Academic literature on the topic 'Chirurgico'

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Journal articles on the topic "Chirurgico"

1

BASTIER, P. L., C. LEROYER, A. LASHéRAS, A. M. ROGUES, V. DARROUZET, and V. FRANCO-VIDAL. "Complicanze infettive locali precoci e tardive nella chirurgia otologica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 127–34. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-666.

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Abstract:
La via retroauricolare rappresenta l’approccio di scelta nel trattamento dell’otite media cronica. Nelle procedure “sporche” l’incidenza della complicanza infettiva locale è del 10%. Il presente studio analizza le infezioni del sito chirurgico dopo la chirurgia dell’otite media cronica e ne investiga i potenziali fattori predittivi. Il presente studio, dal design osservazionale prospettico, ha incluso pazienti affetti da otite media cronica e candidati alla chirurgia mediante approccio retroauricolare. Sono state definite precoci le complicanze postoperatorie insorte entro i 30 giorni e tardive quelle insorte oltre i 30 giorni. Sono stati analizzati i dati di 102 pazienti. Sono stati registrati 4 casi (3,9%) di infezione precoce, per la quale è stata evidenziata un’associazione significativa con l’antibioticoterapia preoperatoria, l’orecchio in fase secernente all’esame otoscopico preoperatorio, una classe III (contaminato) nella classificazione delle ferite chirurgiche, indice NNIS (National Nosocomial Infection Surveillance) >1 e assunzione di antibiotici per OS nel postoperatorio. Sono state inoltre registrate 7 complicanze tardive (7,1%), occorse fra i 90 e i 160 giorni dall’intervento, significativamente correlate alla presenza di otorrea nei sei mesi precedenti la chirurgia, una durata del tempo chirurgico inferiore o uguale a 60 minuti, una tecnica aperta e all’uso della colla di fibrina. L’infezione del sito chirurgico sembra essere associata ai fattori correlati allo stato infiammatorio dell’orecchio medio al momento della chirurgia nelle infezioni precoci e all’infiammazione cronica nelle infezioni tardive.
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Capaccio, P., M. Gaffuri, V. Rossi, and L. Pignataro. "Sialendoscope-assisted transoral removal of hilo-parenchymal sub-mandibular stones: surgical results and subjective scores." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 122–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1601.

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Abstract:
Come si evince dall’analisi della letteratura, l’approccio transorale ai calcoli prossimali e ilo-parenchimali della ghiandola sottomandibolare rappresenta una valida alternativa alla scialoadenectomia tradizionale. Lo scopo di questo studio è quello di valutare i risultati chirurgici, ecografici e soggettivi di questa tecnica conservativa. Tra Gennaio 2003 e Settembre 2015 sono stati trattati con l’approccio transorale scialoendoscopico-assistito 479 pazienti affetti da calcoli ilo-parenchimali sottomandibolari palpabili, non mobili, di dimensioni superiori ai 7 mm. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un follow-up clinico, ecografico e ad una valutazione soggettiva dell’outcome chirurgico per mezzo di un apposito questionario somministrato attraverso un’intervista telefonica. Il successo chirurgico definito come completa asportazione del calcolo ilo-parenchimale è stato ottenuto in 472 pazienti (98.5%); in sette casi (1.5%) si è verificato un insuccesso chirurgico, riguardante esclusivamente calcoli parenchimali puri. Un anno dopo l’intervento chirurgico, 408 pazienti (85.1%) non riferivano più sintomi ostruttivi, 59 pazienti (12.3%) riferivano sintomi ostruttivi ricorrenti e 12 (2.6%) infezioni ricorrenti. Dei 54 pazienti (11.2%) affetti da litiasi sottomandibolare ricorrente, 52 sono stati sottoposti ad una seconda procedura terapeutica, nello specifico in 29 casi a scialoendoscopia, in 2 casi a litotrissia pneumatica intracorporea, in 8 casi a chirurgia transorale, in 6 casi ad un ciclo di litotrissia extracorporea, in 7 casi a scialoadenectomia sottomandibolare. La maggior parte dei pazienti (75.2%) ha riferito un dolore post-chirurgico di grado lieve. Al termine del follow-up, i sintomi riferiti da 454 pazienti (94.8%) erano migliorati dopo il secondo trattamento e la ghiandola sottomandibolare affetta era stata preservata nel 98.5% dei casi. La chirurgia transorale scialoendoscopico-assistita dei calcoli ilo-parenchimali della ghiandola sottomandibolare rappresenta un’opzione terapeutica sicura, efficace e conservativa e la preservazione del dotto e del parenchima ghiandolare permette di esplorare il sistema duttale attraverso l’ostio naturale in caso di ricorrenza della patologia. L’utilizzo combinato dell’approccio transorale e delle altre tecniche mini-invasive permette di trattare con successo la maggior parte dei pazienti affetti da litiasi ilo-parenchimale sottomandibolare.
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Crosetti, E., A. Caracciolo, G. Molteni, A. E. Sprio, G. N. Berta, L. Presutti, and G. Succo. "Svelare i fattori di rischio che sottendono la chirurgia laringea negli anziani." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 185–93. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-817.

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Abstract:
I pazienti anziani non sono generalmente considerati buoni candidati per trattamenti terapeutici impegnativi, quali ad esempio la chirurgia molto invasiva e i complessi trattamenti radio-chemioterapici. Ma la loro esclusione dalle opzioni terapeutiche standard non sembrerebbe essere del tutto giustificabile. Nel presente lavoro abbiamo esaminato 212 pazienti di età ≥ 70 anni, affetti da carcinoma squamoso della laringe, trattati chirurgicamente con diverse opzioni terapeutiche: laserchirurgia transorale o chirurgia a cielo aperto (laringectomia parziale e/o totale). L’obiettivo principale era quello di confrontare i risultati, al fine di identificare fattori predittivi utili al chirurgo per scegliere la modalità di trattamento più opportuna. Nella presente coorte, i pazienti affetti da tumore più avanzato e quindi sottoposti a interventi chirurgici a cielo aperto (soprattutto laringectomia totale) risultano maggiormente inclini a sviluppare complicanze, andando incontro a esito fatale, rispetto a quelli con malattia precoce trattati con microchirurgia laser indipendentemente dall’ età al tempo dell’intervento chirurgico. In conclusione, i pazienti anziani affetti da cancro della laringe possono essere trattati come i pazienti più giovani, tenendo presente che interventi chirurgici più invasivi determinano un maggior rischio di complicanze. I vantaggi della chirurgia mininvasiva in termini di basso numero di complicanze tendono a renderla interessante come possibile trattamento di prima scelta nei pazienti molto anziani e fragili, anche in casi più avanzati. Infine le comorbidità, di per sé, non rappresentano una giustificazione per sottoporre gli anziani a trattamenti differenti da quelli standard.
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Vicini, C., G. Meccariello, G. Cammaroto, G. Rashwan, and F. Montevecchi. "Barbed reposition pharyngoplasty in multilevel robotic surgery for obstructive sleep apnoea." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 214–17. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1203.

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Abstract:
Il trattamento chirurgico delle apnee ostruttive in sonno rappresenta una valida alternativa per i pazienti non complianti al ventilatore CPAP. Negli ultimi anni, l’approccio chirurgico multilivello sta divenendo pratica comune, soprattutto dall’introduzione della chirurgia robotica. La Barbed Reposition Pharyngoplasty nella chirurgia robotica multilivello per OSA potrebbe rappresentare una valida opzione per il trattamento del palato molle. In questo lavoro descriviamo la tecnica e risultati preliminari della nostra esperienza.
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Scienza, R., and G. Pavesi. "MAV cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 119–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500111.

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Abstract:
Vi sono 2 motivi per cui la MAV cerebrali si pongono come un problema neurochirurgico particolarmente difficile da affrontare. In primo luogo l'indicazione al trattamento (e con quali metodiche); e in secondo luogo l'obiettiva difficoltà tecnica che queste lesioni presentano alla chirurgia. Quali sono le MAV che si giovano di un trattamento chirurgico? Questa decisione si basa sulla storia naturale, la cui previsione è tuttora deducibile più dalle modalità d'esordio clinico che dagli aspetti morfologici. Sulla base dei dati della letteratura sono state redatte delle tabelle di calcolo per il rischio individuale di emorragia nell'arco di una vita che sono uno strumento imprescindibile per affrontare questi delicati problemi terapeutici in maniera razionale. Per quanto concerne il rischio chirurgico sono stati identificati precisi fattori di rischio morfo-funzionali che permettono una quantificazione preoperatoria del rischio di mortalità e morbilità cui può andare incontro il paziente, una volta operato. Inoltre, la terapia delle MAV è oggi un intervento multidisciplinare, in quanto nel percorso decisionale si inseriscono anche le opzioni di tecniche alternative quali il trattamento endovascolare e la radiochirurgia. Attualmente il nostro orientamento è quello di riservare alle tecniche di embolizzazione un ruolo di ‘preparazione’ al trattamento definitivo, sia esso chirurgico o radioterapico. Le nostre osservazioni sulla terapia chirurgica delle MAV cerebrali si basano su 175 casi personalmente operati. La chirurgia delle MAV cerebrali richiede una alta specializzazione nella microchirurgia vascolare affiancata da una adeguata struttura organizzativa. L'esperienza personale può orientare nella indicazione al miglior trattamento possibile, senza tuttavia pretendere di rappresentare un algoritmo decisionale assolutamente attendibile e standardizzabile. Infatti, mancano studi randomizzati di terapia radiochirurgica, endovascolare o microchirurgica, in grado di definire i criteri di trattamento. Questi studi, che richiedono una collaborazione multicentrica, sono necessari per stabilire la prognosi dei pazienti portatori di MAV cerebrali.
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Andreula, C., and I. Kambas. "Il dolore lombosacrale da ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 421–30. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500411.

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Abstract:
La patogenesi del dolore lombo-sacrale è ancora motivo di discussione e potrebbe essere sostenuta non solo da fattori meccanici diretti di compressione del disco (protrusione o ernia) sul nervo con conseguente alterazione della guaina mielinica, ma anche da fattori meccanici indiretti generati da stasi venosa e conseguente ischemia delle radici particolarmente sensibili all'ipossia e da fattori infiammatori di tipo immunomediato e di tipo bioumorale legati al disco. La gestione del paziente lombosciatalgico affidata al chirurgo dopo il fallimento della terapia medica, conservativa e fisiatrica ha rivelato che nelle casistiche chirurgiche più equilibrate la percentuale di successo degli interventi per ernia del disco lombosacrale si aggira sul 95–98% a breve termine con un'incidenza di reale recidiva erniaria nel 2–6%, la percentuale di successo scende a distanza fino all' 80–85%, per la comparsa di sintomatologia legata al fallimento chirurgico (Failed Back Surgery Sindrome FBSS), caratterizzata da recidive e/o cicatrici ipertrofiche, con sintomi rilevanti nel 20%, e vera e propria FBSS nel 15%. Tali dati hanno indotto a ricercare sempre nuove tecniche microchirurgiche per ridurre tali risultati indesiderati e contemporaneamente sono state approntate tecniche di trattamento percutaneo secondo procedure intervenzionali (chemiodiscolisi con chimopapaina, con ossigeno-ozono, nucleoaspirazione secondo la tecnica di Onik …) per ridurre al minimo da un lato l' “invasività” chirurgica, e dall'altro le non rare complicazioni di natura infettiva correlate all'intervento. Tutte le tecniche percutanee sono atti medici poco invasivi, con tempi di ospedalizzazione brevi. Il loro approccio extra canale spinale elimina i rischi connessi all'atto chirurgico di cicatrice post-operatoria, spesso responsabile di recidiva di sintomatologia dolorosa. Hanno inoltre il vantaggio di essere ripetibili nello stesso paziente senza precludere in caso di insuccesso il ricorso alla chirurgia tradizionale. Le percentuali di successo riportate da numerose casistiche si aggirano sul 65–75% di risultati ottimi o buoni. Queste procedure interventistiche spinali agirebbero sulla genesi meccanica del dolore riducendo quantitativamente il materiale nucleare, ma non espleterebbero alcuna azione sulla componente infiammatoria di origine radicolare e/o gangliare, talvolta causa autonoma del dolore. Pertanto in corso di trattamento di chemiodiscolisi con miscela di ossigeno-ozono, si è proceduto all'aggiunta di infiltrazione periradicolare e periganglionare con ossigeno-ozono, steroidi e anestetici. Gli autori riportano la loro personale esperienza sull'utilizzo del trattamento di Chemiodiscolisi con nucleoptesi con ossigeno-ozono con infiltrazione periradicolare e periganglionare nelle ernie discali lombosacrali e patologia degenerativa correlata.
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Daouri, Amine, Marc Asselborn, Claire Majoufre, Arnaud Gleizal, and Masrour Makaremi. "Spécificités d’un protocole chirurgico-orthodontique par Clear Aligner Therapy." Revue d'Orthopédie Dento-Faciale 53, no. 4 (November 2019): 337–59. http://dx.doi.org/10.1051/odf/2019031.

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Abstract:
Depuis l’avènement de la Clear Aligner Therapy (CAT) introduit par Invisalign en 1998, seulement quelques articles ont abordé le traitement combinant chirurgie orthognathique et Clear Aligner Therapy mais il ne s’agissait que de case-report pour la plupart. L’objectif de cet article était donc de présenter et de proposer un protocole orthodontico-chirurgical dans le cadre de dysmorphies maxillo-mandibulaires préparées par Clear Aligner Therapy et requérant une chirurgie orthognathique. Nous avons recueillis l’expérience de nombreux orthodontistes possédant une expérience importante dans le domaine de la Clear Aligner Therapy et notamment dans la préparation de cas chirurgicaux. Nous avons donc établi un protocole en 17 étapes avec de nombreuses astuces pour mener à bien ces traitements : de l’examen clinique initial par l’orthodontiste et le chirurgien maxillo-facial jusqu’à la phase de contention finale avec la symbiose orthodontico-chirurgicale placée au centre du projet thérapeutique. Nous avons associé à ce protocole une revue de la littérature concernant la phase de blocage maxillo-mandibulaire per-opératoire (par fils d’acier) et postopératoire (par élastiques) : périodes clés dans la gestion du traitement orthodontico-chirurgicale
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Pagni, C. A., M. Fontanella, F. Nannucci, D. Garbossa, C. Cossandi, M. Bergui, C. Nurisso, and G. B. Bradač. "Il trattamento delle malformazioni artero-venose cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 93–108. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500109.

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Abstract:
Dal mese di Novembre 1991 all'Agosto 2001, 115 pazienti sono stati ricoverati per una Malformazione Artero-Venosa (MAV) presso la Clinica Neurochirurgica dell'Università di Torino. Novantaquattro pazienti su 115 (82%) sono stati ricoverati dopo un sanguinamento. Novantaquattro (82%, 82 sanguinanti, 11 non sanguinanti) sono stati sottoposti a vari trattamenti (chirurgico, endovascolare, radiochirurgico o associazioni dei precedenti). Risanguinamento: Nessuno dei 9 pazienti portatori di MAV non sanguinanti e non sottoposti a trattamento per varie ragioni, ha avuto un sanguinamento nel periodo di follow up di 1–10 anni. In 12 pazienti, su 94 che avevano già avuto una emorragia, abbiamo osservato il risanguinamento della MAV (13%). MAV sanguinanti: Sul totale di 82 pazienti trattati, 43 (53%) sono stati dimessi senza deficit neurologici, 19 (23%) con deficit minori, 11 (13%) con gravi deficit neurologici, 9 pazienti sono deceduti (11%). MAV non sanguinanti: Sul totale di 11 casi trattati, 8 sono stati dimessi senza deficit neurologici (73%), 2 casi con deficit minori (18%) e 1 paziente è deceduto (9%). Le tecniche di trattamento sono state variamente combinate. Il trattamento chirurgico è stato associato a buoni risultati nel 50% dei casi, con mortalità dell '8%. Malformazioni artero-venose sanguinanti: ogni tipo di trattamento di una MAV deve mirare alla sua completa esclusione. In generale il nostro comportamento nel trattamento di pazienti con MAV sanguinante è il seguente: - In caso di MAV superficiali, di volume inferiore a 25–30 cm3 e in aree non eloquenti, l'approccio è chirurgico. - In caso di MAV sulla faccia mesiale dell'emisfero o che interessano la regione del cingolo o il corpo calloso, l'esclusione della MAV può essere ottenuta con l'aggressione chirurgica diretta o con la radiochirurgia eventualmente preceduta da parziale embolizzazione. - Le MAV profonde para o intraventricolari o della testa del n. caudato o strio-capsulo-talamiche possono essere trattate chirurgicamente, ma di solito vengono sottoposte a radiochirurgia. - Le MAV in aree eloquenti, se piccole sono sottoposte a radiochirurgia, se di dimensioni maggiori sono dapprima sottoposte ad embolizzazione e successivamente a radiochirurgia. - Le MAV vicine ad aree eloquenti o che in parte le coinvolgono, ad esempio MAV parieto-occipitali corticali o cortico-sottocorticali sono di solito sottoposte a trattamento chirurgico, eventualmente preceduto da un trattamento endovascolare. Malformazioni artero-venose non sanguinanti: in linea generale le MAV di piccolo volume in aree non eloquenti vengono sottoposte al trattamento chirurgico. Se superano i 25–30 cm3 possono essere sottoposte a trattamento endovascolare e successivamente alla chirurgia. Le MAV superiori ai 25–30 cm3 in aree eloquenti, in particolare se irrorate da feeders profonde non vengono di solito sottoposte ad alcun trattamento.
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Calbucci, F., A. Fioravanti, A. Consales, L. Simonetti, and M. Leonardi. "La chirurgia delle malformazioni artero-venose cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 109–18. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500110.

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Abstract:
La scelta del trattamento chirurgico delle MAV cerebrali rappresenta oggi uno degli argomenti più dibattuti ed attuali in ambito neurochirurgico, in considerazione dell'avvento di tecniche alternative o complementari che possono dare un contributo essenziale e spesso risolutivo al trattamento di queste lesioni. Sulla base dell'esperienza di 47 casi operati consecutivamente presso l'Ospedale Bellaria negli ultimi anni, si è cercato di vedere quali fossero i criteri che hanno ispirato la scelta chirurgica e di valutare i risultati della stessa per una revisione critica di queste scelte. Da un'analisi completa dei casi le conclusioni possono essere che, se si escludono le situazioni in cui è necessario intervenire in emergenza, in tutti gli altri casi, il criterio della scelta chirurgica adottato si è rivelato nel complesso utile per avere un risultato definitivo buono (asportazione completa della MAV), con rischi contenuti. In particolare si è potuto desumere che l'indicazione chirurgica può essere ancora oggi la scelta preferibile nelle malformazioni di grado I-II-III (secondo Spetzler e Martin), se si escludono casi particolari in sedi cerebrali critiche. Nelle malformazioni di grado IV invece la chirurgia deve essere riservata a situazioni molto particolari, in cui la MAV risulta non trattabile in via alternativa e vi sia stato un evento emorragico di presentazione. In queste circostanze, l'embolizzazione pre-operatoria può essere un contributo molto importante per la soluzione chirurgica.
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Bianchini, C., M. Malagò, L. Crema, C. Aimoni, T. Matarazzo, S. Bortolazzi, A. Ciorba, S. Pelucchi, and A. Pastore. "Dolore post-operatorio nei pazienti affetti da neoplasia testa-collo: fattori predittivi ed efficacia della terapia." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 91–96. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-499.

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Abstract:
Negli anni è aumentata l’attenzione verso i molteplici aspetti associati alla “sfera” dolore, anche nei pazienti oncologici sottoposti a chirurgia testa-collo. Il dolore, definito infatti da diverse caratteristiche, quali l’esperienza personale, gli aspetti qualitativi della percezione, l’intensità, l’impatto emotivo, riconosce un’eziologia “multifattoriale”. Scopo del presente lavoro è stato: (i) valutare l’efficacia della terapia analgesica in pazienti affetti da tumore testa-collo e sottoposti a trattamento chirurgico; (ii) studiare le possibili variabili ed i fattori predittivi che possano influenzare l’insorgenza di dolore. Sono stati studiati 164 pazienti, affetti da neoplasia maligna del distretto testa-collo, trattati chirurgicamente tra il dicembre 2009 ed il dicembre 2013. I dati raccolti comprendono l’età, il sesso, la valutazione del rischio anestesiologico, la sede del tumore, la stadiazione TNM, il tipo di intervento effettuato, la complessità e la durata dell’intervento, le eventuali complicanze post-operatorie, i giorni di degenza post-intervento, la valutazione del dolore nei giorni 0, 1, 3 e 5 post-chirurgia. L’adeguatezza della terapia analgesica è stata espressa in termini di incidenza e prevalenza del dolore post-operatorio, le variabili legate al paziente, alla malattia, al trattamento chirurgico e farmacologico, sono state poi associate all’insorgenza del dolore così da poter descrivere eventuali fattori predittivi. Dai dati ottenuti emerge che la popolazione studiata ha ricevuto un’adeguata terapia antalgica, sia nell’immediato post-operatorio che nei giorni successivi. Non sono risultate associazioni statisticamente significative tra sesso, età ed incidenza del dolore post-chirurgico, mentre lo stadio del tumore, la complessità dell’intervento chirurgico e la sede della neoplasia hanno presentano correlazione significativa con il rischio di insorgenza di dolore post-operatorio. L’elevata prevalenza del dolore in ambito oncologico testa-collo, fa sì che un’appropriata ed attenta gestione del dolore risulti fondamentale. Nel futuro pertanto si auspica una sempre migliore comprensione dei fattori biologici, sociali e psicologici che caratterizzano la percezione del dolore ai fini di migliorarne il controllo.
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Dissertations / Theses on the topic "Chirurgico"

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Dika, Emi <1975&gt. "Trattamento chirurgico dei tumori cutanei con la chirurgia microscopicamente controllata di Mohs." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1670/.

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HAKIM, M. YEHYA. "Correction chirurgico-prothetique des laterognathies chez l'adulte." PARIS 6, DENTAIRE, 1988. http://www.theses.fr/1988PA06H003.

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Salaun, Xavier. "Traitement chirurgico-orthodontique de la canine maxillaire incluse." Brest, 1989. http://www.theses.fr/1989BRES4002.

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Tubertini, Ilaria. "Studio retrospettico sul ruolo della strumentazione nei fallimenti meccanici a seguito di Trattamento Chirurgico nelle Scoliosi dell'adulto." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9787/.

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Abstract:
The spinal column performs important functions in the body, including the support of the entire weight of the human body, the ability to orientate the head in space, bending, flexing and rotating the body. Diseases affecting the spine are manifold: the most frequent is scoliosis, which often affects the female population. It is often treated surgically with a very high percentage of failures. The aim of the thesis is to study the role of instrumentation in mechanical failures encountered 12 months after surgery in the treatment of scoliosis. For the purposes of the study, we analyzed specific biomechanical parameters. The pelvic angles determine the position of the pelvis, while the imbalance parameters the structure of the body. We infer other parameters by analyzing the characteristics of the implanted instrumentation. Initially, the anatomy is described of the spine and vertebrae, the equipment used and the possible failures that may occur after surgery. Subsequently, the materials and methods used for the analysis of the above-mentioned parameters for the 61 patients are reported. All data are obtained by the observation of pre and post-operative x-rays with a special program, by reading reports from operators and by medical records. In the fourth chapter, we report the results: the overall failure rate is 60.9%; the types of failures that occurred are rupture of bars and rupture of bars simultaneously to PJK. The most influential parameters on results of the progress of the surgery are the type of material used and the BMI. It is estimated a high percentage of failures in patients treated with implants of cobalt chromium alloys (90.0%). According to the results obtained, it is possible to understand the aspects that in the future should be studied, in order to find a solution to the most frequent surgical failures.
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Salvato, Stefano. "Tecniche ed applicazioni di stampa 3D in ambito chirurgico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’impiego della stampa 3D in ambito medicale, nell’ultimo decennio, si sta espandendo sempre più grazie al progresso tecnologico e all’abbattimento dei costi di produzione. Nel presente elaborato verranno descritte le tecniche e le applicazioni di stampa 3D in ambito chirurgico. Verranno analizzati i principi di generazione di oggetti 3D, dall’acquisizione dell’immagine fino alla produzione di un oggetto tridimensionale. Si continuerà con la descrizione delle principali tecniche di fabbricazione di modelli 3D, in particolare la stereolitografia STL (StereoLithography Apparatus), per poi arrivare alle principali applicazioni mediche. Si esamineranno i modelli di stampanti 3D più utilizzati in ambito medico e saranno approfondite le applicazioni della stampa 3D in neurochirurgia e in urologia per il tumore alla prostata. I principali vantaggi, nell’utilizzo della stampa 3D in ambito medicale, sono stati riscontrati nella formazione medica, nella preparazione operatoria, nella comunicazione medico-paziente e nella riduzione del tempo d’intervento chirurgico. Lo svantaggio principale da superare per utilizzare maggiormente la stampa 3D è l’abbattimento dei costi.
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Montroni, Isacco <1979&gt. "Valutazione preoperatoria del rischio chirurgico in pazienti onco-geriatrici (studio PREOP)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6402/.

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Abstract:
La maggior parte dei pazienti che vengono sottoposti a interventi chirurgici per tumori solidi hanno un’età superiore a 70 anni1. Circa il 30% di questi pazienti vengono considerati “fragili”. Questi infatti presentano numerose comorbidità ed hanno un più elevato rischio di sviluppare complicanze postoperatorie con perdita della riserva funzionale residua. Per questo non esistono sistemi semplici di screening che permettano ai medici responsabili del trattamento di identificare questi pazienti con aumentato rischio postoperatorio. Identificare i pazienti a rischio è infatti il primo passo nel processo attraverso il quale è possibile prevenire in necessarie complicanze postoperatorie come delirio, eventi cardiovascolari e perdita della funzionalità complessiva con conseguente perdita di autonomia. Scopo di questo studio è quello di confrontare l’accuratezza nella previsione di mortalità e morbidità a 30 giorni dei tre test preditivi “Groningen Frailty Index” (GFI); “Vulnerable Elders Survey” (VES-13); “timed up and go test” con alcune componenti del Preoperative Assessment of Cancer in the Elderly (PACE). Lo studio verrà effettuato sui pazienti con età maggiore di 70 anni che dovranno essere sottoposti a intervento chirurgico in anestesia generale per la presenza di una neoplasia solida.
The majority of patients undergoing surgery for a solid tumour are over the age of 701. About 30% of these patients can be considered frail. They have comorbidities and are at a higher risk of developing postoperative complications and experience functional loss. So far there is no simple screening tool that allows the treating physician to identify those patients most at risk of developing postoperative problems. Identifying those at risk is a first step in the process towards preventing unnecessary postoperative complications such as delirium, cardiovascular complications and overall functional loss leading to loss of independency. This study will be performed to test the predictive value of the GFI, the VES-13 and the timed “up and go” test compared to components of PACE in elderly patients of the age of 70 years and above undergoing surgery for a solid tumour.
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Zaganjori, Ersida. "Il planning chirurgico nei tumori ossei: il caso studio del sarcoma di Ewing." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il sarcoma di Ewing è un tumore che colpisce prevalentemente in età pediatrica e se non curato in tempo può espandersi in molte parti del corpo, tra cui le vie aeree. Molti giovani pazienti che manifestano il sarcoma sono costretti a farsi asportare parti del corpo di vitale importanza e spesso vivono in condizioni difficili come ad esempio senza un polmone. Proprio per questo motivo è importante intervenire subito e in maniera precisa perché, come molti altri tumori, se non eliminati completamente con il tempo presentano delle recidive. Il planning chirurgico è molto utilizzato in questo ambito in quanto ci permette di eseguire una ricostruzione tridimensionale degli organi interessati dalle masse tumorali. Questa pianificazione facilita la visualizzazione, la manipolazione e l’analisi dei dati ottenuti con diverse tecniche di imaging. Le tecniche più recenti prevedono la simulazione in 3D dei piani di taglio consentendo di effettuare il planning preoperatorio e la ricostruzione tridimensionale delle porzioni di ossa da rimuovere per ottimizzare il gesto chirurgico. L’elevata accuratezza che ci permette di avere l’utilizzo del planning chirurgico ci aiuta sia in fase preoperatoria nello studio del caso e nella progettazione di eventuali protesi e dispositivi personalizzati al paziente che in fase intra-operatoria durante la resezione del sarcoma. In questa tesi verranno dapprima introdotte le conoscenze relative alla fisiopatologia del sarcoma di Ewing, i percorsi di diagnosi e di trattamento di questa tipologia di carcinoma. Nell’ultimo capitolo sono state affrontate le ultime evoluzioni della tecnologia che stanno contribuendo ad un sostanziale miglioramento della prognosi di questa patologia molto aggressiva ma per fortuna poco diffusa.
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Toscano, Angelo <1979&gt. "La navigazione nella chirurgia oncologica ortopedica: Applicazione ed implementazione di nuove tecnologie per il trattamento chirurgico dei tumori dell'apparato muscolo-scheletrico, studio pilota." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6361/.

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Abstract:
Nel presente progetto di ricerca, da novembre 2011 a novembre 2013 , sono stati trattati chirurgicamente, con l’assistenza del navigatore , pazienti con tumori ossei primitivi degli arti, del bacino e del sacro, analizzando i risultati degli esami istologici dei margini di resezione del tumore e i risultati clinici e radiografici. Materiali e metodi : Abbiamo analizzato 16 pazienti 9 maschi e 7 femmine , con un'età media di 31 anni (range 12-55 ). Di tutti i pazienti valutati 8 avevano una localizzazione agli arti inferiori , 4 al bacino e 4 all'osso sacro . Solo quelli con osteosarcoma parostale , Cordoma e Condrosarcoma non sono stati sottoposti a terapia antiblastica . Solo un paziente è stato sottoposto a radioterapia postoperatoria per una recidiva locale . Tutti gli altri pazienti non sono stati trattati con la radioterapia per l’ adeguatezza dei margini di resezione . Non ci sono state complicanze intraoperatorie . Nel periodo postoperatorio abbiamo osservato una vescica neurologica , una paresi sciatica, due casi di infezione di cui una superficiale e una profonda, tutti e quattro i pazienti con sarcoma sacrale sviluppati hanno avuto ritardato della guarigione della ferita e di questi tre hanno avuto incontinenza sfinterica. In tutti i casi si è ottenuta una eccellente risultato clinico e radiografico , con soddisfazione del paziente , corretto contatto tra l'osteotomia e l'impianto che apparivano stabili ai primi controlli ambulatoriali ( FU 19 mesi). Risultati: La chirurgia assistita da calcolatore ha permesso di migliorare l’esecuzione delle resezioni ossee prevista dal navigatore. Questa tecnologia è valida e utile per la cure dei tumori dell’apparato scheletrico, soprattutto nelle sedi anatomiche più complesse da trattare come la pelvi, il sacro e nelle resezioni intercalari difficoltose nell’ottenere un margine di resezione ampio e quindi di salvare l’articolazione e l’arto stesso.
In the present research project, from november 2011 to november 2013, patients with primary bone tumors of the extremities, pelvis and sacrum have been treated using computer assisted surgery evaluating the histological examination results of tumor resection margins and the clinical and radiological outcome. Materials and methods: We analized 16 patients 9 males and 7 females with a mean age of 31 years (range 12-55) and the primary bone tumors had different location, histology and grade. Of all the patients evaluated 8 had a localization to the lower limbs, 4 to the pelvis and 4 to the sacrum. Only those with parostale Osteosarcoma, Chordoma and Condrosarcoma have not been undergone to antiblastic treatment. Only one patients was subjected to postoperative radiotherapy for a local recurrence. All other patients were not treated with radiotherapy because of the adequacy of resection. There were no intraoperative complications. In the early postoperative period occured one neurological bladder, one sciatic paresis, two cases of infection one of which superficial and one deep; all the four patients with a sacral localizzation developed delayed wound healing and of these three developed sphincter incontinence. In all cases we obtained an excellent clinical and radiographic result, with patient satisfaction, proper contact between the osteotomy and the implant with a good stability to the first outpatient controls (FU 19 months). Results: Computer-assisted tumor surgery, with CT and MRI images fusion, has helped to improve the quality of the bone resections planned by the navigator and this may help reduce the risks of local recurrences. This technology is effective and useful for the treatment of musculoskeletal tumors, especially in complex anatomical sites like pelvis, sacrum and in intercalary resections and in all that cases where tumor resection could be difficult due to distorted surgical anatomy.
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Nocilli, Matteo. "Studio e valutazione preliminare del ruolo dell'imaging a fluorescenza per il trattamento chirurgico dell'endometriosi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19376/.

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Abstract:
In questa tesi si tratterà l’uso endovenoso del verde indocianina per consentire la visualizzazione in tempo reale della perfusione intestinale nelle donne con endometriosi retto-sigmoidea che possono essere candidate alla resezione segmentaria. Al fine di valutare la sicurezza dell’intervento in termini di bontà di vascolarizzazione del sito oggetto della resezione, la principale misurazione di nostro interesse è stata la valutazione della perfusione ematica intestinale della neo-anastomosi.
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Garcia, Robert. "Analyse architecturale informatisee de la face en norma lateralis : application aux protocoles chirurgico-orthodontiques." Paris 7, 1989. http://www.theses.fr/1989PA07GA02.

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Books on the topic "Chirurgico"

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Šimkovic, Ivan. O chirurgii, chirurgoch a nielen o nich. Bratislava: Smaragd pedagogické nakl., 2001.

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Sabiston, David C. Trattato di chirurgia: Le basi biologiche della moderna pratica chirurgica. Roma ; Milano: Delfino, 2003.

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Cheli, Renato. Clinica chirurgica veterinaria. Torino: UTET, 1988.

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Grace, Pierce A. Chirurgie. Paris: De Boeck université, 2002.

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Siewert, J. Rüdiger. Chirurgie. Edited by M. Allgöwer, H. Bartels, H. D. Becker, H. M. Becker, E. Biemer, R. Bumm, St Coerper, et al. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2001. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-06245-6.

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Siewert, J. Rüdiger. Chirurgie. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1998. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-06247-0.

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7

Bonjer, H. J., D. C. Aronson, J. D. Blankensteijn, H. G. Gooszen, D. J. Gouma, B. B. R. Kroon, and A. B. van Vugt, eds. Chirurgie. Houten: Bohn Stafleu van Loghum, 2005. http://dx.doi.org/10.1007/978-90-313-8404-4.

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Siewert, J. Rüdiger. Chirurgie. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/3-540-30639-0.

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Clusmann, Hans, Axel Heidenreich, Norbert Pallua, Hans-Christoph Pape, and Markus Tingart. Chirurgie. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-20475-3.

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10

Siewert, Jörg Rüdiger, and Hubert J. Stein, eds. Chirurgie. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-11331-4.

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Book chapters on the topic "Chirurgico"

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Formica, F. "Trattamento chirurgico." In Aterosclerosi, 99–109. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1412-1_11.

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Pancani, Simone, and Enrico Pinzauti. "Ustioni: trattamento chirurgico." In Rianimazione in età pediatrica, 495–99. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2059-7_44.

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Ribes, Ramón, Pedro J. Aranda, and John Giba. "Approccio metodologico all’inglese chirurgico." In Inglese per chirurghi, 1–4. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2415-1_1.

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Ribes, Ramón, Pedro J. Aranda, and John Giba. "Inglese chirurgico per specialità." In Inglese per chirurghi, 295–319. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2415-1_12.

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Lima, Mario, Giovanni Ruggeri, Stefano Tursini, and Stefania Pavia. "Enterocolite necrotizzante. Approccio chirurgico." In Rianimazione in età pediatrica, 755–60. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2059-7_78.

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Ribes, Ramón, Pedro J. Aranda, and John Giba. "Gestione di un dipartimento chirurgico." In Inglese per chirurghi, 369–79. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2415-1_19.

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De Giacomo, Tiziano, Federico Venuta, Marco Anile, Mary-Jo Filice, Daniele Diso, Maria Teresa Aratari, and Giorgio Furio Coloni. "Trattamento Chirurgico Mininvasivo del Petto Escavato." In Chirurgia Toracica Videoassistita, 61–66. Milano: Springer Milan, 2006. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0522-8_7.

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Kaye, A. J., and D. J. Ostlie. "Trattamento chirurgico delle masse ovariche nelle “teenager”." In Videochirurgia pediatrica, 415–22. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1797-9_48.

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Lorenz, W., H. D. Röher, K. Thon, and C. Ohmann. "Interaktion chirurgisch-gastroenterologischer Forschung: Entwicklung der Theoretischen Chirurgie." In Stand und Gegenstand chirurgischer Forschung, 251–59. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1986. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-70648-6_25.

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10

Pagano, Saverio. "Endourologia chirurgica." In L’uretere: malattie e sintomi, 151–58. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1521-0_16.

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Conference papers on the topic "Chirurgico"

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Bénichou, L. "Retour d’expérience sur la chirurgie robotique en chirurgie orale." In 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206601001.

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Abstract:
Les nouvelles technologies deviennent les véritables stars de la chirurgie de demain ! Entre l’impression 3D, les Big Datas, lintelligence artificielle, et maintenant les robots chirurgicaux le chirurgien vit une période passionnante ! Mais attention à ce que l’utilisation de ces techniques serve à la pratique et ne soit pas la réponse à un simple effet de mode... «Jai eu la chance de tester le robot chirurgical Da Vinci dans ma pratique de la chirurgie endobuccale... cette présentation est un simple retour dexpérience...»
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Danilyuk, M. "VALUTAZIONE DELL'IMPATTO DELLA DURATA DELLA PREPARAZIONE PREOPERATORIA NEL TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLA COLECISTITE ACUTA NEI PAZIENTI ANZIANI IN TERMINI DELLA SOPRAVVIVENZA E L’OUTCOME POST-CHIRURGICO." In RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE: ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE, chair S. Zavgorodniy, A. Rylov, and M. Kubrak. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-14.05.2021.v2.40.

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Wagner, D., C. I. Gros, Y. Bolender, W. Bacon, and F. Bornert. "Mise en place de canines mandibulaires incluses : un challenge chirurgico-orthodontique ?" In 63ème Congrès de la SFCO, edited by S. Boisramé, S. Cousty, J. C. Deschaumes, V. Descroix, L. Devoize, P. Lesclous, C. Mauprivez, and T. Fortin. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2015. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20156302006.

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Bridonneau, T., H. Niniss, E. Quinque, A. Sebe, and S. Bahi-Gross. "Dégagement chirurgico-orthodontique des canines mandibulaires Etude rétrospective à propos de 30 cas." In 63ème Congrès de la SFCO, edited by S. Boisramé, S. Cousty, J. C. Deschaumes, V. Descroix, L. Devoize, P. Lesclous, C. Mauprivez, and T. Fortin. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2015. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20156302004.

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Baranes, M., and T. Fortin. "Planification et chirurgie guidée - Avis d’experts : Apports des nouvelles technologies en implantologie : de la planification à la réalisation de la prothèse provisoire immédiate." In 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206601011.

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Abstract:
Les dernières technologies informatiques ainsi que le développement des imprimantes 3D ouvrent des perspectives intéressantes en terme de diagnostic et de thérapeutique en implantologie (1). Le plan de traitement prothétique doit guider le choix du nombre et du positionnement des implants. Les logiciels de planification implantaire permettent de superposer les fichiers DICOM (Digital Imaging and Communications in Medicine) de limagerie tridimensionnelle issue du CBCT et les données numériques de surface issues d’empreintes optiques ou de la numérisation de modèles conventionnels (2). Les modélisations occlusales peuvent être elles aussi réalisées virtuellement en statique et dynamique via l’utilisation darticulateurs virtuels (3,4). Un guide chirurgical est alors imprimé permettant de positionner les implants selon la planification virtuelle. Dans certains cas, la restauration provisoire peut être prévue à l’avance et mise en place à lissue de lintervention (5,6). Bien quil soit établit que la chirurgie guidée soit plus précise que la chirurgie à main levée (7), son utilisation en pratique quotidienne a été ralentie en grande partie à cause du coût de fabrication élevé. Le développement récent dimprimantes 3D de bureau de haute précision (8,9) et la multiplicité des logiciels de planification implantaire ont permis le développement de la chirurgie guidée. Cependant, à chaque étape du flux numérique, des imprécisions peuvent se cumuler pouvant aboutir à des erreurs de positionnement ayant des conséquences potentiellement graves : proximité avec les racines adjacentes, perforation des racines, lésion nerveuse. La précision des guides chirurgicaux sté- réolithographiques dépend de nombreux paramètres : lempreinte, l’impression du guide, le matériau utilisé, la nature du support, lexpérience du praticien. Les empreintes optiques réalisées avec des scanners intra-oraux de plus en plus puissants présentent de nombreux avantages par rapport aux techniques conventionnelles en terme de rapidité, de précision et de reproductibilité. (10-14). Les guides peuvent être à appui osseux, muqueux, dentaire ou mixte. Une revue systématique de la littérature de Gallardo et coll. en 2017 (15) compare la précision des guides chirurgicaux en fonction du type de support. Cette revue conclut que les guides à appui osseux présentent le plus de déviation au niveau de langle, du point dentrée et de la localisation de lapex de l’implant par rapport aux guides à appuis dentaires. Les guides à appuis muqueux montrent moins de déviation par rapport aux guides à appuis osseux. Les auteurs nont pas trouvé de différence statistiquement significative entre les guides à appuis dentaires et muqueux. Selon L’étude de Cassetta publiée en 2017 (16), lexpérience du praticien influence la précision du positionnement des implants en chirurgie guidée. Un praticien novice en implantologie présente plus de déviation sur le positionnement des implants avec lutili- sation d’un guide chirurgical stéréolithographique quun praticien expérimentée. La chirurgie implantaire guidée reste un outil et nécessite une expérience chirurgicale. Le flux numérique en implantologie peut aujourdhui se réaliser de la prise d’empreintes d’étude à la fabrication de la restauration prothétique implantaire en passant par la conception et l’impression d’un guide chirurgi- cal. Ce flux est une aide précieuse en terme de communication avec le patient mais aussi avec le prothésiste, il permet daugmenter la reproductibilité des résultats et daboutir à une restauration prothétique esthétique et fonctionnelle.
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Costa Mendes, L., and A. G. Bodard. "Apport d’un logiciel de reconstruction 3D dans la prise en charge chirurgico-orthodontique de la dysplasie cléido-crânienne : à propos d’un cas clinique." In 63ème Congrès de la SFCO, edited by S. Boisramé, S. Cousty, J. C. Deschaumes, V. Descroix, L. Devoize, P. Lesclous, C. Mauprivez, and T. Fortin. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2015. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20156302002.

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Lan, R., R. Castro, L. Ammar, P. Roche-Poggi, P. Tavitian, and O. Richard. "Pronostic des implants zygomatiques dans la réhabilitation du sujet partiellement ou totalement édenté maxillaire : étude rétrospective observationnelle." In 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206602007.

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Abstract:
Introduction : Les implants zygomatiques semblent être une bonne alternative dans les cas de patients opérés de maxillectomies mais aussi pour les patients présentant une atrophie osseuse maxillaire sévère avec demande de réhabilitation prothétique sans avoir recours à des étapes de chirurgies pré-implantaires lourdes et chronophages. L’objectif principal de ce travail est d’évaluer le taux de succès et de survie chirurgical et prothétique des réhabilitations prothétiques zygo-implanto-portés avec un recul entre 1 et 10 ans. Méthodes et résultats : Une étude rétrospective observationnelle a été menée au pavillon d’Odontologie de Marseille avec accord du Comité de Protection des Personnes. Trente patients opérés par le même praticien ayant bénéficiés d’implants zygomatiques dans des cas datrophie osseuse maxillaire sévère avec édentements complets et réhabilité par une prothèse supra-implantaire fixe soutenue par 1, 2 ou 4 implants zygomatiques et entre 2 et 6 implants dentaires « standards » ont été inclus. Une analyse radiographique comparative a été réalisée au moyen des radiographies panoramiques et tomographie volumique à faisceau conique post-opératoires immédiats et au moment de l’inclusion afin d’analyser la qualité de lostéointégration. Des radiographies rétro-alvéolaire de chaque implant ont également été effectué afin d’analyser le niveau de résorption osseuse péri-implantaire. Le niveau d’inflammation gingivale, et la gestion des complications au niveau de la sphère orale et sinusienne ont été recueillis dans L’objectif d’évaluer le taux de succès et de survie tant au niveau chirurgical que prothétique des réhabilitations prothétiques zygo-implanto-portés. Bien que des cas de péri-implantites, de résorption osseuse ou de défaut d’axe empêchant la mise en fonction des implants immédiates ou différés ont été retrouvés, le taux de réussite chirurgical retrouvé pour les implants zygomatiques est équivalent à celui de l’implantologie standard et le taux de succès prothétique final a été assuré pour l’ensemble des cas retrouvés dans cette étude avec de très bon résultats esthétiques et fonctionnels à long terme. DIscussion et conclusion : A travers une sélection rigoureuse des cas, des indications adéquates et une connaissance de la technique chirurgicale mais aussi de ces complications, l’utilisation des implants zygomatiques associés à l’implantologie standard semble représenter un avantage certain dans la réhabilitation des maxillaires sévèrement résorbés, avec un cout similaire aux protocoles standards. La possibilité de mise en charge immédiate permet à la fois de minimiser le temps de latence entre la chirurgie et la réhabilitation orale et doffrir une réinsertion sociale et professionnelle rapide augmentant le confort et la qualité de vie des patients. Une coopération étroite entre le clinicien en charge de la partie chirurgicale et le praticien responsable de la phase prothétique est indispensable.
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Elmoutawakkil, N., S. Bouzoubaa, S. Bellemkhannate, and I. Benyahya. "Flux de travail du guidage tridimensionnel en chirurgie orale." In 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206602005.

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Abstract:
L’implantologie assistée par ordinateur permet de sécuriser le geste, de prévoir les potentielles complications, d’anticiper la séquence de forage et le choix de l’implant et donne la possibilité d’avoir une transition entre la simulation et la chirurgie à l’aide d’un guide chirurgical, elle est utilisée pour faciliter l’établissement d’un diagnostic précis et du plan de traitement idéal[1]. Dès que les images radiologiques (sous format DICOM) sont acquises suite à la réalisation d’une tomodensitométrie ou d’un cône-beam, elles sont transférées dans un logiciel de planification qui permettra la transformation des vues bidimensionnelles en une vision tridimensionnelle, pour évaluer la quantité et la qualité du volume osseux disponible et réaliser une représentation colorée et tridimensionnelle des éléments anatomiques présents sur les coupes dans le but de réaliser une simulation implantaire, Une fois placé, l’implant est visualisé immédiatement dans les trois plans de lespace, ensuite le praticien peut anticiper les caractéristiques du pilier, l’axe prothétique, et simuler l’épaisseur de la gencive. Ainsi un guide chirurgical à appui dentaire, muqueux ou osseux est conçu, à sa réception du guide, le fabricant fournit une feuille de route correspondant au système implantaire et à la trousse chirurgicale utilisée. Elle contient toutes les informations pour chaque implant et peut être complété par des cuillères et des porte-implants individualisés.Les résultats montrent que les écarts entre la réalité clinique et la planification émanent du type d’appui du guide. Un bio-modèle peut être imprimé en 3D, il servira comme outil pédagogique pour expliquer au patient le déroulement du projet et permettra également de réaliser une chirurgie « sèche » en amont de la pose d’implant ; et dans le cas de régénération osseuse guidée utilisant des grilles en titane il servira de support pour les préformer dans l’asepsie totale [2]. Les prothèses provisoires immédiates sont également réalisées au besoin, grâce à la superposition de la conception tridimensionnelle implantaire au modèle du patient scanné optiquement éviteant les erreurs de conception des prothèses immédiates. En oncologie buccale, la planification assistée permettra en segmentant la tumeur, de visualiser ses marges et sa taille, de réaliser un guide de résection et de customiser les plaques et les treillis imprimés en 3D. L’avènement de la conception et de la fabrication assistée par ordinateur a permis de révolutionner la chirurgie orale et de supprimer les erreurs opérateur dépendant en codifiant les actes, le travail présenté vise à décrire les différentes étapes du flux de travail optimal à adopter en chirurgie orale, permettant la réalisation de chirurgie totalement assistée, la conception et la fabrication de différents guides de forage et de résection osseuse ainsi que des prothèses provisoires immédiates [3].
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Decréquy, M., A. Butel, B. Louvet, G. Di Bernardo, C. Lacheretz, L. Nawrocki, G. Mortuaire, D. Chevalier, and JML Langlois. "Chirurgien ORL et Oral : double équipe pour le traitement chirurgical des sinusites chroniques." In 63ème Congrès de la SFCO, edited by S. Boisramé, S. Cousty, J. C. Deschaumes, V. Descroix, L. Devoize, P. Lesclous, C. Mauprivez, and T. Fortin. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2015. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20156303019.

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Sicard, L., and R. Khonsari. "Conséquences dentaires de la dysjonction pterygo-maxillaire pendant les chirugies d’avancée fronto-faciale monobloc dans le traitement des syndromes de Crouzon." In 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206602001.

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Abstract:
Le syndrome de Crouzon est une faciocraniosténose qui peut s’exprimer par une retrusion fronto-faciale sévère associée à des répercussions fonctionnelles importantes : un exorbitisme sévère peut mener à une mise en jeux du pronostic visuel et les troubles de la ventilation mettre en cause le pronostic vital. La procédure de choix du traitement primaire de cette faciocraniosténose est l’avancée monobloc fronto-faciale avec distraction par voie interne ou externe. Cette technique nécessite la réalisation d’une disjonction ptérygo-maillaire, pratiquée par voie supérieure ou intra-orale. Cette disjonction est associée à un risque de lésion des germes des dents temporaires et permanentes. 15 patients atteints du syndromes de Crouzon, opérés par avancée monobloc fronto-faciale, par le même chirurgien et avec disjonction pterygo-maxillaire par voie supérieure en passant par la fosse temporale, ont été aléatoirement choisis parmi les patients atteint du syndrome de Crouzon suivis dans le service. La formule dentaire de chaque patient a été relevée sur les scanners pré-opératoires, post-opératoires et de contrôle, ainsi que les différentes anomalies et stades de Nolla des premières et deuxièmes molaires permanentes maxillaires. L’étude confirme que cette technique chirurgicale cause des dommages dentaires notables et montre que la survenues de ces dommages est corrélée à l’âge auquel est réalisée la chirurgie. Elle montre que l’existence de dommage au niveau de la première molaire permanente est un facteur prédictif de séquelles au niveau de la 2ème molaire permanente lors de son évolution. Le stade radiographique de Nolla peut être un indicateur plus fiable que l’âge civil pour évaluer les risques dentaire lors de cette chirurgie chez ces patients. Si les indications de chirurgie précoce par avancée fronto- faciale monobloc chez les patients atteints d’un syndrome de Crouzon avec répercussion fonctionnelles sévère ne se discutent pas, il sera intéressant de comparer ces résultats avec les séquelles dentaires de cette chirurgie réalisée avec disjonction ptérygo-palatine par voie endobuccale.
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Reports on the topic "Chirurgico"

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Le délire affecte la santé du cerveau: Le délire peut survenir suivant une anesthésie ou une chirurgie: Infographique. Global Council on Brain Health, April 2020. http://dx.doi.org/10.26419/pia.00101.010.

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