e inevitabile. Il ruolo di progetti di collaborazione con i paesi occidentali è di estrema importanza.
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Ornelas, José, Maria Vargas-Moniz, Beatrice Sacchetto, and Francesca Esposito. "Contributi della psicologia di comunitŕ per lo sviluppo dei servizi su base comunitaria per le persone con malattie mentali." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 101–9. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001009.

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Abstract:
In questo articolo si discuteranno i contributi dei paradigmi della psicologia di comunitŕ, tra i quali l'analisi contestuale ed ecologica incentrata sull'ampliamento delle reti e delle risorse individuali; l'applicabilitŕ della filosofia di empowerment; e il riconoscimento di recovery come base per lo sviluppo di un sistema su base comunitaria di servizi e supporto nel campo della salute mentale. Gli autori inoltre descriveranno come un gruppo di persone con esperienza personale di malattia mentale insieme a familiari e professionisti del settore hanno fondato un'organizzazione, con lo scopo ultimo di influenzare lo sviluppo dei servizi e della politica pubblica nell'ambito della salute mentale.
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Good, Byron J., and Mary-Jo Del Vecchio Good. "Il disturbo post-traumatico da stress č un concetto ‘sufficientemente buono' per il lavoro psichiatrico sulle conseguenze dei conflitti?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002006.

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Abstract:
In un classico articolo del 1992, Derek Summerfield sostenne che "per la grande maggioranza dei sopravvissuti lo stress posttraumatico č una pseudocondizione, una ridefinizione della sofferenza comprensibile della guerra come problema tecnico per il quale sono disponibili soluzioni tecniche a breve termine come il counseling" Non ci sono prove che le popolazioni colpite dalla guerra cerchino questi approcci importati, che sembrano ignorare le loro tradizioni, i loro sistemi di significato, le loro prioritŕ effettive" (p.1449). Questo articolo descrive un programma di collaborazione attiva fra un'équipe della Harvard Medical School e la IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) in Indonesia in risposta ai "lasciti della violenza" fra gli abitanti dei villaggi rurali di Aceh, Indonesia, dopo lo tsunami del 2004 e l'accordo di pace tra il governo indonesiano e il Movimento Aceh Libera che mise fine a venti anni di conflitto. L'articolo fornisce dati provenienti da una serie di studi che indicano livelli elevati di esperienze traumatiche e di problemi di salute mentale ad Aceh dopo il conflitto. Descrive un progetto IOM di promozione attiva di salute mentale che ha usato équipe di medici di base e infermieri per rispondere ai problemi di salute mentale, e un progetto valutativo che fornisce importanti prove empiriche dell'efficacia nella pratica del programma. Sostiene che il PTSD č ben altro che una "pseudocondizione" e che i programmi d'intervento possono essere molto potenti nel ridurre sintomi e disabilitŕ. Conclude che lo sviluppo di programmi di salute mentale integrati in politiche di salute pubblica in contesti postbellici dovrebbe avere una prioritŕ elevata.
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Angelozzi, Andrea. "Riflessioni sulla direzione di un dipartimento di salute mentale." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2014): 267–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2014-002004.

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Angelozzi, Andrea. "La necessità del cambiamento." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2022): 545–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004002.

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Abstract:
La introduzione al dibattito sull'attuale crisi della assistenza psichiatrica in Italia è l'occasione per sintetizzare come questa crisi, le sue cause e le sue prospettive sono descritte da chi indica solo ritardi e incompletezze nell'attuazione della Riforma nata dalla Legge 180/1978 e chi invece individua deficit strutturali proprio nella legge di riforma. Vengono passate in rassegna le varie criticità: dal rischio di nuovi manicomi al fragile inserimento dei reparti nell'ospedale generale; dai limiti del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) al riproporsi della pericolosità; dalle rigidità dei Dipartimento di Salute Mentale all'aspetto immutato dello stigma; dalla ambiguità circa l'evidence-based medicine (EBM) alle trasformazioni prodotte dai mutamenti legislativi in Italia. Il tutto in una logica dove la carenza di risorse e di proposte innovative si intrecciano. La proposta è quella di un cambiamento che restituisca alla salute mentale una sua specificità lontana dalle banalizzazioni della psichiatria popolare, definisca l'ambito di riferimento della salute mentale, disegni un nuovo progetto e un modello chiaro, fortemente ancorato ai modelli scientifici, chiarisca le risorse necessarie e lo vincoli limitando la discrezionalità locale.
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Louise, Rowling, and Victoria Kasunic. "Prevenzione della depressione nei giovani. Una prospettiva australiana." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 65–87. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001005.

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La prevenzione della depressione nei giovani ha bisogno di adottare un duplice approccio, la prevenzione della malattia sulla base dei fattori di rischio e la promozione della salute mentale concentrata sul benessere sociale ed emotivo. Questo articolo descrive il contesto politico di sostegno e le risorse di base presenti in Australia e il concetto esistente di salute pubblica. All'interno di questo approccio l'intervento prevede sensibilizzazione e pre- venzione per i giovani, nonché un focus sulle risorse, sulla resilienza e sulla capacitŕ costruttiva delle istituzioni di lavorare in modo da favorire i giovani. Vengono descritti sia interventi di prevenzione universale sia interventi mirati tra cui Mind Matters, un programma nazionale di promozione della salute mentale per le scuole secondarie e anche strategie innovative basate su internet. Questi studi dimostrano che la prevenzione della depressione nei giovani richiede strategie complesse e multi-livello.
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Angelozzi, Andrea. "I Servizi di salute mentale all'epoca delle REMS." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2017): 127–32. http://dx.doi.org/10.3280/pu2017-001010.

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